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Emorragia acuta del tratto gastroenterico

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ficative condizioni di co-morbidità; (2) istituzione di appropriate misure<br />

di rianimazione e monitoraggio; (3) identificazione <strong>del</strong>la principale<br />

sede <strong>del</strong> sanguinamento; e (4) istituzione di specifici interventi<br />

terapeutici volti ad arrestare o a controllare l’emorragia. Quando il<br />

grado di severità <strong>del</strong>l’emorragia è stato definito, e la valutazione clinica<br />

iniziale e le misure di rianimazione sono state completate, il paziente<br />

può essere inviato all’unità di terapia di livello appropriato.<br />

Fase 1: valutazione clinica iniziale <strong>del</strong> paziente<br />

La maggior parte dei pazienti con emorragia digestiva <strong>acuta</strong> giunge<br />

per una prima valutazione clinica nel pronto soccorso. Un quarto dei<br />

pazienti sviluppa l’emorragia gastroenterica durante l’ospedalizzazione<br />

per malattie intercorrenti; questo gruppo ha una mortalità<br />

particolarmente elevata 5 .In entrambi i casi, la valutazione clinica <strong>del</strong><br />

paziente richiede un’accurata anamnesi e l’esame obiettivo, mirati alla<br />

valutazione dei fattori di rischio per l’emorragia gastroenterica, e<br />

la valutazione degli esami di laboratorio.<br />

Anamnesi ed esame obiettivo<br />

Ad eccezione dei pazienti in shock emorragico, la storia clinica <strong>del</strong><br />

paziente fornisce importanti informazioni. Gli elementi essenziali<br />

da valutare sono le caratteristiche <strong>del</strong> sanguinamento, le modalità<br />

di insorgenza e la sua durata (ore o giorni precedenti), la sintomatologia<br />

associata, l’uso di farmaci, e la presenza di significative patologie<br />

concomitanti.<br />

Caratteristiche <strong>del</strong> sanguinamento<br />

L’emorragia gastrointestinale <strong>acuta</strong> può manifestarsi come ematemesi<br />

(vomito di sangue o di materiale gastrico con sangue), come melena<br />

(emissione di feci picee o color marrone scuro), o ematochezia (emissione<br />

dal retto di sangue rosso vivo). Nella valutazione iniziale di un<br />

paziente con emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong>, è importante<br />

determinare se il paziente ha avuto ematemesi, melena, o ematochezia.<br />

Il sanguinamento gastrointestinale lento o intermittente è di solito<br />

non apprezzabile dai pazienti - da qui il termine di occulto associato a<br />

questo tipo di perdita ematica. Questi pazienti presentano segni o sintomi<br />

secondari alla lenta perdita di sangue, come anemia o astenia.<br />

L’ematemesi è diagnostica di un’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />

superiore proveniente dall’esofago, dallo stomaco, o dal duodeno.<br />

Più raramente, l’ematemesi può essere il risultato di una emorragia<br />

<strong>del</strong>le vie aeree o <strong>del</strong> rinofaringe, determinata dall’ingestione di abbondante<br />

quantità di sangue da parte <strong>del</strong> paziente. La melena può essere<br />

indicativa sia di emorragia gastroenterica superiore che inferiore.<br />

L’emissione di feci picee è più comunemente un segno di emorragia<br />

originata dal <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore ed il risultato <strong>del</strong>l’attraversamento<br />

<strong>del</strong> piccolo intestino e <strong>del</strong> colon da parte <strong>del</strong> sangue.<br />

L’acido gastrico degrada l’emoglobina ad ematina, e l’azione degli<br />

enzimi digestivi e dei batteri presenti nel lume intestinale contribuiscono<br />

a determinare l’aspetto <strong>del</strong>la melena. La melena può inoltre<br />

essere la manifestazione di un sanguinamento di lesioni situate<br />

nell’intestino tenue o nel colon destro. L’ematochezia è un segno caratteristico<br />

<strong>del</strong>l’emorragia colica con rapida eliminazione <strong>del</strong> sangue<br />

<strong>del</strong>l’intestino. Il 10% dei pazienti con imponente e rapida emorragia<br />

digestiva superiore può presentare ematochezia e sincope. È essenziale<br />

determinare l’inizio <strong>del</strong> sanguinamento e la frequenza degli episodi<br />

di ematemesi, melena, o ematochezia e fare una stima approssimativa<br />

<strong>del</strong> volume <strong>del</strong>le perdite ematiche.<br />

Sintomi associati<br />

La valutazione dei sintomi eventualmente associati all’emorragia è<br />

molto utile. La presenza di vertigini in posizione ortostatica o di sincope,<br />

indica una rapida e importante perdita ematica. La presenza di dispepsia<br />

è indicativa di ulcera peptica; dolori addominali crampiformi<br />

sono più probabili nel sanguinamento <strong>gastroenterico</strong> superiore, mentre<br />

l’ematochezia avviene di solito in assenza di dolore. La presenza di<br />

vomito prima <strong>del</strong>l’emorragia può suggerire una lesione di Mallory<br />

