Emorragia acuta del tratto gastroenterico

Emorragia acuta del tratto gastroenterico Emorragia acuta del tratto gastroenterico

cassettieramagica.uniroma1.it
from cassettieramagica.uniroma1.it More from this publisher
27.05.2013 Views

Ulcera peptica nei pazienti con infezione da Helicobacter pylori. Il ruolo della chirurgia antisecretiva è chiaro nel contesto di emorragie da ulcera peptica nei pazienti che assumono FANS e che devono continuare questa terapia. Alcuni gastroenterologi e chirurghi hanno ipotizzato la necessità di una chirurgia anti-ulcera anche nei pazienti con ulcera peptica H. pylori-associata, anche se un giudizio definitivo non può essere formulato attualmente. Alcuni studi hanno dimostrato che l’eradicazione dell’H. pylori può ridurre l’incidenza di sanguinamento nei pazienti con ulcera peptica sanguinante H. pylori positiva. Solo una piccola quota di questi pazienti, tuttavia, mostrava un sanguinamento di entità sufficiente da richiedere un intervento chirurgico, o trasfusioni - ad indicare che trattasi di una popolazione di pazienti ulcerosi diversa da quella che presenta emorragie di gravità e persistenza tale da dover richiedere un trattamento chirurgico in urgenza 44 .I chirurghi gastroenterici che hanno trattato questi pazienti critici avranno notano che solo il 10% dei pazienti con l’infezione da H. pylori sviluppa ulcere legate a questa infezione e che di questo 10%, solo 1 paziente su 5 sviluppa un’emorragia come complicanza. Di quel 2%, solo 1 su 10 alla fine richiede l’intervento chirurgico per controllare l’emorragia; ciò porta quindi a concludere che solo lo 0,2% di tutti pazienti H. pylori-positivi rischia di andare incontro all’intervento chirurgico per ulcera peptica sanguinante. Per questo motivo, in questi pazienti sembra essere prudente impiegare tecniche chirurgiche per garantire una duratura riduzione della secrezione acida, come terapia definitiva della diatesi ulcerosa. Sanguinamento secondario ad ipertensione portale Il sanguinamento da varici esofagogastriche è responsabile di un terzo di tutti i decessi nei pazienti affetti da cirrosi e ipertensione portale. Sino al 90% dei pazienti cirrotici sviluppa varici esofagee, e il 25- 30% di questi pazienti sviluppa un’emorragia. Il rischio di mortalità dovuto a ciascun episodio emorragico si aggira intorno al 25%. Dopo un primo sanguinamento, il rischio di una recidiva emorragica è presente nel 70% dei pazienti. Le varici esofagee e gastriche si sviluppano in conseguenza di un’elevata pressione nel sistema venoso portale. La cirrosi, indipendentemente dalla sua causa, è caratterizzata dall’aumento della resistenza del flusso portale a causa della fibrosi epatica. La pressione, a sua volta, è ulteriormente accresciuta a causa della circolazione iperdinamica caratteristica della cirrosi. Nella cirrosi è infatti presente una vasodilatazione sistemica periferica, mediata in parte dall’ossido nitrico, dalle prostacicline, e dalla disfunzione del sistema nervoso autonomo, che porta ad un aumento del volume plasmatico. Quando il gradiente venoso pressorio epatico (la differenza di pressione tra la vena porta, e le vene epatiche e la vena cava) supera 12 mmHg, si sviluppano le varici esofagogastriche. Le varici esofagee sono vene dilatate della sottomucosa dell’esofago che comunicano con la circolazione portale collaterale e con il sistema venoso