Prima si nasce e poi si rinasce. - San Pio X
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“ARRIVANO<br />
I NOSTRI ”<br />
<strong>Prima</strong> <strong>si</strong><br />
<strong>nasce</strong> e <strong>poi</strong><br />
<strong>si</strong> ri<strong>nasce</strong>.<br />
Distribuzione gratuita<br />
Bollettino periodico dei<br />
giovani da 8 a 98 anni<br />
S . P i o X - Balduina<br />
www.sanpiodecimo.it<br />
Numero 42<br />
OTTOBRE 2011<br />
A n n o V I °<br />
In questo numero:<br />
QUEL DONO CHE VIENE DA DIO<br />
CRISTIANA PER SCELTA<br />
RINASCERE OGNI DOMENICA<br />
SI RINASCE PER LA PACE<br />
QUANDO SI VIENE ALLA LUCE<br />
IL NONNO E IL NIPOTE<br />
RINASCITA DI GIUSY VERSACE<br />
NASCE IL NUOVO SUDAN<br />
IL PRIMO VAGITO<br />
IO NON HO ABORTITO<br />
OGNI VITA CHE NASCE<br />
e ancora:<br />
I NOSTRI GIOVANI DI<br />
SAN PIO X ALLA<br />
GIORNATA MONDIALE<br />
DELLA GIOVENTÙ<br />
IL PAPA IN GERMANIA<br />
UNA PREGHIERA PER<br />
GLI SPOSI
ARRIVANO I NOSTRI<br />
Autorizzazione del Tribunale n°89<br />
del 6 marzo 2008<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Giulia Bondolfi<br />
TERZA PAGINA<br />
don Paolo Tammi<br />
DIRETTORE EDITORIALE<br />
Marco Di Tillo<br />
COLLABORATORI:<br />
Lùcia e Miriam Aiello, Bianca<br />
Maria Alfieri, Renato Ammannati,<br />
Alessandra e Marco Angeli,<br />
Isabella Badalì, Paola Baroni,<br />
Giancarlo e Fabrizio Bianconi,<br />
Pier Luigi Bla<strong>si</strong>, Michele Bovi,<br />
Leonardo Cancelli, Alessandra<br />
Chianese, Monica Chiantore,<br />
Cesare Catarinozzi, Laura,<br />
Giuseppe e Rosa Del Coiro,<br />
Gabriella Ambro<strong>si</strong>o De Luca,<br />
Andrea e Bruno Di Tillo, Anna<br />
Garibaldi, Mas<strong>si</strong>mo Gatti, Paola<br />
Giorgetti, Pietro Gregori,<br />
Giampiero Guadagni, Luigi Guidi,<br />
Lucio, Rosella e Silvia Laurita<br />
Longo, Lydia Longobardi,<br />
Giuliana Lilli, don Nico Lugli, don<br />
Roberto Maccioni, Maria Pia<br />
Maglia, Luciano e Luigi Milani,<br />
Cristian Molella, Alfonso<br />
Molinaro, <strong>San</strong>dro Morici, Agnese<br />
Ortone, Vittorio Paletta, Alfredo<br />
Palieri, Gregorio Paparatti,<br />
Camilla Paris, Giorgia Pergolini,<br />
Maria Ros<strong>si</strong>, Eugenia Rugolo,<br />
Alessandro e Maria Lucia<br />
Saraceni, Elena Scurpa,<br />
Francesco Tani, Stefano<br />
Valariano, Gabriele, Roberto e<br />
Valerio Vecchione, Celina e<br />
Giuseppe Zingale.<br />
I numeri arretrati li trovate<br />
online sul <strong>si</strong>to della parrocchia<br />
www.sanpiodecimo.it<br />
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STAMPATO PRESSO LA TIPOGRAFIA<br />
MEDAGLIE D’ORO DI VIA APPIANO 36<br />
LA CHIESA È VIVA !<br />
(DAL RECENTE VIAGGIO DEL PAPA IN GERMANIA)<br />
<strong>San</strong>dro Morici<br />
Rileggendo i resoconti della recente vi<strong>si</strong>ta di Benedetto XVI in<br />
Germania, dovremmo veramente essere orgoglio<strong>si</strong> di appartenere a<br />
questa Chiesa cattolica, co<strong>si</strong>´presente, co<strong>si</strong>´attenta ed aperta al dialogo,<br />
così amorosa verso l’umanità. Un Papa che all’insegna del motto:<br />
“Dove c’è Dio, là c’è futuro”, in soli 4 giorni affronta 18 incontri, parla<br />
al Bundestag, celebra grandi Messe, come quella allo stadio olimpico<br />
di Berlino, incontra i rappresentanti della Chiesa evangelica tedesca (per “pensare,<br />
parlare, ascoltare la parola di Dio e pregare in<strong>si</strong>eme”), oltre che la comunità ebraica, i<br />
rappresentanti delle chiese ortodosse e delle comunità mussulmane, che anticipa la<br />
vi<strong>si</strong>ta parlando alla televi<strong>si</strong>one pubblica Adr del rapporto uomo-Dio così: “Pos<strong>si</strong>amo intuire<br />
qualcosa della grandezza di Dio nella grandezza del cosmo. Pos<strong>si</strong>amo utilizzare il<br />
mondo attraverso la tecnica, perché esso è costruito in maniera razionale. Nella grande<br />
razionalità del mondo pos<strong>si</strong>amo intuire lo spirito creatore dal quale esso proviene, e nella<br />
bellezza della creazione pos<strong>si</strong>amo intuire qualcosa della bellezza, della grandezza e<br />
anche della bontà di Dio. Nella Parola delle Sacre Scritture pos<strong>si</strong>amo sentire parole di<br />
vita eterna che non vengono semplicemente da uomini, ma che vengono da Lui,<br />
e in esse sentiamo la sua voce. E infine, vediamo qua<strong>si</strong> Dio anche nell’incontro con le<br />
persone che sono state toccate da Lui. Non penso soltanto ai grandi: da Paolo a<br />
Francesco d’As<strong>si</strong><strong>si</strong> fino a Madre Teresa; ma penso alle tante persone semplici delle quali<br />
nessuno parla. Eppure, quando le incontriamo, da loro promana qualcosa di bontà,<br />
<strong>si</strong>ncerità, gioia e noi sappiamo che lì c’è Dio e che Egli tocca anche noi. Perciò, in<br />
questi giorni vogliamo impegnarci per tornare a vedere Dio, per tornare noi stes<strong>si</strong> ad<br />
essere persone dalle quali entri nel mondo una luce della speranza, che è luce che viene<br />
da Dio e che ci aiuta a vivere.” Sono queste parole di estrema semplicità e chiarezza.<br />
Ma il Papa nel Suo viaggio ha ovviamente toccato argomenti comples<strong>si</strong> ed ha usato toni<br />
dottrinari adeguati a seconda degli interlocutori con cui dialogava. È <strong>si</strong>curamente difficile<br />
trarne qui una <strong>si</strong>nte<strong>si</strong> di poche righe. Pertanto cercheremo di riportare alcune fra<strong>si</strong> che<br />
ci sembrano particolarmente <strong>si</strong>gnificative.<br />
Nel discorso al Parlamento federale, che tratta il tema de “Le fonti del diritto e l’esempio<br />
di Re Salamone” ci piace sottolineare queste essenziali definizioni di cosa deve essere<br />
importante per un politico: “Il suo criterio ultimo e la motivazione per il suo lavoro<br />
come politico non deve essere il successo e tanto meno il profitto materiale. La politica<br />
deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace”...<br />
”Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e rimane il compito fondamentale<br />
del politico”. Parlando <strong>poi</strong> ”dell’ecologia dell’uomo”, egli afferma: “L’uomo non crea<br />
se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando<br />
egli ascolta la natura, la rispetta e quando accetta se stesso per quello che è, e che<br />
non <strong>si</strong> è creato da sé. Proprio così e soltanto così <strong>si</strong> realizza la vera libertà umana”.<br />
Di seguito, facendo riferimento alla concezione po<strong>si</strong>tivista dell’essere uomini (“oggi qua<strong>si</strong><br />
generalmente adottata”), Benedetto XVI chiede: “È veramente privo di senso riflettere<br />
se la ragione oggettiva che <strong>si</strong> manifesta nella natura non presupponga una Ragione<br />
creativa, un Creator Spiritus?”. La Sua risposta è decisa e illuminante: “A questo punto<br />
dovrebbe venirci in aiuto il patrimonio culturale dell’Europa. Sulla base della convinzione<br />
circa l’e<strong>si</strong>stenza di un Dio creatore sono state sviluppate l’idea dei diritti umani, l’idea<br />
dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dell’inviolabilità della<br />
dignità umana in ogni <strong>si</strong>ngola persona e la consapevolezza della responsabilità degli<br />
uomini per il loro agire. Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria<br />
culturale. Ignorarla o con<strong>si</strong>derarla come mero passato sarebbe un’amputazione della<br />
nostra cultura nel suo in<strong>si</strong>eme e la priverebbe della sua interezza”.<br />
Coerentemente l’indicazione conclu<strong>si</strong>va rivolta ai parlamentari è questa: “Che cosa<br />
sarebbe se a noi, legislatori di oggi, venisse concesso di avanzare una richiesta? Che<br />
cosa chiederemmo? Penso che anche oggi, in ultima anali<strong>si</strong>, non potremmo de<strong>si</strong>derare<br />
altro che un cuore docile – la capacità di distinguere il bene dal male e di stabilire così<br />
un vero diritto, di servire la giustizia e la pace”.<br />
L’incontro con i cattolici impegnati ha avuto come titolo: “Difendete la causa della vostra<br />
fede e della Chiesa”. Il Papa ha tracciato un quadro delle difficolta´presenti al giorno<br />
d’oggi per cui “e<strong>si</strong>ste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei<br />
credenti nel suo in<strong>si</strong>eme sono chiamati ad una continua conver<strong>si</strong>one”, perché la Chiesa<br />
deve sempre di nuovo verificare la sua fedeltà alla mis<strong>si</strong>one apostolica ricevuta dal<br />
“Signore” e “per questo deve sempre di nuovo aprir<strong>si</strong> alle preoccupazioni del mondo”.<br />
Ma “per corrispondere al suo vero compito la Chiesa deve sempre di nuovo fare lo<br />
sforzo di distaccar<strong>si</strong> da questa secolarizzazione e diventare nuovamente aperta a Dio”.<br />
Da un’anali<strong>si</strong> delle e<strong>si</strong>genze attuali scaturisce quindi il messaggio finale che è anche un<br />
evidente invito alla speranza: “Essere aperti alle vicende del mondo <strong>si</strong>gnifica quindi per<br />
la Chiesa distaccata dal mondo testimoniare, secondo il Vangelo, con parole ed opere qui<br />
ed oggi la <strong>si</strong>gnoria dell’amore di Dio. E questo compito, inoltre, rimanda al di là del<br />
mondo presente: la vita presente, infatti, include il legame con la vita eterna. Viviamo<br />
come <strong>si</strong>ngoli e come comunità della Chiesa la semplicità di un grande amore che, nel<br />
mondo, è in<strong>si</strong>eme la cosa più facile e più difficile, perché e<strong>si</strong>ge nulla di più e nulla di<br />
meno che il donare se stes<strong>si</strong>”.<br />
- 2-
QUEL DONO DI VIVERE<br />
CHE VIENE SOLO DA DIO<br />
don Paolo Tammi<br />
Sorrido sempre – e non con poca divertita<br />
ironia – quando qualche ragazzo <strong>si</strong> illumina<br />
e mi parla di reincarnazione. “Io credo nella<br />
reincarnazione non in Dio”. Alla faccia!<br />
La prima cosa che penso è: viva la coerenza!<br />
Ha capito almeno che, se uno <strong>si</strong> reincarna,<br />
non ha bisogno di credere in Dio. Che<br />
bisogno avrebbe infatti l’uomo di affidar<strong>si</strong> a<br />
Dio se <strong>poi</strong> la sua anima, appesantita da un<br />
gravoso karman, cercasse un altro corpo nel<br />
quale sostare per un’altra cinquantina d’anni<br />
minimo? Che bisogno avrebbe del perdono e<br />
della misericordia di Dio se non c’è scampo<br />
per quello che hai fatto e puoi diventare una<br />
capra o un sacerdote per decine e decine di<br />
volte, perché non ti sei comportato secondo<br />
i comandamenti del dharma, cioè della<br />
verità eterna?<br />
Poi – dopo tutte queste domande di alto<br />
bordo – ritorna la mia peccaminosa (questa<br />
<strong>si</strong>) malizia e mi dico: non sa nè cos’è la<br />
reincarnazione nè chi é Dio!<br />
Nascere è bello ma <strong>si</strong> <strong>nasce</strong> una volta sola.<br />
Per<strong>si</strong>no una canzonetta che ho trovato su<br />
Youtube (e che <strong>si</strong> intitola “Si vive una volta<br />
sola”) dice: “Se <strong>si</strong> vive una volta sola vivo col<br />
cuore in gola, posso cambiare questa storia<br />
qua”. In poche parole, se nasco non nasco<br />
per me stesso, ma perché il mio passaggio in<br />
questa vita (che finisce) lasci un minimo di<br />
segno.<br />
Posso cambiare questa storia qua! Posso<br />
cambiare me stesso, anzitutto, posso lavorarci<br />
su, posso fare – lo dicevo l’altro giorno<br />
ai ragazzi delle medie – quel che fa il vasaio<br />
col vaso. Gli dà forma, lo modella, lo fa<br />
girare nelle sue mani esperte.<br />
Questo posso farlo! Nessuno viene al mondo<br />
condannato a rimanere così com’è. E se uno<br />
pensa questo, è in preda a grossa cri<strong>si</strong> e<br />
forse andrebbe un po’ rimesso in piedi.<br />
Certo, tanto per rimanere in ambito cantereccio,<br />
Ornella Vanoni – parecchio tempo fa –<br />
era una tantino scossa quando cantava:<br />
“È uno di quei giorni in cui ripenso a tutta la<br />
mia vita, bilancio che non ho quadrato mai!”.<br />
Erano altri tempi ma anche allora il demone<br />
del pes<strong>si</strong>mismo <strong>si</strong> infiltrava un po’ da tutte<br />
le parti.<br />
- 3-<br />
“Si <strong>nasce</strong> e <strong>si</strong> ri<strong>nasce</strong>” è uno stupendo tema<br />
caro al cristiane<strong>si</strong>mo. Che sul ri<strong>nasce</strong>re del<br />
suo fondatore, Gesù il Cristo, fonda tutta la<br />
sua fede e la sua storia. Non è un ri<strong>nasce</strong>re<br />
