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Considerazioni sulla 89° brigata Garibaldi Gianni e Giovanni Poletti ...

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“Sam”, Franco Manzotti, partigiano della prima ora, sale in montagna da Casatenovo. La sua<br />

presenza sulle Grigne significa un legame diretto con i partigiani della Valsassina e con la 55 a<br />

brg. F.lli Rosselli<br />

Nel suo diario descrive così il suo arrivo al rifugio Elisa:<br />

(...) “Sabato 21 ottobre 1944<br />

attacchiamo la salita alla “Elisa”.<br />

Alle 16 circa arriviamo, è vuota, desolata, se ne sono andati tutti. Prepariamo da mangiare.<br />

Alle 17.30 viene segnalato un uomo: è un borghese che arriva a passo accelerato. Dopo un<br />

po’ piomba in casa con rivoltella alla mano, ed una bomba a mano, è un Partigiano<br />

Francese ex prigioniero politico in Germania. Credeva che noi fossimo degli Inglesi,<br />

paracadutisti lanciati dagli aerei oggi in zona Elisa.<br />

Dopo un po’ ne arrivano altri, sono tutti alquanto arrabbiati perché il Com.te Lino, in vista<br />

di un rastrellamento ha ordinato agli uomini di allontanarsi dalla zona. Dopo poco se ne<br />

vanno. Prepariamo da mangiare: polenta con olio, carne, risotto, castagne: cuoco l’eclettico<br />

Rossi.” 43<br />

Andiamo tutti a dormire, senza coperta, l’uno vicino all’altro.” (...) 44<br />

4.1 L’azione della Maiola con le sue tragiche conseguenze<br />

“Claudio”, che probabilmente si sente esautorato, per riqualificarsi, organizza un’operazione<br />

per recuperare armi e munizioni che purtroppo avrà esito tragico.<br />

Esistono da tempo dei contatti, tramite alcuni collaboratori, con due soldati polacchi, di<br />

stanza a Mandello del Lario, al presidio di Molina, 45 che affermano di voler disertare.<br />

Tale intenzione è ritenuta non particolarmente strana perché la presenza di disertori tedeschi<br />

è viva in tutte le formazioni della valle, e anche nella <strong>Poletti</strong> ce n’erano già due.<br />

Si sa che i Tedeschi hanno nascosto molte armi, di cui i partigiani della <strong>Poletti</strong> hanno estremo<br />

bisogno, nei cunicoli sotto la collina.<br />

Giovedì 26 ottobre 1944 è una sera piovigginosa e scrive in un documento Micheli Giuseppe:<br />

(…) “Il giorno 26 di questo mese alle ore 18 partiva da Era una squadra di 10 uomini<br />

capitanata dal vice comandante della Brigata – Claudio- e composta da un capo<br />

distaccamento –Pennati Luigi – da un vice comandante di distaccamento – Gaddi Davide,<br />

dal capo squadra Galli e dal capo squadra Vietti Silvio e dai patrioti Giamp-Top-Apollo-<br />

Bocca- Adamo e Mario –uomo di Sam.<br />

Arrivavano a Somana alle 19,30 ove venivano avvertiti da Arm di trovarsi alla Maiola per le<br />

ore 21,30.” (…) 46<br />

L’appuntamento con i polacchi è alle 22,00 vicino alla cappelletta Ferrario alla “Maiola” 47 ,<br />

una località poco distante dal presidio tedesco, <strong>sulla</strong> collina, dove parte uno stretto sentiero<br />

nascosto da filari di viti e piante di granoturco, che porta a una cascina. 48<br />

43<br />

Potrebbe essere il dr. Cafaggi, di lui non si sa altro, commissario di raggruppamento poi fucilato nel 1945 in<br />

Valtellina.<br />

44<br />

Diario di Franco Manzotti, A.P. Manzotti, copia c/o www.55rosselli.it<br />

45<br />

Cfr. “Itinerario della memoria”, pag 11 e pag 19 (sito n° 3).<br />

46<br />

Micheli Giuseppe, 27 ottobre 1944, Fascicolo carte G. Pini, ( doc ex Isrlec) presso sede ANPI Lecco<br />

47<br />

Cfr. “Itinerario della memoria”, pag 12 e pag 19 (sito n° 4).<br />

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