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1. mucosa - Skuola.net

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STOMACO


ANATOMIA macroscopica


ANATOMIA - vascolarizzazione arteriosa -


ANATOMIA – vascolarizzazione venosa -


ANATOMIA – vascolarizzazione venosa –<br />

Anastomosi venose porto sistemiche


ANATOMIA – stazioni linfonodali -<br />

Quattro stazioni linfonodali:<br />

<strong>1.</strong>PERIGASTRICHE :<br />

(catene della piccola e della<br />

grande curva, retropiloriche e<br />

cardiali);<br />

2.EXTRAGASTRICHE:<br />

(linfonodi dell’origine<br />

dell’arteria gastrica sx,<br />

dell’epatica comune, del<br />

peduncolo epatico, della<br />

splenica, linfonodi<br />

pancreatico-duodenali ant. e<br />

post.);<br />

3.REGIONALI: ( del tronco<br />

celiaco, e dell’a. mesenterica<br />

sup.);<br />

4.CENTRALI: ( periaortiche).


ANATOMIA – innervazione -<br />

L’innervazione autonoma dello stomaco<br />

origina sia dal sistema simpatico sia dal<br />

parasimpatico. L’innervazione parasimpatica<br />

è fornita<br />

dai nervi vaghi destro e sinistro.<br />

Il vago sinistro o anteriore dà origine a un<br />

ramo epatico, che passa alla destra del<br />

piccolo omento prima di distribuirsi al<br />

Fegato e alla via biliare. Il nervo vago<br />

destro o posteriore fornisce un ramo<br />

celiaco, che passa nel plesso celiaco e il<br />

ramo gastrico posteriore, che innerva La<br />

parete gastrica posteriore. L’innervazione<br />

gastrica simpatica deriva da fibre<br />

pregangliari che nascono principalmente<br />

dai nervi spinali dal sesto all’ottavo, che nei<br />

gangli celiaci, da entrambi i lati, formano<br />

sinapsi con neuroni le cui fibre postgangliari<br />

passano attraverso il plesso celiaco lungo i<br />

vasi sanguigni diretti allo stomaco.


ANATOMIA macroscopica<br />

<strong>1.</strong> FONDO<br />

2. CORPO<br />

3. ANTRO<br />

Acido<br />

secernente<br />

Alcalino<br />

secernente +<br />

azione ormonale


ANATOMIA<br />

La <strong>mucosa</strong> gastrica, di colorito grigio-rossastro, inizia in modo <strong>net</strong>to a livello della<br />

cosìddetta “linea zeta” del cardias, demarcandosi <strong>net</strong>tamente dalla <strong>mucosa</strong><br />

esofagea,che è liscia, più spessa e di colorito meno rosso. Netto è anche il confine<br />

con la <strong>mucosa</strong> duodenale, la quale si presenta liscia e regolare nella sua prima<br />

porzione.<br />

La supeficie interna si presenta<br />

increspata per la presenza di<br />

pliche mucose, dovute alla<br />

contrazione della muscolaris<br />

<strong>mucosa</strong>e, esse convergono<br />

radialmente al cardias e da<br />

questo acquistano in senso<br />

distale un decorso<br />

longitudinale e sono unite tra<br />

loro da brevi pliche trasversali.


STRUTTURA ISTOLOGICA<br />

<strong>1.</strong> MUCOSA<br />

2. SOTTOMUCOSA<br />

3. TUNICA<br />

MUSCOLARE<br />

4. TUNICA SIEROSA


STRUTTURA ISTOLOGICA<br />

La <strong>mucosa</strong> , presenta le aree gastriche di<br />

aspetto cribroso per la presenza di<br />

numerosissime fossette, nel fondo delle quali si<br />

aprono le ghiandole.<br />

L’epitelio di rivestimento è cilindrico<br />

semplice e secerne muco.<br />

Le ghiandole sboccano al fondo delle<br />

fossette ed hanno morfologia e funzioni<br />

diverse.<br />

<strong>1.</strong>GHIANDOLE FUNDICHE ( fondo-corpo)<br />

2.GHIANDOLE PILORICHE (antro-piloro)<br />

3.GHIANDOLE CARDIALI (segmento<br />

contiguo al cardias)<br />

<strong>1.</strong> MUCOSA<br />

2. SOTTOMUCOSA<br />

3. TUNICA MUSCOLARE<br />

4. TUNICA SIEROSA


STRUTTURA ISTOLOGICA<br />

GHIANDOL<br />

E<br />

FUNDICHE<br />

MUCIPARE Muco<br />

PRINCIPALI<br />

O ZIMOGENE<br />

PARIETALI<br />

O<br />

OXINTICHE<br />

Granuli di<br />

pepsinogeno<br />

HCl<br />

Fattore intrinseco<br />

<strong>1.</strong> MUCOSA<br />

2. SOTTOMUCOSA<br />

3. TUNICA MUSCOLARE<br />

4. TUNICA SIEROSA


STRUTTURA ISTOLOGICA<br />

GHIANDOLE PILORICHE<br />

GASTRINA<br />

La gastrina (cellule G)<br />

passa nel sangue portale ed<br />

ha come bersaglio l’area<br />

acido-secretiva del corpofondo<br />

gastrico. Queste<br />

cellule (APUD), sono<br />

sensibili a variazioni di pH,<br />

stimoli chimici e meccanici.<br />

Oltre alle cellule G, sono<br />

state individuate altre cellule<br />

capaci di liberare motilina,<br />

VIP, bombesina e<br />

somatostatina.<br />

MUCO<br />

<strong>1.</strong> MUCOSA<br />

2. SOTTOMUCOSA<br />

3. TUNICA MUSCOLARE<br />

4. TUNICA SIEROSA


STRUTTURA ISTOLOGICA<br />

Nelle MASTZELLEN della <strong>mucosa</strong> gastrica è<br />

presente in notevole concentrazione l’ISTAMINA:<br />

sulle cellule oxintiche sono presenti recettori per<br />

l’istamina che stimolano la secrezione acida.<br />

L’istamina viene liberata dalle cellule sotto stimolo<br />

flogogeno e attraverso la stimolazione vagale e<br />

gastrinica<br />

<strong>1.</strong> MUCOSA<br />

2. SOTTOMUCOSA<br />

3. TUNICA MUSCOLARE<br />

4. TUNICA SIEROSA


L’HCl viene secreto dalle cellule parietali<br />

delle ghiandole del corpo gastrico, sotto<br />

controllo nervoso<br />

(nervo vago) e ormonale (gastrina). La<br />

stimolazione del nervo vago determina<br />

produzione di HCl<br />

direttamente da parte delle cellule<br />

oxintiche delle ghiandole fundiche; inoltre<br />

essa induce le cellule G<br />

antrali a liberare gastrina, che a sua volta<br />

stimola le cellule oxintiche a produrre<br />

HCl. Inoltre le cellule oxintiche hanno<br />

recettori stimolanti la secrezione per<br />

l’istamina prodotta dalle mastcellule<br />

sotto stimolo flogogeno, vagale o<br />

ormonale (gastrina)<br />

Gli stessi stimoli sono in grado di far<br />

produrre dalle cellule principali il<br />

pepsinogeno che viene attivato a pepsina<br />

in ambiente acido


STRUTTURA ISTOLOGICA<br />

SOTTOMUCOSA: è assai più sottile della <strong>mucosa</strong> ed è<br />

costituita da tessuto fibrillare lasso riccamente<br />

vascolarizzato.<br />

<strong>1.</strong> MUCOSA<br />

2. SOTTOMUCOSA<br />

3. TUNICA<br />

MUSCOLARE<br />

4. TUNICA SIEROSA<br />

TUNICA MUSCOLARE: formata da tre strati<br />

sovrapposti<br />

•Il superficiale con fibre longitudinali, esso si<br />

ispessisce lungo la piccola curva, formando un<br />

semicanale, che resta pervio anche quando lo<br />

stomaco è ripieno (via gastrica);<br />

•L’intermedio con fibre circolari, che acquistano il<br />

max spessore nel piloro dove costituiscono lo<br />

sfintere pilorico;<br />

•Il profondo con fibre oblique.<br />

TUNICA SIEROSA: riveste quasi completamente lo stomaco, lasciando libere solo<br />

due strette strisce, lungo le quali si inseriscono il piccolo ed il grande omento, e<br />

che sono occupate da arcate vasali e da filamenti nervosi.


