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Emorragia acuta del tratto gastroenterico

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cretivi sono comunque indicati per favorire la cicatrizzazione <strong>del</strong>l’ulcera<br />

e per ridurre ulteriormente il danno <strong>del</strong>la mucosa.<br />

TERAPIA ENDOSCOPICA<br />

Il trattamento endoscopico può essere utilizzato per arrestare il sanguinamento<br />

attivo da un’ulcera e per prevenire il risanguinamento nei pazienti<br />

con ulcera ad elevato rischio di recidiva emorragica (ulcere FI,<br />

FIIa, FIIb). Diversi tipi di sonde endoscopiche possono rilasciare energia<br />

termica per ottenere la coagulazione. L’elettrocoagulazione endoscopica<br />

bipolare e la terapia con heater probe possono ridurre la percentuale di<br />

risanguinamento e le necessità di intervento chirurgico nel 50% dei sanguinamenti.<br />

In mani esperte, la coagulazione LASER offre simili risultati,<br />

sebbene il rischio di perforazione sia maggiore; per tale motivo il LA-<br />

SER non viene generalmente usato come procedura terapeutica iniziale<br />

nella maggior parte dei centri di endoscopia. Ciascuna di queste modalità<br />

può determinare l’attivazione <strong>del</strong> sanguinamento o un danno transmurale<br />

<strong>del</strong>l’intestino con conseguente perforazione, sebbene queste<br />

siano rare, riportate con un’incidenza inferiore allo 0,5%.<br />

La terapia iniettiva è una metodica non termica ugualmente efficace<br />

per assicurare l’emostasi. Gli agenti sclerosanti o vasocostringenti<br />

disponibili comprendono l’alcol assoluto, l’adrenalina, la colla di fibrina,<br />

e il polidocanolo. La scelta <strong>del</strong> metodo e <strong>del</strong>l’agente dipende dalla<br />

preferenza <strong>del</strong>l’endoscopista e dall’attrezzatura disponibile. Gli agenti<br />

sclerosanti vengono iniettati attorno all’ulcera o nel vaso visibile. Le<br />

percentuali di risanguinamento sono ridotte <strong>del</strong>la metà rispetto alle<br />

ulcere con simili caratteristiche non sottoposte a terapia endoscopica.<br />

Alcuni isolati studi non hanno dimostrato una significativa riduzione<br />

<strong>del</strong>la mortalità nei pazienti sottoposti a terapia endoscopica<br />

per emorragia; tuttavia due meta-analisi hanno indicato questo beneficio.<br />

La riduzione globale <strong>del</strong>la mortalità è di circa 40% nei pazienti<br />

sottoposti ad endoscopia interventistica rispetto ai pazienti<br />

non sottoposti al trattamento endoscopico 11 .<br />

La terapia endoscopica fallisce in circa il 20% dei pazienti, manifestandosi<br />

sia come fallimento nel controllo <strong>del</strong>l’emorragia alla presentazione<br />

iniziale, sia come recidiva precoce <strong>del</strong>l’emorragia stessa.<br />

La ripetizione <strong>del</strong>l’esame endoscopico potrebbe essere in grado di risolvere<br />

l’emorragia nella metà di questi pazienti; tuttavia, la morbilità<br />

e la mortalità sono alte proprio in questo tipo di pazienti 29 .Prima<br />

di ripetere l’esame endoscopico per controllare la recidiva emorragica,<br />

dovrebbero essere prese in considerazione le opzioni chirurgiche,<br />

in particolare nei pazienti anziani che sono a rischio più elevato<br />

di disfunzione sistemica multiorgano e di morte.<br />

TERAPIA CHIRURGICA<br />

La chirurgia è richiesta come ultimo rimedio in circa il 10% dei pazienti<br />

con ulcera emorragica. La chirurgia è indicata per i pazienti con emorragia<br />

attiva non responsiva al trattamento endoscopico, nelle recidive<br />

emorragiche significative dopo terapia endoscopica, nei pazienti che richiedono<br />

continue trasfusioni, o nelle condizioni in cui vengono richieste<br />

oltre 6 unità di emazie concentrate in un intervallo di 24 ore. A causa<br />

<strong>del</strong> diffuso ed efficace impiego <strong>del</strong> trattamento endoscopico, la chirurgia<br />

