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Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF

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anche se rimaneva dubbio, data la sua estrema incostanza di<br />

carattere, quanto tempo si sarebbe mantenuto in questa opinione.<br />

Ci trovammo così al Rifugio del Lago Scaffaiolo, bruciato per la<br />

maggior parte dai tedeschi, in una sessantina di persone. Non si era<br />

ancora lì fermi da due giorni che unitamente alla formazione<br />

toscana di Pippo (5) e ad altre formazioni modenesi dislocate lungo<br />

il crinale, dovemmo sostenere un combattimento contro i tedeschi.<br />

Senonché 24 ore dopo, malgrado il successo della nostra difesa,<br />

Pippo e gli altri comandanti decisero di sganciarsi verso Fanano,<br />

nella convinzione che il crinale, a causa della scarsezza delle<br />

munizioni, non si sarebbe alla lunga potuto tenere contro un<br />

avversario che non ammetteva ad ogni costo di lasciare in mano ai<br />

partigiani una località di così grande valore (e infatti giungevano<br />

dalla vallata notizie sempre più chiare e positive sui preparativi<br />

tedeschi per un imminente attacco). Anche questa volta a noi non<br />

restò che adattarsi all'altrui decisione. L'ordine di ritirata però<br />

ci arrivò tardi che era buio; e non arrivò per maggior disgrazia la<br />

guida che pure ci era stata mandata; cosicché partimmo per ultimi<br />

che era ormai notte fonda e dovemmo rintracciare nell'oscurità<br />

quasi a tastoni e in una zona non conosciuta, sentieri già di per se<br />

stessi impraticabili. Ad accrescere tutte queste difficoltà, Urio per<br />

paura, per capriccio o per un suo colpo di testa, dopo un'ora circa<br />

che ci eravamo messi in cammino ci abbandonò senza che ce ne<br />

accorgessimo, senza dirci nemmeno una parola, assieme a un<br />

gruppetto d'amici. Potendo essere pericoloso star lì fermi fino<br />

all'alba, noi continuammo la strada, ma fu un viaggio enormemente<br />

disagiato e preoccupante, e dovemmo spesso, senza poter muovere<br />

un dito, sentir rotolare giù nei burroni i muli coi loro carichi. Il<br />

pomeriggio del giorno dopo arrivammo senza gravi incidenti alla<br />

Rocchetta ma estenuati dalla fatica e dalla fame, dopo aver perso<br />

tutti i viveri e tutto il corredo indispensabile alla cucina di una<br />

formazione, dopo aver perso anche le munizioni, così difficili a<br />

trovarsi, della Saint-Etienne (e questa fu la ragione per cui,<br />

rinunciando ad adoperarla, ci vedemmo costretti a seppellirla).<br />

Alla Rocchetta ci fermammo circa una settimana che impiegammo<br />

nel riordinarci e nel rimetterci dagli strapazzi subiti. La<br />

posizione non era molto felice e l'eccessivo ammassamento <strong>dei</strong><br />

partigiani si prestava troppo bene ai rastrellamenti; perciò pensavamo<br />

già ad andarcene quando e precisamente verso la fine di<br />

luglio, Ettore (6) , rappresentante del Comando di Monte Fiorino ci<br />

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