ANATOMIA – fisiologia della <strong>mucosa</strong> gastrica -<br />

Il processo secretivo si suddivide in 3 fasi: cefalica, gastrica ed intestinale.<br />

La FASE CEFALICA, le fibre vagali eccitate da stimolazioni visive,<br />

olfattive o ideative stimolano le cellule parietali, le cellule principali<br />

e le cellule antrali a secernere rispettivamente HCl, pepsinogeni e<br />

gastrina.<br />

Questa fase è responsabile di circa il 10% della secrezione di HCl.<br />

La FASE GASTRICA è costituita dalla secrezione di HCl<br />

determinata dall’ingresso del bolo alimentare nello stomaco; è<br />

probabilmente mediata dalla liberazione di gastrina, che a sua volta<br />

stimola la secrezione acida da parte delle cellule parietali.<br />

La FASE INTESTINALE della secrezione di HCl è attribuibile alla<br />

gastrina intestinale, ma è notevolmente inferiore come importanza<br />

rispetto alla fase cefalica e gastrica.<br />

La diminuzione del pH nell’antro determina inibizione della liberazione di<br />

gastrina; I grassi, i carboidrati e l’acidità nel duodeno inibiscono la<br />

secrezione acida e di pepsinogeni oltre che la motilità gastrica, tramite la<br />

secrezione di GIP e CCK dalle cellule del duodeno.


ANATOMIA – fisiologia della <strong>mucosa</strong> gastrica -<br />

Fibre<br />

afferenti<br />

Centro vagale<br />

del midollo allungato<br />

Fibre<br />

secretorie<br />

Tronco<br />

vagale Plesso nervoso<br />

locale<br />

Gastrina<br />

Intestino tenue<br />

Fase cefalica mediata dal n. vago<br />

Apparato<br />

circolatorio<br />

Il parasimpatico stimola la<br />

produzione di pepsina e<br />

acido<br />

Fase intestinale<br />

<strong>1.</strong> Meccanismi nervosi<br />

2. Meccanismi ormonali<br />

Fase gastrica:<br />

<strong>1.</strong> Riflessi nervosi<br />

secretori locali<br />

2. Riflessi vagali<br />

3. Stimolazione<br />

gastrinica


ANATOMIA – fisiologia della <strong>mucosa</strong> gastrica -<br />

Protezione <strong>mucosa</strong> gastrica<br />

Le cellule di superficie della <strong>mucosa</strong> gastrica<br />

producono anche bicarbonato e muco. Poichè<br />

queste stesse cellule secernono anche mucina, in<br />

prossimità della superficie dell’epitelio gastrico si<br />

forma un gel mucoso a pH elevato. La produzione<br />

di muco è stimolata dalla PGE1 la cui sintesi viene<br />

inibita dall’azione dei FANS.<br />

Il muco gastrico lubrifica la superficie e forma uno<br />

strato laminare stabile di acqua, che rallenta la<br />

diffusione retrograda di H+ verso la <strong>mucosa</strong>. La<br />

barriera <strong>mucosa</strong> alla diffusione retrograda di H+, in<br />

combinazione con la secrezione di HCO3- nel gel<br />

da parte delle cellule epiteliali superficiali, serve a<br />

proteggere la superficie epiteliale dall’attacco da<br />

parte dell’acido e della pepsina presenti nel lume


ANATOMIA – fisiologia della <strong>mucosa</strong> gastrica -<br />

Protezione <strong>mucosa</strong> gastrica<br />

La prima linea della difesa della <strong>mucosa</strong> contro l’acido<br />

presente nel lume è la secrezione del gel mucoso e del<br />

bicarbonato. Il gel aderente alla <strong>mucosa</strong> stabilizza il pH tra il<br />

lume e le cellule epiteliali attraverso la secrezione delle<br />

stesse di bicarbonatob inibendo la diffusione retrograda di<br />

H+ e pepsina. (il pH del gel mucoso in prossimità delle<br />

cellule epiteliali è prossimo a 7 anche quando il pH nel lume<br />

è2).<br />

La seconda linea di difesa della <strong>mucosa</strong> è la difesa<br />

intrinseca delle cellule epiteliali. L’impermeabilità della<br />

superficie <strong>mucosa</strong> garantita dall’integrità delle strette<br />

giunzioni intercellulari rappresenti una barriera alla<br />

diffusione retrograda dell’acido.<br />

La terza linea di difesa è il ricco flusso di sangue nella <strong>mucosa</strong>. La <strong>mucosa</strong> gastrica<br />

ha un apporto ematico abbondante. Il sangue rimuove l’acido che si è diffuso<br />

attraverso l’epitelio, attraverso un sistema tampone presente nel sangue circolante.


Diagnostica strumentale nella patologia gastrica<br />

l’endoscopia digestiva, con le metodiche ad<br />

essa associate (biopsia endoscopica,<br />

cromoendoscopia, endoscopia operativa,<br />

ecografia endoscopica);<br />

l’esame radiologico del primo tratto del tubo<br />

digerente con pasto radiopaco;<br />

la valutazione dell’attività secretoria gastrica;<br />

il dosaggio della gastrinemia.


Diagnostica strumentale nella patologia gastrica<br />

ESOFAGO-GASTRO-DUODENOSCOPIA<br />

La cromoendoscopia consiste nell’irrigazione della <strong>mucosa</strong> con sostanze coloranti (quali il<br />

liquido di Lugol, il blu di metilene o il blu di toluidina) durante l’endoscopia; individua<br />

condizioni precancerose (per es.: metaplasia intestinale), altrimenti poco visibili


Diagnostica strumentale nella patologia gastrica<br />

DUODENO


Diagnostica strumentale nella patologia gastrica<br />

Esame contrastografico dello stomaco e del<br />

duodeno<br />

La valutazione radiologica dello stomaco e del duodeno con mezzo di contrasto è<br />

utile per evidenziare le lesioni che ne modificano la morfologia, il disegno plicale,<br />

la motilità e il tempo di svuotamento.<br />

Di regola il mezzo di contrasto impiegato è una sospensione di bario; più<br />

raramente, quando vi è il rischio di fuoriuscita del contrasto dal tubo digerente<br />

(fistola, deiscenza anastomosi ecc.), viene utilizzato un mezzo di contrasto<br />

idrosolubile (Gastrografin).


Diagnostica strumentale nella patologia gastrica<br />

Esame contrastografico dello stomaco e del<br />

duodeno


Diagnostica strumentale nella patologia gastrica<br />

Valutazione della secrezione acida gastrica<br />

Si preleva del succo gastrico attraverso un piccolo<br />

sondino naso-gastrico a digiuno e dopo stimolo con<br />

agenti secretogeni iniettati in vena<br />

Secrezione acida basale (Basal Acid Output, BAO) la<br />

quantità in mEq di acido cloridrico secreto in un’ora, al<br />

mattino, dal paziente a digiuno da almeno 8-10 ore.(vn<br />

compresi tra 1 e 5 mEq/ora).<br />

Produzione acida massimale (Maximal Acid Output,<br />

MAO) èla quantità di acido cloridrico secreta nell’ora<br />

dopo stimolazione ev con pentagastrina (vn circa 30<br />

mEq/ora negli uomini e 20 mEq/ora nelle donne).


Diagnostica strumentale nella patologia gastrica<br />

Dosaggio della gastrinemia<br />

I valori normali della gastrinemia valutabili con prelievi seriati<br />

sono compresi tra 50 e 200 pg/ml. Tali valori possono però<br />

triplicarsi dopo un pasto proteico.<br />

Nei pazienti portatori di ulcera gastrica si osservano valori<br />

piuttosto elevati di gastrinemia conseguente alla ipoacidità del<br />

succo gastrico.<br />

Nell’ulcera duodenale invece, la gastrinemia a digiuno è<br />

solitamente bassa, in rapporto agli elevati valori di acidità<br />

basale, mentre la secrezione gastrinica postprandiale appare<br />

accentuata e soprattutto più protratta nel tempo.