da canzonetta, nemmeno è un ri<strong>nasce</strong>re che<br />
l’uomo gestisca da solo. È un ri<strong>nasce</strong>re che<br />
ha un suo ricordo, direi qua<strong>si</strong> una nostalgia.<br />
È quel che eravamo! Eravamo così, faccia a<br />
faccia con Dio, passeggiando con lui nel<br />
giardino celeste. Poi è successo qualcosa, <strong>si</strong><br />
è rotto un patto. Era un patto a senso unico,<br />
d’accordo, era piuttosto un’obbedienza. Ma a<br />
un Dio che aveva offerto tutto questo <strong>si</strong><br />
poteva anche obbedire! Ora <strong>si</strong>amo orientati<br />
a tornarci, perché Dio ha cancellato tutto.<br />
Ha dimenticato l’offesa, ha fatto suo il<br />
dolore dell’uomo che non ce la faceva più a<br />
viverne le conseguenze. E grazie a Gesù il<br />
Cristo noi pos<strong>si</strong>amo tornare dove eravamo.<br />
Ri<strong>nasce</strong>re non come prima, ri<strong>nasce</strong>re per<br />
essere – corpo ed anima – davanti a Dio, anzi<br />
con Dio, per non morire più.<br />
È qualcosa di impensabile, nel senso letterale<br />
che <strong>si</strong> fa fatica a pensarlo. È anche qualcosa<br />
di non pensato, cioè di non detto. Quando<br />
<strong>si</strong> muore <strong>si</strong> fa sempre il panegirico del morto<br />
e sembra che l’unica cosa che rimanga di lui<br />
<strong>si</strong>a la memoria di quel che ha fatto e detto.<br />
Con la non indifferente con<strong>si</strong>derazione che<br />
non tutti se lo ricorderanno come un santo<br />
o una santa. E che magari, se se lo rivedessero<br />
davanti, potrebbero non essere contenti.<br />
E così, anche noi preti “gli amor, le corte<strong>si</strong>e,<br />
le audaci imprese” cantiamo e ci dimentichiamo<br />
di dire che l’impresa più grande<br />
la farà quel Dio che ci restituirà la vita. Una<br />
vita diversa, una vita risorta, un qualcosa<br />
- appunto – di impensabile ma di assolutamente<br />
credibile.<br />
Tutto questo comincia qui. La vita è adesso,<br />
canta Claudio Baglioni. E aggiunge “In qualunque<br />
sera ti troverai, non ti buttare via!”.<br />
Proprio come fa Dio, che non ti butta via.<br />
Si buttano via i fiori che ricoprono la bara,<br />
ma nemmeno quel corpo che c’è dentro è<br />
buttato via. Infatti è stato creato a immagine<br />
di Dio e anche se <strong>si</strong> disfa, quell’impronta<br />
rimane.<br />
Se Dio non mi butta via, come posso buttarmi<br />
via da solo? Rinasco adesso! Nunc coepi!<br />
Now I begin! Così amava dire – tra gli altri –<br />
san Josemaria Escrivà de Balaguer. È il grido<br />
dell’anima, che per quanto possa essere<br />
stata o fedele o incerta nell’amare il Signore,<br />
ha voglia di ricominciare continuamente<br />
davanti a Lui.<br />
Questo è <strong>nasce</strong>re e ri<strong>nasce</strong>re. Nascere non<br />
per caso, vivere non per caso, ri<strong>nasce</strong>re ogni<br />
giorno, e non per caso. Ma per quel dono di<br />
vivere, e vivere meglio che <strong>si</strong> può, che può<br />
venire solo da Dio.<br />
Blog e mail di don Paolo Tammi<br />
donpaolotammi.blogspot.com<br />
p.tammi@tiscali.it
“AFRICA EXPRESS”<br />
SUD SUDAN:<br />
È NATO UN NUOVO STATO!<br />
Il 9 luglio 2011 quella che era solo la parte meridionale della<br />
più grande, ma anche una tra le più povere nazioni africane,<br />
il Sudan, è diventata ufficialmente la 55° nazione del<br />
continente nero, entrando contemporaneamente a far parte<br />
delle Nazioni Unite, come 193° stato membro.<br />
Quel giorno questa giovane nazione ha finalmente raggiunto<br />
l’obiettivo per il quale, per almeno 5 decenni, la sua gente<br />
ha combattuto, talvolta anche in maniera cruenta, subendo<br />
stragi e genocidi, che hanno causato oltre 3 milioni di morti<br />
e deportazioni ed emigrazioni di circa 5 milioni di persone.<br />
È pos<strong>si</strong>bile ricostruire le prime vicende di questo territorio<br />
solo tramite le fonti orali, secondo le quali alcune popolazioni<br />
nilotiche entrarono nel Sud Sudan da nord a partire dal X<br />
secolo, mentre altre popolazioni non nilotiche fecero il loro<br />
ingresso da sud, andando a costituire le regioni più estese e<br />
occupandone la maggior parte del territorio.<br />
Le difficoltà di comunicazione con il nord del Sudan, già<br />
islamizzato per l’influenza dei popoli del nord africa e del<br />
medio oriente, favorirono il consolidar<strong>si</strong> di tradizioni che non<br />
<strong>si</strong> richiamavano a questa religione. Contatti veri e propri<br />
con il nord <strong>si</strong> verificarono solo dal XIX secolo, quando gli<br />
egiziani <strong>si</strong> impadronirono del Sudan e costituirono nella<br />
parte meridionale la regione di Equatoria.<br />
Dopo un periodo di instabilità, nel 1899 l’esercito anglo<br />
egiziano <strong>si</strong> impadronì definitivamente di tutto il Sudan e nel<br />
1924 l’Inghilterra decise di amministrare il nord e il sud<br />
come due colonie separate, vista la profonda diver<strong>si</strong>tà<br />
etnico-religiosa. Verso la fine del protettorato britannico i<br />
governanti del nord convinsero però la potenza coloniale a<br />
unificare i due territori.<br />
Nel 1956 il Sudan conquistò dunque l’indipendenza come<br />
un’entità indivisa nella quale il nord islamico tendeva a<br />
essere nettamente privilegiato rispetto al sud cristiano. Da<br />
quel momento ebbe inizio la prima guerra civile esplosa in<br />
seguito alle rivendicazioni del sud che, escluso dal potere,<br />
era consapevole però di avere maggiori riserve petrolifere e<br />
un più facile accesso alle risorse idriche del Nilo.<br />
Al termine del conflitto, nel 1972, l’accordo di pace di Addis<br />
Abeba garantì al sud una sorta di autonomia, ma le ten<strong>si</strong>oni<br />
non diminuirono e <strong>si</strong> riacutizzarono nel 1983 quando il<br />
pre<strong>si</strong>dente Nimeiry dichiarò di voler trasformare il Sudan in<br />
uno stato islamico. Tutte le forze cristiane del sud reagirono<br />
coalizzando<strong>si</strong> per formare l’Esercito di Liberazione del Sudan<br />
e dare inizio alla seconda guerra civile durata circa 21 anni,<br />
e che ha causato almeno 2 milioni di morti.<br />
Solo il 9 gennaio 2005 fu firmato l’accordo di pace a Nairobi<br />
in base al quale il Sud Sudan avrebbe avuto 6 anni di<br />
autonomia e subito dopo sarebbe seguito un referendum<br />
sull’indipendenza.<br />
Nel dicembre 2009 fu stabilita la data del 9 gennaio 2011<br />
per la consultazione, per la quale era richiesto il 50% +1 dei<br />
sì ed una partecipazione del 60% degli aventi diritto.<br />
I giorni tra il 9 e il 15 gennaio 2011 hanno rappresentato<br />
l’occa<strong>si</strong>one per una partecipazione collettiva senza eguali<br />
che <strong>si</strong> è attestata al 97,58% e, fatto più unico che raro nella<br />
storia africana, il tutto <strong>si</strong> è svolto con relativa tranquillità e<br />
regolarità.<br />
Il 7 febbraio sono stati proclamati i risultati ufficiali che<br />
hanno visto i sì raggiungere qua<strong>si</strong> il 99% delle preferenze.<br />
Il 9 luglio 2011 è infine nato ufficialmente lo stato del Sud<br />
Sudan e la città di Juba ne è diventata la capitale.<br />
In contemporanea <strong>si</strong> sarebbe dovuto tenere anche il referendum<br />
nella regione dell’Abyei, chiamata a scegliere tra<br />
l’annes<strong>si</strong>one al Sud Sudan e uno statuto di autonomia all’interno<br />
del Sudan ma tale consultazione è stata sospesa a<br />
causa delle ten<strong>si</strong>oni nell’area e al momento non è stata<br />
ancora fissata una nuova data.<br />
Fin dal 2005, però, nessuno avrebbe scommesso sul fatto<br />
- 4-<br />
N O T I Z I E E C U R I O S I T À D A L<br />
C O N T I N E N T E N E R O<br />
a cura di Lucio Laurita Longo<br />
che questa regione del Sudan avrebbe ottenuto, sostanzialmente<br />
senza grandi spargimenti di sangue, la sua definitiva<br />
indipendenza e ciò anche in con<strong>si</strong>derazione del fatto che il<br />
pre<strong>si</strong>dente sudanese, Omar el Bashir, è universalmente noto<br />
come un dittatore duris<strong>si</strong>mo e sanguinario. Non a caso a suo<br />
carico pende un mandato di cattura internazionale emesso<br />
dalla Corte dell’Aia per “crimini contro l’umanità” commes<strong>si</strong><br />
in un’altra martoriata regione del paese, il Darfur.<br />
Il futuro cammino della neonata Repubblica del Sud Sudan<br />
non è certamente semplice visto che essa rimane una delle<br />
aree più sottosviluppate del mondo, dove la qua<strong>si</strong> totalità<br />
della gente vive con un reddito inferiore ad 1 $. al giorno, e<br />
deve trovare il proprio sostentamento da terreni per lo più<br />
desertici o da foreste tropicali.<br />
Esso è un paese fragile, con povertà endemica, tra gli<br />
ultimi posti nella graduatoria dei pae<strong>si</strong> per indice di sviluppo<br />
umano. Le malattie infettive, Aids in primis, fortis<strong>si</strong>ma<br />
malnutrizione e scar<strong>si</strong>s<strong>si</strong>ma acces<strong>si</strong>bilità ai servizi sanitari<br />
contribuiscono a determinare livelli molto alti di mortalità, in<br />
particolare per donne e bambini. La mortalità materna nel<br />
Sud Sudan è stimata essere la peggiore del mondo: almeno<br />
una donna su 10 muore a seguito della gravidanza o del<br />
parto.<br />
Il Pre<strong>si</strong>dente Salva Kiir Mayardit, famoso più che altro per il<br />
vezzo di partecipare alle più importanti cerimonie pubbliche<br />
e agli incontri ufficiali con un cappellaccio da cow boy in<br />
testa, seppur eletto con il sospetto di brogli e intimidazione,<br />
gode ancora di una certa popolarità tra la sua gente, se non<br />
altro per aver fatto arrivare il proprio paese indenne nella<br />
fase di tran<strong>si</strong>zione verso l’indipendenza.<br />
Egli, però, ora è chiamato a risolvere tutta una serie di<br />
questioni, rimaste in sospeso con il Sudan, tra cui la determinazione<br />
degli esatti confini, lo status di alcune regioni<br />
che reclamano l’autonomia e, sopratutto, la spartizione degli<br />
enormi proventi petroliferi con il governo di Karthoum e con<br />
il suo dittatore, el Bashir.<br />
Non va, infatti, dimenticato che nel Sud Sudan <strong>si</strong> trova<br />
oltre l’80% dei giacimenti petroliferi del paese, mentre la<br />
maggior parte degli impianti di raffinazione <strong>si</strong> trova nel nord<br />
che ha anche uno sbocco in mare, a Port Said, nel Mar<br />
Rosso. Ciò rende, di fatto, sotto questo aspetto, la neonata<br />
nazione totalmente dipendente dal Sudan.<br />
Il tutto aggravato dalla qua<strong>si</strong> assoluta assenza di rete<br />
stradale nel sud (in questa zona vi sono solo 60 km di<br />
strade asfaltate su un territorio doppio rispetto all’Italia!)<br />
e dalla totale mancanza di impianti per la produzione di<br />
energia elettrica.<br />
Fino al 9 luglio 2011 nord e sud avevano un accordo in base<br />
al quale i proventi petroliferi venivano pariteticamente<br />
divi<strong>si</strong> tra loro ma, dal giorno della indipendenza del Sud<br />
Sudan, questo accordo è scaduto e, a tutt’oggi, nulla è stato<br />
deciso. Altro motivo di ten<strong>si</strong>one tra le due aree, che potrebbe<br />
determinare un ritorno all’uso delle armi, riguarda anche<br />
il controllo di alcune zone sul confine comune, tra le quali<br />
il Sud Kordofan e le Montagne di Nuba, che <strong>si</strong> è scoperto<br />
essere ricche di oro, rame, acqua e nuovi giacimenti petroliferi<br />
ancora non sfruttati.<br />
Una immensa fonte di profitti per i quali nessuna delle due<br />
parti, in caso di mancato accordo, e<strong>si</strong>terebbe a fare nuovamente<br />
ricorso alle armi.<br />
Per quanto riguarda la <strong>si</strong>tuazione umanitaria e i diritti<br />
dell’uomo il Sud Sudan, anche in conseguenza delle due<br />
guerre civili che l’hanno martoriata per qua<strong>si</strong> 50 anni può<br />
<strong>si</strong>curamente dir<strong>si</strong> tra le più gravi e compromesse del continente<br />
africano e nonostante gli sforzi della comunità internazionale<br />
che continua ad inviare mis<strong>si</strong>oni di pace e di as<strong>si</strong>stenza<br />
sanitaria ed economica la <strong>si</strong>tuazione non accenna a<br />
migliorare se non in termini minimi.<br />
Solo una decisa e seria volontà di pace tra le due nazioni, e<br />
principalmente accordi economici corretti e duraturi, magari<br />
accompagnati da un ricambio generazionale della classe<br />
dirigente che abbia veramente a cuore il bene della gente,<br />
potrà ridare speranza di un futuro migliore a questo paese.
