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1 DIARIO DI UNA RESISTENZA - 55° brigata Rosselli

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Giunge al suo posto una grossa macchina nera, targata Milano, da questa scende una donna<br />

accompagnata da un uomo in borghese, l’autista rimane sulla macchina, accanto a lui due mitra.<br />

La donna si avvicina a Travaglini e gli chiede di seguirla sulla macchina per essere accompagnato<br />

dall’ufficiale tedesco che l’attendeva più in basso per proporle una trattativa. Forse credeva fosse<br />

lui il comandante della <strong>brigata</strong>, ma viene a sapere, durante il colloquio, che era proprio lui che<br />

volevano prelevare per consegnarlo alle Ss. La donna è l’agente della “Banda Koch” chiamata<br />

“Valchiria” collaboratrice della “Villa Triste” di Milano, specializzata nel rintracciare e recuperare<br />

le persone ricercate dalle Ss.<br />

I partigiani attorno sono vigili e, quando mi sembra che Travaglini stesse accettando l’invito<br />

avvicinandosi alla macchina, esco dal vigneto col fucile puntato contro la donna per fermarlo, lui<br />

mi sorride e mi tranquillizza, altri partigiani si avvicinano circondando l’automobile, con le armi<br />

rivolte contro la macchina.<br />

A quel punto l’auto con il suo equipaggio, ormai in trappola, riparte come era giunta.<br />

Travaglini ci spiega che quella gente non erano affatto tedeschi ma agenti della famigerata<br />

“Banda Koch” con sede a Milano, in viale Monte Rosa, nella così detta “Villa Triste”, dove si<br />

compivano le atrocità più crudeli contro i patrioti per farli parlare. Banda al servizio delle Ss, che si<br />

era specializzata nel recuperare i ricercati da consegnare appunto alla polizia nazista della<br />

Gestapo.<br />

Tavaglini era stato condannato a morte, proprio in quei giorni, dal Tribunale militare germanico<br />

per l’attentato, da lui effettuato nel settembre 1943, contro un campo d’aviazione tedesco nei pressi<br />

di Gallarate, facendo esplodere un grosso deposito di armi e munizioni, e uccidendo, per<br />

difendersi, due soldati dell’aviazione tedesca.<br />

La donna agente di quella banda Koch era famosa per la sua particolare efficienza. Con lei<br />

operavano, tra gli altri, anche gli attori cinematografici Osvaldo Valenti e Luisa Ferida,<br />

quest’ultima aveva una singolare strategia nel torturare i patrioti: si denudava davanti a loro,<br />

anch’essi nudi e legati, per eccitarli, divertendosi poi a bruciare i loro genitali con la fiamma di un<br />

accendino 18.<br />

9 settembre 1944<br />

Questa sera sono di corvée, con altri partigiani scendiamo al distaccamento di Rovescala dove<br />

normalmente salgono i contadini con i muli per rifornirci di generi alimentari, attendiamo<br />

inutilmente sino a mezzanotte ma non giunge nessuno; i contadini hanno paura d’essere<br />

sorvegliati. Ritorniamo ai nostri distaccamenti con le gerle vuote, dovremo attendere ancora<br />

qualche giorno, razionando le poche scorte di pane vecchio che era avanzato, cercando di farlo<br />

rinvenire sulla brace del camino.<br />

10 settembre 1944<br />

Si decide di abbandonare definitivamente la capanna Rosalba, la rinuncia di mantenere quella<br />

posizione è dolorosa ma necessaria perché poco difendibile in caso di attacco. Tuttavia bisognerà<br />

recuperare i materassi e le coperte per dare un giaciglio ai nuovi arrivati che giornalmente<br />

affluiscono dalla valle.<br />

Quando giungiamo alla capanna troviamo la porta sbarrata, socchiuso solo un piccolo finestrino<br />

nel sottotetto, troppo piccolo per un uomo, vengo quindi sollevato affinché, smilzo com’ero,<br />

potevo dare qualche possibilità di riuscita all’impresa. Infatti, dopo alcune contorsioni, riesco a<br />

entrare, quindi scendere al pianterreno e aprire una finestra attraverso la quale passare i materassi<br />

e tutto il materiale che può servire.<br />

12 settembre 1944<br />

18 Questa informazione mi è stata rivelata da un compagno che ebbe la fortuna di uscirene ancora vivo da quel covo di<br />

assassini.<br />

8

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