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Considerazioni sulla 89° brigata Garibaldi Gianni e Giovanni Poletti ...

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Dal diario di “Sam” risulta però che la crisi della formazione è antecedente ai fatti della<br />

Maiola, e che quindi questi ultimi acuiscono solo uno stato di confusione già presente.<br />

Nel suo scritto si legge:<br />

(...) “Martedì 24-10-1944<br />

Continua la discussione iniziatasi ieri, Lino vuole sistemare ancora la Brigata poi dare le<br />

dimissioni.<br />

Il Comm.sario Ferro se ne va perché ritiene che non possa svolgere il suo compito,causa<br />

l’ostilità che tutti gli uomini gli dimostrano. I Partigiani non vogliono più sentire parlare né<br />

del Colonnello né del Commissario. Un gruppo di partigiani vorrebbe che si assumessero i<br />

pieni poteri io con Lino. Rifiuto ancora una volta. Secondo me la Brigata “<strong>Poletti</strong>” è caduta<br />

in una crisi che la può portare ad un disfacimento, deleterio per tutti in questo momento. Il<br />

Comm.sario Ferro rientra ma la sua autorità è ormai compromessa.” (...) 55<br />

Racconta la nipote di Galdino Pini:<br />

(...) “In riferimento ai fatti della Maiola, il colonnello Pini era molto contrario alla trattativa<br />

con i polacchi, perché non se ne fidava, avendo un’età più matura rispetto al gruppo di<br />

giovani al comando di Lino <strong>Poletti</strong>, essendo vissuto in Germania, conoscendo bene la lingua<br />

tedesca e l’indole dei polacchi; aveva quindi diffidato i suoi uomini dallo scendere dalla<br />

Gardata per l’azione della Maiola e obbligato anche i suoi figli. Il figlio Franco (classe<br />

1923), militare a Tirano, era scappato subito dopo l’8 settembre 1943, era rientrato con<br />

mezzi di fortuna e, a piedi, a Mandello; aveva raggiunto per i sentieri la Gardata; il figlio<br />

Guido (classe 1925) era andato direttamente in Gardata,(risultando quindi un disertore.”.<br />

5 Lo scioglimento della 89ª <strong>brigata</strong> <strong>Poletti</strong><br />

L’insuccesso dell’azione della Maiola è la classica goccia che fa traboccare il vaso, è il crollo<br />

psicologico della formazione.<br />

Una situazione davvero critica aggravata anche dalla pubblicazione del bando della<br />

Repubblica di Salò (28 ottobre 1944) con l’invito ai renitenti alla leva di consegnarsi.<br />

“Pino Ferro”, il commissario politico Giuseppe Riva, esprime a “Sam” il desiderio di<br />

andarsene già il 24 ottobre 56 . Carloni, uomo della <strong>Poletti</strong>, propone allo stesso “Sam” di<br />

diventarne il comandante, offerta da lui respinta.<br />

In alcuni documenti 57 , “Sam” viene comunque indicato come comandante il 28 ottobre 1944.<br />

In questo contesto si comprende come l’esito negativo dell’operazione della Maiola non<br />

risolva i problemi della <strong>brigata</strong>.<br />

Infatti “Pino Ferro” 58 , già in rotta di collisione con gli uomini della 89 a <strong>brigata</strong>, reagisce<br />

risolutamente:<br />

Scrive a Mario Abiezzi, ispettore delle brigate <strong>Garibaldi</strong>:<br />

“ Per Ario 59 ,<br />

55 Diario di Franco Manzotti, AP Manzotti. copia c/o www.55rosselli.it<br />

56 Diario di “Sam”, AP Manzotti, copia c/o www.55rosselli.it.<br />

57 Fondo CVL, fasc. 158, presso Insml di Milano.<br />

58 “Pino Ferro”, Giuseppe Riva, andrà poi per un breve periodo nella <strong>brigata</strong> Issel per poi confluire nel CVL di<br />

Bergamo fino a fine guerra. Scheda di riconoscimento dell’attività partigiana presso ANPI sez. di Lecco.<br />

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