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1 DIARIO DI UNA RESISTENZA - 55° brigata Rosselli

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tempo dopo che il nome di quel partigiano è Adelio Bonaccina), Fulvio e io abbiamo già deciso,<br />

Remo è titubante. Chiediamo quindi se era possibile rimanere con in montagna in quella <strong>brigata</strong> e,<br />

dopo essere stati perquisiti, veniamo accompagnati al rifugio Elisa4. Qui il dottor Carlo Travaglini<br />

(“Luca”)5 ci interroga sul perché di questa nostra scelta “non siamo soggetti alla leva militare, data<br />

la nostra giovane età, e quindi per quale motivo vogliamo rimanere in montagna?”<br />

Remo esprime subito il desiderio di tornare a Milano, lui non se la sente di restare, Fulvio e io<br />

invece confermiamo la volontà di rimanere con loro, spieghiamo quale attività clandestina<br />

svolgevamo da alcuni mesi a Milano e per questo motivo ci sentiamo in pericolo, qualcuno come<br />

noi era già stato preso dai fascisti, torturato e poi ammazzato, noi non volevamo fare quella fine,<br />

preferendo rischiare combattendo.<br />

Travaglini ci chiede se abbiamo notizie sui fucilati di piazzale Loreto, fucilazione avvenuta<br />

qualche giorno prima (il 10 agosto), da parte dei fascisti agli ordini delle Ss, per rappresaglia, e, in<br />

particolare, se sapevamo se tra questi vi fosse una donna, temeva per sua moglie che si trovava<br />

reclusa nelle carceri di San Vittore da un mese, a causa dell’attività antinazista che lui aveva svolto.<br />

Lo rassicuriamo che nessuna donna vi era tra le persone fucilate.<br />

14 agosto 1944<br />

Remo ci lascia e rientra a Milano, avvertirà i nostri genitori sulla nostra scelta.<br />

Quella sera dobbiamo fare la guardia davanti a un casello, poco sotto il rifugio, dove è rinchiusa<br />

una spia.<br />

18 agosto 1944<br />

Mentre siamo nuovamente di guardia, all’improvviso sentiamo delle urla accompagnate da spari:<br />

un altro prigioniero, chiuso in un minuscolo casello posto poco sopra il rifugio, era riuscito a<br />

fuggire. Subito dopo si scatena un furioso temporale. La caccia al fuggitivo è resa quindi inutile<br />

dall’oscurità e dalla nebbia che si era calata assieme all’uragano. Tutto intorno il terreno è<br />

sconvolto dal fiume d’acqua che scende dalla montagna in un torrente di fango e pietre, le ricerche<br />

vengono pertanto sospese. La situazione è tuttavia grave, se la spia riuscirà a raggiungere il<br />

fondovalle potrebbe denunciare i partigiani che sicuramente aveva riconosciuto, erano quasi tutti<br />

del suo paese, e le famiglie di loro avrebbero potuto subire delle ritorsioni come ostaggi.<br />

Dopo qualche giorno il cadavere viene ritrovato, ricoperto di fango, molto più a valle nel<br />

canalone che scende dal Tremare 6.<br />

Agosto 1944<br />

A turno, tutti i giorni saliamo sulla cresta del Tremare per sorvegliare che nessun fascista giunga<br />

dalla Valsássina, c’è sempre il pericolo di qualche improvviso rastrellamento o qualche imboscata.<br />

Sulle rocce dei Chignoli abbiamo raccolto delle bellissime stelle alpine, ne abbiamo inviato<br />

qualcuna, tramite le staffette partigiane, alle nostre famiglie, con nostre notizie rassicuranti.<br />

Qui all’Elisa le armi sono scarse, a me Barindelli mi consegna un moschetto corto da marina, con<br />

alcuni caricatori. Successivamente sono giunte altre armi, erano state nascoste l’8 settembre in<br />

qualche anfratto della montagna, queste armi però sono molto sporche e in parte arrugginite,<br />

siamo quindi impegnati per alcuni giorni a pulirle e oliarle per renderle nuovamente efficienti.<br />

Veniamo poi esercitati a usarle, ho imparato così a mirare, con un certo successo, a un bersaglio<br />

posto sul tronco di una pianta.<br />

4 Rifugio sotto la “via dei Chignoli”, utile per raggiungere la vetta della Grigna settentrionale. È punto di transito per<br />

il Buco di Grigna (o bocchetta di Campione) che consente di giungere in Valsássina e per la Traversata Alta”.<br />

5 Personaggio descritto nella sua autobiografia «Partigiano Luca», i suoi documenti sono presso la Fondazione Isec di<br />

Sesto San Giovanni. Un primo riferimento lo troviamo in Lario 6.doc.<br />

6 Dorsale lungo la quale passa il percorso della “Traversata alta”, in prossimità del Buco di Grigna.<br />

5

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