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VORREMMO PRANZARE - olga petrova official web

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<strong>VORREMMO</strong> <strong>PRANZARE</strong><br />

OLGA PETROVA<br />

"COME PIANTARE I GIARDINI LA'<br />

DOVE NON SONO AFFATTO<br />

PREVISTI"


<strong>VORREMMO</strong> <strong>PRANZARE</strong><br />

Dedico a Marina animale bellissimo<br />

anche se non scoperto da me in nome<br />

dell' amicizia femminile....<br />

Ovunque vado,io mi porto il flauto. Nessuno<br />

capisce ed io lo suono sempre. Ne porto<br />

sempre un' altro con me,come riserva.<br />

Un giorno mi servirà......ho sempre pensato....<br />

infatti mi e' servito. Ed e' così che io e te<br />

abbiamo suonato insieme la melodia divina.


CAPITOLO 1<br />

"Adesso mia cara amica, io so molto bene che bisogna coltivare dentro<br />

di se quei organo nobile e prezioso che nutre nuovi progetti, crea<br />

orizzonti lontani. Quando la guerra e' finita, bisogna ricominciare a<br />

vivere nella pace,costruire, piantare, partorire, essere felici, ma come?<br />

Nessuno ci aveva insegnato, prima della guerra era tutto chiaro:<br />

bisogna vincere, resistere e poi arriveranno i giorni del sole,ma la<br />

vittoria ormai c'è' l'abbiamo, il sole c'è, ma la felicità dov’è?"-il tratto<br />

dalla lettera di OLGA per MARINA sono OLGA e lei e' MARINA, la<br />

mia cara amica, il dono prezioso che il cielo mi poteva dare, un'amica.<br />

La mia felicità non ha limite, lei sta con me. Arrivata da Mosca, si è<br />

sposata ed adesso abita vicino a me, sono molto contenta che<br />

finalmente capisce il senso delle mie lettere che le scrivevo, mentre<br />

prima non mi dava la ragione. Se a livello materiale hai tutto, ti potrà<br />

mancare sempre una piccola cosa mistica e spirituale, anzi, poi nel<br />

benessere ti mancherà ancora di più. Come conseguenza della nostra<br />

ricerca di se stessi c'era il glorioso e significativo cambio dei nostri<br />

nomi. Sapevo che da qualche preistorico buco nero della vita dei miei<br />

genitori, loro sbagliavano. Non ero mai nata come OLGA ma come<br />

ARIADNA andavo molto bene essendo ARIADNA se non tenevo<br />

conto di piccole contraddizioni. Firmavo così tutti i documenti anche i<br />

più importanti, ARIADNA, però all’anagrafe ero OLGA. Cercavano<br />

ARIADNA io ero là e loro mi vedevano come OLGA, non è<br />

importante quello che pensano di te gli altri,l'importante è che tu sia<br />

convinta di te stessa. MARINA prendeva il nome "STELLA<br />

ALPINA" o "EDELWEIS" rimanevo senza parole di fronte a tutta<br />

quella fantasia.... però le dicevo, di precisare molto bene, non sei<br />

ADEL-ADELAIDA ma EDEL, come anche io sono ARIADNA, che<br />

non e' mai ADRIANA. Intanto eravamo un po' sbalordite, forse per<br />

colpa dei nomi....Idee strane ma ancora indecifrabili, vagavano nelle<br />

nostre teste. Mi dispiaceva tanto per EDEL, poiché era arrivata da<br />

poco in Italia e suo marito,venditore di gomme per auto, scaricava su<br />

di lei il suo enorme appetito sessuale, che non si esauriva. Spesso la<br />

povera EDEL sentiva male sotto nelle parti intime anche a camminare.<br />

Farei a pezzi suo marito...se seguissi la mia volontà...a me andava<br />

3


diversamente. Mio marito era allevatore di cani da caccia. Scoprivo<br />

subito la sua anima terribilmente sola,con profonda nostalgia<br />

d'infanzia,che cercava inutilmente l'affetto della gente... Perciò stava<br />

bene in mezzo ai cani che erano affettuosi con lui. Quando mio marito<br />

voleva sesso da me,parlavo come una madre al suo bambino<br />

piccolo,lui ritornava nella prima infanzia,in parte incompiuta,<br />

dimenticava il sesso e mi lasciava in pace. La voglia di affetto può<br />

essere scambiata per voglia di sesso. Certo,i bambini sono<br />

innocenti,ed ancora non hanno veloci erezioni....cosi era mio marito<br />

praticamente disarmato. Non che a me ed a EDEL non piaceva il<br />

sesso. Anzi....quante volte., a metà del mio ciclo mestruale sentivo<br />

strane pulsazioni tra le mie gambe ed il mio pube languido e caldo<br />

pesare. Bruciava a tal punto che mi sembrava possibile accettare<br />

subito qualunque maschio anche senza volto, importante che fosse in<br />

piena erezione con la sua " arma" e pronta, invece no! Da qualche<br />

parte del mondo deve esistere la tua perfetta metà della "tua mela",ma<br />

i nostri mariti non erano tagliati per le nostre "mele preziose", il mio<br />

matrimonio lo consideravo come il prezzo dell'avanzamento verso<br />

l'oceano, che sognavo di raggiungere e fermarmi, per consolare un po'<br />

EDEL inventavo dei giri in bicicletta,era felice lei ed io.Gia1 il primo<br />

giorno scoprivamo una meraviglia,proprio qua a due passi dalle nostre<br />

celle. C'era un paese sopra il monti, tanti prati/alberi, poca gente e le<br />

strade larghe e spaziose là fiutavo altra realtà, l'Italia vera dove non<br />

ero riuscita ancora ad entrare. Come spezzoni di un film nella mia<br />

testa entravano episodi di una vita diversa, un destino diverso, che<br />

potevamo avere. Ma la realtà era invece, il canile dove i cani "si<br />

sposavano"anche contro la loro volontà, al solo comando del padrone,<br />

e le gomme ammucchiate nel cortile, di clienti, e non certo nostre che<br />

non viaggiamo. Anche l'aria era diversa, più pulita. Era Dalmine, giù<br />

là dove c'erano le nostre case,io ed EDEL immaginavamo il mare. Era<br />

un sogno ad occhi aperti. Forse tanto tempo fa il mare qua esisteva,ma<br />

ora nella valle scorreva un fiume, una vittima della società moderna, il<br />

superstite del XXI secolo....Lo spettacolo misero e agghiacciante, non<br />

era il fiume morente che mi rapiva, erano le case che da una parte<br />

stavano nei giardini, dall'altra si affacciavano sopra l'abisso della valle<br />

del fiume. Così che sognavo di vivere io...Ma vorrei sapere chi erano<br />

quelli avvantaggiati, che occupavano posti così? Sono come noi-<br />

4


semplici, esseri umani o hanno qualche merito di fronte all'universo?<br />

Ma intanto mi consolavo con il detto di AROSHFUKO: "Non troverai<br />

la pace da nessuna parte, se prima non la scopri dentro di te..."Tutte<br />

due volevamo rimanere in quel posto, coprendo ogni ruolo....Era idea<br />

di EDEL distribuire dei bigliettini con il nostro annuncio "Noi<br />

vorremo pranzare con voi...".tanto per iniziare e poi si vedrà...Io<br />

inventavo questo annuncio su un biglietto a forma di farfalla, EDEL<br />

era la pittrice, fabbricava le farfalle, il mio compito era scrivere la<br />

poesia, che riusciva bellissima e chiara: "Nella leggera calura estiva<br />

conte noi vorremmo pranzare, e poi .....Chi lo sa? Forse tu sei il nostro<br />

destino? Fai con noi tutto ciò che vuoi "Obbedivo ad un istinto strano,<br />

scrivevo quasi la stessa cosa, ma in lingua russa. Non si sa mai! Noi<br />

russi, siamo sempre in giro, alla ricerca non si sa di che cosa....E poi,<br />

alla fine molte volte dentro nell'anima, che rischiamo di perdere tutto<br />

quello che abbiamo per cercarlo di nuovo. Allora diventa chiaro:!!<br />

tempo e1 d'oro - e' quello del percorso verso un bersaglio personale,<br />

una volta raggiunto. Poiché perdi lo scopo della vita. Così le nostre<br />

farfalle volavano via ben fornite:il messaggio internazionale,più il<br />

numero di cellulare di EDEL. Volavano nelle giornate piene di sole<br />

autunnale verso il futuro, verso le cose sopra l'abisso,solo questo. Le<br />

farfalle fanno la strada, noi concludiamo il resto. Noi non avevamo<br />

mai i dubbi della nostra capacità deduttiva, in quel periodo eravamo<br />

bellissime, ridenti, ispirate, dimagrite dati impegno piuttosto<br />

complicato e delicato, abbronzate, lo stessa mi vedevo come una<br />

cavallina giovane con gambette muscolose e forti e la criniera folta<br />

all'aria. Altrettanto EDEL. Però senti senti una cavallina, gli altri non<br />

devono saperlo mai, altrimenti ti mettono sopra il carico...e lavori,<br />

portandolo avanti. Nonostante ciò che noi eravamo instancabili.<br />

determinate e come fosse un po' fuori di testa- li risultato del nostro<br />

lavoro ci faceva attendere, in attesa continuavamo le nostre<br />

esplorazioni dei dintorni. Ridevamo tanto quando io scoprivo che la<br />

via lungo la quale noi facevamo volare le farfalle si chiamava "Via<br />

Partigiani". E' vero. Eravamo come due partigiani, che nel campo del<br />

nemico portano avanti la missione pericolosa che condurrà però alla<br />

vittoria. Quel giorno il sole splendeva luminoso e caldo, io, senza una<br />

causa precisa continuavo a sorridere, ero felice poiché stavo con una<br />

cara amica ed il futuro per noi si stava preparando sconvolgente e<br />

5


insolito. Muovendosi eravamo finite in un posto strano. Per tutta la<br />

durata della strada c'era un muro altissimo fatto di pietra grezza.<br />

Eravamo molto curiose di sapere cosa c'era là dietro. Dall'altra parte<br />

della strada c'era il precipizio ricoperto di fitta vegetazione. Non si sa<br />

perchè EDEL voleva sapere se là c'erano i funghi. Forse aveva fame?<br />

Invece io sentivo un' odore insolito. Così d'inverno in Siberia odorano<br />

i villaggi dove per riscaldarsi usano ancora il carbone, ma come<br />

poteva essere! Odore d'inverno russo qua nel caldo quasi estivo<br />

dell'Italia? Forse per colpa di quel odore mi sentivo improvvisamente<br />

protetta e riscaldata nel cuore. La patria per me era una sola,da lontano<br />

mi dava la forza e l'appoggio. EDEL,essendo nata a Mosca non<br />

conosceva questo odore, lo le spiegavo cosa era. Un giorno ero a casa<br />

di EDEL, piangeva, non c'è' la faceva più, per colpa del marito<br />

“terrorista" che voleva il sesso da lei due volte al giorno, ma fai furba<br />

prova a fingere!!! Mondo sopravvive maggior parte con la finzione.<br />

Perfino il piccolo topo si finge morto se e' sorpreso dal nemico e non<br />

può fuggire. Ha il cervello come il pisello piccolo,piccolo,ma capisce<br />

che un morto puzza e nessuno lo mangia. Dì a tuo marito che hai<br />

mestruazioni, che durano a lungo, parlavo io a EDEL. Si...rispondeva<br />

ma devi sapere che il suo piatto preferito è la bistecca al sangue,diceva<br />

lei perplessa. Non sapevo come consolarla. In realtà anche la mia<br />

pazienza si esauriva. Già per la terza volta mio marito "terrorista<br />

sessuale" non voleva continuare, il discorso fra madre e figlio/non gli<br />

andava più bene, voleva eredi...e subito. Questa nostra giornata un po'<br />

spenta e depressa finiva con giuramento importante. Eravamo<br />

nascoste dentro "il pozzo" fatto di tre gomme molto larghe. messe una<br />

sopra 1'altra. L'odore della gomma nuova mi piaceva moltissimo,<br />

sapeva di viaggi, di strade, d'orizzonti nuovi...Dicevo ad EDEL,<br />

adesso stabiliamo che non andiamo da sole a nessun appuntamento, e<br />

la nostra l'amicizia femminile non deve essere tradita per nessuna<br />

ragione al mondo. Il marito di EDEL guardava noi, come una vera<br />

coppia carnale però questo non toglieva la femminilità nostra ed il suo<br />

pregio..., "il buco magico", non lo otturavamo sapeva bene. Andando<br />

via raccoglievo il suo sguardo contento "Ora e'<br />

mia...".pregustava...Povera EDELI Ma so io che non durerà ancora<br />

molto la sua felicità....La gioia di uno non può appoggiarsi a lungo sul<br />

dolore dell'altro,caro gommista.<br />

6


CAPITOLO 2<br />

In una limpida mattina di lunedì, EDEL era arrivata da me con gli<br />

occhi splendenti dalla gioia e felicità. Ma la "mia casa" era in<br />

disagio... sopratutto per mio marito. Una cagna nobile con futuro<br />

promettente per suoi cuccioli era già attesa a Roma dal cane<br />

altrettanto nobile per le "nozze", ma si scopriva che era già incinta,<br />

ma di chi? Io stavo zitta ma mi veniva in mente, che un giorno nel<br />

nostro cortile vedevo un bel cane bianco, magnifico bastardino che mi<br />

sorrideva come complice e poi spariva subito.... fortunatamente.<br />

Onestamente, se fossi stata quella cagna avrei fatto lo stesso avrei<br />

scelto l'amore, che e' il futuro assicurato e nobile dei miei figli.<br />

Magari dopo farei credere al marito, "puro sangue" che i figli del<br />

bastardo sono suoi. I1 trucco preferito delle donne con fantasia, ma<br />

povera cagna non poteva farlo. Per fortuna non poteva seguire questa<br />

tragedia canina, sapere che cosa succederà. Poiché io ed EDEL<br />

avevamo da fare. Trascinavo lei che traboccava di gioia,come la botte<br />

piena nella mia stanza. Si! Eravamo invitate questo sabato, "al<br />

ricevimento conferenza stampa" della nostra attività entusiasta<br />

ispirata, quasi artistica. Ci abbracciavamo felici! Ecco! La vita<br />

continua....Ma chi aveva detto che finiva?!! Nostro piano era curato<br />

fino agli ultimi particolari. Il motivo della nostra assenza dalla casa<br />

coniugale al sabato- un giorno solitamente dedicato alla famiglia, che<br />

noia!!! Era la partenza per Milano dove come stesse arrivando la<br />

parente di EDEL, se poi non tornavamo per dormire. potevamo dire<br />

che passavamo la notte con parente in albergo per far vedere la città<br />

un giorno dopo. Chi lo sa forse ci convinceranno dormire là, dove<br />

andiamo? Poiché nessuno di noi e' assicurato contro il successo,<br />

contro incontro importante della sua vita. E se li trovi, qualcosa o<br />

qualcuno mica devi andare via?!Decidevamo di partire in bici vestite<br />

normalmente,ma con il cambio nello zaino per la festa. Ci fermavamo<br />

all'inizio di Dal mine, nel campo di mais, lasciavamo le bici e i vestiti.<br />

L'appuntamento era vicino al cimitero. Quel piccolo cimitero che si<br />

vedeva passando spesso in bici. Lo guardavo con strana nostalgia e<br />

7


curiosità. Volevo un giorno fermarmi là e andare vedere, cercare...Ma<br />

cercare che cosa? Abbiamo ancora tanti misteri dentro il nostro<br />

subconscio. Raccomandavo a EDEL di non mettere le scarpe con<br />

tacco alto. Le scarpe dovevano essere comode in caso di fuga....Siamo<br />

in guerra,amica...le dicevo. Il nostro piano andava liscio. EDEL era<br />

particolarmente felice. Era li perchè....suo marito vendeva con<br />

successo tantissime gomme per auto. Con i soldi guadagnati,voleva<br />

partire il mese dopo,con la giovane moglie- EDEL per l' oceano<br />

Indiano,stare di là tutti giorni con lei e "fare sesso dalla mattina alla<br />

sera,notte e giorno...."Questa prospettiva non rallegrava per niente la<br />

giovane sposa e nemmeno me...Leggevo negli occhi di EDEL che<br />

sperava che la nostra avventura non avesse via di ritorno. Lo speravo<br />

anch'io. Eravamo nel campo di mais "nella calura estiva" che<br />

svegliava in me emozioni strane, bellissime. Nel campo di mais si<br />

può1 fare tante cose, per maggior parte le cose molto semplici,<br />

naturali: fare bisogni, dormire da soli,oppure in due,dopo essersi<br />

accoppiati come due cani. freneticamente, senza sosta,<br />

immaginandosi due animali liberi da qualsiasi tabù umano. Poiché gli<br />

animali,non si preoccupano di parole, lo fanno secondo l'istinto<br />

primordiale e basta. Non come noi. E poi quei "razzi di mais", duri,<br />

verdi, affusolati, con una punta giusta verso il cosmo. Sul sempre<br />

Osservavo EDEL che era vestita della festa. Il vestitino viola corto ma<br />

con la gonna svolazzante, larga. Che sorpresa,non era del tutto<br />

viola,ma sopra erano stampate le farfalle nere che invece di avere la<br />

bocca stretta da insetto sorridevano con labbra porpora da donna. Che<br />

fantasia!!- Mi raccomando, non chinarti troppo...Si vedono le<br />

mutandine. Pero...anche quelle sono viola. Brava!- dicevo io.<br />

Nonostante la mia raccomandazione EDEL metteva le scarpe con<br />

tacco alto. Capisco che lei sperava in un viaggio senza<br />

ritorno...Voleva essere bellissima, la cosa bella la vogliono avere tutti.<br />

Va' bene! In caso di fuga ti togli le scarpe, le aggiungevo, lo ero<br />

vestita più comoda, forse perchè già dall'inizio prendevo il posto al<br />

comando dell'operazione "FARFALLA". Avevo i pantaloncini corti,<br />

anzi cortissimi, rosso-fuoco e la magliettina scollata, gialla, aderente,<br />

le scarpe con tacco basso. La strada fino al cimitero cercavamo di<br />

attraversarla in fretta. Le ragazze cosi appariscenti non si vedevano<br />

molto da questa parti, non volevamo essere fraintese...Ci aspettava un<br />

8


agazzo robusto e simpatico. VASCO. Salivamo nella sua macchina<br />

senza nessun imbarazzo. Tutti e tre molto contenti dal primo impatto.<br />

Ridendo, scherzando eravamo arrivati vicino a un muro, quel muro<br />

altissimo folto di pietra grezza. La nostra allegria spariva di colpo, noi<br />

non facevamo "entrare" le nostre farfalle là dentro! Avevamo ancora<br />

la possibilità di fuggire, di salvarsi intanto che VASCO andava ad<br />

aprire il cancello.- Vuoi che corriamo veloce, veloce via da qua?chiedevo<br />

a EDEL. Lei rispondeva, ma cosi non scopriremo mai cosa<br />

ci aspetta là, fino all'ultimo giorno della mia vita mi tormenterò- cosa<br />

era là... Io ero molto d'accordo con lei, perchè l'odore che sentivo<br />

qua1 questa volta era di patria, d'infanzia, non poteva tradirmi.<br />

VASCO arrivava seduto sopra carro, trascinato da un cavallo. Ci<br />

mettevamo vicino a lui.- Fai la faccia come fosse niente, volevi la<br />

bicicletta allora pedala! - sussurravo a EDEL, che era smarrita. Era la<br />

nostra presentazione alla società agricola del posto, ci incontravano<br />

con forti applausi e fischi d'approvazione. Capivo subito che non era<br />

il nostro pubblico. Uno con capelli rossi e arruffati diceva a noi due,vi<br />

avevamo osservato da tempo care farfallino. Eravate veramente<br />

carine, piacevate a tutti, cosi abbiamo deciso di fare la festa. La cena<br />

era generosa e il vino abbondante,che odorava di moscato. -Cerca di<br />

non bere troppo. Non si sa come qua va' a finire, davo più che un<br />

consiglio un ordine a EDEL. Lei invece era commossa da un racconto<br />

di uno che era da solo sfigato, orfano, in ricerca d'amore. Diceva, sai<br />

anche loro hanno l'anima, sono teneri e bisognosi d'amore. Ma io la<br />

interrompevo quasi bruscamente dicendoci certo anche il leone va'<br />

verso la gattina con slancio amoroso. Però sfonderà la sua vagina.<br />

Loro hanno l'anima ma anche qualcos'altro...duro e sempre pronto da<br />

infilare...sono quasi una ventina di bergamaschi forti, giovani leoni.<br />

Era chiaro dovevamo fuggire. Il buio era già quasi completo. Da una<br />

parte c'era il muro alto con cancello chiuso, dall'altra il campo di<br />

mais. Intuivo già che la nostra fuga doveva essere attraverso il campo.<br />

Il mio piano era che io e EDEL dovevamo andare in bagno a casa,<br />

sapendo che ci avrebbero seguito, ma una cosa sacra, la<br />

permetteranno, prima dell' orgia di svuotare le vesciche, ci assaliranno<br />

subito dopo. In poco tempo avrei dovuto studiare la casa, cercare<br />

un'altra uscita, subito dopo dovrei correre a destra ed EDEL a sinistra,<br />

per disperdere il nemico e vincere il tempo. Per andare in bagno ci<br />

9


scortavano in due. Lo chiedevo prima di dare una occhiata alla casa.<br />

Capivo già dove era la seconda uscita. Ci facevano vedere la camera<br />

da letto, ma si erano ispirati in quel posto al punto da saltarci addosso,<br />

subito. Ci volevano prendere anche cosi con le vesciche piene, senza<br />

urinare, non erano nemmeno dei veri signori. Uno con le braccia<br />

cordialmente allargate, con passo insicuro si portava verso EDEL -<br />

MA-A-RI-NA! corri nel mais! - gridavo in russo il suo nome vero. La<br />

voce non sembrava mia. Era acuta, stridula, fortissima, sentivo l'eco<br />

nella stanza vuota. Nella profondità della casa cascava giù qualcosa di<br />

metallico, pesante, con rumore scivolava giù per le scale. Mai la mia<br />

voce provocava questo fragore. In un'altra situazione riderei, ma non<br />

adesso. EDEL fuggiva come una lepre. Uno mi correva dietro un'altro<br />

mi sbarrava la strada. Allora abbassavo la testa come un bue, la<br />

puntavo nella pancia dell’aggressore. Si vedeva che il colpo era<br />

pesante perchè lui cadeva sul pavimento. Fuggivo dalla porta<br />

secondaria da me scoperta. Saltavo nel buio sconosciuto,ma sentendo<br />

i tronchi flessibili del mais correvo convinta. ma presto capivo che<br />

cosi sarei stata scoperta. Gli uomini con le torce accese di fuoco vivo<br />

erano dappertutto, come nel medioevo. Pensavo, stronzi cercano noi<br />

con le torce, come dei negri fuggiti dalle piantagioni brasiliane, se<br />

prenderanno noi adesso sarà una strage per terra, stupro di gruppo,<br />

illuminato dal fuoco. Loro sono inferociti. Non avranno pietà per noi.<br />

Mi buttavo a terra, immaginavo il tronco di mais, ripetevo che sono<br />

mais,mais! Mentalmente davo ordine anche a EDEL, giù per terra!<br />

Sei mais! Sei mais! Non so quale miracolo mi succedeva che loro<br />

passavano vicino, quasi pestando la mia testa, ma non si accorgevano<br />

della mia presenza. Piano,piano le voci si allontanavano, il buio mi<br />

stringeva da tutte le parti. Ero salva ! Mi stendevo sulla schiena, felice<br />

guardavo il cielo stellato. Mi colpiva un legame profondo con<br />

l'universo, mai sentita prima. L'affinità con ogni essere vivente sulla<br />

terra e la gioia di vivere, di scoprire cosa succede dopo! Sentivo la<br />

mia anima eterna che non iniziava e non finiva, ma era sempre e sarà<br />

sempre. Questa rivelazione era cosi enorme che non stava più in me.<br />

A due passi da me,sentivo un ululato simile a quello che dovevo fare<br />

io. Era EDEL, anche lei subiva la trasformazione cosi? Un giorno<br />

quando saremo in una situazione pacifica faremo ancora il nostro<br />

ululato in due! Una volta scoperto lo abbiamo per sempre. Ma non<br />

10


adesso. Il nemico poteva sentire. Nel silenzio eravamo abbracciate.<br />

Proseguivamo a carponi come due animali. Dicevo a EDEL - se vuoi,<br />

puoi alzarti e cominciare a camminare, tanto loro sono lontano, no,<br />

no, va bene così rispondeva lei. Così silenziose, concentrate come due<br />

segugi camminavamo verso la fine del campo, che finiva improvvi-<br />

samente, con un muro altissimo come se cadesse all'indietro oppure,<br />

era solo immaginazione. La luna piena splendeva, all'altezza umana<br />

vedevo un piccolo fuoco, sembrava che uno stava fumando...Eravamo<br />

paralizzate dalla paura. Sfuggite da una cosa brutta, era destino che<br />

dovevamo affrontare un'altro pericolo? Percepivo che lo sconosciuto<br />

era un animale furbo e pericoloso, valeva più di una ventina di berga-<br />

maschi inferociti.<br />

11


CAPITOLO 3<br />

Poi il fuoco della sigaretta si spegneva, ma noi non ci siamo mosse,<br />

come due scimmie grosse, ferite con le schiene ricurve e le mani<br />

abbassate lungo il corpo, le gambe leggermente piegate di fronte al<br />

cacciatore...arrese. Si accendevano i fari potenti della macchina,<br />

cercavamo di proteggere gli occhi dalla luce violenta. Salite su,<br />

diceva l'uomo della macchina in perfetta lingua russa. Quel fatto ci<br />

rendeva felici, era la seconda volta in questa notte che davamo la<br />

fiducia ad un maschio, tanto cosa avevamo da perdere? La nostra<br />

verginità, l'avevamo persa da un po' di tempo, ognuna in modo più o<br />

meno traumatico...Anzi adesso volevamo averla per concederla ad<br />

uno molto speciale, ma io e EDEL avevamo la cosa preziosa, la<br />

verginità spirituale che uno non perde mai. Quel tipo in macchina era<br />

un bel esemplare di maschio, grosso, alto, paterno. Ad uno così non<br />

mi dispiacerebbe consegnare la mia verginità, anche se all'inizio per<br />

finta farei una piccola resistenza. Peccato che un tipo così non chiede<br />

mai niente a nessuno. La gente destino ci cielo gli portano dei doni<br />

per destino. Mi colpiva anche il suo viso strano, che si contraddiva.<br />

Quando gli occhi sorridevano, la bocca diventava seria e viceversa,<br />

quando gli occhi erano tristi vedevano non si sa quali orizzonti, io<br />

sono MATVEI!! Nonno MATVEI, adesso andiamo da me a pranzare,<br />

diceva lui. Poi recitava il nostro messaggio "farfalliamo, forse sei tu il<br />

nostro destino? Fai con noi tutto ciò che vuoi", - ma perché pranzare<br />

di notte? Perchè nonno, hai già nipoti? Sei sposato? - chiedeva EDEL<br />

con slancio coraggioso che era inadatto per una creatura sfinita,<br />

appena scappata dalla strage del sesso, con vestiti stracciati addosso e<br />

la faccia sporca di fango. Percepivo la delusione amara nella sua voce.<br />

Cara EDEL anche tu cascavi nel fascino del "nonno"? No prima<br />

facciamo colazione al mattino, poi il pranzo. Sono un nonno per<br />

capricci cosmici di un karma. Nella vita precedente, voi eravate due<br />

sorelle ed io ero il vostro padre, poi avrete dei bambini e io diventerò<br />

il loro nonno, spiegava. Così eravamo entrate nella casa del "nostro<br />

padre", era bellissima, come nei nostri sogni. Grandissima spaziosa<br />

come un parco giochi. Nella parte sinistra della casa c'era un giardino<br />

enorme come un bosco, dietro c'era un abisso....bellissimo. Però il<br />

12


fatto dei futuri bambini mi turbava, li faremo subito? Ad uno che ti ha<br />

salvato non puoi dire di no...Cara ARIADNA il bravo papà ancora<br />

all'antica non stupra le proprie figlie, almeno al primo giorno del loro<br />

ritorno diceva MATVEI, come se leggesse i miei pensieri. Pensavo<br />

che questa mia trasparenza mentale era dovuta al mio viso troppo<br />

espressivo. Non vorrei che un' altro essere umano scavasse nella mia<br />

testa. Forse potrebbe essere permesso solo al mio dentista. Poiché è<br />

comodo e divertente, mentre il dentista lavora dentro la bocca<br />

spalancata del paziente che non può parlare, ma mentalmente il<br />

dentista lo capisce e risponde. Così la cura va' avanti in modo meno<br />

stressante, chiacchierando come due amici. Magari dicendo le cose<br />

che uno si vergognerebbe pronunciare a voce alta. In quel caso è<br />

meglio che il dentista sia del sesso opposto...Ma nella vita di tutti<br />

giorni è meglio non sapere cosa ha un altro nella sua testa, anche<br />

quello che hai tu ! Conviene lo stesso essere onesti con se stessi.<br />

Poiché in celo c'è "Uno" che sa tutto di noi, per lui siamo trasparenti...<br />

Nella sua casa MATVEI ci accompagnava nella stanza da bagno,<br />

spaziosa, con grandi specchi e vasca da bagno blu a forma di<br />

conchiglia. MATVEI ci spogliava con amore, anche se c'era ben poco<br />

da spogliare. Come prevedevo, EDEL aveva già buttato via le sue<br />

scarpe eleganti nella cascina, il suo vestito magnifico non aveva<br />

resistito alla lotta, pendeva a brandelli, scoprendole da dietro i glutei,<br />

sodi e muscolosi. Ma la cosa più divertente era la nostra farfalla<br />

attaccata sulla schiena nuda di EDEL. Lei era terribilmente sexy.<br />

Trattenevo il fiato, pensando cosa sarebbe successo dopo che noi<br />

saremmo state nude di fronte a MATVEI...Ma non succedeva proprio<br />

niente. Lui spogliava anche me, però i miei pantaloncini erano<br />

incastrati con la cerniera, non riuscivo a sfilarti. Perciò lui prendeva<br />

delle forbici e li tagliava piano, piano così cadevano giù. Con sorpresa<br />

EDEL notava che io ero senza mutande, perchè spesso mi davano<br />

fastidio allora andavo in giro senza. MATVEI non era per niente<br />

sorpreso, non gli faceva nessun effetto purtroppo! Poi mi slegava la<br />

fascia gialla dal seno, quanto rimaneva della mia maglietta. Ricordo<br />

che mentre fuggivo, si era agganciata ad un ramo spinoso che me la<br />

strappava via. Con un lieve spintone sul fondoschiena MATVEI ci<br />

mandava nella vasca a forma di conchiglia, come due bambine. Ci<br />

lavava con cura, l a luce dell’amore veramente paterno brillava nei<br />

13


suoi occhi, pure io ero riemersa nell’infanzia, dimenticando i desideri<br />

"osceni"...Ci avvolgeva negli asciugamani morbidi di spugna, e ci<br />

portava una ad una nel letto. Due letti per giovani vergini, una vicina<br />

l'altra di fronte alla finestra nella sala grande, al secondo piano della<br />

casa. Mentre il sonno mi catturava, chiedevo ad EDEL - ma io e te<br />

non mandiamo le nostre farfalle nemmeno qua - Rispondeva lei con<br />

voce debole come fosse da lontano - però le farfalle sono anime che<br />

volano dove vogliono. La colazione del giorno dopo era servita in<br />

giardino. Avevamo le camice di MATVEI, perchè del nostro<br />

guardaroba non era rimasto niente. Tutte e due contente e solari<br />

dimenticavamo la vita passata, solo un ricordo delle biciclette nel<br />

campo di mais, dove MATVEI doveva riportarle. Ma la bici è una<br />

altra cosa, aiuta a spostarsi, andare via, fuggire, correre. Perciò<br />

possiamo tenerle con noi. Durante la colazione MATVEI ci<br />

raccontava la sua storia.<br />

14


CAPITOLO 4<br />

Nato a Mosca, già da piccolo il bambino aveva poteri strani. Parlava<br />

con alberi, ed animali, i genitori lo consideravano come un bambino<br />

insensibile, perchè la morte non lo rattristava. MATVEI non<br />

raccontava a nessuno che la vita non finiva qui neanche il suo sogno<br />

tormento, che lui MARK-ANTONIO, italiano viveva nella villa sopra<br />

l’abisso, ma moriva precipitandoci là, correva dietro la farfalla, teneva<br />

in pugno, ma lei si liberava quando lui moriva e volava via. Il dolore<br />

della madre AGNESE non gli dava più pace. Come fosse che le onde<br />

scure e soffocate del suo grido disperato lo raggiungessero ovunque.<br />

Quando da adulto studiava a scuola, nella facoltà superiore di scienze<br />

paranormali, raccontava il suo sogno a ISABEL, l'italiana che<br />

insegnava da loro. Il tema di ricerca di ISABEL era "II recupero<br />

psichico e mentale delle persone tormentate dalle vite precedenti". Era<br />

interessata molto del caso di MATVEI, anche lui voleva liberarsi dal<br />

suo incubo. Decidono di partire insieme per l'Italia. ISABEL aveva<br />

l'anima facilmente "infiammabile" portata al mistero credeva che<br />

MATVEI come cane-segugio, arrivando in Italia, prendesse le orme<br />

del sogno, invece niente. Ne subito, ne fra un mese, ne un anno...Nella<br />

noia d'attesa, nella ricerca d'emozioni nuove, si sono sposati. La vita<br />

matrimoniale non ispirava mai MATVEI, l'orgasmo con ISABEL era<br />

debole. Tutti e due erano sprofondati nella tristezza più assoluta.<br />

Quando ogni speranza era persa MATVEI ricordava...Usciva fuori,<br />

camminava essendo concesso all’istinto, indisturbato entrava nella<br />

casa della sua infanzia precedente, si infilava perfino nel letto della<br />

stanza sua...La mattina del risveglio era un incubo per lui. Il posto<br />

conosciuto vagamente, le voci dei due anziani al primo piano della<br />

casa, l'odore del caffè...Fuggiva come un ladro,senza che nessuno si<br />

era accorto. Poiché conosceva bene la scala secondaria, l'uscita<br />

d'emergenza. Ma tornava un attimo dopo come si deve, attraverso il<br />

cortile, chiedeva se poteva affittare la stanza da loro. Era accettato<br />

come uno di famiglia, bevevano un caffè. Poi entrando in confidenza<br />

con la vecchietta, AGNESE, raccontava a lei, cose che solo in due<br />

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sapevano. La felicità della vecchietta non aveva limiti. Va bene, se<br />