Patologia<br />

gastrica<br />

benigna


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA –gastriti -<br />

Col termine gastrite si indica spesso una condizione di<br />

danno della <strong>mucosa</strong> gastrica associato alla presenza di un<br />

infiltrato infiammatorio:<br />

acuto con lesioni necrotico infiammatorie della <strong>mucosa</strong><br />

(infiltrazione essenzialmente neutrofila), micro o<br />

macroerosioni, micro o macroemorragie<br />

cronico con infiltrazione infiammatoria cronica<br />

(prevalente linfoplasmocellulare) più o meno superficiale<br />

accompagnata frequentemente da metaplasia intestinale ed<br />

atrofia della <strong>mucosa</strong> gastrica.


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA –gastriti –<br />

Fisiopatologia del danno mucoso<br />

La barriera gastrica (muco intrappolante i bicarbonati,<br />

continuo turnover delle cellule epiteliali della <strong>mucosa</strong>, tightjunctions,<br />

flusso ematico del microcircolo <strong>mucosa</strong>le),<br />

impedisce normalmente l’instaurarsi di danno causato<br />

dall’acido; in caso di malfunzionamento della barriera o di<br />

eccessiva carica acida viene a crearsi uno squilibrio tra<br />

offesa e difesa per cui si ha l’aumento della permeabilità<br />

epiteliale, la retrodiffusione di H+ e l’instaurarsi del danno.<br />

INSULTO DI VARIA<br />

NATURA A CARICO<br />

DELLA MUCOSA<br />

GASTRICA<br />

ROTTURA<br />

EQUILIBRIO<br />

OFFESA/<br />

DIFESA<br />

DANNO A<br />

CARICO DELLE<br />

CELLULE<br />

EPITELIALI


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA –gastriti –<br />

Fisiopatologia del danno mucoso


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA –gastriti –<br />

Classificazione<br />

Classicamente si è soliti differenziare le gastriti in :<br />

acute → autolimitantesi se eliminazione noxa<br />

patogena con restituzio ad integrum<br />

→ cronicizzano se non si elimina la noxa<br />

patogena<br />

croniche → non autolimitantesi con conseguente<br />

atrofia delle ghiandole gastiche, metaplasia<br />

ed eventuale displasia


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA<br />

Classificazione gastriti acute<br />

Eziologica:<br />

Da agenti chimici (farmaci, soprattutto FANS, alcool, caustici)<br />

Da stress (gravi ustioni, gravi traumi, ipovolemia grave, grandi<br />

interventi chirurgici)<br />

Da agenti infettivi ( ad esempio la fase iniziale di una gastrite da H.<br />

Pylori che evolve da gastrite acuta, al momento dell’infezione, a<br />

gastrite cronica di tipo B)<br />

Idiopatica


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA<br />

Classificazione gastriti croniche<br />

Autoimmune o tipo A<br />

Aspecifica antrale o tipo B<br />

Infettiva (essenzialmente da H.pylori)<br />

Da reflussso biliare<br />

Gastropatia cronica da farmaci<br />

Malattia di Me<strong>net</strong>rier<br />

Classificazione eziologica<br />

Forme speciali (eosinofila, granulomatosa, linfocitaria..)


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA<br />

Classificazione gastriti croniche<br />

Morfologica<br />

GASTRITE ANTRALE<br />

Istologica<br />

GASTRITE del CORPO<br />

PANGASTRITE<br />

Normale Gastrite superficiale Gastrite profonda con atrofia<br />

Infiltrati linfo-plasmacellulare<br />

negli strati superficiali<br />

Infiltrati linfo-plasmacellulare negli<br />

strati profondi con atrofia delle<br />

ghiandole


PATOLOGIA GASTRICA BENIGNA<br />

Storia naturale delle gastriti croniche<br />

Atrofia delle ghiandole gastriche<br />

Metaplasia intestinale Tipo I, II, III<br />

Displasia lieve, moderata, severa<br />

Carcinoma gastrico di tipo intestinale


GASTRITI ACUTE<br />

Gastrite acuta emorragica:<br />

La gastrite acuta erosiva è caratterizzata dalla presenza di erosioni sanguinanti<br />

della <strong>mucosa</strong> gastrica, limitate in profondità all’epitelio e alla lamina<br />

propria. Sede privilegiata delle erosioni è la <strong>mucosa</strong> acido-secernente dello<br />

stomaco (corpo, fondo); la <strong>mucosa</strong> antrale e quella duodenale sono interessate in<br />

1/3 dei casi.<br />

Quando le erosioni si approfondano oltre la muscularis <strong>mucosa</strong>e le lesioni si<br />

configurano come vere e proprie ulcere acute; esse tuttavia costituiscono un’entità<br />

clinica distinta dell’ulcera peptica cronica<br />

Patogenesi<br />

L’ischemia <strong>mucosa</strong> potrebbe però rappresentare il<br />

fattore patoge<strong>net</strong>ico principale. Nei pazienti in<br />

condizioni critiche l’intensa vasocostrizione<br />

splancnica riduce drasticamente il flusso ematico<br />

mucoso, inducendo una sofferenza ischemica delle<br />

cellule epiteliali.


Gastrite acuta emorragica:<br />

Clinica<br />

Il reperto clinico più comune è l’emorragia<br />

gastro-intestinale spesso senza<br />

sintomatologia dolorosa.<br />

L’entità dell’emorragia è variabile e già<br />

nelle prime 24 ore dall’evento lesivo si<br />

possono rilevare piccole quantità di sangue<br />

nell’aspirato gastrico o nelle feci, ma<br />

raramente un sanguinamento massivo<br />

compare prima di 3 giorni.<br />

L’esordio con ematemesi non è frequente;<br />

più spesso i pazienti presentano un quadro<br />

di anemizzazione acuta, cui segue a<br />

distanza di qualche ora la comparsa di<br />

melena.<br />

diagnosi<br />

esame endoscopico.<br />

Eziologia<br />

shock;<br />

sepsi;<br />

ustioni gravi;<br />

traumi gravi;<br />

interventi chirurgici maggiori


Gastrite acuta da H. pylori


Gastrite acuta da H. pylori


GASTRITI ACUTE<br />

Gastrite acuta da H. pylori<br />

L'Hp è un batterio Gramnegativo,<br />

spiraliforme,<br />

microaerofilo, a forma di "ali<br />

di gabbiano".<br />

L’H.p. è in grado di determinare danno alla<br />

<strong>mucosa</strong> gastrica:<br />

Alterando la barriera protettiva di muco<br />

(proteasi batteriche) con danno da<br />

retrodiffusione di H+<br />

Con tossine in grado di dare danno cellulare<br />

diretto<br />

Indirettamente attraverso i fattori<br />

dell’infiammazione derivanti dalla colonizzazione<br />

batterica<br />

Inizialmente la colonizzazione batterica avviene nell’antro: da questo deriva una<br />

iperstimolazione delle cellule G ed una conseguente ipergastrinemia:<br />

l’ipergastrinemia si associa ad un aumento dell’acidità gastrica e può determinare<br />

un riduzione del ph anche nel duodeno con conseguenti lesioni peptiche.


Gastrite acuta da H. pylori<br />

In genere l’infezione da H. pylori dopo la fase acuta<br />

cronicizza dando un quadro di gastrite cronica di tipo B.<br />

Tuttavia il tipo di patologia conseguente all’infezione è<br />

estremamente variabile e dipende dalla virulenza del<br />

patogeno e dalle caratteristiche individuali dell’ospite<br />

•Gasrite cronica antrale con fasi di attività associata<br />

ad ipergastrinemia ed iperacidità gastroduodenale<br />

(con eventuale lesione peptica del duodeno)<br />

•Pangastrite con ipocloridia, atrofia ghiandolare e<br />

metaplasia intestinale


Gastrite da H. pylori<br />

Metodologie diagnostiche


Gastrite da H. pylori e carcinoma gastrico


GASTRITI ACUTE<br />

Gastrite acuta da farmaci<br />

Associata in gran parte all’assunzione di FANS (ASPIRINA, PIROXICAM..).<br />

È dovuta all’inibizione , da parte dei FANS, di un enzima, la cicloossigenasi 1 (COX 1),<br />

presente normalmente nella <strong>mucosa</strong> gastrica. Inibiscono così la produzione di PGE1<br />

riducendo l’effetto barriera del muco e determinano un danno diretto sulle cellule di<br />

rivestimento: tutto questo permette il danno da retrodiffusione degli H+<br />

Consegue la formazione di aree più o meno estese di danno cellulare con micro e<br />

macro erosioni e associato sanguinamento<br />

Gastrite acuta da alcool<br />

L’alcool è lesivo direttamente sulla <strong>mucosa</strong> gastrica sopreattutto quando è associato ad<br />

abitudini dietetiche (dieta povera di vegetali e ricca in sale e nitrati) e comportamentali<br />