OCCHIO ALLE LETTURE<br />
PER RAGAZZI<br />
Alessandra Angeli<br />
Qualche giorno fa mi sono soffermata<br />
su un libro che mio<br />
figlio tredicenne stava leggendo:<br />
maghi, demoni, cimiteri e<br />
roba del genere.<br />
L'impatto negativo è stato <strong>poi</strong><br />
ampliato quando ho letto<br />
nomi legati alla Sacra Bibbia<br />
come Gerusalemme, Nataniele,<br />
Salomone, consacrazioni a non<br />
so bene che cosa….<br />
"Me l'ha prestato un compagno"<br />
mi ha risposto il ragazzo<br />
quando gli ho chiesto da dove<br />
uscisse. "È molto divertente<br />
perché questo demone fa un<br />
sacco di battute e di scherzi".<br />
Era già al terzo volume della<br />
saga, ormai aveva letto abbastanza.<br />
"Ok, finiscilo pure<br />
però ascoltami. Stai attento<br />
perché non è un libro sano.<br />
Tutti questi riferimenti biblici<br />
dove vanno a parare? Perché<br />
mischiare il sacro con storie di<br />
demonietti, seppur presentati<br />
in veste goliardica? Entrare in<br />
<strong>si</strong>mpatia con questi strani<br />
personaggi ed il mondo della<br />
magia non è prudente, la<br />
stessa Bibbia ce ne mette in<br />
guardia (Re 21,6). Ora sembra<br />
una lettura innocua, ma qualcuno<br />
potrebbe rimanerne affascinato,<br />
andando oltre. Con<br />
Internet è un attimo. Oppure<br />
questa <strong>si</strong>mpatia per ora marginale,<br />
in un momento di difficoltà<br />
della vita, potrebbe indirizzare<br />
verso persone o <strong>si</strong>tuazioni<br />
negative e pericolose. Leggi<br />
con spirito critico. Ma l'autore<br />
che aveva in testa per tirar<br />
fuori questi contenuti? Secondo<br />
te, che ispirazioni interiori avrà<br />
seguito, tendenti alla luce o<br />
alle tenebre? Pos<strong>si</strong>bile che non<br />
abbia trovato argomenti migliori,<br />
volendo scrivere storie per<br />
ragazzi? Pensaci e dillo anche al<br />
tuo amico". Ma dove sono finiti<br />
i Salgari, i Verne, i Dumas<br />
e tanti altri? Ora va tanto<br />
questo magico fantasy, condito<br />
di maghi, fate e demonietti,<br />
nonché vampiri: tutti presentati<br />
come dei gran <strong>si</strong>mpaticoni!<br />
Chi ci pensa a controllare la<br />
narrativa per ragazzi! Dai per<br />
scontato che <strong>si</strong>ano libri adatti,<br />
con contenuti adeguati, invece<br />
diventa necessario capire di<br />
cosa parlano e che messaggi<br />
lasciano.<br />
Anche voi ragazzi, occhio!<br />
Ricordatevi che il male non <strong>si</strong><br />
mostra in tutto il suo orrore<br />
perché tutti fuggirebbero terrorizzati.<br />
Cerca di fare amicizia<br />
sotto mentite spoglie, in<strong>si</strong>nuando<strong>si</strong><br />
poco a poco nella vita di<br />
ciascuno. A buon intenditor<br />
poche parole….<br />
QUANDO SI VIENE ALLA LUCE,<br />
ANCHE IL TERRAZZO LO AVVERTE<br />
<strong>San</strong>dro Morici<br />
Siccome a noi sta molto a cuore il tema della vita, con<br />
le sue variopinte fa<strong>si</strong> evolutive (dalla culla alla poltrona),<br />
vogliamo riprenderlo con le solite sfumature<br />
autobiografiche, ma anche con vi<strong>si</strong>one allargata, rivolgendo<br />
lo sguardo alla meravigliosa natura che ci circonda,<br />
ai fenomeni e ai proces<strong>si</strong> determinanti il suo<br />
sviluppo e la sua dinamicità, tutti scaturiti all’inizio del tempo da un primo battito<br />
creativo che rispondeva all’appello di Dio.<br />
Le prime pagine della Bibbia infatti e i primi versetti del libro della Gene<strong>si</strong> ci descrivono<br />
questo momento con tocchi magistrali: la creazione di cielo, terra e acque, di<br />
luce e tenebre, di germogli e di frutti, di esseri viventi di specie diverse, dell’uomo e<br />
della donna.<br />
La vita che ancora oggi esplode in ogni angolo di mondo, malgrado malvagi tentativi<br />
di manipolazione fi<strong>si</strong>ca (macro e microscopica) e talvolta p<strong>si</strong>cologica, ha del<br />
sensazionale, se <strong>si</strong> pensa al superamento delle proibitive condizioni ambientali,<br />
territoriali, socio-economiche in zone come quelle del Corno d’Africa, nelle pianure<br />
alluvionali del centro dell’India, sui picchi delle Ande e via dicendo.<br />
E la lotta alla sopravvivenza non risparmia neppure alcune specie animali: clas<strong>si</strong>ci<br />
sono i cortometraggi sulle tartarughe comuni, appena fuoriuscite dal guscio delle<br />
loro uova, che in una corsa disperata debbono raggiungere il mare per evitare di finire<br />
tra gli artigli o le fauci di predatori spietati.<br />
Chi di noi non ha avuto esperienze riguardanti la venuta al mondo di una qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong><br />
creatura? Quante volte sul terrazzo di casa abbiamo as<strong>si</strong>stito allo sbocciare di un<br />
fiore di hibiscus dalla sera alla mattina o allo spuntare di una minuscola gemma sul<br />
ramo di un rampicante? Chi non ricorda le colorite lezioni di scienze naturali sul<br />
tema della riproduzione?<br />
E qui vorrei portare ad esempio la felice vicenda della “contessa” Mara e del mio caro<br />
amico Vincenzo. Nel momento in cui la sua stupenda lupa, di nome Mara appunto,<br />
aveva deciso di mettere al mondo una cucciolata di lupacchiotti, lui l’ha presa con<br />
sé, l’ha as<strong>si</strong>stita con incomparabile delicatezza per un’intera notte e, nelle vesti di<br />
improvvisato ostetrico, ha partecipato alla nascita di cinque batuffoli pelo<strong>si</strong>, battezzati<br />
immediatamente come “i miei pucci” e <strong>poi</strong> chiamati <strong>si</strong>ngolarmente con il nome<br />
dei suoi migliori amici. Li ha svezzati ed ha tenuto nella sua famiglia due di loro per<br />
oltre dodici anni, facendo da tutore e dedicando loro cure amorevoli fino alla fine.<br />
Personalmente invece mi e´capitato di essere presente al parto di un vitellino in una<br />
calda serata di luglio di alcuni anni fa. Stavamo passeggiando tra le stradine di<br />
Burgu<strong>si</strong>o, un pae<strong>si</strong>no dell’Alto Adige <strong>si</strong>tuato a 1000 metri di altitudine, allorche´<strong>si</strong>amo<br />
stati attratti da una certa agitazione all’interno di una stalla piena di<br />
mucche. Il veterinario ci ha fatto un segno e dopo una buona mezz’ora abbiamo<br />
potuto accarezzare il neonato già ritto sulle sue e<strong>si</strong>li zampe. Quando <strong>poi</strong> pen<strong>si</strong>amo<br />
al genere umano, dobbiamo convenire che la nascita di un figlio o di un familiare<br />
rimane impressa per sempre nella memoria. Chi sperimenta la maternità vive<br />
<strong>si</strong>curamente sensazioni ed emozioni intense. Per l’uomo è ovviamente diverso. Per<br />
me, mentre stavo dietro la porta della sala parto attendendo con un forte senso di<br />
an<strong>si</strong>a di diventare padre per la prima volta, è stato un momento di gioia immensa<br />
appena ho sentito chiaramente il vagito del nuovo esserino che in modo deciso<br />
affermava al mondo: “Ci sono anch’io!”. L’ostetrica ha aperto la porta -... sapeva che<br />
io stavo lì incollato col fiato sospeso e l’espes<strong>si</strong>one pallida e attonita – e mi ha<br />
gridato in faccia: “Complimenti, e´una femminuccia!”. Il miracolo del dono della vita<br />
era compiuto: era aprile e sul terrazzo di casa primule ed anemoni sbocciavano<br />
allegri in piccoli va<strong>si</strong>. Quel miracolo <strong>si</strong> sarebbe ripetuto, con analoghe sensazioni<br />
liberatorie, con la venuta alla luce della seconda figlia. Era luglio inoltrato e alla<br />
calda luce dei lumi del terrazzo due piccoli gechi, mentre andavano a caccia di insetti<br />
notturni, mi guardavano per felicitar<strong>si</strong>. Qualche anno dopo, alla nascita della terza<br />
figlia, in piena notte e con i corridoi deserti, il medico di guardia capi´che ero ormai<br />
un papà “maturo” e mi permise di entrare in sala parto e di baciare subito mamma<br />
e neonata. Per la gioia straripante non mi trattenni dall’abbracciare anche il bravo<br />
specialista e un paio di infermiere lì presenti. Era maggio e sul terrazzo di casa in<br />
quei giorni era un tripudio di colori e di profumi.<br />
In età più avanzata il coinvolgimento emotivo mi raggiungeva fin dentro le vene, ma<br />
in modo diverso: la nascita del primo - e, ahimè, ancora unico - nipotino faceva<br />
sorgere nuove pas<strong>si</strong>oni, contribuendo enormemente a rinsaldare affetti familiari e<br />
legami intergenerazionali. Era dicembre e faceva freddo ma in un angolo del<br />
terrazzo un timido uccellino veniva a piu´riprese a beccare il suo miglio, lanciando<br />
segnali di augurio.<br />
Senza alcun dubbio la novità di una nuova vita crea focolare, dà speranza, impegna<br />
su nuovi fronti di responsabilità, stimola in rinnovati giochi di squadra. E comunque<br />
in quel momento, secondo l’antica legge di natura, la specie, <strong>si</strong>a essa umana che<br />
animale o vegetale, <strong>si</strong> arricchisce evolutivamente.<br />
Nascere è dunque un magnificare la sacralità e la dignità della vita. Purtroppo le<br />
societa´attuali vanno orientando<strong>si</strong> verso po<strong>si</strong>zioni di relativismo etico che potrebbero<br />
sconvolgere i comples<strong>si</strong> equilibri naturali della vita nel pianeta. È nostro compito<br />
difenderli nel senso più profondo e nei loro valori ontologici. A noi cristiani, educati<br />
ed impegnati ad essere nel mondo e non del mondo, è sufficiente ripetere a voce alta<br />
una semplice esortazione, assolutamente attuale, contenuta nella lettera enciclica<br />
Evangelium Vitae del beato Giovanni Paolo II, emessa nel lontano 1995: “Rispetta,<br />
difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana. Solo su questa strada troverai giustizia,<br />
sviluppo, libertà vera, pace e felicità.<br />
- 5-
MI HAI TESSUTO<br />
NEL SENO<br />
DI MIA MADRE<br />
Luigi Guidi<br />
“Sei Tu che hai creato<br />
le mie viscere e mi hai<br />
tessuto nel seno<br />
di mia madre.”<br />
(Sal. 139,13)<br />
Ancor prima di lasciare, tra i dolori del parto, il seno<br />
materno e venire alla luce, noi <strong>si</strong>amo creati dalla<br />
Luce vera e mes<strong>si</strong> in questo mondo per meritare<br />
di tornare un giorno e per sempre alla Luce dalla<br />
quale veniamo. Per ciascuno di noi c'è stato un<br />
glorioso momento, interamente opera di Dio, in cui<br />
<strong>si</strong>amo stati tratti dal nulla e abbiamo cominciato ad<br />
e<strong>si</strong>stere. Dio, nella Sua infinita carità e sapienza, ha<br />
pensato da sempre ciascuno di noi e, per mezzo del<br />
Verbo eterno del Padre (cfr. Gv. 1, 1-3), ci ha voluto<br />
donare la vita. E<strong>si</strong>ste dunque un legame sovrannaturale<br />
che vincola l'anima a Dio, suo Padre e creatore,<br />
in qualche modo analogo (ma non uguale) a quello<br />
che c'è tra genitori e figli. Le differenze tra Dio e noi<br />
sono sostanziali:<br />
"Dio è infallibile.<br />
"Dio è un Padre infinitamente buono e il migliore<br />
Padre pos<strong>si</strong>bile.<br />
"La volontà di Dio nei nostri confronti è necessariamente<br />
e infallibilmente una volontà di bene.<br />
Così come per lungo tempo il bambino neonato o<br />
comunque piccolo non è consapevole del proprio<br />
rapporto con la madre e il padre, e perciò è totalmente<br />
abbandonato nelle loro braccia, allo stesso modo<br />
in questo tempo l'anima riposa in Dio senza esserne<br />
cosciente. È di vitale importanza, per la sua salute<br />
p<strong>si</strong>chica, che il bambino nelle varie fa<strong>si</strong> evolutive<br />
<strong>si</strong> senta amato dai propri genitori. Ancor più è importante<br />
che l'anima, chiamata a scegliere liberamente<br />
se amare Dio o no, acquisti progres<strong>si</strong>vamente consapevolezza<br />
del proprio rapporto con Dio e che <strong>si</strong><br />
senta amata da Dio, che <strong>si</strong> renda conto del rapporto<br />
sovrannaturale Padre-figlio che la unisce a Dio,<br />
così come nell'ordine della natura il bambino "appartiene"<br />
ai suoi genitori. Se <strong>si</strong> comprende bene l'e<strong>si</strong>stenza<br />
e la natura di tale rapporto sovrannaturale,<br />
diventa molto più facile amare Dio che non amarlo.<br />
Non c'è - credo - un motivo specifico per cui i figli di<br />
solito amano i propri genitori. Un figlio ama la madre<br />
e il padre per il semplice fatto che quelle persone<br />
sono sua madre e suo padre. Analogamente, e a<br />
maggior ragione, noi dovremmo trovare naturale<br />
amare Dio per il fatto puro e semplice che Dio è<br />
nostro Padre. È ovvio che questo non è l'unico<br />
motivo, ma a mio parere è il più importante. Forse in<br />
questa correlazione figlio-genitore e anima-Dio <strong>si</strong><br />
può intravedere se non l'unica ragione profonda, una<br />
delle ragioni profonde per cui Dio con<strong>si</strong>dera un<br />
delitto grande non amare o addirittura gettare il<br />
disonore sui propri genitori: "Onora il padre e la<br />
madre." Amare i genitori conduce in modo misterioso<br />
nel cuore della fede, all'amore dell'anima per Dio,<br />
per quella analogia già menzionata.<br />
Più volte Gesù ha detto a chiare note che dobbiamo<br />
concepire Dio come nostro Padre. Ci ha insegnato a<br />
rivolgerci a Dio, nella preghiera, chiamandolo "Padre<br />
nostro" (e nella parola “nostro” c'è il mistero che<br />
- 6-<br />
<strong>si</strong>amo tutti fratelli). Con un'iperbole, ha detto "…non<br />
chiamate nessuno vostro padre sulla terra, perché<br />
uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli". Egli<br />
stesso <strong>si</strong> è rivolto al Padre chiamandolo "Abbà",<br />
"Papà". Ci ha lasciato la parabola del figliol prodigo,<br />
la cui figura centrale e indimenticabile è appunto il<br />
padre, Dio. Gesù ci insegna dunque che la vera<br />
relazione tra Dio e l'anima è quella che intercorre tra<br />
un Padre infinitamente buono e la propria creatura<br />
infinitamente amata: in una parola, è una relazione<br />
d'amore. Vediamo allora in che modo Dio ci ama:<br />
"Si dimentica forse una donna del suo bambino,<br />
così da non commuover<strong>si</strong> per il figlio delle sue viscere?"<br />
(Is. 49,15).<br />
"…pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla<br />
gelo<strong>si</strong>a ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in<br />
noi?" (Gc. 4,5).<br />
Un amore viscerale, dunque, addirittura geloso che<br />
<strong>nasce</strong> dalle "profondità" di Dio e che pretende da noi<br />
un amore altrettanto esclu<strong>si</strong>vo: "Amerai il Signore<br />
Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta<br />
la tua mente" (Mt. 22,37) è la <strong>si</strong>nte<strong>si</strong> del Primo<br />
Comandamento. L'Amore di Dio per noi ha come fine<br />
la nostra felicità eterna, e dal momento che tutta<br />
l'umanità è stata coinvolta nelle conseguenze del<br />
peccato originale, a causa del quale ciascuno di noi è<br />
per natura incline al male, la nostra felicità eterna <strong>si</strong><br />
pone in termini di salvezza (dalla pos<strong>si</strong>bilità della<br />
dannazione eterna). Questo Amore è pos<strong>si</strong>bile vederlo<br />
lungo l'arco dell'Antico Testamento come instancabile<br />
azione di Dio nell'educare e seguire il Suo<br />
popolo, e trova la mas<strong>si</strong>ma espres<strong>si</strong>one vi<strong>si</strong>bile in<br />
Gesù crocifisso, un Amore che è totale sacrificio di sé<br />
per la persona amata (tutti noi).<br />
Scrutando in se stesso, nella propria vita e nella<br />
propria fede ciascuno di noi deve saper vedere<br />
l'instancabile azione di Dio e del suo Amore di Padre.<br />
Bisogna chieder<strong>si</strong> chi è Dio per noi. Bisogna essere<br />
convinti, sulla base del proprio vissuto e<strong>si</strong>stenziale e<br />
di fede, che Dio ci segue in ogni momento della<br />
nostra e<strong>si</strong>stenza con Amore instancabile ed esclu<strong>si</strong>vo,<br />
e <strong>si</strong> occupa e preoccupa per noi proprio "…come<br />
se fos<strong>si</strong>mo l'unica persona al mondo" (cito da una<br />
frase della Venerabile Madre Speranza di Gesù in<br />
relazione, appunto, al modo in cui Dio ci ama).<br />
L'amore che noi dobbiamo avere per Dio <strong>si</strong> concretizza<br />
nell'evitamento di ogni forma di peccato, motivato<br />
dal fatto che il peccato è inviso a Dio, e nell'esercizio<br />
delle virtù cristiane, innanzitutto la carità,<br />
cosa pos<strong>si</strong>bile solo dopo aver messo in croce i nostri<br />
vizi, le nostre pas<strong>si</strong>oni, in una parola dopo aver<br />
messo in croce noi stes<strong>si</strong>.<br />
È questo che rende capaci di amare noi stes<strong>si</strong> e il<br />
pros<strong>si</strong>mo, unico modo che abbiamo per amare Dio.<br />
Nel nostro tempo, con il fiorire di dottrine e pras<strong>si</strong><br />
strampalate è facile illuder<strong>si</strong> di fare la volontà di Dio<br />
o addirittura amarlo seguendo in realtà vie che sono<br />
buone scorciatoie verso la morte dell'anima.<br />
Nessuno troverà mai Dio in virtù dei propri sforzi,<br />
per quanto erculei e titanici possano essere, è<br />
sempre Dio che <strong>si</strong> manifesta per primo e <strong>si</strong> lascia<br />
trovare da ciascuno di noi. Tutto ciò che noi pos<strong>si</strong>amo<br />
e dobbiamo fare è rispondere liberamente e<br />
generosamente alla Sua chiamata.<br />
Per questo motivo amare Dio, e riconoscere la Sua<br />
paternità su di noi, <strong>si</strong>gnifica credere alla Sacra<br />
Scrittura, osservare i Comandamenti (cfr. Mc. 10,17-<br />
19; Gv. 14,21), obbedire ai pronunciamenti dogmatici<br />
della Chiesa come istituzione voluta da Gesù (cfr.<br />
Mt. 16,18-19), riconoscer<strong>si</strong> peccatori (cfr. Gv. 16,7-<br />
11; 1Gv. 1, 8-10). E, beninteso, voler<strong>si</strong> correggere.
