FOGGIA: UNA CITTA' SENZA MEMORIA? - Biblioteca Provinciale di ...
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<strong>FOGGIA</strong>: <strong>UNA</strong> CITTA’ <strong>SENZA</strong> <strong>MEMORIA</strong>?(*)<br />
(Appunti <strong>di</strong> storia e <strong>di</strong> bibliografia)<br />
Per chi si accinge a stu<strong>di</strong>are, sia pure sommariamente, le vicende storiche <strong>di</strong><br />
Foggia, è <strong>di</strong>fficile sottrarsi, almeno durante la fase preliminare <strong>di</strong> ricerca documentaria,<br />
ad una sensazione <strong>di</strong> crescente sconforto, determinata dalla constatazione <strong>di</strong><br />
quanto povere siano le testimonianze architettoniche e documentarie superstiti, cui<br />
poter fare sicuro riferimento, al fine <strong>di</strong> collegare idealmente tra loro i fatti del passato<br />
e quelli del presente. Molti e gravi, purtroppo, sono stati, nel corso dei secoli,<br />
gli eventi naturali ed umani che concorsero a cancellare le più preziose tracce <strong>di</strong><br />
quella memoria storica che tanti, ancora oggi, vogliono negare alla città: negli anni<br />
1456, 1534 e 1731, la furia rovinosa <strong>di</strong> terremoti, ripresentandosi con effetti sempre<br />
più devastanti, <strong>di</strong>sfece quasi interamente la città antica ed i suoi monumenti;<br />
mentre, nel 1528 l’invasione del francese Lautrech, ma soprattutto, nel 1898, la rabbia<br />
cieca della folla <strong>di</strong>strusse col fuoco l’archivio comunale, unica testimonianza<br />
dell’evolversi <strong>di</strong> una coscienza civile citta<strong>di</strong>na attraverso i secoli 1. Non tutto, comunque,<br />
è andato perduto; sono rimaste pressochè intatte le plurisecolari memorie<br />
della Chiesa foggiana, le quali, unite alle fonti documentarie d’età moderna<br />
dell’Archivio <strong>di</strong> Stato ed alle opere insostituibili, malgrado le frequenti imprecisioni,<br />
degli eru<strong>di</strong>ti locali, consentono <strong>di</strong> riandare in<strong>di</strong>etro nel tempo e giungere, attraverso<br />
avvenimenti colmi <strong>di</strong> incertezza e <strong>di</strong> continui smarrimenti, sino al periodo remoto<br />
in cui la città sorse 2.<br />
________________<br />
(*) - Il testo dell’articolo è quello letto il 24 aprile 1985, al Palazzetto dell’Arte, in occasione<br />
dell’incontro culturale “Rivisitiamo la città” organizzato dalla Regione Puglia. Assessorato<br />
P.I. e dal C.R.S.E.C. Foggia. In questa sede sono stati aggiunti soltanto i sussi<strong>di</strong> bibliografici.<br />
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E’, così, possibile apprendere come non siano mancati, nel tempo, a Foggia,<br />
semi fecon<strong>di</strong> che avrebbero potuto essere coltivati con intelligenza ed amore, se le<br />
vicende storiche della città non avessero sempre impe<strong>di</strong>to la formazione <strong>di</strong> una<br />
cultura e <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione omogenee e durature.<br />
Terra <strong>di</strong> conquista, Foggia è stata continuamente, nel corso dell’intera sua<br />
storia, preda ambita, passata, <strong>di</strong> volta in volta, dalle mani <strong>di</strong> condottieri spregiu<strong>di</strong>cati<br />
e <strong>di</strong> ambiziosi imperatori a quelle <strong>di</strong> regnanti avi<strong>di</strong> che badarono soltanto a sfruttarne<br />
le risorse del territorio. Pertanto, il potenziale umano che avrebbe dovuto<br />
proiettare il futuro della città verso più alti traguar<strong>di</strong> civili, si <strong>di</strong>sgregò inari<strong>di</strong>to e si<br />
chiuse alle esperienze della tra<strong>di</strong>zione citta<strong>di</strong>na ed alle conquiste della cultura e<br />
dell’arte. L’intellettualità locale, schiacciata dal continuo sovrapporsi <strong>di</strong> forze e culture<br />
eterogenee, perse l’identità della propria origine e, <strong>di</strong> conseguenza, la città stentò<br />
ad acquistare una fisionomia ben definita sul piano storico delle civiltà urbane. Queste,<br />
infatti, ha già avuto modo <strong>di</strong> sottolineare accortamente in altra sede Ugo Jarussi,<br />
si sviluppano sempre, entro tra<strong>di</strong>zioni d’arte e cultura, dalle precedenti civiltà<br />
conta<strong>di</strong>ne che le hanno generate. Foggia, invece non ha avuto come retroterra <strong>di</strong><br />
sostentamento una civiltà conta<strong>di</strong>na, bensì una civiltà pastorale: <strong>di</strong> una pastorizia<br />
stagionale e transumante, capitalistica e <strong>di</strong> sfruttamento che nessun arricchimento<br />
civile e spirituale poteva arrecare alla città.<br />
Ma è opportuno non anticipare gli avvenimenti e procedere con or<strong>di</strong>ne<br />
nell’esposizione dei fatti citta<strong>di</strong>ni.<br />
Del tutto estranee alla storia civile foggiana sono state quelle lotte municipali<br />
che, nella prima metà del secolo XI, videro i Comuni dauni parteggiare ora per i<br />
Bizantini, ora per i Normanni 3. Nulla era ancora sorto <strong>di</strong> Foggia, quando, per motivi<br />
strategici, il catapano Boioannes andava fondando le città <strong>di</strong> Troia, Fiorentino,<br />
Dragonara, Civitate, allo scopo <strong>di</strong> integrare l’antico sistema <strong>di</strong>fensivo della Puglia<br />
settentrionale, costituito es-<br />
30
senzialmente da Ascoli Satriano e da Bovino; da Lucera e da Ripalta 4. Bisognerà<br />
attendere il consolidamento della conquista normanna, perchè, a seguito<br />
dell’incremento demografico e del <strong>di</strong>ssodamento <strong>di</strong> nuove terre, cominci a costituirsi<br />
tra le palu<strong>di</strong> del territorio troiano, intorno alla chiesa <strong>di</strong> Santa Maria de focis,<br />
un oscuro villaggio che non aveva neppure nome. Soltanto alcuni decenni più tar<strong>di</strong>,<br />
in un atto privato del 1125, esso sarà designato castrum Fogie 5.<br />
Origini normanne ed umili, dunque, quelle <strong>di</strong> Foggia, anche se, nel 1794, Alessio<br />
Aurelio Pelliccia, su incarico del clero citta<strong>di</strong>no insofferente della <strong>di</strong>pendenza<br />
dal vescovo <strong>di</strong> Troia, avrebbe cercato <strong>di</strong> nobilitarle facendole risalire nientemeno<br />
che ad Arpi, incorrendo, per questo, in quell’errore <strong>di</strong> interpretazione degli antichi<br />
documenti, che il Faraglia, già agli inizi <strong>di</strong> questo secolo e, recentemente, Ugo Jarussi<br />
hanno ampiamente illustrato 6.<br />
Nella seconda metà del secolo XII, quin<strong>di</strong>, spettava alla città vescovile <strong>di</strong><br />
Troia la supremazia in Capitanata; Foggia, invece, era ancora un semplice castello<br />
sito nel suo territorio e sottoposto ad una giuris<strong>di</strong>zione religiosa e politicoeconomica<br />
non sempre accettata <strong>di</strong> buon grado, come <strong>di</strong>mostrano le liti, che già fin<br />
da allora intorbidarono i rapporti delle due comunità 7. Ma nella pianura, in cui<br />
campi <strong>di</strong> grano, vigneti ed oliveti andavano, via via, sostituendo i terreni selvosi,<br />
Foggia, posta nel mezzo <strong>di</strong> essa, con comunicazioni stradali più agevoli verso tutte<br />
le altre località della regione, si presentava già come la città dell’avvenire. Nel 1212,<br />
la <strong>di</strong>scesa in armi <strong>di</strong> Ottone IV nel Mezzogiorno per usurpare il regno <strong>di</strong> Sicilia a<br />
Federico II, ancora sotto tutela papale, consentì a Foggia, partigiana dello Svevo,<br />
<strong>di</strong> togliere a Troia, fautrice del partito perdente, il primato politico-economico nel<br />
territorio e <strong>di</strong>venire, in breve tempo, il centro <strong>di</strong> innumerevoli iniziative governative<br />
ed artistiche dell’impero fridericiano: lo splendore della sedes imperialis è ampiamente<br />
documentato nelle pagine <strong>di</strong> Biagi, Bellucci, Huillard-Bréhòlles, Haseloff, Leistikow<br />
ed altri 8.<br />
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Tuttavia, quell’intensa attività politica e culturale, come è stato da più parti rilevato,<br />
si sovrapponeva al contesto urbano e sociale <strong>di</strong> Foggia e non nasceva da<br />
situazioni ed esigenze locali. Il fervore <strong>di</strong> opere, importato da un imperatore straniero,<br />
non coinvolgeva l’ambiente citta<strong>di</strong>no e, <strong>di</strong> conseguenza, era destinato a morire<br />
con Federico II 9.<br />
La definitiva caduta degli Svevi, dopo la breve, esaltante parentesi <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong>,<br />