(fumo) errate.<br />

Quando lo stimolo flogogeno persiste l’evoluzione è verso forme croniche di<br />

gastrite


Patogenesi delle lesioni gastriche da FANS


ESISTONO FANS NON GASTROLESIVI?<br />

La valutazione della gastrolesività dei singoli Fans non è direttamente<br />

proporzionale alla potenza antinfiammatoria ma sembra correlarsi alle<br />

caratteristiche chimiche della molecola e alla durata della somministrazione e da<br />

un'interazione tra molecola e barriera gastrica nel singolo paziente.<br />

È stato infatti dimostrato che, a parità di dosaggio, le terapie protratte sono<br />

associate a minore gravità delle lesioni poiché a livello della <strong>mucosa</strong> gastrica si<br />

instaurano dei meccanismi di citoprotezione adattativa (1 mese: rischio relativo<br />

8,0; 3 mesi: rischio relativo 3,3; 6 mesi: rischio relativo 1,9)<br />

Pur potendo causare lesioni in soggetti normali, i Fans vengono assunti più<br />

spesso dagli anziani in cui trofismo mucoso e motilità gastrica sono ridotti.


PROFILASSI DELLA GASTRITE DA FANS<br />

La <strong>mucosa</strong> gastrica può essere protetta dal danno da Fans<br />

utilizzando farmaci che aumentino la "resistenza" della barriera<br />

<strong>mucosa</strong> gastrica o che inibiscano in maniera adeguata la secrezione<br />

acida che costituisce l'effettore finale del danno.<br />

Per prevenire il danno da Fans a livello della <strong>mucosa</strong> duodenale è<br />

sufficiente inibire la secrezione acida.<br />

La profilassi della gastrite da Fans è sempre necessaria?<br />

NESSUNA TERAPIA nel paziente asintomatico in corso di terapia con<br />

Fans, senza storia clinica pregressa di malattia ulcerosa, giovane-adulto <<br />

65 anni).<br />

ANTIACIDI, SUCRALFATO GEL nel paziente sintomatico (tipo sindrome<br />

dispeptica ulcer-like)<br />

PIP, H2 ANTAGONISTI nel paziente con storia di patologia peptica


GASTRITI ACUTE –sintomatologia -<br />

<strong>1.</strong> Dolore epigastrico<br />

2. Nausea<br />

3. Vomito<br />

4. Segni di sanguinamento<br />

(in genere melena molto<br />

più raramente ematemesi)


GASTRITI ACUTE –terapia -<br />

• Terapia antibiotica (H. Pylori)<br />

• Sospensione dell’assunzione di farmaci gastrolesivi<br />

• Inibitori di pompa protonica (IPP)<br />

• Antiacidi<br />

• Neutralizzazione della sostanza con acido o base<br />

debole (nelle ingestioni da caustici o acidi)<br />

• Terapia sedativa e/o antalgica<br />

• Gastrectomia nelle emorragie incontrollabili e nelle<br />

perforazioni


GASTRITE CRONICA<br />

Gastriti cronica Autoimmune o di Tipo A<br />

Dovuta alla presenza di autoanticorpi diretti verso le cellule parietali o<br />

meglio verso la pompa protonica (H+K+ ATPasi).<br />

Questa forma di gastrite è localizzata<br />

esclusivamente al corpo-fondo dello<br />

stomaco dove si sviluppa atrofia gastrica<br />

e metaplasia intestinale (precancerosi)<br />

E’ associata ad anemia perniciosa.


GASTRITE CRONICA<br />

Gastriti cronica aspecifica (Tipo B)<br />

Associata a errate abitudini alimentari (dieta povera di vegetali, ricca di nitrati e<br />

sale, alcool), fumo, stress (?)<br />

Inizialmente si localizza nella piccola curva tra corpo ed antro: con il passare del<br />

tempo si diffonde a tutto lo stomaco spesso in modo non uniforme<br />

Si associa ad atrofia gastrica e metaplasia intestinale


GASTRITE CRONICA<br />

Gastriti cronica da H. pylori<br />

La trasmissione può avvenire<br />

in diversi modi: oro-orale,<br />

gastro-orale ed oro-fecale.<br />

Nella trasmissione oro-orale<br />

l'evidenza epidemiologica<br />

suggerisce che la placca<br />

dentaria possa rappresentare<br />

un importante serbatoio.


GASTRITE CRONICA<br />

Gastriti cronica da H.p – STORIA NATURALE -<br />

In relazione alla localizzazione della gastrite avremo differenti condizioni<br />

I-gastrite antrale con note di<br />

attività (subacuta), in alcuni<br />

casi iper-gastrinemia, iperacidità<br />

gastrica con<br />

conseguente possibilità di<br />

comparsa di malattia peptica<br />

duodenale<br />

III-pangastrite con atrofia e<br />

metaplasia diffusa, ipoacidità<br />

gastrica, associazione con<br />

ulcera gastrica<br />

II-gastrite antro corpo con<br />

comparsa di atrofia gastrica e<br />

metaplasia, riduzione dell’acidità<br />

gastrica<br />

Evoluzione naturale I→III<br />

on costante (dipende dal tipo di ceppo infettante e dalle caratteristiche dell’ospite)


Gastriti cronica da H.p – STORIA NATURALE -<br />

Secrezione acida<br />

Secrezione acida


Gastriti cronica da H. pylori – fase della gastrite antrale


GASTRITE CRONICA<br />

Gastriti cronica da reflusso biliare<br />

Il reflusso di bile, succhi pancreatici o secrezioni intestinali<br />

nello stomaco creano un danno cronico alla <strong>mucosa</strong><br />

gastrica.<br />

Inizialmente il danno è nell’antro ma con il tempo può<br />

coinvolgere tutto lo stomaco<br />

È dovuta ad una insufficienza funzionale pilorica o ad<br />

alterata mobilità antro-pilorico-duodenale<br />

Interessa essenzialmente pazienti operati per:<br />

<strong>1.</strong> Colecistectomia.<br />

2. Chirurgia gastrica subtotale<br />

3. Post-sfinterotomia endoscopica


GASTRITI CRONICHE –sintomatologia -<br />

Sindrome dispeptica: definizione clinica utilizzata per<br />

descrivere i pazienti che presentano malessere localizzato<br />

all'addome superiore (epigastrio, ipocondrio destro e sinistro),<br />

continuo o ricorrente, spesso correlato all'assunzione di cibo,<br />

nausea e/o vomito, distensione epimesogastrica, eruttazioni<br />

Dolore epigastrico sordo, spesso urente, continuo ma<br />

esacerbato dai pasti<br />

Inappetenza<br />

Perdita di peso<br />

Anemia nei casi gravi


GASTRITI CRONICHE –terapia -<br />

Interesse chirurgico delle gastriti croniche:<br />

•nella d/d con patologia ulcerosa gastroduodenale<br />

•nel monitoraggio della metaplasia come precancerosi<br />

<strong>1.</strong> Terapia antibiotica (H. Pylori) se infezione<br />

2. Sospensione dell’assunzione di farmaci gastrolesivi<br />

3. Inibitori di pompa protonica (IPP)<br />

4. Antiacidi<br />

5. Proci<strong>net</strong>ici (metoclopramide, levosulpiride) nella gastrite da<br />

reflusso<br />

6. Acidi biliari per la fluidificazione della bile (gastrite da<br />

reflusso)


MALATTIA DI MENETRIER<br />

Iin senso stretto non è una gastrite,<br />

caratterizzata da larghe e tortuose<br />

pieghe della <strong>mucosa</strong> gastrica, che può<br />

essere localizzata (più spesso corpo e<br />

fondo) o coinvolgere anche l’intero<br />

stomaco. L’ispessimento della <strong>mucosa</strong><br />

è dovuta alla massiva iperplasia<br />

foveolare che sostituisce le cellule<br />

principali e parietali.<br />

Clinicamente si manifesta con dolore epigastrico,<br />

vomito, inappetenza, nausea e perdita di peso,<br />

proteino- dispersione, sangue occulto<br />

Molto rara, più frequentemente nel sesso<br />

maschile (M:F = 3:1) ed in età tra i 40 e 60<br />

anni; non sembra essere legata a fattori<br />

ereditari, né sono noti determinanti<br />

ambientali.<br />

L’evoluzione verso la malignità si verifica in<br />

circa il 10% dei casi (è una precancerosi!)


