Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF

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primi di ottobre più di 1.000 partigiani della divisione modenese di Armando) (10) , il comando alleato credette opportuno utilizzarci come truppa d'avanguardia. Da allora in poi teniamo appunto un settore del fronte come reparti di un esercito regolare. (1) Fernando Baroncini (Nino). (2) Sergio Giacometti. (3) Urio Nanni. (4) Alfredo Mattioli (Toscanino). (5) Non siamo riusciti ad identificare chi fosse Pippo. (6) Non siamo riusciti ad identificare chi fosse Ettore. (7) Pietro Pandiani, comandante della brigata Giustizia e Libertà. (8) In realtà, la maggior parte erano molinellesi. (9) La parte mancante si riferisce, quasi certamente, allo scontro che avvenne il 1° ottobre nei pressi di Capugnano. Una pattuglia tedesca attaccò un automezzo della Matteotti uccidendo due partigiani russi e ferendone quattro. (10) Mario Ricci (Armando). Relazione della Brigata Matteotti dalla sua costituzione alla fine dell'anno 1944* * * * La Brigata, che è stata costituita al 1 maggio 1944 per ordine del Comando Unico Regionale Emilia-Romagna, ebbe lo scopo immediato di raccogliere tutte le forze illegali operanti nell'Appennino Bolognese e raccogliere tutte le forze non ancora inquadrate nella zona. Sua prima base fu la Pineta di M. Granaglione, successivamente per ragioni di guerra fu al M. Cavallo, Donna Nuda, Monti Grossi, Orsigna, Scaffaiolo, M. Spigolino, Ospitale, Rocchetta, M. Fiorino. A Monte Fiorino, andò su ordine del Comando Unico, per ricevere mezzi di vestiti, casermaggio, armi, munizioni, che mancavano in •Questa relazione, che porta la data dell'8 marzo 1945, è stata fatta a Firenze da Baroncini — è firmata: Per il comando di Brigata, Nino — e doveva essere indirizzata ad un qualche comando militare italiano o agli organismi politici della Resistenza. Nel testo originale non è specificato. Si tratta di una breve sintesi dell'attività della brigata e preannuncia una relazione più dettagliata che sarà poi il Diario. 36

forte misure. Per ragioni di guerra la- permanenza fu di pochi giorni, e senza nulla ancora cioè con la nostra miseria, si dovette eseguire lo sganciamento ordinato e ritornare alla Rocchetta passando di notte la Giardino ed ivi arrivati passare sul Trignano, nel Bolognese, perché i tedeschi non ci lasciavano respiro. Alla Chiesina, per disposizione del Comando di Brigata, si raggnipparono nuovamente tutte le formazioni ed ivi dopo alcune settimane di riposo, si disponeva di raggiungere le altre forze che nel frattempo si erano raggnippate nella zona di Taviano, Sambuca Pistoiese, Castel di Casio, per un effettivo di circa 350 unità. In ogni località segnalata sopra, sono stati sostenuti aspri combattimenti che si concludevano in un legittimo sganciamento, perché troppo poche munizioni si aveva in dotazione e troppo relativa era la nostra massa di fuoco in relazione a quella nemica; la volontà e lo spirito superava tutto, la velocità negli sganciamenti e l'ombra dei boschi erano le armi sulle quali noi si poteva contare con sicurezza di superiorità. Ai primi di settembre le nostre forze erano dislocate come appresso: 110 al M. Granaglione, 100 a Sambuca, 50 a Castel di (Casio, 50 a Taviano, 40 a M. Cavallo, il Comando di Brigata lo teneva il compianto capitano Toni, ex ufficiale degli alpini, magnifica ed intrepida figura di italiano. Nello stesso mese le forze alleate operavano nella zona vicina sicché si stabilì il collegamento con loro a mezzo di nostre staffette, mentre le forze nemiche tedesche e fasciste operavano nella nostra stessa zona ai piedi delle montagne nei casolari, nelle borgate nei paesi presso la rotabile Pistoia-Bologna. Nel periodo dal 1° al 27 settembre, vi fu da parte nostra una forte attività di molestia e di pattugliamento, con buone vittorie ed acquisto di armi automatiche e pesanti, munizioni, distruzione di automezzi e relative merci trasportate, distruzione di magazzini di esplosivi per i guastatori rimasti in zona ad operare in retrovia e che ogni notte noi non si dava pace e tregua. Da segnalare in questo periodo la forte attività della formazione dei Russi (circa 64) che operavano in pattuglie miste con i nostri e che instancabili e feroci combattenti non hanno lasciato un uomo sulla strada alle loro opere di guastatori. Il 27 settembre avemmo comunicazione, che le truppe tedesche si ritiravano alla linea verde, zona già segnalata da noi al Comando alleato, come nuova linea di difesa posta al di là del Siila, 37

