Emorragia acuta del tratto gastroenterico
Emorragia acuta del tratto gastroenterico
Emorragia acuta del tratto gastroenterico
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CAPITOLO 42<br />
Giovanni Maconi<br />
L’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> è un problema clinico grave e<br />
frequente, responsabile negli Stati Uniti <strong>del</strong>l’1-2% dei ricoveri ospedalieri<br />
in emergenza. Con un’incidenza annuale di 170 casi per<br />
100.000 abitanti, l’emorragia gastroenterica rappresenta la principale<br />
diagnosi di accesso nelle unità di terapia intensiva 37 .Sebbene la<br />
mortalità globale per emorragia digestiva oscilli fra 5 e 12%, la percentuale<br />
di mortalità nei pazienti con emorragia persistente o ricorrente<br />
raggiunge il 40%. La mortalità è legata non solo all’entità <strong>del</strong>l’emorragia<br />
ma anche, soprattutto, alle condizioni cliniche e alle patologie<br />
concomitanti <strong>del</strong> paziente emorragico 2 .Sino all’85% degli<br />
episodi di sanguinamento cessa spontaneamente, permettendo misure<br />
di rianimazione meno intensive e un più tranquillo iter diagnostico;<br />
tuttavia, il 15% dei pazienti si presenta con un grave sanguinamento<br />
in atto che richiede una diagnosi e un trattamento aggressivi.<br />
Questi pazienti sono ad alto rischio, richiedono più frequentemente<br />
un intervento chirurgico e hanno una maggiore morbilità 7 .<br />
L’emorragia può originare da qualsiasi punto <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong>:<br />
dall’esofago, dallo stomaco e dal duodeno, dal piccolo<br />
intestino, e dal colon così come da organi che riversano le loro secrezioni<br />
nel tubo digerente, come il fegato attraverso il sistema biliare<br />
e il pancreas attraverso il dotto pancreatico. Sebbene le cause<br />
di emorragia <strong>acuta</strong> siano molteplici, oltre l’85% degli episodi<br />
emorragici maggiori può essere determinato da una di queste quattro<br />
condizioni: ulcera peptica, emorragia da varici, diverticolosi <strong>del</strong><br />
colon ed angiodisplasia 33 .Le altre cause di emorragia sono decisamente<br />
meno comuni. L’emorragia gastroenterica è un fenomeno<br />
indipendente dallo stato socio-economico <strong>del</strong> paziente e si presenta<br />
in uguale misura nell’ambiente urbano e non urbano. Solo l’età<br />
avanzata sembra essere un fattore di rischio per emorragia, comune<br />
a tutte le patologie potenzialmente emorragiche <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong>.<br />
Oltre la metà degli episodi di emorragia gastroenterica<br />
<strong>acuta</strong> si verifica in soggetti di età superiore a 60 anni.<br />
Negli anni ‘90, la diffusa disponibilità <strong>del</strong>l’endoscopia e i suoi<br />
sviluppi tecnologici nel campo diagnostico e terapeutico, sono stati<br />
di valido aiuto nella valutazione e nel trattamento dei pazienti<br />
816<br />
VALUTAZIONE CLINICA<br />
E TRATTAMENTO DEL PAZIENTE<br />
CON EMORRAGIA ACUTA DEL<br />
TRATTO GASTROENTERICO<br />
Fase 1: valutazione clinica iniziale <strong>del</strong><br />
paziente<br />
Fase 2: misure di rianimazione<br />
Fase 3: identificazione <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong><br />
sanguinamento<br />
Fase 4: istituzione di terapie specifiche<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO<br />
GASTROENTERICO SUPERIORE<br />
Ulcera peptica emorragica<br />
Barbara Lee Bass • Carlos Alvarez<br />
<strong>Emorragia</strong> <strong>acuta</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
Sanguinamento secondario<br />
ad ipertensione portale<br />
Lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica<br />
Lesioni di Mallory-Weiss<br />
<strong>Emorragia</strong> digestiva superiore da<br />
cause insolite<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO<br />
GASTROENTERICO INFERIORE<br />
Definizione e incidenza<br />
Presentazione clinica<br />
Eziologia<br />
Valutazione iniziale<br />
Diagnosi<br />
Trattamento<br />
EMORRAGIA GASTROENTERICA<br />
DA CAUSA NON NOTA<br />
Presentazione clinica<br />
e valutazione iniziale<br />
Valutazione dei pazienti<br />
dopo un episodio<br />
di sospetta emorragia<br />
<strong>del</strong> piccolo intestino<br />
Eziologia e trattamento<br />
Cause rare di emorragia<br />
gastroenterica da<br />
una sede non nota<br />
con emorragia digestiva severa. Sebbene la chirurgia sia richiesta<br />
per controllare il sanguinamento solo nel 5-10% dei pazienti ospedalizzati<br />
per emorragia digestiva, essa rimane la procedura estrema<br />
per i pazienti con emorragia severa o ricorrente <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
superiore e inferiore. La stretta collaborazione tra chirurgo<br />
e gastroenterologo è essenziale per un ottimale trattamento<br />
di questi pazienti 2 .<br />
In tutti i pazienti, indipendentemente dalla sede <strong>del</strong> sanguinamento,<br />
l’efficacia <strong>del</strong> trattamento iniziale richiede che il medico sia<br />
ben consapevole <strong>del</strong>la severità e dei rischi <strong>del</strong>l’emorragia gastroenterica.<br />
Le appropriate misure di rianimazione, volte a ripristinare il<br />
deficit di liquidi e di sangue, rappresentano un punto fondamentale<br />
nei pazienti con emorragia severa. Questa fase deve essere seguita<br />
da una rapida diagnosi <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong> sanguinamento e quindi da<br />
appropriate specifiche terapie.<br />
Questo capitolo tratta la diagnosi e il trattamento di due principali<br />
categorie di emorragia gastrointestinale: l’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
superiore - il sanguinamento che origina dal <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
prossimale al legamento di Treitz; e le emorragie <strong>del</strong><br />
<strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore - che originano nel <strong>tratto</strong> distale a tale<br />
legamento. L’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong>, interessa il<br />
<strong>tratto</strong> digestivo superiore nell’85% dei pazienti e quello inferiore nel<br />
10-15% dei pazienti. Il piccolo intestino rappresenta la sede di sanguinamento<br />
solo nell’1-5% di questi pazienti. L’emorragia che origina<br />
dal piccolo intestino può essere difficile da diagnosticare ed è frequentemente<br />
riportata come emorragia di origine oscura. Anche<br />
queste condizioni verranno considerate nella presente trattazione.<br />
VALUTAZIONE CLINICA E TRATTAMENTO<br />
DEI PAZIENTI CON EMORRAGIA ACUTA<br />
DEL TRATTO GASTROENTERICO<br />
Il trattamento di un paziente con emorragia digestiva <strong>acuta</strong> ha quattro<br />
scopi principali: (1) valutazione globale <strong>del</strong> paziente con particolare<br />
attenzione allo stato emodinamico ed all’identificazione di signi-
ficative condizioni di co-morbidità; (2) istituzione di appropriate misure<br />
di rianimazione e monitoraggio; (3) identificazione <strong>del</strong>la principale<br />
sede <strong>del</strong> sanguinamento; e (4) istituzione di specifici interventi<br />
terapeutici volti ad arrestare o a controllare l’emorragia. Quando il<br />
grado di severità <strong>del</strong>l’emorragia è stato definito, e la valutazione clinica<br />
iniziale e le misure di rianimazione sono state completate, il paziente<br />
può essere inviato all’unità di terapia di livello appropriato.<br />
Fase 1: valutazione clinica iniziale <strong>del</strong> paziente<br />
La maggior parte dei pazienti con emorragia digestiva <strong>acuta</strong> giunge<br />
per una prima valutazione clinica nel pronto soccorso. Un quarto dei<br />
pazienti sviluppa l’emorragia gastroenterica durante l’ospedalizzazione<br />
per malattie intercorrenti; questo gruppo ha una mortalità<br />
particolarmente elevata 5 .In entrambi i casi, la valutazione clinica <strong>del</strong><br />
paziente richiede un’accurata anamnesi e l’esame obiettivo, mirati alla<br />
valutazione dei fattori di rischio per l’emorragia gastroenterica, e<br />
la valutazione degli esami di laboratorio.<br />
Anamnesi ed esame obiettivo<br />
Ad eccezione dei pazienti in shock emorragico, la storia clinica <strong>del</strong><br />
paziente fornisce importanti informazioni. Gli elementi essenziali<br />
da valutare sono le caratteristiche <strong>del</strong> sanguinamento, le modalità<br />
di insorgenza e la sua durata (ore o giorni precedenti), la sintomatologia<br />
associata, l’uso di farmaci, e la presenza di significative patologie<br />
concomitanti.<br />
Caratteristiche <strong>del</strong> sanguinamento<br />
L’emorragia gastrointestinale <strong>acuta</strong> può manifestarsi come ematemesi<br />
(vomito di sangue o di materiale gastrico con sangue), come melena<br />
(emissione di feci picee o color marrone scuro), o ematochezia (emissione<br />
dal retto di sangue rosso vivo). Nella valutazione iniziale di un<br />
paziente con emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong>, è importante<br />
determinare se il paziente ha avuto ematemesi, melena, o ematochezia.<br />
Il sanguinamento gastrointestinale lento o intermittente è di solito<br />
non apprezzabile dai pazienti - da qui il termine di occulto associato a<br />
questo tipo di perdita ematica. Questi pazienti presentano segni o sintomi<br />
secondari alla lenta perdita di sangue, come anemia o astenia.<br />
L’ematemesi è diagnostica di un’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
superiore proveniente dall’esofago, dallo stomaco, o dal duodeno.<br />
Più raramente, l’ematemesi può essere il risultato di una emorragia<br />
<strong>del</strong>le vie aeree o <strong>del</strong> rinofaringe, determinata dall’ingestione di abbondante<br />
quantità di sangue da parte <strong>del</strong> paziente. La melena può essere<br />
indicativa sia di emorragia gastroenterica superiore che inferiore.<br />
L’emissione di feci picee è più comunemente un segno di emorragia<br />
originata dal <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore ed il risultato <strong>del</strong>l’attraversamento<br />
<strong>del</strong> piccolo intestino e <strong>del</strong> colon da parte <strong>del</strong> sangue.<br />
L’acido gastrico degrada l’emoglobina ad ematina, e l’azione degli<br />
enzimi digestivi e dei batteri presenti nel lume intestinale contribuiscono<br />
a determinare l’aspetto <strong>del</strong>la melena. La melena può inoltre<br />
essere la manifestazione di un sanguinamento di lesioni situate<br />
nell’intestino tenue o nel colon destro. L’ematochezia è un segno caratteristico<br />
<strong>del</strong>l’emorragia colica con rapida eliminazione <strong>del</strong> sangue<br />
<strong>del</strong>l’intestino. Il 10% dei pazienti con imponente e rapida emorragia<br />
digestiva superiore può presentare ematochezia e sincope. È essenziale<br />
determinare l’inizio <strong>del</strong> sanguinamento e la frequenza degli episodi<br />
di ematemesi, melena, o ematochezia e fare una stima approssimativa<br />
<strong>del</strong> volume <strong>del</strong>le perdite ematiche.<br />
Sintomi associati<br />
La valutazione dei sintomi eventualmente associati all’emorragia è<br />
molto utile. La presenza di vertigini in posizione ortostatica o di sincope,<br />
indica una rapida e importante perdita ematica. La presenza di dispepsia<br />
è indicativa di ulcera peptica; dolori addominali crampiformi<br />
sono più probabili nel sanguinamento <strong>gastroenterico</strong> superiore, mentre<br />
l’ematochezia avviene di solito in assenza di dolore. La presenza di<br />
vomito prima <strong>del</strong>l’emorragia può suggerire una lesione di Mallory<br />
Weiss; il calo ponderale pone il sospetto di una patologia neoplastica.<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 817<br />
Farmaci<br />
I pazienti che assumono salicilati o farmaci anti-infiammatori non<br />
sterodei (FANS) hanno un aumentato rischio di sviluppare ulcere ed<br />
emorragie digestive 16 .L’uso di questi farmaci comporta il rischio di<br />
sviluppare non solo una gastrite erosiva emorragica e ulcera gastrica<br />
e duodenale ma anche, meno comunemente, lesioni ulcerative <strong>del</strong> colon.<br />
Inoltre, i salicilati e i FANS alterano la funzione <strong>del</strong>le piastrine e<br />
rallentano il processo di coagulazione nei pazienti che sviluppano la<br />
complicanza emorragica. Questi farmaci sono ampiamente utilizzati<br />
nei pazienti di media età e negli anziani; oltre la metà dei pazienti con<br />
più di 50 anni ricorre all’uso di FANS durante un periodo medio di<br />
30 giorni. Nei pazienti con emorragia digestiva, dovrebbe essere indagato<br />
l’uso di altri farmaci che predispongono all’emorragia, come<br />
warfarin ed eparina a basso peso molecolare. In generale, tutti i farmaci<br />
dovrebbero essere considerati, in particolare quelli per le malattie<br />
cardiovascolari, come i beta-bloccanti, i calcio-antagonisti e gli anti-ipertensivi,<br />
poiché alterano i fisiologici segni clinici di ipovolemia.<br />
Anamnesi<br />
L’anamnesi dovrebbe ricercare precedenti episodi di sanguinamento<br />
<strong>gastroenterico</strong> o la presenza di malattie associate ad emorragia <strong>acuta</strong>.<br />
La presenza nell’anamnesi di disfagia o esofagite da reflusso, recenti<br />
disturbi gastrointestinali con vomito, ulcera peptica, infezione<br />
da H. pylori, malattie epatiche, abuso di alcol, malattie infiammatorie<br />
intestinali, polipi intestinali, diverticolosi, o neoplasie possono indicare<br />
la sede <strong>del</strong>l’emorragia. Le complicanze e la mortalità sono<br />
molto più frequenti nei pazienti con insufficienza renale, malattia arteriosclerotica<br />
cardiovascolare, cardiopatia congestizia, malattie respiratorie<br />
croniche, preesistenti malattie epatiche, o patologie <strong>del</strong> sistema<br />
nervoso centrale 21,51 .<br />
Esame obiettivo<br />
Lo scopo primario <strong>del</strong>l’esame obiettivo è determinare l’entità <strong>del</strong>la<br />
perdita ematica e di liquidi. È possibile ritenere che i pazienti in stato<br />
di shock con ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mm Hg<br />
in posizione supina), tachicardia ed estremità fredde possano avere<br />
un deficit di volume ematico di almeno 40%. I pazienti con perdite<br />
ematiche meno rilevanti, ma comunque importanti, pari al 20-40%,<br />
mostrano ipotensione in posizione ortostatica. In tutti i pazienti che<br />
non sono in stato di shock dovrebbero essere controllati i segni vitali<br />
in ortostasi, con il paziente in posizione seduta (con le gambe in<br />
basso) da oltre cinque minuti. Un aumento <strong>del</strong>la frequenza cardiaca<br />
superiore a 20 battiti/minuto o una diminuzione <strong>del</strong>la pressione arteriosa<br />
superiore a 10 mmHg è un segno indicativo di perdita di almeno<br />
il 20% <strong>del</strong> volume ematico. Segni di ipoperfusione periferica,<br />
come estremità pallide, fredde e sudate, riflettono una perdita di volume<br />
di almeno 20%. Questi segni sono meno attendibili nei pazienti<br />
anziani, che possono mostrare variazioni posturali esagerate o modificazioni<br />
brusche <strong>del</strong>la frequenza cardiaca. Tutti i pazienti che mostrano<br />
un deficit di volume ematico superiore al 20% richiedono misure<br />
di rianimazione tempestive e aggressive.<br />
L’esame obiettivo <strong>del</strong> paziente offre di solito pochi segni specifici<br />
riguardo alla sede <strong>del</strong>l’emorragia. L’orofaringe e il naso, dovrebbero<br />
essere esaminati per escludere rare e non riconosciute sedi di sanguinamento<br />
nasofaringeo. Sebbene i pazienti con ulcera peptica possano<br />
presentare dolenzia alla palpazione in sede epigastrica, questo segno<br />
non è specifico ed attendibile per la presenza di malattia peptica.<br />
I pazienti con ematemesi e cirrosi possono mostrare ittero, distensione<br />
addominale con ascite, eritema palmare e caput medusae,<br />
suggerendo un sanguinamento legato all’ipertensione portale; anche<br />
questi segni, tuttavia, non sono sufficienti per rinunciare a una completa<br />
valutazione diagnostica strumentale <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong> sanguinamento.<br />
L’esplorazione rettale dovrebbe essere sempre effettuata per<br />
valutare le caratteristiche <strong>del</strong>le feci (per es. color marrone, melena, o<br />
ematochezia). La sindrome di Peutz-Jeghers, una rara patologia ereditaria<br />
caratterizzata da una poliposi <strong>del</strong> piccolo intestino, può essere<br />
sospettata dal rilievo di piccole chiazze di melanina sulle labbra,<br />
sulla mucosa orale e sulle dita; i pazienti con sindrome Rendu-Olser-<br />
Weber possono avere teleangiectasie cutanee.
