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apri il file in formato pdf - nucleo comunista internazionalista

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sv<strong>il</strong>upparsi verso posizioni peggiori di quelle criticate. Ci confermano ancora che l’ancoraggio al<br />

marxismo è più che a rischio se coltivato attraverso apporti “antistal<strong>in</strong>isti” occidentali segnati da<br />

<strong>in</strong>differentismo, “purista” e a-marxista, verso la lotta dei popoli oppressi dall’imperialismo.<br />

La realtà è che la sp<strong>in</strong>ta alla ripresa generale proveniente sul f<strong>in</strong>ire degli anni ‘70 dall’<br />

Iran e non solo dall’Iran è stata transitoriamente riassorbita dal capitalismo e le poche forze<br />

da essa sprigionate ne sono rimaste isolate. Isolamento drammatico delle forze di classe nei paesi<br />

islamici, perché accentuato dalla sordità del proletariato e dei comunisti d’Occidente che hanno<br />

sostanzialmente voltato le spalle agli sfruttati arabo-islamici proprio quando <strong>il</strong> proprio imperialismo<br />

<strong>in</strong>tensificava l’aggressione contro di essi.<br />

Questi sv<strong>il</strong>uppi, qu<strong>in</strong>di, richiamano i comunisti occidentali, iraniani e di tutti paesi, alla<br />

necessaria ripresa di un comune lavoro di partito che consenta alle forze di classe di candidarsi -non<br />

disgiuntamente da analoga candidatura nel vivo della ripresa di lotta nelle metropoli- alla guida<br />

della rivoluzione nei paesi dom<strong>in</strong>ati, necessariamente assumendone l’<strong>in</strong>sieme dei compiti politici<br />

(<strong>in</strong> primis quello di combattere l’aggressione imperialista, mettendosi alla testa della lotta e<br />

non disertandola), da portare avanti f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo nella dist<strong>in</strong>zione più netta degli <strong>in</strong>teressi del<br />

proletariato dai cosiddetti <strong>in</strong>teressi nazionali della propria borghesia.<br />

Niente di peggio che voltare le spalle all’<strong>in</strong>sieme di questi compiti nel nome di supposti<br />

“comunismi operai”. Si rischia di replicare lo stal<strong>in</strong>ismo criticato e di concorrere a screditare<br />

ulteriormente <strong>il</strong> comunismo.<br />

Il fattore religioso nella storia: Occidente e Islam<br />

Anche l’imperialismo elabora l’arte della controrivoluzione non <strong>in</strong> astratto ma con riguardo<br />

alle situazioni concrete. Non la applica soltanto <strong>in</strong> loco, ma a 360 gradi e guardando <strong>in</strong>nanzitutto ai<br />

possib<strong>il</strong>i contraccolpi <strong>in</strong> casa propria.<br />

Mentre le cancellerie occidentali puntavano a riallacciare le relazioni con <strong>il</strong> governo<br />

khome<strong>in</strong>ista, riconoscendolo come unico arg<strong>in</strong>e valido all’<strong>in</strong>cedere del “disord<strong>in</strong>e” di classe, mentre<br />

gli imperialisti europei trafficavano con <strong>il</strong> regime islamico puntando a tradurre la caduta dello Scià<br />

<strong>in</strong> occasione per sottrarre <strong>in</strong>fluenze all’alleato-concorrente americano e la “s<strong>in</strong>istra” europea<br />

sviol<strong>in</strong>ava al seguito sull’Islam “ideologia di liberazione”, <strong>in</strong>tanto proprio <strong>in</strong> quegli anni <strong>in</strong>iziava<br />

un’azione di mistificazione <strong>in</strong> grande st<strong>il</strong>e agli occhi del proletariato occidentale del senso<br />

dello scontro tra le classi sociali <strong>in</strong> Medio-Oriente e nell’Asia centrale, così come esso era<br />

emerso <strong>in</strong> modo nitido nell’<strong>in</strong>surrezione operaia e popolare <strong>in</strong> Iran.<br />

I mass-media europei e occidentali <strong>in</strong>iziarono proprio allora (ben prima che comparissero<br />

sulla scena le azioni di guerra dei m<strong>il</strong>itanti suicidi o Al Qaeda) a darsi un gran daffare per<br />

identificare agli occhi dei lavoratori occidentali i reali contorni della lotta dei lavoratori e delle<br />

masse sfruttate dei paesi arabo-islamici con i sentimenti ed i comportamenti più arretrati di quelle<br />

società, corrispondenti <strong>in</strong> Iran all’assunzione del potere statuale da parte delle autorità religiose: e<br />

dunque con <strong>il</strong> fanatismo religioso delle masse, la pratica delle autoflagellazioni, l’imposizione del<br />

velo femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e, <strong>il</strong> ritorno a forme di giustizia “teocratica” sommaria e quant’altro.<br />

A misura che dal 1979 iraniano ad oggi, <strong>in</strong> quello che abbiamo def<strong>in</strong>ito <strong>il</strong> secondo tempo<br />

della rivoluzione anti-coloniale e anti-imperialista, si è materializzata nei paesi arabo-islamici -e<br />

non solo <strong>in</strong> essi- l’<strong>in</strong>sorgenza delle masse lavoratrici e sfruttate che si fonda su più che solide<br />

questioni e ragioni di classe <strong>in</strong>trecciate a istanze di liberazione contro la dom<strong>in</strong>azione<br />

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