Neolitico - ArcheoServer

L’economia della cultura di Serra d’Alto, oltre che da traffici a
lunga distanza, è caratterizzata dall’agricoltura e dalla comparsa di
pratiche pastorali: alcuni manufatti fittili (es. colini) sembrano suggerire
una lavorazione del latte e le occupazioni in grotta (non più solo
a scopo funerario o cultuale) sono talora interpretate come indizi
della pratica della transumanza, che prevedeva soggiorni in tappe
diverse.
I rituali funerari appaiono ora maggiormente formalizzati: sono
presenti vere e proprie necropoli (Serra d’Alto, Pulo di Molfetta 170 ),
grotte adattate all’uso funerario (es. Cala Colombo 171 e Cala Sciz-
170 Il Pulo di Molfetta è una grande dolina di origine carsica formatasi nel Calcare
di Bari. I primi ritrovamenti risalgono addirittura al XVIII secolo, epoca nella
quale fu impiantata nell’area una miniera per l’estrazione del salnitro, ma ricerche
sistematiche si sono avute solo nel corso del Novecento, con il ritrovamento
di un importante insediamento del Neolitico antico. L’occupazione sembra aver
avuto inizio nel VI millennio, come documentano vari recipienti ceramici decorati
a impressioni, ed essersi protratta nel V e nel IV millennio: sono infatti attestate ceramiche
dipinte bicromiche (stile Passo di Corvo), tricromiche (stile Scaloria), nello
stile di Serra d’Alto e, infine, di tipo Diana. Mentre non si dispone di dati precisi riguardo
la planimetria dell’insediamento nelle varie fasi, si hanno informazioni
maggiori riguardo una vera e propria necropoli, costituita da 56 tombe a inumazione
rattratta entro fosse foderate con massi di calcare con corredi riconducibili
alla fase di Serra d’Alto. RADINA 1983.
171 A Cala Colombo è stata rinvenuta una piccola necropoli allestita nella calcarenite.
Uno degli ipogei, di forma allungata, conteneva i resti di almeno 24 in-
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Carta di distribuzione
delle ceramiche
tipo Serra
d’Alto (V millennio)
(da Cipolloni
Sampò)