sistemico. Per quanto riguarda le dimensioni, le varici variano da piccole (1-2 mm) e irregolari protuberanze, a larghe (1-2 cm) e tortuose strutture che aggettano all’interno del lume esofageo. La maggior parte delle varici è inizialmente situata nella porzione distale dell’esofago, ma con il tempo possono rendersi evidenti nella maggior parte dei pazienti anche le varici gastriche in corrispondenza del cardias e lungo la parte superiore della grande curvatura dello stomaco. Il rischio di emorragia aumenta con il diametro delle varici, con l’evidenza di segni rossi, e con l’esaurimento della funzione epatica valutata mediante la classificazione di Child. Anche il continuo abuso alcolico aumenta il rischio di emorragia. Il sanguinamento sembra essere legato alla lacerazione della varice dovuta all’aumento della pressione intravascolare; le abrasioni sulla superficie mucosa e l’esofagite non sono correlate al sanguinamento da varici 56 . Prevenzione primaria dell’emorragia Le modalità per prevenire il primo episodio da emorragia da varici sono state ampiamente studiate. Attualmente l’unico trattamento accettato è l’impiego di beta bloccanti non selettivi, solitamente il propranololo. Questo farmaco agisce riducendo il flusso ematico splancnico, con conseguente riduzione della pressione portale. L’impiego del propranololo può ridurre il rischio del primo sanguinamento del 22% durante i primi due anni di terapia, rispetto al 35% dei pazienti non trattati. La compliance è essenziale per il successo della terapia e può essere problematica in questi pazienti, molti dei quali sono alcolisti affetti da intermittente encefalopatia. L’aggiunta di isosorbide mononitrato può EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 823 migliorare l’efficacia dei beta-bloccanti nei pazienti con varici di grosse dimensioni. Diversi studi hanno inoltre valutato il trattamento endoscopico delle varici sia con scleroterapia che con legatura con elastici, come profilassi del primo episodio emorragico, ma nessuno di questi sistemi si è mostrato superiore al solo impiego di beta-bloccanti nel prevenire l’emorragia. Infatti la scleroterapia endoscopica profilattica comporta un’inaccettabile percentuale di complicanze, ed un giudizio definitivo sulla legatura delle varici deve ancora essere raggiunto 46 . Trattamento dell’emorragia da varici L’emorragia da varici nei pazienti cirrotici è potenzialmente gravata da un’elevata mortalità. La presentazione clinica è caratterizzata da ematemesi massiva, melena, e occasionalmente ematochezia, spesso associata ad instabilità emodinamica. Il trattamento iniziale si basa su una rapida rianimazione con particolare attenzione alla correzione del deficit di volume e della coagulopatia, e alla protezione delle vie aeree. I pazienti con scarsa riserva funzionale epatica, come può essere rilevato sulla base della classe di Child, hanno elevato rischio di mortalità. In questi casi è essenziale il trattamento presso unità di terapia intensiva. L’endoscopia in emergenza è richiesta per valutare la sede del sanguinamento. Sebbene la presenza di varici possa essere sospettata sulla base dei segni clinici di cirrosi, nei pazienti senza un’anamnesi indicativa di sanguinamento da varici, l’emorragia può essere ugualmente determinata dalla gastrite erosiva, da una malattia ulcerosa o dalla gastropatia congestizia. Circa il 70% dei