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<strong>il</strong> WDM (Wavelength Division Multiplex<strong>in</strong>g),<br />

che prevede la trasmissione contemporanea<br />

di più canali a diverse lunghezze<br />

d’onda di portante.<br />

Naturalmente, essendo complementari, è<br />

possib<strong>il</strong>e impiegare un’opportuna comb<strong>in</strong>azione<br />

di entrambe le soluzioni, ed è effettivamente<br />

ciò che si verifica <strong>in</strong> pratica. È proprio<br />

mediante la comb<strong>in</strong>azione di ambedue le soluzioni<br />

che diversi laboratori di ricerca hanno<br />

dimostrato di poter raggiungere capacità superiori<br />

ai 10 Tb/s su una s<strong>in</strong>gola fibra.<br />

La tecnica di multiplazione a divisione di<br />

tempo permette, come è stato appena precisato,<br />

di aumentare la capacità di trasmissione<br />

mediante la multiplazione di N flussi di dati a<br />

“bassa velocità” <strong>in</strong> un unico flusso a velocità N<br />

volte superiore alla cadenza di cifra dei s<strong>in</strong>goli<br />

flussi <strong>in</strong> <strong>in</strong>gresso al multiplexer elettrico. Nei<br />

sistemi TDM la velocità di cifra può essere fortemente<br />

aumentando ut<strong>il</strong>izzando una multiplazione<br />

ottica nel dom<strong>in</strong>io <strong>del</strong> tempo (Optical<br />

Time Division Multiplex<strong>in</strong>g, OTDM) come<br />

riportata nella figura.<br />

A differenza <strong>del</strong>l’approccio WDM, con la tecnica<br />

TDM la durata di un bit <strong>del</strong> flusso di dati<br />

trasmesso <strong>in</strong> fibra risulta essere N volte più piccola<br />

di quella dei bit degli N flussi di partenza.<br />

Questi ultimi sono <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>terallacciati tra di loro<br />

<strong>in</strong> modo tale da allocare all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la durata<br />

<strong>del</strong> bit slot di partenza un bit per ogni s<strong>in</strong>golo<br />

flusso all’<strong>in</strong>gresso <strong>del</strong> multiplexer, separando<br />

così temporalmente due bit successivi<br />

<strong>del</strong>lo stesso flusso tributario di una quantità<br />

proprio pari alla loro durata orig<strong>in</strong>aria.<br />

L’approccio di tipo WDM prevede la trasmissione<br />

simultanea di N portanti ottiche, ognuna<br />

ad una cadenza di cifra R, <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio<br />

non troppo elevata per quanto riguarda gli effetti<br />

dispersivi, determ<strong>in</strong>ando una capacità di<br />

trasmissione complessiva di NxR Gb/s.<br />

L’<strong>in</strong>troduzione <strong>del</strong>l’amplificatore ottico, ed<br />

<strong>in</strong> particolare <strong>del</strong>l’amplificatore <strong>in</strong> fibra drogata<br />

con Erbio, ha drasticamente cambiato l’economia<br />

dei sistemi mult<strong>il</strong>unghezza d’onda poiché<br />

ha consentito l’amplificazione simultanea<br />

di tutti gli N canali, sostituendo, ove possib<strong>il</strong>e,<br />

N rigeneratori optoelettronici, preceduti da un<br />

demultiplexer e seguiti da un multiplexer.<br />

Reti ottiche metropolitane<br />

Negli ultimi anni gli operatori di Telecomunicazioni<br />

hanno speso cifre cospicue per ag-<br />

novembre 2003<br />

le nuove tecnologie fotoniche<br />

giungere imponenti capacità nelle loro reti di<br />

trasmissione a lunga distanza. Queste autostrade<br />

ottiche sono <strong>in</strong> grado di trasportare,<br />

anche <strong>in</strong> prospettiva, <strong>il</strong> traffico multimediale<br />

che gli utenti bus<strong>in</strong>ess e privati generano. È<br />

però necessario sv<strong>il</strong>uppare ulteriormente le<br />

reti metropolitane, per connettere le sorgenti<br />

di traffico ad alta capacità alla loro velocità di<br />

sorgente.<br />

Oggi le aree metropolitane hanno ancora limitati<br />

accessi ad alta capacità per la connessione<br />

verso le grandi dorsali. Per ovviare gli operatori<br />

locali devono aumentare la capacità,<br />

e migliorare la flessib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>le loro reti nell’area<br />

metropolitana, <strong>il</strong> più <strong>in</strong> fretta possib<strong>il</strong>e per<br />

essere <strong>in</strong> grado di ospitare adeguatamente l’evoluzione<br />

<strong>del</strong> traffico orig<strong>in</strong>ato dai nuovi servizi<br />

a larga banda.<br />

Sfortunatamente l’abbondanza di capitali,<br />

che <strong>in</strong> passato ha supportato la realizzazione<br />

<strong>del</strong>le grandi dorsali, si è esaurita e gli <strong>in</strong>vestimenti<br />

attuali nella rete di telecomunicazioni<br />

sono valutati, al momento, con molta parsimonia.<br />

La tecnologia scelta da numerosi Operatori<br />

è nel transitorio la “Digital Subscriber L<strong>in</strong>e”<br />

(DSL), sui collegamenti esistenti dei loro clienti<br />

privati o piccoli imprenditori. F<strong>in</strong>o a qualche<br />

tempo fa, questi clienti potevano connettersi a<br />

Internet tramite le normali l<strong>in</strong>ee telefoniche, economiche<br />

ma a banda molto limitata, oppure<br />

<strong>in</strong> alternativa con costose l<strong>in</strong>ee digitali “Prime<br />

Rate Access” (PRA). La limitazione di banda da<br />

una parte, o quella di costo dall’altra sono state<br />

un freno importante allo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong> traffico<br />

dati scambiato dagli utenti su Internet.<br />

Oggi <strong>il</strong> numero crescente di queste connessioni<br />

nella loro evoluzione a larga banda, sta<br />

facendo crescere <strong>in</strong> modo deciso <strong>il</strong> volume di<br />

traffico e tale <strong>in</strong>cremento tende naturalmente<br />

a saturare le risorse di rete esistenti. L’uso <strong>del</strong>la<br />

fibra ottica e dei sistemi di multiplazione descritti<br />

nei paragrafi precedenti è la soluzione<br />

tecnica ed economica per rispondere alle necessità<br />

<strong>del</strong>le Reti Metropolitane. È qu<strong>in</strong>di fac<strong>il</strong>e<br />

prevedere una progressiva migrazione <strong>del</strong>la fibra<br />

sempre più verso l’utente f<strong>in</strong>ale.<br />

Verso le reti completamente<br />

ottiche: Optical Add Drop<br />

Multiplex<strong>in</strong>g (OADM) e Optical<br />

Cross Connect (OXC)<br />

Come gli amplificatori ottici hanno sostituito<br />

<strong>in</strong> molte applicazioni i rigeneratori optoe-<br />

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