818 ADDOME<br />
Esami di laboratorio<br />
A tutti i pazienti con emorragia digestiva dovrebbero essere effettuati<br />
esami di laboratorio che comprendano emoglobina ed ematocrito,<br />
profilo <strong>del</strong>la coagulazione, test di funzionalità epatica e renale ed<br />
elettroliti sierici. L’ematocrito rilevato in una fase iniziale <strong>del</strong>l’emorragia,<br />
può non riflettere l’esatto grado <strong>del</strong>la perdita ematica in quanto<br />
la replezione <strong>del</strong> volume intravascolare da parte dei fluidi extracellulari<br />
può non essersi ancora verificata 12 .Il riscontro di emoglobina<br />
inizialmente inferiore a 10 g per 100 ml è associato ad un aumentato<br />
rischio di morbilità e mortalità. Un prelievo di sangue dovrebbe<br />
inoltre essere inviato per le prove di compatibilità e la determinazione<br />
<strong>del</strong>l’emogruppo per eventuali emotrasfusioni.<br />
Fase 2: misure di rianimazione<br />
Basandosi sul deficit di volume stimato, è indicato un rapido ripristino<br />
<strong>del</strong> volume intravascolare. Tutti i pazienti con emorragia gastrointestinale<br />
dovrebbero avere due ampi accessi venosi attraverso i<br />
quali somministrare inizialmente soluzioni di Ringer lattato. Ai pazienti<br />
in stato di shock, in assenza di un’immediata risposta all’infusione<br />
di soluzioni elettrolitiche, dovrebbero essere somministrate rapidamente<br />
trasfusioni di emazie concentrate. I pazienti con emorragia<br />
grave, i pazienti anziani, i pazienti con significative patologie concomitanti,<br />
come malattie cardiache, polmonari, epatiche, o insufficienza<br />
renale, dovrebbero essere monitorati con catetere venoso centrale<br />
o catetere arterioso polmonare. Dovrebbe inoltre essere controllata<br />
la diuresi mediante posizionamento di catetere di Foley.<br />
Le emorragie in atto richiedono un’assistenza rianimatoria continua<br />
con infusione di soluzione fisiologica e trasfusioni di emazie concentrate.I<br />
difetti <strong>del</strong>la coagulazione dovrebbero essere corretti farmacologicamente<br />
o con plasma fresco congelato e piastrine. Questi presìdi dovrebbero<br />
essere istituiti nell’ambiente ospedaliero che può meglio supportare<br />
rapide misure rianimatorie. In alcuni ospedali, questi ambienti sono<br />
rappresentati da sale di emergenza; in altri da vere e proprie unità di terapia<br />
intensiva. I pazienti con ematemesi massiva ed alterazione <strong>del</strong>lo<br />
stato di coscienza, hanno un elevato rischio di aspirazione polmonare.<br />
Questi pazienti e i pazienti emodinamicamente instabili dovrebbero essere<br />
sottoposti ad intubazione tracheale per proteggere le vie aeree.<br />
Nonostante i progressi di questi ultimi anni nel trattamento dei pazienti<br />
emorragici critici, la mortalità dei pazienti con emorragia digestiva<br />
severa, in particolare quella dovuta ad ulcera peptica, è rimasta invariata<br />
al 5-12%. Infatti, i pazienti anziani con definiti fattori di rischio di<br />
co-morbidità, come le alterazioni <strong>del</strong>la funzione cardiaca, renale, e polmonare<br />
possono avere una mortalità per emorragia digestiva grave superiore<br />
al 60%. Tuttavia, questi pazienti raramente muoiono per l’emorragia.<br />
Essi muoiono per insufficienza d’organo multisistemica<br />
(MOF) precipitata dallo shock determinato dall’emorragia iniziale o da<br />
ricorrenti episodi emorragici, o per complicanze polmonari o cardiache.<br />
Pertanto, la prognosi e la sopravvivenza di questi pazienti dipendono dal<br />
loro appropriato trattamento alla presentazione.<br />
Fase 3: identificazione <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong> sanguinamento<br />
Il successo <strong>del</strong> trattamento di un paziente con emorragia digestiva<br />
<strong>acuta</strong> richiede la conoscenza <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong> sanguinamento. Gli aspetti<br />
specifici dei test diagnostici saranno considerati dettagliatamente<br />
nelle sezioni successive. Qui verranno esaminate alcune considerazioni<br />
generali. I pazienti con ematemesi, melena, od ematochezia richiedono<br />
un’endoscopia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore in emergenza<br />
da parte di endoscopisti in grado di effettuare interventi terapeutici<br />
48 .Preliminarmente a questa indagine, dovrebbe essere posizionato<br />
un sondino oro-gastrico o naso-gastrico di grosso calibro<br />
per lavare il lume gastrico e migliorare la visualizzazione nel corso<br />
<strong>del</strong>l’indagine endoscopica. Per proteggere le vie aeree può essere necessaria<br />
l’intubazione tracheale <strong>del</strong> paziente. Il reintegro <strong>del</strong> volume<br />
ematico perso deve continuare durante le indagini diagnostiche. Se i<br />
pazienti sono emodinamicamente stabili e non mostrano segni di<br />
emorragia attiva, l’esame endoscopico può essere differito ad uno<br />
stato urgente (entro 12 ore) purché il paziente possa essere posto in<br />
osservazione durante tale intervallo.<br />
Anche ai pazienti che si presentano con melena ed ematochezia<br />
senza una storia di ematemesi dovrebbe essere posizionato un sondino<br />
naso-gastrico per esaminare il contenuto <strong>del</strong>lo stomaco. Il riscontro<br />
di secrezione con tracce di sangue, materiale caffeano o a<br />
“fondo di caffè”, o liquido positivo alla ricerca di sangue occulto, do-<br />
vrebbe suggerire l’esecuzione di una gastroscopia in urgenza. I pazienti<br />
con melena ed ematochezia con instabilità emodinamica dovrebbero<br />
essere sottoposti ad endoscopia in emergenza. Le lesioni<br />
peptiche emorragiche <strong>del</strong> duodeno possono, infatti, determinare<br />
uno spasmo <strong>del</strong> piloro impedendo il reflusso di sangue nello stomaco<br />
in quantità sufficiente a determinare ematemesi. In questi pazienti,<br />
l’endoscopia è necessaria per esaminare il duodeno.<br />
I pazienti con ematochezia emodinamicamente stabili, ed i pazienti<br />
con melena e con un esame endoscopico <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
superiore negativo, si presume che abbiano un’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore. Per questi pazienti, la scelta di un test<br />
diagnostico iniziale rimane controversa. L’arteriografia mesenterica,<br />
la coloscopia, e la scintigrafia con emazie marcate sono metodiche<br />
potenzialmente utili e valide da impiegare sulla base <strong>del</strong>la presentazione<br />
clinica. I diversi approcci diagnostici sono considerati nella sezione<br />
riguardante le emorragie <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore.<br />
Fase 4: istituzione di terapie specifiche<br />
Dopo aver attivato le misure di rianimazione e aver identificato la sede<br />
<strong>del</strong> sanguinamento, può essere effettuata una terapia specifica. Nel 15%<br />
dei pazienti che si presentano con emorragia gastrointestinale in atto e<br />
con instabilità emodinamica, l’intervallo tra questi interventi dovrebbe<br />
essere inferiore a due ore, e durante tale intervallo dovrebbe essere messa<br />
in atto ogni misura di supporto per evitare lo shock. Fortunatamente,<br />
il sanguinamento cessa spontaneamente nella maggior parte dei pazienti,<br />
permettendo di effettuare la valutazione diagnostica con più<br />
tranquillità. Dopo aver identificato la sede <strong>del</strong> sanguinamento, può essere<br />
effettuato un intervento specifico. Gli interventi terapeutici per ciascuna<br />
specifica condizione sono esaminati nelle seguenti sezioni.<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO<br />
GASTROENTERICO SUPERIORE<br />
L’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore è una condizione<br />
frequente e potenzialmente mortale, responsabile <strong>del</strong>l’85% circa<br />
dei ricoveri ospedalieri per emorragia digestiva. Nonostante la disponibilità<br />
di efficaci farmaci anti-ulcera e le migliorate conoscenze riguardo<br />
la patogenesi <strong>del</strong>la malattia ulcerosa, l’ulcera gastroduodenale<br />
resta la più comune causa di emorragia, responsabile <strong>del</strong>la metà degli<br />
episodi emorragici. L’emorragia da varici gastriche ed esofagee secondarie<br />
ad ipertensione portale da cirrosi alcolica, rappresenta nell’ambito<br />
urbano l’altra più frequente causa di emorragia, identificata nel<br />
10-20% di pazienti 55 .Le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa, note anche come<br />
gastrite o duodenite, sono osservabili dal 15 al 30% dei pazienti con<br />
emorragia sia in ambito urbano che non urbano. Le altre cause di<br />
sanguinamento conservano una frequenza relativamente stabile dagli<br />
inizi degli anni ‘70, esse comprendono le lesioni di Mallory Weiss <strong>del</strong>la<br />
giunzione gastroesofagea (8-10%), l’esofagite (3-5%), le neoplasie<br />
(3%), le lesioni di Dieulafoy (1-3%), e più raramente, lo stomaco “watermelon”<br />
(1-2%). La diagnosi differenziale <strong>del</strong>l’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore, è riportata nella Tabella 42-1.<br />
Sebbene queste condizioni condividano simili presentazioni cliniche<br />
e simili procedure di valutazione iniziale e di rianimazione, esse<br />
necessitano <strong>del</strong>l’esame endoscopico per determinare correttamente<br />
la causa <strong>del</strong> sanguinamento. Ciascuna condizione ha caratteristiche<br />
uniche di terapia che possono essere appropriatamente applicate solo<br />
con una diagnosi sicura e tempestiva 33 .<br />
Ulcera peptica emorragica<br />
Le ulcere peptiche <strong>del</strong>lo stomaco e <strong>del</strong> duodeno sono le cause più comuni<br />
di emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore, entrambe<br />
responsabili <strong>del</strong> 25% circa dei casi di emorragia digestiva superiore.<br />
Nonostante i progressi registrati nella conoscenza <strong>del</strong>la patogenesi<br />
<strong>del</strong>la malattia ulcerosa ed il miglioramento <strong>del</strong>le terapie <strong>del</strong><br />
sanguinamento operate con tecniche endoscopiche e metodiche non<br />
chirurgiche, solo pochi studi recenti hanno indicato che il ricorso alla<br />
chirurgia e la mortalità per questa condizione si sono ridotte lievemente<br />
dal 1995 od oggi. Circa il 5% dei pazienti con ulcera peptica<br />
presenta un’emorragia come manifestazione iniziale <strong>del</strong>la patologia,<br />
e sino al 20% dei pazienti con ulcera peptica sviluppa un sanguinamento<br />
almeno una volta nel corso <strong>del</strong>la malattia. L’emorragia<br />
resta la manifestazione più letale <strong>del</strong>l’ulcera peptica complicata;<br />
l’80% <strong>del</strong>le morti per ulcera nella popolazione anziana avviene come<br />
conseguenza di un episodio emorragico.
TABELLA 42-1. Diagnosi differenziale <strong>del</strong>l’emorragia <strong>acuta</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore<br />
Malattia peptica<br />
Ulcera duodenale<br />
Ulcera gastrica<br />
Esofagite da reflusso<br />
Gastrite<br />
Duodenite<br />
Patologie associate all’impiego di farmaci anti-infiammatori<br />
non steroidei (FANS)<br />
Lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica<br />
Cause correlate all’ipertensione portale<br />
Varici esofagee<br />
Varici gastriche<br />
Gastropatia ipertensiva portale<br />
Stomaco “watermelon”<br />
Lesioni di Mallory-Weiss<br />
Neoplasie <strong>del</strong>l’esofago, stomaco o duodeno<br />
Esofagiti infettive<br />
Lesioni di Dieulafoy<br />
Fistola aorto-duodenale<br />
Angiodisplasie<br />
Morbo di Crohn<br />
Emobilia<br />
<strong>Emorragia</strong> da una sede pancreatica<br />
Patogenesi<br />
Il sanguinamento dall’ulcera peptica è determinato dall’erosione dei<br />
vasi <strong>del</strong>la sottomucosa e dei vasi extraluminali da parte <strong>del</strong>la secrezione<br />
acido-peptica. Nello stomaco, il vaso è tipicamente una piccola<br />
arteria sottomucosa con un diametro medio di 0,7 mm (range, 0,1-<br />
1,8 mm) 27 .Arterie di diametro maggiore sono associate ad un sanguinamento<br />
più grave, che può essere resistente al trattamento endoscopico,<br />
e ad una morbilità e mortalità superiori. Sebbene il sanguinamento<br />
possa verificarsi in qualsiasi ulcera duodenale, le ulcere <strong>del</strong>la<br />
parete posteriore <strong>del</strong> duodeno hanno un rischio maggiore a causa<br />
<strong>del</strong>l’erosione e <strong>del</strong>la penetrazione <strong>del</strong>l’ulcera nel retroperitoneo, ove<br />
sono presenti vasi extraluminali che irrorano il duodeno e il pancreas.<br />
Nel duodeno, l’emorragia severa origina più frequentemente da rami<br />
<strong>del</strong>le arterie gastroduodenale e pancreaticoduodenale superiore.<br />
Le nostre conoscenze riguardo alla patogenesi <strong>del</strong>l’ulcera peptica sono<br />
mutate radicalmente nel corso degli anni ‘90. È noto che l’infezione<br />
da Helicobacter pylori (H. pylori) è la causa <strong>del</strong>l’ulcera gastrica e duodenale<br />
in oltre l’80% dei pazienti che non assumono FANS. Le ulcere H.<br />
pylori-associate rappresentano il 40-50% dei casi di malattia peptica. I<br />
FANS sono responsabili dei rimanenti casi, sebbene oltre il 30% di questi<br />
pazienti può avere anche un’infezione da H. pylori.È da notare che<br />
l’H. pylori non è sempre identificabile nei pazienti con ulcera peptica<br />
emorragica che non fanno un uso di FANS. In alcune casistiche, solo il<br />
40-60% dei pazienti con ulcera peptica sanguinante ha un’infezione da<br />
H. pylori 38 .Per questo motivo, il ruolo <strong>del</strong>la “fisiologica” ipersecrezione<br />
acida nei pazienti con malattia ulcerosa complicata dev’essere ancora tenuto<br />
in considerazione. L’uso di FANS può essere considerato un fattore<br />
indipendente nell’emorragia ulcerosa poiché i pazienti che ne fanno<br />
uso hanno un rischio di avere un’ulcera sanguinante superiore <strong>del</strong> 15-<br />
20% rispetto ai pazienti con infezione da H. pylori.Solo l’1-2% dei pazienti<br />
con malattia ulcerosa sviluppa un’emorragia come risultato <strong>del</strong>l’ipersecrezione<br />
acida dovuta a tumori endocrini <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
secernenti gastrina (sindrome di Zollinger-Ellison).<br />
La tossicità gastrointestinale dei FANS è stata ampiamente studiata 57 .<br />
Si stima che 13 milioni di persone ne facciano uso regolarmente per una<br />
qualsiasi forma di artrite. Circa il 10-20% dei pazienti che assumono<br />
FANS sviluppa una sintomatologia dispeptica, e 100.000 ospedalizzazioni<br />
all’anno sono legate ad una qualsiasi forma di tossicità da FANS, tra<br />
queste il sanguinamento gastrointestinale rappresenta la forma più comune.<br />
I pazienti anziani sono a maggior rischio di tossicità da FANS 28 .<br />
Il danno da FANS <strong>del</strong>la mucosa gastrointestinale è determinato da<br />
molteplici meccanismi. Il danno topico si verifica in quanto i FANS<br />
sono acidi deboli che rimangono in una forma lipofila non ionizzata<br />
nell’ambiente acido <strong>del</strong> lume gastrico. In questa forma non ionizzata,<br />
essi attraversano il muco gastrico e penetrano nelle cellule epiteliali<br />
superficiali, dove si dissociano nella forma ionizzata, causando<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 819<br />
l’acidificazione ed il danno <strong>del</strong>l’epitelio. I FANS inoltre riducono l’idrofobicità<br />
<strong>del</strong> muco gastrico. La maggiore tossicità determinata dai<br />
FANS, tuttavia, è verosimilmente determinata dall’inibizione <strong>del</strong>la<br />
sintesi <strong>del</strong>le prostaglandine, causata dall’assorbimento sistemico <strong>del</strong><br />
farmaco e dalla conseguente soppressione <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong>la cicloossigenasi-1<br />
(COX-1) <strong>del</strong>la mucosa gastrica. Le prostaglandine sono<br />
essenziali per la secrezione <strong>del</strong> muco e <strong>del</strong> bicarbonato da parte <strong>del</strong>la<br />
mucosa e sono importanti agenti protettivi <strong>del</strong>la mucosa.<br />
Sino al 1999, tutti i FANS inibivano l’attività sia <strong>del</strong>la COX-1, sia<br />
<strong>del</strong>la COX-2. Le proprietà anti-infiammatorie, anti-artritiche, ed analgesiche<br />
dei FANS sono legate all’inibizione <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong>la COX-2,<br />
che è indotta da stimoli infiammatori in molti tessuti differenti, tra cui<br />
i macrofagi e le cellule sinoviali; l’inibizione <strong>del</strong>la COX-1 nella mucosa<br />
gastrica responsabile <strong>del</strong> danno gastroduodenale è uno sfortunato<br />
sottoprodotto. I FANS COX-2 selettivi sono stati introdotti nel 1999 36 .<br />
Sebbene i dati preliminari suggeriscano un ridotto grado di tossicità<br />
gastroduodenale, solo il loro uso diffuso determinerà se il profilo di<br />
tossicità è realmente inferiore. I FANS possono inoltre rallentare la cicatrizzazione<br />
<strong>del</strong>l’ulcera gastroduodenale inibendo l’angiogenesi 19 .<br />
Numerosi studi hanno indicato che i FANS aumentano il rischio di<br />
sanguinamento dal <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore e da varie altre sedi,<br />
incluse la gastrite superficiale, la gastrite diffusa, e l’ulcera gastrica e<br />
duodenale. Il sanguinamento può essere determinato non solo dalla<br />
tossicità gastrointestinale ma anche dalla disfunzione piastrinica legata<br />
all’uso dei FANS. In uno studio condotto su 160 pazienti consecutivi<br />
ricoverati con emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore, il 19%<br />
dei pazienti aveva un tempo di emorragia aumentato. Escludendo i pazienti<br />
con malattie epatiche croniche, il tempo di emorragia era significativamente<br />
superiore nei pazienti che facevano uso di FANS rispetto<br />
a coloro che non assumevano questi farmaci. Sebbene la soppressione<br />
acida sia raccomandata per i pazienti che devono continuare ad<br />
assumere FANS dopo un episodio emorragico, non vi sono studi prospettici<br />
che abbiano provato l’efficacia degli inibitori <strong>del</strong>la pompa protonica,<br />
degli H 2-antagonisti, o <strong>del</strong> misoprostol nella prevenzione <strong>del</strong>la<br />
recidiva emorragica. Piuttosto, i FANS dovrebbero essere sospesi e sostituiti<br />
con un trattamento alternativo laddove è possibile.<br />
Trattamento iniziale<br />
La presentazione clinica <strong>del</strong>l’ulcera peptica sanguinante dipende<br />
dall’entità e dalla sede <strong>del</strong> sanguinamento. Il 30% dei pazienti presenta<br />
ematemesi; il 50% ha sia ematemesi che melena, mentre il<br />
20% si presenta solamente con melena. L’ematochezia si osserva in<br />
circa il 5-10% dei pazienti, e suggerisce un’emorragia di almeno<br />
1000 ml avvenuta in poco tempo e proveniente da una sede localizzata<br />
nel <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore.<br />
La procedura decisionale si basa inizialmente sulla valutazione <strong>del</strong>la<br />
quantità <strong>del</strong> volume perso e <strong>del</strong>l’entità <strong>del</strong>l’emorragia in atto. L’instabilità<br />
emodinamica è un segno di emorragia severa e richiede immediate<br />
e rapide misure rianimatorie, come <strong>del</strong>ineato precedentemente.<br />
I pazienti con emorragia attiva sono particolarmente a rischio<br />
e presentano prognosi peggiore. Nella maggior parte degli ospedali,<br />
l’assistenza di questo tipo di pazienti avviene in unità di terapia intensiva,<br />
ove sono possibili nel più breve tempo un’ottimale rianimazione,<br />
una valutazione endoscopica in emergenza ed un trattamento<br />
appropriato. Il trasferimento in queste unità, tuttavia, non dovrebbe<br />
ritardare la diagnosi endoscopica, che dovrebbe essere il primo passo<br />
per giungere ad una terapia definitiva. È essenziale che l’endoscopia<br />
sia effettuata in una fase precoce, per praticare un monitoraggio più<br />
efficace <strong>del</strong> paziente ed attuare valide misure di rianimazione.<br />
I pazienti che rispondono all’iniziale infusione di cristalloidi possono<br />
essere valutati endoscopicamente nel pronto soccorso o in sala<br />
endoscopica, purché sia possibile un continuo monitoraggio. I pazienti<br />
giovani che si presentano con episodi emorragici di relativa<br />
modesta entità, caratterizzati da un singolo episodio d’ematemesi e<br />
di melena senza alterazioni emodinamiche o con minimi segni biochimici<br />
di perdita ematica, possono essere ricoverati per essere valutati<br />
endoscopicamente anche nel giorno successivo.<br />
Caratteristiche cliniche prognostiche<br />
Molte review hanno identificato caratteristiche cliniche indicative<br />
<strong>del</strong>la prognosi nei pazienti con emorragia digestiva (Tab. 42-2). Sono<br />
considerati eventi indicativi di una prognosi avversa dopo un episodio<br />
acuto di emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore le ne-
820 ADDOME<br />
TABELLA 42-2. Mortalità associata a patologie mediche<br />
concomitanti al sanguinamento <strong>gastroenterico</strong><br />
Patologie Mortalità (%)<br />
Malattia renale 29<br />
Insufficienza renale <strong>acuta</strong> 63<br />
Malattia epatica 25<br />
Ittero 42<br />
Malattia polmonare 23<br />
Insufficienza respiratoria 57<br />
Malattia cardiaca 13<br />
Insufficienza cardiaca congestizia 28<br />
Da Lieberman D: Gastrointestinal bleeding: Initial management in gastrointestinal<br />
bleeding. Gastroenterol Clin North Am 22:723, 1993.<br />
cessità di ricorrere al trattamento chirurgico in emergenza per la<br />
complicanza specifica, e la morte. I fattori associati ad una prognosi<br />
negativa sono l’entità severa (frequenza e volume) <strong>del</strong>l’emorragia<br />
iniziale; la persistenza o la ricorrenza <strong>del</strong>l’emorragia durante l’ospedalizzazione;<br />
l’età avanzata, generalmente superiore a 70 anni; e la<br />
presenza di condizioni mediche di co-morbidità 25 .<br />
Sono state sviluppate diverse misure di valutazione <strong>del</strong> rischio. La<br />
classificazione <strong>del</strong> rischio mediante lo schema BLEED è un indicatore<br />
prognostico alla presentazione che si basa su cinque parametri: il sanguinamento<br />
in atto; la bassa pressione sistolica (per es. meno di 100<br />
mmHg, escludendo la misurazione ortostatica); un elevato tempo di<br />
protrombina (per es. oltre 1,2 volte i valori di riferimento); l’alterazione<br />
<strong>del</strong>lo stato mentale; e la presenza di instabili patologie concomitanti (definite<br />
come qualsiasi alterazione di organo o sistema che richiederebbe<br />
ordinariamente un ricovero in terapia intensiva, ad es. ischemia miocardiaca,<br />
epatopatia) 26 . La presenza di ognuno di questi fattori aumenta il<br />
