VORREMMO PRANZARE - olga petrova official web
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mente un porcellino, forse un piccolo cinghiale che incontravamo in passato in Italia io ed EDEL, durante le nostre gite in bici. Un cinghiale l'abbiamo trovato in un recinto vicino ad una casa, prima pensavamo che fosse un cane, invece no, era proprio un cinghiale bellissimo, ricoperto di peli neri, non molto spessi ma duri, virili con un corpo non molto slanciato ma compatto. Aveva dei "calzini bianchi" che gli coprivano gli zoccoletti. Grazioso, piccolo, non vedevamo bene gli occhi ma era socievole. Si avvicinava a noi,annusando il recinto che ci divideva, "parlava" in modo amorevole, tenero e dolce, quasi ininterrottamente, spalancava la bocca per farci vedere le due zanne grosse ma senza minaccia. Forse voleva farci capire che ha tutte le cose al posto giusto. Mi veniva un pensiero sul suo pene animalesco, sapevo che è particolare, sottile, e si allunga dentro la vagina della femmina, scrofa così sono i suini. Ma perchè la natura dava un dono del genere a loro, è non all'uomo? Come sarebbe comodo... un uomo con tutte le cose giuste, da vero maschio. Un uomo è un porco, ed ha qualcosa in comune con i porcellini. Un animale-porco ha qualche vantaggio anche se i figli generati in quel modo saranno mangiati, come i genitori ma preferirei un porco così che certi uomini. Un porco vero almeno non finge di essere uomo. Pensando a quel porcello ed a cosa sa fare con le femmine, sentivo la mia vagina come una "mela matura" che pulsava e vibrava pronta a rompersi, subito dopo entrava un pene, ma non sapevo a chi appartenesse, quale fratello era ed anche se l'ultima volta avevo creato un sistema per distinguerli sempre, e ad imparare le cose nuove al mondo. Quel contatto d'amore creava in me un senso di profondo benessere e di pace. Non stavo da sola nell'universo, capivo dopo che erano in quattro a letto con noi, io, EDEL ed uomini da tutte le parti, a destra ed a sinistra senza capire chi. I membri duri dappertutto, mani e labbra, gambe attive, usate nel miglior modo, un sesso silenzioso, tenero, pacifico senza grida, o movimenti bruschi, un amore che avvolgeva tutti noi, rispettando la nostra gravidanza, poi un sonno in sei anzi nove se contavamo i nostri bimbi in grembo, una intera rappresentanza della popolazione dell' universo, ognuno di noi raggiunto da lontano, uno vicino all'altro con amore, meglio così, in nove che in due con odio. Non c'era niente di male, non ditemi che la cosa migliore è una famiglia tradizionale dove uno schiaccia, 68
distrugge, inganna, sottomette e stupra l'altro ma fingendo che tutto va bene, e che sia una bella famiglia. Che piacere raro e unico mentre dormi, sentire la creatura cara vicino a te, toccare la mano, e stringerla questo è un segno che siamo ancora insieme finche possiamo, tanto non si sa per quanto possa durare, perciò approfittiamone in questo momento! Il nostro caro MATVEI non ci concedeva una cosa così non lo seminava dentro di noi i suoi frutti, futuri eredi, ma non ci disturbava, e ci lasciava vivere a modo nostro, ed a soddisfare le nostre esigenze. Era un uomo molto saggio e progredito, ci amavamo tutti e la nostra unione andava avanti. Nessun problema anche quando tornavamo dal ginecologo un giorno dopo, andava bene a tutti anche a noi. Se uno ha sete ed ha un pozzo nel cortile è presto prosciugato, mica si può morire disidratate, cerchiamo altro, ve ne sono tanti. EDEL nella villa finiva di decorare le nostre stanze con passione e devozione ricopriva i muri con disegni vivaci. Mi stupiva come inventava l'armonia dei colori così perfetto ne prendeva la fantasia senza limiti. Anche il mio lavoro era bello, finivo tre libri delle favole ber bambini ed avevo nella mente già nuovi soggetti, personaggi fantastici e bizzarri. Inventavo anche le canzoni per le mie favole e le interpretavo, il nostro pavone, PIETRO, faceva allegria per tutti, stringeva amicizia forte con un gabbiano, MATVEI pensava che era una femmina, quel gabbiano che tempo fa' bussava alla finestra all'alba e chiedeva una colazione. MATVEI nutriva l'uccello fino a sazietà tale che faticava poi a volare, così lo addomesticava. Riconosceva pavone - PIETRO ed andava molto d'accordo con lui, il pavone aspettava il gabbiano finche non finiva le sue faccende importanti. Noi chiamavamo lui ABIONA, significava "nata durante un viaggio"come noi. La colazione non si sapeva dove la faceva però il pranzo e la cena era con noi. Ridevamo guardando queste bestiacce strane come mangiavano dalla tinozza, dritti, fieri, vanitosi come per ricevimento principesco. Rimaneva un mistero dove dormiva ABIONA, ma PIETRO felice, la accettava come era senza porsi tante domande inutili. 69
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passato in Italia io ed EDEL, durante le nostre gite in bici. Un<br />
cinghiale l'abbiamo trovato in un recinto vicino ad una casa, prima<br />
pensavamo che fosse un cane, invece no, era proprio un cinghiale<br />
bellissimo, ricoperto di peli neri, non molto spessi ma duri, virili con<br />
un corpo non molto slanciato ma compatto. Aveva dei "calzini<br />
bianchi" che gli coprivano gli zoccoletti. Grazioso, piccolo, non<br />
vedevamo bene gli occhi ma era socievole. Si avvicinava a<br />
noi,annusando il recinto che ci divideva, "parlava" in modo<br />
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voleva farci capire che ha tutte le cose al posto giusto. Mi veniva un<br />
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si allunga dentro la vagina della femmina, scrofa così sono i suini. Ma<br />
perchè la natura dava un dono del genere a loro, è non all'uomo?<br />
Come sarebbe comodo... un uomo con tutte le cose giuste, da vero<br />
maschio. Un uomo è un porco, ed ha qualcosa in comune con i<br />
porcellini. Un animale-porco ha qualche vantaggio anche se i figli<br />
generati in quel modo saranno mangiati, come i genitori ma preferirei<br />
un porco così che certi uomini. Un porco vero almeno non finge di<br />
essere uomo. Pensando a quel porcello ed a cosa sa fare con le<br />
femmine, sentivo la mia vagina come una "mela matura" che pulsava<br />
e vibrava pronta a rompersi, subito dopo entrava un pene, ma non<br />
sapevo a chi appartenesse, quale fratello era ed anche se l'ultima volta<br />
avevo creato un sistema per distinguerli sempre, e ad imparare le cose<br />
nuove al mondo. Quel contatto d'amore creava in me un senso di<br />
profondo benessere e di pace. Non stavo da sola nell'universo, capivo<br />
dopo che erano in quattro a letto con noi, io, EDEL ed uomini da tutte<br />
le parti, a destra ed a sinistra senza capire chi. I membri duri<br />
dappertutto, mani e labbra, gambe attive, usate nel miglior modo, un<br />
sesso silenzioso, tenero, pacifico senza grida, o movimenti bruschi, un<br />
amore che avvolgeva tutti noi, rispettando la nostra gravidanza, poi un<br />
sonno in sei anzi nove se contavamo i nostri bimbi in grembo, una<br />
intera rappresentanza della popolazione dell' universo, ognuno di noi<br />
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