VORREMMO PRANZARE - olga petrova official web

accettata con grandissimo entusiasmo ed applausi, il palcoscenico si
era liberato dalle ballerine osé con loro lavoro inutile anche loro
prendevano posto fra i concorrenti. Sceglievamo la giuria ed assistenti
fra popolo maschile sessualmente attivo, senza limiti d'età". Peccato
che non prendevo la vestaglia sexy di EDEL così potevo vincere,
sentivo dentro di me la forza di vincere, il concorso cominciava,
concorrenti uscivano, gli assistenti agivano e la giuria contava...
Uscivo io senza vestiti solo con "perizoma", capelli sciolti, coprendo
il seno pesante e grosso.! gemelli erano "impegnati” ora nella vita
uterina dentro di me. Entravo sul podio con la testa bassa con la solita
andatura da felino, stando nel cerchio illuminato guardavo tutti, niente
di più, solo guardavo, alzavo la testa e sbattevo capelli all'indietro
come nella sfida fra una leonessa e un branco di cani selvatici che
scambiavano me per una cagna in calore. Vincevo io il concorso,
capendo che "sexy" non proviene da fuori ma dall'utero. Non
dipendeva da una bella, brutta, bassa o alta, ma da qualcosa che aveva
dentro. Se un richiamo è forte lo sentono anche ciechi e sordi. Mi
coprivano di fiori, la mia vittoria non era per me normale, non sapevo
più chi dovevo scegliere, erano tanti che mi desideravano ma io
dovevo prendere solo uno di loro. Fortunato era SEBAST1AN
ALKOFER, raffinato inglese, biondo con occhi neri come carbone.
Sembrava che tratteneva con sforzo la valanga del desiderio, tremava
quando mi teneva per la mano. Volevo valutare questa valanga,
misurarla per mia esperienza personale e curiosità. Andavamo nel suo
albergo. Quando ero seduta vicino alta piscina illuminata sul tetto dell'
albergo, nuda, senza niente, SEBASTIAN andava a prendere da bere.
Sentivo un dolce formicolio in mezzo alle gambe e sul seno teso,
dolorante quando improvviso arrivava MATVEI con pareo da
spiaggia mi avvolgeva, andavamo via, addio SEBASTIAN... EDEL
dormiva nel letto di MATVEI mi mettevo vicino, MATVEI mi
baciava nella testa come bambina, allora non era per niente arrabbiato
con me? Ma per cosa? Era solo un sogno. Prima di addormentarmi lo
vedevo seduto su una sedia a dondolo con schienale a forma di
cavallo... Conoscevo già una sedia cosi... ma dove, finalmente mi
ricordavo. Ma portavi dall' Italia la sedia, gli chiedevo già mezza
rapita dal sonno. Lui mi diceva che la sedia era qua, voleva che
dormivo ancora. Il giorno dopo mi svegliavo a tarda mattina, trovavo
sola GERALDINE a casa. Stava seduta sulla terrazza con la colazione