livello di rischio di tre volte per quanto riguarda l’insorgenza di complicanze<br />
o di recidiva emorragica, che necessita di intervento chirurgico, o<br />
di morte. Questo metodo di valutazione <strong>del</strong> rischio può essere applicato<br />
indipendentemente dal reperto endoscopico, e permette un appropriato<br />
smistamento <strong>del</strong> paziente all’unità di terapia intensiva o ad altri<br />
livelli di cura. Simili stime di mortalità possono essere effettuate basandosi<br />
sull’età, sulla pressione arteriosa sistolica alla presentazione, sull’aspetto<br />
<strong>del</strong> materiale aspirato dal sondino naso-gastrico alla presentazione,<br />
e sulla richiesta di trasfusioni, come mostrato nella Tabella 42-3 48 .<br />
Indicatori prognostici all’endoscopia<br />
L’endoscopia è in grado di fornire dati prognostici relativi al rischio<br />
di risanguinamento. Un esame endoscopico eseguito per un’emorragia<br />
<strong>acuta</strong> comporta dei rischi specifici rispetto all’esame endoscopico<br />
eseguito in elezione. La percentuale di complicanze che si verifica<br />
nei pazienti sottoposti ad endoscopia in emergenza per emorragia,<br />
molte <strong>del</strong>le quali di natura cardio-polmonare, è circa <strong>del</strong>lo 0,9%, superiore<br />
a quella <strong>del</strong>l’endoscopia eseguita in elezione (0,1-0,3%). La<br />
desaturazione arteriosa che avviene durante l’esame endoscopico, è<br />
quattro volte più frequentemente nei pazienti sottoposti ad endoscopia<br />
in emergenza rispetto all’endoscopia elettiva 58 .I pazienti con ipo-<br />
TABELLA 42-3. Indicatori prognostici di mortalità <strong>del</strong>l’ulcera<br />
peptica emorragica<br />
Parametri clinici Mortalità (%)<br />
Mortalità globale 5-8<br />
Età<br />
≥ 60 anni 10-15<br />
≥ 80 anni 25-30<br />
Pressione arteriosa sistolica alla presentazione<br />
80-90 mmHg 12-15<br />
< 80 mmHg 30-35<br />
Aspirato naso-gastrico alla presentazione<br />
Materiale di color caffeano 6-10<br />
Sangue rosso vivo 18-20<br />
Richiesta di trasfusioni<br />
≥10 unità 28-34<br />
Da Dudnick R, Martin P, Friedman LS: Management of bleeding ulcers. Med<br />
Clin North Am 75:948, 1991.<br />
tensione hanno un ridotto livello di coscienza e hanno un aumentato<br />
rischio di aspirazione polmonare. Poiché il lume gastrico può contenere<br />
abbondanti quantità di sangue e coaguli, l’evacuazione <strong>del</strong> lume<br />
con sonde naso-gastriche di ampio diametro non solo può facilitare<br />
la visualizzazione endoscopica ma anche prevenire il rischio di<br />
aspirazione. A tale riguardo, i pazienti anziani con condizioni di comorbidità<br />
rappresentano una popolazione particolarmente a rischio,<br />
ma l’endoscopia è in ogni caso essenziale.<br />
Il riscontro di un’ulcera all’esame endoscopico è il più importante segno<br />
predittivo di sanguinamento 54 .Le ulcere generalmente hanno uno<br />
dei seguenti cinque aspetti: ulcera con fondo deterso; ulcera con presenza<br />
di spot piatto pigmentato, di color porpora, marrone, o nero sulla<br />
base <strong>del</strong>l’ulcera; ulcera con coagulo adeso; ulcera con vaso visibile,<br />
che appare come una superficie liscia o una protuberanza tubolare liscia<br />
sulla superficie <strong>del</strong>l’ulcera; o con un sanguinamento attivo sia a getto,o<br />
con gemizio continuo o con un gemizio attorno o aderente ad un<br />
coagulo. Gli ultimi quattro aspetti sono considerati stigmate di emorragia<br />
23 . La probabilità di sanguinamento può essere stimata sulla base<br />
di questi aspetti endoscopici <strong>del</strong>l’ulcera; un’ulcera con fondo deterso<br />
sanguina raramente; l’ulcera con fondo pigmentato piatto risanguina<br />
nel 10% dei pazienti; un’ulcera con coagulo adeso, non sanguinante<br />
comporta un rischio di sanguinamento di circa 20%; e un’ulcera con<br />
vaso visibile un rischio di risanguinamento variabile dal 40 all’80%.<br />
L’identificazione descrittiva <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong>l’ulcera è stata<br />
riportata come classificazione di Forrest, dove FI indica un’ulcera attivamente<br />
sanguinante, FIIa rappresenta un’ulcera con un vaso visibile<br />
o una protuberanza pigmentata , FIIb rappresenta un’ulcera con<br />
un coagulo adeso, FIIc rappresenta un’ulcera con base pigmentata, e<br />
FIII indica un’ulcera con base detersa senza stigmate di sanguinamento.<br />
La percentuale di risanguinamento aumenta con il diametro<br />
<strong>del</strong>l’ulcera; ulcere di diametro superiore a 2 cm sono particolarmente<br />
a rischio. Come verrà discusso di seguito, la terapia endoscopica è<br />
appropriata per ulcere con stigmate di sanguinamento. Al contrario,<br />
un sanguinamento attivo, non controllato con procedure endoscopiche,<br />
richiede un immediato intervento chirurgico.<br />
L’impiego <strong>del</strong> Doppler transendoscopico è stato impiegato per valutare<br />
il flusso ematico sotto la superficie <strong>del</strong> cratere ulceroso 23 .Uno<br />
studio Doppler indicativo di un vaso ematico sotto l’ulcera è un forte<br />
fattore predittivo di risanguinamento, sebbene la validità di questo<br />
metodo di valutazione per predire il risanguinamento debba essere<br />
ancora dimostrata in studi più ampi.<br />
TERAPIA MEDICA<br />
Procedure terapeutiche<br />
La terapia si basa sulla presentazione clinica e sui reperti endoscopici.<br />
Un paziente con sanguinamento minimo e con un’ulcera con fondo<br />
deterso ha un rischio molto basso di risanguinamento. I pazienti giovani<br />
possono essere dimessi con uno specifico trattamento anti ulcera:<br />
un trattamento antisecretivo (un H 2-antagonista o un inibitore <strong>del</strong>la<br />
pompa protonica), la sospensione <strong>del</strong>la terapia con FANS se questa era<br />
in corso, e l’eradicazione <strong>del</strong>l’H. pylori con antibiotici se il paziente è<br />
H. pylori positivo 44 .I pazienti più anziani con questa presentazione clinica<br />
dovrebbero essere ricoverati per un breve periodo di osservazione<br />
prima di essere dimessi con una simile terapia. Un follow-up endoscopico<br />
è indicato dopo sei settimane per i pazienti con ulcera gastrica<br />
per controllare l’avvenuta cicatrizzazione e per escludere la presenza<br />
di una neoplasia, ma non per i pazienti con ulcera duodenale.<br />
I pazienti con emorragia più significativa e riscontro endoscopico<br />
di lesioni ad elevato rischio di risanguinamento dovrebbero essere ricoverati.<br />
I pazienti con fattori di rischio clinico prognosticamente<br />
sfavorevoli dovrebbero essere ricoverati in unità di terapia intensiva.<br />
Nonostante alcuni studi clinici contrastanti, non vi sono dati che<br />
sostengano l’utilità <strong>del</strong>la terapia antisecretiva per ridurre l’incidenza<br />
di risanguinamento. Sulla base <strong>del</strong>la teoria che la dissoluzione <strong>del</strong> coagulo<br />
potrebbe essere rallentata in presenza di un contenuto gastrico<br />
non acido, sono stati effettuati molti studi clinici con H 2-antagonisti<br />
e inibitori <strong>del</strong>la pompa protonica 15 .Sebbene pochi studi abbiano indicato<br />
una riduzione <strong>del</strong>le percentuali di risanguinamento nei pazienti<br />
in terapia con antisecretivi, la maggior parte non evidenzia un<br />
beneficio nel gruppo di controllo costituito da pazienti con le medesime<br />
caratteristiche 22 .Allo stesso modo, la somatostatina, la vasopressina,<br />
le prostaglandine, e l’acido tranexamico utilizzati per inibire la<br />
fibrinolisi, non hanno mostrato alcuna efficacia nella prevenzione<br />
<strong>del</strong>la recidiva emorragica nei pazienti ricoverati. Tuttavia, gli antise-
cretivi sono comunque indicati per favorire la cicatrizzazione <strong>del</strong>l’ulcera<br />
e per ridurre ulteriormente il danno <strong>del</strong>la mucosa.<br />
TERAPIA ENDOSCOPICA<br />
Il trattamento endoscopico può essere utilizzato per arrestare il sanguinamento<br />
attivo da un’ulcera e per prevenire il risanguinamento nei pazienti<br />
con ulcera ad elevato rischio di recidiva emorragica (ulcere FI,<br />
FIIa, FIIb). Diversi tipi di sonde endoscopiche possono rilasciare energia<br />
termica per ottenere la coagulazione. L’elettrocoagulazione endoscopica<br />
bipolare e la terapia con heater probe possono ridurre la percentuale di<br />
risanguinamento e le necessità di intervento chirurgico nel 50% dei sanguinamenti.<br />
In mani esperte, la coagulazione LASER offre simili risultati,<br />
sebbene il rischio di perforazione sia maggiore; per tale motivo il LA-<br />
SER non viene generalmente usato come procedura terapeutica iniziale<br />
nella maggior parte dei centri di endoscopia. Ciascuna di queste modalità<br />
può determinare l’attivazione <strong>del</strong> sanguinamento o un danno transmurale<br />
<strong>del</strong>l’intestino con conseguente perforazione, sebbene queste<br />
siano rare, riportate con un’incidenza inferiore allo 0,5%.<br />
La terapia iniettiva è una metodica non termica ugualmente efficace<br />
per assicurare l’emostasi. Gli agenti sclerosanti o vasocostringenti<br />
disponibili comprendono l’alcol assoluto, l’adrenalina, la colla di fibrina,<br />
e il polidocanolo. La scelta <strong>del</strong> metodo e <strong>del</strong>l’agente dipende dalla<br />
preferenza <strong>del</strong>l’endoscopista e dall’attrezzatura disponibile. Gli agenti<br />
sclerosanti vengono iniettati attorno all’ulcera o nel vaso visibile. Le<br />
percentuali di risanguinamento sono ridotte <strong>del</strong>la metà rispetto alle<br />
ulcere con simili caratteristiche non sottoposte a terapia endoscopica.<br />
Alcuni isolati studi non hanno dimostrato una significativa riduzione<br />
<strong>del</strong>la mortalità nei pazienti sottoposti a terapia endoscopica<br />
per emorragia; tuttavia due meta-analisi hanno indicato questo beneficio.<br />
La riduzione globale <strong>del</strong>la mortalità è di circa 40% nei pazienti<br />
sottoposti ad endoscopia interventistica rispetto ai pazienti<br />
non sottoposti al trattamento endoscopico 11 .<br />
La terapia endoscopica fallisce in circa il 20% dei pazienti, manifestandosi<br />
sia come fallimento nel controllo <strong>del</strong>l’emorragia alla presentazione<br />
iniziale, sia come recidiva precoce <strong>del</strong>l’emorragia stessa.<br />
La ripetizione <strong>del</strong>l’esame endoscopico potrebbe essere in grado di risolvere<br />
l’emorragia nella metà di questi pazienti; tuttavia, la morbilità<br />
e la mortalità sono alte proprio in questo tipo di pazienti 29 .Prima<br />
di ripetere l’esame endoscopico per controllare la recidiva emorragica,<br />
dovrebbero essere prese in considerazione le opzioni chirurgiche,<br />
in particolare nei pazienti anziani che sono a rischio più elevato<br />
di disfunzione sistemica multiorgano e di morte.<br />
TERAPIA CHIRURGICA<br />
La chirurgia è richiesta come ultimo rimedio in circa il 10% dei pazienti<br />
con ulcera emorragica. La chirurgia è indicata per i pazienti con emorragia<br />
attiva non responsiva al trattamento endoscopico, nelle recidive<br />
emorragiche significative dopo terapia endoscopica, nei pazienti che richiedono<br />
continue trasfusioni, o nelle condizioni in cui vengono richieste<br />
oltre 6 unità di emazie concentrate in un intervallo di 24 ore. A causa<br />
<strong>del</strong> diffuso ed efficace impiego <strong>del</strong> trattamento endoscopico, la chirurgia<br />
è generalmente riservata ai pazienti in cui le procedure endoscopiche<br />
hanno in precedenza fallito. Esistono report chirurgici che sostengono<br />
l’impiego <strong>del</strong>l’intervento precoce in elezione dopo un’iniziale<br />
emostasi endoscopica nei pazienti anziani con lesioni ad elevato rischio<br />
di risanguinamento (ulcere FI e FIIa); tuttavia, questa pratica non ha<br />
avuto larga diffusione tra i chirurghi di orientamento gastroenterologico<br />
41 .Prima dei successi ottenuti con le procedure endoscopiche, la presenza<br />
di un vaso visibile era considerata un’indicazione assoluta alla chirurgia.<br />
Ora la decisione chirurgica è bilanciata dall’esperienza <strong>del</strong>l’endoscopista,<br />
dalle caratteristiche <strong>del</strong> paziente, e dalla richiesta di trasfusioni.<br />
Tuttavia, il trattamento endoscopico in mani esperte può non essere disponibile<br />
in piccoli Centri e pertanto, in queste circostanze la chirurgia<br />
è ancora un’importante modalità di trattamento precoce <strong>del</strong>la malattia.<br />
Diversi studi hanno tentato di individuare il gruppo di pazienti<br />
che può beneficiare di una precoce definitiva terapia chirurgica 20 .<br />
Nessuno studio, tuttavia, ha raggiunto un numero di pazienti così<br />
ampio per permettere una simile analisi dall’avvento <strong>del</strong> trattamento<br />
endoscopico. In precedenza, serie pre-endoscopiche sostenevano<br />
un ruolo <strong>del</strong>l’intervento chirurgico precoce per i pazienti con chiara<br />
evidenza di emorragia in atto (con richiesta di oltre quattro unità di<br />
emazie concentrate), presenza di shock, anamnesi positiva per precedenti<br />
emorragie, evidenza endoscopica di elevato rischio di risanguinamento<br />
(lesioni FI e FIIa), ed età superiore a 65 anni. Uno studio<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 821<br />
retrospettivo che ha coinvolto 66 pazienti trattati con intervento chirurgico<br />
precoce tra il 1986 e il 1990, ha mostrato che questi pazienti<br />
sono stati trattati mediante tecnica chirurgica con successo senza<br />
mortalità 3 .Tuttavia, diversamente dalle serie chirurgiche più recenti,<br />
l’età media dei pazienti in questo studio era di 53 anni, ben diversa<br />
dall’età media attuale dei pazienti che si presentano per emorragia<br />
<strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore, che è di circa 63 anni. Inoltre,<br />
è verosimile che in questa serie siano stati operati molti pazienti<br />
che con gli attuali standard terapeutici non sarebbero stati operati.<br />
Il giudizio clinico è essenziale per decidere chi beneficerà di un intervento<br />
chirurgico e quando questo debba essere effettuato. L’intervento<br />
chirurgico precoce risolutivo è chiaramente indicato per i pazienti<br />
in cui fallisce il trattamento endoscopico. È inoltre evidente<br />
che nei pazienti anziani con lesioni a più alto rischio di sanguinamento,<br />
possa essere sicuramente vantaggioso un precoce e definitivo<br />
intervento chirurgico rispetto a ripetuti episodi di recidiva emorragica<br />
quale esito di falliti tentativi di emostasi endoscopica. Tuttavia,<br />
non è ancora stato ben definito se i pazienti anziani debbano essere<br />
sottoposti ad un trattamento elettivo dopo un efficace trattamento<br />
endoscopico per lesioni ad alto rischio di risanguinamento (FI e<br />
FIIa). In questa decisione devono essere prese in considerazione l’esperienza<br />
tecnica <strong>del</strong> Centro, la disponibilità di misure di supporto e<br />
i progressi <strong>del</strong> Centro nell’ambito <strong>del</strong> trattamento endoscopico.<br />
La scelta <strong>del</strong>l’intervento.Lo scopo <strong>del</strong>l’intervento chirurgico nell’ulcera<br />
peptica sanguinante è controllare l’emorragia. Questo può essere<br />
raggiunto sia con la sutura diretta <strong>del</strong> vaso sanguinante o, in caso<br />
di ulcera gastrica, con resezione gastrica o escissione <strong>del</strong>l’ulcera. Il<br />
ruolo di una procedura atta a ridurre la secrezione acida è un secondario,<br />
ma importante, obiettivo <strong>del</strong> trattamento chirurgico.<br />
Ulcera duodenale sanguinante. L’intervento chirurgico per l’ulcera<br />
duodenale sanguinante richiede l’esposizione diretta <strong>del</strong>la lesione nel<br />
duodeno attraverso una duodenotomia o una duedeno-piloromiotomia.<br />
Poiché queste ulcere sono tipicamente localizzate sulla parete<br />
duodenale posteriore, la sutura non riassorbibile è sufficiente nella<br />
maggior parte dei pazienti ad arrestare il sanguinamento. Occasionalmente,<br />
la sutura semplice non è in grado di fermare il sanguinamento,<br />
cosicché per controllare l’emorragia può essere necessario effettuare<br />
una sutura su quattro quadranti attorno al perimetro <strong>del</strong>l’ulcera<br />
sanguinante. Raramente, queste due misure falliscono, rendendo<br />
necessaria la legatura <strong>del</strong>l’arteria gastro-duodenale in posizione<br />
cefalica e caudale al duodeno.<br />
Una volta ottenuta la stabilità <strong>del</strong> paziente, è indicato un trattamento<br />
chirurgico per controllare la secrezione acida (Fig. 42-1). La vagotomia<br />
tronculare è la procedura più rapida ed è un efficace sistema per ridurre<br />
la secrezione acida, sebbene anche la vagotomia superselettiva (o<br />
<strong>del</strong>le cellule parietali) sia stata proposta da alcuni chirurghi. In questa<br />
procedura, si esegue una limitata duodenotomia per la legatura <strong>del</strong>l’ulcera,preservando<br />
il normale svuotamento gastrico in associazione alla<br />
vagotomia superselettiva. Poiché il paziente che normalmente viene<br />
sottoposto a chirurgia in emergenza per ulcera sanguinante è ad alto rischio<br />
di complicanze, occorre considerare con attenzione l’impiego di<br />
queste procedure che richiedono un tempo operatorio più lungo. Il paziente<br />
dovrebbe essere sempre rianimato ed emodinamicamente stabile.<br />
Nella pratica attuale, la vagotomia superselettiva con limitata duodenotomia<br />
è raramente effettuata in questo contesto, date le caratteristiche<br />
cliniche tipiche dei pazienti con ulcera sanguinante refrattaria.<br />
Sebbene sia tecnicamente fattibile, un concetto simile ha limitato l’impiego<br />
anche <strong>del</strong>l’approccio laparoscopico ai pazienti con ulcera attivamente<br />
sanguinante. La resezione gastrica è generalmente non indicata<br />
nel trattamento <strong>del</strong>l’emorragia da ulcera duodenale.<br />
La sutura <strong>del</strong>l’ulcera duodenale sanguinante associata a vagotomia<br />
tronculare è efficace per controllare l’emorragia <strong>acuta</strong> nel 90% dei pazienti,<br />
ma sino al 10% dei pazienti può sviluppare un risanguinamento<br />
precoce. La ripetizione <strong>del</strong>l’intervento chirurgico, tuttavia, è raramente<br />
richiesta per questi pazienti, perché il sanguinamento cessa frequentemente<br />
con misure mediche di supporto. La mortalità operatoria varia<br />
da meno <strong>del</strong>l’1% al 50% sulla base <strong>del</strong>la co-morbidità <strong>del</strong> paziente.<br />
Ulcera gastrica sanguinante.Di nuovo, lo scopo primario <strong>del</strong>l’intervento<br />
chirurgico è arrestare l’emorragia. Diversamente dall’ulcera duodenale,<br />
vi è la possibilità che l’ulcera gastrica possa essere maligna: sino al<br />
10% <strong>del</strong>le ulcere gastriche risulta infatti essere un adenocarcinoma ga-
822 ADDOME<br />
A<br />
Nervo vago destro<br />
Diramazione epatica<br />
Diramazione celiaca<br />
Figura 42-1. Vagotomia tronculare e vagotomia <strong>del</strong>le cellule parietali. A, Durante la vagotomia tronculare, entrambi i tronchi vagali vengono isolati a livello <strong>del</strong>lo iato<br />
esofageo. I rami vagali per la regione cardiale, il fondo, l’antro, e il piloro vengono isolati, come i rami epatici e celiaci. È necessario effettuare una procedura per<br />
favorire lo svuotamento gastrico, o la piloroplastica o la gastrodigiunostomia, poiché viene danneggiata l’apertura <strong>del</strong> piloro. B, Nella vagotomia superselettiva viene<br />
denervata solo la massa <strong>del</strong>le cellule parietali. L’innervazione <strong>del</strong>la regione antro-pilorica e i rami epatico e celiaco vengono conservati. La vagotomia superselettiva<br />
conserva il normale svuotamento gastrico, la procedura richiede un tempo operatorio particolarmente lungo e dovrebbe essere utilizzata soltanto nei pazienti<br />
in condizioni cliniche stabili che non hanno particolari fattori prognostici negativi. (A e B, da Mulholland MW: Duodenal ulcer. In Greenfield LJ, Mullholland MW,<br />
Oldham KT, [ed]: Surgery: Scientific Principles and Practice, 2nd ed. Phila<strong>del</strong>phia, Lippincott-Raven, 1997, p. 766).<br />
strico o un linfoma. Inoltre, la percentuale di risanguinamento per l’ulcera<br />
gastrica, trattata con sutura semplice si avvicina al 30%. Pertanto la<br />
procedura chirurgica ideale dovrebbe essere l’escissione <strong>del</strong>l’ulcera.<br />
Le ulcere <strong>del</strong>l’incisura angolare, <strong>del</strong>l’antro e <strong>del</strong>la porzione distale <strong>del</strong><br />
corpo gastrico dovrebbero essere trattate con una gastrectomia distale<br />
e con ricostruzione di tipo Billroth I o II (Fig. 42-2) . Il ricorso alla vagotomia<br />
tronculare è indicato in relazione al contesto <strong>del</strong>l’emorragia.<br />
Fortunatamente, la maggior parte <strong>del</strong>le ulcere gastriche sanguinanti<br />
Legatura <strong>del</strong>l’arteria<br />
gastrica sinistra e<br />
<strong>del</strong>l’arteria gastrica destra<br />
Linea di resezione<br />
<strong>del</strong> duodeno<br />
Legatura <strong>del</strong>l’arteria<br />
gastroepiploica destra<br />
Nervo vago sinistro Nervo vago destro<br />
Linea di resezione<br />
<strong>del</strong>lo stomaco<br />
Legatura dei rami<br />
gastrici <strong>del</strong>l’arteria<br />
gastroepiploica<br />
A B<br />
B<br />
Nervo vago sinistro<br />
origina in queste aree <strong>del</strong>lo stomaco, riflettendo la distribuzione <strong>del</strong>le<br />
ulcere gastriche non sanguinanti. Meno <strong>del</strong> 10% <strong>del</strong>le ulcere gastriche<br />
è localizzata sulla piccola curvatura in sede più prossimale. Le ulcere in<br />
questa sede possono essere trattate con gastrectomia sub-totale o totale,<br />
o con escissione locale <strong>del</strong>l’ulcera e con gastrectomia distale senza<br />
vagotomia. Resezioni gastriche prossimali ed estese comportano un’elevata<br />
morbilità e mortalità; tuttavia, particolarmente nel contesto di<br />
un’emorragia, la necessità di questo tipo di resezione è infrequente.<br />
Legamento<br />
triangolare<br />
Nervo vago anteriore<br />
clampato e sezionato<br />
(vedi Cap. 58)<br />
Sonda<br />
nasogastrica<br />
Anastomosi gastroduodenale completata<br />
Figura 42-2. A, Le linee tratteggiate limitano la resezione gastrica per l’antrectomia. Per i pazienti con ulcere più prossimali, la linea prossimale di resezione può essere<br />
estesa o modificata per includere l’ulcera nella resezione. B, Ricostruzione secondo Billroth I con gastroduodenostomia. Da notare che la vagotomia tronculare<br />
è inclusa nella procedura. (A e B, da Sabiston DC Jr: Atlas of General Surgery. Phila<strong>del</strong>phia, WB Saunders, 1994, pp. 271-272).