MARK ANTONIO, allora e1 MARK. Importante che non e1 lo<br />

spirito, commentava essendo marito di AGNESE, STEFANO. Era un<br />

po' scettico all'inizio, ma poi credeva anche lui. Così MATVEI<br />

diventava un ricco ereditario, grazie a coniugi che hanno lasciato tutto<br />

a lui e avevano tanto. Prima MATVEI si opponeva dei doni cascati<br />

dal cielo, dal sogno. Ma dopo accettava, pensando che da sù volevano<br />

così e che colpa aveva lui? Dopo la morte pacifica e serena di<br />

AGNESE, una mattina arrivato a casa un pavone. MATVEI credeva<br />

che fosse l'anima della vecchietta. Quel uccello strano, un maschio<br />

con la coda principesca, si chiamava PIETRO. Aveva un grido<br />

tormentoso da gattona creatura inquieta che voleva raccontare la sua<br />

storia ma non sapeva lingua umana. STEFANO moriva nel sonno<br />

come passaggio naturale, non traumatico, da un mondo in un'altro,<br />

come attraversare il corridoio nella penombra, nel silenzio....Così<br />

dovrebbero morire le persone, rappacificate, serene, soddisfatte. Così<br />

finiva il racconto di MATVEI. Ma anche da noi era arrivato un grosso<br />

pavone. Ecco PIETRO, diceva MATVEI. Camminava sicuro verso il<br />

bosco, come un padrone di qua. Si fermava bruscamente di fronte a<br />

noi, guardava dritto negli occhi, poi sbatteva le ali e apriva a ventaglio<br />

la coda festosa. MATVEI ridevamo ero lusingata. Sapevo che il<br />

pavone con le sue grida e la coda aperta attirava un gruppetto di<br />

femmine, che rapite dalla sua bellezza diventavano "le sue mogli".<br />

Però un marito non da' minima attenzione ai figli. Di loro si<br />

preoccupavano le femmine, invece lui andava avanti, mostrava la<br />

coda alle altre, si "sposa" di nuovo e se ne va lasciando eredi. E tutti<br />

stanno bene, nessuno si lamenta come sarebbe nel mondo umano.<br />

PIETRO, pavone mostrava a noi la sua coda, vuol dire tanto...Sapeva<br />

chi siamo...Cosi io e EDEL diventavamo abitanti legittimi della villa.<br />

MATVEI recuperava nostre biciclette, comprava i vestiti e tutto il<br />

necessario per noi. Raccomandava sempre di non girare troppo per il<br />

paese. Ci potevano riconoscere dopo la "festa nella cascina" o anche i<br />

nostri mariti che forse ci cercavano già. Ogni giorno nella villa era<br />

diverso dall'altro. Con la forza e l'interesse entravamo nel giorno<br />

nuovo per vedere come era finito. La vita scorreva come la morbida e<br />

dolce lancetta dell'orologio Rolex di MATVEI. Non parlavamo più di<br />

come siamo capitate qui", sembrava che eravamo qui da sempre. Solo<br />

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una volta chiedevo a MATVEI, come mai sapevi tutto e non hai<br />

salvato subito noi dalla violenza che potevamo subire noi quella volta<br />

nella cascina? Lui rispondeva, era pane per i vostri denti, siete<br />

fortunate, furbe e forti, nella vita bisogna anche divertirsi e poi certa<br />

esperienza e bene averla. Un giorno andavamo al cimitero, quel<br />

piccolo cimitero, posto significativo dove VASCO ci portava alla<br />

festa. Portavamo un caro saluto ai nostri parenti, AGNESE, MARK-<br />

ANTONIO e STEFANO. Per MARCANTONIO c'era un piccolo<br />

monumento il bambino sorridente con una farfalla sulla spalla destra.<br />

EDEL chiedeva a MATVEI se era impressionato di vedere la sua<br />

"tomba". Rispondeva lui, un po' si, ma lo sarei di più se avessi visto la<br />

foto di quel bambino di cinque anni, ma AGNESE la distruggeva per<br />

fortuna, per sfuggire dai ricordi, se io avessi visto queste foto<br />

cercherei la somiglianza e finirei per vivere la vita di MARK-<br />

ANTONIO, ma io devo vivere la mia. L'autunno ormai entrava nel<br />

suo legittimo tempo, ma l'estate non cedeva ancora la sua posizione.<br />

Di giorno ancora faceva caldo, ma di sera era fresco. Spesso io ed<br />

EDEL stavamo sedute sul balcone che si affacciava nell'abisso, nella<br />

valle del fiume. La giù si vedeva il nostro paesello con le lucine<br />

tremanti. Ormai dovevamo applicare la forza enorme per portare noi<br />

.indietro dai nostri mariti. Chi scende per sua volontà dal cielo sulla<br />

terra? MATVEI non diceva niente. Con tanta difficoltà, attraverso le<br />

strade tortuose e misteriose noi non siamo arrivate qua, per andare<br />

via. Non che il nostro paesello non ci faceva divertire, anche là<br />

succedevano cose allegre. Come un giorno ricordo, i pastori<br />

attraversavano il paese con un gregge, bloccando il traffico. Le<br />

pecore, le capre, gli asini passavano sul ponte. Mi stupivano le capre<br />

che si mettevano contro corrente per osservare il fiume la giù, gli asini<br />

che dentro i borsoni pendenti sui fianchi portavano le pecore neonate.<br />

Osservavo la scena dalla finestra, ero felice e mi veniva da piangere<br />

dalla felicità. La gente per strada osservava tutto con un sorriso,<br />

ringiovanita e aperta, sembrava lo spazio più solare. Una volta qui<br />

tutto era diverso, prati verdi, dove pascolavano greggi, non con strade<br />

caotiche, puzzolenti di smog come adesso. Cani intelligenti<br />

lavoravano con serietà e zelo. Mi chiedevo se questi cani severi<br />

provano sesso con le pecore, con le caprette? Sicuramente, solo<br />

lavoro e sempre lavoro, quando il buio scende si può godere la pace, il<br />

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elax e un po' d'amore con una capretta carina magari la preferita?!!<br />

Cani sono furbi...Poi ero la testimone di un' altro evento, la festa degli<br />

alpini.! Vecchietti più giovanili camminavano da soli, quelli più<br />

meritevoli erano seduti dentro una macchina scoperta e salutavano<br />

tutti dignitosamente. Poi uomini di mezza età portavano una bandiera<br />

gigantesca, aperta. Concludeva questa manifestazione la banda<br />

musicale composta da giovani ragazzi che suonavano trombe, e<br />

tamburi. Ma non tutto questo mi impressionava profondamente. Tutta<br />

la gente giovane e non, animali sono frutti d'amore, quanti frutti.<br />

Quanti coiti concepiti, orgasmi, amori violenze, gravidanze, parti<br />

riusciti bene. Camminano ma non sanno che sono fortunati. Non è<br />

facile essere nato nel mondo. Bisogna che coincidano tantissimi<br />

fattori, incontri, condizioni, circostanze, .umori, amori, cicli,<br />

temperatura, destino...Ed ecco, la folla umana, ma ognuno ha la sua<br />

storia ricca e complicata, che spesso non sa e si considera povero.<br />

Sinceramente preferivo la parata del gregge che lasciava dopo di se la<br />

strada piena di merda, di escrementi, ma il sorriso della gente che<br />

rimaneva ancora per tempo come fosse stampato nell'aria, invece che<br />

la parata degli alpini...Io ed EDEL una volta riposate e riprese<br />

eravamo tormentate dalla "voce della natura". Sopratutto io che ero a<br />

metà del mio ciclo mestruale, volevo un maschio, come una gatta in<br />

calore. Ogni mese nel mio utero si svegliava una forza potentissima,<br />

qualcosa si muoveva, pulsava e attendeva. Certo bestia-cagna feroce<br />

vorrebbe divorare adesso, il sesso maschile, risucchiarlo tutto dentro<br />

di se. Se una donna vorrebbe conquistare un uomo, deve andare con<br />

lui in questo periodo. Se quel uomo e' un vero maschio, ma altri se<br />

non sono veri non servono nemmeno, percepiscono quel universo<br />

nascosto dentro la femmina e presto entrerà dentro, per dare il suo<br />

contributo finale, per accenderlo, avviarlo. Chi dice di no ad una<br />

femmina eccitata? Ma MATVEI diceva di no! Pioveva da due giorni.<br />

EDEL con me nuotava nella piscina coperta, vicino alla nostra stanza.<br />

Quel posto caricava le nostre forze psichiche e fisiche. Era una piscina<br />

da sogno, nuotavamo completamente nude, ognuna di noi fantasticava<br />

una cosa diversa...Al terzo giorno usciva un sole e noi andavamo a<br />

fare un giro in bicicletta. Scoprivamo un' altro posto lungo il fiume, in<br />

mezzo ai boschivi sentiva l'odore delle voglie autunnali, di funghi. In<br />

mezzo agli alberi scorrevano i piccoli ruscelli con l'acqua cristallina<br />

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dopo la pioggia. Dietro il recinto della fattoria vedevo un' uccello<br />

strano, grosso con una coda,una terza di PIETRO ma non così bella.<br />

Gridavo a EDEL - chi è? - Lei mi rispondeva - un maschio, tacchino.<br />

- Poi vedevo che il tacchino era circondato dalle femmine, sedute<br />

tranquille ed arruffate. Certo uno per tutte, ma sempre il maschio, ma<br />

noi chi siamo? Due belle per chi? Dov’è il nostro maschio? Quelle<br />

arruffate c'è l'hanno e noi ,no! Il mio buon umore si spegneva di<br />

colpo, .non so cosa pensava EDEL, ma anche lei non era<br />

particolarmente felice questa sera. Andava a dormire da sola nella<br />

stanza piccola a destra dal nostro salotto. La stanza era nominata da<br />

noi la "cella della riflessione" e una di noi poteva stare dentro se<br />

aveva bisogno di stare da sola, ma durante il giorno non di notte. Era<br />

una stanza con letto, un tavolo e tre sedie rustiche di legno scuro e<br />

nobile, con un unica finestra che si affacciava sul giardino-bosco.<br />

Capisco che possiamo avere i nostri umori, siamo tutti diversi. Per<br />

capirlo basta vedere dentro negli occhiali da vista di un'altro. Così lui<br />

può vedere un mondo che per noi è deforme, lo non ero pronta per la<br />

"separazione" di EDEL, ma dentro di me ero contenta che MATVEI<br />

non ci toccava. Come sarebbe la mia reazione al fatto? Non sono<br />

gelosa di un uomo ma di una donna si, per EDEL forse. Questa notte<br />

lei dormiva da sola e io non riuscivo a chiudere occhio, dai pensieri<br />

tormentosi e pesanti. La mattina dopo era bellissima, piena di sole e di<br />

canti d'uccelli, ma io ero lugubre come una nuvola in tempesta<br />

tropicale, invece EDEL appariva dalla sua stanza sorridente, felice e<br />

come fosse assente. Le parlavo, ma lei non mi sentiva, si muoveva per<br />

la casa leggera e vestita con una lunga camicia di MATVEI e cantava,<br />

comportamento per lei insolito. Chiedevo immediatamente la<br />

spiegazione, ero fuori di me, con invidia per la sua allegria, saltata<br />

fuori non si sa da dove. Non avevo mai provato invidia per nessuno,<br />

prima. Avevo tutto ciò che mi serviva, ed anche di più, se avevo<br />

bisogno. EDEL con la voce misteriosa mi invitava per la sera in<br />

piscina, per parlare. Così dovevo soffrire fino alla sera. Quando sono<br />

arrivata EDEL era già li, stava stesa sulla schiena, con occhi chiusi e<br />

sorriso beato. Mi chiedeva, senti tu dormivi stanotte? Era venuto da<br />

me nonno. Ma che dici rispondevo, quale nonno, gridavo perdendo la<br />

pazienza. Nessuna anima viva passa da te, che nonno parli! Ma il<br />

nonno MATVEI, diceva con calma. Mi sentivo gelare nel cuore, non<br />

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sono gelosa però di lei, si, e la legge qua deve essere uguale per tutti.<br />

EDEL mi calmava e spiegava che era un sogno e cominciava a<br />

raccontarmi.<br />

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CAPITOLO 5<br />

Cominciava a raccontarmi. Sapevo che esisteva da qualche parte del<br />

mondo un gruppo di uomini che aiutavano le donne bisognose d'<br />

amore, gratuito, anonimo, sano e con pronto intervento, a casa propria<br />

o in qualsiasi posto più bello. Così fu che questo, gruppo "per l'amore<br />

verso umanità" scoprì me...E poi tutto succedeva sulla riva<br />

dell'oceano. Il letto era grandissimo sotto la tenda, trasparente, gli<br />

uomini mi guardavano, aspettavano un mio segno per avvicinarsi....<br />

Ma io sceglievo uno, MATVEI perchè non mi piaceva l'orgia, anche<br />

se tenera. MATVEI si stendeva vicino a me, toglieva i veli bianchi<br />

che mi avvolgevano,mai nella vita mi sentivo cosi bene...Mi<br />

accarezzava fuori dalle mie intimità ma io lo sentivo già dentro di me.<br />

Il mio basso ventre diventava vivo e sensibile, non capivo più dove<br />

stava la mia bocca e dove la vagina. Il nostro contatto non era solo<br />

sesso, la penetrazione ma un bacio profondo fra organi sessuali, la<br />

fusione completa dei nostri "esseri", dei corpi, delle anime. Non si<br />

capiva dove finiva corpo fisico e dove iniziava l'anima, era una cosa<br />

unica, mia e sua. La beatitudine fonte di luce, qualcosa simile a quella<br />

volta nel campo di mais, quando mi salvavo dai bergamaschi "pieni<br />

d'amore..." Sai che fino a ieri, continuava EDEL, non conoscevo<br />

l'amore, ne sesso, proprio niente...Adesso sono così felice, è sempre<br />

bello scoprire una cosa nuova, la dove non l'aspetti più. Rimanevo nel<br />

silenziosa forza espressiva della mia amica non era mai forte, si<br />

esprimeva con colori, quadri, disegni. Ma qua doveva succedere<br />

qualcosa di veramente speciale per farla parlare così. Poi con voce<br />

decisa dicevo a lei, bello questo cheti e' successo ma stanotte tocca a<br />

me dormire nella "cella della riflessione". Mettevo un po' di tempo per<br />

addormentarmi, era buio, ed uno strano uccello notturno gridava in<br />

modo aggressivo e minaccioso, subito dopo si lamentava con voce<br />

dolce. Pensavo, anche gli uccelli fingono. Sapevo da EDEL che il<br />

gruppo sognato e ricercato da me quasi per tutto tempo della mia<br />

attività sessuale, esisteva. Non volevo aspettare andavo io da loro,<br />

sana giovane, sapendo cosa facevo. Eccomi sulla riva dell'oceano, di<br />

fronte alla villetta alta e pittoresca .La festa in mio onore si doveva<br />

svolgere qua, stasera. Sembrava che quel gruppo per me decideva di<br />

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inforzarsi...Erano invitati anche i volontari del paese vicino, si<br />

vedeva che io ero la "belva" importante e impegnativa, la "bestia<br />

grossa"...Non avevo conto di quanti partecipanti, tanto sono una<br />

femmina che deve prendere e richiudere in se, più prendo meglio e'<br />

per me. Sono indistruttibile, con una vagina senza fondo, con uscita<br />

verso l'universo. Così mi sentivo nel sogno. Facevo un po' di scena<br />

mostravo un po' imbarazzo per i tanti desiderosi, di dare amore. Cosa<br />

puoi fare?L'educazione puritana ipocrita. Preferiscono la guerra che il<br />

sesso, che è cosa natura1e,innocua,rigenerante. Mi sembrava che fra<br />

loro c'era anche MATVEI. Non so quanti erano quella notte con me.<br />

Mi sentivo senza fondo, insaziabile. Se EDEL prendeva con la qualità<br />

io con la quantità, soddisfatta. il mio fuoco in mezzo alle gambe si<br />

calmava, forse solamente si spegneva un po'. La mia anima era nella<br />

pace universale, come mai nella vita. Saziavo il mio lato animalesco,<br />

preistorico, selvaggio che non mi dava mai pace. Mica poco? Quella<br />

bestia si trasformava in gattino tenero, dolce, morbido, si<br />

addormentava nel suo cestino sopra un cuscino di velluto. Liberarsi da<br />

una bestia cosi e' una grande cosa. A quante lotte resiste un uomo<br />

moderno? Con se stesso, con altri, con vecchiaia, con figli, con belva<br />

dentro di se...e quante lotte fino adesso ha vinto? Tarda mattinata mi<br />

svegliavo, nella stanza ero abbagliata dalla luce, EDEL stava seduta<br />

di fronte, fissandomi con occhi rossi. “Non ho dormito per tutta la<br />

notte, ti custodivo, cosa sognavi?” chiedeva. Allora cominciavo a<br />

raccontare del mio sogno che era quasi come il suo, ma con la<br />

modifica per la mia personalità. EDEL dopo il mio racconto diceva,<br />

adesso è chiaro che MATVEI sta in questo gruppo di fecondatori<br />

virtuali, ma loro non possono sdoppiarsi, stanno con me oppure con<br />

te, dobbiamo chiedere le loro spiegazioni a MATVEI. Scendevamo<br />

giù nel giardino dove tiri dava da mangiare a PIETRO. Per un attimo<br />

coglievo lo sguardo di quel uccello che guardava MATVEI, pieno<br />

d'amore, di gratitudine e pensavo se un animale può guardare cosi<br />

MATVEI era molto animato e dinamico, ci guardava con furbizia,<br />

doveva partire d'urgenza per Roma con aereo ma tornava la sera<br />

stessa. Diceva, stasera ci vediamo in piscina. Siamo rimaste con la<br />

bocca aperta, perchè come poteva sapere che volevamo parlare con lui<br />

in piscina?<br />

22


CAPITOLO 6<br />

Tutto il giorno preparavo con EDEL un bel discorso per MATVEI.<br />

Volevamo fare d'avanti a lui le nostre domande, esigenze, il nostro<br />

sdegno anche chiarire il nostro futuro, ma verso la sera perdevamo<br />

completamente il filo logico del discorso, nelle nostre teste c'era solo<br />

molta confusione. Così senza mangiare, soprapensiero, nude<br />

andavamo in piscina. Sul bordo della piscina c'era un apparecchio<br />

strano, sembrava una conchiglia tutta bucata, da questi buchi uscivano<br />

luci colorate proiettate, che danzavano su tutti i muri della piscina. Da<br />

lì usciva anche una musica strana, accordi musicali misti con<br />

sbattimento delle onde oceaniche e languidi sospiri. Io li sentivo come<br />

sospiri di una balena, che stava facendo qualcosa estremamente<br />

piacevole, naturale, provava l'orgasmo o forse partoriva. Questa<br />

musica mi metteva subito nella confusione mentale ancora più forte.<br />

Poiché e' veramente impressionante l'orgasmo della balena...Mi<br />

sembrava che quel apparecchio diabolico trasmetteva anche l'odore,<br />

però non sapevo dire che odore era. Ma faceva l'effetto della vastità,<br />

dello spazio sconfinato. Anche se la nostra piscina non era molto<br />

grande mi sentivo in mezzo all'oceano aperto di notte nel buio<br />

completo. Forse cosi1 si sente embrione nei primi giorni della sua vita<br />

uterina. Poi al bordo della piscina c'era attaccato una specie di<br />

ponticello a forma di palma umana, che prima non c'era. Così<br />

MATVEI dormiva là comodamente come un neonato nella mano del<br />

papà - gigante. Noi trattenevamo il fiato vedendo queste meraviglie...<br />

Nuotavamo verso lui io aprivo la bocca per chiedere o dire una cosa<br />

mm... Ognuno di voi riceveva un sogno che meritava,siamo noi a<br />

creare i nostri sogni, tu-AR1ADNA non ti sei divertita abbastanza TE<br />

tu, EDEL non hai sfamato la tua anima candida e pura?,parlava<br />

MATVEI svegliandosi di colpo. Ma sai le cose belle non durano mai<br />

abbastanza,dicevo io. E' vero, aggiungeva EDEL timidamente. Allora<br />

venite qua, vi racconto una favola, diceva lui scivolando giù "dalla<br />

mano"-ponte, allargava le bracciali abbracciava... Adesso io ero<br />

completamente pronta per regalare la mia verginità a MATVEI.<br />

EDEL che non stava più1 in piedi, sveniva dal desiderio, ma lui<br />

cominciava a raccontare la favola. C'erano una volta due bambine che<br />

23


volavano dietro le farfalle e le farfalle le portavano tutte e due in<br />

paese delle meraviglie dove abitava il loro padre che faceva per loro il<br />

dono più1 caro che poteva...Volevo interrompere il racconto però<br />

aprivo la bocca ma non riuscivo a parlare, poiché lo spazio attorno<br />

non aveva limiti, assorbiva tutto, mangiava la voce. E poi sparivo<br />

anch'io, era piacevole, il mio corpo incominciava di nuovo a<br />

riscaldarsi, la mia forza vitale si concentrava nella vagina come<br />

piccola perla preziosa...nera, brillava con la luce strana misteriosa...<br />

La mattina era piena di nuvole, ma io sentivo dentro di me un sole<br />

enorme che buttava fuori la gioia e il calore. Da tempo non dormivo<br />

cosi bene, senza pensieri, beata. Cosa era successo a noi? Dormivamo<br />

addirittura in piscina? chiedeva EDEL, che stava nel letto vicino al<br />

mio. Rispondevo che era colpa della conchiglia, la luce musicale ci<br />

aveva drogato. Scendevamo giù. MATVEI non era a casa, negli ultimi<br />

tempi era molto indaffarato, tornava di sera senza che noi ce ne<br />

accorgessimo, silenzioso. Stava seduto sulla sua sedia preferita a<br />

dondolo con schienale a forma di testa di cavallo con bocca<br />

spalancata, fumava nella luce serale del tramonto. Ci siamo avvicinate<br />

verso fui pensando che era triste, stanco volevamo consolarlo, ma<br />

quando si e' girato verso di noi il suo viso brillava di felicità...<br />

Ragazze, diceva, preparate le valige. Rio ci attende. Rio de Janeiro<br />

non sapete ma mia "madre" AGNESE aveva una sorella,<br />

GERALDINE in Brasile, ci aspetta tutti. La storia di questa famiglia<br />

e' molto complicata e divertente. Prima che nascesse AGNESE, la<br />

madre, ANNAMARIA, andava in Brasile a Natale per vacanza, la<br />

conosce un uomo di nome ROORIGUES, rimane incinta di lui e non<br />

parte più per l'Italia dove l'attendeva suo marito, inventava scuse per<br />

quel poveraccio e partoriva in santa pace una bambina, dandole il<br />

nome di GERALDINE. Quando la bambina compiva un anno, partiva<br />

da sola per l'Italia per ottenere il divorzio da suo marito. Ma<br />

ANNAMARIA, con suo marito rimaneva incinta, forse ripensamento<br />

o la violenza...e non partiva più per il BRASILE. Lasciava di la<br />

RODRIGUES e la piccola GERALDINE di un anno. Così che nata<br />

AGNESE. Quando ANNAMARIA doveva morire svelato questo<br />

segreto a sua figlia. Così fra le due sorelle si stabiliva l'amicizia a<br />

distanza, attraverso le lettere. Forse l'amicizia più giusta, tenera,<br />

misteriosa senza pretese. Magari se loro stavano vicine non sarebbe<br />

mai stato cosi, perchè non si sa, ma un parente pretende sempre dall'


altro la felicità tempo, attenzione spesso a costo zero, solo perchè è un<br />

parente dell'altro. Intanto il padre di GERALDINE, RODRiGUES<br />

cresceva da solo la figlia e non si sposato più, perchè non riusciva<br />

dimenticare ANNAMARIA. Non raccontava mai la figlia il<br />

comportamento strano e crudele della madre, diceva solo che era<br />

partita per la missione di importanza mondiale...GERAIDINE presto<br />

smetteva di chiedere della madre. Cresceva allegra, curiosa e felice<br />

ugualmente. Presto grande si sposa, con un uomo di patrimonio<br />

notevole, di nome MANUEL MENEZES DE OLIVEIRA NETO. Si<br />

stabiliscono vicino a Rio de Janeiro a Buzios. Vivono felici anche se<br />

non hanno figli. Quando muore il marito lei diventa una vedova ricca.<br />

Sapeva già di me da AGNESE, diceva MATVEI, però solo dopo la<br />

morte del marito mi scriveva. Si vede che MENEZES non era grande<br />

amante delle cose strane, misteriose non le avrebbe approvate....Però<br />

GERALDINE sa di noi? Domandava EDEL. MATVEI rispondeva,<br />

che adesso sa di noi ed è molto contenta, ci aspetta. Aggiungeva<br />

anche, ormai siamo legati per sempre, e senza di voi non andavo da<br />

nessuna parte, dovete solo fare un salto nette vostre case coniugali per<br />

prendere i vostri documenti. Questa impresa non era facile per noi, ma<br />

doveva essere fatta al più presto possibile. Per fortuna io e EDEL<br />

avevamo nascosto bene i nostri documenti in casa. Ci vestivamo in<br />

modo anonimo per non essere riconosciute anche se non era in nostro<br />

stile. Tutte e due in pantaloni molto larghi, che potevano starci dentro<br />

due persone, con tante tasche e lacci, colore verde-scuro. Le maglie di<br />

misura più grande, EDEL con le treccine e cappello rotondo,<br />

sembrava una che cercava i funghi nel bosco. Aveva anche occhiali da<br />

vista, anche se vedeva bene, io nascondevo tutti capelli sotto il<br />

cappello con la scritta "Bacardi" e mettevo degli occhiali gialli. E così<br />

nella mattinata di lunedì MATVEI ci portava ai confini della nostra<br />

zona, dove ci spostavamo con estrema cautela. EDEL leggermente<br />

zoppicavamo mettevo i piedi avvicinati come una geisha giapponese,<br />

eravamo una coppia molto strana, tutti ci guardavano. Chiamavo a<br />

casa per vedere se c'era mio marito però nessuno rispondeva, allora<br />

correvo la, nella mia mente avevo il viso di EDEL, spaventato,<br />

pallido, che mi aspettava nel parco. Entravo in casa, tutto era intatto,<br />

percepivo una leggera delusione, le tracce della disperazione per la<br />

mia scomparsa non erano evidenti. Ma cosa aspettavo di trovare i<br />

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tavoli, materassi, armadi capovolti come fosse cercavano me o magari<br />

anche mio marito morto dal dolore? Prendevo i documenti ed andavo<br />

via, senza compiangere o ricordare. Quando lo spettacolo è finito, gli<br />

attori hanno recitato il ruolo-bisogna cambiare tutto. Una scena<br />

finisce ed un' altra comincia...EDEL mi vedeva più rilassata con viso<br />

rosa, felicissima. Ma la faccenda di EDEL non andava così perfetta.<br />

Suo marito era a casa, dovevamo nasconderei nel campo di mais (caro<br />

mais! Quanti ricordi...) di fronte a casa sua. Passava un'ora avevo il<br />

tempo per addormentarmi, sopra un fieno, per terra, ma sono stata<br />

svegliata dal sussurro caldo e denso di EDEL. Stronzo! Coda di cane!<br />

Maschiaccio...Cosa era successo, dicevo alzando la testa in su.<br />

Vedevo il marito di EDEL per niente addolorato, uscire da casa con<br />

una ragazza di carnagione molto scura,) abbracciava teneramente alla<br />

vita poi la sua mano scendeva giù verso le natiche. La ragazza non<br />

portava le mutande, si vedeva bene che aveva due glutei perfetti..!<br />

Non so come fanno loro ad averli così sodi, alti, perfetti ed eccitanti.<br />

Forse la costruzione della razza? Non per niente hanno tanti bambini<br />

un uomo non resiste alla tentazione, cede e si accoppia sempre,<br />

sempre con eiaculazioni continue...Che bello! EDEL tornava con<br />

documenti in mano, ma dalla mia mente non andava giù quel culo<br />

arrapante...EDEL bolliva dalla rabbia, diceva, così che lui mi cerca,<br />

mi aspetta, mi ama. Tutta la casa sembrava un'arena di giochi erotici<br />

con lenzuola per terra e sopra un tavolo da cucina, la vasca piena<br />

d'acqua dove nuotava un preservativo con "baffi", ma tu immagini<br />

cosa facevano la quelli da ore... Dicevo”smettila, vivi e lascia vivere<br />

altri, andiamo presto che MATVEI ci aspetta”. Eravamo già nel<br />

gippone di MATVEI che rideva, come dici erano con i baffi? Si con<br />

baffi..,rispondeva EDEL già sorridente. Anche questa era fatta! Il<br />

tempo di preparazioni scorreva veloce, allegro con grande entusiasmo<br />

da parte nostra. MATVEI sbrigava la parte organizzativa, ed i<br />

documenti. Volevamo portare anche PIETRO con noi però creava<br />

tanta difficoltà burocratica, superabile per cara bestiaccia. EDEL ed io<br />

studiavamo la lingua brasiliana, il portoghese, prendendo sul serio<br />

questo impegno. Una studiava nella sala, l'altra nella "cella della<br />

riflessione". Ma de Brasile leggevamo insieme a voci alte.<br />

Scoprivamo che la prima popolazione era arrivata dalla Siberia, ed il<br />

clima era diverso, quando da noi compare l'estate di la è inverno. La<br />

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cresce la canna da zucchero e caffè. Gli Inglesi introducevano in<br />