è generalmente riservata ai pazienti in cui le procedure endoscopiche<br />

hanno in precedenza fallito. Esistono report chirurgici che sostengono<br />

l’impiego <strong>del</strong>l’intervento precoce in elezione dopo un’iniziale<br />

emostasi endoscopica nei pazienti anziani con lesioni ad elevato rischio<br />

di risanguinamento (ulcere FI e FIIa); tuttavia, questa pratica non ha<br />

avuto larga diffusione tra i chirurghi di orientamento gastroenterologico<br />

41 .Prima dei successi ottenuti con le procedure endoscopiche, la presenza<br />

di un vaso visibile era considerata un’indicazione assoluta alla chirurgia.<br />

Ora la decisione chirurgica è bilanciata dall’esperienza <strong>del</strong>l’endoscopista,<br />

dalle caratteristiche <strong>del</strong> paziente, e dalla richiesta di trasfusioni.<br />

Tuttavia, il trattamento endoscopico in mani esperte può non essere disponibile<br />

in piccoli Centri e pertanto, in queste circostanze la chirurgia<br />

è ancora un’importante modalità di trattamento precoce <strong>del</strong>la malattia.<br />

Diversi studi hanno tentato di individuare il gruppo di pazienti<br />

che può beneficiare di una precoce definitiva terapia chirurgica 20 .<br />

Nessuno studio, tuttavia, ha raggiunto un numero di pazienti così<br />

ampio per permettere una simile analisi dall’avvento <strong>del</strong> trattamento<br />

endoscopico. In precedenza, serie pre-endoscopiche sostenevano<br />

un ruolo <strong>del</strong>l’intervento chirurgico precoce per i pazienti con chiara<br />

evidenza di emorragia in atto (con richiesta di oltre quattro unità di<br />

emazie concentrate), presenza di shock, anamnesi positiva per precedenti<br />

emorragie, evidenza endoscopica di elevato rischio di risanguinamento<br />

(lesioni FI e FIIa), ed età superiore a 65 anni. Uno studio<br />

EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 821<br />

retrospettivo che ha coinvolto 66 pazienti trattati con intervento chirurgico<br />

precoce tra il 1986 e il 1990, ha mostrato che questi pazienti<br />

sono stati trattati mediante tecnica chirurgica con successo senza<br />

mortalità 3 .Tuttavia, diversamente dalle serie chirurgiche più recenti,<br />

l’età media dei pazienti in questo studio era di 53 anni, ben diversa<br />

dall’età media attuale dei pazienti che si presentano per emorragia<br />

<strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore, che è di circa 63 anni. Inoltre,<br />

è verosimile che in questa serie siano stati operati molti pazienti<br />

che con gli attuali standard terapeutici non sarebbero stati operati.<br />

Il giudizio clinico è essenziale per decidere chi beneficerà di un intervento<br />

chirurgico e quando questo debba essere effettuato. L’intervento<br />

chirurgico precoce risolutivo è chiaramente indicato per i pazienti<br />

in cui fallisce il trattamento endoscopico. È inoltre evidente<br />

che nei pazienti anziani con lesioni a più alto rischio di sanguinamento,<br />

possa essere sicuramente vantaggioso un precoce e definitivo<br />

intervento chirurgico rispetto a ripetuti episodi di recidiva emorragica<br />

quale esito di falliti tentativi di emostasi endoscopica. Tuttavia,<br />

non è ancora stato ben definito se i pazienti anziani debbano essere<br />

sottoposti ad un trattamento elettivo dopo un efficace trattamento<br />

endoscopico per lesioni ad alto rischio di risanguinamento (FI e<br />

FIIa). In questa decisione devono essere prese in considerazione l’esperienza<br />

tecnica <strong>del</strong> Centro, la disponibilità di misure di supporto e<br />

i progressi <strong>del</strong> Centro nell’ambito <strong>del</strong> trattamento endoscopico.<br />

