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Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF

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mento della zona. La notte del 12 allora ci spingemmo con una<br />

marcia faticosissima nei dintorni di Ospitale; ma anche qui le<br />

prospettive non erano certo più allegre; il giorno prima numerosi<br />

reparti tedeschi, provenienti da diverse basi e anche dalla Toscana<br />

avevano disperso alcune formazioni che si trovavano nella zona,<br />

come potemmo apprendere dalla viva voce di sbandati che incontrammo<br />

dappertutto; l'indomani come ci venne detto da un<br />

informatore locale, ci sarebbe stata in tutto il territorio di Fanano<br />

una operazione in grande stile da parte avversaria. Si scorgeva<br />

nettissimamente che i tedeschi volevano liberare in modo definitivo<br />

dai partigiani tutto l'importante crinale che divide l'Emilia dalla<br />

Toscana, coi paesi adiacenti.<br />

Stando così le cose e avendo scarse previsioni che potessero<br />

migliorare, io credetti opportuno venire a una grave decisione. Fino<br />

allora avevamo ramingato da una località all'altra continuamente<br />

inseguiti senza possibilità di reagire e di difenderci perché così ci<br />

comandava il più elementare senso di responsabilità e di prudenza;<br />

avevamo sempre dovuto scappare anche senza scarpe perché non<br />

avevamo armi né sufficienti né efficienti; avevamo quindi patito la<br />

fame, il freddo e tante altre cose per nulla, senza concluder nulla<br />

di positivo. Questo lo sentivano soprattutto i migliori i quali mi<br />

dicevano spesso di essere venuti in montagna per combattere<br />

fascisti e tedeschi e non per darsela a gambe e nascondersi; ma<br />

questo influiva anche sul morale degli altri i quali si sentivano<br />

stanchi e demoralizzati da tutto quel lavorìo a vuoto, da tutte quelle<br />

sofferenze che non venivano consacrate da nessun risultato. Si<br />

aggiunga poi che diveniva sempre più difficile dar da mangiare<br />

in quei paesi poveri e desolati di montagna anche a un gruppo<br />

modesto di 35 persone come era il nostro. Perciò venni a una<br />

soluzione; dissi agli uomini che non potendo più continuare a vivere<br />

in quel modo, era bene dividerci in due gruppi; il primo, di circa 20<br />

uomini, si sarebbe diretto verso la zona di Capugnano dove c'era<br />

una nostra base di rifornimento e dove si sarebbe potuto sostare in<br />

attesa di tempi migliori; gli altri 15, in gran parte romagnoli (8) ,<br />

che erano gli elementi più affiatati e più disciplinati e più in<br />

gamba, sarebbero discesi con me verso la Bassa emiliana dove mi si<br />

assicurava dai più seri di loro che ci sarebbe stato molto da fare.<br />

L'impresa era rischiosa, non ce lo nascondevamo, perché si trattava<br />

di passare attraverso un territorio infestato da fascisti e tedeschi,<br />

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