Brasile il gioco del calcio, ma portavano via la cosa più preziosa<br />

l'albero della gomma), portoghesi scoprivano per la prima volta il<br />

Brasile. Prima i rapporti fra loro erano pacifici, scambiavano doni<br />

sulla riva del mare ma poi i portoghesi volevano schiavizzare la<br />

popolazione brasiliana ma non erano adatti a fare gli schiavi. Proprio<br />

come io e te, aggiungeva EDEL. Così i portoghesi introducevano<br />

schiavi africani, la terra brasiliana vedeva tanta violenza, crude1tà,<br />

stupro, sofferenza ma anche sapeva di miscuglio di varie culture,<br />

religioni e dei. Ormai di la vive un popolo misto di bianchi, neri<br />

mulatti, gialli. Che bello! Quante esperienza da provare!,dicevo con la<br />

voce sognante. In Brasile si formava atmosfera strana, la profonda<br />

nostalgia di neri per la loro patria, di emigranti da tutto il mondo. Per<br />

vincere tante tristezze ci voleva allegria sfrenata, spensierata<br />

altrimenti tutta la gente del continente poteva suicidarsi, ma per<br />

fortuna non succedeva e questa gioia si vedeva ovunque,nelle canzoni<br />

nel carnevale, dove i poveri facevano pace con i ricchi, preparando<br />

questo evento per tutti. In Brasile c'è culto del fondoschiena, la parte<br />

del corpo molto pregiata. Nelle palestre ci sono i programmi studiati<br />

per creare "culetto alla brasiliana". Certo tutto l'anno quasi c'è l'estate,<br />

anche carnevale dove vanno mezzi nudi,per forza devono averlo bello<br />

diceva EDEL. Questo paese ha tanti culti religiosi, una divinità in qui<br />

credono i neri, una metà del anno è del maschio l'altra è della<br />

femmina, lo sapevo che ci sarebbe stata una spiegazione perchè in<br />

Sud America ci sono tanti travestiti che vengono in modo misterioso<br />

in Italia per lavorare esclamavo. IL Brasile è il paese degli stregoni<br />

del passato della terra. In una città costruivano un' aereo porto per gli<br />

UFO, atterraggi di extraterrestri ma non si sa se qualcuno atterrava fin<br />

adesso là. Brasilia e la città spirituale del terzo millennio ci sono i<br />

templi di forma piramidale dove si può riflettere...,per una certa strada<br />

provinciale c'è un posto dove avviene facilmente un' incontro con<br />

alieni. Tu dovresti trovarti bene a Rio de Janeiro perchè si trova sul<br />

tropico del capricorno, diceva EDEL. Rispondevo, non sono per<br />

niente capricorno ma ultimo grado di sagittario. In Brasile ci sono<br />

tante scimmie, pappagalli, colibrì e pitoni. La femmina di pitone si<br />

accoppia subito con tanti maschi .tutti stanno attorno a lei come<br />

groviglio d'amore molto caldo e appassionato. L'accoppiamento va'<br />

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avanti anche per settimane e femmina affamata mangia due tre<br />

maschi. Impressionante, no? chiedeva EDEL con gli occhi che<br />

brillavano, sembrava invidiare la femmina di pitone. Guardavo lei con<br />

meraviglia, non mi sembrava che le piacessero le orge, la vedevo<br />

strana, molto strana...Per cambiare discorso EDEL chiedeva a me se<br />

credevo nel concepimento immacolato della storia antica con<br />

MADONNA che concepiva CRISTO dallo spirito santo, aggiungeva<br />

anche che con lei succedeva una cosa simile. Non c'è più niente da<br />

meravigliarsi nel nostro caso, a quel punto sono la terza MADONNA<br />

dopo di te, rispondevo io. Verso sera avevamo chiarito già tutto.<br />

Ancora incredule guardavamo la striscia del test per la gravidanza.<br />

Eravamo incinte, la prendevo con filosofia, siamo femmine, prima e<br />

poi doveva succedere. Ma come? EDEL la prendeva come un mistero<br />

infinito, magico che non dipendeva da noi. Per me i figli non sono una<br />

cosa mia ma mistica che ti fa' capire la vita, i peccati precedenti,<br />

karma, una certa bussola del tuo mondo fisico, psichico, nascosto nel<br />

subconscio del mistero che è difficile capire in un' unica vita, la<br />

gravidanza è un atto sessuale prolungato, il parto un orgasmo<br />

gigantesco... Si, però un atto sessuale con chi? Ragiona un po' cosa<br />

succedeva l'ultima volta nella piscina? chiedevo io. Mi ricordavo che<br />

dormivo, sognavo un pene gigantesco, duro e morbido nello stesso<br />

tempo e che contemporaneamente mi penetrava, quando entrava era<br />

piccolo e morbido, direi fluido come un liquido tiepido, ma una volta<br />

entrato occupava tutto dentro, si induriva. Penetrava le mie viscere,<br />

mi fermava il respiro, poi mi mollava e tutto da capo. Non riuscivo a<br />

capire cosa era, però era molto piacevole rilassante. Tutta la notte<br />

cosi...si gonfiava e sgonfiava. Allora capisco! Dobbiamo oggi stesso<br />

convocare la riunione nella piscina con MATVEI. Dopo la cena<br />

MATVEI stesso ci invitava a fare la nuotata serale... Per motivi<br />

sconosciuti ci prendeva uno strano pudore, venivamo in piscina con le<br />

vestaglie da bagno addosso. Lui guardava noi con un riso pronto a<br />

scoppiare. Noi eravamo imbarazzate. Cosa serviva applicare i suoi<br />

poteri magici, se si poteva fare tutto in modo umano? Diceva, ma voi<br />

sapete che il piccolo spermatozoo fa' questi 16-18 centimetri per 6<br />

ore!!! viaggio lunghissimo pieno di pericoli, concorrenza ne arriva<br />

solo uno, ma uno fra due embrioni è destinato all'insuccesso, uno due<br />

casi fra dieci non arrivano fino al quarto mese, voi siete testimoni del<br />

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mistero più grande che esiste. E per la vostra domanda perchè<br />

cosi...risponderò diceva MATVEI. Cominciava a raccontare, sognavo<br />

da sempre di fare l'amore con due sorelle,il rapporto magnifico in tre<br />

senza concorrenza,gelosia e cattiveria femminile, come fra voi. Ogni<br />

sera desidero di dormire con voi, una a destra l'altra a sinistra...ma<br />

sono timido per farlo forse più avanti. Baciava prima me poi EDEL.<br />

Eravamo come tre grossi pesci nelle acque misteriose della vita che<br />

scorrono attorno al globo terreste, trascinate dalla corrente per chissà<br />

quale missione. Comunque, vedi come estremamente importante nel<br />

mondo moderno pieno di gente strana, dei stregoni non "spalancare<br />

loro la porta" e non dare la propria verginità al primo venuto. Una<br />

volta "spalancata la porta" non si capisce se sono entrati in dieci o in<br />

due, quando uno entra per primo è chiaro ma poi non lo è più,<br />

insegnavo a EDEL. I nostri preparativi per Rio andavano benissimo,<br />

ormai io ed EDEL eravamo immerse in questo paese. Una volta<br />

mattina attraverso il sogno sentivo le grida della scimmia, vedevo la<br />

scena, la scimmia fuggiva io la prendevo e lei gridava. Poi EDEL mi<br />

spiegava ridendo che le anatre gridavano, litigavano sul fiume...Prima<br />

di partire volevamo andare dal ginecologo, insistevo a visitarmi dall'<br />

uomo. Solo un uomo può prendere questa professione come un'arte, la<br />

visita tenera e attenta sta nel suo interesse poiché la donna una volta<br />

partorita con successo sarà ancora di nuovo libera e vuota per lui che<br />

gli darà sempre lavoro. Se l'esperienza è bella una donna vuole<br />

ripeterla. Una visita dal ginecologo deve essere come un atto<br />

sessuale,ma senza sesso,allora si che la donna vuole tornare da lui. Il<br />

ginecologo deve essere più che dottore, più che maschio, un sacerdote<br />

del rito sessuale. Per me sarebbe più utile usare le chiese moderne per<br />

la fecondazione sacra della donna, poiché nella donna nasce la vera<br />

umanità, in lei c'è la causa di tutto. Ma il dottore che ci visitava non<br />

era "sacerdote"...EDEL entrava per prima, usciva contenta e<br />

sorridente, tutto procedeva bene poi entravo io. Salivo sulla sedia<br />

divaricata... dopo la visita il dottore mi informava che aspettavo due<br />

gemelli, però per il sesso non poteva dire niente troppo presto. Quel<br />

fatto mi sbalordiva, uscivo sconcertata fuori mi aspettavano EDEL e<br />

MATVEI. In macchina piangevo, non ero preparata per questa<br />

notizia. MATVEI voleva calmarmi dicendo, ma voi donne non siete<br />

mai contente se fosse EDEL ad aspettarne due, di sicuro ti chiedevi<br />

29


perchè non tu, ognuno di noi porta un fardello per le sue forze. E' vero<br />

ci aiutiamo fra noi con bambini,sono tutti nostri, diceva EDEL. Ormai<br />

la nostra partenza era vicina. In realtà sfuggivamo dall'inverno e ci<br />

spostavamo verso l'estate. Uno potrebbe non incontrare mai l'inverno,<br />

spostandosi con le stagioni dei vari paesi. Intanto che noi ci spostiamo<br />

verso l'estate, la nostra Russia si ricoprirà di neve, senza pietà. In casa<br />

mia in Siberia con mia madre vivevano due gatti, non sapevano<br />

giocare. La vecchia gatta voleva solo mangiare e non insegnava niente<br />

alla più piccola. Così diventavano due gatte tristi che d'inverno<br />

iniziavano la stagione della caccia. Poveri uccelli cercavano un riparo<br />

dal freddo e cibo sul balcone della nostra casa, le gatte li aspettavano<br />

e ogni tanto ne prendevano uno. Spesso la mamma salvava l'uccello<br />

"abitante del cielo" che volava via dalle sue mani. Forse era ultimo<br />

giorno caldo di quest'autunno, ormai la terra era ricoperta di foglie<br />

gialle e rosse,lo con EDEL decidevamo di andare ancora una volta in<br />

bicicletta. Finivamo dati altra parte del fiume dove scoprivamo un<br />

prato ricoperto ancora con l'erba morbida, tanto verde per essere<br />

vera... Sentivamo canto potente degli uccelli, forse erano una ventina,<br />

però non sapevamo da dove proveniva, poiché non si vedevano alberi.<br />

Guardavo bene attorno e vedevo uccellini, piccole creature chiuse<br />

nelle gabbie poggiate sul prato che cantavano disperatamente,<br />

saltando quando lo spazio glie lo permetteva. Andate via che li<br />

spaventate, sentivo le voci di due vecchi che si trovavano nel capanno<br />

quasi a livello delta terra. Era anche qua la caccia grossa, uccellini<br />

servivano da esca per i suoi fratelli selvatici e i vecchietti gli<br />

sparavano con il fucile... Il nostro umore era cambiato, scappavamo<br />

velocemente da quel posto maledetto di tradimento e di morte, delle<br />

creature innocenti. Non sapevamo dove saremmo finite e ci<br />

perdevamo sempre di più. Tornavamo indietro per la strada trafficata<br />

e rumorosa che passava vicino alle nostre case. Era chiaro, che la<br />

nostra stagione italiana era finita e la favola spezzata. Come se non<br />

bastasse MATVEI ci sgridava ai nostro ritorno, perchè rischiavamo<br />

andando in giro da sole,incinte ed a tre giorni dalla partenza, aveva<br />

ragione. Per l' ultimo giorno andavamo a mangiare al ristorante, un<br />

bel posto in mezzo alle montagne, di fronte alla stazione termale<br />

chiusa fino a primavera. Al ristorante vedevamo tanti uomini soli che<br />

mangiavano e guardavano noi, io ed EDEL ci divertivamo. Quei<br />

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piccoli "esserini" dentro di noi, ci facevano diventare, belle, e fiorenti,<br />

misteriose. Gli uomini ci guardavano MATVEI con t'invidia di chi ha<br />

due donne belle e piene di desideri. Questi si che vorrebbero pranzare<br />

con noi e non solo... svuotando una bella bottiglia di vino, e darsi da<br />

fare secondo l'istinto selvaggio di procreazione della specie. Ma ormai<br />

era tardi, eravamo completamente occupate dentro e fuori e Rio de<br />

Janeiro ci attendeva... come un personaggio del libro russo "i1 vitello<br />

d'oro", OSTAP BENDER un uomo brillante, affascinante, con talento,<br />

con successo, effettuava, il ritrovamento d' un miliardario russo,<br />

svolgeva un piano ben riuscito e per questo riceveva dal miliardario<br />

una ricompensa a sua volontà di tutti i beni. BENDER sognava di<br />

fuggire a Rio de Janeiro. La scena finale del libro raccontava che<br />

OSTAR con le catene, piatti, monete, e gioielli d'oro addosso voleva<br />

attraversare la frontiera per arrivare a Rio. Sul campo pieno di neve<br />

veniva derubato dai poliziotti, selvaggiamente malmenato, perdeva<br />

tutto, rimaneva sconfitto, liberato dal peso d'oro, addio il sogno di Rio<br />

de Janeiro. Conoscevo anche un film simile, mi stringeva il cuore dal<br />

dolore per la scena finale. Non era giusto,meno male che era solo<br />

invenzione. La realtà è ben diversa, noi a Rio de Janeiro arriviamo!!!<br />

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CAPITOLO 7<br />

La mattinata era piovosa e grigia quando partivamo per aeroporto di<br />

Malpensa, Pietro stava nella gabbia dietro, con la coda timidamente<br />

schiacciata, con l'occhio vigile ma alto stesso tempo sognante, furbo.<br />

Stavamo zitti anche noi dentro la macchina come capita a tutti prima<br />

di un'impresa importante, complicata, un salto nel vuoto. Passavamo<br />

la zona dei boschi, con il finestrino aperto annusavamo l'odore fresco<br />

della vegetazione, del legno, e della terra bagnata dalla pioggia.<br />

Sicuro là si trovano i nidi di uccelli abbandonati fino a primavera, le<br />

tane animalesche con qualche bestia che dormiva dentro. Gli animali<br />

non avendo nessuna garanzia di futuro, con continuo rischio per la<br />

vita, vivevano beati e tranquilli. Ma noi umani di cosa abbiamo<br />

paura? Sentivo salire in me un coraggio, la voglia di scoprire le cose<br />

nuove forse altri lo percepivano, diventavano vivaci e sorridenti. In<br />

aeroporto io ed EDEL davamo l'ultima occhiata a Pietro dopo che<br />

MATVEI lo portava via per fare la puntura che lo addormentava,<br />

altrimenti non poteva superare tante ore di volo. Speravamo all'arrivo<br />

sul posto si svegliasse. L'aereo saliva, noi perdevamo l'orientamento<br />

del tempo, della stagione, di noi stessi. Tutto incominciava a cambiare<br />

e trasformare, noi sospesi nell'aria dentro la "pancia metallica" dell'<br />

aereo, anche se caldo, ed accogliente, famigliare. Dipendevamo da<br />

questa invenzione umana, dalla gente stessa che costruiva e guidava<br />

questa macchina volante. Che umore, il destino ha un pilota? Quando<br />

il karma è pesante ed è accumulato in noi, passeggeri? Ci per-<br />

doneranno i nostri peccati lassù e ci permetteranno di scendere sulla<br />

terra di nuovo?! Non si sa! Così dipendono da me oppure no i miei<br />

gemelli, ancora embrioni. Per loro sono un oceano caldo, scuro,<br />

primordiale, sicuro. Ma non è così. Siamo tutti i soggetti del rischio<br />

costante, se abbiamo paura di tutto non viviamo più. I miei gemelli<br />

hanno già le dita delle mani e dei piedi, sono di tre centimetri di<br />

lunghezza e un grammo di peso ciascuno... MATVEI metteva la sua<br />

mano sottile sulla mia pancia e diceva, sai che alla quinta settimana la<br />

pelle del bambino si ricopre di una sottile peluria. Siamo tutti animali.<br />

All'ottavo mese gli occhi dei bambini sono blu scuro, nonostante la<br />

razza, destino, ricchezza o povertà, fortuna o sfortuna, all'inizio siamo<br />

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tutti uguali. Aggiungevo io, siamo tutti i figli di Dio con occhi blu, e<br />

poi tutto cambia, viene dimenticato, mai saputo, EDEL dormiva<br />

durante il viaggio, si vedeva che la gravidanza la rendeva così. Ma io<br />

con il mio "doppio peso" ero attiva e movimentata. Passare tutto<br />

giorno in aereo, partire di mattina dall' Europa ed il giorno dopo<br />

trovarsi in America, si che è un viaggio. Quando siamo arrivati a Rio<br />

de Janeiro, la vista dell' oceano mi metteva in estasi sconosciuta,<br />

elettrizzante passava nel mio corpo. Sai, non mi soffoco più come in<br />

Italia perchè qua c'è uno spazio, un oceano contiene dentro di se la<br />

prospettiva di andare via, partire ancora più lontano, per un'altro<br />

continente, dicevo io. Ma a te sembra poco? Siamo già sull'altro<br />

continente, cosa vuoi di più? chiedeva EDEL. Però, ARIADNA ha<br />

ragione, il mondo mica finisce qui, è bello quando c'è la prospettiva di<br />

movimento, della crescita, dello scoprire, di spostarsi, ci interrompeva<br />

MATVEI. Andavamo a prendere il nostro povero uccellino, PIETRO,<br />

faceva pietà, steso sul pavimento della gabbia come un sacco vuoto,<br />

non sapevamo se era vivo o morto... Uscivamo fuori, un mondo<br />

veramente diverso dal nostro... meno male che esistono ancora posti<br />

così, belli e chi ha la possibilità di andarci con persone amate. Volevo<br />

abituarmi un po', non sapevo come vestirmi, facevo fatica con il<br />

cambio di stagione. Mi sorprendeva EDEL, toglieva un magglioncino<br />

e rimaneva con la maglietta super aderente e scollata con la scritta<br />

"BRASIL", aveva qualcosa di misterioso non si sapeva quando e dove<br />

l'avesse presa, ma per me? MATVEI l'osservava con ammirazione,<br />

era bella così fiorente, in evidenza non lasciava indifferenti neanche<br />

gli altri. Subito d'avanti a noi si fermava un taxi, salivamo su con la<br />

gabbia e dentro ancora addormentato PIETRO. L'autista si presentava<br />

subito come RICCARDO GOMES, bellissimo, con la pelle bianca e<br />

capelli lunghi, ricci, le labbra carnose,gli occhi celesti come il cielo<br />

nordico, con torso pieno di peti che spuntavano dallo spacco della<br />

camicia, io rimanevo sconcertata e rapita, sprofondavo nelle fantasie...<br />

Calmati cara è un' omosessuale, siamo nella patria dei gay, mi<br />

sussurrava nell'orecchio MATVEI. Ero furiosa non potevo più vederlo<br />

leggere i miei pensieri, dove mia privacy? Bisognava inventare un<br />

modo per difenderselo scoprivo ben presto, non aprivo più bocca,<br />

guardavo lo stesso COMES che raccontava, mio nonno era uno<br />

schiavo, negro, mia nonna svedese lo liberava , comprandolo per una<br />

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grossa somma di denaro. Mio padre era irlandese ma io non lascerò<br />

mai la mia patria, il Brasile. Improvvisamente si svegliava PIETRO,<br />

meno male che era vivo, gridava con la voce rauca, fortissima,<br />

gloriosa, spaventando l'autista che frenava bruscamente. Per fortuna<br />

non ci scontravamo con una Mercedes bianca dietro di noi, poi<br />

ridevamo tutti. Finalmente arrivavamo al nostro albergo "Rio Othon<br />

Palace". P1ETRO ci poneva un po' di problemi, pavoni non erano<br />

ammessi in albergo però con i soldi potevamo fare miracoli, soldi ti<br />

aprono tante porte da qualsiasi parte dei mondo. Una gentile<br />

cameriera portava la gabbia con PIETRO a casa sua, la lasciava là nel<br />

cortile, tanto già la sera dovevamo partire per la penisola di Buzios, a<br />

nord detta città carioca, sulla Costa del Sole, là ci aspettava la nostra<br />

GERALDINE, il nostro hotel era praticamente sulla spiaggia di<br />

Copacabana, con piscina sulla terrazza,ed una vista bellissima sulla<br />

spiaggia e sull'oceano. Mi piaceva tanto la piscina sul tetto alto.<br />

Avevamo la suite sul piano più alto, con due stanze e bagno con vasca<br />

grandissima, dove era rimasta EDEL per un'ora. Poi ci mettevamo<br />

tutti nel tetto grande... MATVEI in mezzo a noi, i sogni si<br />

realizzavano... Sembravamo tre bambini innocenti che passeggiavano<br />

per bosco e dalla stanchezza si mettevano per dormire sotto un albero<br />

abbracciati. Dormivamo e basta, un viaggio transoceanico non era un<br />

scherzo. Ci svegliavamo nel tardo pomeriggio ed io con EDEL<br />

facevamo il bagno in piscina contente degli sguardi degli uomini.<br />

Certo due ragazze bellissime da sole a Rio de Janeiro, pensavano<br />

loro...., però veniva MATVEI e ci diceva che le avventure non<br />

servono, dovevamo andare a visitare Ipanema.... Andavamo volentieri<br />

che il tempo era poco e non riuscivamo a visitare tutto, volevamo<br />

ritornare un giorno di là e continuare la visita. Guardavamo te<br />

spiagge, un Leblon granitico Pan di Zucchero, all'entrata della baia<br />

Guanabara e un Corcovado sul cui pendio si sviluppava una<br />

meravigliosa foresta tropicale di Tijuca, dove in vetta imponente<br />

spiccava l'importante statua del CRISTO REDENTOR. Volevo<br />

visitare le colline di favelas, baraccopoli, la città dei poveri, dei<br />

disperati, dove succedeva di tutto. Spesso i poveri avevano la carica<br />

sessuale impressionante, non avevano la paura di perdere perchè non<br />

avevano niente. Pasteggiavamo mano per mano con MATVEI, forse<br />

avevamo un' aria intima che la gente si girava a guardarci? Questa<br />

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città accettava le cose più strane e più naturali al mondo, era il posto<br />

per noi, EDEL cominciava a dire, che in Brasile la catena di motel era<br />

molto vasta e sviluppata, ed era per tutti i gusti e prezzi. Tante stanze<br />

erano dotate di letto rotondo con specchi sopra e vibratori....Ero<br />

entusiasta e chiedevo subito un letto che vibra, o un vibratore vero,<br />

per uso personale, MATVEI diceva che non sapeva, però se<br />

continuavamo cosi, lo avremmo scoperto presto. Tornavamo in<br />

albergo per la cena, poi prendevamo PIETRO che ci salutava con un<br />

grido festoso e partivamo con un taxi per Buzios.


CAPITOLO 8<br />

Un paese come il Brasile era magnifico di giorno, ma di notte,<br />

mostrava la sua anima vera l'oceano respirava, si muoveva nel buio.<br />

Per me era il posto ideale, mi piaceva fare il bagno di notte, nuda,<br />

nuotando verso la luna riflessa nella superficie dell'acqua. Di notte gli<br />

occhi della gente si accendevano, anche a quelli che non cercavano<br />

niente, si aspettavano qualcosa. Ma che cosa? Tanti di noi si<br />

vergognano a dirlo, l'amore l'attesa del mistero, del rito magico, un<br />

ritrovamento del tesoro, di se stessi. Si vedeva dai corpi quasi nudi<br />

sotto al sole, uomini e donne in famosi bikini "Fil Dentai", la<br />

confusione, sole cocente ed abbagliante ma la notte calmava lutto e<br />

metteva lutto al suo posto. Le prostitute da strada e quelle di lusso<br />

uscivano per la caccia notturna... sapendo bene cosa volevano. Quanti<br />

segreti, misteri e desideri nascondeva la notte brasiliana, creando<br />

situazioni nuove in continuazione. Eravamo arrivati a Buzios, un<br />

posto antico, popolato solo da pescatori, ricco di scogli ed insenature,<br />

tranquillo e incontaminato. Nel buio non si capiva bene dove si<br />

trovava la casa di GERALDINE, ma si sentiva un oceano che era a<br />

pochi passi da qua. Se capita nella vita di riconoscere tutto come "tuo"<br />

quello che vedi per la prima volta era il nostro caso. Finalmente<br />

arrivavamo a casa di GERALDINE. Guardava noi con gli occhi<br />

strani, trasparenti come un ghiaccio, piangeva di gioia. Poi diceva,<br />

adesso voi siete tutto quello che io potevo sognare!! con EDEL<br />

eravamo sistemate in una casetta per gli ospiti che stava in mezzo al<br />

giardino. Non avevamo tanta fame, prendevamo po' di frutta che si<br />

trovava in grossi cesti all'entrata. Dormivo senza sognare, mi<br />

svegliavo con dei canti di uccelli tropicali, forse anche dei nostri<br />

italiani o russi che emigravano d'inverno pervenire qui. Uscendo fuori<br />

vedevo l'oceano davanti a me con tutta la sua vastità e la spiaggia che<br />

non finiva mai. EDEL, MATVEI E GERALDINE facevano colazione<br />

sulla terrazza. PIETRO liberato dalla gabbia girava per il giardino era<br />

giusto così. La nostra vita sulla riva dell'oceano volgeva tranquilla,<br />

noi eravamo nel punto piacevole della nostra esistenza. Le nostre<br />

gravidanze non si vedevano ancora, attorno a noi c'era tanto da<br />

scoprire, la noia era ben lontana. C'era un mondo da capire attorno e<br />

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dentro di noi. La vicinanza della natura, l'amore di MATVEI e<br />

