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Considerazioni sulla 89° brigata Garibaldi Gianni e Giovanni Poletti ...

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Per Todeschini purtroppo le cose non andarono bene, catturato fini a Mauthausen dove morì.<br />

Lario e con lui Pini, lavora su un doppio binario. Da un lato accetta un compromesso con<br />

Neri (responsabile militare del PCI) e mantiene il comando delle brigate <strong>Garibaldi</strong>, 1° e 2°<br />

divisione, dall’altra mantiene in vita la sua vocazione attendista e si prepara alla resa dei conti<br />

finali con le brigate garibaldine.<br />

Dal diario di “Sam” (Franco Manzotti):<br />

(...) “Domenica 12-11-1944<br />

La situazione è questa. Il Col. Pini è stato ricevuto in modo più che cavalleresco dal Prefetto<br />

Celio il quale ha fatto queste proposte:<br />

1) Chi si consegnerà avrà regolari lasciapassare, non sarà disturbato, potrà tranquillamente<br />

lavorare in paese e non sarà soggetto né a richiamo alle armi, né alla deportazione in<br />

Germania.<br />

2) Autorizzazione a formare delle società di spaccalegna in valle senza essere minimamente<br />

disturbati.<br />

3) Nessuno più ci toccherà purché da parte nostra si cessi da ogni attività.<br />

4) Consegna delle armi.” (...)<br />

Dopo la liberazione, Pini redigerà una relazione <strong>sulla</strong> sua attività, in cui si discolpa<br />

dall’accusa di aver promosso una <strong>brigata</strong> autonoma nella zona delle Grigne, slegata dal<br />

comando di raggruppamento. Questa relazione 65 denota contrasti interni tra alcuni elementi<br />

locali, segnala la presenza di una <strong>brigata</strong> autonoma comandata da Pasquale Pirari 66 , persona<br />

conosciuta in zona.<br />

Nello stesso documento Pini rivendica il suo operato, la sua correttezza di forma e sostanza,<br />

ma muovendosi in un ambiente in cui, con molta disinvoltura, ci si preparava al dopo<br />

Liberazione, lui appare, nella sua onestà, un po’ come un vaso di coccio in mezzo ai vasi di<br />

ferro.<br />

Galdino Pini verrà catturato assieme a tutto il C.L.N. di Lecco e il comando militare il 13<br />

gennaio del 1945.<br />

Vale la pena di fermarci <strong>sulla</strong> figura di Pini, riprendendo una considerazione fatta da “Sam”<br />

nel suo diario:<br />

(...)“Domenica 22-10-1944<br />

(…) Al Comando trovo il Colonnello Pini: uomo già anziano, gentilissimo però troppo buono<br />

per una banda partigiana (queste sono le prime impressioni).<br />

Verso le 13 arriva il Com.te Lino, lo saluto con tanta allegria, è una vecchia conoscenza<br />

dell’anno scorso.<br />

Entriamo subito nel vivo della questione, è preoccupato per la situazione, in vista di un<br />

rastrellamento a cui non potrebbe opporsi con efficacia (…) la netta sensazione che qui<br />

occorra un Commissario di Brigata dal pugno di ferro, e vari Commissari di Distaccamento.<br />

L’armamento non è quale mi aspettavo di trovare.” (...) 67<br />

65 Fondo Galdino Pini, c/o ISMLec.<br />

66 Interessante la scheda A.M.G. (Army Military Governement) n° 54 di Alippi Ines c/o ISCComo “A. Perretta”,<br />

anche in Cairoli Roberta, “Nessuno mi ha fermata” , ed Nodo, 2005, pag. 124.<br />

67 Diario di Franco Manzotti, AP Manzotti, copia c/o www. 55Rosselli.it<br />

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