Ulcera peptica nei pazienti con infezione da Helicobacter pylori. Il<br />
ruolo <strong>del</strong>la chirurgia antisecretiva è chiaro nel contesto di emorragie<br />
da ulcera peptica nei pazienti che assumono FANS e che devono continuare<br />
questa terapia. Alcuni gastroenterologi e chirurghi hanno ipotizzato<br />
la necessità di una chirurgia anti-ulcera anche nei pazienti con<br />
ulcera peptica H. pylori-associata, anche se un giudizio definitivo non<br />
può essere formulato attualmente. Alcuni studi hanno dimostrato che<br />
l’eradicazione <strong>del</strong>l’H. pylori può ridurre l’incidenza di sanguinamento<br />
nei pazienti con ulcera peptica sanguinante H. pylori positiva. Solo<br />
una piccola quota di questi pazienti, tuttavia, mostrava un sanguinamento<br />
di entità sufficiente da richiedere un intervento chirurgico, o<br />
trasfusioni - ad indicare che trattasi di una popolazione di pazienti ulcerosi<br />
diversa da quella che presenta emorragie di gravità e persistenza<br />
tale da dover richiedere un trattamento chirurgico in urgenza 44 .I<br />
chirurghi gastroenterici che hanno trattato questi pazienti critici<br />
avranno notano che solo il 10% dei pazienti con l’infezione da H. pylori<br />
sviluppa ulcere legate a questa infezione e che di questo 10%, solo<br />
1 paziente su 5 sviluppa un’emorragia come complicanza. Di quel<br />
2%, solo 1 su 10 alla fine richiede l’intervento chirurgico per controllare<br />
l’emorragia; ciò porta quindi a concludere che solo lo 0,2% di<br />
tutti pazienti H. pylori-positivi rischia di andare incontro all’intervento<br />
chirurgico per ulcera peptica sanguinante. Per questo motivo,<br />
in questi pazienti sembra essere prudente impiegare tecniche chirurgiche<br />
per garantire una duratura riduzione <strong>del</strong>la secrezione acida, come<br />
terapia definitiva <strong>del</strong>la diatesi ulcerosa.<br />
Sanguinamento secondario ad ipertensione portale<br />
Il sanguinamento da varici esofagogastriche è responsabile di un terzo<br />
di tutti i decessi nei pazienti affetti da cirrosi e ipertensione portale.<br />
Sino al 90% dei pazienti cirrotici sviluppa varici esofagee, e il 25-<br />
30% di questi pazienti sviluppa un’emorragia. Il rischio di mortalità<br />
dovuto a ciascun episodio emorragico si aggira intorno al 25%. Dopo<br />
un primo sanguinamento, il rischio di una recidiva emorragica è<br />
presente nel 70% dei pazienti.<br />
Le varici esofagee e gastriche si sviluppano in conseguenza di un’elevata<br />
pressione nel sistema venoso portale. La cirrosi, indipendentemente<br />
dalla sua causa, è caratterizzata dall’aumento <strong>del</strong>la resistenza<br />
<strong>del</strong> flusso portale a causa <strong>del</strong>la fibrosi epatica. La pressione, a sua volta,<br />
è ulteriormente accresciuta a causa <strong>del</strong>la circolazione iperdinamica<br />
caratteristica <strong>del</strong>la cirrosi. Nella cirrosi è infatti presente una vasodilatazione<br />
sistemica periferica, mediata in parte dall’ossido nitrico,<br />
dalle prostacicline, e dalla disfunzione <strong>del</strong> sistema nervoso autonomo,<br />
che porta ad un aumento <strong>del</strong> volume plasmatico. Quando il<br />
gradiente venoso pressorio epatico (la differenza di pressione tra la<br />
vena porta, e le vene epatiche e la vena cava) supera 12 mmHg, si sviluppano<br />
le varici esofagogastriche.<br />
Le varici esofagee sono vene dilatate <strong>del</strong>la sottomucosa <strong>del</strong>l’esofago<br />
che comunicano con la circolazione portale collaterale e con il sistema<br />
venoso sistemico. Per quanto riguarda le dimensioni, le varici variano<br />
da piccole (1-2 mm) e irregolari protuberanze, a larghe (1-2 cm) e tortuose<br />
strutture che aggettano all’interno <strong>del</strong> lume esofageo. La maggior<br />
parte <strong>del</strong>le varici è inizialmente situata nella porzione distale <strong>del</strong>l’esofago,<br />
ma con il tempo possono rendersi evidenti nella maggior<br />
parte dei pazienti anche le varici gastriche in corrispondenza <strong>del</strong> cardias<br />
e lungo la parte superiore <strong>del</strong>la grande curvatura <strong>del</strong>lo stomaco.<br />
Il rischio di emorragia aumenta con il diametro <strong>del</strong>le varici, con<br />
l’evidenza di segni rossi, e con l’esaurimento <strong>del</strong>la funzione epatica<br />
valutata mediante la classificazione di Child. Anche il continuo abuso<br />
alcolico aumenta il rischio di emorragia. Il sanguinamento sembra<br />
essere legato alla lacerazione <strong>del</strong>la varice dovuta all’aumento <strong>del</strong>la<br />
pressione intravascolare; le abrasioni sulla superficie mucosa e l’esofagite<br />
non sono correlate al sanguinamento da varici 56 .<br />
Prevenzione primaria <strong>del</strong>l’emorragia<br />
Le modalità per prevenire il primo episodio da emorragia da varici sono<br />
state ampiamente studiate. Attualmente l’unico trattamento accettato<br />
è l’impiego di beta bloccanti non selettivi, solitamente il propranololo.<br />
Questo farmaco agisce riducendo il flusso ematico splancnico, con<br />
conseguente riduzione <strong>del</strong>la pressione portale. L’impiego <strong>del</strong> propranololo<br />
può ridurre il rischio <strong>del</strong> primo sanguinamento <strong>del</strong> 22% durante i<br />
primi due anni di terapia, rispetto al 35% dei pazienti non trattati. La<br />
compliance è essenziale per il successo <strong>del</strong>la terapia e può essere problematica<br />
in questi pazienti, molti dei quali sono alcolisti affetti da intermittente<br />
encefalopatia. L’aggiunta di isosorbide mononitrato può<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 823<br />
migliorare l’efficacia dei beta-bloccanti nei pazienti con varici di grosse<br />
dimensioni. Diversi studi hanno inoltre valutato il trattamento endoscopico<br />
<strong>del</strong>le varici sia con scleroterapia che con legatura con elastici,<br />
come profilassi <strong>del</strong> primo episodio emorragico, ma nessuno di questi<br />
sistemi si è mostrato superiore al solo impiego di beta-bloccanti nel<br />
prevenire l’emorragia. Infatti la scleroterapia endoscopica profilattica<br />
comporta un’inaccettabile percentuale di complicanze, ed un giudizio<br />
definitivo sulla legatura <strong>del</strong>le varici deve ancora essere raggiunto 46 .<br />
Trattamento <strong>del</strong>l’emorragia da varici<br />
L’emorragia da varici nei pazienti cirrotici è potenzialmente gravata da<br />
un’elevata mortalità. La presentazione clinica è caratterizzata da ematemesi<br />
massiva, melena, e occasionalmente ematochezia, spesso associata<br />
ad instabilità emodinamica. Il trattamento iniziale si basa su una<br />
rapida rianimazione con particolare attenzione alla correzione <strong>del</strong> deficit<br />
di volume e <strong>del</strong>la coagulopatia, e alla protezione <strong>del</strong>le vie aeree. I<br />
pazienti con scarsa riserva funzionale epatica, come può essere rilevato<br />
sulla base <strong>del</strong>la classe di Child, hanno elevato rischio di mortalità. In<br />
questi casi è essenziale il trattamento presso unità di terapia intensiva.<br />
L’endoscopia in emergenza è richiesta per valutare la sede <strong>del</strong> sanguinamento.<br />
Sebbene la presenza di varici possa essere sospettata sulla<br />
base dei segni clinici di cirrosi, nei pazienti senza un’anamnesi indicativa<br />
di sanguinamento da varici, l’emorragia può essere ugualmente<br />
determinata dalla gastrite erosiva, da una malattia ulcerosa o<br />
dalla gastropatia congestizia. Circa il 70% dei pazienti con precedenti<br />
episodi di emorragia da varici ha un sanguinamento da varici 56 .<br />
Un algoritmo per il trattamento <strong>del</strong> sanguinamento determinato<br />
da ipertensione portale è illustrato nella Figura 42-3.<br />
L’endoscopia è necessaria sia per confermare la sede <strong>del</strong> sanguinamento<br />
che per effettuare il trattamento endoscopico. Sia la sclerosi<br />
<strong>del</strong>le varici che la legatura elastica, sono efficaci procedure terapeutiche<br />
endoscopiche (Fig. 42-4). La sclerosi può essere effettuata con diversi<br />
agenti sclerosanti, e le iniezioni intravaricose e perivaricose sono<br />
ugualmente efficaci. Le complicanze <strong>del</strong>la sclerosi includono ulcere<br />
esofagee, perforazione nella sede di sanguinamento, mediastinite, versamento<br />
pleurico e edema polmonare. Una complicanza tardiva è<br />
rappresentata dallo sviluppo di stenosi cicatriziale. La legatura elastica<br />
<strong>del</strong>le varici esofagee ha efficacia comparabile alla sclerosi, sebbene<br />
le complicanze possano essere meno comuni, in particolare, quelle legate<br />
all’infiammazione mediastinica e polmonare. Le varici gastriche<br />
non sono trattabili efficacemente con la sclerosi. Nei pazienti con sanguinamento<br />
da varici gastriche la chirurgia decompressiva dovrebbe<br />
essere presa in considerazione.<br />
Nei pazienti con sanguinamento da varici è indicato un trattamento<br />
concomitante con agenti vasoattivi. L’analogo <strong>del</strong>la somatostatina,<br />
l’octreotide, somministrato in infusione venosa continua, offre il miglior<br />
profilo di efficacia e sicurezza. La somatostatina riduce il flusso<br />
ematico splancnico, riducendo la pressione nel sistema portale e a livello<br />
<strong>del</strong>le varici, senza indurre vasocostrizione coronarica 14 .L’impiego<br />
di sola vasopressina e di vasopressina e nitroglicerina mediante infusione<br />
endovenosa continua, è ugualmente efficace per ridurre il flusso<br />
ematico splancnico e il sanguinamento da varici. Uno di questi farmaci<br />
dovrebbe essere iniziato non appena la diagnosi di emorragia da<br />
varici è stata formulata. Nei pazienti con storia di emorragia da varici,<br />
l’infusione dovrebbe essere iniziata empiricamente nel dipartimento<br />
di emergenza quando il paziente si presenta con ematemesi.<br />
La sclerosi endoscopica e l’infusione di somatostatina sono efficaci<br />
nell’arrestare l’emorragia nell’80-90% dei casi. La sclerosi può essere ripetuta<br />
sino a due volte nelle prime 48 ore, se fallisce il trattamento iniziale.<br />
Se la scleroterapia è inefficace, dovrebbe essere posizionata la sonda<br />
di Sengstaken-Blakemore, una sonda costituita da un grande pallone<br />
gastrico e da un pallone esofageo, che viene introdotto attraverso la<br />
bocca, nello stomaco <strong>del</strong> paziente. È necessario posizionare questa sonda<br />
accuratamente per evitare la perforazione <strong>del</strong>l’esofago. Quando è in<br />
posizione, il pallone gastrico viene riempito d’aria, e quindi ritirato applicando<br />
una trazione alla sonda, in modo da esercitare una pressione<br />
sul plesso venoso a livello <strong>del</strong>la giunzione esofago-gastrica. Questa procedura<br />
determina l’arresto <strong>del</strong> sanguinamento nella maggior parte dei<br />
pazienti. Nei pochi pazienti che continuano a sanguinare, può essere insufflato<br />
anche il pallone esofageo. Una volta ottenuto il controllo <strong>del</strong>l’emorragia,<br />
e dopo aver iniziato le procedure rianimatorie e corretto la<br />
coagulopatia, può essere pianificato un trattamento definitivo. Il fallimento<br />
nel controllo <strong>del</strong> sanguinamento con questi sistemi comporta<br />
un tasso di mortalità superiore al 70% nei pazienti in classe C di Child.
824 ADDOME<br />
Arresto <strong>del</strong> sanguinamento<br />
Trattamento<br />
in elezione<br />
Sanguinamento da varici<br />
esofagee<br />
Figura 42-3. Algoritmo <strong>del</strong> trattamento <strong>del</strong>l’emorragia <strong>acuta</strong> dovuta ad ipertensione portale. TIPS, shunt portosistemico transgiugulare intraepatico. (Da Rikkers LF:<br />
Portal hypertension. In Levine BA, Copeland E, Howard R, et al. [eds]: Current Practice of Surgery. Vol. 3. New York, Churchill Livingstone, 1995).<br />
Alcuni chirurghi hanno proposto un approccio chirurgico precoce<br />
e aggressivo per l’emorragia da varici invece <strong>del</strong> trattamento endoscopico.<br />
Orloff e coll. 34 hanno un’ampia esperienza con lo shunt<br />
porto-cavale in questi pazienti. Essi hanno riportato un’impressionante<br />
percentuale di successo con questo tipo di shunt: il 99% dei<br />
pazienti ha ottenuto un immediato e permanente controllo <strong>del</strong>l’emorragia<br />
da varici, con una sopravvivenza a 30 giorni <strong>del</strong>l’85%. Molti<br />
altri Centri e molti altri chirurghi non hanno avuto simili risultati<br />
con questo tipo di intervento e hanno considerato l’approccio terapeutico<br />
endoscopico come la modalità di trattamento principale.<br />
Nel paziente con emorragia da varici che continua a sanguinare<br />
nonostante il trattamento medico ed endoscopico è stata considerata<br />
la possibilità di eseguire uno shunt intraepatico transgiugulare<br />
(TIPS) o un intervento chirurgico di emergenza decompressivo sulla<br />
circolazione portale. La TIPS consiste nel posizionamento di uno<br />
stent transvenoso intraepatico portosistemico per decomprimere la<br />
circolazione portale (Fig. 42-5). I risultati ottenuti con questa procedura<br />
hanno mostrato un’ampia variabilità in rapporto ai diversi<br />
Centri. L’esperienza clinica ed un trattamento medico tempestivo sono<br />
essenziali per ottenere una buona prognosi, in particolare nei pazienti<br />
ad elevato rischio come quelli con sanguinamento attivo e con<br />
scarsa riserva funzionale epatica. I pazienti in Classe A e B di Child<br />
hanno una mortalità a 30 giorni <strong>del</strong> 10%, mentre i pazienti in Classe<br />
C di Child una mortalità a 30 giorni <strong>del</strong> 52%. Il risanguinamento<br />
è inoltre probabile e avviene nel 22% dei pazienti entro il primo mese,<br />
di solito come risultato <strong>del</strong>la trombosi <strong>del</strong>la TIPS.<br />
Nella maggior parte dei lavori riportati in letteratura, la chirurgia<br />
decompressiva in emergenza (le procedure saranno discusse di seguito)<br />
per i pazienti con emorragia da varici non controllata endoscopicamente,<br />
comporta un tasso di mortalità operatoria superiore<br />
al 50%. Questo è dovuto anche al fatto che l’emorragia inarrestabile<br />
<strong>Emorragia</strong> <strong>acuta</strong> dovuta a ipertensione portale<br />
Rianimazione con fluidi e lavaggio gastrico<br />
Endoscopia<br />
Scleroterapia in emergenza Farmacoterapia<br />
Sanguinamento persistente<br />
o ricorrente<br />
Ripetizione <strong>del</strong>la scleroterapia<br />
Sanguinamento persistente<br />
Tamponamento con sonda<br />
e farmacoterapia per<br />
un controllo temporaneo<br />
Paziente a basso rischio<br />
1. Shunt portocavale<br />
(sanguinamento attivo,<br />
chirurgo esperto)<br />
2. Shunt spleno-renale distale<br />
(sanguinamento non attivo,<br />
chirurgo esperto)<br />
3. Resezione esofagea<br />
(chirurgo non esperto)<br />
Paziente<br />
ad alto rischio<br />
o candidato<br />
al trapianto<br />
TIPS<br />
Arresto <strong>del</strong> sanguinamento<br />
Paziente a basso rischio<br />
1. Shunt portocavale<br />
(sanguinamento<br />
attivo)<br />
oppure<br />
2. Shunt spleno-renale<br />
distale<br />
(sanguinamento<br />
non attivo)<br />
Sanguinamento da varici gastriche<br />
o da gastropatia ipertensiva portale<br />
Considerare una terapia<br />
definitiva precoce<br />
Paziente<br />
ad alto rischio<br />
o candidato<br />
al trapianto<br />
TIPS<br />
Persistenza <strong>del</strong><br />
sanguinamento<br />
si verifica più facilmente nei pazienti con scarsa riserva funzionale<br />
epatica (Classe C di Child).<br />
I rischi di mortalità precoce e tardiva dopo emorragia da varici sono<br />
ampiamente determinati dalla riserva funzionale epatica <strong>del</strong> paziente al<br />
momento <strong>del</strong>l’emorragia. Sono state sviluppate diverse classificazioni<br />
per predire il grado di disfunzione epatica, ma la più affidabile rimane<br />
ancora quella di Child. La semplice valutazione <strong>del</strong> grado di encefalopatia,<br />
<strong>del</strong>l’iperbilirubinemia, <strong>del</strong>l’albumina e <strong>del</strong>l’allungamento <strong>del</strong><br />
tempo di protrombina è in grado di fornire una buona stima <strong>del</strong>la mortalità<br />
a 30 giorni. La Tabella 42-4 mostra i parametri <strong>del</strong>la classificazione<br />
di Child. I tassi predittivi di mortalità a 30 giorni dopo un episodio<br />
di emorragia da varici sono i seguenti: classe A di Child, meno <strong>del</strong> 10%;<br />
Classe B di Child, 30%; Classe C di Child, 50%. La mortalità aumenta<br />
globalmente a un anno passando dal 24% <strong>del</strong>la Classe A di Child; al<br />
45% <strong>del</strong>la Classe B; all’85% <strong>del</strong>la Classe C di Child.<br />
Trattamento definitivo<br />
dopo un’iniziale emorragia da varici<br />
Oltre il 70% dei pazienti con ipertensione portale che hanno avuto un<br />
sanguinamento da varici esofagee presenta una recidiva emorragica. In<br />
questi pazienti, per prevenire il sanguinamento e la morte dovuta alla<br />
recidiva emorragica può essere adottata una <strong>del</strong>le seguenti quattro opzioni:<br />
la terapia medica con propranololo, ripetute sedute di scleroterapia<br />
per eradicare le varici rimaste, la chirurgia decompressiva <strong>del</strong>le<br />
varici con un intervento di shunt porto-sistemico o il trapianto di fegato.<br />
I fattori che determinano la scelta <strong>del</strong>la terapia sono complessi e<br />
devono tenere conto <strong>del</strong>la causa <strong>del</strong>l’ipertensione portale, <strong>del</strong>la causa e<br />
<strong>del</strong>la gravità <strong>del</strong>la malattia epatica, <strong>del</strong>le co-morbidità mediche, <strong>del</strong>l’appropriatezza<br />
<strong>del</strong> candidato per il trapianto, e di altri fattori 6 .