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

L’ULCERA PEPTICA è<br />

una malattia multifattoriale<br />

la cui espressione<br />

anatomica è costituita da<br />

una soluzione di continuo<br />

della <strong>mucosa</strong> (cratere) che<br />

supera sempre la<br />

muscolaris <strong>mucosa</strong>e.<br />

La sede prevalente è lo<br />

stomaco (ulcera gastrica)<br />

o il duodeno (ulcera<br />

duodenale) che insieme<br />

rappresentano il 98% della<br />

patologia ulcerosa.<br />

Altre sedi: esofago distale, ansa digiunale post-anastomotica, diverticolo di Meckel


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE -sede-<br />

STOMACO: a cavaliere della piccola curvatura, nella<br />

porzione intermedia tra corpo gastrico e antro<br />

DUODENO: di regola a livello del bulbo,<br />

nell’immediata prossimità del piloro<br />

Stomaco/duodeno: 1/4


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE -istologia-<br />

Dal punto di vista istologico l’ulcera peptica è una lesione<br />

della <strong>mucosa</strong>-sotto<strong>mucosa</strong>, spesso solitaria, che pe<strong>net</strong>ra<br />

nella parete gastrica o duodenale oltre la muscularis<br />

<strong>mucosa</strong>e, raggiungendo e superando la tonaca muscolare.<br />

Ciò distingue le ulcere dalle semplici erosioni mucose,<br />

spesso multiple, caratterizzate da rapida e completa<br />

restitutio ad integrum perché limitate all’epitelio (non<br />

superano la muscolaris <strong>mucosa</strong>e).<br />

In alcuni casi però l’erosione <strong>mucosa</strong>, più che una entità<br />

distinta, rappresenta un semplice stadio iniziale della<br />

comparsa dell’ulcera.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

- classificazione-<br />

• ACUTA: Erosioni superficiali,<br />

multiple, a guarigione rapida.la<br />

più frequente è l’ULCERA<br />

ACUTA DA STRESS ( da<br />

farmaci, da alcool, terapia<br />

antiblastica, radioterapia, fattori<br />

nervosi vegetativi).<br />

• CRONICA: ulcerazioni<br />

profonde, oltre la muscolaris<br />

<strong>mucosa</strong>e, uniche, scarsa<br />

tendenza alla guarigione<br />

spontanea.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

- epidemiologia-<br />

Nei Paesi occidentali il 2% della popolazione presenta un’ulcera attiva, mentre il 6-<br />

15% ha presentato nel corso della vita manifestazioni cliniche compatibili con la<br />

presenza di ulcera gastrica o duodenale.<br />

La localizzazione duodenale è quella più frequente di 4-10 volte. Il 5-15% dei<br />

pazienti presenta contemporaneamente ulcera gastrica e duodenale.<br />

Gli uomini sono colpiti più frequentemente delle donne, con un rapporto di 3:<strong>1.</strong><br />

Negli uomini la comparsa dell’ulcera peptica è rara prima dei 20 anni, ma la sua<br />

incidenza cresce nel corso delle decadi successive fino a raggiungere un plateau<br />

in corrispondenza dei 50 anni. L’età media dei pazienti con ulcera gastrica risulta<br />

di circa 10 anni superiore a quella dei pazienti affetti da ulcera duodenale.<br />

L’insorgenza dell’ulcera nelle donne è poco frequente in età premenopausale (rolo<br />

protettivo ormonale?)<br />

Ulcera gastrica più frequente nelle classi socio-economiche disagiate


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

- patogenesi-<br />

L’ulcera peptica è una lesione focale che interessa la <strong>mucosa</strong> dell’apparato<br />

digerente esposta all’azione del secreto acidopeptico. La secrezione gastrica di<br />

HCl e pepsina svolge un ruolo fondamentale nella patogenesi dell’ulcera; è<br />

dimostrato infatti che l’ulcera peptica non insorge in caso di acloridria.<br />

“niente acido, niente ulcera”<br />

La <strong>mucosa</strong> gastro-duodenale in condizioni normali è assai resistente all’azione<br />

del secreto acido-peptico; l’insorgenza dell’ulcera nello stomaco e nel duodeno<br />

viene quindi considerata la risultante di uno squilibrio tra i fattori aggressivi per<br />

la <strong>mucosa</strong> (HCl e pepsina, sostanze gastrolesive, batteri eccetera) e quelli<br />

difensivi (secrezione di muco e bicarbonato, flusso ematico intramucoso,<br />

turnover cellulare) che concorrono alla costituzione della cosiddetta “barriera<br />

<strong>mucosa</strong>”.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

- patogenesi -<br />

La <strong>mucosa</strong> gastro-duodenale in<br />

condizioni normali è assai<br />

resistente all’azione del secreto<br />

acido-peptico; l’insorgenza<br />

dell’ulcera nello stomaco e nel<br />

duodeno è la risultante di uno<br />

squilibrio tra i fattori aggressivi<br />

per la <strong>mucosa</strong> (HCl e pepsina,<br />

sostanze gastrolesive, batteri..)<br />

e quelli difensivi di “barriera<br />

<strong>mucosa</strong>”(secrezione di muco e<br />

bicarbonato, flusso ematico<br />

intramucoso, turnover cellulare)


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

- patogenesi -<br />

Nonostante lo squilibrio tra i fattori aggressivi e difensivi della <strong>mucosa</strong><br />

rappresenti un punto comune della patologia ulcerosa, l’eziopatogenesi, il quadro<br />

clinico e la strategia terapeutica dell’ulcera gastrica sono per molti aspetti<br />

diversi da quelli dell’ulcera duodenale; le due patologie vengono perciò illustrate<br />

separatamente.<br />

Ulcera gastrica: sono ridotti soprattutto i fattori difensivi in un ambiente di<br />

acidità ridotta (coesiste gastrite cronica atrofica di cui l’ulcera sembra<br />

rappresentare un fenomeno locale di maggiore gravità)<br />

Ulcera duodenale: sono aumentati i fattori aggressivi (iperacidità<br />

gastroduodenale) con difese normali o solo lievemente ridotte


ULCERA GASTICA<br />

- Eziologia-<br />

Non è nota, tuttavia sono stati identificati numerosi fattori potenzialmente<br />

patoge<strong>net</strong>ici che spesso agiscono in sinergia<br />

I pazienti portatori di ulcera gastrica<br />

presentano in genere una<br />

produzione di acidità gastrica<br />

normale o lievemente inferiore alla<br />

norma; per questo motivo l’ipotesi<br />

patoge<strong>net</strong>ica più accreditata è quella<br />

di una diminuzione della resistenza<br />

della barriera <strong>mucosa</strong> gastrica<br />

all’azione aggressiva del secreto<br />

acido-peptico.<br />

Nello stomaco dei pazienti affetti da<br />

ulcera gastrica sono costantemente<br />

riscontrabili alterazioni di tipo<br />

gastritico.


