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Documento PDF - UniCA Eprints

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I cardoli, 5-alchil-2,3-difenoli, si sono dimostrati tra i componenti<br />

più attivi. E’ stata dimostrata la relazione esistente tra la lunghezza<br />

della catena alchilica, il grado d’insaturazione e la loro attività<br />

antibatterica prevalentemente nei confronti dei batteri Gram + e dell’<br />

Elicobacter Pilori; in particolare catene lunghe permettevano il<br />

raggiungimento di un valore ottimale del rapporto tra carattere<br />

idrofilico ed idrofobico, necessario per una efficace alterazione della<br />

permeabilità cellulare dei batteri.<br />

Il cardolo con una catena alchilica C15, pur essendo tra i componenti<br />

minoritari del CNSL, tuttavia è anche risultato essere il composto<br />

più interessante come inibitore dell’attività della tirosinasi. Tale<br />

capacità può venire sfruttata per il controllo della proliferazione<br />

degli insetti e quindi come conservante alimentare.<br />

E’ noto, inoltre, che la tirosinasi gioca un ruolo importante nel<br />

processo di produzione della melanina, cosicché i suoi inibitori<br />

possono essere utilizzati come agenti sbiancanti della cute. Il<br />

cardolo, però, a causa del suo notevole potere irritante non può<br />

essere impiegato così come tale, pur ritenendo in se una grande<br />

attività. Ecco perché, una sua coniugazione con un supporto<br />

polimerico biocompatibile ed anallergico come il PEG, potrebbe<br />

renderne più agevole il suo impiego in terapia.<br />

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