Documenti dei socialisti bolognesi sulla Resistenza PDF
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PRI, il quale, poco dopo, si ritirò. DC e PLI aderiranno al CLN solo<br />
nell'estate del 1944 quando ormai le sorti della guerra erano decise e<br />
gli eserciti alleati a pochi chilometri dalla città di Bologna. A<br />
quell'epoca la <strong>Resistenza</strong> aveva già un'organizzazione solida ed<br />
efficiente, oltre che profonde radici nelle masse popolari.<br />
Primi dirigenti del CLN furono Mancinelli, Tarozzi (PCI) e Mario<br />
Jacchia (Pd'A). Accanto all'organizzazione politica della <strong>Resistenza</strong>,<br />
al governo clandestino, sorse una struttura militare. Il CVL (Corpo<br />
volontari della libertà), il cui comando generale era a Milano, aveva<br />
organizzazioni a base regionale. A Bologna, ma assumerà ufficialmente<br />
questo nome solo nel giugno 1944, operava il CUMER<br />
(Comando unico militare Emilia-Romagna). Primo rappresentante<br />
socialista nel CUMER fu Trebbi. In seguito Grazia prese il posto di<br />
Mancinelli e Borghese quello di Trebbi, il quale era stato arrestato e<br />
inviato nel campo di sterminio di Dachau. Entrambi conservarono<br />
questo incarico sino alla Liberazione.<br />
Con l'inizio della <strong>Resistenza</strong>, i <strong>socialisti</strong> adeguarono la struttura<br />
del partito alla nuova realtà politico-militare e dedicarono tutte le<br />
loro energie alla guerra di liberazione. Fernando Baroncini fu<br />
nominato segretario provinciale e regionale, affiancato da Fabbri e<br />
Bentivogli. Il «fondone», il magazzino di detersivi di Fabbri in via<br />
de' Poeti, divenne il centro principale del partito, unitamente allo<br />
studio tecnico di Baroncini, in via Castiglione 21, dove, a metà<br />
settembre, si tenne una riunione regionale per stabilire la linea<br />
politica e militare da seguire sino al giorno della pace.<br />
Nella primavera del 1944, quando Baroncini divenne commissario<br />
della brigata Matteotti di montagna e dovette abbandonare<br />
Bologna, la carica di segretario fu assunta da Fabbri, affiancato da<br />
un esecutivo composto da Borghese, Bergamini, Benassi, Bassi,<br />
Guidi e Longhena. Alla fine dell'anno, quando Fabbri si recò in<br />
missione a Roma, Bentivogli lo sostituì e mantenne questa carica<br />
sino al 20 aprile, la vigilia della liberazione di Bologna, quando fu<br />
ucciso dai fascisti.<br />
La segreteria del partito non curava solo il lavoro politico, ma<br />
anche e soprattutto quello militare. Pur essendo agli ordini del<br />
CUMER, le tre brigate Matteotti dipendevano dal partito per il<br />
reclutamento <strong>dei</strong> partigiani — ma non tutti i «matteottini» erano<br />
<strong>socialisti</strong> — e per il rifornimento di armi e materiali. Questo lavoro<br />
era svolto dal Comando unico delle brigate Matteotti. Borghese — che<br />
era anche vice comandante e commissario politico del CUMER — era<br />
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