Neolitico - ArcheoServer
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non-figurativo si articola in motivi di ispirazione antropomorfa, zoomorfa<br />
o in motivi del tutto astratti (definiti anche “emblematici”).<br />
La progressiva stilizzazione delle figure umane produce come esiti<br />
figure a bastone, a clessidra, a losanga, a croce greca e, addirittura,<br />
a spirale, con una tendenza alla proliferazione barocca di motivi<br />
spiraliformi o a meandro che trova confronto nelle decorazioni della<br />
ceramica di Serra d’Alto e in quelle parietali dell’ipogeo maltese<br />
di Hal Saflieni. Le figure animali stilizzate si presentano invece soprattutto<br />
sottoforma di semplici motivi “a pettine”.<br />
Il processo di Neolitizzazione della Sicilia non è ancora ben conosciuto,<br />
anche a causa della natura del record archeologico disponibile:<br />
si conoscono infatti collezioni di ceramiche e di industria litica<br />
recuperate in superficie già a partire dal secolo scorso in occasione<br />
di lavori agricoli, mentre sono ancora pochi gli scavi sistematici<br />
condotti con metodo pluridisciplinare. Inoltre, le attestazioni delle<br />
fasi più antiche del <strong>Neolitico</strong> appaiono piuttosto sporadiche, se<br />
confrontate con quelle delle successive fasi del <strong>Neolitico</strong> medio e<br />
recente. Un ulteriore problema per l’inquadramento della transizione<br />
all’agricoltura è costituito dalla difficile enucleazione di un vero<br />
e proprio Mesolitico siciliano, evidenziato da particolari forme di<br />
economia di sussistenza o da datazioni assolute, piuttosto che da<br />
industrie francamente mesolitiche. Una certa continuità tra livelli epipaleolitici/mesolitici<br />
e neolitici è peraltro ravvisabile al riparo di<br />
Perriere Sottano, presso Catania, e alla Grotta dell’Uzzo, in provincia<br />
di Trapani, di cui già si è trattato in precedenza.<br />
Lo stato della documentazione attualmente disponibile non permette<br />
di formulare una trattazione articolata sul carattere degli abitati,<br />
sulle scelte insediative, sull’economia o sulle manifestazioni rituali,<br />
mentre è possibile tracciare un quadro generale<br />
dell’evoluzione della cultura materiale, soprattutto attraverso<br />
l’esame della ceramica.<br />
S. Tiné e R. Maggi hanno recentemente riconosciuto sull’isola una<br />
facies occidentale a ceramica impressa, denominata Kronio (dal<br />
monte omonimo, nell’Agrigentino, dove negli anni Sessanta-<br />
Settanta è stata scavata la grotta S. Calogero) 173, che nelle stratigrafie<br />
di riferimento precede quella di Stentinello 174 (un tempo ritenuta<br />
la più antica) e che sarebbe più arcaica anche rispetto alle<br />
più antiche attestazioni ceramiche del Tavoliere e delle Tremiti (stile<br />
Prato Don Michele).<br />
La fase del Kronio è attestata in pochi siti in grotta dell’area occidentale<br />
(Grotta dell’Uzzo, Grotta del Kronio, Antro Fazello), ma<br />
173 TINÉ 1971; MAGGI 1977.<br />
174 La grotta di S. Calogero contiene un deposito pluristratificato in cui ai livelli<br />
con ceramiche impresse arcaiche si sovrappongono livelli pienamente stentinelliani<br />
con la progressiva comparsa di ceramiche tricromiche (stile di Capri), Serra<br />
d’Alto e Diana.<br />
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