ed il brutale sopravvento angioino arrestarono, così, un processo storicoculturale<br />
nel momento in cui era maturo per cominciare a dare i suoi frutti. Non è<br />
stato, quin<strong>di</strong>, un caso che Mario De Santis abbia paragonato il periodo fridericiano<br />
foggiano ad una primavera senza estate.<br />
Gli Angioini succeduti a Carlo I ri<strong>di</strong>mensionarono Foggia a semplice residenza<br />
ed a centro amministrativo delle loro masserie in Capitanata e spostarono a<br />
Napoli il baricentro del Regno 10; si accanirono a cancellare qualunque cosa o persona<br />
fosse stata legata al precedente governo e intrapresero, poi, una lunga serie <strong>di</strong><br />
sfortunate iniziative politiche e militari che inevitabilmente prostrarono la popolazione<br />
e fatalmente condussero loro alla rovina. Nelle pagine <strong>di</strong> Domenico <strong>di</strong> Gravina,<br />
il maggior cronista dell’epoca, si susseguono episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> soverchieria e <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione:<br />
i sorprusi della nuova feudalità a Lucera, Manfredonia, Montesantangelo;<br />
i saccheggi a Foggia <strong>di</strong> Corrado Lupo, al comando delle schiere guidate da Luigi<br />
d’Ungheria contro la regina Giovanna I; il terrore della guerra <strong>di</strong> successione intrapresa<br />
da La<strong>di</strong>slao <strong>di</strong> Durazzo. Tutto un incalzare <strong>di</strong> avvenimenti drammatici che<br />
misero a ferro e fuoco l’intero Regno e portarono morte e desolazione specialmente<br />
nelle terre <strong>di</strong> Capitanata, un tempo le più ricche e feraci del Mezzogiorno 11.<br />
La stasi culturale e sociale provocata a Foggia dall’avvento angioino si accentuò<br />
ed aggravò quando, con la transumanza organizzata e legalizzata, la città <strong>di</strong>venne<br />
una colonia pastorale abruzzese. La Dogana della Mena delle Pecore, <strong>di</strong>sciplinata<br />
con carattere d’obbliga-<br />
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torietà, nel 1447, da Alfonso d’Aragona, durò sino a tutto il periodo dei Borboni e<br />
trasformò le terre del Tavoliere in una landa squallida e brulla, non a caso definita<br />
dai contemporanei “deserto del Regno <strong>di</strong> Napoli” o “steppa forzata” o “rifugio<br />
della barbarie” o “cimitero degli abruzzesi”, a causa <strong>di</strong> quel vuoto <strong>di</strong> uomini e colture<br />
che, soltanto nei mesi da novembre a maggio, quasi per miracolo si animava e<br />
popolava per ritornare, subito dopo, allo stato consueto <strong>di</strong> silenzio e desolazione 12.<br />
Una tanto grave crisi sociale e culturale non interessò, comunque, soltanto<br />
Foggia e la sua provincia, ma caratterizzava l’intero Mezzogiorno che, proprio nel<br />
corso della breve esperienza aragonese e del successivo viceregno spagnolo, cadde<br />
in uno stato <strong>di</strong> depressione e <strong>di</strong> rinnovata arretratezza, dal quale non si sarebbe più<br />
veramente risollevato. I viaggiatori stranieri che, da quel momento in poi, visitarono<br />
le province meri<strong>di</strong>onali, rimasero esterrefatti dalle con<strong>di</strong>zioni in cui le popolazioni<br />
trascinavano la loro vita e ne parlarono, nel migliore dei casi, come <strong>di</strong> un para<strong>di</strong>so<br />
abitato da <strong>di</strong>avoli 13. La monarchia in<strong>di</strong>pendente, ristabilita con i Borboni, si reputò<br />
felice quando potè sentirsi tranquilla tra l’acqua santa e l’acqua salata e nessuna valida<br />
politica <strong>di</strong> riforme fu in grado <strong>di</strong> promuovere per risollevare la vita civile del Regno<br />
e mutare il corso degli eventi. Nonostante, quin<strong>di</strong>, il fiorire <strong>di</strong> una grande cultura<br />
illuministica nella seconda metà del Settecento che, attraverso Galiani, Genovesi,<br />
Palmieri, Galanti, Longano, si impose subito come patrimonio comune della nazione<br />
italiana e della civiltà europea e rappresentò, certamente, il più alto ed originale<br />
movimento culturale <strong>di</strong> tutta la lunga storia meri<strong>di</strong>onale 14. Nonostante la progressiva<br />
erosione <strong>di</strong> gran parte dell’antico assetto sociale del Mezzogiorno e la lenta<br />
e incerta, ma non trascurabile genesi <strong>di</strong> nuovi ceti e <strong>di</strong> nuove attività produttive ad<br />
opera delle Società Economiche che, ai primi dell’Ottocento si vennero costituendo<br />
in tutte le province 15; nonostante, ancora, gli evidenti segni del rivelarsi <strong>di</strong> una nuova<br />
volontà e vitalità politica, il<br />
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Regno, dopo più <strong>di</strong> sette secoli, finì col cadere nella maniera più impreve<strong>di</strong>bile e<br />
nello stato unitario, <strong>di</strong> cui entrò a far parte, le regioni meri<strong>di</strong>onali rimasero in una<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> inferiorità economica e sociale, dalla quale, a tutt’oggi, non si sono<br />
ancora pienamente riscattate 16.<br />
Per tutto questo lunghissimo periodo, a Foggia l’economia locale rimase<br />
concentrata nelle mani <strong>di</strong> pochi: nobili napoletani e gran<strong>di</strong> feudatari assenteisti; allevatori<br />
e ricchi concessionari abruzzesi occuparono più <strong>di</strong> due terzi delle terre del<br />
Tavoliere, sottraendole all’agricoltura. All’ombra <strong>di</strong> questo potere economicopolitico,<br />
nel 1499, legalizzato dagli Aragonesi alla guida dell’università foggiana 17 e<br />
interrotto soltanto dalle brevi e infelici esperienze popolari della ribellione <strong>di</strong> Sabato<br />
Pastore nel 1648 18 e della Repubblica Partenopea del 1799 19, crebbe, debole e serva,<br />
una classe me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> artigiani e mercanti, avvocati, amministratori e pubblici funzionari,<br />
tutti immigrati a Foggia solo per il periodo dei pascoli invernali.<br />
In conseguenza <strong>di</strong> tali con<strong>di</strong>zioni socio-economiche tanto esclusive ed arretrate,<br />
si venne formando nella già povera città una classe <strong>di</strong> pastori <strong>di</strong>seredati e miseri,<br />
quasi sempre d’origine abruzzese che, stor<strong>di</strong>ti, talvolta, dalla solitu<strong>di</strong>ne e, più<br />
spesso, dalla <strong>di</strong>sperazione <strong>di</strong> aver tutto perduto per le ricorrenti gelate e morìe <strong>di</strong><br />
animali che perio<strong>di</strong>camente affliggevano il Tavoliere, si smarrivano nella vastità desolata<br />
dei pascoli <strong>di</strong> Capitanata e rinunciavano, scoraggiati, a fare ritorno sui monti<br />
natali. Si ingrossavano, così, sia pure <strong>di</strong> poche unità, le file degli emarginati locali,<br />
<strong>di</strong>soccupati permanenti, de<strong>di</strong>ti ad espe<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> pura e semplice sopravvivenza, alla<br />
caccia <strong>di</strong> frodo oppure allo sfruttamento abusivo delle proprietà altrui.<br />
Erano costoro i “terrazzani”, i quali sopravvissuti sino a qualche decennio fa,<br />
hanno rappresentato la prova <strong>di</strong> un fenomeno sociale tipicamente foggiano e pressochè<br />
sconosciuto nelle altre realtà pugliesi e<br />
34
meri<strong>di</strong>onali 20.<br />
Nel 1861, Gennaro Sauchelli, tentando il loro recupero nell’ambiente citta<strong>di</strong>no<br />
che li aveva emarginati, li descrisse come uomini dalla vocazione conta<strong>di</strong>na che,<br />
tuttavia, non possedevano terra, non avevano lavoro, non potevano coltivare campi<br />
ed erano nell’impossibilità <strong>di</strong> averne in concessione. I più ar<strong>di</strong>ti si appropriavano<br />
illegalmente <strong>di</strong> piccoli appezzamenti <strong>di</strong> terreno che seminavano ad ortaggi e che<br />
spesso dovevano abbandonare d’urgenza o <strong>di</strong>struggere, per non incorrere in provve<strong>di</strong>menti<br />
penali. Lavoratori laboriosi e tenaci vissero sempre sotto il peso <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zi<br />
sociali che li faceva guardare con <strong>di</strong>ffidenza e <strong>di</strong>sprezzo, mentre le terre che<br />
non riuscirono mai ad ottenere rimanevano preda delle palu<strong>di</strong> o venivano abbandonate<br />
alle pecore.<br />
Abitavano tutti intorno alla chiesa delle Croci, fuori del perimetro citta<strong>di</strong>no,<br />
e lì avevano dato vita ad un originale quartiere popolare. Le case, in origine, ricoveri<br />