NASCERE<br />
Maria Ros<strong>si</strong><br />
“Nascere per caso, Nascere donna,<br />
Nascere povera, Nascere ebrea :<br />
è troppo in una sola vita”<br />
(Edith Bruck)<br />
Beh, devo riconoscere che non è una lirica<br />
particolarmente ottimista.<br />
È una poe<strong>si</strong>a, però, che ho fatto spesso<br />
commentare ai miei studenti e vi as<strong>si</strong>curo<br />
che - negli anni - alcuni svolgimenti sono<br />
stati veramente belli; i primi quattro ver<strong>si</strong> indicano infatti alcune<br />
realtà spesso causa di profonda infelicità e, per chi ha vissuto i<br />
campi di concentramento come l’Autrice (nella foto, ndr), di grande<br />
dramma.<br />
Non sono nata ebrea, non sono nata povera, sono una primogenita<br />
molto de<strong>si</strong>derata da due giovani spo<strong>si</strong> (28 anni lui e 25 lei)<br />
dopo un primo aborto spontaneo e, soprattutto, non ho mai<br />
con<strong>si</strong>derato l’essere donna una diminuzione. Anzi! Ma sono nata<br />
a Roma, negli Anni Cinquanta e, quindi, riconosco che è facile<br />
da dire.<br />
Voglio parlare però oggi di un nuovo modo di “<strong>nasce</strong>re”, un modo<br />
per noi tutti – di famiglia cattolica, nati a Roma e in Italia e<br />
battezzati da piccoli – quanto meno un po’ diverso, “curioso” e<br />
molto bello. Il <strong>nasce</strong>re di coloro che scelgono il Cattolice<strong>si</strong>mo e<br />
Gesù da adulti. Il <strong>nasce</strong>re dei catecumeni.<br />
Li ho scoperti a livello personale, avendoli solo “studiati” come<br />
molti di noi, (ricordate quando la Domenica dopo Pasqua era la<br />
Domenica in Albis e non della Misericordia? Quando i catecumeni<br />
deponevano la veste bianca); li ho scoperti veramente, dicevo,<br />
quando un mio ex alunno a cui voglio molto bene, finito il liceo,<br />
al primo anno di univer<strong>si</strong>tà mi chiese di fargli da madrina.<br />
Gli avevo insegnato Italiano e Latino al liceo, scriveva benis<strong>si</strong>mo<br />
(ma <strong>poi</strong>, ahimé, ha scelto Ingegneria) e, quando mi ha cercato<br />
per dirmi la sua scelta, mi sono commossa. È stata un’esperienza<br />
nuova e molto bella quella di accompagnare un giovane a ricevere<br />
i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, quelli che ci fanno<br />
entrare nella comunità.<br />
Ed allora, con lui, ho scoperto che a Roma, nella nostra Dioce<strong>si</strong>,<br />
sono tanti quelli che ogni anno <strong>si</strong> convertono al Cristiane<strong>si</strong>mo.<br />
In un tempo in cui i big di spettacolo e televi<strong>si</strong>one scelgono il<br />
Buddismo, sette varie o altre religioni… un ragazzo iscritto a<br />
Ingegneria e sua sorella hanno scelto di diventare cristiani e per<br />
farlo hanno camminato per due anni. Niente male! E pensare che<br />
anche Richard Gere (per me, un mito) è diventato buddista!<br />
Adesso sto vivendo un’altra esperienza altrettanto importante.<br />
Don Paolo mi ha affidato l’anno scorso una <strong>si</strong>gnora giapponese,<br />
poco più grande di me che, nella notte di Pasqua del 2012,<br />
riceverà i Sacramenti ed entrerà nella Chiesa cattolica.<br />
A <strong>San</strong> <strong>Pio</strong> X; nella nostra parrocchia. Sono stata molto in cri<strong>si</strong>,<br />
quando me lo ha chiesto: non mi sentivo all’altezza e ancora oggi<br />
mi domando se riesco veramente a trasmettere la bellezza e<br />
l’amore di Gesù a Junko. È ovvio che, prima di scrivere di lei,<br />
glielo ho chiesto e lei <strong>si</strong> è fidata. Junko <strong>si</strong> “fida” di me, di don<br />
Paolo, della nostra parrocchia, della Chiesa, di Gesù. Il cammino<br />
che stiamo facendo arricchisce me molto più di lei, perché<br />
- confrontar<strong>si</strong> con una donna adulta, che ha girato il mondo, che<br />
ha la sua cultura e le sue esperienze - stimola e arricchisce prima<br />
di tutto me. Non ne parlerei, ma lei mi ha autorizzato a farlo. Lei,<br />
che mi ha detto che la realtà che l’ha affascinata di più del<br />
Cristiane<strong>si</strong>mo è stato l’Amore che Padre, Figlio e Spirito hanno<br />
per l’uomo; il sentir<strong>si</strong> una figlia amata e de<strong>si</strong>derata, unica e speciale…<br />
Spero che veniate in tanti la notte di Pasqua a far festa a,<br />
e con, Junko che diventa cristiana per scelta!<br />
Noi che <strong>si</strong>amo cresciuti in questa realtà, noi che diamo per<br />
scontate tante cose, noi che, giudicando e criticando alcuni<br />
uomini di chiesa, non riusciamo ad andare oltre, a pensare a<br />
Dio-Amore, a quel Dio che è Ciò che colpisce ancora e che porta<br />
ragazzi e ragazze, uomini e donne a “<strong>nasce</strong>re” al cristiane<strong>si</strong>mo<br />
ancora oggi. Auguri Junko! La notte dell’8 aprile “<strong>nasce</strong>rai”<br />
nuovamente, con i tuoi anni, con tua figlia accanto, con la tua<br />
vita. Nascerai come un bambino piccolo ma molto più ricca di<br />
esperienza: questo è il miracolo della conver<strong>si</strong>one.<br />
- 7-<br />
LA RINASCITA DI<br />
GIUSY VERSACE<br />
Cesare Catarinozzi<br />
Giusy è una ragazza bellis<strong>si</strong>ma, indipendente<br />
e in carriera. Sull'autostrada<br />
Salerno-Reggio Calabria, mentre lei è al<br />
volante, nel 2005, <strong>si</strong> abbatte un acquazzone:<br />
in un incidente ella perde gli arti<br />
inferiori. Ma Giusy ha una tempra eccezionale,<br />
illuminata dalla Fede, che la<br />
aiuta a vincere la paura e la rabbia.<br />
La Fede è per Giusy un'amica, è certa<br />
che per ognuno di noi e<strong>si</strong>sta un disegno<br />
divino, che noi non pos<strong>si</strong>amo cambiare.<br />
Pos<strong>si</strong>amo però scegliere come affrontare<br />
ciò che ci capita, accettando la vita.<br />
Non è stato facile per lei riprendere a<br />
camminare: ha dovuto fare i conti con il<br />
dolore fi<strong>si</strong>co, oltre quello dell'animo. Ma<br />
ce l'ha fatta.<br />
Ha ripreso il suo lavoro nella moda ed è<br />
divenuta campionessa di atletica leggera,<br />
un Pistorius al femminile; parteciperà<br />
alle Paralimpiadi di Londra nel 2012.<br />
È la prima donna in Italia a correre<br />
senza due gambe.<br />
È fidanzata da tre anni con un uomo<br />
anche lui amputato ad una gamba, che<br />
gli ha trasmesso l'amore per la corsa,<br />
mentre lei aveva un po' paura di indossare<br />
quelle "lingue" di carbonio apparentemente<br />
così instabili.<br />
Giusy riconosce l'importanza della famiglia<br />
e degli affetti, che le hanno dato la<br />
forza di reagire.<br />
Oggi è pre<strong>si</strong>dente dell'associazione<br />
"Disabili No Limits", che mira a procurare<br />
prote<strong>si</strong> anche a coloro che non possono<br />
permettersele.<br />
In Italia ci sono 250.000 disabili agli arti<br />
inferiori e ogni anno questa cifra cresce.<br />
Il 90% dei disabili, tuttavia, non gode di<br />
una copertura da parte del Sistema<br />
<strong>San</strong>itario Nazionale, valida per ottenere<br />
una prote<strong>si</strong>, che consenta la completa<br />
riabilitazione ed il reinserimento sociale.<br />
Chi ha subito un incidente sul posto<br />
di lavoro riceve gratuitamente ciò che<br />
gli occorre dall'INAIL.<br />
Non è così per gli invalidi civili, che<br />
ricevono prote<strong>si</strong> di gran lunga migliorabili.<br />
"Disabili No limits", grazie alle<br />
donazioni, fornisce prote<strong>si</strong> valide anche<br />
a chi non può permettersele (disabilinolimits@gmail.com).<br />
Giusy è diventata<br />
anche volontaria dell'UNITALSI ed aiuta<br />
i malati che <strong>si</strong> recano a Lourdes.<br />
Sono amico virtuale di Giusy e la ringrazio<br />
per essermi stat vicina, con la sua<br />
sen<strong>si</strong>bilità, in occa<strong>si</strong>one della scomparsa<br />
di mio padre.<br />
Spesso il Signore può farci attraversare<br />
nella vita prove molto difficili, ma ricche<br />
di senso.
CONSIDERAZIONI<br />
DI UN NONNO<br />
SULLA VITA<br />
CHE NASCE<br />
Francesco Tani<br />
Da due anni sono nonno e<br />
faccio il nonno.<br />
Questa esperienza e la passata<br />
esperienza della paternità<br />
che, pur se in modo<br />
diverso ma sempre con<br />
forte inten<strong>si</strong>tà, hanno dato<br />
una nuova caratterizzazione<br />
alla mia e<strong>si</strong>stenza, mi<br />
hanno portato ad alcune con<strong>si</strong>derazioni.<br />
La nascita è un evento sconvolgente e lo è per molti motivi.<br />
La prima cosa che sconvolge è la meraviglia, direi il miracolo della<br />
vita. Lo stupore che ti coglie di fronte a questo evento, di fronte a<br />
questo piccolo essere che e<strong>si</strong>ste, <strong>si</strong> muove, urla, ha fame, vuole la<br />
tua attenzione ed il tuo affetto. Viene da te ma è altro da te. E devi<br />
subito essere capace di con<strong>si</strong>derarlo e rispettarlo come altro da te<br />
se vuoi che cresca come se stesso, come creatura unica di Dio che,<br />
con la tua collaborazione, ti ha fatto questo dono: non lo devi mai<br />
con<strong>si</strong>derare come "cosa tua".<br />
Il secondo motivo che sconvolge è, specie per il primo figlio, un<br />
drastico cambiamento nella vita della famiglia. Se vuoi rispettare<br />
anche le e<strong>si</strong>genze di questo nuovo venuto, di questa persona che<br />
hai voluto, che ti è stata donata e che hai accolto devi rivedere<br />
anche le tue e<strong>si</strong>genze. I suoi orari e le sue neces<strong>si</strong>tà hanno<br />
spesso preminenza rispetto ai tuoi e comunque con i tuoi vanno<br />
conciliati, la vita non è più a due e va riorganizzata. Resta però<br />
importante e necessario trovare gli spazi ed i tempi anche per la<br />
coppia, per rafforzare, consolidare, reindirizzare, approfondire e<br />
ulteriormente migliorare il rapporto, a seguito di questo stupendo<br />
evento che dalla coppia ha origine. In un mondo in cui i genitori<br />
sono spesso entrambi impegnati con il lavoro, cambia anche la vita<br />
dei nonni. Chiamati a fare la loro parte perché va bene anche il<br />
nido purché non <strong>si</strong>a in do<strong>si</strong> mas<strong>si</strong>cce. È infatti importantis<strong>si</strong>mo, per<br />
la crescita umana e p<strong>si</strong>cologica, il tempo vissuto nell'ambito familiare,<br />
in casa, con qualcuno disponibile a "giocare" con lui. Giocare,<br />
infatti, vuol dire imparare a conoscere le cose, le parole, il mondo<br />
che ci circonda; e va fatto in<strong>si</strong>eme a qualcuno che guida non<br />
inva<strong>si</strong>vamente, ma con presenza, con affetto, fornendo stimoli.<br />
Un terzo motivo che sconvolge e che, però, ripaga in modo incomparabile<br />
l'impegno e le rinunce, è il fatto che questa nuova vita<br />
apre a una nuova modalità di amare. Il piccolo, anche piccolis<strong>si</strong>mo,<br />
è capace di capire, di "sentire", se lo ami ed esprime di rimando il<br />
suo amore e la sua fiducia fino anche all'abbandonar<strong>si</strong>. La delicatezza<br />
e l'inten<strong>si</strong>tà di questo amore e dell'amore che ti chiede<br />
aiutano a capire anche l'amore che il Padre ha per noi ed a capire<br />
come rispondere al Suo amore. È un amore senza remore, senza<br />
sovrastrutture, senza retroterra intellettuali e culturali: amore<br />
puro, totale.<br />
Un'altra cosa che sconvolge è il compito di "educare" questa nuova<br />
vita che ti è affidata. Io sono convinto che i primi anni di vita <strong>si</strong>ano<br />
fondamentali per la formazione di una persona, soprattutto per<br />
quanto riguarda il carattere, la p<strong>si</strong>cologia, il senso di sé ed alcune<br />
abilità. Di errori se ne possono fare tanti, ma credo che se <strong>si</strong> riesce<br />
a tenere sempre presenti alcuni punti fondamentali e cercare<br />
sempre di conformar<strong>si</strong> ad es<strong>si</strong>, <strong>si</strong> può fare qualcosa di buono.<br />
Educare viene dal latino "e ducere", "tirar fuori": cioè capire le<br />
qualità, le abilità del piccolo e farle crescere e maturare.<br />
Rispettarlo è fondamentale anche quando è piccolo, perché è una<br />
persona e come tale va con<strong>si</strong>derata: rispettiamolo come rispettiamo<br />
un adulto. Essere fermi sui valori, essere coerenti, saper<br />
mantenere i <strong>si</strong> ed i no, che devono esserci anche se non troppi, è<br />
un altro elemento da avere sempre in mente, in<strong>si</strong>eme ad un<br />
comportamento che <strong>si</strong>a consono a quanto proponiamo.<br />
E sempre, anche nelle correzioni, non facciamo mancare sen<strong>si</strong>bilità<br />
ed affetto, perché all'amore <strong>si</strong> risponde con l'amore.<br />
La osservazione di questo primo nipote, infine, mi ha portato anche<br />
ad una con<strong>si</strong>derazione su me stesso. Vedo in lui una continua<br />
applicazione ad apprendere, una grande curio<strong>si</strong>tà nelle cose, la<br />
- 8-<br />
ricerca di nuove abilità che vengono esercitate fino alla loro acqui<strong>si</strong>zione,<br />
la appropriazione e l'uso di parole e concetti, la capacità di<br />
capire e proporre lo scherzo e la risata, la gioia anche nelle piccole<br />
cose, le domande "cosa è questo" ed ora anche "perché?"<br />
E mi sono detto: se vuoi rimanere vivo prendi esempio da lui: non<br />
smettere di cercare, non fermarti a quello che hai acqui<strong>si</strong>to, anche<br />
nel rapporto con Dio, <strong>si</strong>i curioso delle cose, domandati perché,<br />
migliora le tue capacità e le tue abilità.<br />
Ed anche se alcune cose non sei più in grado di farle lavora su<br />
quelle che puoi ancora fare. Prendi esempio da lui ed anche da lui<br />
continua ad imparare.<br />
La semplicità, la lealtà, la curio<strong>si</strong>tà, la disponibilità ed il modo di<br />
amare di un piccolo fanno capire appieno perché Gesù ha detto<br />
"<strong>si</strong>nite parvulos venire ad me".<br />
IL PRIMO VAGITO<br />
Giancarlo Bianconi<br />
Udita sull’autobus: “Il primo vagito del neonato altro<br />
non è che il primo passo verso la tomba.”.<br />
Questa battuta, qua<strong>si</strong> un inappellabile verdetto,<br />
debbo confessare mi ha fatto, come <strong>si</strong> suol dire, gelare il<br />
sangue nelle vene. Non mi era mai capitato, infatti, di<br />
trovarmi di fronte ad una vi<strong>si</strong>one così disperata e raggelante<br />
della vita, e, in particolare <strong>poi</strong>, proprio con esplicito<br />
riferimento a uno dei momenti più struggenti della nostra<br />
e<strong>si</strong>stenza: quello dell’inizio di una nuova vita.<br />
“Ma come - riflettevo tra me e me - quello che è (o,<br />
meglio, dovrebbe essere per tutti, come forse erroneamente<br />
ritenevo <strong>si</strong>no a un attimo prima) uno dei giorni più<br />
belli della nostra e<strong>si</strong>stenza - se non addirittura il più bello<br />
- senti tu, invece, come da parte di alcuni viene sentito”.<br />
Certo - sono stato costretto a riconoscere con me<br />
stesso - non può disconoscer<strong>si</strong> che, volendo spaccare il<br />
pelo in quattro come <strong>si</strong> dice, in fondo-in fondo quello sconosciuto<br />
non aveva <strong>poi</strong> tutti i torti: il primo vagito, infatti,<br />
non è altro che l’inizio di un cammino che, presto o tardi<br />
(“meglio tardi, tanto non c’è nessuna fretta” diceva un<br />
vecchio e <strong>si</strong>mpaticis<strong>si</strong>mo parroco), avrà una fine e, quindi,<br />
è anch’esso incontrovertibilmente interpretabile in<br />
questo modo.<br />
Ma che tristezza, santo cielo! Ad ogni modo, forse<br />
per via della giornata atmosfericamente uggiosa, con una<br />
pioggerellina che cadeva fastidio<strong>si</strong>s<strong>si</strong>ma, tale cioè da non<br />
predisporre l’animo a serene congetture, l’immediata mia<br />
reazione emotiva all’udire una tale asserzione è stata<br />
quella di un grande fastidio.<br />
Ma subito dopo mi sono rammaricato di questa mia<br />
ingenerosa sensazione. E allora mi è venuto spontaneo<br />
domandarmi quale potesse essere l’origine di una così irrimediabilmente<br />
negativa vi<strong>si</strong>one della vita.<br />
E ho azzardato subito una spiegazione, forse un po’<br />
troppo precipitosa, ma qua<strong>si</strong> certamente non molto lontana<br />
dalla realtà: quella persona - ho pensato - deve aver<br />
avuto una vita non propriamente serena, tanto per usare<br />
un’espres<strong>si</strong>one eufemistica, anzi... anche piuttosto travagliata<br />
azzarderei. Chissà quali e quanto amare e disperanti<br />
esperienze hanno irrimediabilmente segnato la sua<br />
e<strong>si</strong>stenza in modo così assoluto tanto da farle insorgere<br />
una <strong>si</strong>ffatta negativa vi<strong>si</strong>one della vita.<br />
Povero lui! Povero lui anche perché è certamente<br />
una persona di poca o punta fede. In <strong>si</strong>tuazioni del<br />
genere, infatti, la fede è l’unico rifugio da cui ricevere conforto<br />
e calore, e la preghiera la <strong>si</strong>cura risorsa da cui attingere<br />
tutte le forze necessarie per superare ogni difficoltà.<br />
Non <strong>si</strong> può immaginare (“’ntendere non lo può chi<br />
non la pruova” direbbe Dante) quanto grande può essere<br />
la consolazione che <strong>si</strong> riceve dalla preghiera <strong>si</strong>n dal<br />
momento in cui ci <strong>si</strong> abbandona fiducio<strong>si</strong>. Qua<strong>si</strong> <strong>si</strong> <strong>nasce</strong><br />
a nuova vita e tutto appare meno tenebroso e meno<br />
irrimediabile, e... qua<strong>si</strong> <strong>si</strong>curamente lo è.