GERALDINE, forse le gravidanze svegliavano in noi la voglia di<br />

creare, di esprimersi nell'arte. EDEL dipingeva sui muri delle nostre<br />

stanze, preparale per noi ed bambini che dovevano nascere. Chiedevo<br />

ad EDEL di non disegnare le farfalle. Perchè no? Tutto che abbiamo<br />

era arrivato grazie alle farfalle, rispondeva lei. E’ vero...La mia arte<br />

era scrivere, cominciavo dalle favole per bambini. Questa terra creava<br />

un vortice di volti nuovi nella mia testa. La principessa del fondo<br />

oceanico, un drago governatore delle montagne, lo spirito della grotta<br />

nera, un cane con due teste... A proposito di cani MATVEI diceva che<br />

qua in Brasile capiva la lingua dei cani e cosa dicevano.... Ma dici<br />

allora cosa dicono i cani? domandavamo, io potevo essere felice in<br />

questo mondo, ma loro..., quello che mi dicono..., parlava con<br />

tristezza, impossibile che fingeva e noi non chiedevamo più niente.<br />

Non poco lontano dalla spiaggia "Tartaruga", chiamata così per le sue<br />

rocce sommerse nel mare a forma di tartaruga, scoprivamo un posto<br />

magico. Un piccolo fiume che saltava fuori dal bosco folto, quasi<br />

impenetrabile e scorreva tra sabbia bianchissima correndo verso il<br />

mare. Un blu incoronato di bianco mi ricordavo già la Siberia. Di là<br />

prendevo d'estate il sole o tentavo di prenderlo nel nostro orto. Non si<br />

capiva se doveva piovere o uscire un bel sole, infastidivano le<br />

zanzare, le mosche che mordevano sempre di più, ma io non mi<br />

muovevo stavo stesa per terra osservavo il cielo aspettando chi<br />

vincerà sole o pioggia? Sul cielo si formava un paesaggio bellissimo,<br />

irreale, la striscia del cielo blu rimaneva schiacciata dalle nubi<br />

d'argento, sembrava un fiume che scorreva in mezzo a dune di sabbia<br />

morbida come cuscini, chiamavo tutto "fiume del cielo". Ed in quel<br />

momento stando sulla terra fredda sognavo di trasferirmi in un paese<br />

dove non c'era una minaccia di pioggia, e di mosche pungenti. Ora in<br />

Brasile scoprivo quel "fiume del cielo" un sogno, finalmente ero qua.<br />

Nello stesso giorno che io ed EDEL scoprivamo il "fiume del cielo",<br />

sognavo in modo strano che camminavo sulla spiaggia di Rio de<br />

Janeiro-Leblon, tutta grintosa e pronta per nuovi incontri, con solo<br />

addosso un perizoma, con le tette che balzavano quasi fossero di<br />

gomma, ritmicamente ad ogni mio passo, mi stendevo sulla sabbia<br />

con pancia giù, sentivo che qualcuno si avvicinava oscurandomi il<br />

sole, alzavo la testa, e vedevo quattro maschi atletici, abbronzati,<br />

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volevano violentarmi davanti a tutti. Mi piacevano le cose nuove di<br />

sesso, le improvvisate e la trasgressione però avevo i miei ritmi e<br />

cicli. Non avevo sempre la voglia. Uno di loro diceva, siamo ANTAL,<br />

PASCAL, CARLOS, MARCOS, metteva la mano sulla mia schiena,!'<br />

accarezzava, mi alzavo e fuggivo verso il mare. Loro rimanevano sul<br />

posto per aspettarmi, mi rendevo conto che la mia fuga aveva un<br />

scopo, farmi vedere da loro in movimento, intera, cosi potevano<br />

capire che non sbagliavano con me, ero la scelta giusta. Ma pensavo<br />

se non avrebbero avuto da me quello che volevano subito, dovevano<br />

ripassare, riprovare, comunque attendere.... e così mi svegliavo.<br />

Svegliavo anche EDEL e le dicevo con buon umore, sai che un<br />

gruppo "per amore verso umanità" si trova vicino? Siamo nella loro<br />

patria. Rispondeva lei che lo sapeva già1 da tempo. EDEL sapeva<br />

troppe cose ed io ero l'ultima a saperle. Questa mattina MATVEI era<br />

in giro con GERALDINE, che era ringiovanita molto. Volevo sapere<br />

da lui cosa rendeva tutti felici e giovani, volevo che lo insegnava<br />

anche a noi. Loro due dovevano partire un giorno per Brasilia, per<br />

sbrigare affari di eredità. GERALDINE lasciava tutto a noi. MATVEI<br />

ci raccomandava che dovevamo fare le brave, sembrava un po' strano,<br />

con occhi sorridenti e la bocca in perfetta armonia. Una cosa che mai<br />

succedeva. La sera io con EDEL eravamo molto agitate, sembrava che<br />

in casa c'era qualcuno, ma eravamo solo noi e PIETRO che dormiva<br />

fuori, in giardino. Volevamo dormire nella stanza di MATVEI sul<br />

grande letto. Eravamo scivolate sotto la coperta, abbracciate, come<br />

due sorelle nel castello stregato, non sapevo dove passava la frontiera<br />

del sogno e della realtà. Mi trovavo in un istante sulla riva del fiume<br />

del cielo", seduta tra la sabbia splendente nella luce della luna piena.<br />

Con gridi di gioia come fosse su di una slitta EDEL saltava fuori dalla<br />

fitta vegetazione, da dove usciva un fiume. Dovevo chiederle come<br />

entrava là dentro e cosa trovava. Avevamo da fare, andavamo verso la<br />

spiaggia dove trovavamo un letto con le tende come sognava EDEL.<br />

Volevo un incontro di gruppo, sentivo una grande "sete nel mio<br />

utero",voleva bere. Aspettavamo loro, con mio pazzesco desiderio,<br />

ma EDEL no, era spenta. La mattina diventava un pomeriggio,<br />

pomeriggio si trasformava in sera.. e niente.. Adesso cara andiamo a<br />

casa "mia" la tua non è molto ospitale, dicevo io. Mi muovevo come<br />

un' uccello. ma EDEL con la testa abbassata sperava di salvarsi, avevo<br />

38


la "sete uterina" sempre di più. La casa del mio sogno rimaneva la<br />

stessa. Era tutto pronto per la festa, sentivo che andava meglio dell'<br />

ultima volta. Per dare un tocco romantico cominciavamo con un ballo,<br />

anche se io volevo cominciare subito con la cosa "principale". La mia<br />

allegria aumentava quando vedevo i quattro fratelli, CARLOS,<br />

MARCAS, ANTAL e PASCAL. Lo sapevo che il linguaggio del mio<br />

corpo non mi tradiva, con tanta gente più dell' altra volta, dove uscivo<br />

soddisfatta.... Si vedeva che la nostra presenza attirava molta gente,<br />

mi sentivo la regina del ballo, anche se la vera regina era EDEL che<br />

ballava con vestaglia trasparente sul corpo nudo. Volevo sapere dove<br />

prendeva dei vestiti così perfetti. Un letto alla vista ti tutti ci<br />

attendeva.. Certo che la perdonerò non è il caso di litigare con una<br />

cara amica-sorella per un pene maschile, sconosciuto e non ancora<br />

neanche eretto. Chi siete? Quale e' la vostra vera identità? Noi<br />

controlliamo tutti, gridava EDEL, frasi come un poliziotto, stando<br />

come fosse in tribuna sul letto, dritta con l'aria di accusatrice, i vostri<br />

membri infilateli alle vostre legittime mogli che avete da qualche<br />

parte.... Questa oscenità non me l'aspettavo da lei, che assurdo!!! buio<br />

copriva tutto, la gente se ne andava, spariva, si scioglieva. EDEL ed<br />

io eravamo disperse nel buio però io sapevo dove andare. Il locale<br />

sulla spiaggia si chiamava Joao Fernandes "Chiringutto, con spettacoli<br />

sexy osé, questo ci voleva per noi. Entravamo in quel bel posto,<br />

affollatissimo, con tavolini sistemati sotto il tetto di paglia, ne<br />

prendevamo uno l' ultimo, osservavo tutto. Un uomo calvo con occhi<br />

sporgenti e vuoti mi faceva un segno di saluto, sorrideva. Non era nei<br />

mie gusti ma in posto sconosciuto di notte da sole non volevo creare<br />

nemici. Salutavo anch'io, osservavo io spettacolo osé che non mi<br />

convinceva neanche le attrici. La rabbia mi sbranava dentro e poi non<br />

sete ma la fame del mio utero, non mi dava più tregua... Mi alzavo<br />

energicamente anche l'uomo calvo voleva unirsi con me. La mia sedia<br />

cadeva con forte rumore, un silenzio completo e poi un grido corto<br />

una donna spaventata... Ragazze e ragazzi volete un gioco onesto! Un<br />

gioco che la società umana fa solo a metà, un concorso "MISS<br />

SEXY", scegliamo una che versa addosso lo sperma più delle altre,<br />

dentro di se, una con la quale tutti si vogliono accoppiare, dicevo io,<br />

salendo sopra tavolo, tenendo in mente comportamento di EDEL che<br />

usava un letto come tribuna per suo discorso, la mia offerta era<br />

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accettata con grandissimo entusiasmo ed applausi, il palcoscenico si<br />

era liberato dalle ballerine osé con loro lavoro inutile anche loro<br />

prendevano posto fra i concorrenti. Sceglievamo la giuria ed assistenti<br />

fra popolo maschile sessualmente attivo, senza limiti d'età". Peccato<br />

che non prendevo la vestaglia sexy di EDEL così potevo vincere,<br />

sentivo dentro di me la forza di vincere, il concorso cominciava,<br />

concorrenti uscivano, gli assistenti agivano e la giuria contava...<br />

Uscivo io senza vestiti solo con "perizoma", capelli sciolti, coprendo<br />

il seno pesante e grosso.! gemelli erano "impegnati” ora nella vita<br />

uterina dentro di me. Entravo sul podio con la testa bassa con la solita<br />

andatura da felino, stando nel cerchio illuminato guardavo tutti, niente<br />

di più, solo guardavo, alzavo la testa e sbattevo capelli all'indietro<br />

come nella sfida fra una leonessa e un branco di cani selvatici che<br />

scambiavano me per una cagna in calore. Vincevo io il concorso,<br />

capendo che "sexy" non proviene da fuori ma dall'utero. Non<br />

dipendeva da una bella, brutta, bassa o alta, ma da qualcosa che aveva<br />

dentro. Se un richiamo è forte lo sentono anche ciechi e sordi. Mi<br />

coprivano di fiori, la mia vittoria non era per me normale, non sapevo<br />

più chi dovevo scegliere, erano tanti che mi desideravano ma io<br />

dovevo prendere solo uno di loro. Fortunato era SEBAST1AN<br />

ALKOFER, raffinato inglese, biondo con occhi neri come carbone.<br />

Sembrava che tratteneva con sforzo la valanga del desiderio, tremava<br />

quando mi teneva per la mano. Volevo valutare questa valanga,<br />

misurarla per mia esperienza personale e curiosità. Andavamo nel suo<br />

albergo. Quando ero seduta vicino alta piscina illuminata sul tetto dell'<br />

albergo, nuda, senza niente, SEBASTIAN andava a prendere da bere.<br />

Sentivo un dolce formicolio in mezzo alle gambe e sul seno teso,<br />

dolorante quando improvviso arrivava MATVEI con pareo da<br />

spiaggia mi avvolgeva, andavamo via, addio SEBASTIAN... EDEL<br />

dormiva nel letto di MATVEI mi mettevo vicino, MATVEI mi<br />

baciava nella testa come bambina, allora non era per niente arrabbiato<br />

con me? Ma per cosa? Era solo un sogno. Prima di addormentarmi lo<br />

vedevo seduto su una sedia a dondolo con schienale a forma di<br />

cavallo... Conoscevo già una sedia cosi... ma dove, finalmente mi<br />

ricordavo. Ma portavi dall' Italia la sedia, gli chiedevo già mezza<br />

rapita dal sonno. Lui mi diceva che la sedia era qua, voleva che<br />

dormivo ancora. Il giorno dopo mi svegliavo a tarda mattina, trovavo<br />

sola GERALDINE a casa. Stava seduta sulla terrazza con la colazione


pronta per me. Pensavo, allora che erano già tornati. Poi EDEL e<br />

MATVEI andavano in spiaggia. Mi sentivo un po' stanca affaticata e<br />

come forse perplessa, pensavo che uno vuole realizzare i suoi progetti<br />

non come stanotte… Però almeno ero la vincitrice, c'è sempre la<br />

prospettiva bella per rifare tutto... Quando loro tornavano dalla<br />

spiaggia, EDEL aveva addosso la stessa vestaglia come nel mio<br />

sogno... Cosa fai ARIADNA? Perchè mi guardi cosi?, chiedeva<br />

EDEL. Niente è molto bella la vestaglia che hai addosso, comoda...<br />

prendine una anche per me, dicevo. Sentite cosa vi racconto,<br />

stamattina avevo addestrato un gabbiano, raccontava MATVEI,<br />

eccola qua1 nel giardino con PIETRO. Scendevamo tutti in giardino,<br />

il nostro PIETRO con gabbiano erano seduti vicino come due polli nel<br />

pollaio, pacifici, rassegnati. Guardate come bella e liscia la sua<br />

fidanzata, sembrava che capiva le nostre lodi, notava GERALDINE.<br />

E li accetta senza nessuna condizione,ma noi esseri umani non<br />

accettiamo in modo naturale i complimenti, saremmo già tesi per le<br />

domande, il complimento è sincero, perchè se lo fanno, vogliono<br />

qualcosa, ma ci saranno anche altri complimenti? diceva MATVEI. I<br />

giorni nella casa di GERALDINE non erano mai uguali anche se non<br />

succedeva niente di particolare. Forse solo dentro di noi crescevano le<br />

nostre creature un grande evento in corpo. EDEL ormai finiva di<br />

dipingere i muri della nostra stanza dove si siamo trasferite dalla<br />

casetta per ospiti. Mi piaceva la sua arte strana, astratta. Ogni quadro<br />

aveva un titolo che non smetteva di stupirmela rivelazione mica da<br />

ridere permettiti di occuparti delle sciocchezze","l'erta militare la<br />

paura divenuta automatica","la spiritualizzazione della persona"....Un<br />

giorno MATVEI insisteva che noi dovevamo fare la visita<br />

ginecologica, era nel paesino poco distante da casa nostra, andavamo<br />

a piedi, un posto dalla parte opposta del mare. Il dottore visitava per<br />

prima EDEL dopo toccava a me. Non era un ginecologo dei mie<br />

sogni, un uomo normale, spento, senza passione per il suo lavoro. Le<br />

nostre gravidanze procedevano bene.) miei bambini incominciavano a<br />

stare un po' stretti dentro di me, però in due con tutta allegria.<br />

Immaginavo che già litigavano tra loro, facevano le baruffe con le<br />

loro manine minuscole, toccavano le testine piccole, ma già con<br />

lineamenti precisi delle mie e di MATVEI. Forse meglio che erano in<br />

due così potevano già socializzare tra loro, imparare a difendersi, la<br />

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sana concorrenza era sempre utile. Invece la creatura di EDEL<br />

nuotava nella santa pace,individualista. Dopo la visita andavamo a<br />

passeggiare, parlando dei nostri futuri bambini. Sai loro dentro di noi<br />

non sono nostri, siamo incaricate per portare la missione a termine. Se<br />

DIO ti manda un bambino va bene, se no va lo stesso tu devi fare altra<br />

cosa, quella che sai fare, diceva EDEL. Anch'io penso così, so non poi<br />

avere figli è una causa precisa, mai sbagliata. Lassù sanno meglio di<br />

noi, quanta gente non vede più dal suo naso, come quando cammina<br />

sotto un' ombrello anche se da tempo ha smesso di piovere, loro non<br />

vedono altri, non sentono niente attorno, sono dentro se stessi, dicevo.<br />

E bene, se là dentro hanno qualcosa di profondevi vasto per non<br />

sentirsi soffocati dai suo mondo interiore stretto e povero, aggiungeva<br />

EDEL. Guarda un mais...,esclamavo io, di fronte a noi c'era un campo<br />

di mais senza fine quante emozioni mi prendevano, volevo piangere.<br />

Caro mais da un campo così noi abbiamo percorso, solo italiano ma<br />

un percorso glorioso. Dove sono adesso quei chicchi di mais che<br />

maturavano nell'autunno italiano ormai lontano, anni luce da qua.<br />

Qualcuno li mangiava nella forma di famosa polenta bergamasca e<br />

mangerà ancora, non c'è' sulla terra ma si nascerà, qualcuno che<br />

veniva mangiato da altri, qualche povero bestione domestico, diceva<br />

EDEL con occhi lucidi. Ma sai che tutto è più caro, dolce, tenero era<br />

rimasto nel campo di mais, le cose migliori rimanevano là. Tutto era lì<br />

inizio, sotto la domanda, insicuro, nello stato embrionale, misterioso.<br />

La cosa più bella è un mistero, quello che sarà ma tu non sai ancora<br />

che nostalgia, dicevo. Che nostalgia... ripeteva come l'eco EDEL, non<br />

ci sarà più, non ci... interrompeva bruscamente. Alzavo gli occhi,<br />

vedevo quattro ragazzi, CARLOS, MARCOS, ANTAL, PASCAL,<br />

sorridevo come matta, era la colpa della gravidanza o le scariche<br />

emotive incontrollabili? Mi mettevo per terra attenta per non<br />

danneggiare i bimbi, nel mezzo del mais, ridevo, ridevo, non riuscivo<br />

più a smettere... Mai nella mia vita ridevo così, guardavo le mani, le<br />

stesse con le dita affusolate d' artista. Mi davo un pizzicotto per<br />

vedere se dormivo. No, non dormivo era tutto vero, ridevo di nuovo...<br />

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CAPITOLO 9<br />

Si proprio loro, quattro bei fratelli, che sognavo, ma ora era realtà.<br />

EDEL con me vedeva di nuovo loro, sull'orlo del campo di<br />

granoturco. Quando smettevo di ridere pensavo, che noi innocenti ed<br />

incinte, uscivamo dal ginecologo per stare un po' nei nostri ricordi<br />

puri e nostalgici in mezzo al campo di mais...e cosa abbiamo trovato?<br />

ARIADNA, mi sembra che li conoscevamo, diceva timidamente<br />

EDEL. Si era anche lei con quattro fratelli nel mio ultimo sogno. Non<br />

rispondevo a EDEL ma mi rivolgevo direttamente a loro vedendo che<br />

non sapevano cosa dire. Allora cosa avete combinato di buono? Sai<br />

cara ADRIADNA rispondeva, il fratello più alto, di tutti e quattro,<br />

PASCAL, nella vita non ci sono tanti a far niente, sognare e fare belle<br />

ereditiere come voi due. Noi per vivere dobbiamo lavorare, CARLOS<br />

ha aperto lo studio ginecologico e noi lo aiutiamo, il lavoro ci piace<br />

tanto. La donna deve capire, sentire, intuire, accarezzare con lo spirito<br />

e non solo scoparla bruscamente, lasciandola magari incinta, rovinata<br />

ed infettata .Come scopriva ANTAL: la donna ha l'anima motto<br />

profonda e anche pericolosa, diabolica, perciò meglio trattarla bene<br />

finchè non ha fatto incenerire ed annullare tutti noi. Una donna che<br />

governa il mondo, sembrerebbe un maschio. Noi con tutti i nostri<br />

membri duri o no, lunghi e corti, con muscoli sviluppati, calvi o con<br />

capelli folti, ricchi e poveri, stanno insignificanti davanti alla sua<br />

cavità primordiale antica, divoratrice, che ha in mezzo alle gambe. E'<br />

mistero universale questo "buco boschivo" da dove proviene tutto e<br />

tutto sparisce... Senti PASCAL, interrompeva il suo discorso<br />

CARLOS, basta! Le ragazze sono stanche dei tuoi ragionamenti<br />

filosofici. Andiamo tutti a vedere il nostro studio. EDEL ed io<br />

eravamo curiose, stupefatte come stregate seguivamo i fratelli.<br />

Salivamo su un piccolo pulmino con tetto apribile, un modello nuovo<br />

per noi. Non stavamo assolutamente stretti, ma comodamente seduti,<br />

sopra vedevamo un cielo aperto e luminoso, un cielo d'estate<br />

brasiliana. Andavamo a sud di Manguinhos, stesso posto dove un ora<br />

prima avevamo fatto la visita medica, il viaggio verso il mare era<br />

pieno di curve vertiginose, finché non raggiungemmo un piazzale<br />

largo e vasto da li iniziava la salita verso la montagna a forma quasi<br />

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conica, senza vegetazione che in certi punti sembrava lucida. Tutto<br />

appariva irreale,fantastico,come la terra in un'altra dimensione,<br />

invisibile, ma scoperta solo da noi. Sulla cima un'altro piazzale<br />

ricoperto di erba corta, ricciolina con fiori di color viola profumati.<br />

Noi eravamo in alto dove passava un vento forte, fresco, di oceano,<br />

EDEL ed io eravamo meravigliate dalla bellezza rara, maestosa e<br />

mistica del posto. Quando non l'aspettavamo ci troviamo davanti un<br />

paradiso della terra. Lo studio ginecologico dei fratelli era a forma<br />

precisa di piramide egiziana, fatta di cristallo trasparente, un po'<br />

azzurrino con due piani, un ascensore trasparente, dallo studio non<br />

sfuggiva niente. Tutto era scoperto, si vedeva tutto dentro, stando<br />

fuori e contrario come da su e giù. Al secondo piano si trovava una<br />

sedia ginecologica dorata. Con questo mezzo anche la donna<br />

diventava trasparente, tutto scoperto. Un mistero avvolgeva e velava il<br />

posto profondo e scuro detta notte buia, medioevale. Noi rimanevamo<br />

senza parola, ma ANTAL, PASCAL, MARCOS, CARLOS ridevano<br />

divertiti. Bello il posticino, diceva EDEL, rompendo un silenzio che<br />

durava ed ci teneva zitte e concentrate già dall'inizio della salita. Bello<br />

il posticino?, esclamava stupito MARCOS, ma voi sapete chi siamo,<br />

apparteniamo ai gruppo, siamo "la testa governativa" del gruppo e<br />

questa è la sede centrale. Che gruppo?,domandavo agitata. Ma<br />

cara,non lo sai? Un gruppo che gira per soddisfare la richiesta<br />

personale, "per l'amore verso umanità, sano, gratuito, anonimo, di<br />

qualità, di fecondazione assistita. Oh! come unica voce li avevamo<br />

ispirati io ed EDEL. Ma poi dicevo a loro, non che nostro marito.<br />

MATVEI è un vostro principale? Caro MATVEI appartiene all'altra<br />

organizzazione è una persona leggendaria e carismatica anche se ogni<br />

tanto ci fa' compagnia, rispondeva CARLOS. Quando c'è, noi<br />

rimaniamo all'ombra della vicenda, si lamentava MARCOS. Anche se<br />

no lo conoscevo bene mi sembrava antipatico e non sapevo perchè?<br />

Cosa stai dicendo, fratello?! Tutti siamo impegnati nella faccenda<br />

unica che riceve benevolenza dal DIO, suo sostegno. Tra noi non deve<br />

esistere la gelosia, l'invidia, la concorrenza, ne rabbia. E tu?!<br />

Altrimenti cambia mestiere, diceva sdegnato ANTAL. Scusa ogni<br />

tanto non ragiono e poi quando vedo belle fanciulle come ARIADNA<br />

ed EDEL...fin questo momento cominciava a parlare PASCAL,<br />

ragazze vi offriamo di fare una visita ginecologica da nottante donne<br />

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la sognano. Noi non solo facciamo la fecondazione ma anche vi<br />

visitiamo, ed assistiamo al parto. Per la fecondazione non ne avete<br />

bisogno, per un parto è ancora presto, ma per una visita si, vedete voi.<br />

Ma ne abbiamo già fatta una, e subito dopo abbiamo incontrato voi<br />

nel campo di mais, diceva difendendosi EDEL. Allora spingevo forte<br />

EDEL con un gomito ed intervenivo dicendo, guardate... non mi<br />

ispirava tanta fiducia quel dottore, mi deludeva e non mi soddisfava.<br />

Voglio fare una visita da voi, e tu, EDEL come vuoi? Mi sembrava<br />

che tutti e quattro i fratelli guardavano me con profonda approvazione<br />

e gratitudine. Ognuno di noi vuole che il suo lavoro diventa utile,<br />

gradito da altri, riconosciuto e praticato, chi fa tanto nel lavoro<br />

diventa ancora più bravo... EDEL mi guardava in modo strano allora<br />

io con il pollice e l'indice uniti facevo un segno incoraggiante "tutto<br />

ok cara...la vita scorre... "MARCOS e ANTAL accompagnavano<br />

EDEL sul piano sotto, io rimanevo sopra con CARLOS e PASCAL<br />

pronta per la visita. Quando ero stesa sulla poltrona ginecologica,si<br />

aprivano tre pareti trasparenti della piramide lasciando vedere un cielo<br />

sopra di me. Chi si immaginava una scena cosi?Le mie parti intime,la<br />

pancia arrotondata con dentro due "pesciolini umani" esposta alla luna<br />

piena ed alle stelle grandissime, abbondanti sul cielo, e ai fratelli....<br />

Mi sentivo eccitata, turbata e contenta. La voglia del mistero, della<br />

stranezza e del insolito stava per soddisfarmi. La festa dei sensi, del<br />

corpo e della femminilità sarà compiuta. Cosi siamo più freschi,<br />

commentava CARLOS sulle pareti scorrevoli. Sentivo le mani di<br />

PASCAL che accarezzavano la mia pancia ed il mio seno. Delle belle<br />

mani così non mi avevano mai sfiorato, trattenevo il respiro e<br />

sembrava che i miei figli dentro la pancia aprivano gli occhi e<br />

guardavano PASCAL e il cielo. Strano ma dentro di me sentivo che<br />

erano due maschi, che avrei chiamato ARIEL e VINCENT, che<br />

ridevano... Sai ARIADNA noi non usiamo nessun apparecchio per<br />

diagnosi solo le mani, l'intuito, l'istinto, gli occhi, l'anima, doni<br />

misteriosi ed altri organi... non sbagliamo quasi mai, diceva<br />

CARLOS, mettendo delicatamente le dita nella mia vagina. Mi<br />

sentivo tutto il corpo pulsare dalla voglia di essere penetrata ma non<br />

in modo dolce e tenero ma brusco e violento. Quanto tempo passato<br />

senza sesso vero, reale? La penetrazione viscida, scivolosa,<br />

inconsistente e debole di mio marito non la prendevo neanche in<br />

45


considerazione. Immaginavo sempre due lumache accoppiarsi, lui era<br />

già una lumaca e faceva diventare tale anche me, non riuscivo a<br />

dimenticare queste immagini. ARIEL e VINCENT entravano in me<br />

durante un sonno profondo o in stato di semicoscienza con l'aiuto<br />

mistico di MATVEI e poi niente... Da tanto tempo mi consideravo<br />

una vergine, non so se mi poteva ricrescere anche l'imene, sembrava<br />

di no... Le mani di CARLOS erano già troppo dentro di me,<br />

provocavano delle sensazioni al mio corpo, da svenimento, portavano<br />

all'estremità, dell'orgasmo che ritardava facendomi impazzire. Non<br />

avevo per niente vergogna della vagina bagnata, la colpa era loro, non<br />

mia. Ero come una chitarra, loro la toccavano, ed io suonavo. Cosa mi<br />

rimaneva? PASCAL con un oggetto appuntito e gelato toccava i miei<br />

capezzoli, ma avevano detto che non usavano nessun apparecchio.<br />

Ogni tocco era come un fulmine nell'inguine, volevo smettere per<br />

paura di abortire. ARIEL e VINCENT dormivano dentro di me beati,<br />

non volevano scomodarmi e mettermi in imbarazzo. Aprivo gli occhi<br />

e chiedevo cosa faceva EDEL e dove era, guardando giù dalla<br />

poltrona, attraverso il pavimento di cristallo vedevo tutto. Quello che<br />

vedevo mi lasciava senza fiato. Eccola EDEL, santa-vergine... ma<br />

forse era stata la bravura dei fratelli a convincerla? Era sdraiata sul<br />

tappeto rosso e penetrata dai due fratelli, uno davanti di lei, l'altro<br />

dietro, sembravano tutti come tre giganteschi vermi, felici,<br />

indivisibili, innamorati. Che puttana mentre mi perdo nei preliminari,<br />

nei discorsi con la mia coscienza, discutendo di permesso e di<br />

proibito.. lei già in azione doppia. Non so cosa dovevo dire ai miei<br />

"visitatori" dopo quello che ho visto, ma la penetrazione in me<br />

diventava profonda e completa. Avevo sugli occhi la fascia azzurra,<br />

leggera che mi impediva di distinguere i quattro fratelli. Questo gioco<br />

mi piaceva anche se loro quattro erano quelli, però io riuscivo a capire<br />

con chi ero. Adesso dentro di me doveva esserci CARLOS non<br />

conoscevo la lunghezza del suo membro, gigantesco, largo o grosso<br />

però non mi faceva male, ma semplicemente occupava tutto il posto<br />

dentro di me. Perfino ARIEL e VINCENT si spostavano su un lato<br />

per non correre pericolo, non si poteva mai sapere... CARLOS era<br />

primario della clinica, non poteva essere diverso, non illudente al<br />

primo impatto. Senza altro aveva la punta del pene grossa, vellutata,<br />

fiorente, morbida ma decisa. Uno così generava bambini bellissimi e<br />

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sani .vivaci, a maggior parte maschi, il suo flusso di sperma andava<br />

direttamente, ben indirizzato in modo potente come una pompa senza<br />

esitare verso un unico obbiettivo un ovulo, desideroso di essere<br />

fecondato. Forse se non incinta farei tutto con lui, forse lo farò dopo...<br />

Ma con lui non potevo completamente rilassarmi perchè la voglia di<br />

prendere un piacere tutto per se faceva concorrenza al desiderio di<br />

procreare, di generare la vita nuova. Non riuscivo a divertirmi fra dare<br />

o prendere, questo dovevo ancora imparare dalla vita. Ma che posso<br />

fare entrare nel mio utero se è già occupato? "La faccenda" con<br />

CARLOS andava un po' persa, sprecata, inutile anche se mi sentivo<br />

molto sollevata da questo amplesso fondamentale. Adesso toccava a<br />

PASCAL, prima diceva a me, cara ARIADNA. lo sperma deve essere<br />

tanto, presa da tanti maschi contemporaneamente viene cosi<br />

organizzata la vera gara, vincerà il più forte. Ma se lo sperma è dato<br />

solo da "cinque gatti", andrà lento, svogliato, poco convinto. Per<br />

vincere deve esistere un nemico, un concorrente per stimolare per<br />

accelerare per essere primo. La voce di PASCAL mi faceva un strano<br />

effetto, non distinguevo le parole però capivo ed ero d'accordo con il<br />

senso del discorso. Mi prendeva bruscamente con contenuto che<br />

traboccava ma senza sentimento. L'azione spoglia, sincera,<br />

meccanica, sfrenata questo si dopo l'agire sensato, pieno, cosmico e<br />

possente di CARLOS. Per capire meglio due amori con due fratelli<br />

immaginavo che CARLOS mi buttava per terra morbida, fertile con<br />

semi rotondi e pieni. Poi PASCAL con movimento energico, preciso<br />

introduceva i semi in profondità del terriccio, un martello pneumatico<br />

di agricoltura. Mi concedevo tutta a lui, abbandonata a sensazioni<br />

nuove e degeneranti. Tutto procedeva sotto la luce acconsentita e<br />

complica della madre-luna, protettrice di tutte le donne, sotto le stelle<br />

mondi lontani, la luce-occhi dell'universo. Con tutti questi testimoni<br />

sopra l'oceano non poteva succedere una cosa sbagliata, dove in quel<br />

momento andava avanti qualche bello accoppiamento fra delfini,<br />

pesci, crostacei, squali. Ero già molto vicina ad un orgasmo<br />

impressionante, che mi avrebbe capovolto, sradicato e svuotato. Non<br />

avevo paura per ARIEL e VICENT, mi hanno fatto capire che sono<br />

ragazzi furbi, abili ma diplomatici che sanno nascondersi e adattarsi al<br />

"condominio umano". La scena cambiava di nuovo, CARLOS e<br />

PASCAL andavano giù per soddisfare la divoratrice sessuale, mia<br />

47


cara EDEL. Vicino a me sentivo MARCOS e ANTAL che si<br />

avvicinavano con membri ancora sporchi di sperma, versato dentro di<br />

lei...! Meno male che si trattava di EDEL altrimenti sarei gelosa...<br />

scoprivo che lei era avida di orgasmi di sensazioni di penetrazioni e di<br />

sperma. Ma volevo tutto per me come la terra da fecondare, toccava a<br />

tutti gli altri farlo ed arricchirmi. Sentivo qualcosa che si infilava<br />

come un serpente dentro la mano, un membro lungo, sottile con la<br />

punta piccola, un serpente asciutto, liscio che pulsava di calore<br />

ardente. Allora si ripulivano dal "versamento" precedente con EDEL.<br />

Non mi preoccupavo per niente ma quando si erano scambiati così<br />

velocemente? io che sprofondavo nel buco cronologico il tempo<br />

scorreva a modo suo. Nella festa del sesso simile non c'era da<br />

meravigliarsi, poteva succedere di tutto, una goduria sensuale del<br />

corpo e dello spirito senza precedenti, il pene di ANTAL cadeva<br />

dentro di me come un ago nel pozzo. Dal piacere dello sperma e dal<br />

liquido avevo la vagina spalancata, scivolosa, languida, allargata cosi<br />

che poteva accogliere anche un elefante. ANTAL aggiungeva un<br />

ritocco importante, vitale, umano, spirituale alla faccenda. Sappiamo<br />

tutti che la filosofia, la spiritualità, stati alti della coscienza non<br />

favoriscono il concepimento e la fecondità e voglia di procreare.<br />

Basta capire ed immaginare come è il mondo e passa la voglia di<br />

vivere di respirare e di mangiare la carne, altro che moltiplicarsi sulla<br />

terra...Ma tutto questo è l'anima, soffio decisivo della vita non si può<br />

fare niente ma senza si ferma tutto. ANTAL versava l'acqua sul<br />

campo seminato da CARLOS e PASCAL. Cosa è possibile senza<br />

l'acqua?! Sopra il nostro campo collettivo sorgeva un sole. Antipatico<br />

MARCOS era un sole aveva tutto in perfetta armonia ed equilibrio, ne<br />

grande ne piccolo ne largo ne stretto, si adattava a tutto,penetrava<br />

ovunque non rimaneva nessun punto trascurato, offeso, abbandonato<br />

del corpo e dell'anima. Ogni mia parte che sembrava già morta,<br />

sfinita, esaurita riprendeva a vivere. Meglio l'amore che la guerra,<br />

diceva MARCOS portandomi non so dove. Per prendermi tra le<br />

braccia doveva interrompere l'atto sessuale, anche se usciva lo sentivo<br />

ancora dentro in ogni parte del mio corpo come piccoli membri dorati<br />

penetravano le mie cellule e esplodevano in singoli orgasmi privati,<br />

come fuoco uno dopo l'altro o insieme. Mi portava in una stanza<br />

sotterranea, dove conduceva la scala illuminata dalle candele sul muri.<br />

48


La stanza ricoperta di tappeti la una parte si apriva una finestra verso<br />

l'oceano. La luce della luna illuminava tutto sembrava una tana<br />

d'animale preistorico. Nella vita possiamo appartenere a tutti, ma in<br />

fin dei conti a nessuno, neanche a se stessi. Non si può sfuggire da<br />

Lui, appartieni solo a Lui, come adesso sei solo mia, in tutto<br />

l'universo non esiste che io e te, io per te, tu per me, per l'eternità, per<br />