forte misure. Per ragioni di guerra la- permanenza fu di pochi<br />

giorni, e senza nulla ancora cioè con la nostra miseria, si dovette<br />

eseguire lo sganciamento ordinato e ritornare alla Rocchetta<br />

passando di notte la Giardino ed ivi arrivati passare sul Trignano,<br />

nel Bolognese, perché i tedeschi non ci lasciavano respiro.<br />

Alla Chiesina, per disposizione del Comando di Brigata, si<br />

raggnipparono nuovamente tutte le formazioni ed ivi dopo alcune<br />

settimane di riposo, si disponeva di raggiungere le altre forze che<br />

nel frattempo si erano raggnippate nella zona di Taviano, Sambuca<br />

Pistoiese, Castel di Casio, per un effettivo di circa 350 unità.<br />

In ogni località segnalata sopra, sono stati sostenuti aspri<br />

combattimenti che si concludevano in un legittimo sganciamento,<br />

perché troppo poche munizioni si aveva in dotazione e troppo<br />

relativa era la nostra massa di fuoco in relazione a quella nemica;<br />

la volontà e lo spirito superava tutto, la velocità negli sganciamenti<br />

e l'ombra <strong>dei</strong> boschi erano le armi sulle quali noi si poteva contare<br />

con sicurezza di superiorità.<br />

Ai primi di settembre le nostre forze erano dislocate come<br />

appresso: 110 al M. Granaglione, 100 a Sambuca, 50 a Castel di<br />

(Casio, 50 a Taviano, 40 a M. Cavallo, il Comando di Brigata lo<br />

teneva il compianto capitano Toni, ex ufficiale degli alpini,<br />

magnifica ed intrepida figura di italiano.<br />

Nello stesso mese le forze alleate operavano nella zona vicina<br />

sicché si stabilì il collegamento con loro a mezzo di nostre staffette,<br />

mentre le forze nemiche tedesche e fasciste operavano nella nostra<br />

stessa zona ai piedi delle montagne nei casolari, nelle borgate nei<br />

paesi presso la rotabile Pistoia-Bologna.<br />

Nel periodo dal 1° al 27 settembre, vi fu da parte nostra una<br />

forte attività di molestia e di pattugliamento, con buone vittorie ed<br />

acquisto di armi automatiche e pesanti, munizioni, distruzione di<br />

automezzi e relative merci trasportate, distruzione di magazzini di<br />

esplosivi per i guastatori rimasti in zona ad operare in retrovia e<br />

che ogni notte noi non si dava pace e tregua. Da segnalare in<br />

questo periodo la forte attività della formazione <strong>dei</strong> Russi (circa 64)<br />

che operavano in pattuglie miste con i nostri e che instancabili e<br />

feroci combattenti non hanno lasciato un uomo <strong>sulla</strong> strada alle<br />

loro opere di guastatori.<br />

Il 27 settembre avemmo comunicazione, che le truppe tedesche<br />

si ritiravano alla linea verde, zona già segnalata da noi al<br />

Comando alleato, come nuova linea di difesa posta al di là del Siila,<br />

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