<strong>di</strong> legno, passata, dopo il 1731, la paura <strong>di</strong> un nuovo terremoto 21, furono ricostruite<br />
in muratura, conservando lo stesso <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato assetto che l’urgenza e la fretta<br />
dell’emergenza avevano determinato.<br />
Sono, ancora, visibili, al quartiere Croci, le lunghe schiere <strong>di</strong> costruzioni senza<br />
finestre con una entrata in alto a pochi scalini, sopraelevati sul piano stradale, ed<br />
un’altra in basso ad altrettanti scalini scavati nella terra. Senza dubbio, un’architettura<br />
meri<strong>di</strong>onale, forse caratteristica dei gran<strong>di</strong> centri, ma pure uno dei pochi esempi,<br />
tuttora esistenti, <strong>di</strong> architettura popolare urbana, tipica <strong>di</strong> un ceto che, fondamentalmente,<br />
svolgeva la sua vita sociale a metà tra la città e la campagna; che commerciava<br />
i prodotti della terra e non li produceva; insomma, un gruppo sociale che<br />
inventò per sè un quartiere <strong>di</strong>verso dagli altri, per la sua caratteristica e particolare<br />
collocazione tra produttori ed agricoltori, fra commercianti e pastori.<br />
Non minore povertà e squallore, comunque, caratterizzava gli altri quartieri<br />
della Foggia del dopoterremo-<br />
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to, costituiti prevalentemente da case basse, costruite in tufo, ad un solo piano terreno,<br />
<strong>di</strong> un vano, senza servizi, con la porta d’ingresso come unica presa d’aria.<br />
Un iniziale cambiamento a questa situazione si registrò nella prima metà del<br />
secolo XIX, quando la nuova nobiltà latifon<strong>di</strong>sta degli Zezza, Bruno, Di Rose, creata<br />
dal decennio francese e dalla restaurazione borbonica, arricchitasi in seguito alla<br />
liquidazione del demanio pastorale ed avviata a più red<strong>di</strong>tizie attività produttive<br />
dalla Reale Società Economica dei Rosati e dei Della Martora, ingentilì il paesaggio<br />
urbano con le sue eleganti residenze; mentre, contemporaneamente, inviato da Napoli,<br />
l’architetto Luigi Oberty nobilitò l’arredo urbano, progettando il pronao della<br />
Villa Comunale, il Teatro Fer<strong>di</strong>nando, oggi Teatro Giordano, il pronao della chiesa<br />
<strong>di</strong> San Francesco Saverio, l’orfanotrofio Maria Cristina, la chiesa della Madonna<br />
della Croce e quella <strong>di</strong> Santa Maria della Neve, attualmente non più esistenti 22.<br />
Contemporaneamente, anche la coscienza civile citta<strong>di</strong>na, già stimolata dagli<br />
illuministi settecenteschi, si era andata progressivamente maturando e rinvigorendo<br />
nel corso della esperienza napoleonica: a Foggia, come nelle altre città del Regno, ai<br />
patrioti del ’99 e del decennio murattiano avevano tenuto <strong>di</strong>etro quei liberali che,<br />
dopo le prove del ’21, si erano identificati, finalmente, con l’intera nazione napoletana<br />
nel ’48, ed erano riusciti nel 1860 a riportare una definitiva vittoria sulla monarchia<br />
borbonica, ormai irrime<strong>di</strong>abilmente reazionaria. Poterono, così, vedere<br />
finalmente pubblicizzati i loro progetti <strong>di</strong> rinascita morale e politica delle regioni<br />
meri<strong>di</strong>onali, da troppo tempo in con<strong>di</strong>zioni sociali <strong>di</strong>sastrose, come ebbe a rilevare<br />
per la Capitanata la relazione redatta nel 1866 dal prefetto Giacinto Scelsi 23.<br />
Alla capacità ed alla volontà <strong>di</strong> rinnovamento politico non corrispose, tuttavia,<br />
da parte <strong>di</strong> questa generazione <strong>di</strong> liberali, rappresentata a Foggia dai vari Zuppetta,<br />
Lanza, Ricciar<strong>di</strong>, De Luca, Libetta, un’adeguata comprensione dei problemi<br />
che lo sviluppo del Mezzogiorno<br />
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poneva. L’intero liberalismo meri<strong>di</strong>onale, in definitiva, da un lato, non fu capace <strong>di</strong><br />
imporre a quel partito liberale nazionale, <strong>di</strong> cui pure faceva parte, una più attenta e<br />
me<strong>di</strong>tata considerazione dei problemi posti dalla struttura agricola del Mezzogiorno,<br />
in vista del processo <strong>di</strong> sviluppo capitalistico verso il quale la vita dell’Italia unita<br />
fu ben presto ed a ragione in<strong>di</strong>rizzata. Dall’altro lato, fu incapace <strong>di</strong> assumersi, nei<br />
confronti della possidenza agraria meri<strong>di</strong>onale, un ruolo <strong>di</strong> guida economica ed una<br />
egemonia che comportassero la sollecitazione a nuovi atteggiamenti verso il possesso<br />
fon<strong>di</strong>ario e verso l’attività agricola 24.<br />
Pertanto, a livello nazionale. i problemi dello sviluppo del paese vennero<br />
impostati e risolti nella pressochè esclusiva considerazione dei termini ideologici,<br />
tecnici e politici che i gruppi <strong>di</strong>rigenti settentrionali del partito nazionale liberale avevano<br />
formulato; a livello meri<strong>di</strong>onale e locale, invece, i ceti degli agrari poterono<br />
progressivamente ri<strong>di</strong>mensionare ed emarginare la <strong>di</strong>rezione politica liberale subìta<br />
nei primi anni dell’unità italiana, per presentarsi, poi, sul finire dell’800, come i veri<br />
vincitori della lotta che tra progresso e reazione si stava combattendo nel Mezzogiorno<br />
da oltre cento anni.<br />
Alla pari delle altre province meri<strong>di</strong>onali, anche in Capitanata, come ebbe a<br />
rilevare nel 1884 Giuseppe Andrea Angeloni nella sua relazione al Parlamento e<br />
come ha ampiamente documentato Michele Magno nel suo recente libro, Galantuomini<br />
e conta<strong>di</strong>ni in Puglia, i ceti agrari, a partire dall’ultimo ventennio del secolo<br />
XIX, non solo pervennero al controllo delle leve <strong>di</strong> potere locali, ma riuscirono<br />
anche ad imporre la salvaguar<strong>di</strong>a dei loro interessi ed il loro modo <strong>di</strong> vedere su<br />
molte questioni della vita politica italiana alle stesse classi <strong>di</strong>rigenti ed ai ceti economici<br />
che nell’area più progre<strong>di</strong>ta del paese presiedevano al processo <strong>di</strong> sviluppo<br />
capitalistico. Ed una prova evidente è l’approvazione che nel 1887 si ebbe da parte<br />
della Camera dei deputati e del Senato <strong>di</strong> una nuova tariffa doganale, più decisamente<br />
protezionistica<br />
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<strong>di</strong> quella del 1878. Contemporaneamente gli agrari, mentre le idee socialiste, tra<br />
mille ostacoli, si facevano strada nelle società operaie <strong>di</strong> mutuo soccorso e nelle<br />
leghe conta<strong>di</strong>ne, vennero pure elaborando una loro autonoma ed originale interpretazione<br />
dell’ideologia liberale sotto il segno della quale era stata compiuta<br />
l’unificazione italiana 25. Il senso dello stato, l’uomo forte, il mal d’Africa ed altri miti<br />
del genere sostituirono nella pubblica opinione meri<strong>di</strong>onale i deboli germogli del<br />
liberalismo e della democrazia seminati nei decenni precedenti e successivamente<br />
respinti ai margini del <strong>di</strong>battito politico. Era, chiaramente, l’avvio ad una trasformazione<br />
politica che, attraverso il crispismo ed il trasformismo depretisiano, sarebbe<br />
culminata nella <strong>di</strong>ffusione del nazionalismo autoritario dei primi del ’900.<br />
In tal modo uno schieramento nuovo <strong>di</strong> “notabili” e “galantuomini” usurpò<br />
lo spazio politico che nel 1860 sembrava definitivamente destinato al partito dei<br />
liberali del ’21 e del ’48.<br />
Furono essi che, poi, negli anni trenta del ’900 realizzarono a Foggia una serie<br />
<strong>di</strong> interventi urbanistici che le fecero perdere ogni connotazione conta<strong>di</strong>na ed<br />
assumere l’attuale fisionomia <strong>di</strong> città prevalentemente terziaria.<br />
Le fasi evolutive della “grande Foggia” fascista sono ampiamente registrate<br />
nelle pubblicazioni propagan<strong>di</strong>stiche del regime ed in quelle tecniche <strong>di</strong> Vito Ciampoli<br />
26. Ma Raffaele Colapietra nel suo libro, La Capitanata nel periodo fascista 27, ha<br />
anche documentato come un tale sviluppo urbanistico non fosse altro che il prezzo<br />
pagato per compensare le delusioni generate nella popolazione <strong>di</strong> Capitanata dal<br />
fallimento del progetto <strong>di</strong> bonifica e soprattutto il risultato delle ampie concessioni<br />
fatte dalle autorità fasciste, in occasione del nuovo patto agricolo provinciale, a favore<br />