pazienti con precedenti episodi di emorragia da varici ha un sanguinamento da varici 56 . Un algoritmo per il trattamento del sanguinamento determinato da ipertensione portale è illustrato nella Figura 42-3. L’endoscopia è necessaria sia per confermare la sede del sanguinamento che per effettuare il trattamento endoscopico. Sia la sclerosi delle varici che la legatura elastica, sono efficaci procedure terapeutiche endoscopiche (Fig. 42-4). La sclerosi può essere effettuata con diversi agenti sclerosanti, e le iniezioni intravaricose e perivaricose sono ugualmente efficaci. Le complicanze della sclerosi includono ulcere esofagee, perforazione nella sede di sanguinamento, mediastinite, versamento pleurico e edema polmonare. Una complicanza tardiva è rappresentata dallo sviluppo di stenosi cicatriziale. La legatura elastica delle varici esofagee ha efficacia comparabile alla sclerosi, sebbene le complicanze possano essere meno comuni, in particolare, quelle legate all’infiammazione mediastinica e polmonare. Le varici gastriche non sono trattabili efficacemente con la sclerosi. Nei pazienti con sanguinamento da varici gastriche la chirurgia decompressiva dovrebbe essere presa in considerazione. Nei pazienti con sanguinamento da varici è indicato un trattamento concomitante con agenti vasoattivi. L’analogo della somatostatina, l’octreotide, somministrato in infusione venosa continua, offre il miglior profilo di efficacia e sicurezza. La somatostatina riduce il flusso ematico splancnico, riducendo la pressione nel sistema portale e a livello delle varici, senza indurre vasocostrizione coronarica 14 .L’impiego di sola vasopressina e di vasopressina e nitroglicerina mediante infusione endovenosa continua, è ugualmente efficace per ridurre il flusso ematico splancnico e il sanguinamento da varici. Uno di questi farmaci dovrebbe essere iniziato non appena la diagnosi di emorragia da varici è stata formulata. Nei pazienti con storia di emorragia da varici, l’infusione dovrebbe essere iniziata empiricamente nel dipartimento di emergenza quando il paziente si presenta con ematemesi. La sclerosi endoscopica e l’infusione di somatostatina sono efficaci nell’arrestare l’emorragia nell’80-90% dei casi. La sclerosi può essere ripetuta sino a due volte nelle prime 48 ore, se fallisce il trattamento iniziale. Se la scleroterapia è inefficace, dovrebbe essere posizionata la sonda di Sengstaken-Blakemore, una sonda costituita da un grande pallone gastrico e da un pallone esofageo, che viene introdotto attraverso la bocca, nello stomaco del paziente. È necessario posizionare questa sonda accuratamente per evitare la perforazione dell’esofago. Quando è in posizione, il pallone gastrico viene riempito d’aria, e quindi ritirato applicando una trazione alla sonda, in modo da esercitare una pressione sul plesso venoso a livello della giunzione esofago-gastrica. Questa procedura determina l’arresto del sanguinamento nella maggior parte dei pazienti. Nei pochi pazienti che continuano a sanguinare, può essere insufflato anche il pallone esofageo. Una volta ottenuto il controllo dell’emorragia, e dopo aver iniziato le procedure rianimatorie e corretto la coagulopatia, può essere pianificato un trattamento definitivo. Il fallimento nel controllo del sanguinamento con questi sistemi comporta un tasso di mortalità superiore al 70% nei pazienti in classe C di Child.