RINASCO OGNI<br />
DOMENICA<br />
Marco Di Tillo<br />
Rinasco ogni domenica,<br />
quando mi alzo dalla<br />
panca di legno su cui<br />
sono seduto e mi<br />
dirigo lentamente verso<br />
l'altare. Quando arrivo lì,<br />
chino la testa, il sacerdote<br />
porge l'ostia consacrata,<br />
mi guarda e dice<br />
"Corpus Christi".<br />
Io chiudo per un momento gli occhi, rispondo<br />
"Amen", <strong>poi</strong> apro la bocca e, finalmente, Gesù entra<br />
dentro di me. Magia. Gioia. Un fiume di purezza e di<br />
energia. E' come prendere centomila Vov. Ve lo ricordate<br />
il Vov? Quel superalcoolico che andava di moda<br />
anni fa a base di uova, zucchero e Marsala ? Lo chiamavano<br />
anche "bombardino" in gergo, proprio per la<br />
sua forza esplo<strong>si</strong>va. Be', altro che Vov, Gesù!<br />
Ecco, ri<strong>nasce</strong>re ogni domenica non è male per niente.<br />
Okay, mio padre va a messa tutte le mattine da anni.<br />
E pure il mio amico Giancarlo Ros<strong>si</strong> e tanti altri ancora.<br />
Lo so. Loro vanno meglio, loro forse rinascono<br />
tutti i giorni. Beati loro. Però a me la rinascita settimanale<br />
piace, mi fa bene. Durante la settimana faccio<br />
in tempo a vivere tutti i gradini up and down della<br />
scala umana, ovvero i problemi sul lavoro, a casa, con<br />
i figli, con i parenti e <strong>poi</strong>, naturalmente, ci sono la<br />
fretta, il traffico, le file alla posta, le file in banca, le<br />
file al supermercato, il motorino che <strong>si</strong> è rotto e ti<br />
lascia per strada, la scuola da pagare, la luce da pagare,<br />
il gas da pagare, le carte che <strong>si</strong> accumulano sulla<br />
scrivania, gli amici che abitano dalla parte opposta<br />
della città e che non riesci mai a vedere, i pen<strong>si</strong>eri, i<br />
bestemmiatori che ti gridano accanto, il padre coi<br />
baffi che alla cre<strong>si</strong>ma del figlio masticava sempre<br />
gomma americana, non guardava mai l’altare per<br />
tutta la durata della cerimonia e scattava foto al suo<br />
“bambino” nonostante il divieto a farlo ripetutamente<br />
imposto da don Paolo, le brutte facce che ci sono in<br />
giro in questa città e che mettono sempre più paura<br />
(avete visto quanti omicidi quest'anno?).<br />
Insomma up and down, su e giù, la normale vita di un<br />
uomo in una grande metropoli, niente di più, niente di<br />
meno. Si, va bene, la sera, prima di chiudere gli occhi,<br />
c'è per fortuna il momento della preghiera, del<br />
pen<strong>si</strong>ero per tutte le persone care e pure per quelle<br />
meno care. Ma come farei senza il mio Vov della<br />
Domenica?<br />
Ogni domenica, in particolare, ringrazio Dio di avermi<br />
riportato a lui, di avermi aiutato a ritrovare la strada.<br />
Gli chiedo di perdonarmi perché sbaglio un sacco,<br />
perché a volte sono distratto da cose superficiali,<br />
perché a volte mi allontano dalla giusta rotta, perché<br />
non ascolto i con<strong>si</strong>gli degli altri. Lui è lì, è sempre lì.<br />
Mi concede il grande onore di offrirmi il corpo di suo<br />
figlio, per purificarmi, per aiutarmi, per salvarmi e per<br />
avvicinarmi sempre di più alla vita eterna al suo<br />
fianco, se me lo meriterò alla fine.<br />
Chi lo farebbe? Chi è così Abramo da sacrificare il<br />
proprio figlio ? Noi <strong>si</strong>amo spesso pre<strong>si</strong> da pen<strong>si</strong>eri<br />
molto terreni che ci sembrano tanto importanti. Ma il<br />
pen<strong>si</strong>ero di Gesù che entra dentro di noi è semplice,<br />
eppure, per molti, così poco importante. Mi fa venire<br />
in mente un famoso romanzo di fantascienza di Ray<br />
Bradbury, "Cronache marziane", in cui i terresti arrivano<br />
finalmente su Marte con un'astronave e vanno a<br />
bussare alla porta di una <strong>si</strong>gnora marziana che sta<br />
preparando una frittata e non ha tempo per loro.<br />
"Siete terrestri? Ah, <strong>si</strong> va bene. Scusatemi un momento<br />
ma c’ho le uova sul fuoco", risponde la <strong>si</strong>mpatica<br />
marziana, lasciando gli astronauti di sasso.<br />
Ho visto che il concetto è stato rovesciato in un recente<br />
film italiano del regista Gianni Pacinotti, "L'ultimo<br />
terrestre", con gli alieni che arrivano sulla terra e a<br />
- 9-<br />
nessuno importa, la notizia viene passata solo sul tg3,<br />
verso la fine della trasmis<strong>si</strong>one. Eppure <strong>si</strong> tratta, in<br />
entrambi i ca<strong>si</strong>, di un fatto eccezionale: i terrestri su<br />
Marte e gli alieni sulla terra. Ma a nessuno importa.<br />
Tutti sono troppo pre<strong>si</strong> dalle proprie importantis<strong>si</strong>me<br />
faccende quotidiane per poter<strong>si</strong> semplicemente stupire.<br />
Così è per Dio, e per suo figlio Gesù. Fatti eccezionali<br />
che molti "lontani" non riescono neppure a<br />
cogliere, pre<strong>si</strong> come sono dalle loro fondamentali<br />
cose da fare.<br />
LE STIMMATE DI SAN FRANCESCO<br />
Cesare Catarinozzi<br />
Correva l'anno 1224. S. Francesco d'As<strong>si</strong><strong>si</strong>, due anni prima<br />
di morire, voleva trascorrere nel <strong>si</strong>lenzio e nella solitudine<br />
quaranta giorni di digiuno in onore dell'arcangelo<br />
S. Michele. Era, del resto, abitudine del <strong>San</strong>to d'As<strong>si</strong><strong>si</strong><br />
ritirar<strong>si</strong>, come Gesù, in luoghi solitari per attendere alla<br />
meditazione ed all'unione intima con il Signore nella<br />
preghiera. Sapeva, infatti, che ogni apostolato era sterile se<br />
non sostenuto da una crescita spirituale della propria vita<br />
interiore. La Verna era uno di questi e certamente era<br />
quello che il <strong>San</strong>to prediligeva. Già all'epoca di Francesco<br />
era un monte selvaggio. Esso era proprietà del conte<br />
Orlando da Chiu<strong>si</strong> di Casentino, il quale, nutrendo una<br />
grande venerazione per Francesco, volle donarglielo. Qui i<br />
frati del Poverello vi costruirono una piccola capanna. In<br />
quel luogo Francesco era intento a meditare, per divina<br />
ispirazione, sulla Pas<strong>si</strong>one di Gesù quando avvenne l'evento<br />
prodigioso. Pregava così: "O Signore mio Gesù Cristo, due<br />
grazie ti prego che tu mi faccia, innanzi che io muoia: la<br />
prima, che in vita mia io senta nell'anima e nel corpo mio,<br />
quanto è pos<strong>si</strong>bile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti<br />
nella ora della tua acerbis<strong>si</strong>ma pas<strong>si</strong>one, la seconda <strong>si</strong><br />
è ch'io senta nel cuore mio, quanto è pos<strong>si</strong>bile, quello<br />
ecces<strong>si</strong>vo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a<br />
sostenere volentieri tanta pas<strong>si</strong>one per noi peccatori". La<br />
sua preghiera non rimase inascoltata. Fu fatto degno, infatti,<br />
di ricevere sul proprio corpo segni vi<strong>si</strong>bili della Pas<strong>si</strong>one<br />
di Cristo. Fu Gesù stesso, nella sua apparizione, a chiarire<br />
a Francesco il senso di tale prodigio: "Sai tu… quello ch'io<br />
t'ho fatto? Io t'ho donato le Stimmate che sono i segnali<br />
della mia pas<strong>si</strong>one". A propo<strong>si</strong>to ancora dei segni della<br />
Pas<strong>si</strong>one, il primo biografo del <strong>San</strong>to, l'abruzzese Tommaso<br />
da Celano, nella sua "Vita <strong>Prima</strong> di S. Francesco d'As<strong>si</strong><strong>si</strong>",<br />
sosteneva che "era meraviglioso scorgere al centro delle<br />
mani e dei piedi (del Poverello d'As<strong>si</strong><strong>si</strong>), non i fori dei<br />
chiodi, ma i chiodi mede<strong>si</strong>mi formati di carne dal color del<br />
ferro e il costato imporporato dal sangue. E quelle stimmate<br />
di martirio non incutevano timore a nessuno, bensì<br />
conferivano decoro e ornamento, come pietruzze nere in un<br />
pavimento candido". Nonostante le ampie descrizioni e<br />
resoconti ed il fatto che vi fossero numero<strong>si</strong> testimoni oculari<br />
delle stigmate, non può tacer<strong>si</strong> la circostanza he la bolla<br />
di canonizzazione di S. Francesco del 19 luglio 1228 "Mira<br />
circa nos", risalente ad appena due anni dopo la morte del<br />
<strong>San</strong>to, non ne faccia alcun cenno. Non mancarono in<br />
verità, già da parte di alcuni contemporanei, contestazioni<br />
ed oppo<strong>si</strong>zioni, ritenendo quei segni impres<strong>si</strong> nelle carni del<br />
Patrono d'Italia frutto di una frode. Lo stesso Gregorio IX,<br />
prima di procedere alla canonizzazione di Francesco, pare<br />
nutrisse dei dubbi riguardo a quel fatto prodigioso. La<br />
Chiesa, comunque, dopo maturo giudizio, con ben nove<br />
bolle pontificie, susseguite<strong>si</strong> tra il 1237 ed il 1291, difese la<br />
realtà delle stigmate di Francesco, senza peraltro esprimere<br />
un'interpretazione definitiva del fenomeno, la cui gene<strong>si</strong><br />
è soprannaturale e deriva dall'Amore. Non a caso un dottore<br />
della Chiesa, S. Francesco di Sales, nel suo "Trattato<br />
dell'amor di Dio" del 1616, metteva in relazione le stigmate<br />
del <strong>San</strong>to d'As<strong>si</strong><strong>si</strong> con l'amore di compas<strong>si</strong>one verso il<br />
Cristo crocifisso, affermando che quest'ultimo trasformò<br />
l'anima del Poverello in un "secondo crocifisso". S. Giovanni<br />
della Croce aggiungeva che le stigmate sono la manifestazione,<br />
la conseguenza della ferita d'amore e che per<br />
renderle vi<strong>si</strong>bili occorresse un intervento soprannaturale.<br />
La Chiesa riconobbe la straordinarietà del fenomeno verificato<strong>si</strong><br />
nel 1224, inteso quale segno privilegiato concesso da<br />
Cristo al suo umile servo di As<strong>si</strong><strong>si</strong>, anche da un punto di<br />
vista liturgico, inserendo la ricorrenza nel calendario. Papa<br />
Benedetto XI, infatti, concesse all'Ordine Francescano<br />
ed all'intero Orbe cattolico di celebrarne annualmente il<br />
ricordo il 17 settembre.