un attimo che è solo nostro, sussurrava MARCOS. Era così. Mi<br />

baciava, mi prendeva di nuovo, non riuscivo più a trattenermi, in me<br />

si formava un universo sconosciuto poi scoppiava come parte finale<br />

della festa con fuochi. Quando esplodono tutti insieme, al massimo<br />

della bellezza, dei colori, dei rumori. Esplodevano tutti per morire un<br />

momento dopo. Dopo questa esperienza non ero più la stessa. Ero<br />

annullata, smembrata e poi composta di nuovo ma rispettando la legge<br />

dell'armonia. Unica legge che vale capirla ed applicarla nella vita.<br />

Girare con armonia sotto le stelle e la luna, il resto si aggiunge da se,<br />

niente di più. MARCOS diceva a me, ricorda, ARIADNA, i più<br />

grandi e teneri misteri della vita si formano nel silenzio, nel buio,<br />

senza testimoni, ma non in mezzo alla gente, succede come tra noi,<br />

come adesso dentro di te. Mi portava su per la scala come un tesoro.<br />

Salivamo direttamente al secondo piano, capivo che anche là si<br />

svolgeva qualcosa interessante, peccato che non partecipavo... EDEL<br />

era abbandonata sulla poltrona ginecologica tutta nuda e "spalancata"<br />

dormiva beata e rideva nel sonno. Non sapevo se per noi , incinte,<br />

forse sposate, filerà tutto liscio, per tutta questa goduria-baldoria?<br />

Gridavo, ragazzi avete fatto con noi tutte le cose immaginarie alla<br />

luce di tutto il mondo ma adesso chiudete per favore le tende siamo<br />

nude, CARLOS premeva un bottone sul muro e lo spacco sul cielo si<br />

richiudeva. L'edificio tornava triangolare, lo spettacolo a cielo aperto<br />

terminava. Ma non del tutto. Dalla cima della piramide incominciava<br />

a sgorgare l'acqua, scendeva giù per una superficie liscia di tre muri<br />

inclinati, sembrava che pioveva fuori. Sull' angolo della stanza si<br />

accendeva un lampadario con frangia da notte. L'ambiente diventava<br />

di colpo familiare, caldo, accogliente, come una bella famiglia unita<br />

attorno al focolare quando fuori piove e c'è tempesta. Sul morbido<br />

tappeto persiano ero seduta io con i quattro fratelli e osservavamo<br />

EDEL in silenzio che dormiva. Ognuno di noi pensava era con i suoi<br />

pensieri. Adesso capivo che potevo distinguere loro quattro anche nei<br />

49


uio completo, sapevo che per generare i figli, per fare l'amore, sesso<br />

e divertirsi, semplicemente bisogna essere minimo da quattro in su.<br />

Sapevo anche che bisognava riconoscere se stessi senza falsa<br />

vergogna senza pudore non come mia cara furbetta EDEL, che aveva<br />

paura di liberarsi dal suo lato oscuro, nascosto davanti a me. Però<br />

sbocciava davanti ai fratelli, sapendo che un giorno sarebbe stata<br />

libera di fare i giochi erotici in sei su un tappeto morbido come<br />

questo, poi lei sapeva che a me piacevano.... Piove, diceva EDEL<br />

appena svegliata saltando su dalla sedia con una spigliatezza mai vista<br />

prima. Si univa a noi seduti nello stato meditativo con gambe<br />

incrociate. Adesso siamo un'unica famiglia, diceva MARCOS, i<br />

vostri figli sono anche i nostri, potete contare sempre sul nostro aiuto,<br />

dovunque vi troviate, in qualsiasi momento della vita e oltre. Sapete<br />

come chiamarci. EDEL e io eravamo grate per questa compagnia, li<br />

amavo tutti. MARCOS chiedeva, sapete EDEL e ARIADNA che siete<br />

fortunate e i vostri figli erediteranno da voi. Il nostro mondo da<br />

maggior parte è popolato da gente che è il frutto indesiderato della<br />

violenza,d'incoscienza, della crudeltà. In Etiopia in certe regioni un<br />

innamorato con l'aiuto di altri uomini rapisce la ragazza,la stupra,ma<br />

penso che anche gli altri la stuprano, la fidanzata sarà più<br />

accondiscende, schiacciata. I genitori del fidanzato si scuseranno<br />

davanti alla famiglia della vittima. E cosa rimane a loro? La figlia non<br />

è più vergine, forse incinta. Un frutto della violenza può essere<br />

amato? Giusto che la ragazza deve vivere con un marito cosi stronzo<br />

ed avere altri figli? Si è vero, diceva ANTAL, ma perchè è cosi?, un<br />

uomo dovrebbe essere d'accordo con una donna in sesso, amore e<br />

piacere. Se una non vuole accettare il tuo pene eretto, desideroso deve<br />

cercare l'altra che lo vuole, vero ARIADNA? In Filippine per lo<br />

stupro c'è la pena di morte ma per niente questo ferma i maschi<br />

eccitati, cinquantadue per cento condannati. Quanti destini rovinati,<br />

quante vite avviate nella violenza e dolore. In Giamaica le prime<br />

esperienze sessuali succedono anche a bambini di dieci anni solo metà<br />

degli adolescenti usa preservativi . Aggiungevo io, ho tanti sospetti<br />

che il nostro mondo e' un bordello internazionale, non sarebbe<br />

neanche male, se non soffrissero tanti bambini innocenti, bambini<br />

concepiti durante orge umane, bambini che partoriscono bambini. In<br />

Africa un paese Togo ci sono bambini schiavi, nella città di Lime si<br />

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trova una zona chiamata "mercato dei bambini" dove è largamente<br />

praticata la prostituzione minorile. Bambini di nove anni si<br />

prostituiscono per due o tre dollari. In Sudafrica vent’otto mila<br />

bambini sono costretti a prostituirsi. Certo meglio il sesso che la<br />

guerra! Ma le due cose vengono insieme, una dentro l'altra, una dopo<br />

altra, cosi un frutto della violenza crea un'altro frutto violento senza<br />

fine.<br />

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CAPITOLO 10<br />

Noi.. .popolo della terra in eterna ricerca della felicità, della pace,<br />

della salute e bellezza ma da dove arriviamo se prima non<br />

esistevamo? Noi discutevamo ma CARLOS si allontanava e tornava<br />

poi con la bottiglia di vino e sei bicchieri, meglio bere un po',<br />

abbiamo toccato un discorso troppo serio!, diceva. Il vino era leggero,<br />

dolce con profumo di fiori... non ne avevo mai bevuto prima uno così<br />

buono. Ma sapete perchè la Svizzera è ricca, benestante? chiedeva<br />

PASCAL e rispondeva da solo, negli anni settanta praticavano<br />

sterilizzazioni forzate alle donne con un basso reddito e con disabilita<br />

mentale. Non so se quel vino delizioso provocava in me un<br />

annebbiamento della vista e sbattimento del mio corpo nell'aria. Non<br />

capivo a chi apparteneva l'ultimo appunto sul sesso nel mondo... , in<br />

Francia ogni anno si creano da duemila a tremila nuove lavoratrici del<br />

sesso, popolano le strade, non si sa la loro età per colpa dei passaporti<br />

confiscati.... Il nostro mondo sessualmente agitato è una grande<br />

ebollizione sempre attiva. Pensando queste tremila lavoratrici di sesso<br />

mi sprofondavo nel sonno immaginando queste donne che svolgevano<br />

il loro lavoro, camminando frizzanti, allegre, sorridenti, qualcuna con<br />

la gonna cortissima e con le tette fuori, altre nude con le piume rosse.<br />

Una di loro seduta sul cavallo, la scena molto erotica presa da dietro<br />

le natiche grosse e impellicciate dal cavallo con sopra una bionda<br />

nuda con culo largo e morbido, la coda di crine del cavallo e la<br />

chioma bionda della donna al vento... Bellissimo (Bisognava dire a<br />

EDEL che era brava a disegnare di fare un quadro così). Con questo<br />

pensiero mi svegliavo ma dove? Erano le prime luci dell'alba forse le<br />

quattro di mattina perchè gli uccelli cominciavano a cantare adesso<br />

doveva sorgere il sole. Sedevo dentro una piscina piccola per<br />

bambini. Mi addormentavo con la testa appoggiata sul bordo. L'acqua<br />

era calda, quasi densa, avvolgente come una coperta, dando la<br />

sensazione di profondo benessere e protezione del corpo. Forse così<br />

dovrebbe essere la vita uterina dei miei bambini, ARIEL e<br />

VINCENT. La piscina si trovava in mezzo al campo dove dall'altra<br />

parte dormiva qualcuno. Guardavo bene e gridavo EDEL, felice di<br />

rivederla di nuovo, svegliati, guarda che meraviglia! Continuavo a<br />

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parlare, però...che stronzi quei fratelli parlavano solo d'amore senza<br />

limiti... guarda un po' dove ci hanno sbattute. Nella piscina anche se<br />

molto bella con questa strana acqua sono sveglia qua da mezz'ora,<br />

l'acqua che non si raffredda. Perchè mi guardi così, cosa hai?,<br />

chiedevo a EDEL. Cosa ho io? ma tu chi sei, domandava duramente<br />

EDEL. Chi sono io.... ma tu chi sei?, rispondevo sorridendo, pensando<br />

che mi prendeva in giro. Ma il mio sorriso moriva sulle labbra,<br />

vedendo gli occhi di EDEL estranei, distaccati, assenti. Lei non mi<br />

conosceva veramente come io in questo momento lei. Calmavo EDEL<br />

dicendo, dimmi quello che sai, quello che ricordi e poi piano piano<br />

possiamo ricostruire un filo logico se no, dobbiamo conoscerei di<br />

nuovo. Cosa c'è di strano? Va bene lo sono... sono ADELAIDE,<br />

ADEL..., rispondeva insicura. Ma io spiegavo a lei, ci sei quasi... non<br />

ti chiami ADEL ma EDEL che è EDELWEISS cioè la stella alpina,<br />

nobile e preziosa. Lei annunciava gloriosamente, si, può darsi, mi va<br />

bene, ma sai io dentro di me ho LILITH, significa "fantasma", nome<br />

che secondo la tradizione ebraica portò colei che aveva preceduto<br />

ÈVA come compagna di ADAMO a cui si sarebbe ribellata<br />

"ritrasformandosi poi in demonio". Che bello!, dicevo sentendo<br />

profonda ammirazione per un nome così ribelle, per una che porterà<br />

un nome così, che è dentro di EDEL. Vuoi sapere chi sono io e che<br />

cosa porto dentro? Intanto che parlavamo la mattina si trasformava,<br />

usciva un sole con tutto il suo splendore come un disco lucido ed<br />

accecante sopra il mare,uccelli che gridavano insieme dal bosco in<br />

vicinanza, qualche creatura fiera e solitaria li rispondeva con voce<br />

acuta, stridula e premurosa dalla profondità del campo, forse covava<br />

delle uova o chiamava il suo compagno. Però hai ragione l'acqua della<br />

piscina non si raffredda... Allora dimmi chi sei.., si incuriosiva EDEL.<br />

Rispondevo, sono ARIADNA, cioè "sacra, pura, castissima,<br />

santissima, venerata, in mitologia greca è la figlia di MINOSSE che<br />

fornì a TESEO un filo con il quale egli riuscì a trovare l'uscita dal<br />

labirinto seguendolo. TESEO, ingrato, abbandonò in seguito la<br />

fanciulla che divenne sposa di DIONISO". Come tu hai dentro<br />

LILITH io ho ARIEL, "potente spirito aereo e acquatico" e<br />

VINCENT, "vittorioso e destinato a vincere"...O! ...Sei messa bene<br />

anche te, rideva EDEL divertita. Dicevo a lei, noi siamo parenti anche<br />

loro tre sono dei nostri. Vedevo che EDEL per la notizia che noi<br />

53


siamo parenti era sorpresa allora cosi capivo che perdeva la memoria<br />

sul serio. Provavo con le mie parole ad aiutarla a ricordare, dicendo,<br />

cerca di immaginare ed entrare nel ruolo, non sei nata ieri e sicuro hai<br />

la tua storia personale e non potrai adesso crearne un'altra… Lei mi<br />

rispondeva, cosa serve ARIADNA la storia personale? non bastano i<br />

nostri bei nomi e abbiamo LILITH, ARIEL e VINCENT che non è<br />

poco, cosa serve di più? iniziamo da qua da zero… Sai., e' una<br />

esperienza dura perdere la memoria, dopo devi accettare tutto quello<br />

che prima non volevi accettare. Ma io tagliavo subito dicendo, non è<br />

il nostro caso, si per le vittime della vita meglio non riacquistare la<br />

memoria, poiché loro devono di nuovo sottomettersi alla cosa che non<br />

andava preferiscono liberarla dalla mente. Noi abbiamo creato tutto<br />

con la nostra forza e fantasia. Dipingevamo sul foglio di carta bianca i<br />

disegni. Ascolta la nostra storia e se non capisci qualcosa tornando a<br />

casa nostra chiedi a me, non ti devi preoccupare per altri. Mica colpa<br />

loro se scopavi come una porca ed hai dimenticato tutto… finivo il<br />

discorso con lei. EDEL si metteva comoda con le mani sui bordi della<br />

piscina, stendeva le gambe. Così sporgevano a pelo d'acqua le<br />

rotondità del suo corpo con i seni ed il suo ventre rotondo in un<br />

quadro molto sensuale. Con gli occhi chiusi esponeva il viso al sole,<br />

nuda, candida, innocente, bellissima… da mancare il fiato… Ti<br />

racconto la nostra storia, dicevo a EDEL, non mi devi interrompere<br />

perchè onestamente faccio fatica a ricordare tutto e capire che si tratta<br />

di noi ma non degli altri.....<br />

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CAPITOLO 11<br />

La nostra storia. Cominciavo io,non ricordi più che prima ti chiamavi<br />

MARINA, niente male per una che "proviene dal mare ed è attinente<br />

al mare". Ma tu decidevi di essere una STELLA ALPINA della<br />

steppa... Non era per me del tutto chiaro, come poteva succedere una<br />

cosa del genere? Un fiore della montagna alta nella steppa? Ma tu mi<br />

spiegavi che bastava prendere una stella alpina e depositarla in mezzo<br />

alla steppa, così semplice! In tedesco e russo la stella alpina e<br />

"EDELWAISS" e cosi diventavi EDEL. Io mi chiamavo prima<br />

OLGA- "santa felice" ma poi ARIADNA, una alla quale apparteneva<br />

un filo magico che portava dal labirinto, il nome mio era indovinato<br />

perchè in questo periodo le nostre vite erano chiuse nel labirinto.<br />

Tutte e due arrivate in Italia dalla Russia, sposate senza amore, senza<br />

passione con uomini per bene. Io con un allevatore di cani per caccia<br />

e tu con un gommista di successo, arrivate, sposate, sistemate e poi...?<br />

Bisognava abituarsi a vivere ed essere felici, lavorare, condurre una<br />

vita calma e pacifica, partorire, essere una padrona di casa, fare sesso<br />

con il marito, invecchiare, attendere i nipoti… E dopo? Non era la<br />

vita per noi, cambiavamo i nostri nomi, e questi trasformavano anche<br />

le nostre anime ed il nostro comportamento. Con i nuovi nomi<br />

acquistavamo coraggio ed audacia,senza sapere perchè...? Giravamo<br />

sempre intorno al paese con le biciclette, poi scoprivamo un posto<br />

bellissimo, insolito come staccato dal mondo intero, situato sul monte<br />

DALMINE. Non era molto in alto, ma guardando da lassù si vedeva<br />

tutta la nostra zona però a noi sembrava quasi che il fiume fosse un<br />

oceano tanto era la suggestione ma purtroppo era il fiume in fin di<br />

vita, distrutto, avvelenato, rimpicciolito con l'aiuto della nostra società<br />

umana, dalla tecnologia, dalla vecchiaia... Un fiume puzzolente,<br />

ansimante. Ma lassù in DALMINE i posti si conservavano ancora con<br />

la natura incontaminata. Rimanevo impressionata dalla catena di case<br />

sistemate sopra l'abisso, si affacciavano con un lato sulla valle vasta e<br />

verde del fiume. Sentivo un desiderio fortissimo di rimanere in una<br />

casa così, non tornare mai più nel mio "canile". Dicevo a EDEL che è<br />

meglio rimanere quà per sempre e fare le moglie di qualcuno in una<br />

casa sopra l'abisso e lavorare nei campi, o nelle serre. Bisognava<br />

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distribuire per i cortili dei bei bigliettini con scritto: "noi vorremo<br />

pranzare con voi... ! "Così nasceva la storia delle farfalle, messaggi a<br />

forma di farfalla che portava sulle ali un numero di cellulare e la<br />

poesia spavalda, allegra, equivoca, provocante in lingua russa e<br />

italiana: "Nella leggera calura estiva vorremo pranzare con te e poi...<br />

chi lo sa? Forse tu sei il nostro destino?! Fai con noi tutto ciò che<br />

vuoi... "Ogni giornata di sole, instancabili distribuivamo per le case le<br />

nostre farfalle, passando veloci con le bici, esponevamo anche sugli<br />

alberi ed arbusti dei cortili. La risposta ci faceva attendere... Ma DIO<br />

aiuta gli audaci! Ci eravamo avvitate dopo la chiamata di un uomo per<br />

un appuntamento di sabato sera. Andavamo festose, leggere, rivolte al<br />

futuro migliore per la strada creata dalle nostre farfalle. Ma presto ci<br />

accorgevamo che qualcosa non andava, VASCO ci portava nella<br />

cascina circondata da un muro altissimo, lunghissimo fatto di pietra<br />

grezza non lavorata. Potevamo ancora fuggire ma volevamo andare<br />

fino in fondo a questa storia, noi con nomi come ARIADNA e EDEL<br />

non potevamo fuggire dal campo di guerra. La nostra entrata nella<br />

cascina è stata più che gloriosa. Eravamo sedute su un carro rustico<br />

ricoperto di fieno, sparse di ghirlande di fiori profumate, trainate da<br />

un cavallo basso e tarchiato, così ci preparava VASCO per apparire<br />

sulla scena della festa in cascina in nostro onore. Partecipavano una<br />

ventina di uomini tutti forti e robusti, desiderosi di amare e darci<br />

amore. Un tavolo lungo era colmo di cibi e vini. Le nostre farfalle<br />

erano sparse ovunque, appese sugli alberi. La festa proseguiva allegra<br />

e vivace arrivava la notte ed era chiaro che il destino ci aspettava.<br />

Tutti questi bravi ragazzi,lavoratori onesti di campagna bergamasche<br />

avevano tanta pazienza con noi. Prima raccoglievano le nostre<br />

farfalle, attendevano, preparavano la festa per farci conoscere, poiché<br />

noi piacevamo a tutti. Adesso la loro pazienza si esauriva e noi<br />

affrontavamo la notte d'amore lunga e appassionata, piena e dolce,<br />

però... erano in venti! Una puttanella che era prima con noi presente<br />

alla tavolata era sparita. Dovevamo "aiutarci con la bocca... non solo<br />

accogliere nella vagina tutti", capivamo cosa ci riservava il destino.<br />

Ma io e te, cara EDEL non eravamo per niente d'accordo, sfuggivamo<br />

per un pelo da questa "strage delle vergini", come due lepri una a<br />

destra l'altra a sinistra attraverso dei campi di granoturco. Con<br />

addosso del fango e del sangue con vestiti lacerati, nonostante ciò<br />

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scoprivo un cielo stellato e la fusione con l'universo, ero felice. Avevo<br />

voglia di ululare come un lupo alla luna,muovendomi a quattro<br />

zampe, affascinata dalla notte, dagli odori,e dalla pienezza della vita,<br />

sentivo ululo che volevo fare ma mi trattenevo ancora. Sembravi tu,<br />

EDEL che ululavi uscita a carponi identica a me. Eravamo rinate,<br />

felicissime, sane e salve. Ma sull'orlo del campo c'era qualcuno,<br />

fumava, rifletteva e poi coprendo la bocca con la mano rideva.. .Era<br />

MATVEI andavamo via con lui rischiando un'altra avventura ma cosa<br />

potevamo temere, dopo aver scoperto un linguaggio animalesco in<br />

mezzo ad un campo di mais? Già in macchina si presentava a noi<br />

come "nonno MATVEI" però non era vecchio e per nostra sorpresa<br />

era russo. Recitava la nostra filastrocca farfallina, un messaggio sulle<br />

farfalle in russo, ridevamo tutti. Spiegava che nella vita precedente io<br />

e te, EDEL eravamo sorelle e lui era nostro padre, se avessimo avuto<br />

dei bambini lui sarebbe diventato nonno, perciò è nonno MATVEI. Ci<br />

portava in una casa grandissima di tre piani... sopra un l'abisso come<br />

sognavamo noi due. Eravamo contente e soddisfatte lui piaceva a me<br />

e a te. Ero pronta a concedermi al salvatore nella stessa notte... ma lui<br />

si comportava come un padre... con mio grande dispiacere. La mattina<br />

dopo ci raccontava la sua storia personale.<br />

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CAPITOLO 12<br />

La storia di MATVEI. I1 piccolo MATVEI era un bambino con poteri<br />

paranormali. Sapeva volare, aveva pietà per gli animali, per tutte gli<br />

esseri viventi che soffrivano che venivano offeso subivano<br />

maltrattamenti e crudeltà. Si tormentava per un sogno<br />

ricorrente:sognava che lui, MARK-ANTONIO, bambino di cinque<br />

anni viveva in Italia, in una grande villa sopra l'abisso e correva dietro<br />

una farfalla colorata. L'aveva afferrata e la portava stretta nel pugno,<br />

non riusciva a fermarsi e precipitava nell'abisso cadendo sopra delle<br />

pietre aguzze. Il suo ultimo pensiero era "salvare la vita...." Ma<br />

quando sua madre si chinava pietosa su di lui, dal suo pugno volava<br />

una farfalla viva e illesa ed il bambino stranamente non c'era più.<br />

Crescendo MATVEI seguiva le orme del sogno con l'aiuto di una<br />

italiana, interessata all’argomento, così che arrivarono in Italia. Ma in<br />

seguito non si ricordava più del sogno che non si ripeteva più.<br />

Qualcosa si era sbloccata nella notte di luna piena, trovava una casa<br />

sopra un abisso come era capitato nella sua vita precedente interrotta<br />

cinque anni prima. Rivedeva i sui genitori, AGNESE e STEFANO<br />

che riscoprivano il senso della vita con l'arrivo del suo "figlio<br />

perduto".!! figlio si stabiliva nella casa del genitori morti con<br />

un'eredità fatta da una bella somma del denaro, che poteva<br />

permettergli di non lavorare per tutta la vita. Però lui lavorava per<br />

passione, studiava tutte le cose strane paranormali e misteriose. Dopo<br />

la morte della madre in casa era arrivato subito non si sa da dove un<br />

pavone. Era piazzato là e non andava più via. Si chiamava PIETRO.<br />

Così io te e MATVEI eravamo già vissuti in questa casa sopra<br />

l'abisso, felici senza nessuna preoccupazione. Io e te EDEL senza<br />

voglia di ritornare dai nostri mariti, uno allevatore di cani l'altro<br />

gommista. Andavamo in giro con le bici per prati e boschi, sul fiume.<br />

Sembrava che tutto doveva essere così, anzi era la cosa più giusta.<br />

MATVEI era un mago, leggeva i nostri pensieri, ma non ci turbava<br />

tanto. Eravamo profondamente innamorate di lui e gli eravamo grate.<br />

Però una cosa non andava bene... MATVEI non ci provava con noi,<br />

neanche tentava. Mica era veramente nostro padre?! Ma come<br />

potevamo allora generare i nipoti per lei, i figli in generale? O forse<br />

58


taciturne lo avevamo stancato con le nostre eccitazioni sessuali con le<br />

richieste supplichevoli di sesso... lui arrivava prima da te poi da me<br />

nei nostri sogni, più belli mai visti. Tu, cara EDEL riuscivi ad ottenere<br />

un contatto con un gruppo strano chiamato “per dare amore<br />

all'umanità, i ragazzi volanti che andavano verso donne bisognose<br />

d'amore, di sesso, e alla ricerca di un concepimento sano,<br />

professionale è sicuro, tutto gratuito, anche quelle bisognose di<br />

deflorazione indolore, dolce che rimanesse in loro come un ricordo<br />

tenero, unico, che le riscalderà per tutta la vita nel deserto umano<br />

sempre più avaro d'amore. Una cosa importante, decisiva nella vita<br />

della donna è la deflorazione, tutto dipende da essa. Questo gruppo ti<br />

portava alla riva d'oceano, in una casa-letto al posto dei muri aveva<br />

tende semi trasparenti. Osservavi le onde, il cielo, i gabbiani. Un<br />

gruppo di bei maschi prescelti, eletti si avvicinava e tu avevi l'unica<br />

occasione ma sceglievi MATVEI, gli altri diventavano di colpo delle<br />

ombre pallide, che peccato cara ma va bene cosi..., ognuno ha suoi<br />

gusti ed il diritto di scegliere. Lui ti ha preso dolcemente,<br />

teneramente. Avevi capito che prima non ti succedeva così solo un<br />

accoppiamento frettoloso, sudicio, umido, superficiale. La cosa che<br />

non si capisce a che cosa serve e perchè bisogna farlo? Tutto questo<br />

sbattimento genitale, tremolante, egoistico, distaccato… Poi c'era il<br />

mio sogno con MATVEI, cosa ben diversa dalla tua. Meno male che<br />

ogni tanto lo spettacolo procede come lo dirigi, pianifichi e come vuoi<br />

tu, ancora meglio. Penso che il mio posto non era molto distante dal<br />

tuo, sempre lo stesso oceano. Ti portavano come una Dea verso<br />

l'altare d'amore ma io ci andavo a piedi, da sola, sapevo bene dove<br />

andare. Lo stesso gruppo richiamava anche me. Era una casa stretta,<br />

alta, vicino al mare dove c'erano gradini di pietra consumati dal vento.<br />

La striscia stretta di sabbia divideva il mare e la casa dai colori vivaci.<br />

Se salivi su per un sentiero arrivavi in paese, un posticino con le<br />

usanze molto curiose e sagge secondo me. Là non esisteva la famiglia,<br />

un marito una moglie in senso stretto della parola. Tutto succedeva in<br />

modo più semplice e naturale. La donna o ragazza che voleva amare,<br />

divertirsi, ed essere fecondata per avere dei figli, annunciava un<br />

slogan con la data, ora e posto della festa sul muro illustrativo sulla<br />

piazza principale del paese per gli uomini e anche per donne se<br />

ritenevano essere utili in tale occasione.. .Dopo la festa i figli nati<br />

59


erano di tutti perchè non si capiva chi era il vero padre. Tutti li<br />

aiutavano a crescere, li amavano, portavano doni e li proteggevano.<br />

Nel paese non c'era ne guerra ne violenza ne crudeltà poiché non si<br />

sapeva a chi potevi fare male, poteva capitare tua figlia o tuo figlio?<br />

C'era anche il mio annuncio, la festa personale prometteva di essere<br />

numerosa, allegra e movimentata... e fu così.. .La festa procedeva,<br />

qualcuno gustava cibi e bevande, un letto vasto era a disposizione li<br />

davanti a tutti. Mi eccitavo un po' davanti il leggendario gruppo<br />

pronto per la missione, il capo era MATVEI che calmava la mia<br />

timidezza, diceva che non dovevo vergognarmi perchè attorno a me ci<br />

sono "le ombre pallide di fantasmi tremolanti". Ma io sentivo un certo<br />

pizzico di piacere essendo osservata anche da "ombre pallide" che<br />

nutrivano un grande interesse ed attenzione per la scena che si<br />

svolgeva sul letto tra me e MATVEI. Era un sesso forte, intenso,<br />

potente, carico ed emotivo di passione reciproca. Ma poi succedeva<br />

una cosa insolita, mi avvicinava ogni membro del gruppo, tra loro<br />

anche i quattro fratelli- MARCOS, CARLOS, ANTAL e PASCAL e<br />

quando volevo respingere un intruso tenace si trasformava in<br />

MATVEI, allora tutto diventava legittimo, permesso perchè era lui<br />

MATVEI. Ma durante l'atto sessuale mi accorgevo che non era lui ma<br />

un altro socio-membro del gruppo e subito dopo anche uno degli<br />

ospiti io non interrompevo l'amplesso. Non so quante volte ero presa<br />

cosi in giro, ma che differenza faceva?! Eravamo tutti felici, pieni<br />

d'amore, soddisfatti, meglio l'amore che la guerra. E' vero?! Si,cara<br />

EDEL il mio sogno era cosi… ma non riuscivo a mandarlo giù, per te<br />

era destinato come una cosa pura, quasi pudica, invece per me era<br />

solo l'orgia del villaggio? Questo volevamo chiarire con MATVEI.<br />

Avevamo la casa con piscina dove si entrava direttamente dalla nostra<br />

camera da letto, attraverso la porta camuffata da armadio. La piscina<br />

era un posto mistico e magico con giochi di luci, di suoni, di musica,<br />

di corsi d'acqua che cadevano come cascate da lampadari a forma di<br />

torcia. In piscina incontravamo MATVEI, che rideva a lungo per<br />

l'orgia del villaggio svolta in mio onore. Diceva che non era colpa<br />

sua, ognuno di noi prendeva dalla realtà quello che più aveva bisogno,<br />

lui ci aiutava un po' ma il resto l'avevamo creato da sole. In questa<br />

sera in piscina l'atmosfera era intima, dolce e disinvolta noi due come<br />

sirenette nude, lisce, bellissime, disponibili, innamorate eravamo<br />

60


pronte per la “cosa vera”, ma MATVEI non faceva niente, poi un<br />

sogno profondo ci avvolgeva, ci rapiva dalla realtà... ma capivamo<br />

dopo che la “cosa vera” era successa ma a noi sembrava che fosse di<br />

nuovo un sogno e diventavamo così le sue moglie veramente e con<br />

serie conseguenze.. .Eravamo tu ed io così unite che anche i nostri<br />

cicli mestruali arrivavano nello stesso momento. MATVEI era con<br />

noi come un leone nel suo branco di leonesse, le fecondava tutte<br />

insieme, così le leonesse avevano un asilo nido e badavano ai figli in<br />

un unico tempo, unite. Eravamo incinte... questa bella notizia<br />

coincideva con un'altra gioia inaspettata, dovevamo partire per il<br />

Brasile, Rio de Janeiro. La madre mistica di MATVEI aveva la<br />

sorella- GERALDINE che invitava tutti e voleva lasciare a noi la sua<br />

casa,a centosessanta chilometri da Rio de Janeiro sulla penisola di<br />

Buzios un paese di nome Ossos. MATVEI accoglieva la notizia della<br />

nostra maternità con grande gioia. Ma quando noi perplesse,<br />

arrabbiate, pensierose chiedevamo a lui, perchè ci aveva prese nel<br />

sonno come un ladro, un stupratore, e se non eravamo d'accordo?<br />

Rispondeva che ognuno di noi ha i suoi piccoli misteri.. .e poi chi vi<br />

porta furbette a Rio de Janeiro, prima libere,"vuote" adesso almeno<br />

siete "piene". La discussione si svolgeva sempre dentro alla nostra<br />

piscina magica. Poi partivamo per Rio, io, tu, MATVEI ed il pavone<br />

di nome PIETRO, uccello strano, gridava con voce a volte umana,<br />

irrequieto come stesse richiamando mondi extraterrestri, estranei,<br />

lontani. Secondo MATVEI il pavone aveva l'anima di AGNESE,<br />

come poteva abbandonarlo?Un bel esemplare di sesso maschile con<br />

magnifica coda colorata, un uccello intelligente, furbo e sensibile. In<br />

Brasile scoprivamo un paradiso terrestre mentre in Italia iniziava<br />

l'autunno con l'inverno inevitabile e sicuro. Eravamo catapultate con<br />

l'estate!! verde tropicale, con l'oceano blu e con la festa del sole ed<br />

fiori, con la vita frizzante, impulsiva, sfrenata, nella casa grande di<br />

GERALDINE con la vista sull'oceano, un ampio giardino, ci<br />

sentivamo come a casa nostra, ritornate dopo un lungo viaggio.<br />

Sembrava tutto meraviglioso con la sensazione che MATVEI era<br />

nostro padre e GERALDINE la madre, io e te come due vere sorelle,<br />

le loro figlie. Noi aspettavamo nostri bambini e MATVEI diventava<br />

nonno, tutto come previsto, la famiglia ricca, fortunata, atmosfera<br />

d'amore reciproca anche se intrecciata da legami confusi e misti persi<br />

61


nel tempo e poi ritrovati, inventati ma per questo non meno reali.<br />

Sognavo di inventare un modo per non far invadere MATVEI nei<br />

miei pensieri, il Brasile un paese carico di sensualità e di sesso,<br />

desidero. Non volevo che MATVEI percepiva ogni mio movimento<br />

mentale perchè ne avevo tanti.. .L'avevo scoperto... bastava<br />

immaginare la mia testa come un sole che pulsava, che ardeva che mi<br />

faceva male a guardarlo, dentro si muoveva incessante un disco viola,<br />

luminoso, finché il sole arde, il disco si muove e nessuno riesce a<br />

rubarmi i pensieri miei, ed invadere nella mia testa. E come mettere la<br />

mano dentro la ruota di una bici in movimento.! Tutto il mondo è una<br />

forza di creatività d'immaginazione chi ha la forza può creare il<br />

mondo dei suoi sogni,meglio che te lo crei tu,che piuttosto lo facciano<br />

altri. Però se tu ereditai che DIO ti può creare, rifare, modificare,<br />

distruggere, e di te stessa non rimane più niente. Presto abbiamo<br />

intuito che quel posto dei nostri bellissimi sogni era vicino,poi un<br />

gruppo glorioso "dare amore ali umanità" aveva le sue origini proprio<br />

qua. Avevamo ragione un giorno in circostanze misteriose, dove una<br />

realtà si mischiava con un sogno, capitavamo in quei posti, là in una<br />

casa-letto, in mezzo alla spiaggia con muri e tende, in questo letto<br />

stavamo dalla mattina alla sera. Io gustavo con piacere, divertimento e<br />

sfogo ma tu eri preoccupata, temevi non si sa cosa, ma il perfido<br />

gruppo non era venuto da noi e non finiva qui non era facile<br />

scoraggiarmi.... Verso sera andavamo a casa "mia" tutta colorata con<br />

gradini di pietra consumatela si che era prevista una festa sicura. La<br />

gente del paese era avvisata da tempo. Tu cercavi di rinunciare a tutto,<br />

ma come si poteva? Chi lo sa dove era quel paese, dove quella gente,<br />

cosa sapevano di noi e poi verranno da noi? Tutto era come la prima<br />

volta, niente era mutato, solo c'era la presenza di qualche donna..<br />

Dopo la cena un ballo dove mi stupivi con la danza sensualissima,<br />

eccitante con addosso la vestaglia trasparente che ti faceva più sexy di<br />

un nudo totale, bagnata nei posti più intimi, sui seni, sul pube.. .Strano<br />

ma non eravamo incinte. Non so che problemi potevi avere dopo<br />

questa danza, EDEL?! Libera il tuo desiderio, sprigiona il tuo vero<br />

"io", quello che tu pensi di te stessa non sei tu, ti vedo. Un gruppo<br />

entrava in scena in modo impressionante, tutti su cavalli bianchi, ma<br />

MATVEI fra loro non c'era, solo quattro gemelli CARLOS,<br />

MARCOS, ANTAL e PASCAL e altri, tutti belli e forti. La festa, la<br />

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gioia, l'amore... l'orgia promettevano bene ma tu rovinavi tutto,<br />