824 ADDOME Arresto del sanguinamento Trattamento in elezione Sanguinamento da varici esofagee Figura 42-3. Algoritmo del trattamento dell’emorragia acuta dovuta ad ipertensione portale. TIPS, shunt portosistemico transgiugulare intraepatico. (Da Rikkers LF: Portal hypertension. In Levine BA, Copeland E, Howard R, et al. [eds]: Current Practice of Surgery. Vol. 3. New York, Churchill Livingstone, 1995). Alcuni chirurghi hanno proposto un approccio chirurgico precoce e aggressivo per l’emorragia da varici invece del trattamento endoscopico. Orloff e coll. 34 hanno un’ampia esperienza con lo shunt porto-cavale in questi pazienti. Essi hanno riportato un’impressionante percentuale di successo con questo tipo di shunt: il 99% dei pazienti ha ottenuto un immediato e permanente controllo dell’emorragia da varici, con una sopravvivenza a 30 giorni dell’85%. Molti altri Centri e molti altri chirurghi non hanno avuto simili risultati con questo tipo di intervento e hanno considerato l’approccio terapeutico endoscopico come la modalità di trattamento principale. Nel paziente con emorragia da varici che continua a sanguinare nonostante il trattamento medico ed endoscopico è stata considerata la possibilità di eseguire uno shunt intraepatico transgiugulare (TIPS) o un intervento chirurgico di emergenza decompressivo sulla circolazione portale. La TIPS consiste nel posizionamento di uno stent transvenoso intraepatico portosistemico per decomprimere la circolazione portale (Fig. 42-5). I risultati ottenuti con questa procedura hanno mostrato un’ampia variabilità in rapporto ai diversi Centri. L’esperienza clinica ed un trattamento medico tempestivo sono essenziali per ottenere una buona prognosi, in particolare nei pazienti ad elevato rischio come quelli con sanguinamento attivo e con scarsa riserva funzionale epatica. I pazienti in Classe A e B di Child hanno una mortalità a 30 giorni del 10%, mentre i pazienti in Classe C di Child una mortalità a 30 giorni del 52%. Il risanguinamento è inoltre probabile e avviene nel 22% dei pazienti entro il primo mese, di solito come risultato della trombosi della TIPS. Nella maggior parte dei lavori riportati in letteratura, la chirurgia decompressiva in emergenza (le procedure saranno discusse di seguito) per i pazienti con emorragia da varici non controllata endoscopicamente, comporta un tasso di mortalità operatoria superiore al 50%. Questo è dovuto anche al fatto che l’emorragia inarrestabile Emorragia acuta dovuta a ipertensione portale Rianimazione con fluidi e lavaggio gastrico Endoscopia Scleroterapia in emergenza Farmacoterapia Sanguinamento persistente o ricorrente Ripetizione della scleroterapia Sanguinamento persistente Tamponamento con sonda e farmacoterapia per un controllo temporaneo Paziente a basso rischio 1. Shunt portocavale (sanguinamento attivo, chirurgo esperto) 2. Shunt spleno-renale distale (sanguinamento non attivo, chirurgo esperto) 3. Resezione esofagea (chirurgo non esperto) Paziente ad alto rischio o candidato al trapianto TIPS Arresto del sanguinamento Paziente a basso rischio 1. Shunt portocavale (sanguinamento attivo) oppure 2. Shunt spleno-renale distale (sanguinamento non attivo) Sanguinamento da varici gastriche o da gastropatia ipertensiva portale Considerare una terapia definitiva precoce Paziente ad alto rischio o candidato al trapianto TIPS Persistenza del sanguinamento si verifica più facilmente nei pazienti con scarsa riserva funzionale epatica (Classe C di Child). I rischi di mortalità precoce e tardiva dopo emorragia da varici sono ampiamente determinati dalla riserva funzionale epatica del paziente al momento dell’emorragia. Sono state sviluppate diverse classificazioni per predire il grado di disfunzione epatica, ma la più affidabile rimane ancora quella di Child. La semplice valutazione del grado di encefalopatia, dell’iperbilirubinemia, dell’albumina e dell’allungamento del tempo di protrombina è in grado di fornire una buona stima della mortalità a 30 giorni. La Tabella 42-4 mostra i parametri della classificazione di Child. I tassi predittivi di mortalità a 30 giorni dopo un episodio di emorragia da varici sono i seguenti: classe A di Child, meno del 10%; Classe B di Child, 30%; Classe C di Child, 50%. La mortalità aumenta globalmente a un anno passando dal 24% della Classe A di Child; al 45% della Classe B; all’85% della Classe C di Child. Trattamento definitivo dopo un’iniziale emorragia da varici Oltre il 70% dei pazienti con ipertensione portale che hanno avuto un sanguinamento da varici esofagee presenta una recidiva emorragica. In questi pazienti, per prevenire il sanguinamento e la morte dovuta alla recidiva emorragica può essere adottata una delle seguenti quattro opzioni: la terapia medica con propranololo, ripetute sedute di scleroterapia per eradicare le varici rimaste, la chirurgia decompressiva delle varici con un intervento di shunt porto-sistemico o il trapianto di fegato. I fattori che determinano la scelta della terapia sono complessi e devono tenere conto della causa dell’ipertensione portale, della causa e della gravità della malattia epatica, delle co-morbidità mediche, dell’appropriatezza del candidato per il trapianto, e di altri fattori 6 .