OGNI VITA CHE NASCE<br />
CI DICE CHE…<br />
Celina Mastrandrea<br />
“Ogni bimbo che <strong>nasce</strong> ci dice che<br />
Dio non è ancora stanco degli<br />
uomini!” L’ho letto su un bigliettino<br />
augurale tanti anni fa e non<br />
l’ho mai più dimenticato, anzi…<br />
Da quel giorno quando contemplo<br />
lo sguardo “indefinito” ma profondo<br />
di un bimbo appena nato mi commuovo. Mi piace<br />
infatti perdermi nel pen<strong>si</strong>ero che l’ultima “realtà” che<br />
quegli occhi hanno ammirato prima dell’avventura in<br />
questo mondo è stata la gloria di Dio!<br />
E forse per questo sono sempre belli e ci attirano gli<br />
occhi dei piccoli calamitandoci, è questo il “segreto”<br />
del loro fascino?! Questo ci dice la loro innocenza,<br />
mitezza e abbandono… Hanno ancora impressa la<br />
purezza, la bellezza, l’amore del Creatore che da<br />
sempre ha pensato ogni creatura con tenerezza,<br />
curandone ogni sfumatura e particolare unico e<br />
irripetibile! Già, perché ogni vita che <strong>nasce</strong> è pensata<br />
da Dio così: unica e irripetibile! E questo ci dà la<br />
certezza che la vita è sacra, che ogni nascita è un<br />
evento che scrive nuove parole nel libro della Vita!<br />
E proprio sull’ “evento nascita” vorrei soffermarmi<br />
dal punto di vista pedagogico, forse per “deformazione”<br />
profes<strong>si</strong>onale! Ho trovato molto interessante che<br />
la Pedagogia abbia recentemente prestato nuova<br />
attenzione a questo evento, la nascita appunto, ai<br />
nostri giorni a volte spettacolarizzata in nome di una<br />
pseudo educazione sessuale, dopo essere stata con<strong>si</strong>derata<br />
in passato tabù e non momento fondante del<br />
nostro e<strong>si</strong>stere. Mi ha incurio<strong>si</strong>ta e appas<strong>si</strong>onato<br />
molto il testo: “Concepire la nascita. L’esperienza<br />
generativa in prospettiva pedagogica”, scritto da<br />
Elisabetta Mu<strong>si</strong>, docente di Pedagogia sociale e di<br />
Pedagogia della differenza di genere, presso<br />
l’Univer<strong>si</strong>tà Cattolica, impegnata nella formazione di<br />
insegnanti, educatori, genitori e che ha svolto attività<br />
di ricerca di pedagogia prenatale e neonatale.<br />
Il libro presenta una rifles<strong>si</strong>one sulla nascita in chiave<br />
pedagogica, ma risulta fruibile anche ai “non<br />
addetti ai lavori”. Generalmente l’evento nascita è<br />
oggetto di attenzione e studio da parte di p<strong>si</strong>cologici,<br />
antropologici, sociologici, sanitari, che <strong>si</strong> occupano<br />
dell’esperienza generativa nella particolarità del loro<br />
ambito profes<strong>si</strong>onale. Ed è interessante e forse, non<br />
so, anche inedito, scoprire come l’Autrice delinea i<br />
fondamenti di una pedagogia della nascita.<br />
Risulta evidente e subito chiaro qual è l’obiettivo: la<br />
dovuta attenzione pedagogica e una rinnovata sen<strong>si</strong>bilità<br />
educativa al “venire al mondo”, mostrando<br />
come i futuri genitori, e tutti coloro che gravitano<br />
attorno alla nascita di una nuova creatura, quindi<br />
anche chi <strong>si</strong> occupa di politiche sociali e sanitarie, è<br />
necessario che <strong>si</strong> disponga a sostenere l’esperienza<br />
della genitura ben prima che il figlio <strong>si</strong>a venuto alla<br />
luce.<br />
In una prima parte vengono proposti i concetti con<br />
cui cogliere le potenzialità formative di una rifles<strong>si</strong>one<br />
sul <strong>nasce</strong>re. Succes<strong>si</strong>vamente l’attenzione è<br />
rivolta alla gestazione e al divenire della relazione<br />
genitori-figlio, con<strong>si</strong>derando i sentimenti che scandiscono<br />
l’accoglienza di una nuova creatura e che<br />
recepiscono dalla sacralità della nascita stimoli<br />
prezio<strong>si</strong> per una rinnovata e feconda vitalità familiare.<br />
Approfondimenti specifici sono dedicati alla<br />
“sapienza” del corpo materno, alla presenza del<br />
padre in tutta l’esperienza generativa, alle trasformazioni<br />
via via più radicali e dirompenti che attraverso<br />
l’attesa, il travaglio, il parto e l’allattamento<br />
guidano i genitori ad incontrare il “bambino reale” e<br />
ad accogliere quel processo di separazione che li<br />
- 10 -<br />
porterà progres<strong>si</strong>vamente a consegnare il proprio<br />
figlio al mondo. Che mistero! Che miracolo!<br />
Ho trovato molto suggestiva la modalità coinvolgente<br />
e a tratti “poetica” con cui l’Autrice affronta<br />
questo argomento evidenziando come la nascita da<br />
condizione di finitezza prelude ad apertura, rende<br />
compartecipi di universalità e responsabili nei<br />
confronti della vita dell’intera umanità. Nella nascita<br />
comincia la natura relazionale del “nuovo” essere e <strong>si</strong><br />
accresce quella degli adulti intorno. Nascere è il<br />
primo atto di continue e nuove nascite e rinascite!<br />
Nascita è “incarnazione” della differenza e alterità!<br />
Origine dell’intersoggettività! E’ riconoscere il valore<br />
del corpo della donna da cui ogni vita ha origine e<br />
viene alla luce.<br />
Nascere è dunque un rinnovato patto con la Natura,<br />
è ritorno alle origini di un principio etico universale,<br />
troppo spesso oggi dimenticato. Ma la nascita è<br />
anche e soprattutto alto compito educativo perché<br />
aprir<strong>si</strong> alla vita e preparare alla generatività è<br />
compito essenziale della formazione all’età adulta.<br />
C’è <strong>poi</strong> la dimen<strong>si</strong>one della corresponsabilità parentale<br />
e sociale per cui sostenere la nascita è impegno<br />
etico e politico.<br />
E ancora tra le pagine di questo testo <strong>si</strong> guarda alla<br />
bellezza del <strong>nasce</strong>re come apertura alla speranza:<br />
<strong>nasce</strong>re è rigenerare un patto di autenticità con<br />
la Vita, testimoniare una differenza dialogante,<br />
rinnovare il rapporto con le generazioni ascendenti<br />
che genera un diverso approccio con la stessa morte.<br />
Così rinasciamo con ogni figlio biologico o spirituale<br />
che Dio ci dona per dirci ancora e davvero che Lui, il<br />
Creatore, non è stanco di noi!<br />
UN BIMBO PRONTO A NASCERE DOMANDA<br />
Tratto dal <strong>si</strong>to: “piccolimartiri.blogspot.com”<br />
Celina Mastrandrea<br />
Un bimbo pronto a <strong>nasce</strong>re domanda a Dio: “Dicono che<br />
sarò inviato sulla terra, com’é che starò laggiù, così<br />
piccolo e indifeso?”<br />
E Dio risponde: “Fra tanti Angeli io ne ho scelto uno<br />
molto speciale per te”<br />
E il bimbo domanda ancora: “Qui in Cielo io non faccio<br />
niente, soltanto rido e canto e questo mi basta per<br />
essere felice, sarò felice là?”<br />
“Il tuo Angelo Custode canterà e sorriderà per te”,<br />
rispose Dio. “Ogni giorno, ogni momento, sentirai<br />
l’Amore del tuo Angelo e sarai felice”<br />
“Come riuscirò a comprendere la loro lingua quando<br />
parleranno con me? Io non conosco il loro linguaggio”<br />
domanda ancora il bimbo.<br />
Dio sorride: “Con molta pazienza ed affetto, il tuo<br />
Angelo t’insegnerà a parlare”.<br />
“E che farò quando vorro parlarTi?”<br />
“Il tuo Angelo, giunterá le tue mani e t’insegnerà a<br />
pregare.”<br />
“Ho sentito che nella terra ci sono persone cattive. Chi<br />
mi proteggerà?”<br />
“Il tuo Angelo ti difenderà anche quando questo <strong>si</strong>gnificherà<br />
rischiare la propria vita”.<br />
Il bimbo in<strong>si</strong>ste: “Ma io sarò sempre triste perché non<br />
potrò piú vederti!”<br />
“Il tuo Angelo, ti parlerà di me, t’insegnerà il modo per<br />
venire a Me, ed Io starò sempre dentro di te”.<br />
Per un momento c’era pace in Cielo, ma <strong>si</strong> cominciavano<br />
a sentire delle voci dalla terra.<br />
Il bimbo tutto affrettato chiede sottovoce:<br />
“Oh! mio Dio! Se doves<strong>si</strong> partire adesso, dimmi almeno<br />
il nome del mio Angelo!”<br />
E Dio risponde: “Chiamerai il tuo Angelo Mamma”.
VIVERE,<br />
VIVERE,<br />
VIVERE!<br />
Giuseppe Del Coiro<br />
Da molti anni collaboro<br />
con il Segretariato<br />
Sociale per la Vita Onlus<br />
associazione che opera<br />
in campo sociale, sanitario<br />
e culturale e <strong>si</strong> propone<br />
di “difendere e promuovere il diritto alla vita e<br />
il valore intangibile della persona umana dal momento<br />
del suo concepimento e per tutto l’arco della sua<br />
e<strong>si</strong>stenza fino alla morte naturale”. Da quando è nata<br />
l’associazione, nel 1985, fino ad oggi più di dodici<br />
mila donne <strong>si</strong> sono rivolte al Segretariato e sono<br />
state sostenute con varie forme di aiuto. Molte storie<br />
potremmo raccontare, fatte di gioia e di lacrime,<br />
di buio e di speranza... di una felicità difficile da<br />
spiegare quando, superata la prova, <strong>si</strong> incrocia per la<br />
prima volta lo sguardo con la propria creatura…<br />
Eccone una:<br />
Ho una bimba di 9 anni, è bellis<strong>si</strong>ma<br />
Ho una bimba di 9 anni, è bellis<strong>si</strong>ma, forte e solare<br />
e mi vuole tantis<strong>si</strong>mo bene; studia violoncello e ha un<br />
suono vibrante e pieno di vita. Quante volte penso: se<br />
aves<strong>si</strong> preso quella deci<strong>si</strong>one sbagliata?... Il giorno<br />
che ho saputo di essere incinta è stato come un<br />
fulmine a ciel sereno! In quel periodo stavo studiando<br />
all’estero e dedicavo tutta la mia vita alla mu<strong>si</strong>ca.<br />
La mia ispirazione più grande era quella di diventare<br />
una mu<strong>si</strong>cista affermata, di suonare in un’orchestra<br />
di livello internazionale. In quel periodo stavo studiando<br />
con il maestro più valido nel campo. Per me<br />
non e<strong>si</strong>steva nulla di più importante che la mu<strong>si</strong>ca.<br />
Il primo pen<strong>si</strong>ero che mi è passato per la mente è<br />
stato: non è il momento... non ho spazio... il rapporto<br />
col mio compagno non è ancora consolidato...<br />
Chiamo lui e mi dice: non ho soldi per mantenere un<br />
figlio... [non è vero]... i miei non saranno d’accordo e<br />
<strong>poi</strong> non ci CREDERANNO che è mio...<br />
Mi sono bastati pochi minuti per capire che tipo di<br />
persona avevo davanti... mi dice di interrompere la<br />
gravidanza e che dopo non avrebbe avuto più tempo<br />
di occupar<strong>si</strong> di me, perché essendo anche lui mu<strong>si</strong>cista<br />
doveva studiare e io gli stavo creando troppi<br />
problemi...<br />
Prendo la deci<strong>si</strong>one di abortire. In attesa dell’intervento<br />
ho pensato di rifugiarmi da mia madre. Non ho<br />
detto niente a nessuno, speravo di nascondere<br />
questo fatto, e dopo come nulla fosse successo<br />
continuare la mia vita e rincorrere i miei sogni. Mia<br />
mamma, che non sapeva perché ero tornata, era<br />
molto infastidita e non vedeva l’ora che me ne<br />
andas<strong>si</strong>, perché disturbavo la sua quiete. Dopo aver<br />
fissato la data dell’aborto, non ho più dormito<br />
tranquilla. Ogni notte sognavo le tombe e vedevo i<br />
morti: non potevo accettare l’idea di dover UCCIDERE<br />
il mio proprio figlio!!!<br />
Ero combattuta anche dall’idea di continuare la<br />
gravidanza da sola e con una madre nemica,... per di<br />
più non avevo un guadagno fisso: con quel poco che<br />
guadagnavo potevo a malapena sopravvivere... non<br />
vedevo via d’uscita.<br />
E intanto cominciavo ad avere i fastidi per la gravidanza.<br />
Avevo la nausea e mi sentivo debole. Ma già<br />
dal primo giorno quando ho saputo che ero incinta mi<br />
comportavo come aves<strong>si</strong> una cosa molto preziosa e<br />
delicata dentro di me e quindi camminavo con<br />
attenzione, andavo più lenta, prendevo le vitamine...<br />
- 11 -<br />
dentro di me nascondevo una convinzione: sentivo in<br />
fondo in fondo che essere madre è la vera mis<strong>si</strong>one<br />
di una donna e che se <strong>si</strong>amo qui è per questo!<br />
Ma la convenzione sociale, tutta la mia <strong>si</strong>tuazione<br />
non mi consentivano di avere un figlio, non vedevo<br />
nessuna via d’uscita... <strong>poi</strong> il mio sogno da rincorrere,<br />
come potevo fare questo sacrificio.... Sentivo pure<br />
l’umiliazione davanti alla gente: essere una ragazza<br />
madre! Così passo giorni d’inferno: alle volte speravo<br />
di morire in<strong>si</strong>eme col mio bimbo... mancavano 2<br />
giorni soltanto. Un giorno mi chiama una cara amica,<br />
fino all’ultimo neanche a lei ho detto nulla. Siccome<br />
stava arrivando “il momento”, gliel’ho detto. Lei ha<br />
cercato a tutti i costi di convincermi a non fare<br />
l’aborto e io la insultavo dicendole che era una falsa,<br />
un “Fariseo”, che <strong>si</strong>ccome non era lei che doveva<br />
sopportare tutto questo era facile fare la santarella!<br />
Lei con tanto tanto amore da vera amica nel giro di<br />
mezz’ora ha trovato l’Associazione Segretariato<br />
Sociale per la Vita, e mi prega di chiamare. Chiamo e<br />
<strong>si</strong>ccome l’aborto era previsto per la mattina dopo<br />
Patrizia mi riceve il giorno stesso.<br />
Era gennaio, e il freddo mi era entrato nel cuore.<br />
Vado da Patrizia, una donna energica e ras<strong>si</strong>curante.<br />
Credevo che un feto di 2 me<strong>si</strong> non era ancora un<br />
essere umano, e Patrizia mi mostrava le foto di un<br />
feto di 2 me<strong>si</strong> ... era un bambino piccino piccino, altro<br />
che se non era un essere umano!!! E parlando mi ha<br />
fatto capire che in fondo non avevo mai voluto fare<br />
l’interruzione della gravidanza; che prima di tutto ero<br />
preoccupata di come affrontare LA GENTE! e <strong>poi</strong> del<br />
lato pratico: quello economico e la gestione per la<br />
crescita del mio bambino. Patrizia mi ascoltava e mi<br />
ha incoraggiato e sopratutto mi ha aiutato a sentire<br />
la voce del mio cuore, quella voce che mi grida: COME<br />
PUOI PENSARE DI AMARE ANCORA, SE UCCIDI TUO<br />
FIGLIO? MA C’È QUALCOSA CHE VALE DI PIÙ DELLA<br />
VITA DI TUO FIGLIO???<br />
Ecco non c’era nulla che vale più di questo, e con<br />
questa convinzione la mattina dopo all’ospedale ho<br />
mancato l’appuntamento. Non è stato tutto facile<br />
perchè ho dovuto affrontare mille difficoltà. ma credo<br />
profondamente che noi tutti <strong>si</strong>amo qui per imparare<br />
ad Amare e ho accettato di imparare. Ho capito tante<br />
cose e sono cresciuta pure io, in<strong>si</strong>eme a mia figlia.<br />
Per prima cosa ho imparato il coraggio: il coraggio<br />
di vivere la mia vita, come sento io di volerla vivere e<br />
non secondo il giudizio delle persone; che se sei<br />
<strong>si</strong>ncera nel cuore e fai le cose secondo della legge del<br />
cuore, alla fine la vittoria sarà tua! e <strong>poi</strong> la Fede.<br />
Quella fede che sai che non sei mai sola in questo<br />
mondo, che Dio ti ama e ti ama veramente tantis<strong>si</strong>mo,<br />
basta che lo credi, perché nessuno al mondo è<br />
più fedele di Lui, in qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> religione tu creda.<br />
L’universo è al tuo comando, se credi che Lui ti<br />
aiuta, ti aiuterà; se ami sarai amata. Il tuo ambiente<br />
è solo lo specchio del tuo animo: fai riflettere l’Amore<br />
nella tua vita.<br />
.<br />
SEGRETARIATO SOCIALE<br />
PER LA VITA ONLUS<br />
VIA GIUSEPPE FERRARI 1<br />
00195 ROMA (RM)<br />
Telefono: 06 37517501<br />
Cell. 3351038849
NOSTRI GIOVANI DI SAN PIO X<br />
ALLA GIORNATA MONDIALE<br />
DELLA GIOVENTÙ<br />
MADRID- 15-22 AGOSTO<br />