dei gran<strong>di</strong> agrari, facenti capo a Caradonna, ed a danno <strong>di</strong> braccianti e conta<strong>di</strong>ni,<br />
protagonisti nel primo dopoguerra <strong>di</strong> violente lotte sociali.<br />
Il gran<strong>di</strong>oso programma <strong>di</strong> costruzioni riuscì a taci-<br />
38
tare gli scontenti 28.<br />
Sorse il palazzo del Podestà e quello degli Stu<strong>di</strong>; la nuova Prefettura; la<br />
caserma della milizia, progettata dal foggiano Celentani Ungaro, al quale venne,<br />
pure, affidata la costruzione dell’Opera Pia Maria Grazia Barone; mentre architetti<br />
<strong>di</strong> fama nazionale come Brunetti, Marini, Piccinato progettavano il palazzo<br />
dell’Acquedotto Pugliese, la fontana <strong>di</strong> piazza Federico II, il quartiere giar<strong>di</strong>no<br />
<strong>di</strong> via Scillitani. La città cambiò definitivamente aspetto, in seguito<br />
all’eliminazione delle strade fatiscenti e dei decrepiti quartieri settecenteschi, nei<br />
quali, non sempre, vennero, tuttavia, salvaguardati i monumenti. Foggia si dotò,<br />
anche, <strong>di</strong> una rete viaria più logica e moderna, creò nell’ex borgo Scopari, attuale<br />
via Dante, il suo monumentale centro degli affari; congiunse la stazione<br />
ferroviaria ed i nuovi quartieri al centro antico, me<strong>di</strong>ante l’ampio corso Vittorio<br />
Emanuele, dominato dalla neoclassica piazza Cavour.<br />
Solo nell’aspetto urbanistico-monumentale, comunque, nasceva una città<br />
nuova e moderna, perchè, lo si è detto, la sua classe <strong>di</strong>rigente continuò ad essere<br />
quella gretta e chiusa dei grossi proprietari terrieri 29.<br />
Oggi, in una collusione-identificazione tra politici e costruttori si è venuta<br />
modellando la nuova classe <strong>di</strong>rigente delle città del Mezzogiorno, la quale ha<br />
proiettato un’ombra <strong>di</strong> squallore sul territorio urbanizzato.<br />
Come quasi tutti i capoluoghi provinciali ed alcuni centri <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a grandezza,<br />
interessati da nuclei industriali, anche Foggia ha vissuto, dopo i danni<br />
dell’ultimo conflitto 30, una tumultuosa espansione. Cresciuta, però, solo negli<br />
apparati burocratici e nelle dotazioni del terziario, essa non solo continua a non<br />
avere nessuna identità, ma è <strong>di</strong>venuta un affastellato <strong>di</strong> case, in cui una frangia<br />
cospicua <strong>di</strong> popolazione, de<strong>di</strong>ta all’e<strong>di</strong>lizia, alla pubblica amministrazione ed ai<br />
servizi <strong>di</strong> prima necessità, lavora alla “riproduzione” della città senza che sussistano<br />
reali risorse per una espansione fisiologica. Se, pertanto, non si deciderà <strong>di</strong><br />
intervenire, per ritornare al-<br />
39
la città a misura d’uomo, Foggia subirà la stessa sorte <strong>di</strong> altri centri meri<strong>di</strong>onali<br />
31. Continuerà a crescere senza le più elementari garanzie <strong>di</strong> tutela della salute,<br />
in senso lato, dei suoi abitanti: <strong>di</strong>fetteranno sempre più aree ver<strong>di</strong> ed una trama<br />
or<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> spazi per il lavoro e per il tempo libero; abbonderanno, invece, solo<br />
palazzi <strong>di</strong> esibita agiatezza o <strong>di</strong> sciatta fattura e poche strade-passerella per i<br />
feticci <strong>di</strong> una civiltà industriale sempre sostanzialmente estranea.<br />
Antonio Ventura<br />
40
1 - RAPPRESENTAZIONE IDEOGRAFICA DI <strong>FOGGIA</strong> NEL SE-<br />
COLO XVII.<br />
Cfr.: MICHELE, A. - MICHELE, N., Atlante delle locazioni della Dogana delle<br />
Pecore <strong>di</strong> Foggia. [Scritti <strong>di</strong>:] Giuseppe Carlone, Pasquale Di Cicco, Italo Palasciano.<br />
Cavallino <strong>di</strong> Lecce, ed. Capone, s.d..<br />
42
2 - CATTEDRALE<br />
Della fabbrica me<strong>di</strong>evale iniziata, pare, già alla fine del XII secolo, ma per quel<br />
che rimane tutta federiciana, sono rimaste la parte inferiore delle pareti esterne,<br />
con le stesse arcate cieche che si ritrovano nelle cattedrali <strong>di</strong> Troia e <strong>di</strong> Siponto.<br />
Rimane anche la cripta, <strong>di</strong>versa da quelle tra<strong>di</strong>zionali nelle chiese pugliesi dei<br />
secoli precedenti e l’unica del 1200. Una cripta, forse, ricavata in memoria della<br />
primitiva chiesa <strong>di</strong> S. Maria de Fovea che, secondo i documenti, doveva esistere<br />
già alla fine del secolo XI. In essa le quattro colonne che sostengono la crociera<br />
al centro, ricavate nella breccia rossa del Gargano, hanno capitelli raffinatissimi,<br />
certo scolpiti all’epoca <strong>di</strong> Federico II e molto simili ad altri, <strong>di</strong> qualche decennio<br />
più tar<strong>di</strong>, opera <strong>di</strong> Nicola, figlio <strong>di</strong> Bartolomeo da Foggia, protomagister <strong>di</strong><br />
Federico II e costruttore del suo palazzo imperiale. L’interesse maggiore della<br />
cattedrale è proprio nella decorazione scultorea, soprattutto esterna. Il cornicione,<br />
i capitelli della parete ed il portale laterale, detto <strong>di</strong> San Martino, sono tra i<br />
più significativi documenti della produzione federiciana, perché eseguiti<br />
all’epoca <strong>di</strong> Federico II e da maestri che dovevano avere stretti rapporti con la<br />
corte, se non dagli stessi che lavorarono per il palazzo imperiale.<br />
Cfr.: M. DI GIOIA, Il Duomo <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Leone, 1975; A. PETRUCCI,<br />
Cattedrali <strong>di</strong> Puglia. Roma, Bestetti, 1960; P. BELLI D’ELIA, La Puglia. Roma,<br />
E<strong>di</strong>toriale l’Espresso, 1980; M. DE SANTIS, “Il portale <strong>di</strong> S. Martino della Cattedrale<br />
<strong>di</strong> Foggia”. In: Rassegna <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Dauni. Foggia, Soc. Dauna <strong>di</strong> Cultura,<br />
1974.<br />
44
3 - LETTERA AUTOGRAFA DELL’IMPERATORE CARLO V<br />
ALL’UNIVERSITA’ DI <strong>FOGGIA</strong><br />
Con questo documento, conservato presso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>, il monarca,<br />
riconfermando gli antichi privilegi della città e conferendone altri, intese premiarla<br />
per l’aiuto che essa aveva dato alle armate imperiali, in occasione dello scontro,<br />
avvenuto in pieno centro citta<strong>di</strong>no l’otto marzo 1528, contro le truppe <strong>di</strong><br />
Francesco I, re <strong>di</strong> Francia, comandate dal Lautrech, risultate, alla fine, vittoriose.<br />
Cfr.: C. VILLANI, Foggia nella storia. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1930; P. Di<br />
Cicco, Il libro rosso della città <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, s.d..<br />
46
4 - CHIESA DI S. FRANCESCO SAVERIO<br />
La chiesa, molto probabilmente, venne costruita dai Gesuiti all’inizio del secolo<br />
XVII, tesi verosimile, se si tiene presente che è de<strong>di</strong>cata a San Francesco Saverio<br />
della Compagnia <strong>di</strong> Gesù e se si considera che i Gesuiti avevano in programma la<br />
costruzione <strong>di</strong> un complesso che non poterono mai realizzare, perché, come si sa,<br />
furono costretti ad abbandonare Foggia. Le sei colonne che reggono il porticato <strong>di</strong><br />
stile neoclassico, progettato dall’architetto Oberty, negli anni 20 <strong>di</strong> questo secolo<br />
vennero collegate tra loro da una cancellata; riacquistarono la loro attuale bellezza<br />
quando, più tar<strong>di</strong>, essa venne eliminata. Nel 1827, la chiesa fu proposta sede<br />
parrocchiale, <strong>di</strong>venendo tale, <strong>di</strong> fatto, il 27 marzo 1830, quando la santa Sede<br />
concesse il suo beneplacito. Sino a quel momento tre erano state le parrocchie a<br />
Foggia: la Basilica Cattedrale; San Tommaso Apostolo; Sant’Angelo.<br />
Cfr.: [F. CARELLA], Parrocchia San Francesco Saverio. 150° anniversario <strong>di</strong> fondazione<br />
1832-1982. Foggia, Grafsud, 1982.<br />
48
5 - PIANO DELLE FOSSE<br />
La ricca produzione granaria del Tavoliere imponeva la conservazione delle derrate<br />
in profonde fosse che si aprivano nel largo tratto compreso tra la Basilica <strong>di</strong> San<br />
Giovanni e la chiesa <strong>di</strong> San Rocco. Vi lavoravano gli sfossatori, i quali erano<br />
organizzati in due compagnie: la Santo Stefano e la San Rocco. A capo <strong>di</strong> ciascuna<br />
c’erano 2 caporali, 2 sottocaporali e uno scrivano. Il compito degli sfossatori consisteva<br />