Ulcera peptica nei pazienti con infezione da Helicobacter pylori. Il<br />

ruolo <strong>del</strong>la chirurgia antisecretiva è chiaro nel contesto di emorragie<br />

da ulcera peptica nei pazienti che assumono FANS e che devono continuare<br />

questa terapia. Alcuni gastroenterologi e chirurghi hanno ipotizzato<br />

la necessità di una chirurgia anti-ulcera anche nei pazienti con<br />

ulcera peptica H. pylori-associata, anche se un giudizio definitivo non<br />

può essere formulato attualmente. Alcuni studi hanno dimostrato che<br />

l’eradicazione <strong>del</strong>l’H. pylori può ridurre l’incidenza di sanguinamento<br />

nei pazienti con ulcera peptica sanguinante H. pylori positiva. Solo<br />

una piccola quota di questi pazienti, tuttavia, mostrava un sanguinamento<br />

di entità sufficiente da richiedere un intervento chirurgico, o<br />

trasfusioni - ad indicare che trattasi di una popolazione di pazienti ulcerosi<br />

diversa da quella che presenta emorragie di gravità e persistenza<br />

tale da dover richiedere un trattamento chirurgico in urgenza 44 .I<br />

chirurghi gastroenterici che hanno trattato questi pazienti critici<br />

avranno notano che solo il 10% dei pazienti con l’infezione da H. pylori<br />

sviluppa ulcere legate a questa infezione e che di questo 10%, solo<br />

1 paziente su 5 sviluppa un’emorragia come complicanza. Di quel<br />

2%, solo 1 su 10 alla fine richiede l’intervento chirurgico per controllare<br />

l’emorragia; ciò porta quindi a concludere che solo lo 0,2% di<br />

tutti pazienti H. pylori-positivi rischia di andare incontro all’intervento<br />

chirurgico per ulcera peptica sanguinante. Per questo motivo,<br />

in questi pazienti sembra essere prudente impiegare tecniche chirurgiche<br />

per garantire una duratura riduzione <strong>del</strong>la secrezione acida, come<br />

terapia definitiva <strong>del</strong>la diatesi ulcerosa.<br />

Sanguinamento secondario ad ipertensione portale<br />

Il sanguinamento da varici esofagogastriche è responsabile di un terzo<br />

di tutti i decessi nei pazienti affetti da cirrosi e ipertensione portale.<br />

Sino al 90% dei pazienti cirrotici sviluppa varici esofagee, e il 25-<br />

30% di questi pazienti sviluppa un’emorragia. Il rischio di mortalità<br />

dovuto a ciascun episodio emorragico si aggira intorno al 25%. Dopo<br />

un primo sanguinamento, il rischio di una recidiva emorragica è<br />

presente nel 70% dei pazienti.<br />

Le varici esofagee e gastriche si sviluppano in conseguenza di un’elevata<br />

pressione nel sistema venoso portale. La cirrosi, indipendentemente<br />

dalla sua causa, è caratterizzata dall’aumento <strong>del</strong>la resistenza<br />

<strong>del</strong> flusso portale a causa <strong>del</strong>la fibrosi epatica. La pressione, a sua volta,<br />

è ulteriormente accresciuta a causa <strong>del</strong>la circolazione iperdinamica<br />

caratteristica <strong>del</strong>la cirrosi. Nella cirrosi è infatti presente una vasodilatazione<br />

sistemica periferica, mediata in parte dall’ossido nitrico,<br />

dalle prostacicline, e dalla disfunzione <strong>del</strong> sistema nervoso autonomo,<br />

che porta ad un aumento <strong>del</strong> volume plasmatico. Quando il<br />

gradiente venoso pressorio epatico (la differenza di pressione tra la<br />

vena porta, e le vene epatiche e la vena cava) supera 12 mmHg, si sviluppano<br />

le varici esofagogastriche.<br />

Le varici esofagee sono vene dilatate <strong>del</strong>la sottomucosa <strong>del</strong>l’esofago<br />

che comunicano con la circolazione portale collaterale e con il sistema<br />

venoso sistemico. Per quanto riguarda le dimensioni, le varici variano<br />

da piccole (1-2 mm) e irregolari protuberanze, a larghe (1-2 cm) e tortuose<br />

strutture che aggettano all’interno <strong>del</strong> lume esofageo. La maggior<br />

parte <strong>del</strong>le varici è inizialmente situata nella porzione distale <strong>del</strong>l’esofago,<br />

ma con il tempo possono rendersi evidenti nella maggior<br />

parte dei pazienti anche le varici gastriche in corrispondenza <strong>del</strong> cardias<br />

e lungo la parte superiore <strong>del</strong>la grande curvatura <strong>del</strong>lo stomaco.<br />