perchè? Ora fermatevi tutti, cercate di ricordare chi siete e dove<br />

abitate poi ci dite così : veniamo domani da voi per verificare, gridavi<br />

tu. Allora qualcuno scappava, si scioglieva nell'aria, impallidiva<br />

diventando l'ombra grigia... la casa si svuotava, entrava un silenziosi<br />

buio,le candele finivano di bruciarsi cosi finiva la festa con l'aiuto<br />

della luce dell'ultima candela uscivamo sulla spiaggia, tu andavi da<br />

una parte e io dall'altra nel buio completo. Sapevo bene dove andare.<br />

Non volevo rovinarmi la festa così, la notte era ancora lunga. La mia<br />

anima e il mio corpo volevano precipitare nel "burrone denso, festoso,<br />

sensuale, caldo" e non uscire più questa notte. Mi recavo in un locale<br />

notturno sulla spiaggia, famoso per spettacoli osé ero in grande forma<br />

pronta per combinare un mio spettacolino.. .Di là organizzavano un<br />

concorso "MISS SEXY". Come è la donna sexy? Una che è capace<br />

creare delle erezioni agli uomini, che fa gonfiare i testicoli, e che<br />

aumenta la voglia di svuotarsi penetrandoti. E' la miss sexy, lo fa<br />

meglio di tutte, più di tutte, ci voleva stabilire e scegliere questa Miss.<br />

Almeno una volta nella vita un concorso onesto ,serio, senza ipocriti e<br />

falsità dove le cose si chiamano con i nomi giusti. Non era un impresa<br />

da poco per me mettersi a confronto con altre bellezze locali e<br />

straniere in gara io come un pallido fiore del nord contro frutti<br />

esuberanti, dolcissimi, fermentati dal sole, dal mare. Ma i miei figli<br />

ARIEL e VINCENT dentro di me mi davano la carica esplosiva senza<br />

precedenti, il vortice di passione e di forza combattiva che può<br />

spostare un mondo, senza questa forza i figli non possono<br />

sopravvivere dentro di te, nel mondo dove la lotta per sopravvivere è<br />

spietata, crudele, incessante. Così la "MISS SEXY" l'ho vinta io. La<br />

reazione maschile su di me era enorme,ero assalita dalle offerte per<br />

continuare il concorso in privato. Sceglievo uno ma non per la sua<br />

bellezza ma per dove mi portava in un hotel di lusso con piscina sul<br />

tetto,mi affascinava molto,al punto da perdere la testa.. .11 mio<br />

innamorato andava a prendere da bere io ero nuda,solo con ghirlande<br />

di fiori tropicali, profumati, grandi addosso. Erano i miei premi per il<br />

titolo vinto. Sentivo i passi...preparavo già un bel sorriso,appariva<br />

MATVEI che diceva,bambina andiamo a casa.. .e' l'ora di mettersi a<br />

letto perchè è troppo tardi e mi portava via. Ubbidivo in fondo ero<br />

contenta della sua presenza. Ero veramente stanca.. .vedevo te a casa<br />

che dormivi nel tuo letto e anch'io dormivo. La mattina era come tante


altre,solo che ti vedevo tornare dalla spiaggia con quella vestaglia<br />

sexy e trasparente che indossavi all'orgia non compiuta nel paese,con<br />

costume da bagno.. .Allora succedeva veramente tutto questo?Poi<br />

andavamo a fare la visita ginecologica a Manguinhos in una clinica<br />

che era aperta di giorno e di notte. Fantasticavo come sarebbe bello<br />

andare là a mezzanotte? Quante emozioni potevano arricchire me te,<br />

ed il ginecologo stesso.. .Ma la nostra visita era di mattina, purtroppo.<br />

Tornando passavamo vicine ad un campo di mais che rievocava in noi<br />

emozioni fortissime, nostalgia del nostro glorioso passato proprio<br />

come la storia che aveva inizio in quel campo ormai lontana,i ricordi<br />

dolci,cari, magnifici.. .che non si ripeteranno mai più.. .Eravamo due<br />

brave ragazze, le future mamme,le moglie innamorate nella<br />

riflessione sul passato.. .Ma loro ci aspettavano...i quattro fratelli dai<br />

sogni, ANTAL, PASCAL, CARLOS e MARCOS, belli come funghi<br />

porcini sulla radura, robusti, giovani, freschi, pronti per la raccolta.<br />

Ridevo come una matta... il resto spero che lo ricordi ancora cara<br />

EDEL...<br />

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CAPITOLO 13<br />

Le pecorelle smarrite, il sole era già alto nel cielo forse era già<br />

mezzogiorno, EDEL rideva dicendomene la storia che raccontavo era<br />

bella, che avevo molta fantasia, e che non mi riferivo certo a noi. E<br />

questo che cosa è?, le chiedevo indicando un tessuto bianco vicino a<br />

lei, appeso sul tronco di mais. La vestaglietta... forse è la mia...<br />

rispondeva. Ma dove l'hai presa, chiedevo. Nella grotta che è come<br />

una stanzina, rivestita di tappeti, sotto lo studio piramidale, sulla<br />

montagna. C'era la vestaglia da sogno,trasparente e sexy. Spero che tu<br />

ricordi cosa facevi nella grotta?, chiedevo sarcastica. Certo che lo<br />

ricordo, parlavo con un giovanotto molto simpatico e carino, mi<br />

rispondeva lucida ed innocente, mentre la luna piena della notte la<br />

illuminava. E' basta? Solo questo? SI!, aggiungeva EDEL. Va bene...<br />

Andiamo a casa è l'ora di pranzo, dicevo vedendo che non c'era niente<br />

da fare, il tempo metterà tutto a posto... i nostri vestiti erano piegati<br />

accuratamente vicino a noi, prendendoli ci rivestivamo e andavamo a<br />

casa nostra. Di là trovavamo MATVEI e GERALDINE che non ci<br />

facevano nessuna domanda, non si mostravano ne perplessi ne<br />

meravigliati al fatto del nostro ritorno con un giorno di ritardo.<br />

Sembrava che eravamo sprofondate in un buco cronologico dove il<br />

tempo scorre molto più in fretta, fuori, che dentro dove è molto<br />

rallentato. Guardavamo MATVEI con una certa preoccupazione e<br />

dubbio, cercando di capire se sapeva o no di noi. Di sera eravamo<br />

seduti fuori in terrazzaci sole tramontava, il mare sbatteva le sue onde<br />

contro la sabbia finissima. MATVEI diceva che un tradimento fisico<br />

non è mai un tradimento vero, ma una illusione, il corpo non ci<br />

appartiene ma l'anima che è la cosa più importante si, voi siete mie da<br />

secoli e per secoli figli... ARIEL, VINCENT e LILITH sono miei e<br />

nessuno me li toglierà mai. Poi chiedeva a EDEL, come avesse<br />

pensato un nome cosi magnifico e significativo? Io e EDEL<br />

rimanevamo con la bocca aperta, forse lui sa... sa tutto... ma gli va<br />

bene cosi... Le scintille d'allegria giocavano dentro negli occhi di<br />

MATVEI, lui continuava, LILITH! Non si potrebbe immaginare<br />

meglio.. .Era la prima compagna di ADAMO che poi lasciava lui<br />

furiosa perchè rifiutava di essere considerata come una sua proprietà,<br />

65


allora DIO la legava in fondo al mare ed a LILITH succedeva... la più<br />

mite, ma non meno pericolosa, EVA. Povero ADAMO.. .Lo so che<br />

non è facile prendere una moglie, ed io mi sento fortunato avendone<br />

due, tutte brave, dolci, feconde, tranquille...cosa posso chiedere di più<br />

dalla vita? A quel punto ridevamo tutti compresa GERALDINE che<br />

lavorava all'uncinetto e sembrava che non seguisse tanto il nostro<br />

discorso. La vita proseguiva ... non cercavo più di capire cosa EDEL<br />

si ricordasse... o no . Quando tanti eventi si ammucchiano, e sono<br />

molto strani forse è meglio staccarli un po', andare avanti, leggera,<br />

spensierata, rivolta solo al presente senza nessuna storia personale.<br />

Fortunato chi riesce. EDEL era una di loro, io no . In Brasile arrivava<br />

l'estate, in tutte le parti si festeggiava il carnevale, la festa del nudo,<br />

dal famoso richiamo sessuale molto esplicito e gioioso, dai colori, di<br />

cuori agitati, bollenti, giovani. Noi decidevamo di non partecipare ma<br />

solo guardare. Avevamo i nostri corpi appesantiti dalle gravidanze<br />

anche se da poco superavamo il quinto mese, le nostre creature<br />

potevano muoversi liberamente ed seguire movimenti piuttosto<br />

complessi come capriole o "passeggiatine". Non serviva che<br />

rischiavamo in un' avventura con gente sconosciuta proprio adesso.<br />

Forse se esisteva anche da qualche parte il nostro "gruppo" che in<br />

caso di necessità poteva farci assistenza medica, accurata e<br />

professionale.. .Io poi diventavo particolarmente pesante, in me<br />

c'erano due creature però non mi ostacolava per niente la voglia di<br />

esplorare nuovi orizzonti, scoprire sensazioni insolite ed eccitanti.<br />

EDEL ed io non cercavamo avventure, non avevamo bisogno dei<br />

quattro fratelli, eravamo felici ed autosufficienti per conto nostro, ma<br />

se qualcuno ci avesse invitato alla festa della vita, saremmo andate...<br />

perchè no? (Dovevamo fare una nuova visita ginecologica, dovevamo<br />

farle più spesso. Cosi diceva MATVEI.) Andavamo in clinica sempre<br />

la stessa. Sai EDEL.. l'altra volta non era andata a fare la visita da<br />

fratelli, molto più bravi del dottore insipido e spento, forse aveva dei<br />

problemi, chi non c'è l'ha? Ma noi eravamo estranee a tutto. Questo<br />

tipo di lavoro è un lavoro che richiede un immagine sempre<br />

disponibile verso i pazienti, che sono poi clienti. Come ogni altro tipo<br />

di lavoro che ti porta a contatto con terzi, le spiegavo io. EDEL mi<br />

rispondeva ridendo... tu cosa offri, vuoi andare dai fratelli nello studio<br />

piramidale e trasparente? Allora ti ricordi qualcosa?! Si voglio andare<br />

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là, hai indovinato dicevo contenta. Così andavamo nel nostalgico e<br />

memorabile campo di mais. I quattro fratelli aspettavano là, vestiti<br />

tutti uguali con un'uniforme gialla, stretta in vita da un cinturone nero,<br />

largo con una fibbia che mostrava un falco in volo. Sembravano i<br />

soldati di un esercito sconosciuto ma molto importante... .Che bella<br />

soddisfazione doveva avere la madre di questi quattro figli sani,<br />

intelligenti, con un senso della vita, portavano a tutti solo felicità,<br />

pace, gioia e spazio per la fantasia... Stavolta venivano da noi in<br />

elicottero, che bella sorpresa! Lo nascondevano dopo l'atterraggio nel<br />

campo di mais, sulla piazzetta di cemento. La casa di vetro sulla<br />

montagna ci sembrava ormai famigliare, accogliente. La poltrona<br />

ginecologica si trovava al primo piano ed il secondo era oscurato da<br />

tende blu mare. Visitavano prima me e poi EDEL in modo molto<br />

professionale, "senza brutte proposte". Tutti e quattro discutevano<br />

sull'argomento con un linguaggio medico specifico, sconosciuto per<br />

noi. Intanto chiedevo se tutto procedeva bene per noi. Si, tutto ok,<br />

potete rivestirvi, rispondeva CARLOS. Eravamo stupite io un po'<br />

delusa, neanche EDEL era felice.. .Cosa era successo.... qualcosa non<br />

aveva funzionato questa volta? Allora noi possiamo andare?, chiedeva<br />

EDEL. Si, certo! Però non c'è nessuno che può accompagnarvi giù.<br />

ANTAL è andato via in macchina, PASCAL con l'elicottero,<br />

rispondeva MARCOS, però potete andare al secondo piano e<br />

riposarvi un po' sul letto finché non arriva qualcuno per darvi un<br />

passaggio. Ci mettevamo in un grandissimo letto, in mezzo la stanza,<br />

eravamo posizionate così, tutte nude per colpa del caldo. Ero<br />

profondamente addolorata,! ultimo mio pensiero prima di<br />

addormentarmi era proprio il fatto, che era tutto molto strano..<br />

Quando mi svegliavo era già buio, nel ciclo brillavano le stelle e la<br />

luna, le vedevo bene in quanto era aperto il soffitto come l'ultima<br />

volta dai fratelli. Sentivo un canto di un uccello che mi svuotava<br />

l'anima in modo dolce, tormentoso. Mi assaliva una grande solitudine<br />

pensando che se fossi qui da sola sarei morta, basta, non c'è lo facevo<br />

più, che tristezza dell’universo, sconfinato, desolato, neanche due<br />

gemelli non mi riscaldavano più, prima di addormentarmi scalciavano<br />

un po' ma adesso non sentivo niente. Allungavo la mano per toccare<br />

EDEL, sentivo un corpo duro e atletico, non poteva essere lei, mi<br />

accorgevo che stringevo nelle mani un pene eretto, mi veniva in<br />

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mente un porcellino, forse un piccolo cinghiale che incontravamo in<br />

passato in Italia io ed EDEL, durante le nostre gite in bici. Un<br />

cinghiale l'abbiamo trovato in un recinto vicino ad una casa, prima<br />

pensavamo che fosse un cane, invece no, era proprio un cinghiale<br />

bellissimo, ricoperto di peli neri, non molto spessi ma duri, virili con<br />

un corpo non molto slanciato ma compatto. Aveva dei "calzini<br />

bianchi" che gli coprivano gli zoccoletti. Grazioso, piccolo, non<br />

vedevamo bene gli occhi ma era socievole. Si avvicinava a<br />

noi,annusando il recinto che ci divideva, "parlava" in modo<br />

amorevole, tenero e dolce, quasi ininterrottamente, spalancava la<br />

bocca per farci vedere le due zanne grosse ma senza minaccia. Forse<br />

voleva farci capire che ha tutte le cose al posto giusto. Mi veniva un<br />

pensiero sul suo pene animalesco, sapevo che è particolare, sottile, e<br />

si allunga dentro la vagina della femmina, scrofa così sono i suini. Ma<br />

perchè la natura dava un dono del genere a loro, è non all'uomo?<br />

Come sarebbe comodo... un uomo con tutte le cose giuste, da vero<br />

maschio. Un uomo è un porco, ed ha qualcosa in comune con i<br />

porcellini. Un animale-porco ha qualche vantaggio anche se i figli<br />

generati in quel modo saranno mangiati, come i genitori ma preferirei<br />

un porco così che certi uomini. Un porco vero almeno non finge di<br />

essere uomo. Pensando a quel porcello ed a cosa sa fare con le<br />

femmine, sentivo la mia vagina come una "mela matura" che pulsava<br />

e vibrava pronta a rompersi, subito dopo entrava un pene, ma non<br />

sapevo a chi appartenesse, quale fratello era ed anche se l'ultima volta<br />

avevo creato un sistema per distinguerli sempre, e ad imparare le cose<br />

nuove al mondo. Quel contatto d'amore creava in me un senso di<br />

profondo benessere e di pace. Non stavo da sola nell'universo, capivo<br />

dopo che erano in quattro a letto con noi, io, EDEL ed uomini da tutte<br />

le parti, a destra ed a sinistra senza capire chi. I membri duri<br />

dappertutto, mani e labbra, gambe attive, usate nel miglior modo, un<br />

sesso silenzioso, tenero, pacifico senza grida, o movimenti bruschi, un<br />

amore che avvolgeva tutti noi, rispettando la nostra gravidanza, poi un<br />

sonno in sei anzi nove se contavamo i nostri bimbi in grembo, una<br />

intera rappresentanza della popolazione dell' universo, ognuno di noi<br />

raggiunto da lontano, uno vicino all'altro con amore, meglio così, in<br />

nove che in due con odio. Non c'era niente di male, non ditemi che la<br />

cosa migliore è una famiglia tradizionale dove uno schiaccia,<br />

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distrugge, inganna, sottomette e stupra l'altro ma fingendo che tutto va<br />

bene, e che sia una bella famiglia. Che piacere raro e unico mentre<br />

dormi, sentire la creatura cara vicino a te, toccare la mano, e stringerla<br />

questo è un segno che siamo ancora insieme finche possiamo, tanto<br />

non si sa per quanto possa durare, perciò approfittiamone in questo<br />

momento! Il nostro caro MATVEI non ci concedeva una cosa così<br />

non lo seminava dentro di noi i suoi frutti, futuri eredi, ma non ci<br />

disturbava, e ci lasciava vivere a modo nostro, ed a soddisfare le<br />

nostre esigenze. Era un uomo molto saggio e progredito, ci amavamo<br />

tutti e la nostra unione andava avanti. Nessun problema anche quando<br />

tornavamo dal ginecologo un giorno dopo, andava bene a tutti anche a<br />

noi. Se uno ha sete ed ha un pozzo nel cortile è presto prosciugato,<br />

mica si può morire disidratate, cerchiamo altro, ve ne sono tanti.<br />

EDEL nella villa finiva di decorare le nostre stanze con passione e<br />

devozione ricopriva i muri con disegni vivaci. Mi stupiva come<br />

inventava l'armonia dei colori così perfetto ne prendeva la fantasia<br />

senza limiti. Anche il mio lavoro era bello, finivo tre libri delle favole<br />

ber bambini ed avevo nella mente già nuovi soggetti, personaggi<br />

fantastici e bizzarri. Inventavo anche le canzoni per le mie favole e le<br />

interpretavo, il nostro pavone, PIETRO, faceva allegria per tutti,<br />

stringeva amicizia forte con un gabbiano, MATVEI pensava che era<br />

una femmina, quel gabbiano che tempo fa' bussava alla finestra<br />

all'alba e chiedeva una colazione. MATVEI nutriva l'uccello fino a<br />

sazietà tale che faticava poi a volare, così lo addomesticava.<br />

Riconosceva pavone - PIETRO ed andava molto d'accordo con lui, il<br />

pavone aspettava il gabbiano finche non finiva le sue faccende<br />

importanti. Noi chiamavamo lui ABIONA, significava "nata durante<br />

un viaggio"come noi. La colazione non si sapeva dove la faceva però<br />

il pranzo e la cena era con noi. Ridevamo guardando queste bestiacce<br />

strane come mangiavano dalla tinozza, dritti, fieri, vanitosi come per<br />

ricevimento principesco. Rimaneva un mistero dove dormiva<br />

ABIONA, ma PIETRO felice, la accettava come era senza porsi tante<br />

domande inutili.<br />

69


CAPITOLO 14<br />

Isola deserta. Ormai il mio corpo e quello di EDEL prendevano<br />

troppa rotondità, penso forse che il mio lo fosse un po' di più, la<br />

differenza si vedeva quando eravamo nude ma chi poteva vederci, in<br />

spiaggia non andavamo più, stavamo solo nel nostro giardino vicino<br />

alla piscina. MATVEI diventava con noi molto premuroso, facevamo<br />

spesso le passeggiate insieme, noi tre suscitavamo la viva curiosità dei<br />

passanti due ragazzine sane, belle, incinte e tra noi lui, snello, solare,<br />

sorridente, la situazione così lasciava molto spazio all'immaginazione..<br />

.Un giorno prendevamo un motoscafo per fare un giro in mare<br />

aperto, giravamo tutta la mattina tra alcune isolette, volevamo<br />

raggiungerne una ancora più distante per poi tornare a casa, ma<br />

quando ci avvicinavamo pronti per sbarcare il motore del motoscafo<br />

non si fermava, ripartiva a tutta velocità verso il mare aperto, non<br />

rispondeva più ai comandi. Io ed EDEL eravamo agitate ma MATVEI<br />

con strana tranquillità ci calmava. Ma sapete ragazze che LILITH,<br />

quella vera, originale può trovarsi adesso sotto di noi? LILITH nella<br />

legenda si liberava dal ADAMO e DIO la mandava sul fondo marino<br />

dove riceveva un impegno.. .LILITH come una ribellione, una<br />

protesta, imprevedibile, andava contro tutti, spietata, curiosa, non<br />

aveva paura di niente, appariva quando voleva, chiamarla era inutile,<br />

cacciarla impossibile. E' un grande onore per te EDEL portarla in<br />

grembo però non è una presa facile, ci siamo tutti noi per aiutarti,<br />

diceva MATVEI, ridendo. Sembrava che il motoscafo con grande<br />

velocità nel pieno dell'oceano sapeva dove portarci e MATVEI<br />

prevedeva cosa sarebbe successo... L'unico modo per superare ogni<br />

imprevisto era dormire e noi lo facevamo. Quando mi svegliavo<br />

trovavo un silenziosi sentiva solo il canto degli uccelli e le onde che<br />

sbattevano ritmicamente contro il motoscafo. MATVEI osservava noi<br />

e ridendo diceva, siamo in un isola deserta ragazze! Sapete che tanta<br />

gente sognerebbe di trovarsi qui, fuggire dal mondo, godetevi questa<br />

fortuna, non si ripeterà mai più noi qua soli in sei. Sbarcavamo, chissà<br />

se già un piede umano e passato di qua, chiedeva EDEL affascinata e<br />

stregata dal paesaggio. La sabbia era tenera, bianca quasi setacciata,<br />

subito dopo iniziavano prati verde smeraldo con erba corta e morbida<br />

70


che cedeva il posto alla giungla scura fitta di vegetazione dentro la<br />

quale spiccavano delle rocce alte ed appuntite. Mettetevi tranquille sul<br />

prato che io vado a cercare l'acqua e del cibo, come farebbe un vero<br />

uomo, diceva MATVEI fiero di se. Rimanevamo da sole sedute<br />

sull'erba come due bambole gonfiabili, abbandonate sul campo di<br />

giochi. EDEL tirando giù la maglietta senza reggiseno era splendida,<br />

scioglieva i capelli che ricoprivano i seni nudi, pieni, grossi come<br />

meloni, pesanti che stavano su eretti da soli. Trattenevo il respiro,<br />

facendo finta di niente e pensavo "che bellezza incredibile non è<br />

giusto che una donna debba appartenere solo ad un uomo, la bellezza<br />

così appartiene a tutti. Come ci siamo perse questa volta, cara amica!,<br />

dicevo io. EDEL rispondeva, là in Italia a Dalmine andavamo per una<br />

direzione sconosciuta, coraggiosamente eravamo perse in mezzo a<br />

paeselli mai visti, fra prati e boschi, unico orientamento per noi erano<br />

la valle del fiume e le montagne, poi se perdevamo questi segnali,<br />

chiedevamo ai passanti la strada giusta. Io poi continuavo... ricordo<br />

ancora come spalancavano gli occhi e ci dicevano come eravamo<br />

lontane dal posto che cercavamo, pensa se ci vedessero adesso, dove<br />

siamo... in mezzo all'oceano atlantico, bella passeggiata lunga, diceva<br />

EDEL. Intanto toglievo anche io il vestito che era un unico pezzo<br />

rimanendo solo in mutande, lei mi guardava meravigliata. Sai che noi<br />

siamo fortunate, libere, possiamo scegliere il sesso e farlo, o non<br />

farlo,e se lo facciamo con chi... ma le donne africane per sdebitarsi<br />

con i trafficanti che le portano in Italia devono compiere un numero<br />

non inferiore a quattromila prestazioni sessuali, dicevo ad EDEL. Che<br />

roba... quattromila organi sessuali diversi per una povera vagina<br />

indifesa, come poteva rimanere una cosi?, rispondeva commossa<br />

EDEL, ma sai che anche tu sei molto bella con la tua pancia alta, che<br />

ti dona anche... non è vero che la donna incinta deve essere brutta,<br />

dipende dove si trova se è in una città caotica, grigia e sporca con i<br />

mano le borse della spesa, oppure se chiede l'elemosina vicino ad un<br />

semaforo si che diventa segnalata e brutta, ma non noi... qua nude..<br />

.eccomi..., mi spoglio anch'io di tutto ... in questa isola deserta, siamo<br />

bellissime, poi ritorna MATVEI con cibo ed acqua se non fosse<br />

tornato certamente lo avrebbe fatto lo stesso qualcun altro. EDEL<br />

rimaneva solo con le mutande. Andiamo ad esplorare un po' i<br />

dintorni!, dicevo. Sembravamo due bambine perse nel bosco. Un<br />

71


sentiero stretto forse un passaggio di cervi ci portava sulla radura<br />

dove si trovava un fiume,decidevamo di seguirlo il mare era vicino,<br />

potevano essere i testimoni dell'evento magico ed importante un<br />

fiume che entra nel mare. Questo evento mi disturbava, mi<br />

preoccupava, scottava la mia anima troppo debole per cose di tale<br />

bellezza maestosa e intima. Era proprio cosi l'avevamo trovato, un<br />

fiume celeste circondato dalle sabbie bianchissime che si univano con<br />

l'oceano. Senza parole toglievamo l'ultimo indumento e rimanevamo<br />

nude scivolando dalla sabbia nell'acqua cristallina, poco profonda con<br />

fondo sabbioso, la corrente del fiume ci portava nel mare con grande<br />

forza e velocità "ci sputava" nell’Atlantico. Divertite e sfinite stavamo<br />

sulla riva del fiume. Dimmi EDEL come era il tuo sesso con due<br />

uomini?, chiedevo improvvisamente. Era bellissimo, una doppia vita<br />

dentro di me, l'amore totale con comprensione reciproca ed<br />

immediata, l'armonia dei movimenti ed orgasmi. Uscivo dal guscio<br />

del proprio "io" con la fusione di due individui, non lo so... forse era<br />

così perchè si trattava di due fratelli... con altri non so... ,con loro era<br />