La scelta <strong>del</strong>l’intervento.Lo scopo <strong>del</strong>l’intervento chirurgico nell’ulcera<br />

peptica sanguinante è controllare l’emorragia. Questo può essere<br />

raggiunto sia con la sutura diretta <strong>del</strong> vaso sanguinante o, in caso<br />

di ulcera gastrica, con resezione gastrica o escissione <strong>del</strong>l’ulcera. Il<br />

ruolo di una procedura atta a ridurre la secrezione acida è un secondario,<br />

ma importante, obiettivo <strong>del</strong> trattamento chirurgico.<br />

Ulcera duodenale sanguinante. L’intervento chirurgico per l’ulcera<br />

duodenale sanguinante richiede l’esposizione diretta <strong>del</strong>la lesione nel<br />

duodeno attraverso una duodenotomia o una duedeno-piloromiotomia.<br />

Poiché queste ulcere sono tipicamente localizzate sulla parete<br />

duodenale posteriore, la sutura non riassorbibile è sufficiente nella<br />

maggior parte dei pazienti ad arrestare il sanguinamento. Occasionalmente,<br />

la sutura semplice non è in grado di fermare il sanguinamento,<br />

cosicché per controllare l’emorragia può essere necessario effettuare<br />

una sutura su quattro quadranti attorno al perimetro <strong>del</strong>l’ulcera<br />

sanguinante. Raramente, queste due misure falliscono, rendendo<br />

necessaria la legatura <strong>del</strong>l’arteria gastro-duodenale in posizione<br />

cefalica e caudale al duodeno.<br />

Una volta ottenuta la stabilità <strong>del</strong> paziente, è indicato un trattamento<br />

chirurgico per controllare la secrezione acida (Fig. 42-1). La vagotomia<br />

tronculare è la procedura più rapida ed è un efficace sistema per ridurre<br />

la secrezione acida, sebbene anche la vagotomia superselettiva (o<br />

<strong>del</strong>le cellule parietali) sia stata proposta da alcuni chirurghi. In questa<br />

procedura, si esegue una limitata duodenotomia per la legatura <strong>del</strong>l’ulcera,preservando<br />

il normale svuotamento gastrico in associazione alla<br />

vagotomia superselettiva. Poiché il paziente che normalmente viene<br />

sottoposto a chirurgia in emergenza per ulcera sanguinante è ad alto rischio<br />

di complicanze, occorre considerare con attenzione l’impiego di<br />

queste procedure che richiedono un tempo operatorio più lungo. Il paziente<br />

dovrebbe essere sempre rianimato ed emodinamicamente stabile.<br />

Nella pratica attuale, la vagotomia superselettiva con limitata duodenotomia<br />

è raramente effettuata in questo contesto, date le caratteristiche<br />

cliniche tipiche dei pazienti con ulcera sanguinante refrattaria.<br />

Sebbene sia tecnicamente fattibile, un concetto simile ha limitato l’impiego<br />

anche <strong>del</strong>l’approccio laparoscopico ai pazienti con ulcera attivamente<br />

sanguinante. La resezione gastrica è generalmente non indicata<br />

nel trattamento <strong>del</strong>l’emorragia da ulcera duodenale.<br />

La sutura <strong>del</strong>l’ulcera duodenale sanguinante associata a vagotomia<br />

tronculare è efficace per controllare l’emorragia <strong>acuta</strong> nel 90% dei pazienti,<br />

ma sino al 10% dei pazienti può sviluppare un risanguinamento<br />

precoce. La ripetizione <strong>del</strong>l’intervento chirurgico, tuttavia, è raramente<br />

richiesta per questi pazienti, perché il sanguinamento cessa frequentemente<br />

con misure mediche di supporto. La mortalità operatoria varia<br />

da meno <strong>del</strong>l’1% al 50% sulla base <strong>del</strong>la co-morbidità <strong>del</strong> paziente.<br />

Ulcera gastrica sanguinante.Di nuovo, lo scopo primario <strong>del</strong>l’intervento<br />

chirurgico è arrestare l’emorragia. Diversamente dall’ulcera duodenale,<br />

vi è la possibilità che l’ulcera gastrica possa essere maligna: sino al<br />

10% <strong>del</strong>le ulcere gastriche risulta infatti essere un adenocarcinoma ga-

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