ULCERA GASTICA<br />

- Eziologia-<br />

Helicobacter pylori: nel 50-65% dei pazienti portatori di ulcera gastrica vi è<br />

infezione.<br />

Reflusso duodeno-gastrico primitivo o mediato dall’ipergastrinemia (la gastina<br />

rilascia il piloro) conseguente ad una gastite<br />

Fattori iatrogeni:<br />

Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) riducono la concentrazione di<br />

<br />

bicarbonato nel muco ed inibiscono la sintesi delle prostaglandine, alcune delle<br />

quali esercitano azione protettiva sulla <strong>mucosa</strong> gastrica.<br />

Cortisone: esercita azione gastrolesiva, probabilmente alterando l’entità<br />

del flusso ematico mucoso.<br />

Fattori dietetico-comportamentali:<br />

L’alcool, ingerito in quantità elevata, riduce il contenuto di bicarbonati nel muco.<br />

<br />

<br />

.<br />

Il caffe o cibi irritanti stimolano la secrezione gastrica e dannegiano la <strong>mucosa</strong>.<br />

La frutta e la verdura fresca hanno un ruolo protettivo.<br />

Il fumo di sigaretta rallenta lo svuotamento dello stomaco, incrementa il reflusso<br />

duodeno-gastrico e riduce la secrezione di bicarbonato


ULCERA GASTICA<br />

- Eziologia-<br />

predisposizione ge<strong>net</strong>ica per lo sviluppo dell’ulcera gastrica: una maggiore<br />

incidenza della malattia si riscontra nei soggetti di gruppo sanguigno 0, nei<br />

portatori di aplotipo HLA-B5 e nei soggetti che non<br />

secernono antigeni del sistema AB0 nei liquidi organici (non secretori)<br />

fattori di tipo psicosociale sembrano giocare un ruolo significativo nella<br />

comparsa di ulcera gastrica: individui con personalità fragile e dipendente, o<br />

esposti a situazioni di elevata conflittualità o competizione,<br />

sviluppano l’ulcera gastrica con frequenza più elevata.


ULCERA GASTICA<br />

-Anatomia patologica-<br />

La maggior parte delle ulcere gastriche benigne insorge entro 6 cm dal<br />

piloro (85% lungo la piccola curvatura).<br />

Macroscopica: è una lesione escavata, rotonda od ovalare, di diametro<br />

solitamente < a 2 cm, su <strong>mucosa</strong> edematosa ed iperemica (gastrite).<br />

I margini del cratere sono perpendicolari alla base non rilevati rispetto<br />

alla <strong>mucosa</strong> circostante. Nelle ulcere di vecchia data la reazione<br />

con<strong>net</strong>tivale perilesionale tende a causare indurimento dei margini e del<br />

fondo (ulcera callosa), con retrazione della <strong>mucosa</strong> circostante, così da far<br />

assumere alle pliche mucose gastriche una disposizione raggiata attorno al<br />

cratere dell’ulcera.<br />

Il fondo dell’ulcera appare di solito liscio e deterso per digestione<br />

dell’essudato;<br />

La profondità dell’ulcera è variabile; supera la muscularis <strong>mucosa</strong>e e può<br />

arrivare alla sierosa ed anche superarla (perforazione libera o coperta).


ULCERA GASTICA<br />

- d/d ulcera benigna/carcinoma ulcerato-<br />

Non esistono segni distintivi macroscopici che consentano di discriminare con<br />

precisione tra ulcera benigna e ulcera neoplastica. Solo l’esame istologico,<br />

ottenuto da un accurato campionamento bioptico dei margini (non del fondo<br />

dove c’e’ spesso solo materiale necrotico e dove una biopsia può più<br />

facilmente determinare sanguinamento!!!) in corso di endoscopia, permette<br />

una diagnosi differenziale.<br />

Segni di sospetto macroscopico di malignità sono:<br />

<strong>1.</strong> Diametro > 2 cm<br />

2. Ispessimento e la nodularità dei margini;<br />

3. Margini sottominati<br />

4. Assenza di pliche convergenti<br />

5. Rigidità e perdita delle plicature circostanti


ULCERA GASTICA<br />

- sottoclassificazione-<br />

L’ulcera gastrica si può presentare in quattro forme.<br />

Tipo 1: è l’ulcera gastrica primitiva, in genere localizzata nella porzione<br />

prossimale dell’antro sulla piccola curva presso la giunzione<br />

delle mucose ossintica e antrale.<br />

Nella maggior parte dei casi è associata a gastrite antrale diffusa o a gastrite<br />

atrofica multifocale conb ridotta acidità gastrica.<br />

Tipo 2: comprende quelle che si manifestano insieme alle ulcere duodenali e<br />

possono essere secondarie ad esse.<br />

Tipo 3: è l’ulcera prepilorica o del canale.<br />

L’ipersecrezione acida è comune nei pazienti con il Tipo 2 o 3, e queste ulcere<br />

devono essere considerate varianti della malattia ulcerosa duodenale.<br />

Tipo 4 : sono rare ulcere gastriche localizzate nello stomaco prossimale o sul<br />

versante gastrico del cardias.<br />

Dal punto di vista della loro fisiopatologia, esse possono probabilmente essere<br />

identificate come ulcere di Tipo 1,


ULCERA GASTICA<br />

- sintomatologia-<br />

<strong>1.</strong> Asintomatici<br />

2. Sindrome dispeptica (concomitante gastrite)<br />

3. Dolore epigastrico<br />

4. Nausea e vomito di contenuto gastrico (episodi di<br />

distensione gastrica da spasmo funzionale del<br />

piloro)<br />

5. Calo ponderale (anoressia ed all’avversione per il<br />

cibo indotta dai disturbi).<br />

6. Anemia sideropenica (stillicidio ematico cronico)


MALATTIA PEPTICA GASTRICA - sintomatologia -<br />

Quando la presenza dell’ulcera gastrica<br />

diviene clinicamente evidente, il<br />

sintomo d’esordio è comunemente<br />

rappresentato da dolore epigastrico,<br />

di intensità variabile, insorgente<br />

tipicamente entro i primi 30 minuti dopo<br />

il pasto (dolore postprandiale<br />

precoce). Nelle ulcere localizzate<br />

lungo la piccola curvatura gli antiacidi<br />

forniscono un pronto sollievo al dolore,<br />

mentre il cibo, dopo un benessere<br />

temporaneo, può addirittura indurne la<br />

recrudescenza.<br />

Un aggravamento della sintomatologia può presentarsi anche in conseguenza di brusche<br />

modificazioni delle abitudini alimentari o lavorative,o dopo periodi di stress psico-fisico o<br />

emotivo.<br />

La presenza di dolore non periodico o progressivo aggravamento della sintomatologia<br />

devono far supporre l’insorgenza di complicanze o la natura non peptica (neoplastica)<br />

dell’ulcera.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA – diagnosi differenziale -<br />

La diagnosi differenziale va posta con<br />

numerose patologie di frequente riscontro:<br />

ernia iatale, gastrite, duodenite, ulcera<br />

duodenale, colecistite cronica litiasica,<br />

disturbi funzionali del tratto digerente<br />

superiore; particolarmente importante è la<br />

diagnosi differenziale con il cancro dello<br />

stomaco. La conferma della presenza di<br />

ulcera è endoscopica e radiologica.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA – diagnosi -<br />

esame endoscopico<br />

la visualizzazione diretta dell’ulcera<br />

permette infatti di valutarne le<br />

caratteristiche morfologiche e di eseguire<br />

prelievi bioptici dei margini e della <strong>mucosa</strong><br />

circostante.<br />

esame radiologico con pasto baritato<br />

il segno diretto: nicchia ulcerosa, visibile come<br />

immagine di plus (se vista lateralmente) o di<br />

cratere (in visione frontale), dai contorni regolari<br />

e non rilevati.<br />

Segni indiretti: convergenza radiata o a<br />

coccarda delle pliche mucose verso la sede<br />

della lesione, in caso di ulcere croniche, e la<br />

diminuzione del tempo di svuotamento gastrico.


ULCERA DUODENALE<br />

- Eziologia-<br />

Anche per l’ulcera duodenale l’eziologia non è nota. In circa 2/3 dei soggetti<br />

affetti da ulcera duodenale i valori di acidità basale e stimolata sono circa doppi<br />

di quelli dei soggetti normali.<br />

Si ritiene che il fattore patoge<strong>net</strong>ico<br />

principale dell’ulcera duodenale sia<br />

rappresentato dall’ipersecrezione acida.<br />

Questa sembra dipendere sostanzialmente<br />

da tre ordini di fattori:<br />

· aumento numerico delle cellule acidosecernenti<br />

della <strong>mucosa</strong> gastrica;<br />

· aumento della risposta gastrica agli<br />

stimoli secretori;<br />

· alterata capacità di inibizione del rilascio<br />

di gastrina.