nell’aprire, con appositi attrezzi, le fosse <strong>di</strong> grano, alla presenza <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>tore e<br />
compratore, e calarvi giù un secchio munito <strong>di</strong> una corda, per prendere il frumento<br />
che veniva pesato da uno dei 22 misuratori, sino alla quantità voluta. Per<br />
l’utilizzazione delle fosse <strong>di</strong> grano si seguiva un proce<strong>di</strong>mento semplice: sopra la<br />
massa <strong>di</strong> frumento depositato all’asciutto si stendeva uno strato <strong>di</strong> polvere <strong>di</strong> calce,<br />
dello spessore <strong>di</strong> tre pollici; poi si bagnava con gli innaffiatoi, in modo da formare<br />
una crosta. I granelli <strong>di</strong> frumento alla superfice germogliavano, ma, poi, morivano<br />
subito, ed il grano interno si conservava per una lunga serie <strong>di</strong> anni. Alla fine, la<br />
fossa veniva coperta con un soppalco, sul quale si stendeva uno strato <strong>di</strong> terra. Una<br />
volta effettuata questa operazione, non si scorgeva più alcuna traccia <strong>di</strong> fosse che<br />
venivano identificate solo grazie ad un tassello <strong>di</strong> pietra con un numero impresso<br />
sopra.<br />
Cfr.: M. STUPPIELLO, Le fosse, Cerignola, Centro Stu<strong>di</strong> “Torre Alemanna”, 1981;<br />
U. IARUSSI, Si completa la <strong>di</strong>struzione delle fosse granarie. Dopo Foggia e altri paesi dauni<br />
oggi è la volta <strong>di</strong> S. Paolo Civitate. In: RISVEGLIO. 6 <strong>di</strong>cembre 1985.<br />
50
6 - TEATRO DAUNO<br />
La sua costruzione fu iniziata il 4 ottobre 1825, sotto la <strong>di</strong>rezione dell’architetto<br />
Oberty; fu inaugurato il 10 maggio 1828. Nell’occasione venne rappresentato il<br />
melodramma La sposa fedele <strong>di</strong> Giovanni Pacini. Fu denominato “Real Teatro<br />
Fer<strong>di</strong>nando”, in omaggio a Fer<strong>di</strong>nando I <strong>di</strong> Borbone, poi, “Teatro Dauno”, infine,<br />
“Teatro Umberto Giordano”.<br />
Cfr.: F. VILLANI, La Nuova Arpi. Salerno, Migliaccio, 1876.<br />
52
SUSSIDI BIBLIOGRAFICI<br />
1 - Per meglio approfon<strong>di</strong>re la conoscenza <strong>di</strong> questi avvenimenti naturali<br />
ed umani che segnarono la storia <strong>di</strong> Foggia, cfr.: P. MANERBA, Memorie sulla<br />
origine della città <strong>di</strong> Foggia e sua Maggior Chiesa. Napoli, Morelli, 1798; C. PERI-<br />
FANO, Cenni storici su la origine della Città <strong>di</strong> Foggia. Napoli, Russo, 1831; G.<br />
CALVANESE, Memorie per la città <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1931;<br />
F. VILLANI, La Nuova Arpi. Salerno, Migliaccio, 1876; C. VILLANI, Foggia<br />
nella storia. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1930; M. PAPA, Economia ed Economisti <strong>di</strong><br />
Foggia (1089-1865). Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1933; R. CAGGESE, Foggia e<br />
la Capitanata. Bergamo, Ist. Italiano Arti Grafiche, 1910; OSPITALITA’ ITA-<br />
LIANA, Milano, 1933; U. IARUSSI, Foggia, genesi urbanistica, vicende storiche e carattere<br />
della città. Bari, Adda, 1975; D. FORTE, I Francescani Frati Minori a Foggia.<br />
Foggia, Curia <strong>Provinciale</strong> Frati Minori, 1981. Giova anche consultare alla voce<br />
<strong>FOGGIA</strong>: G.B. PACICHELLI, Il Regno <strong>di</strong> Napoli in prospettiva. Tomo III.<br />
Napoli, Parrino e Mutio, 1703; L. GIUSTINIANI, Dizionario geografico ragionato<br />
del Regno <strong>di</strong> Napoli. Napoli, Manfre<strong>di</strong>, 1797; F. SACCO, Dizionario geograficoistorico-fisico<br />
del Regno <strong>di</strong> Napoli. Napoli, Flauto, 1795; M. FRACCACRETA,<br />
Teatro topografico storico poetico della Capitanata. Napoli, Coda, 1828-1843; A.<br />
AMATI, Dizionario corografico dell'Italia. Vol. III. Milano, Vallar<strong>di</strong>, [1867]; L.<br />
CARDILLO, Dizionario corografico storico statistico della Capitanata e de’luoghi più<br />
notevoli dell'antica Daunia. Altamura, Leggeri, 1885. Ancora, le guide: A. PETTI,<br />
Guida <strong>di</strong> Foggia e provincia. Foggia, Buccino, 1931; M. BICCARI - N. Loco,<br />
Guida <strong>di</strong> Foggia. Bari, Resta, 1952; M.T. MASULLO, Foggia per un tracciato antico.<br />
Foggia, Leone, 1984; e, infine, le bibliografie: M. ALTOBELLA GALASSO -<br />
A. VENTURA, Foggia e la Capitanata. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata,<br />
1979; e, A. VENTURA, Materiali per la storia locale. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong><br />
Capitanata, 2 - Per 1984. la storia della Chiesa foggiana cfr.: N. BECCIA, Cronistoria <strong>di</strong> Troja<br />
(dal 1584 al 1900). Lucera, Scepi, 1917; M. DI GIOIA, La <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Foggia.<br />
Appunti per la storia. Foggia, Leone, 1955; ID., Monumenta Ecclesiae Sanctae Mariae<br />
de Fogia. Foggia, Leone, 1961; ID., Il Duomo <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Leone, 1975; ID.,<br />
Archivio storico del Capitolo <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1981;<br />
ID., La Chiesa <strong>di</strong> Foggia e i suoi pastori. Napoli-Roma, LER, 1982, ID., Foggia<br />
Sacra ieri e oggi. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1984.; M. DI GIOIA,<br />
La <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Arpi e il vescovo Pardo. In: Archivio Storico Pugliese. Bari, Soc. Storia<br />
Patria della Puglia, 1984. Per conoscere invece la consistenza dell’Archivio storico<br />
del Comune, cfr.; P. DI CICCO, I documenti antichi dell'Archivio Comunale <strong>di</strong><br />
Foggia. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1970.<br />
53
3 - G. DE BLASIIS, La insurrezione pugliese e la conquista normanna nel secolo<br />
XI. Napoli, Detken, 1864; C. DI TARANTO, La Capitanata al tempo dei Normanni<br />
e degli Svevi. Matera, Conti, 1925; M. FUIANO, La Capitanata tra i secoli<br />
XI-XIII. In: ATTI del II Convegno Distretti Rurali e Città Minori. Bari, Società<br />
<strong>di</strong> Storia Patria per la Puglia, 1977; J.M. MARTIN, Les Chartes de Troia (1024-<br />
1266). Bari, Società <strong>di</strong> Storia Patria per la Puglia, 1976; V. VON FALKEN-<br />
HAUSEN, La dominazione bizantina nell'Italia meri<strong>di</strong>onale dal IX all'XI secolo. Bari,<br />
Ecumenica, 1978; G. GAY, L'Italia meri<strong>di</strong>onale e l'Impero Bizantino dall'avvento <strong>di</strong><br />
Basilio I alla resa <strong>di</strong> Bari ai Normanni (867-1071). Sala Bolognese, Forni, 1978; M.<br />
FUIANO, Economia rurale e società in Puglia nel Me<strong>di</strong>oevo. Napoli, Liguori, 1978;<br />
ID., I Normanni e la Daunia. Foggia, ENAL, s.d.; ID., La battaglia <strong>di</strong> Civitate. In:<br />
ITINERARI storici e letterari. Napoli, Giannini, 1977.<br />
4 - P. Rosso, Ristretto dell'istoria della città <strong>di</strong> Troia e sua <strong>di</strong>ocesi dall'origine della<br />
medesima al 1584. Trani, Vecchi, 1907; T. LECCISOTTI, Le colonie cassinesi in Capitanata.<br />
IV. Troia. Montecassino, 1957; M. DE SANTIS, La "Civitas Troiana" e<br />
la sua Cattedrale. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1976; la PUGLIA fra<br />
Bisanzio e l'Occidente. Milano, Electa, 1980; F. CAPRIGLIONE-P. MELE, Ascoli<br />
Satriano, storia arte, lingua e folclore. Ascoli Satriano, Comune <strong>di</strong> Ascoli Satriano,<br />
1980; V. DI SABATO, La storia <strong>di</strong> Luceria Apulorum. Vol. I Lucera, Catapano,<br />
1983; C.G. NICASTRO, Bovino storia <strong>di</strong> popolo vescovi duchi e briganti. Foggia,<br />
Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1984.<br />
5 - Oltre ai già citati M. DI GIOIA, Monumenta….., e J.M. MARTIN, Les<br />
Chartes ...; cfr., anche: D.M. POTIGNONE, Saggio storico pugliese... sulla origine <strong>di</strong><br />
Foggia. Napoli, Vara, 1844; ID., Sunto della storia <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Ciampitti,<br />
1867; F. CARABELLESE, L'Apulia ed il suo Comune nell'alto Me<strong>di</strong>o Evo. Bari,<br />
Commissione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Archeologia e Storia Patria, 1905; U. IARUSSI,<br />
Tre fiamme sull'acqua. Foggia, Leone, s.d.; ID., A proposito dello stemma <strong>di</strong> Foggia. In:<br />
Rassegna <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Dauni. n. 3-4. Foggia, Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, 1975; M.<br />
DE SANTIS, La Madonna dei Sette Veli, favola leggenda o tra<strong>di</strong>zione. Foggia, s. ed.,<br />
1976; ID., La Madonna dei Sette Veli. Un segno sempre vivo d'amore e <strong>di</strong> speranza.<br />
s.n.t.; N. ROMANO, Sull'etimo <strong>di</strong> Foggia. Foggia, E<strong>di</strong>graf, s.d.; RELAZIONE<br />