A B<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 825<br />
C D E F<br />
Figura 42-4. Tecniche di terapia endoscopica per le varici esofagee. Lo sclerosante può essere iniettato con successo direttamente nella varice (A), nella sottomucosa<br />
adiacente (B), o in entrambe le sedi (C). L’esofagoscopio rigido permette una valutazione diretta, ma l’iniezione richiede l’anestesia generale (D). Questa tecnica<br />
è generalmente utilizzata solo quando non è disponibile un endoscopista esperto. E e F mostrano la tecnica <strong>del</strong>la legatura con elastici. La varice viene risucchiata<br />
mediante aspirazione all’interno di un cappuccio montato sulla punta <strong>del</strong>l’endoscopio. Un elastico ad anello viene quindi applicato alla base <strong>del</strong>la varice. (A-<br />
D, da Terblanche JG, Burroughs AK, Hobb EF: Controversies in the management of bleeding esophageal varices. N Engl J Med 320:1469-1475, 1989. Copyright<br />
1989 Massachusetts Medical Society. Tutti i diritti riservati. E e F, da Terblanche JG, Roger SE, Eckhauser FE: Portal hypertesnsion. In Greenfield LJ, Mulholland<br />
MW, Oldham KT [eds]: Surgery: Scientific Principles and Practice. Phila<strong>del</strong>phia, JB Lipincott, 1993, p. 899).<br />
Figura 42-5. Shunt portosistemico transgiugulare intraepatico.<br />
Un ago viene fatto avanzare dalla vena cava<br />
superiore attraverso la vena epatica sino alla diramazione<br />
<strong>del</strong> tronco portale (alto a sinistra), e un filo guida<br />
viene fatto passare all’interno <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> da collegare<br />
(alto a destra). Viene creato un tramite di parenchima<br />
epatico mediante dilatazione con pallone (in mezzo<br />
a sinistra), e viene quindi posizionata una protesi metallica<br />
espansibile (in mezzo a destra). La connessione<br />
dei due distretti venosi crea uno shunt portosistemico<br />
intraepatico, che riduce efficacemente la pressione venosa<br />
nella vena porta (in fondo). (Da Zemel G, Katzen<br />
BT, Becker GJ, et al.: Percutaneous transjugular portosystemic<br />
shunt. JAMA 266:390, 1991. Copyright 1991,<br />
American Medical Association).<br />
Vene epatiche<br />
Vena porta<br />
Vene epatiche<br />
Vena porta<br />
Vene epatiche<br />
Vena porta<br />
Vene epatiche<br />
Vena porta<br />
Vene epatiche<br />
Vena porta
826 ADDOME<br />
TABELLA 42-4. Criteri di Child per la definizione <strong>del</strong>la riserva funzionale epatica<br />
Parametro A: Minimo B: Moderato C: Avanzato<br />
Bilirubina sierica (mg per 100 ml) < 2 2-3 > 3<br />
Albumina sierica (g per 100 ml) > 3,5 3-3,5 < 3<br />
Ascite Nessuno Facilmente controllabile Difficilmente controllabile<br />
Encefalopatia Nessuno Minima Avanzata, “coma”<br />
Stato nutrizionale Eccellente Buono Scadente<br />
Da Boyer TD: Portal hypertension and its complications: Bleeding esophageal varices, ascites, and spontaneous bacterial peritonitis. In Zakim D, Boyer TD (eds):<br />
Hepatology. A textbook of liver disease. Phila<strong>del</strong>phia, WB Saunders, 1982, pp. 464-499.<br />
Terapia farmacologica<br />
Diversi studi prospettici e randomizzati, e una meta-analisi, hanno<br />
confrontato beta-bloccanti non selettivi (propranololo, nadololo) e<br />
placebo nella prevenzione <strong>del</strong>la recidiva emorragica da varici. Questi<br />
farmaci possono ridurre la percentuale di sanguinamento dal 66%<br />
(pazienti trattati con placebo) al 44% (pazienti trattati con betabloccanti).<br />
Questa riduzione <strong>del</strong>la percentuale di risanguinamento,<br />
tuttavia, non si riflette su una significativa riduzione <strong>del</strong>la mortalità<br />
(placebo, 28%; beta-bloccante, 22%). Il decesso può essere attribuito<br />
ad una serie di cause, che includono l’emorragia, la progressiva insufficienza<br />
epatica, e altre condizioni di tipo medico. I pazienti con<br />
una funzione epatica relativamente conservata (Classi A e B di Child)<br />
sembrano rispondere meglio al trattamento con beta-bloccanti. I pazienti<br />
con scarsa riserva funzionale epatica (Classe C di Child) non<br />
ottengono buoni risultati per difficoltà di compliance o per l’intolleranza<br />
al farmaco, come per esempio l’esacerbazione di una cardiomiopatia.<br />
Per la maggior parte dei pazienti, la terapia medica è il trattamento<br />
iniziale più appropriato per prevenire l’emorragia da varici.<br />
Terapia endoscopica<br />
Gli studi controllati randomizzati tendono a supportare l’impiego<br />
<strong>del</strong>la scleroterapia endoscopica sia per l’emorragia <strong>acuta</strong> da varici, sia<br />
per la prevenzione <strong>del</strong>la recidiva emorragica. Nei pazienti trattati con<br />
questo tipo di terapia in elezione dopo un episodio iniziale di emorragia<br />
da varici è possibile ridurre la recidiva emorragica e la mortalità.<br />
La scleroterapia viene solitamente effettuata con due sedute al<br />
mese fino all’eradicazione <strong>del</strong>le varici esofagee. Altri ritengono utile<br />
la scleroterapia solo in emergenza per emorragie ricorrenti. Con<br />
questo approccio, l’entità <strong>del</strong>l’emorragia di ciascun episodio viene<br />
ridotta, ma non si assiste ad una significativa diminuzione generale<br />
<strong>del</strong>la mortalità. I decessi, infatti, avvengono per diverse cause, solo alcune<br />
<strong>del</strong>le quali direttamente attribuibili all’emorragia.<br />
È stato dimostrato che anche la legatura endoscopica <strong>del</strong>le varici è<br />
un metodo efficace per prevenire la recidiva emorragica. Mediante<br />
legatura, le varici vengono eradicate più velocemente che con la sclerosi,<br />
ed è necessario un numero inferiore di sedute. Le meta-analisi<br />
che hanno confrontato la legatura endoscopica e la scleroterapia <strong>del</strong>le<br />
varici, indicano che la legatura offre migliori risultati e un minor<br />
rischio di risanguinamento, riduce la mortalità da sanguinamento e<br />
prolunga globalmente la sopravvivenza. In conformità a questi dati,<br />
molti endoscopisti preferiscono impiegare la legatura piuttosto che<br />
la scleroterapia.<br />
Nei pazienti che sopravvivono a lungo dopo l’eradicazione endoscopica<br />
<strong>del</strong>le varici esofagee, la percentuale di risanguinamento è <strong>del</strong><br />
60% circa. Il sanguinamento può inoltre verificarsi per altre cause, come<br />
varici gastriche, gastropatia congestizia, e “stomaco watermelon”.<br />
È interessante notare che gli studi controllati randomizzati che<br />
hanno confrontato l’efficacia <strong>del</strong>l’associazione di beta-bloccanti e terapia<br />
endoscopica con la sola terapia endoscopica, non hanno mostrato<br />
un chiaro superiore vantaggio <strong>del</strong>l’associazione di queste procedure<br />
terapeutiche. Nessuno, tuttavia, ha dimostrato che associare<br />
queste terapie possa ridurre i vantaggi e il trend è in ogni caso a favore<br />
di una loro associazione.<br />
Procedure di shunt<br />
SHUNT TRANSGIUGULARE INTRAEPATICO PORTOSISTEMICO<br />
La TIPS è una procedura radiologica nella quale uno stent metallico<br />
espansibile viene introdotto nella vena giugulare, fatto passare attraverso<br />
la vena epatica e da qui, attraverso la puntura diretta <strong>del</strong> fega-<br />
to, nella porzione centrale <strong>del</strong> ramo portale destro o sinistro. Lo<br />
stent, che ha un diametro di 8-10 mm, viene quindi espanso, stabilendo<br />
uno shunt venoso portosistemico intraepatico che funziona in<br />
maniera non selettiva per ridurre la pressione all’interno <strong>del</strong> sistema<br />
venoso portale 1 . La TIPS può essere posizionata con successo nella<br />
maggior parte dei pazienti con emorragia <strong>acuta</strong> da varici ed è efficace<br />
nell’arrestare l’emorragia in atto nella maggior parte dei casi. Essa<br />
è associata, tuttavia, ad un’elevata percentuale di trombosi (sino al<br />
40% nel primo anno), che solitamente comporta recidive emorragiche.<br />
Inoltre, poiché la TIPS riduce la pressione portale, essa diminuisce<br />
il flusso ematico per il nutrimento <strong>del</strong> parenchima epatico. Questo<br />
precipita o aggrava l’encefalopatia epatica nel 45% circa dei pazienti<br />
nel corso <strong>del</strong> primo anno 43 .Per questo motivo, la TIPS viene<br />
impiegata in questi due scenari clinici: (1) come strategia di attesa<br />
per i pazienti con emorragie da varici recidivanti e ridotta riserva<br />
funzionale epatica che sono in attesa di un trapianto di fegato, o (2)<br />
come terapia definitiva nei pazienti con emorragie da varici recidivanti<br />
e ridotta riserva funzionale epatica che non sono candidati ad<br />
un trapianto di fegato o ad un intervento chirurgico di shunt portosistemico<br />
45 . Quest’ultimo gruppo ha una mortalità superiore al 70%<br />
nel corso <strong>del</strong> primo anno dopo il posizionamento <strong>del</strong>lo shunt.<br />
SHUNT CHIRURGICI PORTOSISTEMICI<br />
Sino dalla metà degli anni ‘70, vi è stato un progressivo abbandono<br />
<strong>del</strong>le tecniche chirurgiche per il trattamento <strong>del</strong>l’emorragia da varici.<br />
L’avvento <strong>del</strong>la terapia endoscopica è stato il fattore più importante in<br />
questa nuova tendenza. I più recenti successi ottenuti con il trapianto<br />
epatico hanno ulteriormente indirizzato l’atteggiamento terapeutico<br />
in questo senso in quanto un precedente intervento chirurgico sui vasi<br />
portali epatici può complicare la procedura chirurgica di un eventuale<br />
successivo trapianto. L’uso di procedure meno durature ma<br />
temporaneamente efficaci è divenuto quindi sempre più comune.<br />
Gli interventi di shunt portosistemico prevengono la recidiva<br />
emorragica da varici riducendo la pressione venosa portale. Gli shunt<br />
non selettivi includono gli shunt portocavale e mesocavale terminolaterale<br />
(end-to-side) e latero-laterale (side-to-side). Gli shunt selettivi,che<br />
in teoria riducono solo parzialmente la pressione venosa portale<br />
per consentire un certo grado di perfusione epatica attraverso il<br />
sistema venoso portale, comprendono lo shunt splenorenale distale e<br />
lo shunt portocavale con innesti protesici di tipo H di piccolo calibro.<br />
Gli shunt decompressivi non selettivi sono di interesse primariamente<br />
storico. In una rassegna retrospettiva <strong>del</strong>la chirurgia per emorragia<br />
da varici come principale rimedio per i pazienti con ipertensione<br />
portale, Rikkers ha riportato che in un recente periodo di 10 anni,<br />
il 13% dei pazienti (15 pazienti su 106) che era stato trattato chirurgicamente<br />
per emorragia da varici aveva ricevuto shunt non selettivi 40 .<br />
Rispetto agli shunt selettivi, quelli non selettivi sono molto più efficaci<br />
per ridurre la percentuale di risanguinamento (5%), ma comportano<br />
un rischio molto superiore di encefalopatia (36%). L’occlusione<br />
<strong>del</strong>lo shunt è rara, e l’intervento è inoltre in grado di trattare efficacemente<br />
l’ascite. I chirurghi con esperienza nella chirurgia <strong>del</strong>l’ipertensione<br />
portale effettuano shunt non selettivi nei pochi pazienti con una<br />
relativamente conservata funzione epatica (Classi A e B di Child) o nel<br />
paziente con ascite refrattaria che sanguina attivamente dopo che i<br />
trattamenti endoscopici hanno fallito nell’arrestare l’emorragia. Nei<br />
vari Centri degli Stati Uniti, la maggior parte di questi pazienti è trattata<br />
con TIPS al posto <strong>del</strong>l’intervento chirurgico, a conferma <strong>del</strong>la ridotta<br />
esperienza con questo tipo di procedure chirurgiche.<br />
Gli shunt selettivi portosistemici sono stati utilizzati per preservare<br />
la perfusione epatica riducendo parzialmente la pressione venosa por-
tale (con innesti protesici ad H di piccolo calibro), o per decomprimere<br />
selettivamente il ramo sinistro <strong>del</strong> letto venoso portale e le varici<br />
esofagee (shunt spleno-renale distale). L’innesto a H di piccolo calibro<br />
non ha avuto larga diffusione tra i chirurghi, sebbene alcuni Centri abbiano<br />
avuto risultati eccellenti con questo tipo di approccio. La procedura<br />
consiste nel posizionare uno stent esterno di politetrafluoroetilene<br />
tra la vena porta e la vena cava permettendo una graduale riduzione<br />
<strong>del</strong>la pressione portale 8 .Analogamente alla TIPS, l’incidenza di<br />
trombosi di questi stents è prossima al 40% nel corso <strong>del</strong> primo anno<br />
e può rendersi necessaria un’attenta sorveglianza e ripetute trombectomie<br />
con procedure radiologiche. Il maggior problema di questa procedura<br />
è la manipolazione chirurgica <strong>del</strong>la vena porta, che complica<br />
potenzialmente un eventuale successivo trapianto di fegato nel caso il<br />
paziente dovesse diventare un candidato al trapianto.<br />
Lo shunt spleno-renale distale permette la decompressione <strong>del</strong>le<br />
varici esofagee attraverso le vene gastriche brevi all’interno <strong>del</strong>lo<br />
shunt spleno-renale sinistro. La perfusione <strong>del</strong>la vena mesenterica superiore<br />
e <strong>del</strong>la vena porta è lasciata intatta, preservando con ciò un<br />
certo grado di ipertensione portale. Con il tempo, tuttavia, non appena<br />
si sviluppano rami collaterali retroperitoneali e transpancreatici, la<br />
selettività <strong>del</strong>lo shunt viene persa. In origine, si riteneva che il vantaggio<br />
<strong>del</strong>lo shunt fosse quello di ridurre l’incidenza <strong>del</strong>l’encefalopatia<br />
epatica post-shunt, sebbene non sia stato provato che questa iniziale<br />
bassa incidenza perdurasse nel tempo, in particolare nei pazienti con<br />
cirrosi alcolica. I contributi <strong>del</strong>la progressione <strong>del</strong>la malattia epatica e<br />
<strong>del</strong>la ridotta perfusione portale nell’evoluzione <strong>del</strong>l’encefalopatia non<br />
sono infatti stati chiariti, sebbene sia possibile che entrambi i fattori<br />
vi partecipino. Quando lo shunt spleno-renale distale viene utilizzato<br />
nei pazienti con buona funzione pratica (Classi A e B di Child), la percentuale<br />
di encefalopatia attesa è inferiore al 15%. Questo shunt è la<br />
procedura di scelta nei pazienti con buona funzione epatica, successiva<br />
alla stabilizzazione <strong>del</strong>l’emorragia <strong>acuta</strong> da varici.<br />
Le procedure di devascolarizzazione con o senza resezione esofagea<br />
e splenectomia, si basano sulla rimozione <strong>del</strong>le collaterali venose<br />
<strong>del</strong> sistema venoso portale 31 .Questa procedura può essere efficace<br />
per ridurre le recidive emorragiche, ma comporta un’elevata percentuale<br />
di risanguinamento quando impiegata come terapia per l’emorragia<br />
da varici secondaria a cirrosi e ipertensione portale. Essa è<br />
quindi riservata primariamente ai pazienti nei quali le procedure di<br />
shunt non sono possibili a causa di trombosi mesenterica con alterazioni<br />
<strong>del</strong>la coagulazione. Questi pazienti non hanno una cirrosi, e<br />
non sono candidati alla TIPS o al trapianto di fegato. La sopravvivenza<br />
si avvicina al 50% a 5 anni.<br />
Rikkers, in una review 40 ha riscontrato che la sopravvivenza media<br />
dei pazienti dopo emorragia da varici è migliorata dagli inizi degli anni<br />
‘70 ad oggi di circa 70%. Questo riflette l’applicazione selettiva <strong>del</strong>le<br />
molte opzioni disponibili ai pazienti con cirrosi ed emorragia da varici.<br />
I pazienti con scarsa riserva funzionale epatica (Classe C di Child)<br />
vengono avviati al trapianto di fegato se sono candidati appropriati e<br />
sono abbastanza fortunati da ricevere un organo. Il paziente in classe C<br />
di Child che non è un candidato al trapianto viene trattato con farmaci,<br />
terapia endoscopica e con la TIPS. La chirurgia, primariamente una<br />
<strong>del</strong>le procedure di shunt selettivo, può essere impiegata appropriatamente<br />
nei pazienti con funzione epatica soddisfacente in cui le recidivanti<br />
emorragie da varici mettano in serio pericolo la sopravvivenza. Lo<br />
shunt chirurgico è verosimilmente superiore alle metodiche non operatorie<br />
per questo tipo di pazienti, sebbene non siano stati ancora effettuati<br />
studi randomizzati controllati che abbiano confrontato queste<br />
due strategie terapeutiche in questo specifico gruppo di pazienti.<br />
Lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica<br />
Le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica comprendono un’ampia categoria<br />
di condizioni erosive acute <strong>del</strong>la mucosa che si sviluppano nei<br />
pazienti in condizioni critiche. Queste condizioni, conosciute anche<br />
con i nomi di gastrite da stress, ischemia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong>la mucosa, gastrite<br />
erosiva o ulcera da stress, hanno epidemiologia e presentazioni cliniche<br />
comuni. Il danno <strong>del</strong>la mucosa è caratterizzato da pallore, petecchie<br />
ed erosioni. Le lesioni possono essere distribuite diffusamente a<br />
livello <strong>del</strong>la mucosa gastrica ma sono identificabili prevalentemente<br />
nel corpo. Il sanguinamento rappresenta la presentazione clinica nei<br />
pazienti critici più compromessi. Il sanguinamento può essere massivo<br />
e potenzialmente letale. La rapida correzione <strong>del</strong> fattore scatenante<br />
la patologia critica rappresenta la priorità più importante nella<br />
terapia di questi malati. Lesioni simili alle lesioni acute <strong>del</strong>la mu-<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 827<br />
cosa gastrica sono inoltre osservabili nei pazienti in terapia cronica<br />
con FANS. Sino al 40% dei pazienti che fa uso di FANS per patologie<br />
croniche può avere un’evidenza endoscopica di gastrite, ma l’evoluzione<br />
<strong>del</strong>le lesioni verso le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica con<br />
stigmate di emorragia è solitamente non comune. Un significativo<br />
sanguinamento <strong>del</strong>le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica può essere<br />
osservato in meno <strong>del</strong>l’1% dei soggetti che fanno uso di FANS. Pertanto,<br />
le erosioni FANS-associate <strong>del</strong>la mucosa gastrica sono lesioni<br />
distinte dal punto di vista clinico ed anatomopatologico da quelle<br />
acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica dovute a patologie critiche.<br />
I pazienti a rischio per le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica non-<br />
FANS-associate, sono rappresentati virtualmente da tutti i pazienti in<br />
condizioni critiche presenti nelle unità di terapia intensiva mediche e<br />
chirurgiche. Particolari fattori di rischio comprendono la sepsi, l’insufficienza<br />
respiratoria, l’instabilità emodinamica, il coma conseguente a<br />
trauma cranico o ad interventi intracranici, le ustioni che interessano<br />
oltre il 35% <strong>del</strong>la superficie corporea, i politraumatismi, la circolazione<br />
extracorporea, e la coagulopatia. Questa condizione è particolarmente<br />
letale nei pazienti durante il periodo postoperatorio di interventi cardiovascolari<br />
e nei pazienti con sepsi e insufficienza multiorgano.<br />
La patogenesi <strong>del</strong>le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica è legata al<br />
danno acido-peptico <strong>del</strong>la mucosa gastrica, esacerbato dall’ischemia<br />
<strong>del</strong>la mucosa secondaria all’ipoperfusione. La conoscenza di questo<br />
processo ha portato all’applicazione di misure di profilassi nei confronti<br />
<strong>del</strong>l’ulcera da stress nei pazienti in condizioni critiche. La profilassi<br />
ha, infatti, enormemente diminuito l’incidenza di sanguinamento severo<br />
dovuto a questa condizione; e pertanto, l’intervento chirurgico per il<br />
controllo <strong>del</strong> sanguinamento è divenuto ora una procedura rara.<br />
Profilassi<br />
Le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica possono essere prevenute con diverse<br />
strategie. La più diffusamente applicata implica la neutralizzazione<br />
<strong>del</strong> contenuto acido-gastrico. La somministrazione di antiacidi per<br />
mantenere il pH intragastrico al di sopra di 4,0 è un rimedio efficace<br />
purché le dosi e il volume <strong>del</strong> farmaco siano sufficienti a mantenere il<br />
range di pH desiderato. Anche la terapia antisecretiva con H 2-antagonisti<br />
è efficace, somministrata sia per infusione endovenosa continua o<br />
in bolo. In questi pazienti può essere utile monitorare il pH per essere<br />
sicuri <strong>del</strong>l’efficacia <strong>del</strong>la terapia in quanto può essere presente un’ipersecrezione<br />
acida, che rende non adeguate le dosi usuali di antisecretivo.<br />
La neutralizzazione <strong>del</strong>l’acidità <strong>del</strong> lume gastrico determina una sovraccrescita<br />
batterica all’interno <strong>del</strong>lo stomaco e favorisce la colonizzazione<br />
batterica tracheobronchiale, contribuendo allo sviluppo di polmoniti<br />
ospedaliere. Queste considerazioni hanno portato alcuni medici<br />
di terapia intensiva ad utilizzare agenti citoprotettivi come il sucralfato,<br />
che non innalza il pH <strong>del</strong> lume gastrico, per la profilassi <strong>del</strong>le lesioni acute<br />
<strong>del</strong>la mucosa gastrica. Sebbene alcuni studi abbiano suggerito che il<br />
sucralfato possa ridurre l’incidenza di sanguinamento al 3,5% circa,<br />
questo dato è comparabile alla percentuale di sanguinamento nei pazienti<br />
ventilati che non ricevono profilassi, rilevato nella maggior parte<br />
degli studi. Inoltre, un recente ampio studio multicentrico, condotto in<br />
cieco, randomizzato e controllato con placebo, ha dimostrato che la ranitidina<br />
era superiore al sucralfato nel ridurre l’incidenza di sanguinamento<br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore (1,7% versus 3,8%) e che la<br />
percentuale di polmonite associata alla ventilazione assistita e la mortalità<br />
erano simili nei due gruppi. Sulla base di queste osservazioni, la raccomandazione<br />
corrente riguardante le ulcere da stress, consiglia la neutralizzazione<br />
<strong>del</strong>l’ambiente gastrico con H 2-antagonisti.<br />
Diagnosi e terapia<br />
Le lesioni acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica nei pazienti ospedalizzati si manifestano<br />
come sanguinamento <strong>gastroenterico</strong> con ematemesi, mediante<br />
l’aspirazione <strong>del</strong>la sonda naso-gastrica di sangue o di materiale caffeano,<br />
o come un’inspiegabile caduta <strong>del</strong>l’ematocrito. Il sanguinamento può<br />
essere lieve o massivo; entrambe le forme tendono a cessare spontaneamente<br />
con un trattamento appropriato, che include la rianimazione, la<br />
trasfusione e la correzione <strong>del</strong>la coagulopatia. In questi pazienti è indicata<br />
un’endoscopia superiore in emergenza, una procedura che dovrebbe<br />
essere effettuata nelle unità di terapia intensiva. È fondamentale in<br />
queste circostanze prestare particolare attenzione alla prevenzione <strong>del</strong>l’aspirazione<br />
e <strong>del</strong>l’ipovolemia nel corso <strong>del</strong>la procedura.<br />
I reperti endoscopici sono caratterizzati da petecchie diffuse, erosioni<br />
superficiali, e pallore <strong>del</strong>la mucosa. Se viene identificata una sede<br />
isolata <strong>del</strong> sanguinamento, è indicato un trattamento endoscopi-
828 ADDOME<br />
co, con elettrocoagulazione termica o bipolare, con applicazione di<br />
colla di fibrina, o con terapia iniettiva. Frequentemente, tuttavia, il<br />
sanguinamento è troppo diffuso per permettere la terapia endoscopica.<br />
In questo caso è indicata una terapia medica aggressiva con trasfusioni<br />
e infusione di componenti plasmatiche per correggere l’anemia<br />
