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Unità<br />

8<br />

Le basi cellulari<br />

della riproduzione<br />

e dell’ereditarietà<br />

Missione di soccorso<br />

nelle foreste pluviali<br />

La divisione cellulare è il processo<br />

fondamentale alla base della<br />

riproduzione degli organismi.<br />

146<br />

B ereditarietà ed evolUzione<br />

© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

Nel 2002 <strong>un</strong>a missione<br />

di soccorso molto speciale<br />

fu tentata nella foresta<br />

pluviale hawaiana.<br />

L’obiettivo era salvare<br />

l’ultimo esemplare<br />

sopravvissuto allo stato<br />

selvatico di Cyanea<br />

kuhihewa, <strong>un</strong>a pianta<br />

appartenente alla famiglia<br />

delle campanule.<br />

Per salvare la pianta<br />

dall’est<strong>in</strong>zione i botanici<br />

della squadra di soccorso<br />

tentarono di favorirne la<br />

riproduzione sessuata. Con<br />

<strong>un</strong> pennell<strong>in</strong>o, trasferirono<br />

il poll<strong>in</strong>e contenente le<br />

cellule spermatiche di <strong>un</strong>a<br />

pianta coltivata sul fiore<br />

selvatico contenente le<br />

cellule uovo. Se cellula<br />

spermatica e cellula<br />

uovo si <strong>un</strong>iscono nella<br />

fecondazione, l’uovo<br />

fecondato può poi<br />

dividersi, formare <strong>un</strong><br />

embrione e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>un</strong> seme.<br />

Dopo la germ<strong>in</strong>azione<br />

del seme, l’embrione<br />

può svilupparsi <strong>in</strong> <strong>un</strong>a<br />

giovane pianta e poi <strong>in</strong><br />

<strong>un</strong> esemplare adulto.


© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

Obiettivi<br />

comprendere il ruolo<br />

della divisione cellulare<br />

negli organismi procarioti<br />

ed eucarioti<br />

conoscere le diverse fasi<br />

del ciclo cellulare e della<br />

mitosi<br />

capire come avviene<br />

il controllo del ciclo<br />

cellulare e come si<br />

generano i tumori<br />

Purtroppo, il tentativo di fecondare<br />

la campanula fallì e l’ultimo<br />

esemplare selvatico morì nel 2003.<br />

I botanici stanno ora tentando di<br />

salvare la specie ricorrendo alla<br />

riproduzione asessuata; il loro scopo<br />

è quello di ottenere nuove piante da<br />

<strong>un</strong> solo genitore utilizzando talee,<br />

cioè porzioni di tessuti,<br />

di piante selvatiche raccolte negli<br />

anni novanta del secolo scorso.<br />

Sia nel caso della riproduzione<br />

sessuata, sia <strong>in</strong> quello della<br />

riproduzione asessuata, i nuovi<br />

organismi si sviluppano <strong>in</strong> seguito a<br />

ripetute divisioni cellulari. Anche uova<br />

e cellule spermatiche derivano da <strong>un</strong>a<br />

divisione cellulare di tipo speciale.<br />

conoscere il processo<br />

che porta alla formazione<br />

dei gameti negli<br />

organismi a riproduzione<br />

sessuata<br />

comprendere quali<br />

sono i fattori<br />

da cui dipende<br />

la variabilità genetica<br />

delle popolazioni<br />

a riproduzione sessuata<br />

comprendere <strong>in</strong> che<br />

modo possono verificarsi<br />

alterazioni nel numero<br />

e nella struttura dei<br />

cromosomi e quali<br />

conseguenze possono<br />

derivarne<br />

1 la divisione cellulare e la riproduzione<br />

8.1 Il simile genera (più o meno) il simile<br />

8.2 Una cellula può nascere soltanto da <strong>un</strong>’altra cellula<br />

8.3 I procarioti si riproducono per scissione b<strong>in</strong>aria<br />

2 il ciclo cellulare delle cellule eucariote<br />

e la mitosi<br />

8.4 I cromosomi degli eucarioti sono strutture<br />

complesse che si duplicano prima di ogni divisione<br />

cellulare<br />

8.5 Il ciclo cellulare è l'<strong>in</strong>sieme degli<br />

eventi tra <strong>un</strong>a divisione cellulare<br />

e la successiva<br />

8.6 esplorando La divisione cellulare è <strong>un</strong>a serie<br />

<strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta di cambiamenti d<strong>in</strong>amici<br />

