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Considerazioni sulla 89° brigata Garibaldi Gianni e Giovanni Poletti ...

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dell'OSS, la scuola d'addestramento partigiana a Villa Mimosa di Campione d'Italia, la morte<br />

di Ricci nella "trappola" di Lenno / Franco Giannantoni. - Varese : Essezeta-Arterigere, 2007<br />

7 Mandello del Lario e la Moto Guzzi<br />

La Moto Guzzi, per le sue dimensioni aziendali e per la sua importanza di fabbrica di<br />

interesse bellico è centrale nello sviluppo degli avvenimenti nella zona delle Grigne. Per<br />

questo è necessario soffermarsi un po’ <strong>sulla</strong> sua storia e quella del suo gruppo dirigente.<br />

I mezzi prodotti dalla Moto Guzzi negli anni ’30 e ’40 sono ottimi anche per fuoristrada,<br />

come testimoniato dall’uso fatto a Cefalonia 75 di una Guzzi sui sentieri di montagna ecc.<br />

Oggi a noi ciò pare strano, ma basta guardare una foto scattata al rifugio Brioschi, in cima al<br />

Grignone, dove compare ancora una bellissima Guzzi, per rendersi conto della tecnica di<br />

quella produzione.<br />

La Moto Guzzi è la più grande realtà produttiva di Mandello del Lario negli anni ’40, e<br />

questo nonostante la guerra e il conseguente calo di produzione, come denunciato dagli<br />

Amministratori della fabbrica, Enrico e Giorgio Parodi.<br />

7.1 I dirigenti della Moto Guzzi<br />

Per meglio capire il contesto di quel periodo, occorre precisare alcuni fatti antecedenti alla<br />

guerra e dare alcune informazioni sui personaggi che operavano in Moto Guzzi durante il<br />

periodo dal 1943 al 1945.<br />

Carlo Guzzi (1888 – 1964), giovane tecnico di origine milanese, risiede a Mandello del<br />

Lario e passa buona parte del suo tempo nell’officina del meccanico di motori Giorgio<br />

Ripamonti, detto Feré, appassionandosi alle due ruote. Nasce così l’idea e la voglia di<br />

costruire una sua motocicletta, razionale ed essenziale in tutte le sue componenti, funzionale<br />

e affidabile, un modello assolutamente originale.. Nel 1914 è chiamato in Aviazione come<br />

tecnico motorista, conosce <strong>Giovanni</strong> Ravelli e Giorgio Parodi, piloti di aereo e appassionati<br />

di moto come lui. Carlo confida agli amici il suo progetto e insieme decidono che, finita la<br />

guerra, costituiranno una società e fonderanno un'industria motociclistica basandosi sulle idee<br />

tecniche di Guzzi, sul capitale di Parodi e <strong>sulla</strong> forza propagandistica di un pilota come<br />

Ravelli. Dopo la guerra però Ravelli muore in un fatale incidente aereo e, in sua memoria,<br />

l’aquila ad ali spiegate dell’Aviazione diventa il simbolo della Moto Guzzi. La prima moto,<br />

la “G.P.” (iniziali di Guzzi-Parodi), costruita nel 1919 con l’aiuto del fabbro di Tonzanico,<br />

viene presentata ad Emanuele Vittorio Parodi, padre di Giorgio, il quale si fida delle qualità<br />

tecniche di Carlo Guzzi e, dopo un primo prestito di duemila lire 76 , accorda un finanziamento<br />

per la costituzione di un'azienda per la fabbricazione di motociclette: nasce cosi il 15 marzo<br />

75<br />

Alfio Caruso, “Italiani dovete morire. Cefalonia, settembre 1943: il massacro della divisione Acqui da parte<br />

dei tedeschi. Un’epopea di eroi dimenticati.”, ed. Longanesi, Milano 2000. A pag. 51 si legge testualmente:<br />

“Dalle postazioni di Argostoli a quelle periferiche il no alla resa si sposta veloce sulle due ruote della Guzzi<br />

rossa del capitano Angelo Longoni. E’ la moto più potente di Cefalonia e il suo proprietario ne è orgoglioso. E’<br />

anche il mezzo più veloce per muoversi lungo le rotabili e i sentieri, raggiungere i posti più impervi e arringare i<br />

militari della Acqui. Longoni si è fatto spedire la moto da Mandello sul Lario quand’era di guarnigione a Corfù.<br />

(...) i dirigenti della Guzzi erano stati ben lieti di accontentare un idolo dei campi di calcio.” (n.d.r. Longoni fino<br />

al 1939 giocava in serie A, un’ala sinistra ai tempi famosa). Cfr. testimonianza di Michele Zucchi, mandellese,<br />

sopravvissuto di Cefalonia per “Itinerario della memoria”.<br />

76<br />

Carlo Guzzi voleva in effetti entrare in società con i Parodi e aveva offerto al riguardo 1.000 Lire, ma questi<br />

non accettarono (cfr. Doc. AP).<br />

24

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