Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF
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(4) Fernando Baroncini (Nino). (5) Si tratta ancora del tenente Muratori e non del capitano Pietro. (6) Urio Nanni. (7) Questa volta l'indicazione del capitano Pietro, comandante della brigata Giustizia e libertà, è esatta. (8) La Buozzi era una brigata di socialisti toscani che, in quel periodo, operava nel versante bolognese. (9) Quasi certamente si tratta di Guido Montanari (Gildo). (10) Bruno Morsiani (Berto). (11) Donatello Borgognoni. (12) Di questa relazione, come delle oltre di cui si parla, non abbiamo trovato traccia. Relazione sull'attività svolta da Petreni Walther* * * * L'8 settembre 1943 mi trovavo in servizio militare in Francia. Dai tedeschi fui fatto immediatamente prigioniero assieme a tutta la mia batteria. Però il giorno 10 organizzai la fuga assieme a 10 soldati del mio reggimento e dopo un vano tentativo riuscii a fuggire dal campo di concentramento. Dopo ben 32 giorni di cammino attraversando a piedi tutta la Francia, sotto continui rastrellamenti, riuscii a tornare il 22 ottobre presso i miei genitori che si trovavano per sfollamento a Pavana Pistoiese. Ben deciso a non presentarmi alle continue chiamate alle armi, cercai in ogni maniera un contatto con qualche persona che potesse indirizzarmi presso qualche formazione partigiana. Verso la metà di novembre del 1943 infatti mi incontrai con Bertini Ferdinando, rappresentante del P.S. nel comitato di Liberazione Nazionale di Prato (vedi relazione del Bertini). A lui presentai contemporaneamente il compagno Guido Carini, acceso antifascista il quale nel periodo immediato dell'8 settembre aveva rastrellato diverse armi dai militari in fuga di passaggio in questa zona. Col Bertini e il Carini si cercò subito di rastrellare ulteriormente la zona in cerca di armi con l'intenzione di formare un gruppo * Le note sono a pag. 57 52
armato fra gli elementi locali. Fu fatta molta propaganda e distribuita molta stampa fornitaci sempre dal Bertini tramite il comitato di Prato. Io personalmente mi feci promotore di una sottoscrizione a pro dei partigiani che rimisi regolarmente al Bertini. Questo periodo fu dedicato maggiormente a raccogliere e nascondere armi con grandi rischi poiché si doveva agire sempre in mezzo ai tedeschi e ai militi fascisti. Verso il 15 di marzo il Bertini mi propose, dietro consiglio del Comitato di Prato, di accettare l'incarico di capo cantiere della Tod (1) poiché nella mia qualità di geometra ero elemento adatto a fornire i piani di fortificazione tedesca e nello stesso tempo sabotare i lavori. Avrei nel contempo potuto imboscare gli elementi ricercati e i renitenti alla leva. Informato il Comitato di Prato e l'organizzatore di gruppi partigiani del P.C. del Comitato di Bologna, accettai l'incarico e infatti il 19 marzo 1944 partii per Cantagallo (Prato). Rimasi così in quella zona fino verso il 20 aprile adoprandomi come meglio potevo nell'incarico affidatomi, dopo di che abbandonai definitivamente la Tod. Frattanto il Bertini e il Carini vennero a contatto col dott. Ferrari Gastone e, per mezzo di questo, col comitato centrale di Bologna. Nell'aprile del 1944 si decise di costituire un Comitato clandestino di Liberazione Nazionale per la zona di Sambuca Pistoiese che risultò quindi costituito dai compagni: Bertini Ferdinando, dott. Ferrari Gastone, Carini Guido, e il sottoscritto Petreni Walther. Verso il 15 maggio si venne in contatto con Giannetto e Romolo Castelli della Div. Garibaldi Modenese i quali ci chiesero elementi armati per mandare nella formazione comandata da quest'ultimo. Raccogliemmo infatti una decina di elementi fra cui Lorini Domenico, Pieretti Fabio, Piana Giorgio, Masotti Carlo e oltre a questi del luogo, altri giovani fatti venire da Bologna i quali raggiunsero la zona di Madonna dell'Acero e viciniore. Con questi elementi rimanemmo sempre in contatto, per mezzo di varie staffette, per fornire loro generi vari che i genitori stessi ci facevano recapitare e per fornire a sua volta le famiglie di loro notizie. Dal comitato centrale di Bologna ci venne poi l'ordine di organizzare un servizio giornaliero di informazione che fu immediatamente stabilito. Questo servizio consisteva nel controllare giorno e notte il traffico nemico sulla strada nazionale e darne con 53
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armato fra gli elementi locali. Fu fatta molta propaganda e<br />
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sottoscrizione a pro <strong>dei</strong> partigiani che rimisi regolarmente al<br />
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Questo periodo fu dedicato maggiormente a raccogliere e<br />
nascondere armi con grandi rischi poiché si doveva agire sempre<br />
in mezzo ai tedeschi e ai militi fascisti. Verso il 15 di marzo il<br />
Bertini mi propose, dietro consiglio del Comitato di Prato, di<br />
accettare l'incarico di capo cantiere della Tod (1) poiché nella mia<br />
qualità di geometra ero elemento adatto a fornire i piani di<br />
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gruppi partigiani del P.C. del Comitato di Bologna, accettai<br />
l'incarico e infatti il 19 marzo 1944 partii per Cantagallo (Prato).<br />
Rimasi così in quella zona fino verso il 20 aprile adoprandomi<br />
come meglio potevo nell'incarico affidatomi, dopo di che abbandonai<br />
definitivamente la Tod.<br />
Frattanto il Bertini e il Carini vennero a contatto col dott.<br />
Ferrari Gastone e, per mezzo di questo, col comitato centrale di<br />
Bologna. Nell'aprile del 1944 si decise di costituire un Comitato<br />
clandestino di Liberazione Nazionale per la zona di Sambuca<br />
Pistoiese che risultò quindi costituito dai compagni: Bertini<br />
Ferdinando, dott. Ferrari Gastone, Carini Guido, e il sottoscritto<br />
Petreni Walther. Verso il 15 maggio si venne in contatto con<br />
Giannetto e Romolo Castelli della Div. Garibaldi Modenese i quali<br />
ci chiesero elementi armati per mandare nella formazione comandata<br />
da quest'ultimo. Raccogliemmo infatti una decina di elementi<br />
fra cui Lorini Domenico, Pieretti Fabio, Piana Giorgio, Masotti<br />
Carlo e oltre a questi del luogo, altri giovani fatti venire da<br />
Bologna i quali raggiunsero la zona di Madonna dell'Acero e<br />
viciniore. Con questi elementi rimanemmo sempre in contatto, per<br />
mezzo di varie staffette, per fornire loro generi vari che i genitori<br />
stessi ci facevano recapitare e per fornire a sua volta le famiglie di<br />
loro notizie.<br />
Dal comitato centrale di Bologna ci venne poi l'ordine di<br />
organizzare un servizio giornaliero di informazione che fu immediatamente<br />
stabilito. Questo servizio consisteva nel controllare<br />
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