e i difetti <strong>del</strong>la coagulazione. Le misure atte a correggere l’ipoperfusione,<br />
l’ipovolemia, e a neutralizzare l’acidità gastrica sono elementi<br />
altrettanto importanti <strong>del</strong>la terapia di questi pazienti.<br />
Il ruolo <strong>del</strong>l’angiografia nelle ulcere da stress è limitato alle emorragie<br />
diffuse e inarrestabili. La cateterizzazione selettiva <strong>del</strong> tronco<br />
celiaco può permettere di identificare l’origine <strong>del</strong>le arterie sanguinanti.<br />
L’embolizzazione con spirali o gelatina o l’infusione selettiva<br />
intra-arteriosa di vasopressina può interrompere il sanguinamento<br />
nell’80% dei pazienti purché venga identificata selettivamente l’arteria<br />
sanguinante 53 . La recidiva <strong>del</strong> sanguinamento è tuttavia comune,<br />
e la mortalità dei pazienti con questo grado di emorragia è superiore<br />
al 50%. Il decesso avviene per insufficienza multisistemica precipitata<br />
dall’emorragia in atto e dallo shock ricorrente.<br />
L’intervento chirurgico viene raramente impiegato per trattare le lesioni<br />
acute <strong>del</strong>la mucosa gastrica. Solo i pazienti che non hanno risposto<br />
ad una terapia medica aggressiva ed in cui è fallito il trattamento endoscopico,<br />
sono candidati all’intervento. Tipicamente, questi sono pazienti<br />
estremamente critici con preesistente insufficienza multisistemica,<br />
sepsi, o altre condizioni altamente letali. Frequentemente è presente una<br />
coagulopatia non correggibile secondaria alla sepsi da insufficienza epatica.<br />
L’intervento chirurgico viene effettuato con l’intendo di bloccare<br />
l’emorragia. Alla laparotomia, viene effettuata un’ampia gastrotomia per<br />
valutare la sede <strong>del</strong>l’emorragia. Nell’improbabile riscontro di un sanguinamento<br />
proveniente da una sede isolata o da poche sedi, è appropriata<br />
una sutura a sopraggitto di queste sedi associata ad una vagotomia tronculare<br />
e al drenaggio. Sfortunatamente vengono rinvenute sedi di sanguinamento<br />
multiple, lasciando come sola opzione utile una gastrectomia<br />
sub-totale o totale con gastrodigiunostomia secondo Roux-en-Y.<br />
Alcuni autori hanno consigliato la vagotomia e la devascolarizzazione<br />
gastrica lasciando intatti sono i vasi gastrici brevi, ma pochi chirurghi<br />
hanno adottato questo approccio. Per quanto riguarda la procedura chirurgica,<br />
la mortalità postoperatoria è elevata, superiore al 50%. Il decesso<br />
si verifica solitamente per insufficienza d’organo multisistemica.<br />
Lesioni di Mallory-Weiss<br />
Circa il 10% dei casi di emorragia digestiva superiore è determinato da<br />
lesioni di Mallory-Weiss. La lesione è caratterizzata da una lacerazione<br />
<strong>del</strong>la mucosa gastrica prossimale, vicina alla giunzione esofago-gastrica.<br />
La presentazione clinica è caratterizzata da precedenti episodi di<br />
vomito, conati, o tosse seguiti da ematemesi. L’età media dei pazienti<br />
con questa condizione è generalmente superiore a 60 anni e nell’80%<br />
dei casi da soggetti di sesso maschile. Sono frequentemente associate<br />
ad alcolismo, patologie legate a diatesi emorragica, ernia iatale, ed uso<br />
di FANS. Circa il 10% dei pazienti può avere un sanguinamento di entità<br />
sufficiente a provocare ematochezia e ipotensione come segni iniziali.<br />
Circa il 90% di queste lesioni cessa di sanguinare spontaneamente<br />
senza alcun intervento specifico. I pazienti affetti da cirrosi e ipertensione<br />
portale con coagulopatia hanno un rischio estremamente<br />
maggiore di mortalità, che è mediamente <strong>del</strong> 3% 4 .<br />
La valutazione iniziale ed il trattamento dovrebbero comprendere<br />
un’accurata e rapida anamnesi ed un esame obiettivo, seguiti da misure<br />
di rianimazione, e da una valutazione endoscopica. La lacerazione<br />
è tipicamente situata sulla piccola curvatura, ha una lunghezza variabile<br />
da 15 a 20 mm e una larghezza di 2-3 mm. All’esame endoscopico<br />
è possibile osservare un sanguinamento attivo o a “nappo” (oozing),<br />
stigmate di recente sanguinamento o una lacerazione con base<br />
detersa. La terapia endoscopica, effettuata con trattamento iniettivo o<br />
con energia termica, può rilevarsi utile ed efficace nei pazienti con<br />
sanguinamento attivo. Le trasfusioni di emazie concentrate sono richieste<br />
nel 40-70% dei pazienti. I pazienti con sanguinamento in atto<br />
all’endoscopia e quelli con alterazioni <strong>del</strong>la coagulazione sono ad elevato<br />
rischio di risanguinamento; approssimativamente il 30% sanguina<br />
nuovamente entro le prime 24 ore. Il risanguinamento è raro nei<br />
pazienti senza alterazioni <strong>del</strong>la coagulazione. La terapia medica include<br />
l’inibizione <strong>del</strong>la secrezione acida mediante farmaci antisecretivi.<br />
Sebbene questa non sia una patologia acido-peptica, in questi pazienti<br />
è comune osservare segni di una gastrite associata.<br />
La chirurgia è raramente richiesta per il controllo <strong>del</strong>l’emorragia.<br />
Se la terapia endoscopica non riesce ad arrestare il sanguinamento, è<br />
appropriato ricorrere ad una laparotomia per suturare attraverso<br />
una gastrotomia alta, la lacerazione <strong>del</strong>la mucosa. Non è generalmente<br />
utile una procedura chirurgica per ridurre la secrezione acida.<br />
La recidiva <strong>del</strong> sanguinamento è generalmente legata ad una coagulopatia<br />
in atto o non correggibile, ed è pertanto necessario ogni sforzo<br />
per mantenere un normale profilo di coagulazione.<br />
<strong>Emorragia</strong> digestiva superiore da cause insolite<br />
Cause esofagee<br />
L’esofago è la sede di emorragie gravi in meno <strong>del</strong> 3% dei pazienti<br />
giunti per una valutazione in seguito ad emorragia digestiva superiore<br />
<strong>acuta</strong>. Le più comuni cause sono esofagiti infettive, malattia da reflusso<br />
gastroesofageo, metaplasia di Barrett, neoplasie (adenocarcinoma<br />
e carcinoma squamoso), erosioni da farmaci, morbo di Crohn, e<br />
radiazioni. I pazienti con infezione da virus <strong>del</strong>l’immunodeficienza<br />
acquisita e altri pazienti immunocompromessi, sono particolarmente<br />
a rischio per esofagiti infettive, tra cui l’esofagite erosiva da Candida<br />
albicans e da altre micosi, da virus Herpes simplex, da citomegalovirus,<br />
e da infezioni micobatteriche. Il sanguinamento può essere massivo,<br />
sebbene siano più tipici episodi emorragici meno severi.<br />
La terapia deve essere mirata a correggere la causa <strong>del</strong> sanguinamento.<br />
Se viene identificata un’emorragia attiva, l’elettrocoagulazione<br />
endoscopica o la terapia con heater probe è di solito efficace nell’arrestare<br />
il sanguinamento, almeno temporaneamente mentre viene<br />
pianificato un trattamento definitivo. La terapia specifica è rivolta a<br />
correggere la causa e include un appropriato trattamento antibiotico<br />
per le cause infettive, un trattamento con inibitori <strong>del</strong>la pompa protonica<br />
per la malattia da reflusso, e specifiche modalità terapeutiche<br />
in presenza di neoplasie maligne. Il sucralfato è un’utile aggiunta alle<br />
terapie specifiche nei pazienti con condizioni infiammatorie acute<br />
<strong>del</strong>l’esofago. La chirurgia in emergenza per il controllo <strong>del</strong>l’emorragia<br />
è richiesta raramente. Il trattamento chirurgico, come ad esempio la<br />
resezione di un tumore o una terapia anti reflusso per i pazienti con<br />
esofagite, è dettata dalle specifiche cause <strong>del</strong>l’emorragia.<br />
Lesioni di Dieulafoy<br />
Le malformazioni vascolari di Dieulafoy sono una causa rara di<br />
emorragia gastroenterica superiore. Le lesioni sono rappresentate<br />
da vasi insolitamente grandi <strong>del</strong>la mucosa e <strong>del</strong>la sottomucosa riscontrati<br />
sulla superficie <strong>del</strong>la mucosa gastrica, più comunemente<br />
lungo la piccola curvatura in sede medio-gastrica. La lesione è più<br />
frequentemente diagnosticata nei pazienti di mezza età e non è associata<br />
con identificabili fattori di rischio di danno mucosale, malattie<br />
vascolari o altre patologie mediche.<br />
Il sanguinamento avviene quando un’erosione superficiale all’interno<br />
<strong>del</strong> vaso, che determina un’intensa emorragia questa cessa spesso<br />
spontaneamente. La diagnosi endoscopica è difficile in quanto la lesione<br />
è raramente associata ad un’ulcera. Piuttosto, la diagnosi attendibile<br />
dipende dall’esecuzione tempestiva e fortuita <strong>del</strong>l’endoscopia<br />
durante l’emorragia che permette la visualizzazione <strong>del</strong> sanguinamento<br />
da un difetto <strong>del</strong>la mucosa grande come una capocchia di spillo. Occasionalmente,<br />
l’endoscopista può apprezzare la parete di un vaso nella<br />
sede <strong>del</strong> sanguinamento. Se la lesione viene identificata, la sede può<br />
essere segnata endoscopicamente con iniezione di inchiostro (India<br />
ink) per permettere successivamente una precisa resezione chirurgica.<br />
La recidiva emorragica è comune e spesso occorrono severi e ripetuti<br />
episodi emorragici prima di giungere ad un’accurata diagnosi.<br />
Nei pochi studi disponibili, i tentativi terapeutici per trattare endoscopicamente<br />
con scleroterapia od elettrocoagulazione queste lesioni,<br />
riportano risultati di scarsa efficacia. L’appropriato trattamento<br />
definitivo comporta una resezione ristretta <strong>del</strong>la parete gastrica<br />
(wedge resection) e la precisa localizzazione endoscopica <strong>del</strong>la lesione<br />
permette una resezione limitata al posto di una resezione gastrica<br />
estesa, alla cieca. Poiché questa condizione non è associata ad una lesione<br />
peptica <strong>del</strong>la mucosa la vagotomia non è indicata.<br />
Fistola aortoenterica<br />
La fistola aortoenterica è una condizione non comune nella quale un<br />
<strong>tratto</strong> infiammatorio si sviluppa tra l’aorta e il <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong>.<br />
La fistola può svilupparsi come un processo primario derivante da<br />
un’infezione o da un aneurisma infiammatorio <strong>del</strong>l’aorta, o come un<br />
processo secondario alla sostituzione <strong>del</strong>l’aorta con una protesi sin-
tetica per il trattamento <strong>del</strong>la aneurisma <strong>del</strong>l’aorta addominale. Le fistole<br />
secondarie aortoenteriche sono la causa più comune. Questa<br />
complicanza può svilupparsi in circa l’1% dei pazienti dopo un intervento<br />
per aneurisma <strong>del</strong>l’aorta. Le fistole caratteristicamente si<br />
sviluppano tra l’anastomosi prossimale e il <strong>tratto</strong> di piccolo intestino<br />
sovrastante (duodeno o digiuno), sebbene sia stata anche segnalata<br />
la comunicazione con il colon. Si ritiene che un’infezione cronica, caratterizzata<br />
da una bassa carica infettante, nella sede di contatto tra<br />
l’anastomosi e l’intestino determini la formazione <strong>del</strong>la fistola. La<br />
diagnosi deve essere tenuta in considerazione in tutti i pazienti con<br />
emorragia gastroenterica <strong>acuta</strong> e con un’anamnesi positiva per interventi<br />
all’aorta. I sanguinamento “sentinella” - un episodio di emorragia<br />
<strong>acuta</strong> che cessa spontaneamente - si verifica ore o giorni prima<br />
di un’inevitabile emorragia dissanguante che renderà questa condizione<br />
non più riconoscibile e trattabile.<br />
Un’endoscopia digestiva superiore in emergenza è necessaria per<br />
tutti pazienti con sospetta fistola aortoenterica. Se l’endoscopia è negativa,<br />
è indicata una tomografia computerizzata per ricercare un’evidenza<br />
di infiammazione a livello <strong>del</strong>l’anastomosi aortica. Altri consigliano<br />
un’angiografia in emergenza, che includa <strong>del</strong>le osservazioni<br />
laterali, per identificare un piccolo aneurisma micotico che spesso è<br />
presente. L’angiografia dovrebbe essere eseguita in tutti pazienti con<br />
tomografia computerizzata negativa.<br />
Nei pazienti con emorragia dissanguante, è indicata una laparotomia<br />
esplorativa con controllo <strong>del</strong>l’aorta prossimale. Il trattamento chirurgico<br />
efficace richiede la rimozione <strong>del</strong>la protesi aortica e il ripristino <strong>del</strong><br />
flusso aortico distale attraverso un by-pass vascolare extranatomico.<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO<br />
GASTROENTERICO INFERIORE<br />
Definizione e incidenza<br />
Il sanguinamento acuto <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore è per definizione<br />
un’emorragia che origina distalmente al legamento di Treitz.<br />
Il colon è sede <strong>del</strong>l’emorragia in oltre il 95-97% dei casi, mentre nel<br />
rimanente 3-5% la sede <strong>del</strong> sanguinamento è localizzata nell’intestino<br />
tenue. Il sanguinamento <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore è molto<br />
meno comune rispetto al sanguinamento <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> digestivo superiore<br />
essendo responsabile <strong>del</strong> 15% circa di tutti gli episodi di emorragia<br />
gastroenterica. L’incidenza <strong>del</strong> sanguinamento dal <strong>tratto</strong> digestivo<br />
inferiore aumenta con l’età, in rapporto al parallelo aumento <strong>del</strong>le<br />
lesioni acquisite responsabili <strong>del</strong>l’emorragia come le diverticolosi e<br />
l’angiodisplasia. La diagnosi differenziale <strong>del</strong>l’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore è riportata nella Tabella 42-5.<br />
Presentazione clinica<br />
Il segno caratteristico <strong>del</strong>l’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore<br />
è l’ematochezia – l’emissione di feci ematiche, di sangue, o di coaguli.<br />
Se il sanguinamento è lento e scarso, può presentarsi anche come me-<br />
TABELLA 42-5. Diagnosi differenziale <strong>del</strong>l’emorragia<br />
gastroenterica inferiore<br />
Diverticolosi<br />
Angiodisplasia<br />
Neoplasia<br />
Polipi<br />
Diverticolo di Meckel<br />
Malattie infiammatorie<br />
Colite ulcerosa<br />
Morbo di Crohn<br />
Colite infettiva<br />
Malattie indotte da raggi<br />
Malattie associate all’uso di farmaci anti-infiammatori<br />
non steroidei<br />
Emorroidi<br />
Varici<br />
Lesioni di Dieulafoy<br />
Sindrome di Olser-Weber-Rendu<br />
Fistola aortoenterica<br />
Vasculiti<br />
Ischemia mesenterica<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 829<br />
lena, sebbene questa presentazione sia più caratteristica <strong>del</strong> sanguinamento<br />
proveniente da sedi <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore. Analogamente,<br />
sino al 15% dei pazienti con emorragia massiva proveniente<br />
da una sede <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> digestivo superiore può presentare ematochezia.<br />
Circa la metà dei pazienti con emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
inferiore si presenta sia con una riduzione di emoglobina ed<br />
ematocrito che con instabilità emodinamica; il 30% ha alterazioni<br />
emodinamiche in ortostasi, il 10% sincope, e il 19% uno stato di<br />
shock. Sebbene l’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore rappresenti<br />
un’emergenza, essa generalmente è meno pericolosa per la<br />
vita rispetto all’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore. I pazienti<br />
si presentano meno frequentemente in stato di shock, spesso il<br />
sanguinamento cessa spontaneamente, e di solito sono richieste anche<br />
un numero minore di trasfusioni.<br />
Eziologia<br />
Diversamente <strong>del</strong>l’emorragia digestiva superiore, nella quale l’accertamento<br />
endoscopico può identificare accuratamente le lesioni <strong>del</strong>la<br />
mucosa responsabili <strong>del</strong>l’emorragia, la valutazione <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong>l’emorragia<br />
a livello <strong>del</strong> colon dopo un episodio emorragico è molto<br />
più problematica. In primo luogo, perché l’emorragia gastroenterica<br />
inferiore è caratterizzata da episodi di emorragia intermittente e il<br />
sanguinamento può essere cessato già prima <strong>del</strong>l’esecuzione <strong>del</strong>la<br />
procedura diagnostica. In secondo luogo, perché il 42% circa dei pazienti<br />
con emorragia digestiva inferiore ha sedi multiple di sanguinamento<br />
al momento <strong>del</strong>la valutazione diagnostica. Per tale motivo,<br />
è importante conoscere chiaramente il significato dei reperti osservati<br />
nel corso degli accertamenti diagnostici e considerare la limitatezza<br />
legata ad alcuni di questi reperti. Per stabilire una diagnosi definitiva<br />
è infatti necessaria l’osservazione endoscopica diretta di una<br />
lesione sanguinante o di reperti con sicure stigmate di emorragia recente<br />
59 . La conoscenza <strong>del</strong> grado <strong>del</strong>la certezza <strong>del</strong>la sede di un sanguinamento<br />
è di estrema importanza quando debba essere presa in<br />
considerazione una resezioni chirurgica per trattare l’emorragia.<br />
Diverticolosi<br />
La diverticolosi <strong>del</strong> colon rappresenta la più comune causa di emorragia<br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore, responsabile <strong>del</strong> 40-55% dei<br />
casi di emorragia. I diverticoli <strong>del</strong> colon sono lesioni acquisite comuni.<br />
Il 40% dei pazienti nella quinta decade di vita ha i diverticoli,<br />
e questa incidenza aumenta sino all’80% nel corso <strong>del</strong>la nona decade.<br />
L’emorragia rappresenta la complicanza nel 3-5% dei pazienti<br />
con diverticolosi. Si ritiene che la base anatomica <strong>del</strong> sanguinamento<br />
sia la rottura <strong>del</strong>le branche intramurali (vasa recta) <strong>del</strong>l’arteria<br />
marginale a livello <strong>del</strong>la cupola <strong>del</strong> diverticolo o a livello <strong>del</strong> suo margine<br />
antimesenterico. Sembra verosimile che fattori traumatici intraluminali,<br />
inclusi il contatto dei fecaliti con conseguente abrasione dei<br />
vasi, portino all’emorragia. L’emorragia è raramente associata all’infiammazione<br />
tipica <strong>del</strong>la diverticolite clinica.<br />
L’emorragia diverticolare cessa spontaneamente in oltre il 90% dei<br />
pazienti e raramente sono richieste trasfusioni di oltre 4 unità di<br />
emazie concentrate. Sebbene i diverticoli siano più comuni nel colon<br />
sinistro, il sanguinamento tende ad essere più frequente nei diverticoli<br />
<strong>del</strong> colon destro. L’emorragia dalle lesioni <strong>del</strong> colon destro può<br />
inoltre aver frequenza ed entità superiori rispetto a quella dei diverticoli<br />
<strong>del</strong> colon sinistro. Dopo un iniziale episodio emorragico, il<br />
sanguinamento si verifica nuovamente nel 10% dei pazienti nel corso<br />
<strong>del</strong> primo anno e, successivamente, il rischio di risanguinamento<br />
aumenta sino al 25% nell’arco di 4 anni.<br />
Data l’elevata prevalenza di diverticolosi <strong>del</strong> colon, ed il fatto che<br />
la maggior parte degli episodi emorragici tende a cessare spontaneamente,<br />
la gran parte <strong>del</strong>le emorragie <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore<br />
è attribuita a diverticolosi <strong>del</strong> colon più come diagnosi presuntiva<br />
che come diagnosi definitiva.<br />
Angiodisplasia<br />
Le angiodisplasie sono responsabili <strong>del</strong> 3-20% dei casi di sanguinamento<br />
acuto <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore. Le angiodisplasie,<br />
note anche con il termine di malformazioni arterovenose,sono piccoli<br />
vasi ematici ectasici situati nella sottomucosa <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong>.<br />
La mucosa sovrastante è spesso sottile, e ad un esame istologico<br />
dei reperti chirurgici o autoptici, nella sede <strong>del</strong>l’angiodisplasia può<br />
essere osservata la presenza di un’erosione superficiale. Le angiodi-
830 ADDOME<br />
splasie sono identificate nell’1-2% di tutte le valutazioni autoptiche<br />
e la frequenza <strong>del</strong> loro riscontro aumenta con l’età <strong>del</strong> paziente. Le<br />
angiodisplasie possono insorgere in tutto il <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> e<br />
rappresentano la più comune causa di emorragia <strong>del</strong> piccolo intestino<br />
nei pazienti di età superiore a 50 anni.<br />
Le angiodisplasie appaiano all’esame endoscopico come lesioni<br />
rosse, piatte, di circa 2-10 mm di diametro, di forma stellata, ovale, a<br />
margini ben definiti o indistinti. La coloscopia è la metodica più sensibile<br />
per identificare le angiodisplasie, sebbene anche l’angiografia sia<br />
in grado di rilevarle. L’uso di meperidina, durante la coloscopia, può<br />
ridurre la possibilità di identificare le angiodisplasie poiché essa riduce<br />
il flusso ematico all’interno <strong>del</strong>la mucosa. Uno studio ha dimostrato<br />
che la somministrazione di un antagonista degli oppioidi, durante<br />
l’endoscopia, può aumentare le dimensioni <strong>del</strong>le angiodisplasie e favorirne<br />
la diagnosi. All’angiografia, le angiodisplasie appaiono come<br />
vene ectasiche con lenta fase di svuotamento o come malformazioni<br />
arterovenose con rapido e precoce riempimento venoso.<br />
Oltre la metà <strong>del</strong>le angiodisplasie è localizzata nel colon destro, e il<br />
sanguinamento di queste lesioni correla con questa distribuzione. Le angiodisplasie<br />
possono associarsi a molte patologie, tra cui l’insufficienza<br />
renale in stadio avanzato, la stenosi aortica, la malattia di von Willebrand,<br />
ed altre. Non è chiaro se queste associazioni riflettano la maggiore<br />
tendenza <strong>del</strong>l’angiodisplasia a sanguinare in queste patologie oppure<br />
se le angiodisplasie siano riscontri strutturali più comuni in esse.<br />
Neoplasia<br />
Le neoplasie <strong>del</strong> colon, tra cui i polipi adenomatosi, i polipi giovanili,<br />
e i carcinomi, si presentano con quadri clinici molto variabili. Tipicamente,<br />
il sanguinamento di queste lesioni è lento, caratterizzato da<br />
sanguinamento occulto e anemia secondaria. Tuttavia, queste neoplasie<br />
possono sanguinare intensamente, e alcuni studi riportano una<br />
percentuale di emorragia <strong>acuta</strong> dovuta a polipi <strong>del</strong> colon o tumori,<br />
pari al 20% circa dei casi. I polipi giovanili sono la seconda causa più<br />
comune di emorragia nei pazienti di età inferiore a vent’anni.<br />
Malattie infiammatorie<br />
L’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore può essere causata<br />
da un’ampia varietà di malattie infiammatorie. L’emorragia è raramente<br />
il segno di presentazione <strong>del</strong>la malattia; essa più spesso si<br />
verifica durante il decorso <strong>del</strong>la malattia e la causa viene sospettata<br />
sulla base <strong>del</strong>la storia clinica <strong>del</strong> paziente. Sino al 20% dei casi di<br />
emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore può essere causata<br />
da una malattia infiammatoria. La maggior parte degli episodi di<br />
sanguinamento cessa spontaneamente o con una terapia specifica diretta<br />
nei confronti <strong>del</strong>la causa.<br />
L’emorragia complica il decorso <strong>del</strong>la colite ulcerosa in oltre il 15%<br />
dei casi. La colectomia in emergenza per emorragia persistente è responsabile<br />
dal 6 al 10% <strong>del</strong>le colectomie effettuate in emergenza in<br />
pazienti con questa malattia. Il morbo di Crohn determina meno frequentemente<br />
un’emorragia colica massiva che avviene in circa l’l’%<br />
dei pazienti con questa malattia 35 .Le cause infettive comprendono il<br />
tifo e le infezioni da Escherichia coli, citomegalovirus, e Clostridium<br />
