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27.05.2013 Views

CAPITOLO 18 Sentivo dentro di me una forza nata per distruggermi se non ubbidivo ed accettavo loro. Percepivo un flusso caldo che scendeva a lungo sotto i miei vestiti, per tutto il corpo. Cominciavo a capire che si rompevano le acque, ecco i miei cari bambini :ARIEL e VINCENT, la vita acquatica è finita. E' giunto il momento della vita terrestre anche se mi dispiaceva un po' per loro. Mi aggrappavo alla ringhiera del ponte come se potessi rimanere quassù, tanto il parto non avverrà e tornerà tutto come prima. Non volevo mica partorire sul ponte? Cominciavo piano, piano a scendere giù, volevo la mia vasca,la piscina dove potevo mettermi a quattro zampe, la posizione migliore dove la forza di gravita aiuta. Gli animali non sono scemi perchè sanno come partorire, nessuno si mette con le zampe per Paria. Percepivo le prime contrazioni, "sensibilità addominale", l’utero duro e prominente, con grande fatica toglievo i miei vestiti entrando in piscina, anche l'acqua non si raffreddava mai.. .come quella della piscina in mezzo al campo di mais. Quando ero abbandonata a me stessa tenendomi ai bordi della piscina, con il cane che gridava vicino e piangendo mi leccavamo vera bestia come poteva esprimere la sua compassione e solidarietà, arrivavano di corsa i fratelli,stavolta tutti e quattro che onore! Lasciavano le loro "bisognose" e venivano da me.. la più bisognosa di tutte. ANTAL accendeva il fuoco nel camino, MARCOS si spogliava e nuotava verso me. Immagina nostra madre quando partoriva noveravamo quattro e tu ne hai solo due,rilassati completamente, permetti al tuo corpo di fare tutto, non sai ma il corpo sa reagire da solo, farà tutto bene se tu lo permetti, mi sussurrava MARCOS all'orecchio dolcemente, cosi che mi veniva un brivido di piacere. Le contrazioni uterine diventavano più spesse, più insistenti e duravano tanto, mi sembravano delle bestie spietate con coltelli affilatissimi che si facevano strada attraverso le mie viscere, verso l’uscita. Adesso addirittura ogni bestia teneva due coltelli e tagliava contemporaneamente. Sentivo che CARLOS e ANTAL mi tenevano stesa sulla superficie dell'acqua, uno sulla schiena, l'altro sulle gambe come se volessero insegnarmi a nuotare. PASCAL diceva e ripeteva periodicamente, il canale del parto è largo, li collo dell'utero si dilata 88

