Considerazioni sulla 89° brigata Garibaldi Gianni e Giovanni Poletti ...
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non unire la sua azione, di badogliano— monarchico, con quella della formazioni<br />
garibaldine comuniste.” (...) 28.<br />
4 Non arrendersi, non combattere.<br />
Occorre sempre ricordarsi che la fine della guerra, nell’estate del 1944, è ritenuta imminente<br />
e che quindi bisogna attrezzarsi per non arrivare al fatidico giorno impreparati; istruttivo al<br />
riguardo è il documento del 21 agosto 1944 della <strong>brigata</strong> <strong>Garibaldi</strong>, a firma “Maio” (Abiezzi),<br />
comandante il Raggruppamento brigate, inviato al comandante e al commissario della 55ª<br />
<strong>brigata</strong> <strong>Garibaldi</strong> F.lli Rosselli (“Al” e “Ges”).<br />
In esso leggiamo:<br />
(…) “E’ necessario riprendere subito la trattativa con Lino (<strong>Poletti</strong> ndr). Bisogna sfondare<br />
abilmente tutti gli ostacoli. Il primo ostacolo è il finanziamento. Ebbene queste ostacolo lo<br />
stiamo superando abbastanza bene. Infatti nel mese scorso abbiamo avuto L. 450 e nei mesi<br />
precedenti anche meno, ma in questo mese ci sono state assegnate L. 400.000. Potremo cosi<br />
aiutarli. Il secondo ostacolo operativo di zona è che evidentemente non si rendono conto<br />
della nostra forza continuamente in aumento. Il Comando generale delle Brigate non<br />
riconosce in loro nessun Comando operativo. La nostra zona, provincia di Como, provincia<br />
di Sondrio e parte della bergamasca è interamente sotto controllo. Il CLN, stabilisce<br />
chiaramente che il Comando di zona deve essere designato dalle forze partigiane. Ora noi<br />
abbiamo circa1000 uomini. Se questi colonnelli sono disposti a trattare immediatamente, noi<br />
potremo offrire a uno di loro, il meno reazionario, il posto di comandante operativo di zona,<br />
diversamente noi procederemo a designare altra persona. Comunque dovete avvertire Lino e<br />
gli ufficiali superiori che desideriamo addivenire a un immediato accordo.”(…) 29<br />
Questo documento è indicativo delle modalità e delle forme di comportamento dei comandi<br />
in pianura.<br />
Tutto sommato organigrammi e numeri non sono elementi che caratterizzavano solo i<br />
“badogliani”, cioè gli ex militari di carriera, ma anche per altri costituiscono delle opportunità<br />
da giocare su uno scenario molto più vasto. Garantirsi una posizione di più forte potere<br />
contrattuale, a livello politico, è infatti fondamentale per gli uomini del Pci nel futuro<br />
dell’Italia liberata.<br />
Il Comando militare, retto dal colonnello Morandi (“Lario”) è caduto con il primo<br />
rastrellamento dell’ottobre 1943 e con la conseguente volatilizzazione dei gruppi armati.<br />
Con il rinascere delle formazioni, queste hanno assunto una strada ben diversa da quella<br />
indicata da Morandi, una struttura di tipo solo militare.<br />
Purtuttavia il C.L.N richiede un’organizzazione unitaria e quindi il colonnello Morandi<br />
(“Lario”) che figura nominalmente come comandante operativo, deve diventare il<br />
comandante effettivo del Raggruppamento divisioni <strong>Garibaldi</strong> Lombardia. Da qui l'azione per<br />
una trattativa del C.L.N. con Morandi e Galdino Pini, che si concluderà, in uno spirito di<br />
collaborazione, con la nomina del Morandi e con Pini come Capo di Stato maggiore.<br />
28<br />
Documento dell’agosto 1944, Faldone Catalano, ISCCo “A. Perretta”.<br />
29 a<br />
Doc. brigate <strong>Garibaldi</strong> in: Giusto Perretta (a cura di), “La 52 brg. <strong>Garibaldi</strong> Luigi Clerici attraverso i<br />
documenti”. ed. ISCCo pagg. 113 e seg.<br />
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