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Tesi Baldoni Tiziana - Idrogeologia quantitativa

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1. Introduzione<br />

1.2. Studi precedenti<br />

I primi studi geologici dell’area dei Monti Sibillini e, in particolare, del settore in<br />

esame, risalgono alla metà dell’800. Questi costituiscono il primo tentativo di un<br />

ordinamento stratigrafico dei terreni affioranti sulla base dei contenuti in macrofossili e delle<br />

analogie con formazioni coeve affioranti in altre parti dell’Appennino. Iniziano in questo<br />

stesso periodo anche le prime osservazioni sull’assetto strutturale. Lavori più accurati e<br />

precisi furono effettuati tra il 1931 ed il 1935 da Scarsella F. per la stesura del foglio<br />

geologico 132 “Norcia” della Carta Geologica d’Italia, pubblicato nel 1941. L’autore ha<br />

segnalato in questi studi e nei successivi: l’esistenza nel Giurassico, accanto alle successioni<br />

continue, con spessori notevoli, di condensazioni e riduzioni di serie; la rappresentazione<br />

della “grande piega - faglia con sovrascorrimenti” al margine orientale dei Sibillini; le<br />

modalità della transizione tra la facies Umbro – Marchigiana e quella Laziale – Abruzzese; la<br />

coincidenza del sovrascorrimento dei Sibillini con la linea Ancona - Anzio. Scarsella gettò<br />

quindi le basi per l’attuale studio dell’area, infatti, ancora oggi gli studiosi si basano sui suoi<br />

lavori.<br />

Vari lavori sono stati poi pubblicati per il foglio geologico “124” Macerata (1967), in<br />

cui vengono, ad esempio, segnalati i fenomeni di riduzione delle successioni giurassiche del<br />

Monte Sassotetto ed è rappresentato il rovesciamento che interessa i versanti orientali<br />

dell’area.<br />

Successivamente Centamore E. et al., (1969) in uno studio a carattere stratigrafico<br />

distinguono le diverse serie giurassiche (serie completa, serie condensata e serie composta)<br />

attribuendole ai dislivelli creatisi nel fondo marino in seguito alla tettonica giurassica.<br />

Parti dell’area sono state, poi, cartografate ed accuratamente studiate dal punto di<br />

vista stratigrafico da Centamore E. et al. (1971), Chiocchini M. et al. (1976), Lavecchia G.<br />

(1985), Cooper J.C. & Burbi L. (1987).<br />

L’Appennino Umbro - Marchigiano è stato interpretato secondo uno stile deformativo<br />

pellicolare (Lavecchia G. & Pialli G., 1980; Bally A.W. et al., 1986; Cooper J.C. & Burbi L.,<br />

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