8.7 La citodieresi avviene <strong>in</strong> modo diverso nelle cellule<br />

animali e <strong>in</strong> quelle vegetali<br />

8.8 La divisione cellulare è <strong>in</strong>fluenzata da fattori di<br />

crescita, dalla densità e dall’ancoraggio a <strong>un</strong>a<br />

superficie<br />

8.9 I fattori di crescita controllano il ciclo cellulare<br />

8.10 salute Le cellule cancerose si dividono senza<br />

controllo generando tumori maligni<br />

8.11 In s<strong>in</strong>tesi: negli organismi pluricellulari la mitosi<br />

è fondamentale per la crescita, la sostituzione<br />

delle cellule e la riproduzione asessuata<br />

3 la meiosi e il cross<strong>in</strong>g over<br />

8.12 I cromosomi formano coppie omologhe<br />

8.13 I gameti hanno <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico corredo cromosomico<br />

8.14 esplorando La meiosi riduce il numero<br />

cromosomico portandolo da diploide (2n) ad<br />

aploide (n)<br />

8.15 Mitosi e meiosi presentano importanti<br />

analogie e differenze<br />

8.16 La variabilità genetica della prole dipende dalla<br />

disposizione dei cromosomi nella meiosi e dalla<br />

casualità della fecondazione<br />

8.17 Sui cromosomi omologhi si trovano versioni diverse<br />

dello stesso gene<br />

8.18 Il cross<strong>in</strong>g over aumenta ulteriormente la<br />

variabilità genetica<br />

4 le alterazioni del numero<br />

e della struttura dei cromosomi<br />

8.19 Il cariotipo è la ricostruzione fotografica del<br />

corredo cromosomico di <strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo<br />

8.20 salute Una copia <strong>in</strong> più del cromosoma 21 causa<br />

la s<strong>in</strong>drome di Down<br />

8.21 Un numero errato di cromosomi può dipendere dalla<br />

mancata disgi<strong>un</strong>zione degli omologhi nella meiosi<br />

8.22 evoluzione Gli errori nella divisione cellulare<br />

non sono sempre dannosi e possono portare alla<br />

comparsa di nuove specie<br />

8.23 Le alterazioni nella struttura dei cromosomi possono<br />

causare difetti congeniti e tumori<br />

147


Lezione<br />

1<br />

La divisione cellulare e la riproduzione<br />

8.1 il simile genera (più o meno)<br />

il simile<br />

La capacità di riprodursi è <strong>un</strong>a delle caratteristiche che meglio dist<strong>in</strong>guono<br />

gli esseri viventi dai non viventi. Un’ameba può generare<br />

soltanto altre amebe, gli esseri umani possono generare soltanto altri<br />

esseri umani, <strong>un</strong> acero può generare soltanto altri aceri. Questo<br />

aspetto così ovvio è noto da migliaia di anni e si può efficacemente<br />

riassumere nella massima «il simile genera il simile».<br />

In senso stretto, questo è però vero soltanto per gli <strong>in</strong>dividui che<br />

compiono <strong>un</strong>a riproduzione asessuata, ossia quelli che si riproducono<br />

senza ricorrere a cellule uovo e spermatozoi. Per riprodursi,<br />

gli organismi <strong>un</strong>icellulari come l’ameba della Figura 8.1a duplicano<br />

i propri cromosomi (ovvero le strutture contenenti gran parte del<br />

DNA cellulare). Dopo la duplicazione, i cromosomi identici migrano<br />

ai poli opposti della cellula madre. Quando quest’ultima si divide,<br />

le due amebe figlie risultanti saranno geneticamente identiche alla<br />

cellula madre e tra loro. Nella riproduzione asessuata il pr<strong>in</strong>cipio di<br />

ereditarietà è semplice: i figli ereditano il DNA di <strong>un</strong> solo genitore,<br />

di cui sono copie esatte.<br />

La fotografia della famiglia nella Figura 8.1B dimostra che, nelle<br />

specie con riproduzione sessuata come la nostra, il simile non<br />

genera esattamente il simile. I figli nati dalla riproduzione sessuata<br />

di solito somigliano ai loro genitori più di quanto somigl<strong>in</strong>o<br />

ad altri <strong>in</strong>dividui della stessa specie con cui non sono imparentati;<br />

tuttavia non sono identici né ai genitori né tra loro. Ogni<br />

figlio eredita dai genitori <strong>un</strong>a comb<strong>in</strong>azione esclusiva di geni alla<br />

quale corrisponde <strong>un</strong>a comb<strong>in</strong>azione ugualmente esclusiva dei<br />

caratteri somatici. Di conseguenza, la riproduzione sessuata può<br />

determ<strong>in</strong>are ampie variazioni nella prole. Ciasc<strong>un</strong>o di noi probabilmente<br />