ULCERA DUODENALE<br />

- Eziologia-<br />

Fattori ge<strong>net</strong>ici: iperplasia delle cellule parietali e principali, maggiore sensibilità<br />

delle cellula alla stimolazione vagale o gastinica, rapido svuotamento del<br />

contenuto gastrico acido in duodeno<br />

Ipergastinemia da gastrinoma (Zollinger Ellison)<br />

L’H. pylori conduce anche alla formazione di ulcere duodenali, benché la sua sede<br />

normale sia lo stomaco. Gastrite e duodenite da Helicobacter pylori si riscontrano<br />

in oltre l’85% dei soggetti affetti da ulcera duodenale. Quando lo si trova nel<br />

duodeno, è costantemente localizzato su tessuto di metaplasia gastrica causata<br />

dalla ipersecrezione di acido. L’H. pylori che colonizza l’epitelio con metaplasia<br />

gastrica nel duodeno determina a questo livello infiammazione locale, lesione<br />

<strong>mucosa</strong> e formazione di ulcera.<br />

FANS e i cortisonici con meccanismo non noto (più frequentemente portano<br />

all’ulcera gastrica)<br />

Fumo di sigaretta


ULCERA DUODENALE<br />

-Anatomia patologica-<br />

Il 95% delle ulcere duodenali si localizza nel bulbo duodenale,<br />

entro 3 cm dal piloro soprattutto sulla parete anteriore<br />

Il diametro medio delle ulcere duodenali è di circa 1 cm (ci<br />

sono però ulcere giganti che possono occupare praticamente<br />

tutto il bulbo. Talora vi può essere una duplice localizzazione<br />

di ulcere nel duodeno, disposte in posizione affrontata<br />

(kissing ulcers).<br />

I caratteri morfologicamente simili all’ulcera gastrica.


ULCERA DUODENALE<br />

- Sintomatologia-<br />

Asintomatica (raramente)<br />

Dolore epigastrico talvolta riferito come senso di fastidio o<br />

di fame, ma più spesso definito come sordo, costrittivo. Può<br />

irradiarsi alla spalla destra o alla regione dorso-lombare.<br />

La diagnosi differenziale va posta con la gastro-duodenite, la colecistite<br />

cronica litiasica, le coliche biliari, le patologie pancreatiche e, raramente,<br />

con le epatiti.


MALATTIA PEPTICA DUODENALE - sintomatologia -<br />

• Il dolore compare<br />

tipicamente da 1 ora e<br />

mezza a 3 ore dopo il<br />

pasto (postprandiale<br />

tardivo), e in più della metà<br />

dei casi è causa di<br />

risveglio notturno del<br />

paziente<br />

• L’assunzione di cibo e<br />

antiacidi comporta la<br />

risoluzione del dolore in<br />

breve tempo<br />

• Tipica è la recrudescenza<br />

stagionale in primavera e<br />

autunno


ULCERA DUODENALE<br />

- Diagnosi-<br />

Endoscopia<br />

Esame radiologico con pasto baritato<br />

segni diretti: un’immagine di cratere verso la<br />

quale convergono pliche mucose tortuose ed<br />

ispessite<br />

segni indiretti sono lo spasmo anulare del bulbo<br />

duodenale a livello dell’ulcera(aspetto a<br />

clessidra), l’eccentricità del canale pilorico e le<br />

deformità a farfalla del bulbo


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

–Terapia -<br />

Medica Chirurgica<br />

La terapia medica dell’ulcera peptica deve raggiungere tre<br />

obiettivi:<br />

· la risoluzione della sintomatologia;<br />

· la guarigione della lesione ulcerosa;<br />

· la prevenzione delle complicanze.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

– Terapia medica -<br />

<strong>1.</strong> Eradicazione antibiotica dell’H.p.<br />

2. Inibitori di pompa protonica (omeprazolo 20 mg/die, lansoprazolo 30 mg/die,<br />

3. pantoprazolo 40 mg/die, rabeprazolo 20 mg/die)o anti H2(ranitidina,<br />

famotidina, nizatidina)<br />

4. Citoprotettori: impediscono la retrodiffusione degli idrogenioni dal lume<br />

gastrico alla <strong>mucosa</strong>. (Tripotassio dicitrato bismutato,Sucralfato)<br />

5. Proci<strong>net</strong>ici nel reflusso duodenogastrico (metoclopramide, levosulpiride)<br />

6. Provvedimenti dietetici: è consigliabile ridurre l’assunzione di alimenti<br />

contenenti xantine (caffè, tè, coca-cola) e gli alcolici. Il paziente deve essere<br />

invitato ad avere un’alimentazione regolare con spuntini leggeri negli<br />

intervalli tra i pasti.<br />

7. Astensione dal fumo<br />

8. Sospensione dei farmaci lesivi per lo stomaco e per il duodeno


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

– Terapia chirurgica -<br />

Indicazione all’intervento:<br />

· ulcere refrattarie alla terapia, specialmente se insorte nello stomaco, o<br />

recidivanti,<br />

· sospetto di natura maligna dell’ulcera, anche in caso di negatività dei reperti<br />

istologici;<br />

· scarsa accettazione del trattamento medico da parte del paziente.<br />

Le finalità<br />

· asportare l’ulcera resecando lo stomaco distale e il bulbo duodenale<br />

· ridurre la secrezione acida gastrica recidendo i rami gastrici del nervo<br />

vago<br />

Vagotomia<br />

Vagotomia con antrectomia<br />

Duodeno-gastroresezione<br />

Gastrectomia totale


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

– Terapia chirurgica -<br />

Vagotomia (sezione dei nervi vaghi a vari livelli)<br />

Razionale: mira ad ottenere la riduzione della<br />

secrezione acida gastrica e del rilascio di gastrina<br />

indotto dalla stimolazione nervosa vagale<br />

Laparoscopico o laparotomico<br />

la piloroplastica (sezione e ampliamento dello<br />

sfintere pilorico) per evitare problemi di<br />

svuotamento dello stomaco (nella tronculare).<br />

Tronculare<br />

Selettiva<br />

Superselettiva


Vagotomia


Piloroplastica


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

– Terapia chirurgica -<br />

Antrectomia con vagotomia<br />

Asportazione dell’antro<br />

(secernente gastrina) associata a<br />

vagotomia tronculare<br />

Razionale: nei pazienti che<br />

presentano una produzione acida<br />

molto elevata, oltre alla vagotomia,<br />

asportare l’antro (30-40% dello<br />

stomaco distale) permette di<br />

eliminare lo stimolo prodotto dalla<br />

gastrina


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

– Terapia chirurgica -<br />

Duodeno-gastroresezione:<br />

Resezione di circa i 2/3 distali dello<br />

stomaco e della porzione prossimale del<br />

duodeno seguita da una ricostruzione tipo<br />

Billroth II o da gastro-digiunoanastomosi su<br />

ansa digiunale a Y secondo Roux<br />

Razionale: permette di eliminare l’ulcera e<br />

di ridurre drasticamente la secrezione<br />

acida (si asporta il corpo e l’antro).


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

– Terapia chirurgica -<br />

Gastrectomia totale<br />

Asportazione completa dello stomaco con<br />

esofagodigiunostomia su ansa alla Roux<br />

Razionale: elimina completamente la parte<br />

secernente acido e pepsina. Può rendersi<br />

necessaria nel caso di ulcere in regione<br />

sottocardiale, nella sindrome di Zollinger-<br />

Ellison refrattarie alla terapia


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

–complicanze -<br />

Emorragia<br />

Perforazione (sede più frequente duodeno)<br />

Stenosi pilorica<br />

Degenerazione maligna (1-5% delle ulcere<br />

gastriche)


MALATTIA PEPTICA GASTRICA – complicanze-<br />

ULCERA GASTRICA<br />

U. ANGOLARE U. PERFORATA U. SANGUINANTE


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-complicanze-<br />

EMORRAGIA<br />

L’emorragia è la complicanza più frequente e più grave.<br />

Nel 45% dei casi di sanguinamento del primo tratto del tubo digerente la causa è<br />

rappresentata da un’ulcera peptica.<br />

L’emorragia è una complicanza che compare nel 15-20% dei portatori di ulcera<br />

gastro-duodenale ed è responsabile di circa la metà dei decessi imputabili alla<br />

malattia ulcerosa.<br />

Il 40% dei pazienti che hanno avuto un episodio di sanguinamento presenta episodi<br />

emorragici ricorrenti, con progressivo aggravamento della sintomatologia e<br />

diminuzione della risposta alla terapia.<br />

Il rischio di ricomparsa del sanguinamento è massimo nei primi 2 giorni dal<br />

primo episodio. Il maggior rischio di recidiva si riscontra in presenza dei seguenti<br />

fattori: esordio con ematemesi, età > 60 anni, valori di Hb < 8 g/dl al momento<br />

dell’osservazione, sanguinamento da ulcera gigante ed evidenza all’esame<br />

endoscopico di vasi beanti in corrispondenza del fondo dell’ulcera.<br />

La mortalità in caso di emorragia acuta massiva è del 15%; supera il 30% nei casi di<br />

. sanguinamento recidivo


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE –<br />

complicanze -<br />

EMORRAGIA<br />

-Sintomatologia-<br />

• Un modesto STILLICIDIO EMATICO nella sede<br />

dell’ulcera spesso si segnala solo per la comparsa<br />

di astenia e anemia, e per la positività della ricerca<br />

di sangue occulto nelle feci.<br />

• Un’EMORRAGIA ACUTA si manifesta generalmente<br />

con ipotensione, anemizzazione acuta e melena.<br />

• Se l’EMORRAGIA è COPIOSA, così da indurre<br />

distensione dello stomaco in seguito alla raccolta di<br />

una grande quantità di sangue, ai segni di<br />

anemizzazione fa seguito la comparsa di<br />

ematemesi.


