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CAPITOLO 3 Poi il fuoco della sigaretta si spegneva, ma noi non ci siamo mosse, come due scimmie grosse, ferite con le schiene ricurve e le mani abbassate lungo il corpo, le gambe leggermente piegate di fronte al cacciatore...arrese. Si accendevano i fari potenti della macchina, cercavamo di proteggere gli occhi dalla luce violenta. Salite su, diceva l'uomo della macchina in perfetta lingua russa. Quel fatto ci rendeva felici, era la seconda volta in questa notte che davamo la fiducia ad un maschio, tanto cosa avevamo da perdere? La nostra verginità, l'avevamo persa da un po' di tempo, ognuna in modo più o meno traumatico...Anzi adesso volevamo averla per concederla ad uno molto speciale, ma io e EDEL avevamo la cosa preziosa, la verginità spirituale che uno non perde mai. Quel tipo in macchina era un bel esemplare di maschio, grosso, alto, paterno. Ad uno così non mi dispiacerebbe consegnare la mia verginità, anche se all'inizio per finta farei una piccola resistenza. Peccato che un tipo così non chiede mai niente a nessuno. La gente destino ci cielo gli portano dei doni per destino. Mi colpiva anche il suo viso strano, che si contraddiva. Quando gli occhi sorridevano, la bocca diventava seria e viceversa, quando gli occhi erano tristi vedevano non si sa quali orizzonti, io sono MATVEI!! Nonno MATVEI, adesso andiamo da me a pranzare, diceva lui. Poi recitava il nostro messaggio "farfalliamo, forse sei tu il nostro destino? Fai con noi tutto ciò che vuoi", - ma perché pranzare di notte? Perchè nonno, hai già nipoti? Sei sposato? - chiedeva EDEL con slancio coraggioso che era inadatto per una creatura sfinita, appena scappata dalla strage del sesso, con vestiti stracciati addosso e la faccia sporca di fango. Percepivo la delusione amara nella sua voce. Cara EDEL anche tu cascavi nel fascino del "nonno"? No prima facciamo colazione al mattino, poi il pranzo. Sono un nonno per capricci cosmici di un karma. Nella vita precedente, voi eravate due sorelle ed io ero il vostro padre, poi avrete dei bambini e io diventerò il loro nonno, spiegava. Così eravamo entrate nella casa del "nostro padre", era bellissima, come nei nostri sogni. Grandissima spaziosa come un parco giochi. Nella parte sinistra della casa c'era un giardino enorme come un bosco, dietro c'era un abisso....bellissimo. Però il 12

fatto dei futuri bambini mi turbava, li faremo subito? Ad uno che ti ha salvato non puoi dire di no...Cara ARIADNA il bravo papà ancora all'antica non stupra le proprie figlie, almeno al primo giorno del loro ritorno diceva MATVEI, come se leggesse i miei pensieri. Pensavo che questa mia trasparenza mentale era dovuta al mio viso troppo espressivo. Non vorrei che un' altro essere umano scavasse nella mia testa. Forse potrebbe essere permesso solo al mio dentista. Poiché è comodo e divertente, mentre il dentista lavora dentro la bocca spalancata del paziente che non può parlare, ma mentalmente il dentista lo capisce e risponde. Così la cura va' avanti in modo meno stressante, chiacchierando come due amici. Magari dicendo le cose che uno si vergognerebbe pronunciare a voce alta. In quel caso è meglio che il dentista sia del sesso opposto...Ma nella vita di tutti giorni è meglio non sapere cosa ha un altro nella sua testa, anche quello che hai tu ! Conviene lo stesso essere onesti con se stessi. Poiché in celo c'è "Uno" che sa tutto di noi, per lui siamo trasparenti... Nella sua casa MATVEI ci accompagnava nella stanza da bagno, spaziosa, con grandi specchi e vasca da bagno blu a forma di conchiglia. MATVEI ci spogliava con amore, anche se c'era ben poco da spogliare. Come prevedevo, EDEL aveva già buttato via le sue scarpe eleganti nella cascina, il suo vestito magnifico non aveva resistito alla lotta, pendeva a brandelli, scoprendole da dietro i glutei, sodi e muscolosi. Ma la cosa più divertente era la nostra farfalla attaccata sulla schiena nuda di EDEL. Lei era terribilmente sexy. Trattenevo il fiato, pensando cosa sarebbe successo dopo che noi saremmo state nude di fronte a MATVEI...Ma non succedeva proprio niente. Lui spogliava anche me, però i miei pantaloncini erano incastrati con la cerniera, non riuscivo a sfilarti. Perciò lui prendeva delle forbici e li tagliava piano, piano così cadevano giù. Con sorpresa EDEL notava che io ero senza mutande, perchè spesso mi davano fastidio allora andavo in giro senza. MATVEI non era per niente sorpreso, non gli faceva nessun effetto purtroppo! Poi mi slegava la fascia gialla dal seno, quanto rimaneva della mia maglietta. Ricordo che mentre fuggivo, si era agganciata ad un ramo spinoso che me la strappava via. Con un lieve spintone sul fondoschiena MATVEI ci mandava nella vasca a forma di conchiglia, come due bambine. Ci lavava con cura, l a luce dell’amore veramente paterno brillava nei 13

CAPITOLO 3<br />

Poi il fuoco della sigaretta si spegneva, ma noi non ci siamo mosse,<br />

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diceva l'uomo della macchina in perfetta lingua russa. Quel fatto ci<br />

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uno molto speciale, ma io e EDEL avevamo la cosa preziosa, la<br />

verginità spirituale che uno non perde mai. Quel tipo in macchina era<br />

un bel esemplare di maschio, grosso, alto, paterno. Ad uno così non<br />

mi dispiacerebbe consegnare la mia verginità, anche se all'inizio per<br />

finta farei una piccola resistenza. Peccato che un tipo così non chiede<br />

mai niente a nessuno. La gente destino ci cielo gli portano dei doni<br />

per destino. Mi colpiva anche il suo viso strano, che si contraddiva.<br />

Quando gli occhi sorridevano, la bocca diventava seria e viceversa,<br />

quando gli occhi erano tristi vedevano non si sa quali orizzonti, io<br />

sono MATVEI!! Nonno MATVEI, adesso andiamo da me a pranzare,<br />

diceva lui. Poi recitava il nostro messaggio "farfalliamo, forse sei tu il<br />

nostro destino? Fai con noi tutto ciò che vuoi", - ma perché pranzare<br />

di notte? Perchè nonno, hai già nipoti? Sei sposato? - chiedeva EDEL<br />

con slancio coraggioso che era inadatto per una creatura sfinita,<br />

appena scappata dalla strage del sesso, con vestiti stracciati addosso e<br />

la faccia sporca di fango. Percepivo la delusione amara nella sua voce.<br />

Cara EDEL anche tu cascavi nel fascino del "nonno"? No prima<br />

facciamo colazione al mattino, poi il pranzo. Sono un nonno per<br />

capricci cosmici di un karma. Nella vita precedente, voi eravate due<br />

sorelle ed io ero il vostro padre, poi avrete dei bambini e io diventerò<br />

il loro nonno, spiegava. Così eravamo entrate nella casa del "nostro<br />

padre", era bellissima, come nei nostri sogni. Grandissima spaziosa<br />

come un parco giochi. Nella parte sinistra della casa c'era un giardino<br />

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