VORREMMO PRANZARE - olga petrova official web
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poveri contadini. Mangiavo anche del pane tirato dal congelatore ancora surgelato e mi sentivo come un uccello in un bosco invernale che pranzava con questo, o un vagabondo-mendicante che era riuscito a trovare un pezzo di pane sotto neve, perciò ghiacciato. ANTAL raccontava, pensate… che questa casa ci ha dato un ricco politico perchè passava l'inverno in Brasile a Rio de Janeiro. Volete dire che noi non siamo uccelli migratori? Uno va là ,l'altro qua, ma nessuno è mai contento del suo posto, ognuno dentro di se capisce che è di passaggio, perciò non conviene fermarsi a lungo in un posto, bisogna muoversi per allenarsi sempre e non perdere lo spirito randagio, esploratore, una delle poche cose che vale la pena coltivare. La nostra residenza invernale aveva muri altissimi per difenderci da occhi indiscreti ed invidiosi del popolo. Non tutti gli esseri umani perdonano ad altri il lusso di nutrirsi direttamente dalla "mangiatoia principale", tutti hanno fame, però qualcuno può avere solo le briciole dopo un banchetto principesco. La causa di tutte le guerre mondiali, le discussioni per il primo posto vicino alla "mangiatoia". Noi senza la guerra occupavamo i posti in prima fila, c'è la strada della violenza ma anche quella del Pamore, la nostra. Pensavo che un personaggio che abitava qua era più che bizzarro. La casa non era grande solo di tre piani triangolare. I fratelli rimanevano fedeli ai loro gusti! Come la loro piramide, un piano base, un l'altro più stretto e l'ultimo sotto tetto. Attorno la casa non c'era probabilmente un giardino, ma solo dei fiori. I tronchi secchi, quelli si intravedevano sotto la neve che incominciava già parzialmente a sciogliersi, in mezzo c'era un laghetto ghiacciato, rotondo. Dalla riva destra alla sinistra s'inarcava un ponte a mezzaluna con una sedia, sul punto più alto del ponte esattamente al centro. Che bella idea! Piantare i fiori, aspettare che fioriscono, mettere dei pesci grossi come una carpa nel laghetto, salire sul ponte ed osservare la bellezza creata da te, buttare pezzi di pane ai pesci... Siamo entrati in casa, rimanevo senza parole, quasi tutta la stanza era occupata da una grossa piscina d'acqua blu intenso, illuminata sul fondo. La graziosa "isoletta" era in mezzo alla piscina, sopra c'era un tavolo abbastanza grande per stare in cinque, sei persone. Ero curiosa di sapere come si apparecchiava il tavolo senza bagnarsi, qualcuno di sicuro con le pietanze doveva transitare "via mare" dal tavolo verso la cucina.. .In casa al primo piano c'era un 82
piccolo bagno con la doccia che si trovava in un angolo con un ampio camino con un fuoco acceso. Ma chi, e quando avrebbe avuto il tempo di accenderlo? Dal primo piano al secondo ti portava la scala mobile. Era una casa perfetta per me Così non dovevo a faticare per portare ARIEL e VINCENT su. Al secondo piano c'era la camera da letto molto grande... mi veniva in mente il sogno in sei nello studio medico dei fratelli... Come erano tutti lontani adesso! Rio, EDEL, MATVEI... Addirittura un'altro continente e l'oceano che ci divide vai Anche questa volta una lunga passeggiata, direi che passeggio bene. All’ultimo piano c'era un letto piccolo con tre finestre triangolari, una su ogni muro, sembrava di dormire sotto un ciclo aperto, rigido, nordico, ma dentro la stanza faceva caldo. Sul letto si muoveva un cagnolino che mi sorrideva, un bastardino, miscuglio di razze indefinibili. Per creare uno così ci avranno lavorato in lanterna l'opera era riuscita, il cane era tutto bianco, ma con calzini neri. Aveva una macchia nera sopra la testa come un capellino ebreo, anche gli occhi erano cerchiati di nero come occhiali... Quel cane che mi vedeva per la prima volta sceglieva me come sua padrona, mi leccava le mani e scodinzolava. Ti avevo detto che si riconoscono! diceva PASCAL rivolgendosi a MARCOS. Quel cane per me era l'ultima goccia della mia felicita già traboccante... Scendevamo giù al primo piano. CARLOS mi chiedeva, spero che ti basterà la vasca da bagno per partorire o ne volevi una più grande? aggiungeva che dovevo spogliarmi per fare la visita medica. Premeva il telecomando e dal lato della piscina usciva un ponte mobile che si collegava con la "sala da pranzo". Mi stupivo ancora delle stranezze della casa, quante storie divertenti e sceneggiature si potevano creare in un posto così. PASCAL si scusava per la mancanza "dell'apparecchiatura adatta", ma anche un tavolo andava bene per la visita ginecologica. 83
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poveri contadini. Mangiavo anche del pane tirato dal congelatore<br />
ancora surgelato e mi sentivo come un uccello in un bosco invernale<br />
che pranzava con questo, o un vagabondo-mendicante che era riuscito<br />
a trovare un pezzo di pane sotto neve, perciò ghiacciato. ANTAL<br />
raccontava, pensate… che questa casa ci ha dato un ricco politico<br />
perchè passava l'inverno in Brasile a Rio de Janeiro. Volete dire che<br />
noi non siamo uccelli migratori? Uno va là ,l'altro qua, ma nessuno è<br />
mai contento del suo posto, ognuno dentro di se capisce che è di<br />
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esploratore, una delle poche cose che vale la pena coltivare. La nostra<br />
residenza invernale aveva muri altissimi per difenderci da occhi<br />
indiscreti ed invidiosi del popolo. Non tutti gli esseri umani<br />
perdonano ad altri il lusso di nutrirsi direttamente dalla "mangiatoia<br />
principale", tutti hanno fame, però qualcuno può avere solo le briciole<br />
dopo un banchetto principesco. La causa di tutte le guerre mondiali, le<br />
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guerra occupavamo i posti in prima fila, c'è la strada della violenza<br />
ma anche quella del Pamore, la nostra. Pensavo che un personaggio<br />
che abitava qua era più che bizzarro. La casa non era grande solo di<br />
tre piani triangolare. I fratelli rimanevano fedeli ai loro gusti! Come la<br />
loro piramide, un piano base, un l'altro più stretto e l'ultimo sotto<br />
tetto. Attorno la casa non c'era probabilmente un giardino, ma solo dei<br />
fiori. I tronchi secchi, quelli si intravedevano sotto la neve che<br />
incominciava già parzialmente a sciogliersi, in mezzo c'era un<br />
laghetto ghiacciato, rotondo. Dalla riva destra alla sinistra s'inarcava<br />
un ponte a mezzaluna con una sedia, sul punto più alto del ponte<br />
esattamente al centro. Che bella idea! Piantare i fiori, aspettare che<br />
fioriscono, mettere dei pesci grossi come una carpa nel laghetto, salire<br />
sul ponte ed osservare la bellezza creata da te, buttare pezzi di pane ai<br />
pesci... Siamo entrati in casa, rimanevo senza parole, quasi tutta la<br />
stanza era occupata da una grossa piscina d'acqua blu intenso,<br />
illuminata sul fondo. La graziosa "isoletta" era in mezzo alla piscina,<br />
sopra c'era un tavolo abbastanza grande per stare in cinque, sei<br />
persone. Ero curiosa di sapere come si apparecchiava il tavolo senza<br />
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