Weiss; il calo ponderale pone il sospetto di una patologia neoplastica.<br />

EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 817<br />

Farmaci<br />

I pazienti che assumono salicilati o farmaci anti-infiammatori non<br />

sterodei (FANS) hanno un aumentato rischio di sviluppare ulcere ed<br />

emorragie digestive 16 .L’uso di questi farmaci comporta il rischio di<br />

sviluppare non solo una gastrite erosiva emorragica e ulcera gastrica<br />

e duodenale ma anche, meno comunemente, lesioni ulcerative <strong>del</strong> colon.<br />

Inoltre, i salicilati e i FANS alterano la funzione <strong>del</strong>le piastrine e<br />

rallentano il processo di coagulazione nei pazienti che sviluppano la<br />

complicanza emorragica. Questi farmaci sono ampiamente utilizzati<br />

nei pazienti di media età e negli anziani; oltre la metà dei pazienti con<br />

più di 50 anni ricorre all’uso di FANS durante un periodo medio di<br />

30 giorni. Nei pazienti con emorragia digestiva, dovrebbe essere indagato<br />

l’uso di altri farmaci che predispongono all’emorragia, come<br />

warfarin ed eparina a basso peso molecolare. In generale, tutti i farmaci<br />

dovrebbero essere considerati, in particolare quelli per le malattie<br />

cardiovascolari, come i beta-bloccanti, i calcio-antagonisti e gli anti-ipertensivi,<br />

poiché alterano i fisiologici segni clinici di ipovolemia.<br />

Anamnesi<br />

L’anamnesi dovrebbe ricercare precedenti episodi di sanguinamento<br />

<strong>gastroenterico</strong> o la presenza di malattie associate ad emorragia <strong>acuta</strong>.<br />

La presenza nell’anamnesi di disfagia o esofagite da reflusso, recenti<br />

disturbi gastrointestinali con vomito, ulcera peptica, infezione<br />

da H. pylori, malattie epatiche, abuso di alcol, malattie infiammatorie<br />

intestinali, polipi intestinali, diverticolosi, o neoplasie possono indicare<br />

la sede <strong>del</strong>l’emorragia. Le complicanze e la mortalità sono<br />

molto più frequenti nei pazienti con insufficienza renale, malattia arteriosclerotica<br />

cardiovascolare, cardiopatia congestizia, malattie respiratorie<br />

croniche, preesistenti malattie epatiche, o patologie <strong>del</strong> sistema<br />

nervoso centrale 21,51 .<br />

Esame obiettivo<br />

Lo scopo primario <strong>del</strong>l’esame obiettivo è determinare l’entità <strong>del</strong>la<br />

perdita ematica e di liquidi. È possibile ritenere che i pazienti in stato<br />

di shock con ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mm Hg<br />

in posizione supina), tachicardia ed estremità fredde possano avere<br />

un deficit di volume ematico di almeno 40%. I pazienti con perdite<br />

ematiche meno rilevanti, ma comunque importanti, pari al 20-40%,<br />

mostrano ipotensione in posizione ortostatica. In tutti i pazienti che<br />

non sono in stato di shock dovrebbero essere controllati i segni vitali<br />

in ortostasi, con il paziente in posizione seduta (con le gambe in<br />

basso) da oltre cinque minuti. Un aumento <strong>del</strong>la frequenza cardiaca<br />

superiore a 20 battiti/minuto o una diminuzione <strong>del</strong>la pressione arteriosa<br />

superiore a 10 mmHg è un segno indicativo di perdita di almeno<br />

il 20% <strong>del</strong> volume ematico. Segni di ipoperfusione periferica,<br />

come estremità pallide, fredde e sudate, riflettono una perdita di volume<br />

di almeno 20%. Questi segni sono meno attendibili nei pazienti<br />

anziani, che possono mostrare variazioni posturali esagerate o modificazioni<br />

brusche <strong>del</strong>la frequenza cardiaca. Tutti i pazienti che mostrano<br />

un deficit di volume ematico superiore al 20% richiedono misure<br />

di rianimazione tempestive e aggressive.<br />

L’esame obiettivo <strong>del</strong> paziente offre di solito pochi segni specifici<br />

riguardo alla sede <strong>del</strong>l’emorragia. L’orofaringe e il naso, dovrebbero<br />

essere esaminati per escludere rare e non riconosciute sedi di sanguinamento<br />

nasofaringeo. Sebbene i pazienti con ulcera peptica possano<br />

presentare dolenzia alla palpazione in sede epigastrica, questo segno<br />

non è specifico ed attendibile per la presenza di malattia peptica.<br />

I pazienti con ematemesi e cirrosi possono mostrare ittero, distensione<br />

addominale con ascite, eritema palmare e caput medusae,<br />

suggerendo un sanguinamento legato all’ipertensione portale; anche<br />

questi segni, tuttavia, non sono sufficienti per rinunciare a una completa<br />

valutazione diagnostica strumentale <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong> sanguinamento.<br />

L’esplorazione rettale dovrebbe essere sempre effettuata per<br />

valutare le caratteristiche <strong>del</strong>le feci (per es. color marrone, melena, o<br />

ematochezia). La sindrome di Peutz-Jeghers, una rara patologia ereditaria<br />

caratterizzata da una poliposi <strong>del</strong> piccolo intestino, può essere<br />

sospettata dal rilievo di piccole chiazze di melanina sulle labbra,<br />

sulla mucosa orale e sulle dita; i pazienti con sindrome Rendu-Olser-<br />

Weber possono avere teleangiectasie cutanee.

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