della festività per il 1° Centenario dell'incoronazione dell'Iconavetere. Ristampa anastatica a<br />
cura <strong>di</strong> A. Ventura. Foggia, Grafsud, 1982.<br />
6 - N.F. FARAGLIA, Note foggiane. In: Napoli Nobilissima. vol. XIII.<br />
Napoli, Berisio, 1970; U. IARUSSI, Arpi e Foggia. In: La Capitanata. Foggia,<br />
Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1980-82, parte seconda.<br />
7 - Sull’argomento, cfr.: M. DI GIOIA, La Chiesa <strong>di</strong> Foggia...., cit.; e F.<br />
CARABELLESE, Il Comune pugliese durante la Monarchia normanno sveva. Bari,<br />
Commissione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Archeologia e Storia Patria, 1924.<br />
54
8 - Su Foggia sede imperiale <strong>di</strong> Federico II, cfr.: J.L.A. HUILLARD-<br />
BREHOLLES, Recherches sur les monuments et l'histoire des Normands et de la Maison<br />
de Souabe dans l'Italie méri<strong>di</strong>onale. Parigi, Panckoucke, 1844, ID., Historia Diplomatica<br />
Friderici secun<strong>di</strong>. Parigi, Plon, 1852-1861; QUATERNUS de excadenciis et revocatis<br />
Capitanatae. Montecassino, Archicenobio <strong>di</strong> Montecassino, 1903; F. VILLA-<br />
NI, Foggia al tempo degli Hohenstaufen e degli Angioini. Trani, Vecchi, 1894; B. BIA-<br />
GI, Foggia imperiale. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1933; A. HASELOFF, Die Bauten<br />
der Hohenstaufen in Unteritalien. Lipsia, Hiersemann, 1920; F. GENTILE, Profili<br />
<strong>di</strong> artisti. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1929; P. PALUMBO, La Daunia dall'età<br />
sveva all'età aragonese. Foggia, ENAL, s.d.: M. BELLUCCI, Il palazzo imperiale <strong>di</strong><br />
Foggia. In: Archivio Storico Pugliese. Bari, Società <strong>di</strong> Storia Patria per la Puglia,<br />
1951; D. LEISTIKOW, La residenza dell'imperatore Federico II a Foggia. In: La Capitanata.<br />
Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1976, parte II; G.L. MELLI-<br />
NI, Appunti per la scultura federiciana, Milano, “Comunità”, 1978; M.S. CALO’<br />
MARIANI, L'arte del Ducento in Puglia. Torino, Ist. Bancario San Paolo <strong>di</strong> Torino,<br />
1984; FEDERICO II e Fiorentino. Atti del primo convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> me<strong>di</strong>oevali della<br />
Capitanata. Torremaggiore 23-24 giugno 1984. Galatina, Congedo, 1985. Utili,<br />
ancora, le bibliografie: A. VENTURA, Contributi per una bibliografia su Federico II.<br />
In: La Capitanata. n. 4-6. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1973-74, parte<br />
II; C.A. WILLEMSEN, Bibliografia federiciana fonti e letteratura storica su Federico II<br />
e gli ultimi Svevi. Bari, Società <strong>di</strong> Storia Patria per la Puglia, 1982.<br />
9 - R. MORGHEN, Il tramonto della potenza sveva in Italia 1250-1266.<br />
Roma, Tumminelli, 1936; M. DE SANTIS, La vita civica <strong>di</strong> Foggia. In: La Capitanata.<br />
Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1973-74, parte I; M. FUIANO,<br />
Vicende politiche e classi sociali in Puglia dopo la morte <strong>di</strong> Federico II nelle cronache del cosiddetto<br />
Jamsilla e <strong>di</strong> Saba Malaspina. In: Archivio Storico Pugliese. Bari, Società <strong>di</strong><br />
Storia Patria per la Puglia, 1977.<br />
10 - Sul rapporto tra Foggia e gli Angioini, cfr.: DIFESA per la Città <strong>di</strong><br />
Foggia e per le famiglie nobili della medesima. Napoli, 1728; i REGISTRI della Cancelleria<br />
Angioina ricostruiti da Riccardo Filangieri con la collaborazione degli archivisti napoletani.<br />
Napoli, Accademia Pontaniana, 1952-1967; la PUGLIA tra me<strong>di</strong>oevo ed età<br />
moderna. Città e Campagna. Milano, Electa, 1981; R. LICINIO, Le masserie regie in<br />
Puglia nel secolo XIII. In: Quaderni Me<strong>di</strong>evali. 2. Bari, Dedalo, 1976.<br />
11 - Domenico <strong>di</strong> Gravina, Chronicon de rebus in Apulia gestis. In: Rerum<br />
Italicarum Scriptores, XII; P. EGIDI, La colonia saracena <strong>di</strong> Lucera e la sua <strong>di</strong>struzione.<br />
Napoli, Pierro, 1912; R. CAGGESE, Roberto d'Angiò e i suoi tempi. Firenze,<br />
Bemporad, 1921-1930; M. DE SANTIS, La “Universitas Troiana” nel periodo<br />
angioino. Manfredo-<br />
55
nia, Atlantica, 1977; P.F. PALUMBO, L'età angioina nelle fonti e nella letteratura<br />
storica. In: Rivista Storica del Mezzogiorno. Lecce, Società Storica <strong>di</strong> Terra<br />
d’Otranto, 1973-74; J. MAZZOLENI, Il Regno <strong>di</strong> Carlo I d'Angiò nei registri ricostruiti<br />
della sua Cancelleria. In: Stu<strong>di</strong> Storici Meri<strong>di</strong>onali. Bari, 1981.<br />
12 - Sull’età aragonese, cfr.: P.F. PALUMBO, Le fonti e la letteratura storica<br />
sull'età aragonese. In: Rivista Storica del Mezzogiorno. Lecce, Società Storica <strong>di</strong><br />
Terra d’Otranto, 1966, f. III-IV. A proposito della Dogana della Mena delle<br />
Pecore ricchissima è la produzione bibliografica antica e recente esistente, per<br />
tutti, cfr.: la bibliografia in appen<strong>di</strong>ce a: M. MAGNO, La Capitanata dalla pastorizia<br />
al capitalismo agrario (1400-1900). Roma, Centro Ricerche e Stu<strong>di</strong>, 1975; A.<br />
DI VITTORIO, Tavoliere pugliese e transumanza: <strong>di</strong>stretti rurali e città minori tra<br />
XVII e XIX secolo. In: Atti del II Convegno <strong>di</strong>stretti rurali e città minori. Bari,<br />
Società <strong>di</strong> Storia Patria per la Puglia, 1977; e C.A.M. ALTOBELLA, La dogana<br />
delle pecore <strong>di</strong> Foggia e il Tavoliere <strong>di</strong> Puglia (note bibliografiche). In: La Capitanata.<br />
Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1983, parte II. Utile descrizione del Tavoliere<br />
doganale in: F. GALIANI, Della moneta. Napoli, Simoniana, 1780; G.M.<br />
GALANTI, Della descrizione geografica e politica delle Sicilie. E<strong>di</strong>zione a cura <strong>di</strong> F. Assante<br />
e D. Demarco. Vol. II. Napoli, E.S.I., 1969; A. FRACCACRETA, Giuseppe<br />
Maria Galanti e la sua Relazione sulla Capitanata. Bari, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari,<br />
1936.<br />
13 - A proposito <strong>di</strong> questa espressione, cfr.: B. CROCE, Il para<strong>di</strong>so abitato<br />
da <strong>di</strong>avoli. In: UOMINI e cose della vecchia Italia. Bari, Laterza, 1927. Per quanto<br />
riguarda le impressioni dei viaggiatori stranieri, cfr.: M. VOCINO, Alla scoperta<br />
della Daunia con viaggiatori d'ogni tempo. Foggia, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno, 1957; F.<br />
SILVESTRI, Viaggio pittoresco nella Puglia del Settecento. Milano-Roma, Bestetti,<br />
1977; J.H. VON RIEDESEL, Nella Puglia del ’700. Cavallino <strong>di</strong> Lecce, Capone,<br />
1979; G. MEYER GRAZ, Puglia/Sud 1890. Cavallino <strong>di</strong> Lecce, Capone, 1980;<br />
J. Ross, La Puglia nell'800. Cavallino <strong>di</strong> Lecce, Capone, 1980; F. SILVESTRI,<br />
Fortuna dei viaggi in Puglia. Cavallino <strong>di</strong> Lecce, Capone, 1981; F. LONGANO,<br />
Viaggio per la Capitanata. Campobasso, Rufus, 1981; F. LENORMANT, Nella<br />
Puglia dauna. Martina Franca, “Apulia”, 1917; M. PERRINO, La Puglia del '700.<br />
Cavallino <strong>di</strong> Lecce, Capone, 1983. Sul viceregno spagnolo, cfr.: M. SCHIPA, Il<br />
regno <strong>di</strong> Napoli descritto nel 1713 da P. M. Doria. In: Archivio Storico Prov. Napoletane.<br />
Napoli, Soc. Storia Patria, 1899; G. CONIGLIO, I vicerè spagnoli <strong>di</strong> Napoli.<br />
Napoli, Fiorentino, 1967; ID., Il viceregno <strong>di</strong> Napoli nel secolo XVII. Roma,<br />
1955; M. ROSA, Diocesi e vescovi del Mezzogiorno durante il viceregno spagnolo. Capitanata,<br />
Terra <strong>di</strong> Bari e Terra d'Otranto dal 1545 al 1714. In: Stu<strong>di</strong> storici in onore <strong>di</strong><br />
Gabriele Pepe. Bari, Università <strong>di</strong> Bari - Facoltà <strong>di</strong> Lettere, 1969; R. VILLARI,<br />
Ribelli e Riformatori. Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1979; ID., La rivolta<br />
56
antispagnola a Napoli. Le origini. Bari, Laterza, 1976; STORIA della Puglia. Vol.<br />
II, Bari, Adda, 1979; A. VITULLI, Vita e leggenda del ban<strong>di</strong>to Pietro Mancino. Foggia,<br />
Leone E<strong>di</strong>trice Apulia, 1985. Infine, una visione d’insieme sui problemi del<br />
Mezzogiorno durante il Viceregno Spagnolo in: G. PEPE, Il Mezzogiorno d’Italia<br />
sotto gli Spagnoli. Firenze, Sansoni, 1952; CLIO. Trimestrale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> storici., n. 4.<br />
Roma, Elsinore, 1965.<br />
