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La Scuola Superiore S. Anna di Pisa e <strong>il</strong><br />

CNIT sono da anni attivi nello studio e<br />

nella sperimentazione di sistemi ottici<br />

avanzati di tipo Optical Time Division<br />

Multiplex<strong>in</strong>g (OTDM). Superando i limiti <strong>del</strong>l’elettronica,<br />

questi sistemi potranno consentire<br />

di raggiungere elevatissime capacità di trasmissione<br />

ed elaborazione dei segnali. Al momento<br />

lo studio si sta concentrando su sistemi<br />

<strong>del</strong> tipo 160 Gbit/s e <strong>in</strong> questo contributo sono<br />

descritte due soluzioni realizzate per la sorgente<br />

di impulsi, realizzate rispettivamente<br />

con la tecnica di Mode-lock<strong>in</strong>g e con effetti solitonici.<br />

Entrambe le soluzioni sono state già ut<strong>il</strong>izzate<br />

per sperimentazioni avanzate nell’ambito<br />

<strong>del</strong>lo studio dei sistemi OTDM: <strong>in</strong> particolare,<br />

sono state impiegate per la prima dimostrazione<br />

<strong>in</strong> Italia di trasmissione a 160 Gbit/s<br />

e per dimostrare particolari tecniche di elaborazione<br />

ottica su segnali ultracorti. Sono <strong>in</strong>oltre<br />

<strong>in</strong> programma ulteriori ricerche per avanzamenti<br />

verso velocità di trasmissione ancora<br />

più elevate (320 o 640 Gbit/s).<br />

Per produrre un segnale a 160 Gbit/s sono<br />

qu<strong>in</strong>di necessarie sorgenti di impulsi molto<br />

brevi, <strong>del</strong>l’ord<strong>in</strong>e di 1-2 ps (un m<strong>il</strong>iardesimo di<br />

m<strong>il</strong>lisecondo).<br />

Tecnica di Mode Lock<strong>in</strong>g<br />

Il Mode Lock<strong>in</strong>g (ML) è una tecnica impiegata<br />

per la generazione di treni di impulsi ottici<br />

mediante un osc<strong>il</strong>latore laser multimodale.<br />

In l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio, per ottenere dall’osc<strong>il</strong>latore<br />

multimodale un comportamento impulsato<br />

è sufficiente forzare la fase relativa dei modi.<br />

Questa tecnica viene impiegata <strong>in</strong> laser <strong>in</strong><br />

fibra e a semiconduttore con risultati differenti.<br />

Per entrambe le tecnologie esistono tre possib<strong>il</strong>i<br />

realizzazioni <strong>in</strong> funzione <strong>del</strong> dispositivo<br />

usato per costr<strong>in</strong>gere la fase. Il Mode Lock<strong>in</strong>g<br />

viene qu<strong>in</strong>di detto Passivo (PML – Passive Mode<br />

Lock<strong>in</strong>g) se è ottenuto mediante un dispositivo,<br />

per l’appunto, passivo come, ad esempio,<br />

un Saturable Absorber (SA) <strong>in</strong>serito nella<br />

le nuove tecnologie fotoniche<br />

Generazione di impulsi ultracorti<br />

per trasmissioni ed elaborazioni<br />

ottiche ad altissima velocità<br />

novembre 2003<br />

cavità; Attivo (AML-Active Mode Lock<strong>in</strong>g) se<br />

viene impiegato <strong>in</strong> cavità un modulatore d’ampiezza<br />

o fase, ed <strong>in</strong> f<strong>in</strong>e Ibrido (HML – Hybrid<br />

Mode Lock<strong>in</strong>g) se un segnale ottico di controllo<br />

o un dispositivo passivo controllato esternamente<br />

vengono usati per forzare la fase.<br />

Generazione di solitoni mediante<br />

propagazione nonl<strong>in</strong>eare<br />

Una tecnica alternativa al mode-lock<strong>in</strong>g,<br />

per realizzare una sorgente di impulsi ultracorti<br />

per trasmettere segnali con tecnologia<br />

OTDM è quella <strong>del</strong>la compressione solitonica<br />

adiabatica. Questa tecnica è stata proposta e<br />

dimostrata nei Laboratori di Pisa e risulta estremamente<br />

promettente per una serie di notevoli<br />

semplificazioni e di potenziali vantaggi. La<br />

tecnica è estremamente complessa a livello<br />

teorico, ma risulta di una maggiore semplicità<br />

pratica e di una maggiore stab<strong>il</strong>ità.<br />

Per una descrizione, sia pure sommaria,<br />

<strong>del</strong>la tecnica ut<strong>il</strong>izzata si deve rimandare al<br />

concetto di ottica nonl<strong>in</strong>eare e di impulsi solitonici,<br />

ovvero di solitoni ottici. Nelle condizione<br />

di propagazione nonl<strong>in</strong>eare è possib<strong>il</strong>e<br />

che le caratteristiche trasmissive <strong>del</strong>la fibra<br />

siano <strong>in</strong> qualche modo <strong>in</strong>fluenzate dal segnale<br />

ottico che la sta attraversando, <strong>in</strong> queste<br />

condizioni l’impulso sperimenta la cosiddetta<br />

propagazione nonl<strong>in</strong>eare.<br />

Come già accennato, la dispersione cromatica<br />

<strong>del</strong>le fibre ottiche tende a modificare, spesso<br />

con effetti distruttivi, la forma dei segnali<br />

durante la trasmissione. I solitoni sono sostanzialmente<br />

immuni da questo effetto poiché <strong>in</strong><br />

essi si realizza un b<strong>il</strong>anciamento <strong>del</strong>la dispersione<br />

cromatica e degli effetti nonl<strong>in</strong>eari: per<br />

questo motivo è possib<strong>il</strong>e che si propagh<strong>in</strong>o<br />

mantenendo un prof<strong>il</strong>o <strong>in</strong>alterato. In term<strong>in</strong>i<br />

tecnici, si può dire che i solitoni sono particolari<br />

soluzioni <strong>del</strong>l’equazione di propagazione <strong>in</strong><br />

fibra, quelle <strong>in</strong> cui la dispersione l<strong>in</strong>eare viene<br />

compensata perfettamente dall’effetto nonl<strong>in</strong>eare<br />

di automodulazione di fase (Self Phase<br />

Modulation, SPM). Queste soluzioni sono dette<br />

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