Neolitico - ArcheoServer
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ande orizzontali, campite da impressioni o incisioni allineate a formare<br />
motivi estremamente variegati. Si riscontrano sintassi organizzate<br />
a zig-zag, losanghe, cerchi, reticoli, motivi “a occhio” etc.,<br />
spesso configurate in modo da creare schemi antropomorfi e sottolineate<br />
da incrostazioni con paste di diverso colore (calcare bianco,<br />
ocra rossa etc.). Questa tendenza alla policromia potrebbe essere<br />
interpretata come tentativo di imitazione locale della ceramica<br />
dipinta dell’area sudorientale della penisola.<br />
L’impressione di una maggiore arcaicità delle ceramiche impresse<br />
“tradizionali” (o “pre-stentinelliane”, secondo la definizione di S.<br />
Tusa) rispetto a quelle decorate nello stile di Stentinello sembrerebbe<br />
confermata dalla successione stratigrafica del sito di Capo Alfiere,<br />
ma occorre rilevare che le date radiocarboniche disponibili per i<br />
diversi stili ceramici non si discostano molto: il complesso stentinelliano<br />
di Curinga è infatti datato a 5950÷5910 BC cal., e quello a ceramiche<br />
impresse arcaiche di Favella di Sibari a 5940÷5910 BC.<br />
Quest’ultimo villaggio 178 è stato oggetto di scavi sistematici dal<br />
1990 al 1998, che hanno fatto seguito ad alcuni sondaggi condotti<br />
negli anni ’60. Sono stati riconosciuti due orizzonti cronologici, il primo<br />
dei quali (datato 5860÷5630 BC cal.) è riferito alla ceramica impressa<br />
arcaica. L’abitato era stato impiantato su un terrazzo fluviale,<br />
in un ambiente palustre delimitato da un paleolaveo del Crati e<br />
circondato da aree forestate. I semi sono malamente conservati<br />
ma è attestata la presenza di orzo e di malerbe infestanti delle coltivazioni<br />
cerealicole, come la verbena e il papavero. Il record faunistico<br />
vede invece una netta prevalenza dei caprovini, con percentuali<br />
scarse di bovini e suini.<br />
Le strutture individuate consistono in una quarantina di fosse escavate<br />
nel terreno sabbioso, spesso ricolme di elementi di intonaco<br />
con impronte di legni e ramaglie e, pertanto, interpretate come<br />
“fondi di capanna” 179 .<br />
Le ceramiche possono essere suddivise in due distinte classi: una<br />
di impasto grossolano, con superfici ruvide o lisciate e decorazioni<br />
impresse, prevalentemente strumentali ma mai a punzone, che avvolgono<br />
tutta la superficie del recipiente e una di impasto più fine,<br />
a superfici levigate, con decorazioni prevalentemente cardiali che<br />
risparmiano la fascia sotto l’orlo.<br />
L’industria litica di Favella di Sibari è costituita da elementi caratteristici<br />
del primo <strong>Neolitico</strong> della penisola (geometrici, becchi perforatori,<br />
elementi di falcetto) ed è ricavata da supporti silicei di qualità<br />
piuttosto scadente o da quarzite microcristallina, mentre risulta<br />
del tutto assente l’ossidiana.<br />
178 TINÉ, NATALI & STARNINI 2000.<br />
179 Secondo un’interpretazione, per la verità abbastanza controversa, si tratterebbe<br />
di abitazioni costruite su tavolati lignei posti a coprire fosse a funzione drenante.<br />
TRAVERSO 1994; SIMONE& TINÉ 1990.<br />
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