Neolitico - ArcheoServer
Neolitico - ArcheoServer
Neolitico - ArcheoServer
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
zo) e vere e proprie tombe ipogee(es. Santa Barbara – ipogeo<br />
Manfredi 172). Nel sito di Trasano, poi, i livelli dello stile di Serra d’Alto<br />
sono caratterizzati dalla presenza di numerosi silos a campana, con<br />
imboccatura sigillata da blocchi di pietra, uno dei quali adibito a<br />
cella funeraria per due inumati accanto ai quali erano stati deposti<br />
un cranio di bue e una ciotola.<br />
Le cavità naturali continuano ad essere frequentate a scopo rituale,<br />
come la Grotta Pacelli, presso Bari, dove, in un settore delimitato<br />
da un muro di blocchi calcarei formanti una struttura absidata,<br />
è stata rinvenuta un’elegante testina fittile in terracotta.<br />
Di particolare importanza, a questo proposito, è la Grotta dei<br />
Cervi di Porto Badisco: parte di un sistema carsico formatosi nei depositi<br />
calcarei dell’Oligocene, fu scoperta da un gruppo di speleologi<br />
nel 1970 e indagata negli anni successivi da F. G. Lo Porto. I materiali<br />
recuperati nei depositi di riempimento documentano<br />
un’occupazione della grotta dal <strong>Neolitico</strong> all’età del Rame. Il livello<br />
inferiore, direttamente poggiante sullo sterile, comprendeva ceramiche<br />
dipinte a bande rosse e ceramiche graffite. A questo seguiva<br />
un livello con ceramiche Serra d’Alto e Diana e, infine, un livello<br />
con resti eneolitici riferibili alla cultura di Piano Conte. L’importanza<br />
della grotta è tuttavia legata soprattutto alle pitture parietali che<br />
decorano tre dei suoi corridoi interni, la cui pianta è stata artificialmente<br />
regolarizzata dall’uomo. Le pitture sono realizzate prevalentemente<br />
a monocromo con un pigmento di colore bruno di tonalità<br />
più o meno intensa, ricavato dal deposito di guano fossile di uno<br />
dei corridoi, ma sono attestate anche figure realizzate con un colore<br />
rosso più brillante, ricavato da ossido di ferro ed ematite. I soggetti<br />
raffigurati sono di carattere sia figurativo che non-figurativo,<br />
con varie gradazioni intermedie a seconda della maggiore o minore<br />
stilizzazione delle immagini. Il repertorio figurativo comprende<br />
immagini antropomorfe e zoomorfe, spesso assemblate a definire<br />
scene di caccia, o rappresentazioni di oggetti d’uso, mentre quello<br />
dividui associati a strumenti in pietra e a ceramiche dipinte nello stile di Serra<br />
d’Alto e di Diana-Bellavista.<br />
172 L’ipogeo Manfredi è ubicato ai margini del sito neolitico di S. Barbara ed è<br />
stato scavato in una formazione di calcarenite a ridosso di un fossato più antico,<br />
in parte rimaneggiato proprio durante i lavori di escavazione. La pianta, piuttosto<br />
articolata, è imperniata intorno a un corridoio di accesso inclinato (dromos), lungo<br />
6 m, che attraversa l’antico fossato (appositamente sbarrato con muri a secco)<br />
e conduce a un ingresso di forma squadrata attraverso il quale si accede a<br />
un vestibolo di forma ellissoidale. Lungo le pareti di quest’ultimo sono stati rinvenuti<br />
crani di cervidi muniti di corna. Un corridoio in asse con l’entrata conduce<br />
poi alla grande camera sepolcrale, anch’essa ricca di resti faunistici di cervidi. La<br />
sepoltura a inumazione era collocata nella parte sudoccidentale della camera e<br />
lungo le pareti si osservano segni cruciformi incisi e nicchie scavate nella roccia,<br />
interpretate come “poggia-lucerne”. Tra i resti culturali sono documentate ceramiche<br />
dipinte nello stile di Serra d’Alto e strumenti litici o in osso. Le datazioni radiocarboniche<br />
sono comprese tra 3850±120 e 3670±130 a.C. GENIOLA 1987.<br />
125