Esta es la joventud del Papa...<br />
Federica, Flavia, Valeria, Alfonso, Monica, Elena,<br />
Michela, Valeria, Ales<strong>si</strong>a, Matteo, Ruggiero,<br />
Guglielmo, Francesco e don Giovanni...<br />
Così noi ragazzi di <strong>San</strong> <strong>Pio</strong> X in<strong>si</strong>eme agli oltre 2<br />
milioni di persone di cui 150mila italiani intonavamo<br />
in giro per le città di Madrid dal 15 al 22 agosto<br />
durante la Giornata Mondiale della Gioventù dal tema<br />
“Saldi nella Fede e radicati in Cristo”.<br />
La GMG la <strong>si</strong> respira nell’aria, la <strong>si</strong> sente, la <strong>si</strong> vive.<br />
Per noi che abbiamo partecipato a questa grande<br />
esperienza di fede è difficile esprimere a parole quello<br />
che abbiamo provato e vissuto. Quando torni a<br />
casa però ricominciando la tua solita vita ti senti<br />
cambiato.. sei pronto ad affrontare la tua vita quotidiana<br />
sapendo con maggiore forza che Gesù ti sostiene<br />
sempre anche nelle difficoltà. Ti rendi conto che la<br />
chiesa è viva e giovane e che c’è una speranza in<br />
questo mondo che tutti ci vogliono far credere stia<br />
andando ormai a rotoli. Questa speranza <strong>si</strong>amo noi<br />
giovani che rimaniamo in piedi nelle difficoltà saldi e<br />
radicati in Cristo, come durante la tempesta che ci ha<br />
colpito durante la veglia a Cuatro Vientos. Noi giovani<br />
che facciamo esperienza di Cristo abbiamo molto<br />
da dire. Le testimonianze di alcuni dei ragazzi della<br />
nostra parrocchia che hanno partecipato a questa<br />
bellis<strong>si</strong>ma esperienza ne sono l’esempio. In Lui<br />
abbiamo trovato qualcosa in cui credere e vivere<br />
felicemente, in<strong>si</strong>eme sotto la stessa Sua luce e sotto<br />
la Sua croce ci ritroviamo e ne troviamo ristoro.<br />
LE TESTIMONIANZE<br />
La GMG... quando penso a questa parola ed al <strong>si</strong>gnificato<br />
del suo termine avverto ancora un brivido.<br />
Il mio cuore <strong>si</strong> dilata, <strong>si</strong> riscalda. E ripensando a tutti<br />
i milioni di giovani che come me hanno vissuto<br />
quest’esperienza, sento una grande pace interiore. Mi<br />
sento tutto a un tratto avvolta e protetta dall’allegria<br />
di quei giorni, dalle risate, dalla carità, dalla gioia<br />
dall’entu<strong>si</strong>asmo. Dalla <strong>si</strong>curezza della fede.<br />
Si, perché è proprio questa la forza della GMG.<br />
Partecipare a una GMG <strong>si</strong>gnifica guardare le proprio<br />
radici con occhi più lumino<strong>si</strong> e con una convinzione<br />
maggiore. Perché ci accorgiamo che queste radici<br />
- 12 -<br />
sono indistruttibili. Quando la gente ci bia<strong>si</strong>ma e ci<br />
critica per il nostro credo, non dobbiamo farci molto<br />
caso. Non dobbiamo lasciarci condizionare, perché<br />
voglio proprio vedere quelle stesse persone poter<br />
criticare due milioni di giovani che urlano, piangono,<br />
gridano, sorridono, vivono, per lo stesso motivo. Un<br />
motivo che sentiamo valido, che sentiamo come la<br />
chiave per aprire la strada in cui poter seminare, in<br />
cui poter essere “matite nelle mani di Dio”, in cui<br />
poter dare il meglio di noi. Ho raccolto tanto coraggio<br />
e ho riportato a casa qualcosa di incredibile.<br />
L’emozione che ho provato quando ho visto, la notte<br />
della veglia, che sotto il diluvio, con il vento e i fulmini<br />
la gente rimaneva ancorata a terra, non è facile da<br />
esprimere. Le parole non bastano, bisogna vivere e<br />
percepire le esperienze per capirle fino in fondo, per<br />
farle proprie. Gmg è mu<strong>si</strong>ca, è amore, è pace, è<br />
forza,grinta,gioia...ma è anche molto altro.<br />
Il momento che mai mi scorderò di quei giorni è la<br />
preghiera con i Bra<strong>si</strong>liani. Eravamo lì, in<strong>si</strong>eme a<br />
ragazzi che abitano a migliaia di kilometri di distanza<br />
da noi, che parlano una lingua diversa, che hanno<br />
modi diver<strong>si</strong> di vivere. Ed eravamo lì a dire le stesse<br />
parole, tenendoci per mano. Un altro momento indimenticabile<br />
lo abbiamo vissuto durante la messa<br />
della mattina dopo la veglia. Al momento della pace<br />
<strong>si</strong>amo andati in giro a stringere la mano a gente di<br />
ogni nazionalità! Saltellando, sorridendo, ridendo,<br />
impazzendo di gioia! Noi “abbiamo dato la pace al<br />
mondo”. Così ha detto una nostra amica. Quando ho<br />
realizzato, ho provato un’emozione indescrivibile. Ho<br />
pensato a quante volte ci perdiamo in cose inutili,<br />
quante volte mettiamo avanti l’orgoglio, ci arrabbiamo,<br />
proviamo rancore, invidia, gelo<strong>si</strong>a. E ho pensato<br />
a quanto è più bello stringere la mano a qualcuno<br />
durante il cammino. Ringrazio il Signore per avermi<br />
fatto vivere quest’esperienza che mi ha avvicinato<br />
di più a Lui, che mi ha fatto tornare più forte, più<br />
coraggiosa. Insomma, più felice!<br />
Monica Chiantore<br />
La GMG è una esperienza indimenticabile e unica,<br />
bisogna provarla per capire di cosa <strong>si</strong> tratta fino in<br />
fondo! Molti magari pensano che <strong>si</strong>a solo una perdita<br />
di tempo ma non è così... <strong>si</strong> imparano numerose cose<br />
sulla cultura delle altre persone che vengono da tutte<br />
le parti del mondo. La GMG è un incontro che accomuna<br />
milioni e milioni di persone unite per lo stesso<br />
motivo:la devozione, la fede, l’amore per il papa.<br />
Quando mi trovavo a Madrid, ammetto che per tutte<br />
le difficoltà in cui ci <strong>si</strong>amo imbattuti, per un momento<br />
ho pensato “ma chi me lo ha fatto fare” ma subito<br />
dopo mi sono ricreduta perchè ad ogni ostacolo <strong>si</strong><br />
presentava un premio. Per esempio durante la veglia<br />
in cui uno pensava che peggio di così non poteva<br />
andare a causa della pioggia, il caldo, lo scarso cibo,<br />
è proprio in quel momento che ho capito di quanto<br />
potes<strong>si</strong> essere stata fortunata ad essere li... di fronte<br />
a tutto queste difficoltà la gente <strong>si</strong> è alzata sotto la<br />
pioggia e tutti in<strong>si</strong>eme hanno iniziato ad acclamare e<br />
cantare “Esta es la joventud del papa”! Una scena difficile<br />
da dimenticare, un emozione davvero forte che<br />
raramente ho provato! È una esperienza che almeno<br />
una volta nella vita va provata perché ti fa crescere,<br />
migliorare, fare amicizia, conoscere culture e lingue<br />
diverse e ti aiuta a capire l’importanza delle cose che<br />
hai e soprattutto ti accresce nella fede. Se mi dovesse<br />
ricapitare l’occa<strong>si</strong>one la prenderei al balzo perché<br />
grazie alla GMG ho capito l’unione del mondo!!!<br />
Valeria Betti
Quante volte mi capita di ripensarci alla JMJ e di<br />
canticchiare il motivetto "Alegria de star aqui alegria<br />
el saber que eres tu o Jesus mi salvadooor"... chiudo<br />
gli occhi e ci ripenso... mi ritrovo in mezzo a quelle<br />
strade di Madrid stracolme di gente... mi viene in<br />
mente il primo giorno in cui camminando in mezzo<br />
alla folla festosa vidi la vera felicità negli occhi di<br />
tutte le persone che avevo vicino. Non sapevo bene<br />
cosa aspettarmi da questa esperienza, mi chiedevo<br />
cosa avremmo fatto e in che modo la mia fede sarebbe<br />
cambiata. Non riuscivo a darmi una risposta<br />
precisa, ma sapevo che in me sarebbe successo<br />
qualcosa. Bè ora l'ho capito, sono tornata a casa<br />
diversa e mi chiedo come avrei fatto ad affrontare<br />
la mia quotidianità se non aves<strong>si</strong> vissuto questo<br />
cammino. Vedere così tante persone unite sotto la<br />
stessa luce sotto la Sua croce, innamorati di Cristo<br />
che ogni giorno manifestavano la propria fede con<br />
gioia, i sorri<strong>si</strong> e gli sguardi di felicità scambiati con il<br />
mondo intero erano la principale fonte di energia che<br />
ci permetteva di interagire in maniera decisa con Dio.<br />
Nell'aria <strong>si</strong> avvertiva qualcosa di meraviglioso!<br />
Spesso ripenso alle metro piene di giovani pellegrini<br />
che cantavano ad una voce : "è l'Emmanuel l'Emmanuel<br />
l'Emmanueeeel" oppure a quando immer<strong>si</strong> nella<br />
folla cantavamo e sbandieravamo sentendoci tutti<br />
parte della "juventud del papa", ripenso ai "free<br />
hugs" e ai "free smiling for jmj" che ci scambiavamo<br />
con gente proveniente da tutte le nazionalità,<br />
bastava quel piccolo gesto per sentir<strong>si</strong> pieni di gioia<br />
perché come ha detto Giovanni Paolo II "la fede <strong>si</strong><br />
rafforza donandola". Vivere sette giorni in questa<br />
realtà è stato a dir poco straordinario... Poi riapro gli<br />
occhi e mi rendo conto di essere tornata alla mia vita<br />
normale, ma con una marcia in più, la forza che ti<br />
da la JMJ è davvero bella, è difficile da spiegare a<br />
parole, bisogna provarla, bisogna viverla.<br />
Flavia Gatti<br />
- 13 -<br />
La GMG comporta anche difficoltà non indifferenti. A<br />
partire dai dormitori: alla "Fiera" di Madrid le ragazze<br />
italiane, principalmente romane, dormivano in<br />
moltis<strong>si</strong>me nello stesso dormitorio. Questo prevedeva<br />
poco spazio disponibile per ciascuna e file immense<br />
per docce e bagni! (Per non parlare delle docce<br />
rigorosamente gelide!!!).<br />
Altra notevole difficoltà erano i pasti perché nei fastfood<br />
e nei ristoranti convenzionati con la GMG<br />
c'erano moltis<strong>si</strong>mi fedeli e <strong>si</strong> venivano a creare file<br />
interminabili. Più di una volta a noi è capitato di<br />
pranzare alle 5 del pomeriggio o di cenare alle 11!<br />
Non <strong>si</strong> pen<strong>si</strong>, però, che <strong>si</strong>ano difficoltà insormontabili<br />
perché è proprio in quelle <strong>si</strong>tuazioni che <strong>si</strong> sente<br />
maggiormente il sostegno di Dio e <strong>si</strong> capisce quanto<br />
<strong>si</strong>a importante essere un gruppo e affrontare in<strong>si</strong>eme<br />
gli ostacoli. Questo ci rende "firmes en la fe".<br />
Ales<strong>si</strong>a Foschi<br />
Ciò che ho vissuto a Madrid? Una grande e profonda<br />
esperienza di fede e di vita. Da quando sono tornata<br />
non c'è un giorno in cui non penso alla JMJ '11… mi<br />
ha caricato di tanta energia e forza... e mi ha fatto<br />
vedere con nuovi occhi la mia vita. Ho davvero sperimentato<br />
di persona che non sono una dei pochi qui in<br />
Balduina, a Roma, in Italia che ha fede in Cristo. Che<br />
non sono l'unica a pensare e sentire che "se c'è una<br />
formica nera, su una roccia nera, in una notte oscura,<br />
Lui la vede e la ama" (come ci ha detto il Vescovo<br />
Bruno Forte, di cui mi sono rimaste impresse le sue<br />
fra<strong>si</strong>, la sua personalità, e il suo modo di comunicare<br />
con i giovani).<br />
Se andrò alla pros<strong>si</strong>ma GMG? Sicuramente SI! Dopo<br />
Madrid sono più consapevole della stanchezza fi<strong>si</strong>ca<br />
che proverò, ma ritengo che essa <strong>si</strong>a solo un piccolo<br />
particolare che viene superata e cancellata dalla<br />
GIOIA che <strong>si</strong> sente quando tutti i giovani (e non)<br />
sono uniti in<strong>si</strong>eme. Quando tanti ragazzi di tante<br />
nazioni uniti per mano formano un grande "girotondo<br />
intorno al mondo" e urlano UNIDAD!!; quando<br />
nonostante la pioggia e le intemperie <strong>si</strong>amo rimasti<br />
lì; quando durante la messa di Papa Benedetto XVI a<br />
Cuatro Vientos al momento della consacrazione (con<br />
qua<strong>si</strong> 2 milioni di persone!) è calato un <strong>si</strong>lenzio commovente<br />
…<br />
Valeria Demofonti
La Giornata Mondiale della Gioventù ti lascia un<br />
ricordo fortis<strong>si</strong>mo, ti dona la forza per guardare il<br />
futuro con speranza sapendo che non sei solo ad<br />
affrontare le sfide quotidiane e i mali che il mondo di<br />
oggi ci presenta. È stata una GMG molto dura.<br />
Abbiamo dormito a terra in una fiera con migliaia di<br />
persone, abbiamo fatto file interminabili per <strong>poi</strong><br />
pranzare il tardo pomeriggio e faceva davvero tanto<br />
caldo... ma la fatica e la stanchezza vengono meno<br />
quando ti affidi e ti trovi radicato in Cristo. Come<br />
recita una preghiera Taizè cantata durante la cateche<strong>si</strong><br />
dell'arcivescovo di Chieti Bruno Forte “Nada te<br />
turbe, nada te espante, quien a Dios tiene, solo Dio<br />
Basta” - “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, se hai Dio,<br />
solo Dio basta”. Abbiamo trovato un Spagna dilaniata<br />
dalla secolarizzazione. A differenza di altre GMG<br />
non <strong>si</strong>amo stati accolti molto bene. C'erano tante<br />
persone che ci salutavano o che per rinfrescarci dal<br />
caldo ci tiravano l'acqua dai balconi... non sapete che<br />
ristoro... ma ci <strong>si</strong>amo trovati anche con le proteste e<br />
provocazioni degli Indignados, persone che <strong>si</strong><br />
reputano laiche ma sono i primi ad essere intolleranti<br />
verso la chiesa. Di fronte agli insulti e alle provocazioni<br />
i pellegrini non rispondevano ma facendo<strong>si</strong> un<br />
segno della croce e pregando per loro spiazzavano<br />
chi protestava... Anche a noi hanno insultato: gestacci<br />
dalle macchine o parolacce quando stavamo<br />
accampati a terra per mangiare... e ci <strong>si</strong>amo rivisti in<br />
Matteo 5,11 “Beati voi quando vi insulteranno, vi<br />
perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di<br />
male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed<br />
esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei<br />
cieli”. Come non mai abbiamo cantato e urlato con<br />
gioia la nostra fede per le strade e le metro di Madrid<br />
cantando l'Emmanuel, Resta qui con noi e tanti altri<br />
canti e una volta che un gruppo inizia a pregare e<br />
cantare, l'inno di lode <strong>si</strong> espande a tutti i pellegrini<br />
che stanno intorno a te e <strong>si</strong> mettono a pregare e<br />
cantare unendo<strong>si</strong> con spirito di lode e gioia verso Dio.<br />
Il vedere tante bandiere e tante persone così diverse<br />
ma che alla fine hanno il tuo stesso credo ti dà tanta<br />
forza. Il momento clou come ogni GMG è stata la<br />
veglia in<strong>si</strong>eme al Papa. La sera ci <strong>si</strong>amo trovati di<br />
fronte ad una tempesta di acqua e grandine che ci ha<br />
bagnato tutti i sacchi a pelo e i materas<strong>si</strong>ni che erano<br />
pronti per la notte... ma nulla ci ha spaventato...<br />
mentre i giornalisti scappavano per evitare la tempesta<br />
noi pellegrini tutti bagnati fradici abbiamo<br />
continuato a gridare la nostra fede anche durante il<br />
nubifragio... davvero ci <strong>si</strong>amo sentiti fondati sulla<br />
roccia e neppure la tempesta ci ha potuto sradicare<br />
"La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti<br />
hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa<br />
- 14 -<br />
non è caduta, perché era fondata sulla roccia."<br />
(Matteo 7-25) Siamo tornati a Roma fortificati da<br />
questa esperienza di fede, <strong>si</strong>curamente le condizioni<br />
avverse non ci hanno aiutato, ma nulla ci ha spaventato.<br />
Come ha detto il Papa durante la messa di<br />
chiusura <strong>si</strong>amo pronti a testimoniare la nostra fede<br />
anche nella nostra realtà quotidiana senza farci<br />
intimorire da un ambiente nel quale <strong>si</strong> pretende di<br />
escludere Dio e nel quale il potere, il possedere o il<br />
