Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF
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zione di grano, di nafta, di petrolio ecc. mentre il progresso tecnico tende ad aumentare certe possibilità. Infatti i concimi, le irrigazioni, le bonifiche aiutano le coltivazioni e le permettono sulle terre sterili; le cascate d'acqua sostituiscono il carbone, con l'elettricità; i trasporti rapidi e poco costosi permettono le forniture più disparate. Tutta la produzione tende ad aumentare mentre il consumo è pressoché stabile. Allora si arriva a nuove contraddizioni. Le industrie Nazionali avrebbero bisogno della libertà commerciale per sé e dovrebbero negarla agli altri, e lo Stato per facilitare il compito ai capitalisti produttori, che lo ricattono minacciando la chiusura delle fabbriche, alle volte permette loro di vendere all'estero sotto costo, e rimborsa la perdita. Potremo elencare altri provvedimenti che cercano di ritardare il male, ma non lo possono evitare. Tuttavia quello che abbiamo detto è sufficiente per dimostrare che i sistemi escogitati disorganizzano sempre più la produzione, sono applicabili da ogni stato, e si elidono reciprocamente. Il protezionismo porta alla disoccupazione nei Paesi industriali (ogni decennio si è in questi ultimi tempi verificata una crisi) mentre nei Paggi agricoli aumenta la miseria nelle categorie che non possono dar esito alle Toro derrate. La libertà economica operando in senso inverso, conduce agli stessi risultati. I due metodi lasciano perciò inalterato il problema. Si tratta di un circolo vizioso impossìbile a risolvere? Il tragico dilemma è questo: l'umanità attraverso l'economia capitalista non riesce a consumare tutto quello che può produrre! 'Lo sviluppo della produzione in serie che doveva costituire il principio infallibile della prosperità, è finito in un immenso disastro. Prima della guerra in corso, la sola America poteva produrre otto milioni di automobili, mentre il consumo mondiale era di soli sei milioni. Produceva 900 milioni di paia di scarpe e gli americani ne consumavano solo 300 milioni. Le miniere di carbone potevano rendere 750 milioni di tonnellate di minerale, il mercato americano ne assorbiva solo 500 milioni. E così era del petrolio, come pure dell'acciaio, tanto in America che in altri Stati. 194
Che cosa avverrà, quando sistemate le distruzioni belliche, il mondo sarà invaso dalla produzione russa, che la guerra ha spinto sempre più ad imitare e superare, per grandiosità di impianti le stesse attrezzature americane? A che cosa serve la teoria della domanda e dell'offerta, quando le macchine costringono il capitale a produrre sempre di più, pena il fallimento, e i prezzi invece dovrebbero essere regolati solo dalla richiesta del consumo? A che cosa serve la ricerca degli sbocchi e dei mercati, se lo sviluppo della produzione è sempre più rapido di quello del consumo? Questo disordine inasprisce la concorrenza fra le potenze produttóri. Il margine degli utili diviene sempre più ridotto, la sorte di certe aziende, e quella di migliaia di lavoratori dipende dal ribasso di qualche centesimo sul prezzo. Le lotte spietate fra società rivali si ripercuotono fra i trust, poi fra le Nazioni. Il conflitto di interessi quando ha raggiunto il suo acme porta alla guerra. I popoli, questi eterni cirenei, sono chiamati a massacrarsi in conseguenza di un banale incidente, voluto ad arte per giustificare il delitto. Le idee più belle sono invocate per coprire gli interessi inconfessabili. L'umanità ingannata marcia allo scannatoio. Il capitalismo, solo così trova lo sfogo della sua produzione. Non esiste dunque la possibilità di un ordine nuovo, che regoli produzione e consumo, eviti i conflitti di interessi, faccia cadere le armi dalle mani del popolo ed affratelli le Nazioni in un ideale più giusto e più umano, se l'economia attuale è impotente farlo, perché ha in sé stessa la contraddizione e l'equivoco? La possibilità esiste. Il produrre è un problema tecnico, quindi limitatamente solubile, il consumo è un problema economico che solo il Socialismo risolve. Perché, infatti, il pubblico non compra la crescente offerta di automòbili, di stoffa, di scarpe, di macchine da cucire, di radio, ecc? Non vi sono forse più individui che ne mancano e che li desiderano? Oh, no! Questi non mancheranno mai. Si potranno forse esaurire i bisogni, ma i desideri dello uman genere, no. La vendita langue perché il popolo non ha i mezzi per comprare, e questi mezzi non può ricavarli che dal giusto pagamento della sua opera. Frodando i suoi diritti, i cosiddetti capitani dell'industria, traggono per sé soli, quell'utile che migliaia di lavoratori dovreb- 195
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sulle terre sterili; le cascate d'acqua sostituiscono il carbone, con<br />
l'elettricità; i trasporti rapidi e poco costosi permettono le forniture<br />
più disparate. Tutta la produzione tende ad aumentare<br />
mentre il consumo è pressoché stabile.<br />
Allora si arriva a nuove contraddizioni. Le industrie Nazionali<br />
avrebbero bisogno della libertà commerciale per sé e dovrebbero<br />
negarla agli altri, e lo Stato per facilitare il compito ai capitalisti<br />
produttori, che lo ricattono minacciando la chiusura delle fabbriche,<br />
alle volte permette loro di vendere all'estero sotto costo, e<br />
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Potremo elencare altri provvedimenti che cercano di ritardare il<br />
male, ma non lo possono evitare. Tuttavia quello che abbiamo<br />
detto è sufficiente per dimostrare che i sistemi escogitati disorganizzano<br />
sempre più la produzione, sono applicabili da ogni stato,<br />
e si elidono reciprocamente. Il protezionismo porta alla disoccupazione<br />
nei Paesi industriali (ogni decennio si è in questi ultimi<br />
tempi verificata una crisi) mentre nei Paggi agricoli aumenta la<br />
miseria nelle categorie che non possono dar esito alle Toro derrate.<br />
La libertà economica operando in senso inverso, conduce agli<br />
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I due metodi lasciano perciò inalterato il problema.<br />
Si tratta di un circolo vizioso impossìbile a risolvere?<br />
Il tragico dilemma è questo: l'umanità attraverso l'economia<br />
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'Lo sviluppo della produzione in serie che doveva costituire il<br />
principio infallibile della prosperità, è finito in un immenso<br />
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Prima della guerra in corso, la sola America poteva produrre<br />
otto milioni di automobili, mentre il consumo mondiale era di soli<br />
sei milioni.<br />
Produceva 900 milioni di paia di scarpe e gli americani ne<br />
consumavano solo 300 milioni. Le miniere di carbone potevano<br />
rendere 750 milioni di tonnellate di minerale, il mercato americano<br />
ne assorbiva solo 500 milioni.<br />
E così era del petrolio, come pure dell'acciaio, tanto in<br />
America che in altri Stati.<br />
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