Neolitico - ArcheoServer
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da pietre di piccola pezzatura e delimitate da muretti di blocchi<br />
calcarei. Le pareti erano state realizzate con la tecnica<br />
dell’”incannucciato”, cioè con un’intelaiatura di elementi lignei e<br />
un intreccio di rami e fibre vegetali rivestiti da uno strato di intonaco<br />
argilloso, di cui si sono recuperate ingenti quantità 155.<br />
Ceramica impressa (da Cipolloni Sampò)<br />
155 Lo studio degli intonaci è di fondamentale importanza per la ricostruzione<br />
delle strutture abitative e delle dinamiche di abbandono e di crollo. Spesso il rivestimento<br />
argilloso è stato sottoposto a processi di combustione, volontaria o accidentale,<br />
che lo hanno indurito e che hanno preservato le impronte degli elementi<br />
vegetali che costituivano l’intelaiatura delle abitazioni. Mentre la quantità<br />
e la distribuzione dei noduli di intonaco (concotto) crollati possono aiutare a ricostruire<br />
la pianta e l’alzato delle strutture abitative, le analisi archeometriche forniscono<br />
interessanti indicazioni di dettaglio: la caratterizzazione dei componenti<br />
permette di identificare le materie prime impiegate e la loro provenienza, mentre<br />
la misurazione del termomagnetismo residuo (TMR), attraverso l’esame<br />
dell’orientamento degli elettroni degli ossidi di ferro, permette di stabilire la posizione<br />
originaria dell’intonaco rispetto alla struttura e l’epoca di incendio. TOZZI &<br />
TASCA 1989; FIORENTINO et all. 2000.<br />
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