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quelli tradizionali di tipo elettrico sono <strong>in</strong>numerevoli:<br />
i) immuntà da <strong>in</strong>terferenze elettromagnetiche<br />
<strong>in</strong> quanto <strong>il</strong> segnale è ottico; ii) isolanti e<br />
qu<strong>in</strong>di possono essere <strong>in</strong>seriti o <strong>in</strong>collati sui metalli<br />
senza particolari precauzioni di tipo elettrico<br />
e non conducono elettricità prodotta ad esempio<br />
da fulm<strong>in</strong>i; iii) ridottissimo <strong>in</strong>gombro essendo <strong>in</strong>tegrati<br />
all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la fibra ottica; iv) notevole<br />
stab<strong>il</strong>ità ed affidab<strong>il</strong>ità che rende superflua ogni<br />
ricalibrazione <strong>del</strong> sistema di misura nel tempo,<br />
ciò grazie al pr<strong>in</strong>cipio di misura che è di tipo spet-<br />
Cristalli liquidi, una strana coppia di parole,<br />
ma allo stesso tempo affasc<strong>in</strong>ante!<br />
A scuola ci hanno <strong>in</strong>segnato che la<br />
materia si presenta <strong>in</strong> tre possib<strong>il</strong>i stati,<br />
gassoso, liquido o solido. Dal 1888 sappiamo<br />
che non è più così, quando <strong>il</strong> botanico austriaco<br />
Friedrich Re<strong>in</strong>itzer osservò al microscopio<br />
che l’estere benzoico <strong>del</strong> colesterolo presentava<br />
due temperature di fusione.<br />
Tra queste due temperature vic<strong>in</strong>e tra loro ma<br />
ben dist<strong>in</strong>te la sostanza osservata da Re<strong>in</strong>itzer dava<br />
luogo ad effetti ottici al microscopio che sono tipici<br />
di entrambi le fasi liquida e solida, pertanto per<br />
quello strano stato <strong>del</strong>la materia, che sussisteva <strong>in</strong><br />
un <strong>in</strong>tervallo di temperatura di pochi gradi centigradi,<br />
venne coniato <strong>il</strong> term<strong>in</strong>e di “fase liquido cristall<strong>in</strong>a”.<br />
Più tardi si scoprì che numerose altre sostanze<br />
organiche possono esistere <strong>in</strong> una sequenza<br />
di fasi <strong>in</strong>termedie (o fasi mesomorfiche o mesofasi)<br />
tra quella liquida e quella solida, come la fase<br />
nematica e varie fasi smectiche (dal greco “smegma”<br />
che significa “sapone” le cui proprietà meccaniche<br />
sono sim<strong>il</strong>i a certi cristalli liquidi) come mostrato<br />
nella figura. Le molecole organiche che<br />
compongono i cristalli liquidi, di forma generalmente<br />
allungata sim<strong>il</strong>e a dei bastonc<strong>in</strong>i, dette anche<br />
molecole calamitiche, si aggregano <strong>in</strong> modo<br />
più ord<strong>in</strong>ato che nei liquidi quasi come nei solidi.<br />
D’altro canto come i liquidi, i cristalli liquidi hanno<br />
bisogno di un “recipiente” che ne possa contenere<br />
una determ<strong>in</strong>ata quantità.<br />
Dalla fase liquida l’ord<strong>in</strong>e <strong>del</strong>le molecole cresce<br />
dim<strong>in</strong>uendo la temperatura <strong>in</strong> un <strong>in</strong>tervallo termico<br />
generalmente di pochi gradi centigradi, dando<br />
luogo alle varie fasi liquido cristall<strong>in</strong>e, f<strong>in</strong>o a rag-<br />
le nuove tecnologie fotoniche<br />
trale; v) una sola fibra può monitorare un elevato<br />
numero di punti <strong>del</strong>la struttura, trattandosi di un<br />
sensore distribuito o collegando <strong>in</strong> serie diversi<br />
sensori quasi distribuiti (multiplex<strong>in</strong>g), cosa che<br />
consente una notevole semplificazione dei cablaggi<br />
per <strong>il</strong> trasporto <strong>del</strong> segnale, vi) buona resistenza<br />
<strong>in</strong> ambienti aggressivi ed alla corrosione,<br />
vii) ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i anche a temperature di 400-500 °C.<br />
I cristalli liquidi: la tecnologia<br />
<strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>icato <strong>del</strong>la materia<br />
novembre 2003<br />
Andrea Fellegara<br />
Michele A. Caponero<br />
Antonio Paolozzi<br />
giungere la struttura ord<strong>in</strong>ata e rigida tipica dei solidi.<br />
La tecnologia degli schermi a cristallo liquido<br />
(o LCD: Liquid Crystal Display) ha conosciuto una<br />
notevole evoluzione grazie alla produzione di sostanze<br />
<strong>in</strong> cui la fase liquido cristall<strong>in</strong>a nematica esiste<br />
su un <strong>in</strong>tervallo di temperature molto ampio<br />
tra 0°C e oltre 60°C, rendendo possib<strong>il</strong>e l’ut<strong>il</strong>izzo<br />
dei cristalli liquidi nella vita quotidiana <strong>in</strong> dispositivi<br />
come gli orologi da polso che potessero funzionare<br />
nella maggior parte <strong>del</strong> globo terrestre.<br />
Oltre che negli orologi gli schermi a cristallo<br />
liquido sono oggi molto diffusi <strong>in</strong> monitor di<br />
computer, display di b<strong>il</strong>ance elettroniche, computer<br />
palmari, navigatori per auto, video giochi<br />
e <strong>in</strong> tanti altri sistemi elettronici. Gli schermi<br />
piatti a cristallo liquido sono anche <strong>in</strong> grado di<br />
riprodurre immag<strong>in</strong>i televisive, con m<strong>il</strong>ioni di<br />
colori con le stesse prestazioni dei vecchi ed <strong>in</strong>gombranti<br />
schermi basati su tubi a raggi catodici<br />
(CRT: Cathodic Ray Tubes).<br />
Ma come funziona uno schermo a cristallo liquido?<br />
Il pr<strong>in</strong>cipio di funzionamento è basato<br />
sulle proprietà <strong>del</strong>le molecole liquido-cristall<strong>in</strong>e<br />
di <strong>in</strong>teragire con la luce. Per poter sfruttare questa<br />
proprietà ai f<strong>in</strong>i di realizzare un display, <strong>il</strong><br />
cristallo liquido è racchiuso <strong>in</strong> una cella costituita<br />
da diversi elementi come riportato nella figura<br />
<strong>del</strong>la pag<strong>in</strong>a seguente, dove è riportato sia <strong>il</strong><br />
pr<strong>in</strong>cipio di funzionamento che la struttura di<br />
una cella a cristallo liquido nematico ritorto (o<br />
TN: Twisted Nematic) ut<strong>il</strong>izzata per realizzare la<br />
maggior parte degli LCD dei computer portat<strong>il</strong>i.<br />
Uno schermo piatto è costituito da una coppia<br />
di lastre di vetro distanziate tra loro di pochi<br />
micron (ovvero pochi m<strong>il</strong>lesimi di m<strong>il</strong>limetro) a<br />
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