piacere sono spesso i principali criteri sui quali <strong>si</strong><br />
regge l'e<strong>si</strong>stenza.<br />
Alfonso Molinaro<br />
Tu vivi nel tuo mondo. Vai a messa la domenica,<br />
frequenti il catechismo, preghi la mattina, la sera… e<br />
<strong>poi</strong> un giorno ti viene proposto di andare alla giornata<br />
mondiale della gioventù a Madrid e là ti accorgi di<br />
non essere solo, ma che anzi ci sono altri due milioni<br />
di giovani lì, uniti non dalla lingua o dalla nazionalità,<br />
ma dal tuo credo, dalla fede in Dio. Vedere tutta<br />
quella gente, alcune persone provenienti da pae<strong>si</strong> di<br />
cui neanche conoscevo l'e<strong>si</strong>stenza, e sentirmi<br />
comunque come a casa. Mentre aspettavamo che<br />
arrivasse il nostro turno per pranzare ci <strong>si</strong>amo<br />
“imbattuti” in un gruppo di bra<strong>si</strong>liani. Ci <strong>si</strong>amo mes<strong>si</strong><br />
a ballare, a cantare, prima in italiano e <strong>poi</strong> in<br />
portoghese; abbiamo pregato recitando l’Ave Maria<br />
ognuno nella propria lingua. E in quel momento c’era<br />
qualcosa di speciale: mi sembrava di stare a Roma<br />
con i miei amici, a ridere e a scherzare; nonostante<br />
non li aves<strong>si</strong> mai visti prima, avevamo un sacco di<br />
cose in comune. È la fede, il vedere la vita allo stesso<br />
modo, l’affidare a Dio le nostra paure, il trovare<br />
risposte nella Provvidenza, la voglia di ascoltare il<br />
papa e di far sapere al mondo che ci <strong>si</strong>amo, cose in<br />
cui magari ci sentiamo incompre<strong>si</strong> dai nostri compagni<br />
e che invece ritroviamo in persone che abitano<br />
a migliaia di chilometri di distanza da noi. Quel<br />
pomeriggio mi sono divertita veramente tanto e<br />
chissà forse ci <strong>si</strong>amo anche as<strong>si</strong>curati un posto dove<br />
alloggiare alla pros<strong>si</strong>ma GMG...<br />
a Rio de Janeiro!<br />
Elena Levati
PREGHIERA ALLA<br />
MADONNA<br />
PER GLI SPOSI<br />
Miriam Aiello<br />
Letta in Chiesa il<br />
giorno del matrimonio<br />
del figlio Filippo<br />
S.Pietro in Montorio<br />
18 giugno 2011<br />
O Maria, madre dolcis<strong>si</strong>ma,<br />
ti affidiamo questi figli che<br />
stanno per intraprendere<br />
il loro cammino in<strong>si</strong>eme<br />
Regina della pace,<br />
accompagna la loro vita<br />
Madre del Buon Con<strong>si</strong>glio,<br />
vigila sulle loro scelte<br />
Porta del cielo,<br />
guida i loro pas<strong>si</strong> attraverso<br />
i sentieri della fede<br />
<strong>San</strong>ta Maria dell’equilibrio,<br />
dona loro la sapienza del cuore,<br />
affinché possano gustare la gioia<br />
delle piccole cose quotidiane e<br />
possano meravigliar<strong>si</strong> di fronte<br />
alle grandi cose che<br />
l’Onnipotente ha fatto per loro.<br />
Illumina e benedici la loro<br />
strada con la luce della verità e<br />
il sollievo della speranza e fa’<br />
che la Parola di Dio ascoltata<br />
oggi <strong>si</strong>a guida e conforto<br />
nel loro cammino<br />
Custodisci in loro la capacità<br />
di perdonare in<strong>si</strong>eme all’umiltà<br />
di chiedere perdono<br />
Sostieni il loro amore perché <strong>si</strong>a<br />
generoso e governa il loro cuore<br />
perché <strong>si</strong>a aperto e disponibile<br />
verso gli altri<br />
Fa’ che <strong>si</strong>ano pieni di grazia e<br />
sappiano rendere grazie per<br />
tutti i doni che hanno ricevuto e<br />
per tutti quelli che riceveranno<br />
ogni giorno della loro vita.<br />
Amen<br />
- 15 -<br />
QUEL PICCOLO PUNTO<br />
Alessandra Angeli<br />
Un segno di punteggiatura, solo un piccolo punto in fondo ad una frase.<br />
Questa è la con<strong>si</strong>derazione del concepimento della vita umana rispetto il ben più<br />
importante atto sessuale che lo determina; un effetto secondario, collaterale, da<br />
rimuovere subito se fosse d'intralcio. Credo che il numero di aborti nel mondo abbia<br />
raggiunto cifre da capogiro, coinvolgendo anche ragazzine di giovane età. Questa<br />
cultura del sesso, proposto come fonte di stratosferico piacere, come diritto irrinunciabile,<br />
nonché obiettivo primario per una vita sana, sta mietendo molte vittime. Figli<br />
non nati e genitori macerati dentro per tutta il resto della loro vita. Ecco a cosa porta<br />
il baratto tra un temporaneo piacere fi<strong>si</strong>co e l'immen<strong>si</strong>tà dell'e<strong>si</strong>stenza umana!<br />
Assurda di questi tempi l'idea di dominare i propri istinti in nome di un bene molto<br />
più grande!<br />
E che dire del sacrificio umano in nome della carriera, del momento sbagliato, del<br />
partner che non è quello giusto, o che fa pres<strong>si</strong>oni per liberar<strong>si</strong> “dell'inconveniente”.<br />
E la Cina, dove è lo Stato ad importi non più di un figlio, e se <strong>nasce</strong> femmina…..<br />
Certo, restare schiacciati dal peso della violenza altrui è cosa diversa: <strong>si</strong>curamente<br />
difficile uscirne senza ricorrere a quel Padre che provvede dall'alto.<br />
L'unione di un uomo e di una donna mette in moto un meccanismo tale da generare<br />
la vita, che è sacra a prescindere da qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> credo religioso. Quale abbrutimento<br />
delle coscienze, quale superficialità, quale disperazione può portare a svalutarla<br />
in questa maniera!<br />
E l’anima? Qualcuno ha mai realizzato che a parte il corpo “<strong>si</strong> uccide” un’anima? Che<br />
fine fa? Come non provare paura nell’interferire in qualcosa di immensamente più<br />
grande di noi, qualcosa che ha connotati di eterna soprannaturalità? Qualcuno ha<br />
mai letto dell'esperienza di Gloria Polo? Una testimonianza che ha dell’assurdo, ma<br />
in nulla contraria agli insegnamenti della Bibbia, da recepir<strong>si</strong> nell'ottica che nulla è<br />
impos<strong>si</strong>bile a Dio. Leggete cosa dice riguardo agli aborti: <strong>si</strong>gilli posti a protezione<br />
dell'umanità vengono infranti ad ogni immolazione di un’anima innocente. Anche non<br />
volendo darle credito, come non immaginare l'esultanza e la forza che acqui<strong>si</strong>scono<br />
le forze del male ad ogni sacrificio perpetrato! Ogni volta che lo rileggo rabbrividisco.<br />
Quest’umanità incosciente ed inconsapevole <strong>si</strong> sta consegnando nelle mani<br />
del demonio, aborto dopo aborto: ed il mondo intorno a noi ce ne dà ogni giorno<br />
conferma.<br />
La lotta non finisce mai: bisogna scuotere le coscienze degli adulti e proteggere i<br />
giovani ignari. Chi può con azioni, chi può con la preghiera. Il movimento “Voglio<br />
vivere” (associazione per la difesa dei valori cristiani) <strong>si</strong> adopera per questo. Ora è<br />
alle prese con una petizione al pre<strong>si</strong>dente del parlamento europeo: pare che una<br />
risoluzione voglia imporre una statuizione più ampia del diritto all’aborto a livello<br />
comunitario.<br />
Questo mondo e quello che aspetta i nostri figli mi fa paura: se non aves<strong>si</strong> lo scudo<br />
della fede ammetto che sarei terrorizzata. Solo la consapevolezza della protezione<br />
celeste mi da forza e serenità; la presenza forte della Madonna negli ultimi anni, è<br />
una conferma e al contempo una consolazione rispetto la gravità dei nostri tempi.<br />
Preghiamo affinché ciascuno di noi riesca a far<strong>si</strong> operatore di vita e di pace, in maniera<br />
da richiudere le falle che ogni giorno i nostri fratelli provocano incoscientemente.<br />
Che la Misericordia di Dio non abbandoni mai questa umanità allo sbando!<br />
SI RINASCE PER LA PACE<br />
Alfredo Palieri<br />
Non <strong>si</strong> ri<strong>nasce</strong> rientrando nel seno materno,<br />
come pensava Nicodemo. Si ri<strong>nasce</strong> ogni volta<br />
che mettiamo in pratica quello che ci suggerisce<br />
il Signore, nelle cose piccole come nelle<br />
grandi. Parlando con la gente, facendo lavori<br />
semplici, mettendoci a dispo<strong>si</strong>zione del pros<strong>si</strong>mo,<br />
svolgendo con ordine i programmi che<br />
abbiamo. Il cervello è un gran dono di Dio che<br />
però dobbiamo abituare a funzionare bene. La<br />
Storia ci è testimone di come <strong>si</strong> può fare. Sere<br />
fa, ad esempio, ho trovato in televi<strong>si</strong>one un<br />
bel documentario sulla cri<strong>si</strong> Cuba-Stati Uniti<br />
del 1962. In quell'occa<strong>si</strong>one, con estenuante<br />
lavoro e spirito di pace, fu superata la cri<strong>si</strong> e<br />
risolti i problemi che avrebbero potuto portare<br />
il mondo intero sull’orlo di una nuova guerra<br />
mondiale. Questo avvenne nel rapporto tra<br />
due nazioni, ma è pos<strong>si</strong>bile spostare l'esempio<br />
al rapporto tra due persone. Ho ancora un<br />
cartoncino che anni fa ci inviò per Natale mia<br />
cugina Pina, brava madre che ha superato<br />
tante prove nella sua vita.<br />
Il cartoncino recita: “La pace? Non la faccio io<br />
solo o tu solo. Ma la facciamo tutti e due in<strong>si</strong>eme<br />
!” Ebbene, ogni azione indirizzata alla pace<br />
è un <strong>nasce</strong>re di nuovo. Così anche nella<br />
scienza. La terra è piatta, <strong>si</strong> diceva. Ma, sotto<br />
al piatto, non ci possono essere uomini.<br />
Cadrebbero giù. Già, ma come? Ma perché?<br />
E chi lo sa? Eppure <strong>si</strong> pensava così. Perfino<br />
il grande Keplero riuscì sì ad intuire che i<br />
pianeti <strong>si</strong> muovono attorno al sole in orbite<br />
ellittiche. Eppure anche lui non conosceva<br />
ancora cosa fosse la forza di attrazione<br />
tra sole e pianeti. Ci volle la mela che cadde<br />
sulla testa di Newton per farla scoprite quella<br />
benedetta forza d'attrazione terrestre.<br />
Dall’800 in <strong>poi</strong> il progresso scientifico <strong>si</strong> è<br />
manifestato con un crescendo esponenziale.<br />
Se per secoli <strong>si</strong> era andati avanti con la carrozza,<br />
oggi ti alzi la mattina e ti accorgi che dalla<br />
sera prima <strong>si</strong> sono fatte nuove scoperte. Tutto<br />
ciò rispecchia in pieno quello che avviene per<br />
una nascita. Per me<strong>si</strong> e me<strong>si</strong> la <strong>si</strong>tuazione è<br />
pressoché stazionaria ma <strong>poi</strong> con rapidità<br />
crescente, ecco, è nato!
INCONTRO TRA I<br />
COLLABORATORI<br />
E GLI AMICI DI<br />
ARRIVANO I<br />
NOSTRI<br />
GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE<br />
ORE 19,30<br />
PARROCCHIA S. PIO X<br />
VIA FRIGGERI<br />
Tutti i nostri collaboratori, il gruppo giovani e gli amici del nostro<br />
giornale sono invitati ad intervenire a questa importante riunione<br />
in cui, alla presenza anche del nostro parroco Don Paolo, <strong>si</strong> parlerà<br />
di vari temi, tra cui la neces<strong>si</strong>tà di una nuova organizzazione<br />
interna della redazione per garantire un futuro migliore e funzionale<br />
alla pubblicazione stessa.<br />
A seguire, per chi lo de<strong>si</strong>dera, è prevista una pizza presso<br />
l’adiacente trattoria “Il Chiodo Fisso”. Chi vuole partecipare alla<br />
riunione e/o alla cena può prenotar<strong>si</strong> via mail oppure telefonare<br />
direttamente a Marco al 3384981124.<br />
Il tema del pros<strong>si</strong>mo numero è:<br />
LA GIOVENTÙ DEL CUORE<br />
Chi ce l’ha, chi non ce l’ha. Che cosa vuol dire restare<br />
giovani dentro? Perché in giro ci sono tanti<br />
giovani-vecchi e tanti vecchi giovani?<br />
La gioventù del cuore e dello spirito regalata da Dio.<br />
Tempo per inviare gli articoli:<br />
entro il 15 NOVEMBRE<br />
arrivanoinostri@fastwebnet.it<br />
OTTOBRE, IL MESE DEL ROSARIO<br />
Il mese di ottobre è dedicato al <strong>San</strong>to Rosario ed è ricco di<br />
avvenimenti mariani. Il giorno 7 ottobre <strong>si</strong> festeggiava la Madonna<br />
del Rosario. La prima domenica di ottobre <strong>si</strong> recita la Supplica alla<br />
Vergine del <strong>San</strong>to Rosario di Pompei. Il giorno 13 ottobre è stato<br />
l'anniversario dell'ultima apparizione della Madonna di Fatima in<br />
cui avvenne il Miracolo del sole. “Il mese di ottobre è dedicato al<br />
santo Rosario, <strong>si</strong>ngolare preghiera contemplativa con la quale,<br />
guidati dalla celeste Madre del Signore, fis<strong>si</strong>amo lo sguardo sul<br />
volto del Redentore, per essere conformati al suo mistero di gioia,<br />
di luce, di dolore e di gloria. Questa antica preghiera sta conoscendo<br />
una provvidenziale rifioritura, grazie anche all’esempio e<br />
all’insegnamento dell’amato Papa Giovanni Paolo II.” Questo ci<br />
ricordava Papa Benedetto XVI nell’Angelus del 2 ottobre 2005. Ed<br />
è questo che ci conviene mettere in pratica! Questa pia pratica è<br />
stata da sempre molto raccomandata dai Pontefici e dai <strong>San</strong>ti.<br />
S. Alfonso Maria de’ Liguori faceva dipendere la salvezza della sua<br />
anima da questa pratica. S. <strong>Pio</strong> da Pietrelcina recitava incessantemente<br />
il rosario. Si trattava di un rosario vivente e continuato.<br />
Co<strong>si</strong> anche Papa Giovanni Paolo II, il cui motto “Totus tuus” venne<br />
estrapolato dal Pontefice dal “Trattato della vera devozione alla<br />
<strong>San</strong>ta Vergine” di <strong>San</strong> Luigi Maria Grignion: “Tuus totus ego sum,<br />
et omnia mea tua sunt” (“Sono tutto tuo, e tutto ciò che pos<strong>si</strong>edo<br />
appartiene a te”). Alla recita di questa preghiera sono legate<br />
promesse solenni, indulgenze benedizioni e benefici.<br />
- 16 -<br />
NOTIZIE PARROCCHIALI<br />
CATECHESI COMUNIONE<br />
Martedì, ore 17<br />
CATECHESI CRESIMA<br />
Martedì, ore 18,15<br />
DOPOSCUOLA “AMICI DI SIMONA”<br />
Giorni Feriali 16,30-18,30<br />
GRUPPO GIOVANI ADULTI<br />
Giovedì, ore 21<br />
CRESIMA PER ADULTI<br />
Giovedì, ore 21<br />
MINISTRI STRAORDINARI<br />
PER LA COMUNIONE:<br />
Vito Comple, Claudia Campeggiani,<br />
Carlo De Giovanni, Eugenia Rugolo,<br />
Luciana Massa.<br />
55 CRESIME A S. PIO X<br />
Sabato 24 settembre scorso, alle ore 16,<br />
<strong>si</strong> è svolta la tradizionale cerimonia<br />
della Cre<strong>si</strong>ma, nella nostra parrocchia di<br />
S. <strong>Pio</strong> X. La celebrazione è stata pre<strong>si</strong>eduta<br />
dal Vescovo au<strong>si</strong>liare, mon<strong>si</strong>gnor<br />
Benedetto Tuzia.<br />
La nostra chiesa era gremita di familiari,<br />
amici e parenti, non tutti composti e<br />
<strong>si</strong>lenzio<strong>si</strong> in verità. Don Paolo <strong>si</strong> è dovuto<br />
molto prodigare per far mantenere la<br />
necessaria concentrazione ai presenti.<br />
Hanno ricevuto il sacramento della cre<strong>si</strong>ma<br />
55 ragazzi. A loro tutti gli auguri<br />
della nostra redazione, con la speranza<br />
che la maggior parte di loro resti il più a<br />
lungo pos<strong>si</strong>bile con Gesù dentro al<br />
cuore.<br />
RACCOLTA DI OGGETTI PER<br />
LA BANCARELLA<br />
MISSIONARIA<br />
DELL’8 DICEMBRE<br />
È un’iniziativa molto<br />
importante per la nostra<br />
mis<strong>si</strong>one in Africa.<br />
Potete portare oggetti belli<br />
e soprattutto puliti che <strong>si</strong><br />
possano vendere.<br />
Il ricavato sarà pane per<br />
molti bambini. Gli oggetti<br />
<strong>si</strong> possono portare<br />
in segreteria parrocchiale.<br />
Grazie!<br />
ERRATA CORRIGE<br />
L’ultimo numero di Giugno 2011<br />
portava erroneamente il numero 40,<br />
mentre invece <strong>si</strong> trattava del nostro<br />
numero 41. Chiediamo scusa.