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78<br />
I QUADERNI DI TELÈMA<br />
a) Esempio di guida d’onda (3), b) Esempio di f<strong>il</strong>tro ottico (1), c) Esempio di Laser (4). (1) Lpn-Cnrs, Laboratory of<br />
Photonics and Nanostructures. (3) E. Chow et al., Opt. Lett. 26, 286 (2001). (4) Yokohama National University/Baba<br />
Research Lab.<br />
seconda di come vengano costruiti. Un cristallo<br />
fotonico monodimensionale si ottiene<br />
semplicemente alternando strati di materiale<br />
ad alto <strong>in</strong>dice di rifrazione con altri aventi<br />
basso <strong>in</strong>dice di rifrazione <strong>in</strong> modo tale da <strong>in</strong>durre,<br />
nel mezzo, una struttura periodica.<br />
Tale struttura, nella configurazione bidimensionale,<br />
si ottiene attraverso la creazione, <strong>in</strong><br />
un generico substrato, di “forell<strong>in</strong>i” di spessore<br />
e profondità ben determ<strong>in</strong>ati. In questo<br />
caso <strong>il</strong> rapporto tra la dimensione dei forell<strong>in</strong>i<br />
e la distanza tra i loro centri, unito ad un<br />
alto <strong>in</strong>dice di rifrazione <strong>del</strong> mezzo ospite,<br />
fornisce un ulteriore strumento di manipolazione<br />
<strong>del</strong>la luce. Se le prime due configurazioni<br />
sono ottenib<strong>il</strong>i, oggi, con metodi ormai<br />
collaudati e affidab<strong>il</strong>i, stesso discorso non si<br />
può fare per <strong>il</strong> caso dei cristalli 3D. La necessità,<br />
<strong>in</strong>fatti, di possedere una struttura isotropa<br />
<strong>in</strong> tutte le direzioni di propagazione<br />
rappresenta la maggiore difficoltà a livello<br />
di costruzione. Un approccio <strong>in</strong> questo senso<br />
è quello <strong>del</strong> così detto imp<strong>il</strong>amento<br />
(stack<strong>in</strong>g) dove <strong>il</strong> cristallo, <strong>in</strong> modo preciso<br />
e accurato, viene costruito strato per strato.<br />
Prendendo però spunto ancora una volta<br />
dalla natura, un differente approccio è rappresentato<br />
dall’ut<strong>il</strong>izzo di opali artificiali. Un<br />
opale consiste di piccole sfere arrangiate <strong>in</strong><br />
una struttura cubica a facce centrate; questa<br />
struttura genera una modulazione periodica<br />
<strong>del</strong>l’<strong>in</strong>dice di rifrazione e qu<strong>in</strong>di un cristallo<br />
fotonico.<br />
Così come nei semiconduttori elettronici è<br />
possib<strong>il</strong>e <strong>in</strong>serire dei livelli nella banda proibita<br />
tramite “drogaggio”, ovvero immissione<br />
di atomi nel reticolo cristall<strong>in</strong>o, allo stesso<br />
modo è possib<strong>il</strong>e ottenere analogo effetto<br />
nei cristalli fotonici semplicemente <strong>in</strong>troducendo<br />
dei “difetti” nella struttura. Un semplice<br />
difetto può essere <strong>in</strong>dotto modificando,<br />
ad esempio, la dimensione di alcuni “buchi”,<br />
nel caso 2D.<br />
Un primo ut<strong>il</strong>izzo dei cristalli fotonici è<br />
quello <strong>del</strong>le guide d’onda ottiche. Queste guide<br />
possono essere costituite, ad esempio, da<br />
una s<strong>in</strong>gola l<strong>in</strong>ea di c<strong>il</strong><strong>in</strong>dri mancanti all’<strong>in</strong>terno<br />
<strong>del</strong>la quale la radiazione lum<strong>in</strong>osa si propaga<br />
<strong>in</strong>disturbata.<br />
Importante impulso si è avuto nel campo<br />
<strong>del</strong>le sorgenti dove, grazie, ad esempio, all’ut<strong>il</strong>izzo<br />
dei cristalli fotonici come elementi<br />
attivi dei LED si è scoperto come sia possib<strong>il</strong>e<br />
elim<strong>in</strong>are l’emissione spontanea che si<br />
genera al loro <strong>in</strong>terno, per mezzo <strong>del</strong>la<br />
band gap fotonica; <strong>in</strong>canalando tutta l’energia<br />
nella radiazione <strong>in</strong> uscita è possib<strong>il</strong>e aumentare<br />
enormemente l’efficienza. I Laser a<br />
cristallo fotonico hanno, <strong>in</strong> questi anni, riscosso<br />
molte attenzioni per la flessib<strong>il</strong>ità dimostrata<br />
a livello di design e <strong>in</strong>gegnerizzazione<br />
essendo <strong>in</strong> grado di garantire la possib<strong>il</strong>ità<br />
di creare sorgenti che emettono orizzontalmente<br />
o verticalmente e che possono<br />
essere fac<strong>il</strong>mente <strong>in</strong>corporate all’<strong>in</strong>terno<br />
di configurazioni tunab<strong>il</strong>i a schiera (gli<br />
arrays).<br />
Giorgio Maria Tosi Beleffi<br />
<strong>Fondazione</strong> Ugo Bordoni<br />
Iquadernidi