capitolo 3: Martiri delle stragi di popolo - Il blog di Luigi Accattoli
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Giovanni Battista Zilio, <strong>Il</strong> clero vicentino durante l’occupazione<br />
nazifascista, Vicenza 1975, pp. 38-41, 154-164.<br />
199. Mario Sbrilli<br />
Studente <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina all’università <strong>di</strong> Firenze e iscritto alla Fuci, si<br />
de<strong>di</strong>ca all’assistenza dei feriti, compresi i partigiani, che non vuole<br />
abbandonare quando i tedeschi ne rastrellano 49 a Molin de’ Falchi (Arezzo).<br />
Riconosciuta la sua funzione sanitaria, i tedeschi decidono <strong>di</strong> risparmiarlo e<br />
iniziano la strage. Mario si getta contro il sergente che comandava il plotone<br />
gridando: “No!”. Accorre un capitano per chiedere che cosa stesse succedendo:<br />
“Der Artz” (il me<strong>di</strong>co), gli risposero. <strong>Il</strong> capitano prende il mitra <strong>di</strong> un soldato<br />
e spara sul me<strong>di</strong>co. È il 14 luglio 1944.<br />
<strong>Il</strong> sacrificio <strong>di</strong> un giovane me<strong>di</strong>co, su Toscana oggi, 15 novembre 1998, p.21.<br />
200. <strong>Luigi</strong> Montuschi<br />
parroco <strong>di</strong> Santa Maria in Crespino sul Lamone, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>gliana<br />
201. Fortunato Trioschi<br />
parroco <strong>di</strong> Crespino sul Lamone, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>gliana<br />
vengono fucilati dai tedeschi il 17 luglio 1944 mentre, con un numero<br />
imprecisato <strong>di</strong> parrocchiani, sono costretti a scavare la fossa. Fortunato ha 78<br />
anni.<br />
Martirologio del clero italiano, pp. 156, 219.<br />
202. Giuseppe Beotti<br />
arciprete a Sidolo <strong>di</strong> Bar<strong>di</strong> (Piacenza)<br />
203. Francesco Delnevo<br />
parroco <strong>di</strong> Porcigatone (Piacenza)<br />
204. Italo Subacchi<br />
chierico del Seminario <strong>di</strong> Parma<br />
vengono fucilati dai tedeschi il 20 luglio 1944, durante un rastrellamento.<br />
Alle 8 del mattino i tedeschi arrivano in paese e chiedono al parroco se vi sono<br />
“ban<strong>di</strong>ti”. Avuta risposta negativa, perquisiscono la canonica, si fanno dare da<br />
mangiare e si allontanano. Alle 13,30 tornano e prelevati i tre preti, li<br />
allineano lungo il muro <strong>di</strong> cinta del beneficio parrocchiale. Là vengono lasciati<br />
per circa un ora, sorvegliati e <strong>di</strong>leggiati. Poco prima dell’esecuzione si<br />
scambiano l’assoluzione e l’abbraccio.<br />
Martirologio del clero italiano, pp. 42, 88, 210.<br />
205. <strong>Il</strong>ario Lazzeroni<br />
sacerdote <strong>di</strong> Bologna, cappellano militare, dopo l’armistizio, non volendo<br />
sottomettersi ai tedeschi, abbandona l’esercito e si ritira presso il fratello<br />
don Giuseppe a Montegranelli nel Comune <strong>di</strong> Bagno <strong>di</strong> Romagna. <strong>Il</strong> 25 luglio 1944