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Considerazioni sulla 89° brigata Garibaldi Gianni e Giovanni Poletti ...

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A questo proposito è indicativo anche un altro documento a firma di “Al”, Vando<br />

Aldrovandi, in cui si afferma:<br />

(...) “La proposta di unificazione dapprima respinta sotto la pregiudiziale politica, è stata in<br />

seguito alla nostra precisa opposizione al costituirsi di Brigate Giustizia e Libertà, accettata<br />

con il compromesso di una Divisione cacciatori del Lario comandata da L che per il<br />

momento rimane in poltrona e avrebbe la direzione della brig. Rosselli, brig. Pini, Brig.<br />

Bergamasca, brig. Brianza, Brig. Lecco, Brig. Sponda Sinistra. (…) Notiamo che nessuna<br />

pressione attraverso il Co. unico regionale etc. è stato di appoggio nel sostegno alle nostre<br />

tesi contro gli elementi reazionari.” (…) 30<br />

La situazione però, a livello di <strong>brigata</strong> non cambia, si resta in un attendismo disarmante in cui<br />

si perdono tragicamente le vite di due uomini il 25 agosto 1944, quando Giuseppe e <strong>Giovanni</strong><br />

<strong>Poletti</strong>, scendono a Rongio, una frazione di Mandello del Lario.<br />

Da qui si parte per andare alla Gardata ed al Rifugio Elisa o in Rosalba, ma anche verso i<br />

Piani Resinelli e Era.<br />

Probabilmente per una spiata, vengono intercettati; Giuseppe tenta la fuga e viene ucciso,<br />

<strong>Giovanni</strong> è catturato, interrogato, torturato e poi fucilato al cimitero di Mandello del Lario.<br />

Un terzo uomo, Andrea Rompani, riuscirà a dimostrare che era lì per caso. 31 .<br />

Il messaggio di tedeschi e fascisti è di una chiarezza disarmante: fin che ve ne state in<br />

montagna non succede nulla, ma non scendete al piano 32 .<br />

Il 13 settembre 1944 avviene l’attacco alla caserma di Piazzo in Valsassina, il cui positivo<br />

risultato risolleva il morale dei partigiani dopo il fallimento di quello alla caserma di<br />

Ballabio del 2 giugno.<br />

Questa è anche l’occasione per verificare se l’unità delle brigate è una realtà o no.<br />

La 89ª <strong>brigata</strong> <strong>Poletti</strong> 33 , così viene denominata la brg. Cacciatori delle Grigne dopo<br />

l’uccisione dei due partigiani <strong>Poletti</strong>, vi partecipa.<br />

Questa è la descrizione di Silvestrini Giulio di Lierna:<br />

(...) “Una delle nostre azioni ci ha portato in Valsassina per fermare la colonna tedesca e<br />

repubblicana che saliva da Bellano e quella proveniente da Lecco. C'è stata una<br />

furibonda sparatoria alle gallerie della strada Bellano-Taceno.<br />

Prima della terza galleria abbiamo fermato tutta la colonna. Un atto di grande coraggio fu<br />

fatto dal fratello del Binda. In quella azione ha preso una bomba a mano già innescata,<br />

lanciata dai Tedeschi o repubblichini e l'ha ributtata. Poteva esplodergli in mano. Dopo la<br />

sparatoria sono fuggiti, abbandonando diverse armi, che per noi in quel momento erano<br />

importanti. Siamo quindi tornati a Era.” (…) 34<br />

Questa azione sembra promettere un cambio di rotta della 89ª <strong>brigata</strong> <strong>Poletti</strong>, invece sono i<br />

fascisti e i tedeschi a interrompere il sonno e a dettare i tempi delle operazioni partigiane.<br />

Il 3 ottobre 1944 “Pietro” scrive al Comando:<br />

30 Doc. brigate <strong>Garibaldi</strong> in: G. Perretta (a cura di), “La 52 a brg. <strong>Garibaldi</strong> Luigi Clerici attraverso i<br />

documenti”, ed. ISCCo pag. 103.<br />

31 Foglietto firmato “Oreste” datato 26 agosto 1944, per “Pietro”, Fascicolo carte G. Pini, ( doc ex Isrlec) presso<br />

sede ANPI Lecco<br />

32 Relazione della Gnr, Presidio di Lecco, del 25 agosto 1944. Fondo PFR-RSI Isc “A.Perretta” Como. Anche in<br />

Fondo Barindelli “Per Piero…” del 26 agosto 1944, ( doc ex Isrlec) presso sede ANPI Lecco.<br />

33 Secondo la relazione di Morandi il 3 settembre 1944, Fascicolo carte G. Pini, ( doc ex Isrlec) presso sede<br />

ANPI Lecco.<br />

34 Aurelio Goretti, “Testimonianze di guerra: vicende liernesi”, ed Comune di Lierna, Lierna 2003, pag.<br />

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