facilmente, i muscoli si tendono bene, due pesciolini cosmici: ARIEL e VINCENT vogliono uscire. Nonostante tanta sofferenza, le mie sensazioni erano bellissime, non essendo morta, non appartenevo più a me stessa, guidata dal mio corpo,dai fratelli e da dentro dai miei gemelli. Il bambino stabilisce un momento del parto, lo fa quando la sua testa ha raggiunto le massime dimensioni compatibili con un passaggio attraverso un canale materno. E poi stressato verso la fine della gestazione via, via, che la placenta diminuisce le capacità di fornirgli le sostanze indispensabili per sopravvivere, un bambino libera una tempesta ormonale, il risultato è un travagliata nascita, ma non è tutto. Per sopportare meglio la fatica del parto il bambino produce analgesici naturali, endorfine utili anche alla madre per sentire meno dolore. Tutte queste cose curiose mi raccontava MARCOS, mentre galleggiavo sul materasso di gomma gonfiabile sulla superficie della piscina, intanto dentro di me il lavoro dell'utero andava avanti. I fratelli spostavano anche il tavolo dalla "sala da pranzo", mettevano la coperta sopra l'isoletta, potendo stare anche di là, osservando un blu intenso della piscina e le luci sul fondo. Mi accorgevo per la prima volta che vi erano dipinti dei pesci. GINEVRA faceva divertire tutti, la cagna coraggiosa attraverso il ponticello veniva da me, "sull'isoletta". Aspettavo ancora quel dolore tremendo,bestiale che non veniva, i fratelli dicevano di gridare e di non trattenermi, perchè apprendo la bocca aiutava tante donne ad abbandonarsi meglio alla forza che distendeva la vagina. Non avevo voglia di gridare, perchè i miei figli dovevano essere accompagnati da grida e dolore per arrivare al mondo?! gemelli essendo in due mi davano tantissima endorfina, un dolore dipendeva anche dall' atteggiamento mentale. Saltavo di nuovo nell'acqua, poiché sentivo che qualcosa mutava in me, volevo spingere,mi mettevo a quattro zampe sul fondo della piscina rimanevo così ferma. GINEVRA abbaiava forte dall’isoletta così uno dei fratelli la riportava al secondo piano, forse il cane era come me, non sopportava le sofferenze altrui. Sentivo che qualcuno mi accarezzava i seni e la schiena, massaggiava il perineo che era molto teso. Capivo adesso perchè un parto era paragonabile all’orgasmo, non riuscivo più a distinguere il piacere dal dolore, ero spalancatissima. Un vero mistero era come dallo 0,5 cm mi dilatavo fino ad 11 ! !Poi i bambini uno dopo l'altro facevano la 89

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Sentivo dentro di me una forza nata per distruggermi se non ubbidivo<br />

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anche se mi dispiaceva un po' per loro. Mi aggrappavo alla ringhiera<br />

del ponte come se potessi rimanere quassù, tanto il parto non avverrà<br />

e tornerà tutto come prima. Non volevo mica partorire sul ponte?<br />

Cominciavo piano, piano a scendere giù, volevo la mia vasca,la<br />

piscina dove potevo mettermi a quattro zampe, la posizione migliore<br />

dove la forza di gravita aiuta. Gli animali non sono scemi perchè<br />

sanno come partorire, nessuno si mette con le zampe per Paria.<br />

Percepivo le prime contrazioni, "sensibilità addominale", l’utero duro<br />

e prominente, con grande fatica toglievo i miei vestiti entrando in<br />

piscina, anche l'acqua non si raffreddava mai.. .come quella della<br />

piscina in mezzo al campo di mais. Quando ero abbandonata a me<br />

stessa tenendomi ai bordi della piscina, con il cane che gridava vicino<br />

e piangendo mi leccavamo vera bestia come poteva esprimere la sua<br />

compassione e solidarietà, arrivavano di corsa i fratelli,stavolta tutti e<br />

quattro che onore! Lasciavano le loro "bisognose" e venivano da me..<br />

la più bisognosa di tutte. ANTAL accendeva il fuoco nel camino,<br />

MARCOS si spogliava e nuotava verso me. Immagina nostra madre<br />

quando partoriva noveravamo quattro e tu ne hai solo due,rilassati<br />

completamente, permetti al tuo corpo di fare tutto, non sai ma il corpo<br />

sa reagire da solo, farà tutto bene se tu lo permetti, mi sussurrava<br />

MARCOS all'orecchio dolcemente, cosi che mi veniva un brivido di<br />

piacere. Le contrazioni uterine diventavano più spesse, più insistenti e<br />

duravano tanto, mi sembravano delle bestie spietate con coltelli<br />

affilatissimi che si facevano strada attraverso le mie viscere, verso<br />

l’uscita. Adesso addirittura ogni bestia teneva due coltelli e tagliava<br />

contemporaneamente. Sentivo che CARLOS e ANTAL mi tenevano<br />

stesa sulla superficie dell'acqua, uno sulla schiena, l'altro sulle gambe<br />

come se volessero insegnarmi a nuotare. PASCAL diceva e ripeteva<br />

periodicamente, il canale del parto è largo, li collo dell'utero si dilata<br />

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