MALATTIA PEPTICA COMPLICATA DA EMORRAGIA<br />

-TERAPIA -<br />

• In circa ¾ dei pazienti con sanguinamento da ulcera peptica il<br />

trattamento medico (antiacidi, antagonisti dei recettori H2 istaminici,<br />

inibitori della pompa protonica, somatostatina) risulta sufficiente ad<br />

arrestare il sanguinamento ed a stabilizzare le condizioni.<br />

• Il posizionamento di un sondino naso-gastrico di grosso calibro<br />

permette il lavaggio dello stomaco, la rimozione di sangue e coaguli e il<br />

monitoraggio dell’eventuale ripresa del sanguinamento.<br />

• L’elettrocoagulazione, la lasercoagulazione, adesivi tissutali, colla di<br />

fibrina, collagene o l’infiltrazione con ponfo di sostanze sclerosanti per<br />

via endoscopica delle lesioni sanguinanti possono risultare utile e talora<br />

risolutiva.<br />

• Chirugia in urgenza attualmente molto rara (vedi interventi per ulcera<br />

gastroduodenale)


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

–complicanze-<br />

PERFORAZIONE<br />

• La perforazione avviene in genere per l’erosione lenta della parete<br />

gastrica o duodenale in seguito alla pe<strong>net</strong>razione progressiva<br />

dell’ulcera.<br />

• La sede della perforazione, in caso di ulcera gastrica, è normalmente<br />

rappresentata dalla piccola curvatura o dalla parete anteriore dello<br />

stomaco in regione antrale.<br />

• La maggior parte delle ulcere duodenali perforate si localizza sulla<br />

parete anteriore del duodeno.<br />

• La mortalità in caso di perforazione gastro-duodenale è circa del 10%;<br />

essa aumenta progressivamente con l’età del paziente e con il tempo<br />

intercorso tra l’insorgenza della complicanza ed il trattamento.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-complicanze -<br />

PERFORAZIONE<br />

CLINICA<br />

• Forte DOLORE epigastrico a pugnalata che rende immobile il paziente e<br />

che ben presto si irradia a tutto l’addome (peritonite).<br />

• Inizialmente la peritonite è di natura chimica irritativa, ma si trasforma<br />

entro 12-24 ore in peritonite purulenta per la proliferazione dei batteri<br />

fuoriusciti nel cavo peritoneale.<br />

• Vomito e nausea sono incostanti e quasi mai precoci.<br />

• Nel caso di una perforazione coperta la sintomatologia dolorosa può<br />

essere meno evidente e relazionata con l’apparato o organo che copre la<br />

perforazione<br />

ESAME OBIETTIVO:<br />

• Palpazione difesa addominale (addome “ a tavola”)<br />

• Percussione scomparsa dell’ottusità epatica<br />

• Ascoltazione silenzio in tutto l’ambito addominale<br />

• ILEO PARALITICO<br />

• Esplorazione rettale vivo dolore nel cavo di Douglas


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-complicanze -<br />

PERFORAZIONE<br />

Diagnosi<br />

• Anamnesi + clinica<br />

• Esame obiettivo<br />

• Rx diretto dell’addome: Aria “libera” in sede<br />

subfrenica<br />

• ECG: d.d. con patologie cardiache


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-PERFORAZIONE –terapia medica-<br />

• Trattamento rianimatorio (infusioni, trasfusioni)<br />

• Sondino nasogastrico: per svuotare lo stomaco e per<br />

arrestare lo<br />

spandimento di contenuto gastro-duodenale in cavità<br />

addominale.<br />

• Terapia antibiotica ad ampio spettro<br />

• Antiacidi, antagonisti dei recettori H2 istaminici, inibitori<br />

della<br />

pompa protonica


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-PERFORAZIONE –terapia chirurgica-<br />

• La scelta del tipo di intervento viene effettuata in relazione alle<br />

condizioni del paziente; se queste sono critiche per la presenza<br />

di grave shock settico o di insufficienze d’organo, si ricorre<br />

abitualmente alla semplice raffia dell’ulcera.<br />

• Nella maggior parte dei casi la raffia, unitamente alla terapia<br />

antiacida e con anti-H2-recettori, è in grado di risolvere la<br />

complicanza.<br />

• Raramente è necessaria l’esecuzione di una gastroresezione, o<br />

si può eseguire l’exeresi dell’ulcera, con vagotomia e<br />

piloroplastica, per la prevenzione della recidiva ulcerosa e per<br />

favorire lo svuotamento gastrico.


Raffia di ulcera duodenale


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-Complicanze 3<br />

STENOSI<br />

• È una complicanza abbastanza frequente nel caso di<br />

localizzazione iuxtapilorica dell’ulcera.<br />

• Inizialmente il quadro è quello di stenosi funzionale<br />

del piloro, indotta dalla vicinanza della lesione<br />

ulcerosa, sensibile alla terapia antispastica.<br />

• La stenosi organica compare quando la flogosi<br />

perilesionale raggiunge ed infiltra l’anello pilorico e<br />

ne provoca la sclerosi.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-STENOSI-<br />

Sintomatologia<br />

• Se la stenosi è modesta lo stomaco riesce a svuotarsi, seppure<br />

con lentezza, ed il paziente è in grado di sopportare la<br />

situazione dispeptica che ne consegue, caratterizzata da:<br />

• senso di peso<br />

• distensione epigastrica<br />

• In caso di stenosi serrata si evidenziano:<br />

• gastrectasia imponente.<br />

• numerosi episodi di vomito alimentare (a volte causati dal pz.)<br />

• un calo ponderale cospicuo<br />

• una condizione di malnutrizione<br />

• disidratazione e alterazioni elettrolitiche


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE -STENOSI<br />

–terapia-<br />

La terapia medica della stenosi pilorica<br />

serrata consiste in:<br />

• Sondino nasogastrico<br />

• Antiacidi, H2 antagonisti, inibitori della<br />

pompa protonica<br />

• correzione degli eventuali squilibri idroelettrolitici<br />

e dell’equilibrio acido- base.<br />

• La terapia chirurgica , conseguente a<br />

quella medica, consiste in:<br />

• gastroresezione distale con gastroenteroanastomosi<br />

oppure<br />

• bypass della stenosi mediante gastroenterostomia<br />

a monte della stessa.


MALATTIA PEPTICA GASTRICA E DUODENALE<br />

-COMPLICANZE -<br />

CANCERIZZAZIONE<br />

• La possibilità di cancerizzazione di un’ulcera peptica<br />

riguarda la localizzazione gastrica, con bassa percentuale<br />

dell’1%.<br />

• La sintomatologia è correlabile a quella dell’ulcera gastrica.<br />

• Si ritiene che la quasi totalità delle ulcere neoplastiche<br />

gastriche insorgano come tali fin dall’inizio, nonostante<br />

l’aspetto macroscopico iniziale benigno risultato<br />

dall’endoscopia.<br />

• Per quanto riguarda la potenziale trasformazione maligna<br />

delle ulcere duodenali, non vi sono dati a proposito, che<br />

possano testimoniare tale evenienza.

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