Il rischio di emorragia aumenta con il diametro <strong>del</strong>le varici, con<br />

l’evidenza di segni rossi, e con l’esaurimento <strong>del</strong>la funzione epatica<br />

valutata mediante la classificazione di Child. Anche il continuo abuso<br />

alcolico aumenta il rischio di emorragia. Il sanguinamento sembra<br />

essere legato alla lacerazione <strong>del</strong>la varice dovuta all’aumento <strong>del</strong>la<br />

pressione intravascolare; le abrasioni sulla superficie mucosa e l’esofagite<br />

non sono correlate al sanguinamento da varici 56 .<br />

Prevenzione primaria <strong>del</strong>l’emorragia<br />

Le modalità per prevenire il primo episodio da emorragia da varici sono<br />

state ampiamente studiate. Attualmente l’unico trattamento accettato<br />

è l’impiego di beta bloccanti non selettivi, solitamente il propranololo.<br />

Questo farmaco agisce riducendo il flusso ematico splancnico, con<br />

conseguente riduzione <strong>del</strong>la pressione portale. L’impiego <strong>del</strong> propranololo<br />

può ridurre il rischio <strong>del</strong> primo sanguinamento <strong>del</strong> 22% durante i<br />

primi due anni di terapia, rispetto al 35% dei pazienti non trattati. La<br />

compliance è essenziale per il successo <strong>del</strong>la terapia e può essere problematica<br />

in questi pazienti, molti dei quali sono alcolisti affetti da intermittente<br />

encefalopatia. L’aggiunta di isosorbide mononitrato può<br />

EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 823<br />

migliorare l’efficacia dei beta-bloccanti nei pazienti con varici di grosse<br />

dimensioni. Diversi studi hanno inoltre valutato il trattamento endoscopico<br />

<strong>del</strong>le varici sia con scleroterapia che con legatura con elastici,<br />

come profilassi <strong>del</strong> primo episodio emorragico, ma nessuno di questi<br />

sistemi si è mostrato superiore al solo impiego di beta-bloccanti nel<br />

prevenire l’emorragia. Infatti la scleroterapia endoscopica profilattica<br />

comporta un’inaccettabile percentuale di complicanze, ed un giudizio<br />

definitivo sulla legatura <strong>del</strong>le varici deve ancora essere raggiunto 46 .<br />

Trattamento <strong>del</strong>l’emorragia da varici<br />

L’emorragia da varici nei pazienti cirrotici è potenzialmente gravata da<br />

un’elevata mortalità. La presentazione clinica è caratterizzata da ematemesi<br />

massiva, melena, e occasionalmente ematochezia, spesso associata<br />

ad instabilità emodinamica. Il trattamento iniziale si basa su una<br />

rapida rianimazione con particolare attenzione alla correzione <strong>del</strong> deficit<br />

di volume e <strong>del</strong>la coagulopatia, e alla protezione <strong>del</strong>le vie aeree. I<br />

pazienti con scarsa riserva funzionale epatica, come può essere rilevato<br />

sulla base <strong>del</strong>la classe di Child, hanno elevato rischio di mortalità. In<br />

questi casi è essenziale il trattamento presso unità di terapia intensiva.<br />

L’endoscopia in emergenza è richiesta per valutare la sede <strong>del</strong> sanguinamento.<br />

