Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF
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tramite la Mimì che faceva da staffetta con Bologna una lettera del Com.te Centrale con la quale mi si chiedeva di assumere il Com.do della Matteotti che trovavasi a Casa Lanzi, poiché il Cap.no Toni si era staccato dalla formazione con circa 10 uomini coi quali voleva tentare di arrivare in Romagna. Il 22 a Capugnano conobbi il Commissario Nino in casa di Donatello (11) . Egli mi fornì" più dettagliatamente notizie sulla formazione e m'informò pure del ritorno del Cap.no Toni in seno alla Matteotti. Presi conoscenza circa le disposizioni emanate dal C.L.N. di Bologna, onde accrescere e rafforzare la Matteotti, che doveva arrivare ad essere una Brig. su 4 Batg.ni di uno dei quali avrei assunto io il Comando, mentre restavano da stabilirsi i comandanti degli altri tre Batg.ni. Bologna avrebbe inviato armi e munizioni in gran numero, nonché uomini in gamba. Necessitava che io raggiungessi Toni per accordarmi su ogni particolare. Il 23 e 24 sera con la guida di Gomboli partii per Casa Lanzi assieme a Mattioli Alfredo, ed un altro partigiano. La mattina dopo alle 11 giungevo In formazione e conoscevo il Cap.no Toni. Con lui mi accordai circa la costituzione del mio Batg. e l'opportunità di spostarmi nella zona di M. Cavallo, dove il Cap.no Toni non appena gli uomini che versavano in condizioni di equipaggiamento pietose (mancanza assoluta di scarpe) si fossero un po' equipaggiati previo alcuni colpi di mano già elaborati, mi avrebbe raggiunto con tutta la Brigata. Il 28 ripartii da Casa Lanzi con 5 uomini coi compiti: 1) arruolare uomini per il Batg.; 2) procurare armi; 3) prendere contatto con Urio ed assorbirlo a patto che versasse il restante materiale di un lancio avuto e poi in parte intercettato e rubatogli dalle S.S.; 4) prepare l'accampamento, materiale da cucina, e viveri per poter accogliere la Brigata al suo arrivo in zona. Immediatamente mi recai a Lustrala da Berto onde sentire quali fossero le disponibilità di viveri di questa base, mentre inviavo il Toscanino ed un altro partigiano in cerca di Urio con l'ordine di portarlo al nostro campo necessitandomi vederlo e parlargli. Con Berto decisi che al più presto sarebbero stati compiuti colpi di mano onde rifornirci di grassi ed altri generi di cui mancavamo. Urio arrivò due giorni dopo, ed appena giunto all'accampamento, incidentalmente, ferì con un colpo di pistola il Toscanino a una gamba spezzandogli l'osso. Immediatamente assieme al compagno Berto si provvide a porre al sicuro il ferito ed all'intervento medico. Si prestò molto di buona voglia e 48
sollecitamente il dott. Evans Giagnoni che poi periodicamente curò il ferito, fino al suo primo internamento all'ospedale, quindi curò il partigiano Pastorini feritosi ad una mano durante un'azione notturna. Alcuni giorni dopo un colpo di mano fu compiuto ai danni del fascista Calistri in località Molino del Pallone; sequestrammo grassi ed olio (si veda relazione a suo tempo fatta), un altro colpo fu fatto ai danni del fascista repubblicano Italo Cecchini, merce sequestrata (si veda relazione fatta). Con buono regolare fu prelevato un maiale in località Alpe, nella stessa settimana in località Serrandoli sequestrammo al fascista repubblicano Cecchini Gino (Kg. 55 di pancetta) sottratta da costui all'alimentazione civile. Assieme al Bertini che sempre e dovunque si prestò ad accompagnarmi, mi recai più volte in località Treppio, Castel di Casio e Suviana dove raccolsi armi ed uomini per il Batg.ne. A Treppio il Sig. Ramazzotti Angiolino spontaneamente offerse per l'alimentazione di un distaccamento di 30 uomini che avevo al comando di Aldo Toti stanziato in zona viciniora: q. 3 di farina e q. 1 di riso. In località Badi venni a sapere che un gruppo di circa 20 soldati russi cercava di disertare dalle File dell'Esercito Tedesco intenzionati ad incorporarsi in una formazione partigiana. Riuscii a mettermi in contatto