difficile. Il danno da radiazioni è più comune nel retto dopo radioterapia<br />
pelvica per neoplasie <strong>del</strong>la prostata e neoplasie ginecologiche. Il<br />
sanguinamento è più comune un anno dopo il trattamento radiante<br />
ma può verificarsi anche a quattro anni di distanza. I pazienti immunosoppressi<br />
o con sindrome da immunodeficienza acquisita sono a<br />
rischio per emorragia intestinale dovuta ad una serie di cause particolari.<br />
Le cause più comuni sono l’infezione da citomegalovirus, il<br />
sarcoma di Kaposi, l’istoplasmosi, ma anche le fistole e le ragadi perianali<br />
nei pazienti con trombocitopenia AIDS-correlata.<br />
Cause vascolari<br />
Le cause vascolari di emorragia digestiva inferiore <strong>acuta</strong> includono le<br />
vasculiti (poliarterite nodosa, la granulomatosi di Wagner, l’artrite<br />
reumatoide ed altre), che si associano ad ulcere puntiformi <strong>del</strong> colon<br />
e <strong>del</strong> piccolo intestino.<br />
Anche l’ischemia <strong>del</strong> colon che si presenta con ulcere è friabilità<br />
<strong>del</strong>la mucosa può determinare un’emorragia <strong>acuta</strong>, spesso nel contesto<br />
di dolore addominale acuto e sepsi. L’ischemia mesenterica <strong>acuta</strong><br />
può esordire con un episodio di ematochezia accompagnato da severo<br />
dolore addominale in pazienti con una vasculopatia nota e fattori<br />
di rischio per malattia tromboembolica o ipercoagulabilità. Sebbene<br />
l’emorragia rappresenti un elemento importante nella gestione clinica<br />
di questi pazienti, raramente il controllo <strong>del</strong>l’emorragia diventa<br />
l’obiettivo primario <strong>del</strong>la terapia che, al contrario, è rappresentato<br />
dalla riperfusione viscerale.<br />
Emorroidi<br />
Le emorroidi sono solitamente osservabili all’esame obiettivo in oltre<br />
la metà dei pazienti con emorragia gastroenterica inferiore. Tuttavia,<br />
l’emorragia può essere attribuita a queste lesioni in meno <strong>del</strong> 2% dei<br />
pazienti. A meno che non vi siano inequivocabili segni di sanguinamento<br />
all’anoscopia, dovrebbe essere ricercata un’altra fonte di sanguinamento.<br />
I pazienti con ipertensione portale possono sviluppare<br />
emorragie emorroidarie massive, così come possono avere emorragie<br />
i pazienti con emorroidi e trombocitopenia AIDS-associata.<br />
Cause rare<br />
Cause rare di emorragia gastroenterica inferiore comprendono l’ulcera<br />
solitaria <strong>del</strong> retto, le lesioni di Dieulafoy <strong>del</strong> colon, la colopatia<br />
portale, l’assunzione di FANS e l’intussuscezione intestinale.<br />
Valutazione iniziale<br />
La raccolta <strong>del</strong>la storia clinica <strong>del</strong> paziente e l’esame obiettivo, devono<br />
essere volti a determinare le potenziali sedi <strong>del</strong>l’emorragia e la severità<br />
<strong>del</strong>l’emorragia iniziale. È possibile che la maggior parte dei casi di<br />
emorragia sia determinata da angiodisplasia o diverticolosi – entrambe<br />
le condizioni sono solitamente asintomatiche prima <strong>del</strong>l’emorragia iniziale.<br />
Ciononostante, la storia clinica dovrebbe escludere anche altre<br />
cause meno comuni di sanguinamento. Dovrebbe essere indagato l’impiego<br />
di FANS. La presenza di dolore addominale o di recente diarrea e<br />
febbre, può indirizzare verso una colite, una malattia infettiva o ischemica.<br />
Nei pazienti con precedente intervento chirurgico all’aorta dovrebbe<br />
essere considerata la possibilità di una fistola aortoenterica, almeno<br />
sino a che non sia provato il contrario. La presenza in anamnesi<br />
di terapia radiante per una neoplasia pelvica può indicare una proctite<br />
attinica. Una recente coloscopia può suggerire un sanguinamento dovuto<br />
alla biopsia o alla polipectomia. Dovrebbero essere indagati nella<br />
storia clinica <strong>del</strong> paziente eventuali pregressi episodi di sanguinamento,<br />
data la possibilità che possa trattarsi di una malattia infiammatoria<br />
intestinale. È utile inoltre studiare la familiarità per poliposi e per neoplasie<br />
maligne <strong>del</strong> colon. I pazienti giovani hanno un rischio elevato di<br />
sanguinare da un diverticolo di Meckel o da polipi intestinali.<br />
L’esame obiettivo nei pazienti senza chiara evidenza clinica di uno<br />
stato di shock dovrebbe comprendere la misurazione dei segni vitali in<br />
ortostasi. Tutti i pazienti dovrebbero essere sottoposti a procedure rianimatorie,<br />
come <strong>del</strong>ineato nella sezione precedente. Sono importanti<br />
riscontri all’esame obiettivo la presenza di cicatrici laparotomiche <strong>del</strong>la<br />
parete addominale, la presenza di masse addominali, e lesioni cutanee<br />
o <strong>del</strong>la mucosa orale suggestive per la presenza di sindromi specifiche<br />
come quelle associate a poliposi. Dovrebbero essere presi in considerazioni<br />
eventuali segni clinici di cirrosi, indicativi di sanguinamento da<br />
emorroidi o da varici conseguenti ad ipertensione portale. L’esplorazione<br />
rettale è importante per identificare patologie anorettali, come i<br />
tumori, le ulcere, o i polipi e per osservare il colore <strong>del</strong>le feci, la presenza<br />
di feci formate e coaguli. È inoltre utile eseguire un’anoscopia per<br />
escludere un’emorragia dovuta a emorroidi. Il posizionamento di una<br />
sonda naso-gastrica permette di valutare la presenza di sangue o di materiale<br />
caffeano nello stomaco - esattamente come viene fatto per escludere<br />
una sede di sanguinamento <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore. Nei<br />
pazienti con ematochezia e instabilità emodinamica dovrebbe essere<br />
eseguita un’esofago-gastroduodenoscopia in emergenza.<br />
Diagnosi<br />
Nei pazienti con emorragia digestiva inferiore grave, raramente è necessario<br />
procedere ad un intervento chirurgico in emergenza prima di aver<br />
tentato di localizzare la sede <strong>del</strong> sanguinamento, in quanto la corretta<br />
identificazione <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong>l’emorragia è essenziale per una terapia appropriata.<br />
Gli esami diagnostici dovrebbero essere, infatti, effettuati dopo<br />
che il paziente è stato rianimato e stabilizzato. È ancora controverso<br />
quale debba essere l’esame da effettuare in prima istanza; questa scelta<br />
dipende in una certa misura dalle disponibilità diagnostiche locali e dal-
l’esperienza <strong>del</strong> Centro. Le tre opzioni principali sono la coloscopia, l’angiografia<br />
viscerale selettiva, e la scintigrafia con emazie marcate con tecnezio<br />
99m ( 99m Tc). Un algoritmo per la diagnosi <strong>del</strong> sanguinamento dal<br />
<strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore è riportato nella Figura 42-6.<br />
Coloscopia<br />
Poiché nei pazienti con emorragia digestiva inferiore, la maggior parte<br />
degli episodi emorragici cessa spontaneamente e poiché le stigmate <strong>del</strong><br />
sanguinamento sono minime e di difficile diagnosi, è consigliabile eseguire<br />
una coloscopia non appena possibile. La coloscopia in urgenza è<br />
indicata nei pazienti con emorragia di grado meno severo e, entro 12 ore<br />
dall’accettazione, in presenza di un’emorragia grave dopo che questa si<br />
è arrestata, ed è stata ottenuta la stabilità emodinamica <strong>del</strong> paziente. In<br />
questo caso, la coloscopia può anche essere effettuata dopo l’adeguata<br />
preparazione <strong>del</strong> colon 9 .Significativi reperti alla coloscopia includono<br />
l’identificazione di una sede di sanguinamento attivo, l’identificazione di<br />
un vaso visibile non sanguinante, un coagulo adeso ad un orifizio diverticolare<br />
ulcerato, un coagulo adeso ad una lesione <strong>del</strong>la mucosa, o sangue<br />
fresco localizzato in un particolare <strong>tratto</strong> <strong>del</strong> colon. Analogamente,<br />
il riscontro di sangue fresco solo a livello <strong>del</strong>l’ileo terminale, dopo un’endoscopia<br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore risultata negativa, suggerisce<br />
fortemente la presenza di una sede di sanguinamento localizzata nell’intestino<br />
tenue. È importante che lesioni occasionali come i coaguli situati<br />
a livello di plurimi orifizi diverticolari, le malformazioni arterovenose<br />
non sanguinanti, i polipi non sanguinanti, i diverticoli non sanguinanti,<br />
non siano considerati come sedi sicure di emorragia recente. La<br />
causa e la sede <strong>del</strong>l’emorragia possono essere attribuite solo a lesioni con<br />
chiare stigmate di sanguinamento.<br />
I pazienti che si presentano con emorragia massiva <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
inferiore sono pessimi candidati alla coloscopia in<br />
emergenza. In primo luogo, perché in assenza di preparazione la coloscopia<br />
presenta problemi tecnici dovuti alla difficoltà di ripulire<br />
adeguatamente la superficie mucosa dal sangue vecchio e nuovo, e<br />
osservare un vaso attivamente sanguinante in un colon non preparato<br />
è difficile anche per il più esperto degli endoscopisti. In secondo<br />
luogo, perché i pazienti con emorragia massiva hanno un’instabilità<br />
emodinamica che preclude l’uso <strong>del</strong>la sedazione e incrementa il rischio<br />
di ipossiemia e complicanze. Inoltre, la coloscopia può ostacolare<br />
e rendere difficili le manovre di rianimazione.<br />
Per questi motivi, la coloscopia è generalmente indicata come prima<br />
procedura diagnostica nei pazienti con un’emorragia attiva di<br />
grado moderato, o <strong>acuta</strong> severa, ma già cessata al momento <strong>del</strong>l’inda-<br />
Figura 42-6. Iter diagnostico nella valutazione <strong>del</strong>l’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong><br />
<strong>gastroenterico</strong> inferiore. (Modificata da Turnage RH: Acute gastrointestinal<br />
hemorrhage. In Greenfield LJ, Mulholland MW, Oldham<br />
KT [eds]: Surgery: Scientific Principles and Practice. Phila<strong>del</strong>phia, Lippincott-Raven,<br />
1997, p. 1158).<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 831<br />
gine. Essa è inoltre utilizzata come procedura di scelta nei pazienti<br />
con un’emorragia sviluppatasi dopo una polipectomia endoscopica.<br />
Angiografia viscerale selettiva<br />
L’arteriografia mesenterica è ampiamente utilizzata nella valutazione<br />
e nel trattamento dei pazienti con emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
inferiore. L’iniezione selettiva di mezzo di contrasto nell’arteria<br />
mesenterica superiore o nell’arteria mesenterica inferiore è in grado<br />
di identificare l’emorragia nei pazienti che hanno un sanguinamento<br />
di almeno 0,5 ml/min o superiore. Questa procedura può identificare<br />
accuratamente l’emorragia arteriosa nel 45-75% dei pazienti se<br />
essa è ancora attiva al momento <strong>del</strong>l’infusione <strong>del</strong> mezzo di contrasto.<br />
Data la caratteristica intermittente <strong>del</strong> sanguinamento <strong>del</strong> <strong>tratto</strong><br />
<strong>gastroenterico</strong> inferiore dovuto alla diverticolosi, alle malformazioni<br />
arterovenose, e ad altre cause, esso può essere cessato al momento<br />
<strong>del</strong>l’esame 10 .Alcuni radiologi, al fine di identificare più accuratamente<br />
la sede <strong>del</strong>l’emorragia, hanno consigliato l’impiego di test di<br />
stimolazione, che comprendono l’iniezione intra-arteriosa di vasodilatatori,<br />
di eparina e di agenti fibrinolitici. Questo approccio può essere<br />
consigliabile solo nei pazienti con episodi di emorragia intermittente<br />
refrattaria, ma deve essere eseguito in condizioni di completa<br />
assistenza. Poiché il 90% dei casi di emorragia cessa spontaneamente,<br />
e solo il 10% dei pazienti risanguina, questi test evocativi<br />
sembrano essere inappropriati nella maggior parte dei pazienti.<br />
Nel 10% circa dei pazienti che eseguono un’angiografia possono<br />
verificarsi complicanze, rappresentate principalmente da ictus, insufficienza<br />
renale, trombosi <strong>del</strong>l’arteria femorale, immobilizzazione<br />
degli arti inferiori e formazioni di ematomi. Poiché la maggior parte<br />
dei pazienti con emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore ha età<br />
superiore a 60 anni, le co-morbidità, che includono malattie vascolari<br />
e insufficienza renale, possono renderli ad elevato rischio per<br />
questa procedura. L’angiografia è quindi riservata ai pazienti con evidenza<br />
di emorragia rilevante in atto.<br />
Scintigrafia con emazie marcate con Tecnezio-99m<br />
La scintigrafia con emazie marcate con Tecnezio-99m ha avuto variabile<br />
successo nella diagnosi <strong>del</strong>le emorragie <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
inferiore. In questa procedura, le emazie <strong>del</strong> paziente vengono<br />
marcate con un isotopo <strong>del</strong> Tecnezio e iniettate nuovamente nella<br />
circolazione <strong>del</strong> paziente. In occasione di ogni episodio emorragico,<br />
il sangue marcato si riversa nel lume intestinale creando un focus<br />
isotopico che può essere rilevato con una scintigrafia <strong>del</strong>l’addome.<br />
Diagnostica<br />
Embolizzazione o<br />
vasocostrittori intra-arteriosi<br />
Resezione chirurgica<br />
<strong>Emorragia</strong> <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore<br />
Sonda naso-gastrica e/o esofago-gastroduodenoscopia<br />
Escludere una sede <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore<br />
Rettoscopia<br />
Escludere una sede rettale<br />
<strong>Emorragia</strong> continua<br />
massiva<br />
Angiografia mesenterica<br />
selettiva<br />
Non diagnostica<br />
<strong>Emorragia</strong> lieve<br />
o intermittente<br />
Coloscopia<br />
Non diagnostica Diagnostica<br />
Scintigrafia con emazie marcate<br />
Clisma <strong>del</strong> tenue<br />
Scintigrafia <strong>del</strong> Meckel<br />
Enteroscopia<br />
Trattamento definitivo
832 ADDOME<br />
Con questa metodica può essere rilevato un sanguinamento di 0,1<br />
ml/min. Le immagini vengono registrate a intervalli regolari dopo<br />
l’iniezione, entro le prime 2 ore, e successivamente ogni 4-6 ore, o al<br />
momento <strong>del</strong>l’evidenza clinica <strong>del</strong>la recidiva emorragica 4 .Dopo essere<br />
stato riversato nel lume, il sangue procede lungo il colon, generalmente<br />
dal colon destro verso il sigma, ma occasionalmente anche<br />
in direzione retrograda a causa <strong>del</strong>le contrazioni <strong>del</strong> viscere.<br />
Se il sanguinamento è presente al momento <strong>del</strong>l’iniezione <strong>del</strong> tecnezio<br />
e <strong>del</strong>la scansione scintigrafica iniziale, la metodica può rilevare accuratamente<br />
la sede <strong>del</strong> sanguinamento sino all’85% dei casi 17 .Se il<br />
sanguinamento non è attivo al momento <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong>l’esame, o se si<br />
verifica in ritardo, la rilevazione con l’isotopo all’interno <strong>del</strong> lume può<br />
non essere accurata a causa <strong>del</strong> suo movimento all’interno <strong>del</strong> lume intestinale<br />
49 .In questo caso lo studio è accurato solo nel 40-60% dei pazienti<br />
– una percentuale poco superiore al 50% per determinare se il<br />
sanguinamento è nella parte destra o sinistra <strong>del</strong> colon. Pertanto, nei<br />
pazienti in cui la resezione chirurgica rappresenta l’opzione terapeutica<br />
per un’emorragia recidivante o persistente, il sanguinamento dovrebbe<br />
essere confermato o con un’angiografia o una coloscopia e la<br />
scintigrafia con emazie marcate può essere utilizzata solo come indagine<br />
preliminare per indirizzare il successivo esame di conferma.<br />
Trattamento<br />
Trattamento endoscopico<br />
La terapia endoscopica comprende l’uso <strong>del</strong>le stesse modalità utilizzate<br />
per l’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore: la terapia termica<br />
con heater probe, l’elettrocoagulazione, e la scleroterapia. Alcuni<br />
studi suggeriscono l’impiego <strong>del</strong>l’elettrocoagulazione per il sanguinamento<br />
dei diverticoli, sebbene questo approccio non sia stato ampiamente<br />
accettato. I tentativi impiegati per controllare endoscopicamente<br />
l’emorragia dei diverticoli possono infatti aggravare l’emorragia. Al<br />
contrario, le angiodisplasie sono facilmente trattabili per via endoscopica.<br />
Il sanguinamento in atto di un’angiodisplasia può essere controllato<br />
in oltre l’80% dei pazienti, sebbene il risanguinamento possa verificarsi<br />
in oltre il 15% dei casi. Il trattamento endoscopico <strong>del</strong>le angiodisplasie<br />
deve essere effettuato con cautela onde evitare il precipitare<br />
<strong>del</strong>l’emorragia. Molti endoscopisti raccomandano di trattare la lesione<br />
iniziando dalla periferia, obliterando prima i vasi periferici e poi il vaso<br />
centrale. La terapia endoscopica è inoltre raccomandata nel sanguinamento<br />
dopo recente polipectomia endoscopica. Il sanguinamento<br />
rappresenta una complicanza <strong>del</strong>la polipectomia nell’1-2% dei pazienti<br />
e può verificarsi sino a due settimane di distanza.<br />
Trattamento angiografico<br />
Nei pazienti in cui l’angiografia ha identificato la sede <strong>del</strong> sanguinamento,<br />
può essere appropriato un trattamento angiografico, sia<br />
per prendere tempo in previsione di un intervento chirurgico che<br />
per trattare in via definitiva pazienti ad alto rischio candidati all’intervento<br />
chirurgico 13 .Nei pazienti in cui riesce ad essere effettuata<br />
la cateterizzazione selettiva di un vaso mesenterico che fornisce<br />
direttamente la sede <strong>del</strong>l’emorragia, la terapia intra-arteriosa<br />
con vasocostrittori come la vasopressina può temporaneamente<br />
controllare il sanguinamento in oltre l’80% dei casi. Il risanguinamento<br />
è tuttavia frequente dopo la sospensione <strong>del</strong>la terapia. Le<br />
complicanze sono frequenti e gravi e comprendono l’ischemia <strong>del</strong><br />
miocardio, l’edema polmonare, la trombosi mesenterica, e l’iponatriemia.<br />
L’infusione intra-arteriosa di vasopressina non dovrebbe<br />
essere impiegata nei pazienti con coronaropatia e con altre patologie<br />
vascolari. Il ruolo primario di questa terapia è quindi quella di<br />
controllare temporaneamente il sanguinamento prima di pianificare<br />
un intervento chirurgico definitivo in emergenza.<br />
L’embolizzazione transcatetere di un sanguinamento massivo<br />
può inoltre essere utilizzata per i pazienti che sono pessimi candidati<br />
all’intervento chirurgico. L’embolizzazione mediante gelatina<br />
o microspirali è in grado di controllare temporaneamente il sanguinamento<br />
da angiodisplasia e diverticoli. Data la mancanza di un<br />
approvvigionamento ematico collaterale alla parete <strong>del</strong> colon, queste<br />
procedure possono essere complicate dall’infarto <strong>del</strong> colon che<br />
si presenta con dolore addominale, febbre e sepsi. Pertanto, come<br />
per la terapia vasocostrittiva, questa procedura dovrebbe essere ristretta<br />
ai pazienti non operabili oppure dovrebbe essere impiegata<br />
come una misura temporanea in presenza di un’emorragia massiva<br />
prima di un intervento chirurgico definitivo.<br />
Chirurgia<br />
La chirurgia è indicata per i pazienti con emorragia in atto o recidivante.<br />
In presenza di un’emorragia <strong>acuta</strong>, rappresentano un’indicazione<br />
alla colectomia in urgenza la necessità di trasfusioni continue o di<br />
trasfondere oltre 6 unità di emazie concentrate, e una persistente instabilità<br />
emodinamica. I pazienti che sviluppano emorragie recidivanti<br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore possono essere trattati con una colectomia,<br />
poiché il rischio di recidiva emorragica aumenta con il tempo.<br />
Nei pazienti con emorragia colica persistente o ricorrente è indicata<br />
una colectomia segmentaria. In questo caso dovrebbe essere fatto<br />
ogni sforzo per localizzare la sede <strong>del</strong>l’emorragia cosicché possa essere<br />
effettuata un’emicolectomia piuttosto che una colectomia sub-totale<br />
alla cieca. La certezza <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong>l’emorragia è di fondamentale importanza;<br />
un intervento basato solo sul risultato <strong>del</strong>la scintigrafia con<br />
emazie marcate può esitare in una recidiva emorragica in oltre il 35%<br />
dei pazienti. La colectomia totale “cieca” comporta una morbilità perioperatoria<br />
significativamente elevata, ed è associata ad un tasso di<br />
mortalità che in alcuni studi si avvicina al 25%. La diarrea e il transito<br />
intestinale <strong>del</strong>le feci molto rapido dopo colectomia totale, possono<br />
inoltre rappresentare condizioni debilitanti per i pazienti anziani.<br />
La mortalità dopo colectomia per un’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong><br />
<strong>gastroenterico</strong> inferiore è mediamente inferiore al 5%. Come nell’emorragia<br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> superiore, il sanguinamento non è<br />
la causa <strong>del</strong> decesso, il quale è invece determinato da altre cause come<br />
polmonite, eventi cardiovascolari, e insufficienza renale, soprattutto<br />
nei pazienti più anziani con multiple recidive emorragiche. Un<br />
trattamento tempestivo e ben pianificato è accompagnato da una<br />
buona prognosi nella maggior parte dei pazienti.<br />
EMORRAGIA GASTROENTERICA<br />
DA CAUSA NON NOTA<br />
L’intestino tenue è raramente la sede di un’emorragia <strong>acuta</strong>. Solo nel<br />
2-5% dei pazienti con emorragia gastroenterica <strong>acuta</strong>, la sede <strong>del</strong><br />
sanguinamento è localizzata nell’intestino tenue. Questa bassa frequenza<br />
è un evento fortunato poiché il piccolo intestino è un organo<br />
molto difficile da studiare, e la precisa localizzazione <strong>del</strong>la lesione<br />
sanguinante avviene caratteristicamente con ritardo. L’emorragia<br />
<strong>del</strong>l’intestino tenue è frequentemente episodica, caratterizzata da<br />
emorragie ricorrenti e intense, che cessano spontaneamente per recidivare<br />
settimane o mesi più tardi. La maggior parte dei pazienti è valutata<br />
in più occasioni dopo diversi episodi emorragici, prima che<br />
venga posta una diagnosi corretta ed un’efficace terapia 30 .<br />
Nello studio di Szold e coll. 50 , il paziente che giunge con emorragia<br />
gastroenterica <strong>acuta</strong> di origine non nota ha avuto intermittenti<br />
episodi emorragici nel corso di un periodo medio di 26 mesi, è stato<br />
sottoposto da 1 a 20 esami diagnostici, ed ha ricevuto mediamente<br />
circa 20 unità di emazie concentrate, prima di giungere alla diagnosi.<br />
Le cause <strong>del</strong>l’emorragia identificate nei 71 pazienti esaminati in<br />
questo studio sono mostrate nella Tabella 42-6.<br />
TABELLA 42-6. Sedi di sanguinamento <strong>gastroenterico</strong> da origine<br />
non nota: riscontri in 71 pazienti trattati con intervento chirurgico<br />
Diagnosi Pazienti (%)<br />
Malformazione arterovenosa 40<br />
Leiomioma <strong>del</strong> piccolo intestino 11<br />
Adenocarcinoma <strong>del</strong> piccolo intestino 7<br />
Linfoma <strong>del</strong> piccolo intestino 6<br />
Morbo di Crohn 6<br />
Stomaco a “watermelon” 4<br />
Diverticolo di Meckel 4<br />
Leiomiosarcoma <strong>del</strong> piccolo intestino 3<br />
Metastasi di carcinoma <strong>del</strong> colon 3<br />
al piccolo intestino<br />
Varici <strong>del</strong> piccolo intestino 3<br />
Melanoma <strong>del</strong> piccolo intestino 3<br />
Altre 10<br />
Totale 100<br />
Riprodotta da Am J Surg, Vol. 163, Szold A, Katz L, Lewis B: Surgical approach<br />
to occult gastrointestinal bleeding, pp. 90-93, Copyright 1992, su gentile<br />
concessione di Excerpta Medica Inc.