14 - Sul ruolo della cultura illuministica nella storia meri<strong>di</strong>onale, cfr.: B.<br />
CROCE, Storia del Regno <strong>di</strong> Napoli. Bari, Laterza, 1965; G. GALASSO, Considerazioni<br />
intorno alla storia del Mezzogiorno d'Italia. In: Rivista Storica Italiana. Anno<br />
LXXV. Fasc. I. Napoli, E.S.I., 1963; G. ALIBERTI, Economia e società da Carlo<br />
III ai Napoleoni<strong>di</strong> (1734-1806). In: Storia <strong>di</strong> Napoli. Vol. III. Napoli, Soc. E<strong>di</strong>trice<br />
Storia <strong>di</strong> Napoli, 1971; F. VENTURI, Il movimento riformatore degli illuministi<br />
meri<strong>di</strong>onali. In: Rivista Storica Italiana. Anno LXXIV. Fasc. I. Napoli, E.S.I.,<br />
1962; F. VENTURI, Napoli capitale nel pensiero dei riformatori illuministi. In: Storia<br />
<strong>di</strong> Napoli, Vol. III. Napoli, Soc. E<strong>di</strong>trice Storia <strong>di</strong> Napoli, 1971; V. Cuoco,<br />
Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799. Bari, Laterza, 1980, G. GALAS-<br />
SO, Il Mezzogiorno nella storia d'Italia. Firenze, le Monnier, 1977; A. LEPRE - P.<br />
VILLANI, Il Mezzogiorno nell'età moderna e contemporanea. Napoli, Guida, 1974, P.<br />
VILLANI, Mezzogiorno tra riforme e rivoluzione. Bari, Laterza, 1974; R. VILLARI,<br />
Mezzogiorno e conta<strong>di</strong>ni nell’età moderna. Bari, Laterza, 1977. Per la realtà foggiana,<br />
cfr.: V. PILONE, Storia <strong>di</strong> Foggia dalla venuta <strong>di</strong> Carlo <strong>di</strong> Borbone al 1806. Foggia,<br />
Comune <strong>di</strong> Foggia, 1971.<br />
15 - A riguardo, cfr.: L. GRANATA, Economia rustica per lo Regno <strong>di</strong> Napoli.<br />
Napoli, Tasca, 1830; SOCIETA’ ECONOMICA DI CAPITANATA, Giornale<br />
degli Atti della Società Economica <strong>di</strong> Capitanata. Foggia, Russo; Napoli, tip. Trani;<br />
Bari, Cannone, 1835-1847; F. DELLA MARTORA, La Capitanata e le sue<br />
industrie. Napoli, Minerva Sebezia,1846; G. ROSATI, Le industrie <strong>di</strong> Puglia. Foggia,<br />
Verriento, 1808; C. DE CESARE, Delle con<strong>di</strong>zioni economiche e morali delle classi<br />
agricole nelle tre province <strong>di</strong> Puglia. Napoli, Guerrero, 1859; E. PENNETTA,<br />
L’azione delle Società Economiche nella vita delle province pugliesi durante il regno borbonico.<br />
Bari, S.E.T., 1954; A. LEPRE, Feu<strong>di</strong> e masserie della società meri<strong>di</strong>onale nel Sei e Settecento.<br />
Napoli, Guida, 1973; T. NARDELLA, Lo sviluppo economico e industriale della<br />
Capitanata dal 1815 al 1852 in una relazione <strong>di</strong> Francesco della Martora. Lucera, Catapano,<br />
1978; PROBLEMI <strong>di</strong> storia delle campagne meri<strong>di</strong>onali nell’età moderna e contemporanea.<br />
A cura <strong>di</strong> A. Massafra. Bari, Dedalo, 1981; PRODUZIONE, mercato<br />
e classi sociali nella Capitanata moderna e contemporanea. A cura <strong>di</strong> A. Massafra. Foggia,<br />
Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1984; A. MASSAFRA, Campagne e territorio nel<br />
Mezzogiorno fra Settecento e Ottocento. Bari, Dedalo, 1984.<br />
57
16 - D. DE MARCO, L’economia degli Stati italiani prima dell'unità. In: Rassegna<br />
Storica del Risorgimento. Anno XLIV. Fasc. II-III. Roma, Ist. Poligrafico<br />
dello Stato, 1957; G. LUZZATTO, L'economia italiana nel primo decennio dell'unità.<br />
In: Rassegna Storica del Risorgimento. Anno XLIV. Fasc. II-III. Roma, Ist.<br />
Poligrafico, dello Stato, 1957; B. CAIZZI, Antologia della Questione Meri<strong>di</strong>onale.<br />
Milano, E<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Comunità, 1950; R. VILLARI, Il Sud nella storia d’Italia. Bari,<br />
Laterza, 1966; N. ZITARA, L'unità d'Italia: nascita <strong>di</strong> una colonia. Milano, Jaca<br />
Book, 1971; E.M. CAPECELATRO - A. CARLO, Contro la “questione meri<strong>di</strong>onale”.<br />
Roma, Savelli, 1975; M.L. SALVADORI, Il mito del buongoverno. Torino,<br />
Einau<strong>di</strong>, 1976; A. MANGANO, Le cause della questione meri<strong>di</strong>onale. Milano, ISE-<br />
DI, 1976; I NUOVI termini della “questione meri<strong>di</strong>onale”. Roma, Savelli, s.d.; R.<br />
ROMEO, Risorgimento e capitalismo. Bari, Laterza, 1978; L. STURZO, La battaglia<br />
meri<strong>di</strong>onalista. Bari, Laterza, 1979.<br />
17 - P. DI CICCO, Il libro rosso della città <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Amm.ne<br />
Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, s.d.<br />
18 - R. PETROSILLO, La Ribellione <strong>di</strong> Sabato Pastore in Foggia nell'anno<br />
1648. Foggia, Ferreri-Trifiletti, 1897; O. MARANGELLI, Relazione della ribellione<br />
<strong>di</strong> Sabato Pastore in Foggia nell'anno 1648 del padre fra Gabriele da Cerignola. Foggia,<br />
Fiammata, 1932. Sulla situazione demografica <strong>di</strong> Foggia nel ’600, cfr.: R. NI-<br />
MO, Movimento demografico a Foggia nel secolo XVII. In: La Capitanata. Foggia,<br />
Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1975.<br />
19 - Sulla Repubblica Partenopea, oltre ai già citati C. VILLANI, Foggia<br />
nella storia ... e F. VILLANI, La Nuova Arpi, cfr.: B. CROCE, La rivoluzione napoletana<br />
del 1799. Bari, Laterza, 1961; A. LUCARELLI, La Puglia nel Risorgimento.<br />
Bari, Commissione Prov.le <strong>di</strong> Archeologia e Storia Patria, 1931-1954; G.<br />
CANDELORO, Storia dell'Italia moderna. I. Le origini del Risorgimento. Milano,<br />
Feltrinelli, 1966; S. MAURANO, La Repubblica Partenopea. Milano, Ceschina,<br />
1972; C. GARGIULO, L'albero della libertà in Capitanata (anno 1799). Napoli,<br />
Loffredo, 1975; A. SCIROCCO, Il Mezzogiorno tra il settecento e l'ottocento nella<br />
recente storiografia. In: Stu<strong>di</strong> Storici Meri<strong>di</strong>onali. Bari, 1981.<br />
20 - G. SAUCHELLI, La passata, l’attuale e la futura sorte del terrazzano <strong>di</strong> Foggia.<br />
Foggia, Ciampitti, 1861; A. Lo RE, Capitanata triste. Cerignola, Scienza e <strong>di</strong>letto,<br />
1913; A. LO RE, Capitanata. Nuovi stu<strong>di</strong> economici. Cerignola, Scienza e <strong>di</strong>letto,<br />
1913; A. LO RE, Le proletarie del Tavoliere. Pescara, Industrie Grafiche, 1910; G.<br />
CRISTINO - F. MERCURIO, Guida alla chiesa delle Croci. Foggia, Cenacolo<br />
culturale “Contardo Ferrini”, 1982.<br />
21 - V.M. MORRA, Delle ruine <strong>di</strong> Foggia penitente. Benevento, Stamperia<br />
Arcivescovile, 1734; e Distinta Relazione dell’orribile tremuoto accaduto in quasi tutto il<br />
Regno <strong>di</strong> Napoli, ma col danno maggiore nella città <strong>di</strong> Foggia nella Puglia. Napoli 1731,<br />
In: G. DE TROIA, Foggia, paesi e terre della Capitanata .... Foggia, Comune <strong>di</strong><br />
Foggia,<br />
58
1973; P. MANERBA, Memorie sulla origine..., cit..<br />
22 - F. VILLANI, La Nuova Arpi…, cit.; U. IARUSSI, Discontinuità storica<br />
nello sviluppo della città <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, 1973; ID., Foggia,<br />
genesi urbanistica..., cit.; V. SALVATO, Palazzo Dogana. Dalle origini ai giorni<br />
nostri. Foggia, Leone, s.d.. Per notizie più dettagliate riguardo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong><br />
alcuni dei monumenti ricordati ai primi del ’900, ve<strong>di</strong> nota n. 26.<br />
23 - Sugli avvenimenti ricordati, cfr.: T. NARDELLA, Serafino Gatti e la<br />
Capitanata nella statistica murattiana del 1811. Foggia, Apulia, 1975; Il GIORNA-<br />
LE Patrio Villani. I. (1801-1810). A cura <strong>di</strong> P. Di Cicco. Foggia, Leone E<strong>di</strong>trice<br />
Apulia, 1985; INTENDENZA DI CAPITANATA, Giornale degli Atti dell'Intendenza<br />
<strong>di</strong> Capitanata. Foggia, Verriento, 1808-1860; G. CASO, La Carboneria (dal<br />
1816 al 1820) ne la storia del Risorgimento italiano. Napoli, Pierro, 1913; A. LU-<br />
CARELLI, Il brigantaggio politico nel Mezzogiorno d'Italia (1815-1818). G. Vardarelli<br />
e C. Annichiarico. Bari, Laterza, 1942; ID., I moti carbonari della Daunia alla luce <strong>di</strong><br />
nuovi documenti. Foggia, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno, 1939, A. LEPRE, Storia del<br />
Mezzogiorno nel Risorgimento. Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1969; il 1848 in Puglia aspetti<br />
politici e sociali. Bari, Levante, 1984; il 1848 in Puglia. Aspetti politici e sociali. Foggia,<br />
Amm.ne Com.le <strong>di</strong> Foggia, 1984; G. DI TARANTO, La Capitanata nell'anno<br />
1848. Deliceto, Balestrieri, 1910; T. PEDIO, Il 1848 in Capitanata. Foggia, Società<br />
Dauna <strong>di</strong> Cultura, 1981; C. VILLANI, Cronistoria <strong>di</strong> Foggia (1848-1870).<br />