Sebbene la presenza di varici possa essere sospettata sulla<br />

base dei segni clinici di cirrosi, nei pazienti senza un’anamnesi indicativa<br />

di sanguinamento da varici, l’emorragia può essere ugualmente<br />

determinata dalla gastrite erosiva, da una malattia ulcerosa o<br />

dalla gastropatia congestizia. Circa il 70% dei pazienti con precedenti<br />

episodi di emorragia da varici ha un sanguinamento da varici 56 .<br />

Un algoritmo per il trattamento <strong>del</strong> sanguinamento determinato<br />

da ipertensione portale è illustrato nella Figura 42-3.<br />

L’endoscopia è necessaria sia per confermare la sede <strong>del</strong> sanguinamento<br />

che per effettuare il trattamento endoscopico. Sia la sclerosi<br />

<strong>del</strong>le varici che la legatura elastica, sono efficaci procedure terapeutiche<br />

endoscopiche (Fig. 42-4). La sclerosi può essere effettuata con diversi<br />

agenti sclerosanti, e le iniezioni intravaricose e perivaricose sono<br />

ugualmente efficaci. Le complicanze <strong>del</strong>la sclerosi includono ulcere<br />

esofagee, perforazione nella sede di sanguinamento, mediastinite, versamento<br />

pleurico e edema polmonare. Una complicanza tardiva è<br />

rappresentata dallo sviluppo di stenosi cicatriziale. La legatura elastica<br />

<strong>del</strong>le varici esofagee ha efficacia comparabile alla sclerosi, sebbene<br />

le complicanze possano essere meno comuni, in particolare, quelle legate<br />

all’infiammazione mediastinica e polmonare. Le varici gastriche<br />

non sono trattabili efficacemente con la sclerosi. Nei pazienti con sanguinamento<br />

da varici gastriche la chirurgia decompressiva dovrebbe<br />

essere presa in considerazione.<br />

Nei pazienti con sanguinamento da varici è indicato un trattamento<br />

concomitante con agenti vasoattivi. L’analogo <strong>del</strong>la somatostatina,<br />

l’octreotide, somministrato in infusione venosa continua, offre il miglior<br />

profilo di efficacia e sicurezza. La somatostatina riduce il flusso<br />

ematico splancnico, riducendo la pressione nel sistema portale e a livello<br />

<strong>del</strong>le varici, senza indurre vasocostrizione coronarica 14 .L’impiego<br />

di sola vasopressina e di vasopressina e nitroglicerina mediante infusione<br />

endovenosa continua, è ugualmente efficace per ridurre il flusso<br />

ematico splancnico e il sanguinamento da varici. Uno di questi farmaci<br />

dovrebbe essere iniziato non appena la diagnosi di emorragia da<br />

varici è stata formulata. Nei pazienti con storia di emorragia da varici,<br />

l’infusione dovrebbe essere iniziata empiricamente nel dipartimento<br />

di emergenza quando il paziente si presenta con ematemesi.<br />

La sclerosi endoscopica e l’infusione di somatostatina sono efficaci<br />

nell’arrestare l’emorragia nell’80-90% dei casi. La sclerosi può essere ripetuta<br />

sino a due volte nelle prime 48 ore, se fallisce il trattamento iniziale.<br />

Se la scleroterapia è inefficace, dovrebbe essere posizionata la sonda<br />

di Sengstaken-Blakemore, una sonda costituita da un grande pallone<br />

gastrico e da un pallone esofageo, che viene introdotto attraverso la<br />

bocca, nello stomaco <strong>del</strong> paziente. È necessario posizionare questa sonda<br />

accuratamente per evitare la perforazione <strong>del</strong>l’esofago. Quando è in<br />

posizione, il pallone gastrico viene riempito d’aria, e quindi ritirato applicando<br />

una trazione alla sonda, in modo da esercitare una pressione<br />

sul plesso venoso a livello <strong>del</strong>la giunzione esofago-gastrica. Questa procedura<br />

determina l’arresto <strong>del</strong> sanguinamento nella maggior parte dei<br />

pazienti. Nei pochi pazienti che continuano a sanguinare, può essere insufflato<br />

anche il pallone esofageo. Una volta ottenuto il controllo <strong>del</strong>l’emorragia,<br />

e dopo aver iniziato le procedure rianimatorie e corretto la<br />

coagulopatia, può essere pianificato un trattamento definitivo. Il fallimento<br />

nel controllo <strong>del</strong> sanguinamento con questi sistemi comporta<br />

un tasso di mortalità superiore al 70% nei pazienti in classe C di Child.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!