Presentazione clinica e valutazione iniziale<br />
La presentazione clinica dei pazienti con emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong>l’intestino<br />
tenue è simile a quella <strong>del</strong>l’emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
inferiore proveniente da una sede colica. Le priorità nel trattamento<br />
di questi pazienti sono la rianimazione, seguita da una rapida esecuzione<br />
degli esami diagnostici: una endoscopia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong><br />
superiore nei pazienti emodinamicamente instabili con ematochezia<br />
e l’aspirazione naso-gastrica seguita da un’angiografia viscerale<br />
selettiva o da una coloscopia in emergenza nei pazienti con melena. Il<br />
ruolo <strong>del</strong>la scintigrafia con emazie marcate resta controverso, come già<br />
osservato per l’emorragia <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore 47 .<br />
Raramente, nel paziente con un’importante emorragia in atto proveniente<br />
dal piccolo intestino, gli esami diagnostici possono identificare<br />
la sede <strong>del</strong>l’emorragia. La coloscopia può rilevare un’emorragia<br />
proveniente dalla valvola ileo-ciecale o una raccolta di sangue nell’ileo<br />
terminale, mentre l’angiografia mesenterica selettiva può evidenziare<br />
la sede <strong>del</strong> sanguinamento da una <strong>del</strong>le molte possibili sedi <strong>del</strong><br />
piccolo intestino. Ovviamente, è fondamentale non solo riconoscere<br />
il piccolo intestino come la sede <strong>del</strong>l’emorragia ma anche identificare<br />
la sede precisa nel contesto <strong>del</strong>l’organo, in modo da effettuare una<br />
limitata resezione intestinale.<br />
Nella maggior parte dei pazienti, tuttavia, il sanguinamento è terminato<br />
prima che vengano completati gli esami diagnostici e un loro<br />
impiego tempestivo permette la diagnosi ed una terapia definitiva.<br />
Valutazione dei pazienti dopo un episodio<br />
di sospetta emorragia <strong>del</strong> piccolo intestino<br />
La valutazione <strong>del</strong> paziente dopo una sospetta emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong><br />
piccolo intestino dovrebbe comprendere un esame endoscopico e<br />
un’indagine radiografica 42 .Un intervento chirurgico esplorativo, in<br />
assenza di esami diagnostici, dev’essere evitato poiché il chirurgo raramente<br />
è in grado di identificare la sede di un sanguinamento attivo<br />
<strong>del</strong>l’intestino tenue basandosi solo sull’ispezione e la palpazione<br />
<strong>del</strong>le anse. Un’esplorazione chirurgica indiretta ha un elevato rischio<br />
di fallimento e non dovrebbe essere effettuata ad eccezione dei pazienti<br />
con emorragia <strong>acuta</strong> massiva dissanguante.<br />
Clisma <strong>del</strong> tenue<br />
Il clisma <strong>del</strong> tenue è uno studio radiologico con contrasto <strong>del</strong> piccolo<br />
intestino che può identificare correttamente masse e alterazioni<br />
strutturali <strong>del</strong>la mucosa, come per esempio lesioni ulcerative e<br />
infiammatorie, in oltre l’80% dei casi. Il clisma dovrebbe essere effettuato<br />
come primo esame nella maggior parte dei pazienti che<br />
hanno avuto un episodio di emorragia <strong>del</strong> piccolo intestino. Al<br />
contrario, lo studio radiologico seriato <strong>del</strong> tenue non è adeguato<br />
per valutare questi pazienti e non dovrebbe essere utilizzato. Il clisma<br />
<strong>del</strong> tenue, tuttavia, può non identificare le angiodisplasie, le<br />
più comuni cause di sanguinamento.<br />
Endoscopia <strong>del</strong>l’intestino tenue<br />
L’endoscopia <strong>del</strong> tenue, o enteroscopia, può essere effettuata con due<br />
metodi. L’enteroscopia (“push” enteroscopy) <strong>del</strong>l’intestino tenue utilizza<br />
un colonscopio pediatrico per visualizzare direttamente la porzione<br />
prossimale <strong>del</strong> piccolo intestino 32 . La procedura richiede particolare<br />
esperienza endoscopica, e la completa visualizzazione <strong>del</strong>l’intestino<br />
tenue solitamente non è possibile. L’enteroscopia con sonda<br />
(Sonde enteroscopy) è effettuata con un piccolo strumento a fibre<br />
ottiche che viene introdotto nel digiuno prossimale montato su un<br />
colonscopio. Dopo che è stato introdotto, viene gonfiato un pallone<br />
sull’enteroscopio, e lo strumento viene sospinto attraverso il lume<br />
<strong>del</strong> piccolo intestino dalla peristalsi. Diverse ore dopo, una radiografia<br />
<strong>del</strong>l’addome può determinare il <strong>tratto</strong> di intestino attraversato<br />
dalla sonda. Quando l’enteroscopio ha raggiunto la valvola ileo-ciecale,<br />
viene lentamente ritirato attraverso l’intestino e può essere effettuata<br />
un’attenta ispezione <strong>del</strong>la mucosa con lenti ad angolo di visione<br />
di 120 gradi 30 .Con questa tecnica è possibile identificare anche<br />
piccole lesioni <strong>del</strong>la mucosa e le angiodisplasie, ma non è possibile<br />
effettuare biopsie. L’enteroscopia con sonda può essere effettuata con<br />
successo nel 70% circa dei pazienti, sebbene sia scarsamente tollerata.<br />
L’esperienza con l’enteroscopia con sonda è ancora limitata; essa<br />
è una procedura di raro impiego anche nei più avanzati Centri di<br />
chirurgia ad orientamento gastroenterologico.<br />
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 833<br />
Endoscopia intraoperatoria<br />
La maggior parte dei chirurghi ha adottato l’impiego <strong>del</strong>la procedura<br />
endoscopica combinata all’intervento chirurgico per valutare il<br />
piccolo intestino. Durante la laparotomia esplorativa, l’enteroscopia<br />
<strong>del</strong> tenue viene effettuata dall’endoscopista. Il chirurgo palpa con cura<br />
il piccolo intestino sotto l’enteroscopio mentre questo procede<br />
nella visualizzazione. Le luci <strong>del</strong>la sala operatoria vengono abbassate<br />
per osservare meglio le angiodisplasie con la transilluminazione. L’identificazione<br />
di una lesione ulcerata <strong>del</strong>la mucosa o di un’isolata o<br />
multiple aree di angiodisplasia permetteo un trattamento chirurgico<br />
definitivo mediante la resezione <strong>del</strong> tenue. Questo approccio combinato<br />
può identificare la sede <strong>del</strong> sanguinamento in oltre 70% dei pazienti.<br />
Nei pazienti con precedente riscontro angiografico di angiodisplasia,<br />
può essere confermata la precisa sede <strong>del</strong>l’angiodisplasia<br />
per permettere una resezione limitata.<br />
Angiografia mesenterica selettiva<br />
L’angiografia selettiva <strong>del</strong>l’arteria mesenterica superiore permette di<br />
identificare le angiodisplasie, se presenti, in oltre il 60% dei pazienti.<br />
Tuttavia, la correlazione tra presenza di angiodisplasia ed episodi<br />
emorragici è più problematica se la lesione non è attivamente sanguinante<br />
al momento <strong>del</strong>l’esame. Le angiodisplasie sono lesioni comuni,<br />
acquisite, con sanguinamento imprevedibile. La cateterizzazione<br />
selettiva <strong>del</strong>l’arteria tributaria principale <strong>del</strong>la lesione permette<br />
di iniettare una soluzione, come il blu di metilene, per colorare il<br />
segmento intestinale sanguinante e permetterne il riconoscimento<br />
intraoperatorio. L’infusione intra-arteriosa selettiva di vasopressina<br />
o l’embolizzazione con collagene o spirali può esser utilizzate per arrestare<br />
temporaneamente l’emorragia nei pazienti con sanguinamento<br />
grave, ma dovrebbe essere seguita dalla resezione chirurgica<br />
<strong>del</strong> <strong>tratto</strong> di intestino interessato.<br />
Scintigrafia <strong>del</strong> diverticolo di Meckel<br />
Il diverticolo di Meckel può contenere mucosa gastrica ectopica in grado<br />
di secernere acido. Questo può causare lesioni ulcerose nell’adiacente<br />
mucosa <strong>del</strong> piccolo intestino. In questo esame scintigrafico, noto<br />
come scintigrafia <strong>del</strong> Meckel, le cellule parietali <strong>del</strong>la mucosa gastrica<br />
ectopica captano il 99m Tc-pertecnato, e vengono rilevate da una<br />
gamma camera. Anche le duplicazioni congenite <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> intestinale<br />
possono contenere mucosa gastrica ectopica che può essere evidenziata<br />
con questo esame. Questa procedura dovrebbe rappresentare la valutazione<br />
iniziale nei pazienti giovani, in cui il diverticolo di Meckel è<br />
la più comune causa di sanguinamento <strong>del</strong> piccolo intestino.<br />
Eziologia e trattamento<br />
Angiodisplasia<br />
Le angiodisplasie sono responsabili <strong>del</strong> 50-75% dei casi di emorragia<br />
proveniente dal piccolo intestino nei pazienti di età superiore a 50<br />
anni e <strong>del</strong> 30-40% dei casi nei pazienti più giovani. Le angiodisplasie<br />
sono lesioni acquisite, più comuni nel colon destro, anche se possono<br />
essere rinvenute in qualsiasi parte <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> 52 .Il loro<br />
sanguinamento è caratteristicamente episodico, tale da renderne<br />
difficile la diagnosi. Le lesioni possono essere identificate con angiografia<br />
o enteroscopia. Nei pazienti in cui queste lesioni vengono diagnosticate<br />
endoscopicamente è possibile tentare un trattamento endoscopico<br />
con scleroterapia o coagulazione prima di procedere all’esplorazione<br />
chirurgica. Tuttavia, nei pazienti in cui le misure endoscopiche<br />
falliscono, è indicata la resezione chirurgica segmentaria <strong>del</strong><br />
piccolo intestino. Le angiodisplasie sono lesioni che vengono acquisite<br />
con l’età e oltre il 25% di pazienti sviluppa nuove emorragie a<br />
causa <strong>del</strong>lo svilupparsi di nuove lesioni negli anni successivi alla resezione;<br />
per questo motivo è utile che i pazienti con angiodisplasia<br />
vengano seguiti con follow-up a lungo termine.<br />
Le teleangiectasie <strong>del</strong>la sindrome di Rendu-Olser-Weber sono lesioni<br />
distinte dalle angiodisplasie. La maggior parte dei pazienti con<br />
questa patologia ereditaria è giovane e mostra lesioni a livello <strong>del</strong>la<br />
cute e <strong>del</strong>la mucosa orale ed acquisisce lesioni gastrointestinali che<br />
tendono a sanguinare verso la quarta decade di vita, o successivamente.<br />
Queste teleangiectasie sono diffuse, e l’intervento chirurgico<br />
non è una terapia appropriata. Per queste lesioni ha riportato un certo<br />
successo il trattamento con estrogeni coniugati che tendono a ridurre<br />
la frequenza e la gravità <strong>del</strong>l’emorragia.
834 ADDOME<br />
Neoplasie<br />
Le neoplasie sono la seconda causa più comune di emorragia <strong>del</strong> piccolo<br />
intestino. La maggior parte <strong>del</strong>le neoplasie è di natura benigna<br />
e comprende leiomiomi, schwannomi e lipomi, sebbene anche i tumori<br />
maligni possano sanguinare, inclusi il leiomiosarcoma, l’adenocarcinoma,<br />
il linfoma, i carcinoidi, ed altri. La necrosi centrale <strong>del</strong>la<br />
neoplasia è la causa nel sanguinamento. La diagnosi viene posta<br />
con il clisma <strong>del</strong> tenue o con la tomografia computerizzata <strong>del</strong>l’addome.<br />
La terapia consiste nella resezione chirurgica.<br />
Diverticolo di Meckel<br />
Il diverticolo di Meckel è un residuo embrionale <strong>del</strong> dotto vitellino,<br />
e può essere riscontrato nei 100 centimetri terminali <strong>del</strong>l’ileo in circa<br />
il 2% <strong>del</strong>la popolazione. Esso è la più comune causa di emorragia<br />
<strong>del</strong> piccolo intestino nei pazienti di età inferiore a 30 anni. Il sanguinamento<br />
può essere intenso, e nei pazienti giovani con emorragie in<br />
atto o instabilità emodinamica può essere appropriata anche una<br />
tempestiva laparotomia esplorativa, dopo un esame endoscopico risultato<br />
negativo. La scintigrafia con Tecnezio è positiva in circa il<br />
60% dei pazienti. L’asportazione chirurgica <strong>del</strong> diverticolo è consigliabile<br />
anche nei pazienti che hanno avuto un’emorragia in passato.<br />
Diverticoli digiunali<br />
I diverticoli <strong>del</strong> digiuno sono pseudodiverticoli acquisiti che si sviluppano<br />
all’interno dei foglietti <strong>del</strong> mesentere nel piccolo intestino. Questi diverticoli<br />
sono presenti nell’1-2% dei pazienti, e si stima che l’emorragia<br />
si sviluppi nel 5% dei casi 18 .Il sanguinamento può essere identificato<br />
dall’angiografia, che mostra una raccolta di sangue nel diverticolo, oppure<br />
dall’endoscopia. La resezione chirurgica è il trattamento ottimale.<br />
Cause rare di emorragia gastroenterica<br />
da una sede non nota<br />
L’emorragia gastroenterica <strong>acuta</strong> da una sede non nota può essere<br />
causata da molte patologie. Queste comprendono l’enterite da raggi,<br />
le varici <strong>del</strong> piccolo intestino, il morbo di Crohn, la tubercolosi, la sifilide,<br />
il tifo, l’istoplasmosi, le vasculiti, le lesioni ulcerose <strong>del</strong> piccolo<br />
intestino in presenza di tumori secernenti gastrina, e le lesioni Dieulafoy.<br />
Il trattamento medico è appropriato per la maggior parte <strong>del</strong>le<br />
cause infettive e nei pazienti con sindrome di Zollinger-Ellison.<br />
L’enterectomia viene invece richiesta nelle altre patologie.<br />
Le malattie <strong>del</strong> pancreas possono causare un’emorragia digestiva<br />
<strong>acuta</strong> quando il sangue viene riversato nel duodeno attraverso il dotto<br />
pancreatico. Questo sanguinamento è stato riportato in presenza<br />
di pancreatite <strong>acuta</strong>, pancreatite cronica con rottura di micro-pseudoaneurismi<br />
pancreatici dopo pancreatectomia, e nei tumori pancreatici<br />
39 .Il sanguinamento è una complicanza rara di queste patologie.<br />
L’angiografia può confermare la presenza di uno pseudoaneurisma<br />
e consente tramite l’embolizzazione di controllare l’emorragia.<br />
La resezione pancreatica è un trattamento appropriato, ma dipendente<br />
dalle condizioni cliniche <strong>del</strong> paziente.<br />
Anche il fegato può essere la sede presunta di un’emorragia gastroenterica<br />
<strong>acuta</strong>. Il sanguinamento nel dotto epatico si presenta come emorragia<br />
gastroenterica quando il sangue giunge nel duodeno passando dal<br />
dotto biliare comune. Tale condizione è nota come emobilia. L’emobilia<br />
è stata riportata in seguito a trauma epatico con sviluppo di un ematoma<br />
intraepatico, ad un aneurisma epatico o ad altre malformazioni vascolari,<br />
a tumori epatici, ascessi epatici, o dopo resezione epatica o biopsia<br />
percutanea <strong>del</strong> fegato. Questa diagnosi è di solito presa in considerazione<br />
sulla base <strong>del</strong> contesto clinico e quando la valutazione endoscopica<br />
nel corso di emorragia <strong>acuta</strong> mostra sangue che giunge nel duodeno<br />
attraverso l’ampolla di Vater. L’angiografia viscerale selettiva è di solito<br />
utile per definire la sede <strong>del</strong>l’emorragia e spesso permette un trattamento<br />
definitivo mediante l’embolizzazione intra-arteriosa.<br />
BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA<br />
Kollef MH, Canfield DA, Zuckerman G: Triage considerations for patients with acute<br />
gastrointestinal hemorrhage admitted to a medical intensive care unit. Crit Care<br />
Med 23:1048-1054, 1995.<br />
Questo importante articolo identifica i parametri clinici, indipendenti dai reperti endoscopici,<br />
utili per predire la prognosi negativa per i pazienti con emorragia gastroenterica <strong>acuta</strong>.<br />
Esso fornisce inoltre un utile algoritmo per l’approccio clinico al paziente emorragico.<br />
Laine L, Peterson W: Bleeding peptic ulcer (Review). Med Prog 331:717-727, 1994.<br />
Questa review definisce le strategie per il trattamento dei pazienti con ulcera peptica sanguinante,<br />
basandosi su una dettagliata analisi <strong>del</strong>l’esperienza clinica. L’articolo è accompagnato<br />
da un’eccellente rassegna bibliografica.<br />
Lewis BS: Small intestinal bleeding. Gastroenterol Clin North Am 23: 67-91, 1994.<br />
Questo articolo riassume i criteri di valutazione dei pazienti con emorragia <strong>del</strong> piccolo<br />
intestino, analizzandone le cause, le strategie diagnostiche e le opzioni terapeutiche.<br />
Rikkers LF: The changing spectrum of treatment for variceal bleeding. Ann Surg 228:<br />
536:546, 1998.<br />
Questo articolo, destinato a divenire un classico <strong>del</strong>la letteratura scientifica, analizza la<br />
personale esperienza chirurgica degli autori nel trattamento dei pazienti con emorragia<br />
gastroenterica <strong>acuta</strong> secondaria ad ipertensione portale. L’articolo riporta l’approccio al<br />
trattamento di questi pazienti e l’evoluzione <strong>del</strong>le strategie terapeutiche nel corso degli<br />
ultimi 40 anni.<br />
Sanyal AJ, Freedman Aw, Luketic VA: Transjugular intrahepatic portosystemic shunts<br />
compared with endoscopic sclerotherapy for the prevention of recurrent variceal hemorrhage:<br />
A ramdomized, contolled trial. Ann Intern Med 126:849-857, 1997.<br />
L’articolo è uno dei primi studi comparativi tra shunt transgiugulare intraepatico portosistemico<br />
e procedure endoscopiche per la prevenzione <strong>del</strong>la recidiva emorragica da varici.Vengono<br />
<strong>del</strong>ineate nell’articolo pregi e difetti <strong>del</strong>le relative procedure.<br />
Szold A, Katz LB, Lewis BS: Surgical approach to occult gastrointestinal bleeding. Am J<br />
Surg 163:90-93, 1992.<br />
Questo articolo riassume l’esperienza di un singolo Centro nel trattamento di 89 pazienti<br />
consecutivi con emorragia ricorrente ad origine dall’intestino tenue. Sono sottolineate<br />
nell’articolo le difficoltà per giungere alla diagnosi e per operare una strategia terapeutica<br />
efficace.<br />
Wara P: Endoscopic prediction of major rebleeding: A prospective study of stigmata of<br />
hemorrhage in bleeding ulcer. Gastroenterology 88: 1029-1214, 1985.<br />
Questo articolo descrive un diffuso sistema di classificazione <strong>del</strong>le stigmate endoscopiche<br />
utilizzato per predire i rischi di recidiva emorragica nei pazienti con ulcera peptica sanguinante.<br />
Wolfe MM, Lichtenstein DR, Signh G: Gastrointestinal toxicity of nonsteroidal anti-inflammatory<br />
drugs. N Engl J Med 340:1888-1900, 1999.<br />
Questa rassegna riassume la patogenesi <strong>del</strong>le complicanze gastrointestinali indotte dai<br />
farmaci anti-infiammatori non steroidei.<br />
Zuckerman GR, Prakash C: Acute lower intestinal bleeding II. Etiology, therapy, and outcomes.<br />
Gastrointest Endosc 49:228-238, 1999.<br />
Questo completo articolo di revisione riassume importanti nozioni nel trattamento dei<br />
pazienti adulti con emorragia <strong>acuta</strong> <strong>del</strong> <strong>tratto</strong> <strong>gastroenterico</strong> inferiore.<br />
BIBLIOGRAFIA
EMORRAGIA ACUTA DEL TRATTO GASTROENTERICO 835