VORREMMO PRANZARE - olga petrova official web

La stanza ricoperta di tappeti la una parte si apriva una finestra verso
l'oceano. La luce della luna illuminava tutto sembrava una tana
d'animale preistorico. Nella vita possiamo appartenere a tutti, ma in
fin dei conti a nessuno, neanche a se stessi. Non si può sfuggire da
Lui, appartieni solo a Lui, come adesso sei solo mia, in tutto
l'universo non esiste che io e te, io per te, tu per me, per l'eternità, per
un attimo che è solo nostro, sussurrava MARCOS. Era così. Mi
baciava, mi prendeva di nuovo, non riuscivo più a trattenermi, in me
si formava un universo sconosciuto poi scoppiava come parte finale
della festa con fuochi. Quando esplodono tutti insieme, al massimo
della bellezza, dei colori, dei rumori. Esplodevano tutti per morire un
momento dopo. Dopo questa esperienza non ero più la stessa. Ero
annullata, smembrata e poi composta di nuovo ma rispettando la legge
dell'armonia. Unica legge che vale capirla ed applicarla nella vita.
Girare con armonia sotto le stelle e la luna, il resto si aggiunge da se,
niente di più. MARCOS diceva a me, ricorda, ARIADNA, i più
grandi e teneri misteri della vita si formano nel silenzio, nel buio,
senza testimoni, ma non in mezzo alla gente, succede come tra noi,
come adesso dentro di te. Mi portava su per la scala come un tesoro.
Salivamo direttamente al secondo piano, capivo che anche là si
svolgeva qualcosa interessante, peccato che non partecipavo... EDEL
era abbandonata sulla poltrona ginecologica tutta nuda e "spalancata"
dormiva beata e rideva nel sonno. Non sapevo se per noi , incinte,
forse sposate, filerà tutto liscio, per tutta questa goduria-baldoria?
Gridavo, ragazzi avete fatto con noi tutte le cose immaginarie alla
luce di tutto il mondo ma adesso chiudete per favore le tende siamo
nude, CARLOS premeva un bottone sul muro e lo spacco sul cielo si
richiudeva. L'edificio tornava triangolare, lo spettacolo a cielo aperto
terminava. Ma non del tutto. Dalla cima della piramide incominciava
a sgorgare l'acqua, scendeva giù per una superficie liscia di tre muri
inclinati, sembrava che pioveva fuori. Sull' angolo della stanza si
accendeva un lampadario con frangia da notte. L'ambiente diventava
di colpo familiare, caldo, accogliente, come una bella famiglia unita
attorno al focolare quando fuori piove e c'è tempesta. Sul morbido
tappeto persiano ero seduta io con i quattro fratelli e osservavamo
EDEL in silenzio che dormiva. Ognuno di noi pensava era con i suoi
pensieri. Adesso capivo che potevo distinguere loro quattro anche nei
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