Napoli, Al<strong>di</strong>na, 1913; utile la rie<strong>di</strong>zione della stessa opera sotto il titolo, Risorgimento<br />
Dauno. Cronistoria <strong>di</strong> Foggia 1848-1870. Foggia, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno,<br />
1960; R. DE CESARE, La fine <strong>di</strong> un regno. Città <strong>di</strong> Castello, Lapi, 1895; D. DE<br />
MARCO, Il crollo del Regno delle Due Sicilie. I. La struttura sociale. Napoli, Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli - Ist. <strong>di</strong> Storia Economica e Sociale, 1981; A. VITUL-<br />
LI, Il clero <strong>di</strong> Capitanata nella crisi della unificazione. Il processo al vescovo Frascolla. Napoli-Foggia-Bari,<br />
C.E.S.P., 1973; ID., La rappresentanza della Capitanata al 1°<br />
Parlamento Unitario. In: Rassegna <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Dauni. Foggia, Soc. Dauna <strong>di</strong> Cultura,<br />
n. 1, 1975; G. SCELSI, Statistica generale della Provincia <strong>di</strong> Capitanata. Milano, Bernardoni,<br />
1867; 1860-1870 i problemi dell'unità in Capitanata. A cura dell’Archivio <strong>di</strong><br />
Stato <strong>di</strong> Foggia. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1983; A. SCIROCCO, Il Mezzogiorno<br />
nell'Italia unita (1861-1865). Napoli, S.E.N., 1979; A. LUCARELLI, Il brigantaggio<br />
politico nelle Puglie dopo il 1860. Bari, Laterza, 1922; M.R. CUTRUFELLI, L'unità<br />
d'Italia guerra conta<strong>di</strong>na e nascita del sottosviluppo del sud. Verona, Bertani, 1974;<br />
T. PEDIO, Inchiesta Massari sul brigantaggio. Manduria, Lacaita, 1983.<br />
24 – Sull’argomento, cfr.: P. VILLARI, Le lettere meri<strong>di</strong>onali ed altri scritti<br />
sulla questione sociale in Italia. Firenze, Succ.Le Monnier, 1878; A. GRAMSCI, La<br />
questione meri<strong>di</strong>onale. Roma. E<strong>di</strong>tori Riu-<br />
59
niti, 1974; R. ROBLES, Il movimento cattolico pugliese (1881-1904). Bari, E<strong>di</strong>zioni<br />
dal Sud, 1981; E. CICCOTTI, Sulla questione meri<strong>di</strong>onale. Milano, Moderna, 1904;<br />
G. DORSO, La rivoluzione meri<strong>di</strong>onale. Torino, Einau<strong>di</strong>, 1950; G. ARFE’, Storia<br />
del Socialismo italiano (1892-1926). Torino, Einau<strong>di</strong>, 1965; E. TAGLIACOZZO,<br />
Gaetano Salvemini. Firenze, La Nuova Italia, 1959. M.L. SALVATORI, Gaetano<br />
Salvemini. Torino, Einau<strong>di</strong>, 1963; G. CINGARI, Il Mezzogiorno e Giustino Fortunato.<br />
Firenze, Parenti, 1954; C. BARBAGALLO, La questione meri<strong>di</strong>onale. Milano,<br />
Garzanti, 1948; R. VILLARI, Mezzogiorno e Democrazia. Bari, Laterza, 1979; D.<br />
MACK SMITH, Storia d'Italia dal 1861 al 1969. Bari, Laterza, 1973; G. PRO-<br />
CACCI, Storia degli Italiani. Bari, Laterza, 1980; STORIA D'ITALIA. Vol. IV.<br />
Dall'Unità a oggi. Torino, Einau<strong>di</strong>, 1976.<br />
25 - Notevole la produzione bibliografica in proposito: ITALIA, Atti<br />
della Giunta per l'inchiesta parlamentare agraria e sulle con<strong>di</strong>zioni della classe agricola. Relazione<br />
del commissario per la IV circoscrizione Giuseppe Andrea Angeloni.<br />
Roma, Forzani e C., 1884; ITALIA, Giunta parlamentare d’inchiesta sulle con<strong>di</strong>zioni<br />
dei conta<strong>di</strong>ni nelle province meri<strong>di</strong>onali e nella Sicilia. Vol. 3°. Puglie.. Relazione del delegato<br />
tecnico Errico Presutti. Roma, Bertero e C., 1909. Utili la documentazione<br />
e le bibliografie su braccianti e Di Vittorio, contenute in: BRACCIANTI storia e<br />
cultura. Di Vittorio il lavoro le lotte il 1° Maggio. Molfetta, Mezzina, 1978; e la ME-<br />
MORIA che resta. A cura <strong>di</strong> G. Rinal<strong>di</strong> e P. Sobrero Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong><br />
Capitanata, 1981. Infine, le pubblicazioni: F. MERCURIO, Le organizzazioni<br />
proletarie <strong>di</strong> Capitanata dalle Società <strong>di</strong> Mutuo Soccorso ai Fasci Operai. In: La Capitanata.<br />
Anno XVI. f.I. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1978-79; E. VOL-<br />
PICELLA, Leone Mucci e il Socialismo in Capitanata. In: NOTIZIARIO storico<br />
archeologico del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi. Sansevero, Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi,<br />
1979; CAMPAGNE e movimento conta<strong>di</strong>ni nel Mezzogiorno d'Italia dal dopoguerra<br />
a oggi. Bari, De Donato, 1980; R. MASCOLO, Domenico Fioritto e il movimento<br />
socialista in Capitanata. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1978; ID.,<br />
La Sinistra in Capitanata (1866-1896). San Marco in Lamis, Quaderni del<br />
Sud/Lacaita, 1981; A. FACCHINI - R. IACOVINO, Proletariato agricolo e movimento<br />
bracciantile in Capitanata (1861-1950). Da Mucci a Cannelonga. San Marco in<br />
Lamis, Quaderni del Sud/Lacaita, 1982; G. ANGIONE, La città del sole. Realtà<br />
e sogno <strong>di</strong> un bracciante. A cura <strong>di</strong> G. Rinal<strong>di</strong> e P. Sobrero. Cerignola, Laboratorio<br />
Culturale G. Angione, 1982; PRIMO MAGGIO. Protagonistì e simboli della festa del<br />
lavoro a Cerignola e in Puglia. Cerignola, Laboratorio culturale G. Angione, 1982;<br />
M. MAGNO, Galantuomini e proletari in Puglia. Dagli albori del socialismo alla caduta<br />
del fascismo. Foggia, Bastogi, 1984; M. PISTILLO, Vita <strong>di</strong> Ruggero Grieco. Roma,<br />
1985.<br />
26 - V. CIAMPOLI, Foggia. Problemi urbanistici: “La Galleria” ed<br />
60
il “Teatro”. Torino, Rattero, [1938]; ID., Il risanamento del borgo Scopari a Foggia.<br />
Torino, Rattero, 1938; ID., Foggia. La battaglia urbanistica per il palazzo degli Uffici<br />
Statali. Torino, Rattero, [1939]; ID., Il cardo e il decumano. Chieti, Bonanni, [1939];<br />
ID., L'entusiasmo popolare via ... dell'Impero <strong>di</strong> Foggia. Torino, Rattero, 1939;<br />
<strong>FOGGIA</strong>, Cinque anni <strong>di</strong> amministrazione fascista. 1927-1931. Foggia, Comune <strong>di</strong><br />
Foggia, 1932; U. IARUSSI, Spazi esterni e scenografia. Foggia, Cappetta, 1948; R.<br />
BARONE, Architettura e interventi urbanistici a Foggia nel periodo fascista. In: Rassegna<br />
<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Dauni. Foggia, Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, 1980-81; G. SPIRITO, ...<br />
Ieri Foggia ... La storia nella fotografia. Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata,<br />
1981.<br />
27 - R. COLAPIETRA, La Capitanata nel periodo fascista (1926-1943).<br />
Foggia, Amm.ne Prov.le <strong>di</strong> Capitanata, 1978. Ma è opportuno consultare anche:<br />
S. PETRUCCI, In Puglia con Mussolini. Roma, “Novissima”, 1935; FOG-<br />
GIA, La provincia <strong>di</strong> Foggia nel primo decennale del regime (1923-1933). Foggia,<br />
Fiammata, 1933; M. PAPA, Valori e progressi economici della Capitanata (1866-<br />
1936). Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1936; P. DE SANTIS, L'antivigilia della marcia<br />
su Roma in Capitanata. Foggia, Richiamo Unitario, 1976; S. COLARIZI, Dopoguerra<br />
e fascismo in Puglia (1919-1926). Bari, Laterza, 1971; e, infine, i perio<strong>di</strong>ci:<br />
FIAMMATA, IL FOGLIETTO, OTTO SETTEMBRE, IL POPOLO NUO-<br />
VO.<br />
28 - Sul piano regolatore della città, oltre a U. IARUSSI, Foggia…, cit.,<br />
cfr.: <strong>FOGGIA</strong>, Concorso nazionale per il progetto <strong>di</strong> piano regolatore e <strong>di</strong> ampliamento<br />
della città. Foggia, Fiammata, 1930; V. SALVATO, Sul piano regolatore <strong>di</strong> Foggia.<br />
In: CAPITANATA NUOVA, <strong>di</strong>cembre 1959 - gennaio 1960.<br />
29 - A. TIBOLLO, Cronache <strong>di</strong> sessant'anni. 1900-1960. Foggia, S.E.M.,<br />
1963; A. PEDRETTI, Dall'antifascismo alla Resistenza in Capitanata. Foggia, Leone<br />
[1965]; A. MATRELLA, Storia <strong>di</strong> Capitanata (1914-1969). S. Agata <strong>di</strong> Puglia,<br />
Casa Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù, 1970.<br />
30 - Sui danni dell’ultimo conflitto, cfr.: <strong>FOGGIA</strong>, 1943-1953. Foggia nelle<br />
sue <strong>di</strong>struzioni nelle sue necessità.. Foggia, Comune <strong>di</strong> Foggia, 1953; M. GI-<br />
SMONDI, Foggia: tragica estate. Bari, Dedalo, 1968; L. CICOLELLA, E la morte<br />
venne dal cielo. Foggia, Leone, 1973; M. DE SANTIS, Mons. Fortunato Maria Farina<br />
vescovo <strong>di</strong> Troia e Foggia. Manfredonia, Atlantica, 1978-1981.<br />
31 - P. COPPOLA, Geografia e Mezzogiorno. Firenze, La Nuova Italia,<br />
1977; A. BUSCA - L. Cuoco, Rapporto sulla politica delle città del Mezzogiorno. Napoli,<br />
Guida, 1980.<br />
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