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Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF

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invitò a seguirlo in quella zona dove assicurava per tutti noi, in<br />

breve volger di tempo, armamento ed equipaggiamento al completo.<br />

Poiché era proprio questa la spinosa questione che dovevamo<br />

risolvere, quella cioè di metterci in condizione di combattere, e<br />

poiché non ci si offrivano organizzazioni migliori su cui appoggiarci,<br />

ci risolvemmo di andare anche noi, al pari di tante altre<br />

formazioni, a Monte Fiorino.<br />

A Monte Fiorino avevamo l'intenzione di fermarci tanto quanto<br />

bastava per ricevere quello che ci era stato promesso; ma eravamo<br />

appena giunti che un attacco tedesco con forze potenti sfasciò in<br />

pochi giorni la resistenza <strong>dei</strong> partigiani e minacciò di circondare<br />

completamente la zona e di bloccarli tutti. Il 2 notte venne dato<br />

l'ordine di una ritirata generale; noi seguimmo la maggior parte<br />

delle formazioni che s'erano dirette alla volta di Fanano e ritornammo<br />

alla Rocchetta.<br />

Nei cinque giorni che restammo, avemmo modo di constatare<br />

che l'incertezza della nostra posizione si profilava sempre più<br />

chiaramente. La crisi latente già da tempo fra i partigiani s'aggravava<br />

e s'accelerava in modo impressionante. Continuavano ad<br />

arrivare nella zona gruppi di uomini laceri, affamati e sfiduciati;<br />

la zona non offriva il rifugio più sicuro e mal si poteva provvedere<br />

al loro sostentamento. Era poi facile prevedere che i tedeschi, dopo<br />

aver disperso le formazioni, avrebbero approfittato della crisi<br />

interna che in quel momento le travagliava, per dar loro addosso ed<br />

eliminarle; e se ne annunciavano già i segni ammonitori. Decisi<br />

allora di partire alla volta di Canevare dove il Capitano Pietro (7) ,<br />

comandante della Brigata «Giustizia e Libertà», aspettava un lancio<br />

che per metà era destinato a noi; e partii proprio in tempo per<br />

evitare un grosso rastrellamento che il nemico scatenò subito dopo<br />

nella zona. Sembrava però che la sorte si accanisse contro di noi;<br />

dovunque arrivavamo, il posto diveniva immediatamente pericoloso<br />

ed eravamo costretti a sloggiare. Appena giunti a Canevare tre<br />

rastrellamenti consecutivi ci costrinsero a nasconderci anche di<br />

notte in un bosco alle falde del Cimone; i tedeschi formicolavano da<br />

tutte le parti. In questa situazione non era più nemmeno il caso di<br />

attendere il materiale di un lancio che non veniva e che, anche se<br />

fosse venuto, forse non saremmo stati in grado di difendere.<br />

Sopra di noi, presso il lago della Ninfa e sul monte Cimone e<br />

sotto di noi, a Fellicarolo, notavamo un preoccupante movimento di<br />

truppe nemiche; era chiaramente in vista un sistematico rastrella-<br />

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