la prima volta, avevano saputo convincermi, rispondeva lei. Dicevo,<br />

però mi piace questa idea con un gruppo. Quante donne volevano fare<br />

dei figli o semplicemente sesso, ma uomini non ce ne sono o se ci<br />

sono, sono deboli, stanchi, occupati, ammalati, impotenti, sterili.<br />

Questa faccenda è da professionisti fatta con precisione, senza<br />

confusione, fretta, paura e senza matrimoni.. .EDEL parlava, è vero,<br />

noi siamo come dei "buchi neri" della galassia, risucchiamo dentro<br />

tutto, pochi uomini possono "sfamare" una donna vera e non se ne<br />

trovano tanti, menomale che sono cosi pochi. Noi siamo sulla terra e<br />

finchè siamo qui dobbiamo provare di tutto, altrimenti perchè ci<br />

siamo? Non riuscivo a capire e chiedevo ad EDEL, la natura<br />

provocava un desiderio sessuale per compiere la fecondazione, ma se<br />

una ha due frutti già dentro perchè i desideri non spariscono? EDEL<br />

diceva, per la soddisfazione completa devono coincidere tante cose:<br />

una di queste, è che se un uomo ti ha dato un frutto, è veramente il tuo<br />

uomo ed il frutto è per te, se tutto coincide sarai calma e tranquilla...<br />

forse, ma ci sono i fratelli che ti dominano e ti convincono e tu non<br />

sai dire di no . Ma cosa hanno secondo te? chiedeva lei. Invece di<br />

rispondere prendevo lei per mano e la portavo in mare caldo e<br />

trasparente. Potevo accarezzarla tutta, mi attiravano i suoi seni grossi<br />

72


e duri, un bel giocattolo per dei neonati, maschi ed anche per me.<br />

Anche lei mi sfiorava leggermente e provocava in me un doppio<br />

colpo, uno nella testa ed uno in vagina, capiva il mio desiderio<br />

accarezzandomi nel posto giusto non dovevo neanche indirizzare la<br />

sua mano, EDEL sapeva perfettamente il punto preciso, senza scavare<br />

inutilmente in profondità, era un amore profondo e calmo come le<br />

onde oceaniche. Un piacere puro e incontaminato senza grida, sperma<br />

o altri liquidi corporei, senza un pene che a volte fa fatica ad alzarsi,<br />

senza violenza e finzione, non sapevo se un piacere così forte<br />

proveniva da lei o dal mare. Poi toccava a me coccolarla, sapevo<br />

anch'io usare la stessa tecnica e quali punti erotici aveva. Il tempo era<br />

poco ma il piacere era al massimo, quello che capitava spesso<br />

viceversa nella vita umana, molto tempo perso per un piacere minimo.<br />

Non toccava però a noi, a MATVEI e ai cari fratelli, sfruttavamo<br />

sempre al massimo un amore. Intanto il nostro MATVEI come un<br />

uomo sconfitto come un cacciatore senza preda, tornava a mani vuote,<br />

non portava ne cibo ne acqua. Tanto non avevamo bisogno avendo<br />

tutto questo dentro al motoscafo. Non potevamo partire perchè il<br />

motoscafo non aveva più benzina, avendola consumata tutta per<br />

arrivare qua, sull'isola. Tutti tre seduti sulla riva del fiume e MATVEI<br />

cominciava a dire che il lesbo aveva le sue origini già nella natura<br />

umana, la neonata bevendo il latte materno si nutriva e dava un<br />

piacere anche alla madre, un piacere fisico e morale quando crescerà<br />

sarà attratta dal suo seno e dalle altre. Forse si modellerà il seno<br />

aumentandolo o diminuendolo da un chirurgo plastico per piacere a se<br />

stessa o agli altri Uomini che le daranno la possibilità di avere altri<br />

"succhiatori" al suo seno ed il circolo si chiude. Tutto sta intorno al<br />

seno della femmina. Poi quanto latte beviamo dalle mucche che sono<br />

molto sensibili e comprensibile. I contadini russi raccontavano che da<br />

loro spesso una mucca monta l'altra senza maschili loro<br />

comportamento non è tanto chiaro, sembra che una vorrebbe aiutare<br />

l'altra per diminuire la sua sofferenza naturale. Il sole già stava basso<br />

sopra al mare, stava arrivando il buio. IO ed EDEL eravamo<br />

preoccupateci piacevano le avventure ma non volevamo rinunciare<br />

alle comodità di un letto morbido e protetto, nella stanza volevamo<br />

vicino GERALDIN e PIETRO . MATVEI non si preoccupava per<br />

niente era solare e spiritoso, aspettavamo un suo segnale per ricomin-<br />

73


ciare a creare il "nostro nido famigliare" da qualche parte sugli alberi,<br />

in motoscafo o cercare una qua, noi come un pasto per bestie feroci,<br />

gridava MATVEI indicando un punto scuro dell'oceano che si<br />

ingrandiva, e da dove arrivava un rumore potente dell'elicottero che<br />

atterrava sul prato verde con i quattro fratelli: CARLOS, MARCOS,<br />

ANTAL e PASCAL. EDEL ed io eravamo un po' spaventate e<br />

perplesse… i fratelli uno per uno abbracciavano affettuosamente<br />

MATVEI. Ma vuoi vi conoscete già, chiedeva EDEL a voce bassa<br />

incredula. Nessuno le rispondeva,poi i fratelli salutavano anche noi. A<br />

quel punto eravamo tutti felici senza preoccupazioni... va bene per<br />

loro va bene anche per noi!! Tutti sani e salvi. Io ed EDEL<br />

scoprivamo "l'amore femminile"... senza testimoni, forse uno, ma non<br />

dava nessun fastidio come sempre. Partivamo in dieci sull'elicottero<br />

lasciavamo la nostra isola deserta senza nome che ci aveva accolto<br />

così teneramente. Pensavo, dove andavamo, non per caso nella loro<br />

clinica sulla cima? Non volevo per niente giochi erotici con cinque<br />

uomini. MATVEI mi sembrava più padre che marito poi "la gioia sul<br />

monte", un affare privato fra me e EDEL. Nella mia testa echeggiavano<br />

le parole di MARCOS "II gruppo dei fratelli non agiscono mai<br />

contro la volontà di una femmina... ma tu puoi sempre contare su di<br />

noi, qualsiasi cosa fai..." Non capivo di cosa parlavano MATVEI e i<br />

fratelli però spesso ridevano, ma non era importante per me, guardavo<br />

con EDEL un numero immenso di luci laggiù, facendo un giro<br />

panoramico sopra Rio de Janeiro, quanti ricordi.. .Prima eravamo<br />

stranieri, ma adesso siamo del posto ormai è la nostra terra.<br />

Tornavamo a casa di GERALDIN , i fratelli nonostante il nostro<br />

invito per cena ripartivano subito. Era chiaro, loro erano in missione.<br />

In giro potevano trovare tante donne che hanno bisogno di loro,<br />

sentivo un pizzico di gelosia però non so se questo valeva anche per<br />

EDEL. La cena era calda e già servita sulla terrazza illuminata, ma<br />

come poteva prevedere il nostro arrivo GERALDIN? Era chiaro che<br />

eravamo capitate in una famiglia di stregoni, ma se provi una volta a<br />

convivere con la gente così, poi non puoi farne più a meno, cercherai<br />

sempre le cose misteriose, la dove non ci sono, nel volto vuoto e<br />

piatto vorrai sempre scoprire la profondità, il doppio senso, lo strano<br />

gioco, i mondi lontani. La gente come loro ti da sempre una carica,<br />

come un pieno di "benzina" che ti aiuterà a superare un deserto umano<br />

74


nei cuori vuoti e negli occhi indifferenti, con la tua favola privata<br />

dentro, riuscirai a preservare i tempi duri di "attraversata terrestre".<br />

Con il tempo io ed EDEL ci concentravamo su noi stesse, MATVEI e<br />

GERALDINE non invadevano la nostra intimità. Rimanevano pochi<br />

mesi per il nostro parto, ognuna di noi doveva pensare per conto suo,<br />

studiare un suo spazio interno, avvicinarsi al bambino, capirlo,<br />

sentirlo, ci voleva un silenzio per riflettere una cosa così complicata,<br />

prima entrati dentro di noi invisibili ma ora diventati giganti, difficile<br />

da far uscire, una cosa così grossa dal piccolo buco della vagina senza<br />

creare un danno per tutti! Dormivamo in stanze separate, ero taciturna<br />

più del solito, il fatto che aspettavo dei gemelli mi dava una grande<br />

responsabilità che però spesso non ero in grado di sostenere, ma non<br />

mi rivolgevo a nessuno. Ci sono momenti della vita che devi stare da<br />

sola come nella nascita, nel parto, nella morte, non ti aiuta stare in<br />

compagnia. Ricordavo di nuovo a EDEL la nostra storia lesbica, ma<br />

non cercavo di ripeterla, mi sembrava che il ruolo principale di quel<br />

bel gioco era stato svolto dal mare, il mare era il regista a noi gli attori<br />

che seguivano la storia della sceneggiatura. Capitavamo nel mare<br />

troppo vicine una all'altra e la cosa veniva da se.. .non dovevo dare a<br />

nessuno le spiegazioni di cosa facevo e perchè... lo facevo e basta.<br />

Ogni tanto verso sera percepivo una leggera inquietudine, ma non<br />

sapevo da dove veniva, sembrava che dovevo fare una certa cosa,<br />

qualcosa, ma non potevo definirla. Poi iniziava un sogno, dovevo<br />

scavare una tana, la scavavo e la foderavo con un'erba aromatica,<br />

secca e con delle piume... ma chi ero io?, un topo o un uccello, ma<br />

alla fine del sogno riuscivo a costruire una tana bellissima, ma il<br />

sogno si ripeteva ogni giorno, dovevo di nuovo costruire la tana,una<br />

volta era un nido così andavo a raccogliere i rami, le foglie, l’erba<br />

secca e peli animaleschi, poi mi risvegliavo stanca e sfinita, sapendo<br />

che il giorno dopo non potevo dormire, riposare ma dovevo costruire<br />

un'altro rifugio per una bestia gravida e per i sui futuri figli. Per colpa<br />

di un sogno corrente non avevo più pace, dovevo reagire per non<br />

impazzire.<br />

75


CAPITOLO 15<br />

La fuga. La mia decisione maturava in un giorno quando mi era<br />

chiaro che ABIONA il gabbiano non tornava più, non si vedeva da<br />

due settimane. PIETRO il pavone era depresso, mangiava poco e<br />

gridava più del solito in un angolo del giardino. Non mi immaginavo<br />

con un parto tradizionale, nella posizione assurda e scomoda con<br />

gambe spalancate alla vista di tutti, il parto non e' una malattia allora a<br />

cosa serve tanta gente attorno? Ogni creatura partorisce da<br />

sola,nascosta forse in presenza di qualcuno della sua specie che non la<br />

aiuterà tanto. Un topo femmina di Malta quando partorisce nella sua<br />

tana, le altre femmine l'aiutano a rompere il cordone ombelicale dei<br />

nascituri e lavano i piccoli e la madre. Esiste una cosa del genere fra<br />

esseri umani? Gratuita, sincera, immediata! Non volevo leggere i libri<br />

sulla gravidanza apposta per non impressionarmi in anticipo, decidevo<br />

di seguire il mio istinto che suggeriva di nascondersi, morire o<br />

vincere, nessuno doveva vedere i miei occhi che soffrivano, il mio<br />

momento personale, la vittoria o la sconfitta. Fino ad ora mi aveva<br />

aiutato la buona sorte, da tutti, MATVEI, EDEL, GERALDINE. Cosa<br />

potevo creare personalmente senza aiuto di nessuno? Non vincevo<br />

ancora la mia sfida con la vita perchè ero sempre protetta, ma<br />

immagino che da sola non avrei potuto fare molto. Decidevo di partire<br />

per la Russia, da sola con condizioni di clima rigide e dure tipiche<br />

della primavera russa anche se non ancora cominciava, con gli alberi<br />

fioriti, la prima erba e le prime foglie verdi, con i lillà sbocciati e gli<br />

odori dei boschi scongelati... tutto succede più tardi, ma era sognato e<br />

previsto. Per fortuna MATVEI non ci faceva mancare niente, EDEL<br />

ed io avevamo le carte di credito. Avevo abbastanza soldi sul mio<br />

conto, dovevano bastarmi. Intanto cercavo di "isolare la mia testa" per<br />

non far leggere i miei pensieri da MATVEI, non volevo essere<br />

disturbata da nessuno per isolarmi dovevo sapere che al posto della<br />

testa avevo un sole ardente e dentro girava un disco viola che non si<br />

fermava mai. Immaginavo già l'arrivo a Mosca dove affittavo un<br />

appartamento con una bella e grossa vasca da bagno, dove potevo<br />

partorire da sola senza un minimo aiuto umano, e se la cosa non<br />

girasse nel verso giusto avrei deciso solo io come fare… Seppellisco i<br />

76


miei bambini in qualche monastero moscovite dove la terra è un<br />

posto, per la gente sana che sa combattere per se stessa. Non volevo<br />

che le mie creature soffrissero, volevo eliminarle già alla partenza,<br />

dalla vasca nativa usciranno sani oppure no, nessuno saprà solo io<br />

avrò questo peso, non volevo che altri raddoppiassero la mia<br />

sofferenza, era un caso estremo, in realtà mi sentivo più ottimista.<br />

Immaginavo cosi il quadrerie tenevo i miei gemelli uno a destra l'altro<br />

a sinistra, sorridevano, ed io che guardavo i fiori dalla finestra, dove si<br />

vedeva una tempesta di neve che cadeva fitta, girando da tutte le<br />

direzioni. La stanza era luminosa e calda. I biglietti per Mosca, i<br />

vestiti caldi e tutto il necessario non erano un problema, bastava solo<br />

pagare generosamente e te li portavano subito. Chiedevo di lasciare<br />

queste cose nell'hotel di Rio de Janeiro per non portarli a casa e non<br />

essere scoperta. Dovevo fare in fretta perchè superavo già l'ottavo<br />

mese di gravidanza! bambini erano di sicuro posizionati nella mia<br />

pancia con la testa in giù con il mento abbassato contro il petto, ormai<br />

condannati a lasciare la prima casa,pronti per saltare nel mondo.<br />

Invece non avevo ancora raggiunto la vasca da bagno per il parto,<br />

sapevo che facevo una cosa assurda che altri non capiscono mai, però<br />

era cosi..., faccio affliggere e preoccupare tutti. Sparita anche<br />

ABBIONA gabbiano, ma fa niente un giorno torneremo tutti dalla<br />

guerra, dalla missione difficile dal campo di battaglia... torneremo<br />

nelle case e riposeremo. La strada per il ritorno non c'era, mi sentivo<br />

precipitare giù da una montagna, era impossibile fermarmi, avevo<br />

bisogno di purificarmi con il dolore, quando si mangia troppa roba<br />

dolce poi fa male. Uscivo dalla casa alle tre di notte e con un taxi<br />

andavo a Rio de Janeiro in quel hotel dove avevo lasciato tutta la roba<br />

necessaria per partire. Chiedevo al personale di fare una chiamata a<br />

casa a MATVEI, appena il mio aereo partiva per Mosca, non avendo<br />

il coraggio d'affrontare da sola il discorso con i miei. Avevo paura che<br />

potevano convincermi a non partire più, è così dovevo tornare a casa<br />

pentita, piangente, colpevole e continuare a scavare le tane, costruire i<br />

nidi nei miei sogni tormentosi e lugubri. La mattina dopo consegnavo<br />

le chiavi della stanza,pagavo. Il portiere con una faccia misteriosa mi<br />

dava la busta bianca , io gli davo la mancia nascondendo la busta<br />

nella borsetta e partivo per l’aeroporto. In taxi aprivo la busta, mi<br />

veniva da piangere... c'era un certificato rilasciato dalla clinica dei<br />

77


fratelli; CARLOS, MARCOS, ANTAL e PASCAL che davano il<br />

benestare alla compagnia aerea in quanto io ero in grado di volare in<br />

queste condizioni, e che è veramente necessario per me, andare a<br />

Mosca ed in caso succedesse un disastro, coprivano tutte le spese.<br />

Nella confusione per la partenza scordavo completamente che potevo<br />

avere difficoltà di questo genere, certe compagnie aeree non<br />

prendevano in volo donne in stato di gravidanza avanzata come ero<br />

io. I fratelli si che erano cari amici oltre che teneri amanti, allora loro<br />

sapevano tutto di me e sicuramente avrebbero spiegato bene a<br />

MATVEI, EDEL, GERALDINE, sono tutti della stessa compagnia<br />

meravigliosa. Sapevo che non ero più sola anche se ero assillata dalla<br />

solitudine, nel freddo di un'avventura tremenda, sconosciuta e<br />

spietata, mi sentivo meglio, la vita diventava di nuovo un gioco<br />

magnifico. Bastava che uno mi tendeva la mano dall'altra parte<br />

dell'abisso che io potevo attraversarlo su una fune tesa. L'aiuto dei<br />

fratelli era molto valido senza quel certificato non sarei partita, ma<br />

così passavo i controlli senza problema. L'aereo decollava, ci<br />

volevano tantissime ore di volo. Se uno pensa cosa è giusto e cosa è<br />

sbagliato rischia di impazzire, però questo pensiero era inevitabile,<br />

pensavo a mia madre... lei di sicuro sarebbe contenta di accogliermi,<br />

per il mio parto, ma io volevo che il nono mese della gravidanza fosse<br />

solo per me, volevo stare da sola di fronte all'universo. Se fossi un<br />

animale scapperei in un bosco per scavarmi la tana e là partorire, non<br />

sono un animale ma una donna anche se con tanti istinti animaleschi,<br />

ma con una via di mezzo scoprivo lo stesso la mia fuga. Sicuramente<br />

un giorno tutti andremo a trovare mia madre: io, ARIEL, VINCENT,<br />

EDEL con LILITH, MATVEI e GERALDINE. EDEL la presenterò<br />

come una cara amica ma non come altra "moglie" di MATVEI. Mia<br />

madre si agiterebbe per un fatto così, non lo capirebbe mai, non<br />

approverà la nostra unione felice, ben costruita, completa di tutto...<br />

Vorrei che ci fossero più compagnie come la nostra così il mondo<br />

girerebbe meglio senza guerre e bambini soldati, senza bambineprostitute,<br />

ne gente per trapianti di organi e bombe atomiche. Con la<br />

propria madre meglio non litigare mai, lo stesso non riuscirai staccarti<br />

da lei, rimani nel suo grembo per sempre anche se sei saltato fuori<br />

tanti anni fa. Ma questo mistero che a tutti rimane per sempre, per un<br />

uomo esiste solo una donna, la madre. Quando lui non girerà per il<br />

mondo, tutte le altre femmine per lui saranno prostitute, che si


vendono a chi offre di più! Basta smettere di dare a loro! Per vederle<br />

con i denti affilati... le unghie... l'amore... Solo tua madre ti dirà<br />

gratuitamente: "ti voglio bene", con altre donne, per queste parole<br />

devi pagare, il prezzo della donna sale in proporzione alla sua<br />

bellezza: glutei, seni, occhi, sorriso... portafoglio e successo. Invece la<br />

donna dovrebbe riportare un uomo nell'infanzia, nella vita uterina.<br />

Può diventare la madre per lui e per i suoi figli, però bisogna pagare,<br />

il prezzo sale sempre poiché la donna vuole di più essendo il "buco<br />

nero della galassia". Miei cari figli:ARIEL e VINCENT tenetemi<br />

d'acconto, trattatemi con premura e tenerezza!!! Sono sola per voi,<br />

unica femmina, un'altra così non ci sarà mai..! Mi stavo<br />

addormentando la fatica del viaggio si faceva sentire. Decidevo che al<br />

mio risveglio non volevo pensare più a niente perchè la strada era<br />

lunga, è si avvicinava al mio parto, ma non sapevo dove andavo, da<br />

chi e perchè. Mica potevo fermare l'aereo?! La cosa si sarebbe risolta<br />

da se, ormai non posso fare niente.<br />

79


CAPITOLO 16<br />

Infatti,quando mi svegliavo cominciavo a scrivere una nuova favola<br />

per bambini, raccontavo di "un' angelo aereo" che dominava tutto<br />

l’universo. Per esempio in quel momento ero insieme con il mio aereo<br />

dentro quello spirito potente ed immenso. Lui conteneva tutti i mondi,<br />

i pianeti, di fronte a tale vastità sparivo automaticamente con tutte le<br />

mie preoccupazioni, non esistevo, e basta. Scrivevo questa favola fino<br />

all'ultimo momento, dimenticando il mondo attorno e me stessa finchè<br />

non sentivo un colpo. L'aereo atterrava in territorio russo ed io non<br />

riuscivo a trattenermi le lacrime. La patria.. .lasciata per molto tempo<br />

ma mai dimenticata rimane sempre la mia patria. Non mi vergognavo<br />

del mio pianto, non lo nascondevo, una donna incinta può<br />

permetterselo. La hostess mi portava un bicchiere d'acqua. La gente<br />

mi guardava con curiosità e compassione. Chi sa quante cose poteva<br />

fantasticare su di me questa gente..? Un'avventura d'amore finita<br />

male, o forse di una moglie respinta, di una donna sola ed infelice, o<br />

la fine di una gita fantastica... Poiché chi poteva permettere di<br />

viaggiare ad una donna all'ultimo stato di gravidanza? La mia pancia<br />

era enorme, ma non per vicinanza del parto ma per il fatto che<br />

aspettavo due gemelli, adesso mi scalciavano da tutte le parti, non so<br />

forse erano contenti di arrivare in Russia che era anche la loro patria.<br />

Sapevo che nell'aeroporto ci doveva essere l'agenzia che affittava<br />

appartamenti. Sarei andata subito là. Qua a Mosca non era cambiato<br />

niente, lo stesso ciclo grigio di piombo, un controllo dei passaporti<br />

nella sala scura e affollata, le facce stanche e serie delle donne<br />

poliziotte, della dogana. I maschi in Russia dove sono?! Menomale<br />

che la gente non perdeva la sua umanità, tenendo il conto della mia<br />

gravidanza, passavo davanti a tutti. Certo, è meglio così, assistere qua<br />

la scena sincera e straziante del parto. Così potevano vedere come<br />

nasceva un uomo... andavo tranquilla ed indifferente attraverso la<br />

folla all'uscita. Tanto nessuno mi aspettava qua, abbassavo la testa e<br />

mi muovevo come un bue fra le pecore verso l'ufficio informazione.<br />

Sentivo una mano che mi toccava la spalla, mi giravo di scatto già<br />

furiosa.. .In questo paese se non tiri fuori le unghie, non riesci a<br />

sopravvivere, neanche a fare un passo avanti... Allora, cara! Dove<br />

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credevi di scappare da noi?, era CARLOS dietro lui MARCOS,<br />

ANTAL e PASCAL. Le gambe non mi tenevano più e poi emozioni<br />

così grandi di felicità che mi toglievano il fiato, mi soffocavano. La<br />

migliore risposta che potevo dare era uno svenimento, quello stacco<br />

momentaneo dei sensi salvava i miei gemelli dallo sbarco anticipato<br />

sulla terra, ma ormai la nostra vasca era già vicina.. .Quando<br />

riprendevo i sensi ero già in macchina con i fratelli, viaggiavamo per<br />

la strada ghiacciata, in mezzo ai boschi, prati larghi innevati, tutto in<br />

bianco e nero. Ma cosa facevate in aeroporto? chiedevo loro.<br />

Missione, cara, sempre in missione segreta ben nota a te, poi ti<br />

abbiamo visto... passare, diceva CARLOS. Rispondevo, bel incontro<br />

improvviso, veramente, anche se volevo arrangiarmi da sola. Ero<br />

calma e ripresa dallo stress e incominciavo a fare già capricci. Certo è<br />

facile quando ti sei salvata anche stavolta... Non preoccuparti! Ti<br />

toccherà sempre partorire, ma questa volta l'avevi combinata grossa...<br />

non c'è la facevi da sola, rischiavi di morire ed a noi dispiaceva tanto.<br />

Noi abbiamo tanto da fare qua non ti staremo addosso... C'è ne da fare<br />

in Russia... bel paese di donne sole.... , diceva MARCOS. Sentivo un<br />

morso della gelosia era già la seconda volta per colpa dei fratelli.<br />

Forse mi sto innamorando dei miei missionari...? Intanto<br />

attraversavamo dei posti bellissimi che d'estate dovevano essere una<br />

favola, in mezzo alla natura selvaggia ancora nel sonno invernale,<br />

dietro dei muri altissimi di pietra si intravedevano le case-castelli dei<br />

nuovi ricchi, le ville di tre, quattro piani con colori vivaci, alberi<br />

secolari che potevano raccontare tantissimo di questa zona da tempo<br />

abitata dalla gente vip, politici, artisti, mafiosi, banditi, la gente strana<br />

arricchita più o meno misteriosamente nel passato e oggi. Non si<br />

sapeva perchè la terra in questi posti valeva cifre astronomiche. Qua<br />

nelle case principesche, in mezzo ai boschi si svolgevano le feste di<br />

alta società, di gioventù d'oro. I russi che riuscivano ad occupare i<br />

posti nella prima fila vicino "mangiatoia" sapevano divertirsi e<br />

prendere le cose migliori della vita. Era un corso di RUBLEV,<br />

RUBLEVSCOE SHOSSE. Proprio là mi portavano i fratelli.. .Come è<br />

strana la vita, io che incoscientemente ero attratta dalla povertà<br />

capitavo sempre nei posti per ricchi, fra la gente potente o benestante.<br />

Da piccola mi piaceva giocare da "poveraccia", mangiavo un pane<br />

nero, rinsecchito immaginando che era ultimo pezzo in casa dei<br />

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poveri contadini. Mangiavo anche del pane tirato dal congelatore<br />

ancora surgelato e mi sentivo come un uccello in un bosco invernale<br />

che pranzava con questo, o un vagabondo-mendicante che era riuscito<br />

a trovare un pezzo di pane sotto neve, perciò ghiacciato. ANTAL<br />

raccontava, pensate… che questa casa ci ha dato un ricco politico<br />

perchè passava l'inverno in Brasile a Rio de Janeiro. Volete dire che<br />

noi non siamo uccelli migratori? Uno va là ,l'altro qua, ma nessuno è<br />

mai contento del suo posto, ognuno dentro di se capisce che è di<br />

passaggio, perciò non conviene fermarsi a lungo in un posto, bisogna<br />

muoversi per allenarsi sempre e non perdere lo spirito randagio,<br />

esploratore, una delle poche cose che vale la pena coltivare. La nostra<br />

residenza invernale aveva muri altissimi per difenderci da occhi<br />

indiscreti ed invidiosi del popolo. Non tutti gli esseri umani<br />

perdonano ad altri il lusso di nutrirsi direttamente dalla "mangiatoia<br />

principale", tutti hanno fame, però qualcuno può avere solo le briciole<br />

dopo un banchetto principesco. La causa di tutte le guerre mondiali, le<br />

discussioni per il primo posto vicino alla "mangiatoia". Noi senza la<br />

guerra occupavamo i posti in prima fila, c'è la strada della violenza<br />

ma anche quella del Pamore, la nostra. Pensavo che un personaggio<br />

che abitava qua era più che bizzarro. La casa non era grande solo di<br />

tre piani triangolare. I fratelli rimanevano fedeli ai loro gusti! Come la<br />

loro piramide, un piano base, un l'altro più stretto e l'ultimo sotto<br />

tetto. Attorno la casa non c'era probabilmente un giardino, ma solo dei<br />

fiori. I tronchi secchi, quelli si intravedevano sotto la neve che<br />

incominciava già parzialmente a sciogliersi, in mezzo c'era un<br />

laghetto ghiacciato, rotondo. Dalla riva destra alla sinistra s'inarcava<br />

un ponte a mezzaluna con una sedia, sul punto più alto del ponte<br />

esattamente al centro. Che bella idea! Piantare i fiori, aspettare che<br />

fioriscono, mettere dei pesci grossi come una carpa nel laghetto, salire<br />

sul ponte ed osservare la bellezza creata da te, buttare pezzi di pane ai<br />

pesci... Siamo entrati in casa, rimanevo senza parole, quasi tutta la<br />

stanza era occupata da una grossa piscina d'acqua blu intenso,<br />

illuminata sul fondo. La graziosa "isoletta" era in mezzo alla piscina,<br />

sopra c'era un tavolo abbastanza grande per stare in cinque, sei<br />

persone. Ero curiosa di sapere come si apparecchiava il tavolo senza<br />

bagnarsi, qualcuno di sicuro con le pietanze doveva transitare "via<br />

mare" dal tavolo verso la cucina.. .In casa al primo piano c'era un<br />

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piccolo bagno con la doccia che si trovava in un angolo con un ampio<br />

camino con un fuoco acceso. Ma chi, e quando avrebbe avuto il<br />

tempo di accenderlo? Dal primo piano al secondo ti portava la scala<br />

mobile. Era una casa perfetta per me Così non dovevo a faticare per<br />

portare ARIEL e VINCENT su. Al secondo piano c'era la camera da<br />

letto molto grande... mi veniva in mente il sogno in sei nello studio<br />

medico dei fratelli... Come erano tutti lontani adesso! Rio, EDEL,<br />

MATVEI... Addirittura un'altro continente e l'oceano che ci divide vai<br />

Anche questa volta una lunga passeggiata, direi che passeggio bene.<br />

All’ultimo piano c'era un letto piccolo con tre finestre triangolari, una<br />

su ogni muro, sembrava di dormire sotto un ciclo aperto, rigido,<br />

nordico, ma dentro la stanza faceva caldo. Sul letto si muoveva un<br />

cagnolino che mi sorrideva, un bastardino, miscuglio di razze<br />

indefinibili. Per creare uno così ci avranno lavorato in lanterna l'opera<br />

era riuscita, il cane era tutto bianco, ma con calzini neri. Aveva una<br />

macchia nera sopra la testa come un capellino ebreo, anche gli occhi<br />

erano cerchiati di nero come occhiali... Quel cane che mi vedeva per<br />

la prima volta sceglieva me come sua padrona, mi leccava le mani e<br />

scodinzolava. Ti avevo detto che si riconoscono! diceva PASCAL<br />

rivolgendosi a MARCOS. Quel cane per me era l'ultima goccia della<br />

mia felicita già traboccante... Scendevamo giù al primo piano.<br />

CARLOS mi chiedeva, spero che ti basterà la vasca da bagno per<br />

partorire o ne volevi una più grande? aggiungeva che dovevo<br />

spogliarmi per fare la visita medica. Premeva il telecomando e dal<br />

lato della piscina usciva un ponte mobile che si collegava con la "sala<br />

da pranzo". Mi stupivo ancora delle stranezze della casa, quante storie<br />

divertenti e sceneggiature si potevano creare in un posto così.<br />

PASCAL si scusava per la mancanza "dell'apparecchiatura adatta",<br />

ma anche un tavolo andava bene per la visita ginecologica.<br />

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CAPITOLO 17<br />

Toglievo tutti i miei vestiti ed andavo sul ponte verso "l’isoletta", al<br />

centro di essa mi fermavo e notavo i fratelli che osservavano me con<br />

attenzione, dalla riva vedevo un fuoco strano nei loro occhi. Forse<br />

così guardavano i cacciatori la loro preda sicura che non poteva ormai<br />

sfuggire. Ma loro prolungavano un piacere, pregustavano la strage...<br />

la guardavano. Mi guardava anche il mio cane, che era una cagna con<br />

un nome che mi tornava nella mente con facilità, appena vedevo<br />

GINEVRA "spirito o genio bianco, splendente fra gli elfi", non si<br />

potrebbe trovare un nome migliore... .GINEVRA invece mi guardava<br />

con preoccupazione, non era facile il suo compito, difendermi da<br />

quelli ai quali lei voleva bene, litigare con loro per colpa mia. Però il<br />

conflitto non c'era. MARCOS con attenzione e tenerezza mi visitava e<br />

basta... .Mi ero sbagliata riguardo al fuco negli occhi? Cosa si poteva<br />

combinare con una come me in stato di gravidanza avanzata e perchè?<br />

Così pacificamente era avviata la nostra vita nella casetta in mezzo al<br />

bosco. Durante la giornata e nella notte, tre dei quattro fratelli erano<br />

sempre assentasi vedeva che veramente avevano da fare..., ma uno era<br />

sempre con me di giorno e di notte, andava e veniva. GINEVRA mi<br />

seguiva ovunque. Di notte vivevo in completa e piacevole illusione<br />

della vita famigliare,matrimoniale. Il fratello di turno cucinava per<br />

me, dormivamo nel grande letto al secondo piano, accarezzava la mia<br />

pancia rotonda che mi provocava un piacere doppio, e tenerezze per<br />

noi tre in un unico colpo. Questa illusione mi accontentava<br />

profondamente. Meglio così che un matrimonio vero con le tenerezze<br />

immaginarie. Perchè dovrei esigere tutto da un'unica persona? Da<br />

MATVEI? Lui già mi aveva salvato, nutrito, fecondato, portato via,<br />

dandomi una casa, il benessere, l'allegria.. .Vi sembra poco?! Però in<br />

una notte di luna piena dormivo al terzo piano nel letto piccolo con<br />

MARCOS e quando mi accarezzava i seni e mi baciava vedevo in lui<br />

MATVEI, ma durava un istante non di più. Tutti i giorni avevo da<br />

fare, riflettevo, facevo un bagno in piscina, ginnastica, nuoto e yoga.<br />

Portavo il cane a passeggio per il giardino, sentivo l'aria fresca,<br />

vedevo gli uccelli e li immaginavo russi immigratori, non traditori ma<br />

fedeli alla patria, chissà dove avevano vissuto l'inverno, dato che<br />

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cantavano vivacemente. Forse qualche pesce dormiva sul fondo del<br />

