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27.05.2013 Views

tEMPO liBERO In volo Piloti speciali alla cloche di Si chiama “Baroni rotti” l’associazione di piloti disabili che insegna a guidare un aereo. Dimostrando che è un’attività per tutti, utile ad abbattere le barriere. Soprattutto quelle mentali Giorgia Gay cielo ci sono un po’ meno barriere da superare». Parola di «In “Baroni rotti”, associazione di piloti disabili di Arezzo che ha scelto il volo «per promuovere una diversa cultura della disabilità». Lo fa abbattendo stereotipi e pregiudizi, insegnando alle persone disabili a maneggiare un aereo, partecipando a tante manifestazioni in tutta Italia: «Preziose occasioni per mostrare con i fatti che il volo è davvero un’attività per tutti, che fa bene al corpo e alla mente e aiuta ad abbattere le barriere, soprattutto quelle mentali», 28 spiega il presidente Franco Bentenuti. In Italia l’apertura di questa disciplina sportiva alle persone disabili si deve all’impegno di Luciano Giannini, vulcanologo e istruttore di volo, e al suo incontro con un ragazzo disabile. «Al termine di un volo turistico il passeggero si disse rammaricato perché non avrebbe mai potuto vivere quella bellissima sensazione da pilota – racconta Bentenuti –. Luciano ne fu molto toccato e propose ad alcuni amici di provare a modificare un aereo per ren-

un aereo derlo pilotabile anche da una persona con disabilità». Venne quindi coinvolta nel progetto l’Associazione paraplegici aretini, i cui soci furono ben felici di provare, con una buona dose di curiosità e un pizzico di incoscienza, l’ebbrezza del decollo. Fu un successo. Per alcuni la curiosità si trasformò in vera e propria passione: così il 16 settembre del 1994 venne eseguito il primo volo da solista da parte di un allievo disabile in Ita- I “Baroni rotti” in uno scatto realizzato da Paolo Ranzani per la mostra fotografica “Pieces of life”. L’esposizione è stata allestita nel 2009 in piazza Carignano, a Torino, nell’ambito del progetto “Open to all”, promosso dalla Fondazione Paideia in collaborazione con il capoluogo piemontese e la Fondazione Crt. Info: Paoloranzani.com lia. Il 2 dicembre dell’anno seguente un piccolo manipolo di piloti affrontò e superò gli esami con successo. L’aeroclub Serristori, a Castiglion Fiorentino, mise a disposizione un appezzamento di terreno dove fu allestita la sede della prima scuola di volo per disabili in Italia. Oggi i “Baroni rotti” accolgono piloti provenienti dalla Sicilia come dalla Lombardia. «Abbiamo iniziato quasi come pirati, superando molti ostacoli tra cui lo scetticismo di tanti – ricorda il presidente –, dovendo dimostrare che non ci sono limiti alle potenzialità di una persona disabile». Un traguardo raggiunto pienamente: negli anni questa disciplina si è molto diffusa, dando vita a diverse associazioni e perfino alla Federazione italiana piloti disabili (Fipd), che coordina le varie scuole di volo attive in Italia. Le principali sono quella di Caposile (in provincia di Venezia), di Ozzano Emilia, di Boglietto in Piemonte, di Aosta, del “Centro Serristori” in Toscana, di “Airone” a Gela (in Sicilia), di “Liberhando” in Umbria e, infine, di Sutri nel Lazio. Anche se gli obiettivi raggiunti sono numerosi e importanti, l’Italia rimane comunque indietro rispetto all’Europa, 29 dove esperienze simili esistono da più di 30 anni. Le realtà d’Oltralpe? Tante: dal francese “Aéro-club Paul Louis Weiller” al “Paraflight” in Belgio, dalla “British disabled flight association” e dall’“Aeroability” (in Inghilterra) al “Die rolli flieger” in Germania. Mentre si impegnano per favorire l’espansione delle scuole di volo per disabili in Italia, i “Baroni rotti” insistono anche nell’attività di diffusione e promozione di questa disciplina coinvolgendo le associazioni, «per far provare direttamente la bellezza di praticare un’attività sportiva considerata il simbolo di libertà – insiste Bentenuti –. Siamo convinti che questa esperienza possa servire da stimolo anche a chi ha appena subito un trauma midollare, nel periodo di degenza ospedaliera, per vincere una fase depressiva. Mostrare che non ci sono limiti per praticare uno sport ritenuto inaccessibile può far prendere in considerazione alternative valide e sicure a quelle attività che realmente non sono più praticabili». Intanto l’associazione continua a lavorare sul fronte della progettazione, apportando adattamenti ai velivoli in base alle disabilità. L’esperienza ventennale ha dimostrato che basta poco per rendere un aereo accessibile: «Le modifiche sono semplici e il velivolo attrezzato per il disabile non perde nessuna funzionalità – assicura il presidente –. Qualsiasi tipo di apparecchio può essere modificato senza grandi difficoltà». la prossima iniziativa? In calendario per il 25 maggio: nella sede aretina sarà organizzata una manifestazione dimostrativa dedicata non solo al volo, ma aperta a numerose discipline sportive praticabili dalle persone disabili: tennis, tennis tavolo, basket, quad, gokart, equitazione, tiro con l’arco, nuoto. Saranno coinvolte tutte le scuole della provincia di Arezzo per poter condividere esperienze sportive fra atleti disabili e ragazzi di ogni età.

tEMPO liBERO<br />

In volo<br />

Piloti speciali alla cloche di<br />

Si chiama “Baroni rotti”<br />

l’associazione di piloti<br />

disabili che <strong>in</strong>segna<br />

a guidare un aereo.<br />

Dimostrando che è<br />

un’attiv<strong>it</strong>à per tutti, utile<br />

ad abbattere le barriere.<br />

Soprattutto quelle mentali<br />

Giorgia Gay<br />

cielo ci sono un po’ meno barriere<br />

da superare». Parola di<br />

«In<br />

“Baroni rotti”, associazione di<br />

piloti disabili di Arezzo che ha scelto il<br />

volo «per promuovere una diversa cultura<br />

della disabil<strong>it</strong>à». Lo fa abbattendo<br />

stereotipi e pregiudizi, <strong>in</strong>segnando alle<br />

persone disabili a maneggiare un aereo,<br />

partecipando a tante manifestazioni <strong>in</strong><br />

tutta Italia: «Preziose occasioni per mostrare<br />

con i fatti che il volo è davvero<br />

un’attiv<strong>it</strong>à per tutti, che fa bene al corpo<br />

e alla mente e aiuta ad abbattere le<br />

barriere, soprattutto quelle mentali»,<br />

28<br />

spiega il presidente Franco Bentenuti.<br />

In Italia l’apertura di questa discipl<strong>in</strong>a<br />

sportiva alle persone disabili si deve<br />

all’impegno di Luciano Giann<strong>in</strong>i, vulcanologo<br />

e istruttore di volo, e al suo <strong>in</strong>contro<br />

con un ragazzo disabile.<br />

«Al term<strong>in</strong>e di un volo turistico il<br />

passeggero si disse rammaricato perché<br />

non avrebbe mai potuto vivere quella<br />

bellissima sensazione da pilota – racconta<br />

Bentenuti –. Luciano ne fu molto<br />

toccato e propose ad alcuni amici di<br />

provare a modificare un aereo per ren-

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