con loro tramite terzi e dopo alcuni giorni furono accompagnati sul Monte Cavallo ed aggregati agli altri partigiani (18 russi completamente armati ed equipaggiati). Un altro colpo di mano fu compiuto da Urio in località Croci di Capugnano ai danni del Sig. Daldi (vedasi relazione a suo tempo fatta). Ai primi di settembre giunse il Cap.no Toni con la Brigata. Provvidi con lui a sistemare gli uomini, lo misi al corrente di tutto. Tutti gli uomini già in zona compresi i russi passarono al suo diretto comando, dopo di che rientrai in seno al mio battaglione già costituito in tre gruppi di circa 25 uomini ciascuno, dislocati in località idonee all'assolvimento dei compiti che mi ero prefisso: 1) Impedire possibilmente il brillamento della Centrale Elettrica di Suviana, già minata dai Tedeschi. La pianta del fabbricato, le chiavi, l'ubicazione dell'esplosivo ed altri dettagli mi erano stati forniti dal tecnico Buscaroli Luciano col quale ebbi vari abboccamenti: 1) in casa del Sig. Bertini; 2) in casa dei fratelli Biagioli in località viciniora a Suviana. 2) Impedire il brillamento dei ponti di Taviano e di Ponte Venturina nonché della Centrale di Pavana. 49
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sollecitamente il dott. Evans Giagnoni che poi periodicamente curò<br />
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il partigiano Pastorini feritosi ad una mano durante un'azione<br />
notturna. Alcuni giorni dopo un colpo di mano fu compiuto ai<br />
danni del fascista Calistri in località Molino del Pallone; sequestrammo<br />
grassi ed olio (si veda relazione a suo tempo fatta), un<br />
altro colpo fu fatto ai danni del fascista repubblicano Italo<br />
Cecchini, merce sequestrata (si veda relazione fatta). Con buono<br />
regolare fu prelevato un maiale in località Alpe, nella stessa<br />
settimana in località Serrandoli sequestrammo al fascista repubblicano<br />
Cecchini Gino (Kg. 55 di pancetta) sottratta da costui<br />
all'alimentazione civile. Assieme al Bertini che sempre e dovunque<br />
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Castel di Casio e Suviana dove raccolsi armi ed uomini per il<br />
Batg.ne. A Treppio il Sig. Ramazzotti Angiolino spontaneamente<br />
offerse per l'alimentazione di un distaccamento di 30 uomini che<br />
avevo al comando di Aldo Toti stanziato in zona viciniora: q. 3 di<br />
farina e q. 1 di riso. In località Badi venni a sapere che un<br />
gruppo di circa 20 soldati russi cercava di disertare dalle File<br />
dell'Esercito Tedesco intenzionati ad incorporarsi in una formazione<br />
partigiana. Riuscii a mettermi in contatto con loro tramite<br />
terzi e dopo alcuni giorni furono accompagnati sul Monte Cavallo<br />
ed aggregati agli altri partigiani (18 russi completamente armati<br />
ed equipaggiati). Un altro colpo di mano fu compiuto da Urio in<br />
località Croci di Capugnano ai danni del Sig. Daldi (vedasi<br />
relazione a suo tempo fatta). Ai primi di settembre giunse il<br />
Cap.no Toni con la Brigata. Provvidi con lui a sistemare gli<br />
uomini, lo misi al corrente di tutto. Tutti gli uomini già in zona<br />
compresi i russi passarono al suo diretto comando, dopo di che<br />
rientrai in seno al mio battaglione già costituito in tre gruppi di<br />
circa 25 uomini ciascuno, dislocati in località idonee all'assolvimento<br />
<strong>dei</strong> compiti che mi ero prefisso:<br />
1) Impedire possibilmente il brillamento della Centrale Elettrica<br />
di Suviana, già minata dai Tedeschi. La pianta del fabbricato,<br />
le chiavi, l'ubicazione dell'esplosivo ed altri dettagli mi erano<br />
stati forniti dal tecnico Buscaroli Luciano col quale ebbi vari<br />
abboccamenti: 1) in casa del Sig. Bertini; 2) in casa <strong>dei</strong> fratelli<br />
Biagioli in località viciniora a Suviana.<br />
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Venturina nonché della Centrale di Pavana.<br />
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