laghetto. Chi lo sa? I fratelli hanno scritto per me una dieta senza sale<br />

e carne, potevo mangiare solo verdura, frutta e cerali. Tutto questo me<br />

lo procuravano in abbondanza. Non uscivo fuori dal nostro territorio e<br />

non ne avevo voglia. Mi piaceva quel isolamento naturale, strano,<br />

l'asilo partoriente, immaginavo anche che noi eravamo i primi sulla<br />

terra o forse gli ultimi.. .Ero contenta di essere andata via dalla casa, e<br />

da EDEL. Non sopportavo di vedere la sofferenza, il dolore degli<br />

altri. Resistevo al mio dolore ma non a quello dell'altra femmina che<br />

doveva partorire. Peccato che nella nostra società il momento più<br />

difficile che l'uomo abbia da superare in tutta la vita non viene preso<br />

in considerazione?!! dramma del distacco, il nascituro distrugge il suo<br />

universo, la sua culla ed esce nel mondo, e noi ormai ottusi, induriti<br />

dalla vita non ricordiamo più che eravamo anche noi così fragili, non<br />

possiamo accoglierlo dignitosamente! Il suo corpo è stritolato quasi<br />

come se si costringesse un adulto a passare sotto una terribile macina<br />

da mulino che gli spostasse e snodasse le giunture delle ossa. Gli<br />

animali partoriscono con dolce abbandono, diversamente da noi. A<br />

noi donne partorire fa male perché si resistevi contrae,si irrigidisce si<br />

oppone alla nascita. Un parto è un atto d'amore, ma l'amore è timido,<br />

ama il silenziosa penombra. Mica fai l'amore davanti medici, studenti,<br />

infermieri? Il parto in ospedale come uno stupro? La donna entrando<br />

in ospedale subisce un clistere, la rasatura del pube, poi rimane da<br />

sola perchè tutti hanno fretta le grida delle altre partorenti e poi quella<br />

scomoda posizione supina come la rana sviscerata.. .non si sa per<br />

quanto tempo. Se tutto va bene nasce.. .subito messo con la testa giù,<br />

irritato da gesti troppo rapidi, luci intense, rumori, un cordone<br />

ombelicale tagliato subito e bruscamente. Un neonato è lavato sotto<br />

l'acqua corrente, tiepida a caso e messo nudo sul piatto metallico della<br />

bilancia con gli occhi disinfettati che bruciano... allontanato da sua<br />

madre. Benvenuto sulla terra, futuro paziente di ospedali, di psichiatri,<br />

di manicomi, di prigioni, la persona infelice e una creatura spezzata.<br />

Per me progettavo una cosa ben diversa con l'aiuto generoso<br />

dell'universo che mi accontentava già in tutto. Un vero segno che sei<br />

sulla strada giusta. Durante il giorno mi piaceva riposare in una stanza<br />

più piccola, osservando il cielo, ascoltando una musica rilassante dove<br />

accordi musicali si intrecciavano con le onde oceaniche e canti di<br />

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uccelli. Erano i momenti preferiti di ARIEL e VINCENT, quando ero<br />

ferma loro si muovevano, che strano i miei bambini sono una parte di<br />

me, ma presto usciranno non potendo più tornare indietro. Devono<br />

vivere la vita e solo dopo si metteranno di fronte l'altra possibilità,<br />

l'altra reincarnazione, ma intanto c'è questa e io sono la loro<br />

conduttrice nei primi passi terrestri. Così si svolgeva la mia vita nella<br />

tenuta misteriosa, con l'estate che dovrebbe essere magnifica. Bastava<br />

immaginare quel lago in mezzo ai fiori con il ponticello sopra.. .Io<br />

rimarrei seduta là anche durante una pioggia estiva, osserverei sotto<br />

un ombrello come le gocce d'acqua muovono la superficie del lago,<br />

come i pesci tirano fuori i musetti... . La notte dopo avevo con me<br />

un'altro fratello... non avevo preferenze per uno o per l'altro, li amavo<br />

tutti con la stessa intensità. Ognuno di loro mi dava qualcosa di<br />

diverso e tutti e quattro li trovavo cambiati, in confronto a come si<br />

comportavano in Brasile. Inutile che mi vantavo di conoscere bene<br />

loro, da tempo non avevo rapporti sessuali completi con loro, ed<br />

adesso potevano danneggiare i miei gemelli io sono qua per loro.<br />

L'aria pura di primavera, la natura cibo genuino, il loro amore tenero e<br />

premuroso, svegliavano in me la femmina sensuale e vogliosa. Se non<br />

faceva così freddo fuori e se non mi trovavo in questo stato<br />

certamente avrei messo una minigonna con sotto un collant, senza<br />

mutande e reggiseno, girando per il territorio... Poi con naturalezza e<br />

semplicità immagino, che avrei intravisto lui che arrivava ed io che<br />

con malizia rompevo parzialmente il collant lasciando a lui di<br />

romperli nei posti giusti in modo da potermi prendere come voleva...,<br />

potevamo farlo sul ponticello, sul letto grande, nella piscina, in mezzo<br />

ai fiori, sul tavolo della sala da pranzo o dentro il laghetto alla vista<br />

delle carpe e di altre bestie acquatiche. Quel politico che aveva creato<br />

un posto così ricco di situazioni sfruttabili anche eroticamente, è un<br />

grande uomo! Bisognava ricordarsi il suo indirizzo o ancora meglio<br />

conoscerlo personalmente, ma se fosse anche lui appartenente al<br />

gruppo? ! Non sapevo se la fine della mia gravidanza mutava anche i<br />

miei gusti sessuali. Non immaginavo più "ammucchiata", ma mi<br />

vedevo dolcemente solo con uno e successivamente con l'atro fratello,<br />

e poi anche con il politico ma non con tutti contemporaneamente.<br />

Ormai era chiarori politico è uno dei nostri... e chi può dire di no alla<br />

femmina? Proprio per questo pensavo che un parto era in realtà<br />

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un'esperienza sessuale e spirituale in cui la madre se è libera dalla<br />

paura può raggiungere una reale armonia con il corposa mente e con<br />

lo spirito. Una volta leggevo che un parto e' come un orgasmo<br />

cresciuto in dimensione cosmica. L'ormone, endorfina si sviluppa<br />

durante l'orgasmo e parto, il meccanismo è uguale. Però tante madri<br />

moderne continuano ad essere private dell'orgasmo, dalle nascite,<br />

dalla possibilità di raggiungere l’armonia, per questo il nostro mondo<br />

è cosi squilibrato, aggressivo. L'uomo potrebbe ricavare un piacere,<br />

un senso, una pace della sua semplice esistenza,ma non lo sa fare, e<br />

sua madre non sa. Proprio là dalla nascita un bambino riceve un<br />

bagaglio di solitudine, che cercherà inutilmente di scaricare durante<br />

tutta la vita. Sbaglierà sempre attirando la gente estranea, sarà sempre<br />

più solo. Quel danno emotivo è irreparabile perchè è a livello<br />

corporeo,e globale. Avrà la paura di vivere la vita, della quale, si<br />

perdono le tracce poi in profondi meandri che la memoria cosciente<br />

non è in grado di riparare. Ormai ero alla metà del nono mese di<br />

gravidanza,sentivo stanchezza dalla pesantezza ingombrante<br />

dall'attesa. Diventavo sempre più nervosa, dormivo da sola nel letto<br />

piccolo, sulla cima della casa oppure con GINEVRA che si<br />

accucciava fedele vicino alle mie gambe, mi guardava con gli occhi<br />

cerchiati di nero come fossero umani, segnati dalla stanchezza, dalle<br />

notti passate in bianco. La povera bestia soffriva per me, in quanto la<br />

cagna mi capiva. Una mattina piena di sole decidevo di salire sul<br />

ponticello sopra il lago, era da tempo che volevo farlo. GINEVRA mi<br />

seguiva passo per passo e così arrivavamo nel punto più alto dove<br />

stava la sedia. Per la mia grande sorpresa e piacere scoprivo che là<br />

c'era anche un vano per un ombrellone, capivo che il politico già<br />

faceva quello che sarebbe piaciuto fare a me, era senza dubbio del<br />

nostro gruppo! Mi sedevo sulla sedia come una regina dei boschi,<br />

osservavo i dintorni, un laghetto e una casa, non pensando a niente.<br />

Ero come fossi assente da tutto.<br />

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CAPITOLO 18<br />

Sentivo dentro di me una forza nata per distruggermi se non ubbidivo<br />

ed accettavo loro. Percepivo un flusso caldo che scendeva a lungo<br />

sotto i miei vestiti, per tutto il corpo. Cominciavo a capire che si<br />

rompevano le acque, ecco i miei cari bambini :ARIEL e VINCENT,<br />

la vita acquatica è finita. E' giunto il momento della vita terrestre<br />

anche se mi dispiaceva un po' per loro. Mi aggrappavo alla ringhiera<br />

del ponte come se potessi rimanere quassù, tanto il parto non avverrà<br />

e tornerà tutto come prima. Non volevo mica partorire sul ponte?<br />

Cominciavo piano, piano a scendere giù, volevo la mia vasca,la<br />

piscina dove potevo mettermi a quattro zampe, la posizione migliore<br />

dove la forza di gravita aiuta. Gli animali non sono scemi perchè<br />

sanno come partorire, nessuno si mette con le zampe per Paria.<br />

Percepivo le prime contrazioni, "sensibilità addominale", l’utero duro<br />

e prominente, con grande fatica toglievo i miei vestiti entrando in<br />

piscina, anche l'acqua non si raffreddava mai.. .come quella della<br />

piscina in mezzo al campo di mais. Quando ero abbandonata a me<br />

stessa tenendomi ai bordi della piscina, con il cane che gridava vicino<br />

e piangendo mi leccavamo vera bestia come poteva esprimere la sua<br />

compassione e solidarietà, arrivavano di corsa i fratelli,stavolta tutti e<br />

quattro che onore! Lasciavano le loro "bisognose" e venivano da me..<br />

la più bisognosa di tutte. ANTAL accendeva il fuoco nel camino,<br />

MARCOS si spogliava e nuotava verso me. Immagina nostra madre<br />

quando partoriva noveravamo quattro e tu ne hai solo due,rilassati<br />

completamente, permetti al tuo corpo di fare tutto, non sai ma il corpo<br />

sa reagire da solo, farà tutto bene se tu lo permetti, mi sussurrava<br />

MARCOS all'orecchio dolcemente, cosi che mi veniva un brivido di<br />

piacere. Le contrazioni uterine diventavano più spesse, più insistenti e<br />

duravano tanto, mi sembravano delle bestie spietate con coltelli<br />

affilatissimi che si facevano strada attraverso le mie viscere, verso<br />

l’uscita. Adesso addirittura ogni bestia teneva due coltelli e tagliava<br />

contemporaneamente. Sentivo che CARLOS e ANTAL mi tenevano<br />

stesa sulla superficie dell'acqua, uno sulla schiena, l'altro sulle gambe<br />

come se volessero insegnarmi a nuotare. PASCAL diceva e ripeteva<br />

periodicamente, il canale del parto è largo, li collo dell'utero si dilata<br />

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facilmente, i muscoli si tendono bene, due pesciolini cosmici: ARIEL<br />

e VINCENT vogliono uscire. Nonostante tanta sofferenza, le mie<br />

sensazioni erano bellissime, non essendo morta, non appartenevo più<br />

a me stessa, guidata dal mio corpo,dai fratelli e da dentro dai miei<br />

gemelli. Il bambino stabilisce un momento del parto, lo fa quando la<br />

sua testa ha raggiunto le massime dimensioni compatibili con un<br />

passaggio attraverso un canale materno. E poi stressato verso la fine<br />

della gestazione via, via, che la placenta diminuisce le capacità di<br />

fornirgli le sostanze indispensabili per sopravvivere, un bambino<br />

libera una tempesta ormonale, il risultato è un travagliata nascita, ma<br />

non è tutto. Per sopportare meglio la fatica del parto il bambino<br />

produce analgesici naturali, endorfine utili anche alla madre per<br />

sentire meno dolore. Tutte queste cose curiose mi raccontava<br />

MARCOS, mentre galleggiavo sul materasso di gomma gonfiabile<br />

sulla superficie della piscina, intanto dentro di me il lavoro dell'utero<br />

andava avanti. I fratelli spostavano anche il tavolo dalla "sala da<br />

pranzo", mettevano la coperta sopra l'isoletta, potendo stare anche di<br />

là, osservando un blu intenso della piscina e le luci sul fondo. Mi<br />

accorgevo per la prima volta che vi erano dipinti dei pesci.<br />

GINEVRA faceva divertire tutti, la cagna coraggiosa attraverso il<br />

ponticello veniva da me, "sull'isoletta". Aspettavo ancora quel dolore<br />

tremendo,bestiale che non veniva, i fratelli dicevano di gridare e di<br />

non trattenermi, perchè apprendo la bocca aiutava tante donne ad<br />

abbandonarsi meglio alla forza che distendeva la vagina. Non avevo<br />

voglia di gridare, perchè i miei figli dovevano essere accompagnati da<br />

grida e dolore per arrivare al mondo?! gemelli essendo in due mi<br />

davano tantissima endorfina, un dolore dipendeva anche dall'<br />

atteggiamento mentale. Saltavo di nuovo nell'acqua, poiché sentivo<br />

che qualcosa mutava in me, volevo spingere,mi mettevo a quattro<br />

zampe sul fondo della piscina rimanevo così ferma. GINEVRA<br />

abbaiava forte dall’isoletta così uno dei fratelli la riportava al secondo<br />

piano, forse il cane era come me, non sopportava le sofferenze altrui.<br />

Sentivo che qualcuno mi accarezzava i seni e la schiena, massaggiava<br />

il perineo che era molto teso. Capivo adesso perchè un parto era<br />

paragonabile all’orgasmo, non riuscivo più a distinguere il piacere dal<br />

dolore, ero spalancatissima. Un vero mistero era come dallo 0,5 cm<br />

mi dilatavo fino ad 11 ! !Poi i bambini uno dopo l'altro facevano la<br />

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loro apparizione al mondo, li vedevo prima attraverso lo strato<br />

d'acqua, non potevano soffocarsi perchè il contatto con l'aria dava lo<br />

stimolo per avviare la respirazione polmonare, sembravano come due<br />

grossi pesci e legati ancora con me tramite cordone ombelicale. Che<br />

bella invenzione, l'acqua che lava via il sangue, il sudore e la fatica. I<br />

fratelli piano, piano tiravano sulla superficie VINCENT e ARIEL,<br />

non gridavano, solo guardavano con gli occhi blu spalancati al<br />

massimo. Eccoci!!! Da tanto tempo conoscevo e sentivo i miei figli,<br />

ma adesso era la presentazione ufficiale! Eravamo tutti contenti non<br />

mi veniva da piangere dalla felicità, ma solo da ridere. Ginevra<br />

arrivava di corsa, frenava bruscamente, rischiando di cadere nella<br />

piscina e fissava sospettosa e incredula i due intrusi. Per primo dava la<br />

voce ARIEL poi gli rispondeva VINCENT, ed avevano tutti e due<br />

voci molto potenti e forti, menomale che stavano zitti nella mia<br />

pancia. Come potevano due così, grossi e vivaci accontentarsi la<br />

dentro?, non torneranno mai più là.. .I cordoni ombelicali pulsavano<br />

per un po' e loro erano ancora in bilico tra due mondi. Appena<br />

sbarcati, ma già avevano una storia lunghissima dietro di loro, le vite<br />

precedenti, memoria genetica degli antenati, degli animali, quella del<br />

corpo materno ed il viaggio complicato per uscire. I cordoni<br />

ombelicali smettevano di pulsare e i fratelli li tagliavano. Era l'inizio<br />

della vita terrestre di VINCENT e ARIEL. Le mie contrazioni<br />

ricominciavano, tiravo fuori la placenta e tutto resto. Sembrava che<br />

adesso tutto fosse finito, stesa nell'acqua mi sentivo beata e leggera<br />

come un guscio vuoto di noce. I fratelli mi davano i bambini che con<br />

grande abilità trovavano i mie seni e iniziavano a succhiare. Mi<br />

sentivo come una cagna che mitre i suoi cuccioli. Una sensazione<br />

bellissima, meravigliosa perchè sentivo l'utero e la vagina contrarsi e<br />

stringersi. Era finita, le porte spalancate per gli ospiti bisognava di<br />

nuovo richiuderle.. .I bimbi erano avidi e molto affamati, menomale<br />

che il latte mi usciva subito abbondante da due seni. Mi sentivo<br />

vastamente arricchita da questa nuova esperienza. Noi, femmine<br />

siamo più avvantaggiate degli uomini, la sessualità maschile si<br />

esprime solo nel coito, con l'erezione e l'orgasmo. La sessualità<br />

femminile si manifesta in cinque momenti: le mestruazioni,<br />

l'orgasmo, la gravidanza!! parto, allattamento.<br />

90


CAPITOLO 19<br />

Forse per questo leggevo una leggera invidia negli occhi dei fratelli,<br />

sapevano fare tante cose , ma questo no . Ero felice che riuscivo a<br />

sfuggire dalla episiotomia, solo il nome mi faceva stare male, un<br />

piccolo taglio di lato per allargare la vulva e facilitare l'uscita del<br />

bambino. Penso se viviamo in armonia con noi stessi, con il mondo,<br />

non serve allargare niente. Per secoli di esistenza umana la natura ha<br />

calcolato tutto bene. In caso di taglio, qualcosa non va o tu non sei<br />

pronta o il bambino che non vuole uscire. Nel mio caso tutto era<br />

successo in perfetta armonia con la natura. Due ore dopo stavo<br />

dormendo sul grande letto con i bambini sulla mia pancia. Quando mi<br />

svegliavo guardavo loro intensamente, erano molto belli,con i capelli<br />

biondi e ricci, con i corpi proporzionati, compatti e leggermente<br />

abbronzati… che strano! Ne io, ne MATVEI avevamo la carnagione<br />

scura... la pelle cosi l'avevano solo i fratelli, lo sapevo, era chiaro<br />

come sempre il lavoro di gruppo... Ormai era inutile tenere la "difesa"<br />

contro MATVEI per non farlo invadere nei miei pensieri, quando mi<br />

distoglievo da ciò subito sentivo le sue parole, "dove sei?" ed io<br />

rispondevo mentalmente, "tutto bene! fra un po' torno". La mattina<br />

dopo era arrivata la vera primavera, il sole splendente scioglieva la<br />

neve, il ghiaccio sopra un laghetto. L'acqua in piscina era limpida e<br />

trasparente come niente si fosse svolto qua. Solo che io non ero più<br />

libera.... dovevo sfamare due lupi, due gocce d'acqua, non so come<br />

riuscivo a capire chi era ARIEL e chi VINCENT? Dormivano e<br />

mangiavano! fratelli dicevano che i bimbi sanno regolarsi e bisognava<br />

lasciarli succhiare quando avevano voglia. La mia pancia sembrava<br />

un sacco vuoto che pendeva e sentivo una massa dura sotto la pelle<br />

del ventre. Passeranno anche questi giorni.. .e mi riprendo..., nessuna<br />

crisi per me dopo il parto, non la sentivo, perchè dovevo? Sono<br />

tutelata, amata e richiesta in Brasile. Piano, piano cominciavo a<br />

distinguere i gemelli, ARIEL mi fissava sempre apertamente invece<br />

VINCENT solo mi guardava furtivamente e abbassava gli occhi<br />

quando si accorgeva che lo guardavo, con loro mi sentivo catapultata<br />

indietro nell'infanzia, tempo d'oro per tutti, ero ritornata,infantile.<br />

Forse questo comportamento era inventato dalla natura per mettere<br />

91


una donna in contatto con il suo bambino, per capirlo bene, il cane<br />

accettava i miei bambini con grande gioia e senza gelosia. Il primo<br />

sorriso dei gemelli suscitava al cane, che rea di una provenienza a me<br />

sconosciuta, un cane strano bastardino e divertente. I fratelli mi erano<br />

molto vicina mi aiutavano in tutto anche se non smettevano di andare<br />

sempre via per la loro missione non facile e importante. C'era tanto da<br />

fare nel mondo e rimaneva ancora da fare tanto.. .Uno dei fratelli<br />

diventava per me particolare simpatico,MARCOS,che era più spesso<br />

con me e i miei bimbi avevano atteggiamenti particolari con lui,<br />

diventavano subito solari e sorridenti .Non chiedevo mai a MARCOS,<br />

chi erano loro, da dove venivano e che poteri avevano? Mi piaceva<br />

accettarlo senza nessuna storia personale. Però una notte di sesso<br />

tenero con lui ci fù, la mia vagina era quasi guarita dal parto, mica<br />

serviva solo per sfornare dei bambini?, mi confessava che sua madre<br />

era una donna terrestre e il padre era una divinità della montagna<br />

"OLIMPO IN GRECIA". Non facevo domande mi andava bene cosi.<br />

La cosa più bella in questa notte succedeva quando arrivavano altri tre<br />

fratelli, cosa insolita, avevano preso le ferie? Il fatto che ARIEL e<br />

VINCENT dormivano qua vicino a me, nella culla mi turbava un po'.<br />

CARLOS leggendo i miei pensieri, diceva, non preoccuparti<br />

ADRIADNA, loro sanno molto più di noi, e poi... i futuri membri del<br />

gruppo devono abituarsi subito per tutta la natura umana con varietà<br />

delle sue sfumature. Domandavo, ma, avete già deciso cosa faranno<br />

loro da grandi? ANTAL rispondeva, non siamo noi a decidere...<br />

L'unica cosa che può ancora salvare il mondo è l'amore, essere uno<br />

del gruppo è un onore. Allora si, che dovrei essere tranquilla, anche se<br />

la disoccupazione al mondo cresce, ma i miei figli avranno il lavoro,<br />

la vocazione. Se nel mondo fiorisce la crudeltà, l'ingiustizia,la<br />

violenza, loro insegneranno l'amore e non diventeranno mai ne<br />

soldati, ne macellarne sperimentatori sugli animali, ne cacciatori, ne<br />

pescatori, ne assassini... Intanto che pensavo a queste cose, con<br />

piacere sentivo le dita di qualcuno accarezzarmi delicatamente la<br />

vagina, baciarmi i seni. Era una bocca diversa da quegli innocenti dei<br />

miei figli, che facevano questo gesto per nutrirsi,per crescere. Invece<br />

questi gli adulti vorrebbero immergersi di nuovo nell'infanzia,nel seno<br />

materno, nella profondità della vagina ed io gli davo questa illusione.<br />

Ormai ero in tutti i sensi una vera femmina, una donna realizzata e<br />

92


icca. Non si può tenere questi tesori dentro, ma è anche impossibile<br />

farlo. Alla fine dormivamo, esausti ma soddisfatti e felici. Non potevo<br />

dormire tanto perchè le due bocche affamate e feroci si attaccavano ai<br />

miei seni. Dopo tre giorni decidevamo di ripartire per Rio de Janeiro,<br />

mi dispiaceva lasciare questa casa che per me diventava molto cara<br />

per eventi che passavo qua. Vicino al lago sotto la pianta di rosa<br />

seppellivo la placenta e cordoni ombelicali di ARIEL e VINCENT.<br />

Mi dispiaceva di non vedere questo lago liberarsi dal ghiaccio, non<br />

osservare la fioritura del giardino, non salire mentre piove sopra il<br />

ponticello per vedere la capra che nuota sotto.. . Mi sentivo che un<br />

giorno saremmo tornati qua, anche il politico appartiene al gruppo...<br />

93


CAPITOLO 20<br />

Le donne sopra la neve. Penultimo giorno, al mattino la neve attorno<br />

a casa era quasi tutta sciolta, ormai la primavera prendeva il possesso<br />

legittimo, ma verso mezzogiorno incominciava nuovamente a<br />

nevicare. Affascinata guardavo i fiocchi candidi e morbidi che<br />

ricoprivano la terra,forse era l'ultima festa d'inverno così bellissima.<br />

Correvo al secondo piano della casa ricordandomi di una cosa...<br />

importantissima. Prendevo MATVEI e VINCENT tenendoli uno sul<br />

braccio destro e l'altro sul sinistro, sorpresi nel sonno si lamentavano<br />

un po' per la violenza, ma poi aprivano gli occhi e vedevano la neve<br />

che cadeva come un muro bianco danzante. Guardavamo tutti e tre<br />

dalla finestra, i bambini sorridevano e in casa faceva caldo. Mi<br />

sembrava di aver già visto questa scena, ma dove? e quando?! La<br />

mattina della partenza uscivamo fuori, tutto era coperto di neve e non<br />

si capiva dove era il laghetto, si marcava solo una costruzione strana e<br />

assurda, un ponticello. Andavamo via e dietro di noi rimanevano solo<br />

tantissime orme leggere sopra l'ultima neve, c'erano anche orme<br />

canine. GINEVRA doveva prendere il suo primo viaggio<br />

intercontinentale. All'aeroporto di Mosca Sceremetievo 2 suscitavamo<br />

tanto scalpore e curiosità. Io ero bellissima con il volto che divenuto<br />

più fine, spirituale e raffinato, un po' pallida portavo i due angeli con<br />

capelli ricci d'oro e con occhi blu, uguali fra loro. Le mie conquiste<br />

femminili. Dalla destra e dalla sinistra e dietro ero scortata da altri<br />

gemelli ANTAL, PASCAL, CARLOS e MARCOS, anche loro<br />

bellissimi e forse troppo famosi fra le donne. Le donne abbassavano<br />

gli occhi e sorridevano... lo sapevo "le care amiche", dove c'era questo<br />

gruppo c'era la festa! Qualcuna delle donne mi guardava con invidia<br />

poco nascosta, ma cosa potevo fare, non era colpa mia che avevo tutto<br />

quello che una femmina poteva desiderare. L'amore presente e l'amore<br />

che aveva dato dei frutti, bambini sani e bellica bellezza, e la<br />

gioventù, i maschi sempre attorno a me, perfino il cane allegro e<br />

sorridente... e poi partivamo tutti per Rio de Janeiro. Per tutto il<br />

viaggio che era molto lungo mi occupavo delle cose semplici e<br />

naturali, mangiavo e davo da mangiare,dormivo e osservavo gli altri<br />

che dormivano,niente di più. Ero un po' preoccupata per l'incontro con<br />

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MATVEI, GERALDINE e EDEL. Ero sempre la stessa per loro, e<br />

anche loro per me lo stessi dopo tutte le esperienze passate? Stavo<br />

tornando come avevo promesso, stavolta vincevo la mia sfida<br />

personale, tornando con la vittoria. Non era mia la colpa,se loro<br />

decidevano di aiutarmi? Entravo in battaglia da sola senza pensarci<br />

due volte, ero pronta a vincere in perfetta solitudine,una per una con<br />

l'universo. DIO aiuta gli audaci. E' proprio così! All'aeroporto di Rio<br />

de Janeiro aspettavano: GERALDIN, MATVEI e EDEL con LILITH.<br />

Proprio loro EDEL e LILITH mi facevano tremare l'anima e il corpo.<br />

Mi vergognavo dire che per tutto il tempo della mia permanenza in<br />

casa sul laghetto non pensavo a loro.. .Ma intanto anche lei otteneva<br />

la sua vittoria, non credevo che potevo esprimere i miei sentimenti<br />

davanti a tutti, piangevamo a dirotto una addosso a l’altra, intanto i<br />

parenti tenevano sulle braccia i nostri bambini, anche i passanti erano<br />

commossi. Si poteva capire che eravamo una compagnia con una<br />

storia personale complicata,ma sapevamo solo noi cosa ci costava<br />

questa bella avventura.. però noi due in compenso eravamo rinate.<br />

L'importante era che eravamo di nuovo insieme. Abbracciavo anche<br />

GERALDIN e MATVEI che tante volte sembravano i nostri genitori.<br />

MATVEI mi guardava con una luce negli occhi diversa. Lo so caro<br />

che fa' piacere a tutti fare il compagno dell'eroina. Poi guardavo<br />

LILITH era una creatura bellissima e strana.. con i capelli rossofuoco,<br />

ricci e troppo lunghi per una che appena nata, con gli occhi a<br />

mandorla verde smeraldo come l'acqua del mare, il suo sguardo era<br />

deciso e diretto che mi colpiva, il sorriso vagante, superiore sulle<br />

labbra come una che prendeva tutti in giro e sapeva tutto di tutti.<br />

Sentivo un brivido perchè non sembrava neanche un essere umano,<br />

ma una creatura estranea, venuta da lontano che non sapeva se<br />

rimanere qua o andarsene. ABBIONA la gabbiana, fidanzata di<br />

PIETRO tornava all'ora precisa per la cena, tre giorni prima del mio<br />

arrivo. PIETRO era felice ed apriva la sua coda magnifica a ventaglio<br />

con sorpresa di GINEVRA, la coda colorata aperta di un pavone era<br />

un segno d'attrazione per una femmina come GINEVRA. Io con<br />

EDEL vivevamo in una stanza perchè le nostre stanze private con<br />

pareti dipinte da EDEL le lasciavamo per un evento appropriato in<br />

caso di nostre nuove gravidanze. Poiché se uno è in stato di fioritura<br />

permanente e fissa, i frutti sono inevitabili poi con il gruppo "PER<br />

95


L'AMORE VERSO L'UMANITÀ" qua vicino.. .Più avanti volevamo<br />

anche disegnare le pareti della nostra nuova stanza, non sapevo<br />

perchè in me si svegliava la voglia di fare la pittrice, avendo già nel<br />

mio dna le qualità di scrittrice ed autrice di canzoni. Prima di<br />

addormentarsi spesso EDEL mi chiedeva di raccontare la nostra storia<br />

che lei aveva intitolato "VOLEMO <strong>PRANZARE</strong>... " raccontavo con<br />

grande piacere, anche i bambini ascoltavano, stavano zitti,zitti e non<br />

si muovevano.... Povera EDEL allora era vero che si era dimenticata<br />

tutto quella volta, ma così forse è meglio.. uno spazio in più per una<br />

nuova storia. Mica solo le farfalle ci sono nel mondo?!<br />

25.11.2005 ITALIA<br />

(IL PRIMO GIORNO DELLA NEVE)<br />

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