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suoi occhi, pure io ero riemersa nell’infanzia, dimenticando i desideri "osceni"...Ci avvolgeva negli asciugamani morbidi di spugna, e ci portava una ad una nel letto. Due letti per giovani vergini, una vicina l'altra di fronte alla finestra nella sala grande, al secondo piano della casa. Mentre il sonno mi catturava, chiedevo ad EDEL - ma io e te non mandiamo le nostre farfalle nemmeno qua - Rispondeva lei con voce debole come fosse da lontano - però le farfalle sono anime che volano dove vogliono. La colazione del giorno dopo era servita in giardino. Avevamo le camice di MATVEI, perchè del nostro guardaroba non era rimasto niente. Tutte e due contente e solari dimenticavamo la vita passata, solo un ricordo delle biciclette nel campo di mais, dove MATVEI doveva riportarle. Ma la bici è una altra cosa, aiuta a spostarsi, andare via, fuggire, correre. Perciò possiamo tenerle con noi. Durante la colazione MATVEI ci raccontava la sua storia. 14
CAPITOLO 4 Nato a Mosca, già da piccolo il bambino aveva poteri strani. Parlava con alberi, ed animali, i genitori lo consideravano come un bambino insensibile, perchè la morte non lo rattristava. MATVEI non raccontava a nessuno che la vita non finiva qui neanche il suo sogno tormento, che lui MARK-ANTONIO, italiano viveva nella villa sopra l’abisso, ma moriva precipitandoci là, correva dietro la farfalla, teneva in pugno, ma lei si liberava quando lui moriva e volava via. Il dolore della madre AGNESE non gli dava più pace. Come fosse che le onde scure e soffocate del suo grido disperato lo raggiungessero ovunque. Quando da adulto studiava a scuola, nella facoltà superiore di scienze paranormali, raccontava il suo sogno a ISABEL, l'italiana che insegnava da loro. Il tema di ricerca di ISABEL era "II recupero psichico e mentale delle persone tormentate dalle vite precedenti". Era interessata molto del caso di MATVEI, anche lui voleva liberarsi dal suo incubo. Decidono di partire insieme per l'Italia. ISABEL aveva l'anima facilmente "infiammabile" portata al mistero credeva che MATVEI come cane-segugio, arrivando in Italia, prendesse le orme del sogno, invece niente. Ne subito, ne fra un mese, ne un anno...Nella noia d'attesa, nella ricerca d'emozioni nuove, si sono sposati. La vita matrimoniale non ispirava mai MATVEI, l'orgasmo con ISABEL era debole. Tutti e due erano sprofondati nella tristezza più assoluta. Quando ogni speranza era persa MATVEI ricordava...Usciva fuori, camminava essendo concesso all’istinto, indisturbato entrava nella casa della sua infanzia precedente, si infilava perfino nel letto della stanza sua...La mattina del risveglio era un incubo per lui. Il posto conosciuto vagamente, le voci dei due anziani al primo piano della casa, l'odore del caffè...Fuggiva come un ladro,senza che nessuno si era accorto. Poiché conosceva bene la scala secondaria, l'uscita d'emergenza. Ma tornava un attimo dopo come si deve, attraverso il cortile, chiedeva se poteva affittare la stanza da loro. Era accettato come uno di famiglia, bevevano un caffè. Poi entrando in confidenza con la vecchietta, AGNESE, raccontava a lei, cose che solo in due 15
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e duri, un bel giocattolo per dei n
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miei bambini in qualche monastero m
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vendono a chi offre di più! Basta
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cantavano vivacemente. Forse qualch
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icca. Non si può tenere questi tes
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Prodotto da: Eurocasting Show Busin
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