somiglia ai propri genitori molto più che a <strong>un</strong> estraneo;<br />

d’altra parte, noi non siamo esattamente identici a ness<strong>un</strong>o dei<br />

nostri genitori e a ness<strong>un</strong>o dei nostri fratelli (con l’eccezione dei<br />

gemelli identici).<br />

Figura 8.1a Un’ameba si divide per via asessuata<br />

<strong>in</strong> due cellule figlie geneticamente identiche.<br />

148 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

LM <br />

© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

Figura 8.1B La riproduzione sessuata produce <strong>in</strong>dividui<br />

con <strong>un</strong>a comb<strong>in</strong>azione di geni esclusiva.<br />

In passato non si sapeva nulla dei geni e dei cromosomi, né dei<br />

pr<strong>in</strong>cipi fondamentali dell’ereditarietà dei caratteri; era noto però<br />

che gli <strong>in</strong>dividui delle specie che si riproducono per via sessuata<br />

presentano <strong>un</strong>a grande varietà di caratteri. Inoltre, gli esseri<br />

umani avevano imparato a selezionare varietà di piante e razze<br />

di animali domestici, controllandone la riproduzione. Le razze<br />

domestiche possiedono alc<strong>un</strong>e caratteristiche che gli allevatori<br />

hanno selezionato tra quelle molto variabili che caratterizzavano<br />

<strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e le specie addomesticate. Di conseguenza, sebbene<br />

tutti i cani domestici appartengano a <strong>un</strong>a stessa specie, ogni razza<br />

presenta, a causa della selezione operata dagli allevatori, <strong>un</strong>a<br />

variabilità di caratteri molto ristretta rispetto alla specie nel suo<br />

complesso. Per ottenere le diverse razze di cani domestici, gli allevatori<br />

hanno selezionato, tra <strong>un</strong>a grande varietà di cani, particolari<br />

<strong>in</strong>dividui con tratti specifici permettendo loro di <strong>in</strong>crociarsi<br />

e riprodursi. In <strong>un</strong> certo senso, l’allevamento selettivo è <strong>un</strong> tentativo<br />

di mettere <strong>in</strong> pratica la massima «il simile genera il simile»<br />

più di quanto avvenga <strong>in</strong> natura.<br />

Check<br />

Perché il detto «il simile genera il simile» si applica alla riproduzione<br />

asessuata meglio di quanto si possa applicare alla riproduzione<br />

sessuata?


© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

8.2 Una cellula può nascere soltanto<br />

da <strong>un</strong>’altra cellula<br />

Nel 1858 il medico tedesco Rudolf Virchow formulò <strong>un</strong> importante<br />

pr<strong>in</strong>cipio della biologia: ogni cellula deriva da <strong>un</strong>a cellula preesistente.<br />

Come molte altre importanti idee che oggi diamo per<br />

scontate, il pr<strong>in</strong>cipio di Virchow appare al tempo stesso semplice<br />

e profondo: il perpetuarsi della vita, compresi tutti gli aspetti della<br />

riproduzione e dell’ereditarietà, si basa sempre sulla riproduzione<br />

delle cellule, <strong>in</strong>dicata com<strong>un</strong>emente come divisione cellulare.<br />

La divisione cellulare è sempre alla base dello sviluppo di nuovi<br />

organismi. Nelle forme <strong>un</strong>icellulari, come le amebe, co<strong>in</strong>cide con la<br />

riproduzione dell’<strong>in</strong>tero organismo; <strong>in</strong> alc<strong>un</strong>e specie pluricellulari<br />

permette la riproduzione per via asessuata (come la generazione di<br />

nuove piante dalle talee). Nella riproduzione sessuata, la divisione<br />

cellulare è alla base del processo di formazione delle cellule uovo e<br />

8.3 i procarioti si riproducono<br />

per scissione b<strong>in</strong>aria<br />

I procarioti (eubatteri e archebatteri) si riproducono mediante <strong>un</strong><br />

tipo di divisione cellulare chiamato scissione b<strong>in</strong>aria (cioè “a metà”).<br />

In <strong>un</strong> procariote, la maggior parte dei geni è contenuta <strong>in</strong> <strong>un</strong>a<br />

molecola circolare di DNA che, associata ad alc<strong>un</strong>e prote<strong>in</strong>e, costituisce<br />

l’<strong>un</strong>ico cromosoma dell’organismo. Anche se il cromosoma<br />

di <strong>un</strong> procariote è più piccolo dei cromosomi degli eucarioti, la duplicazione<br />

del DNA e la distribuzione delle copie dei geni alle due<br />

cellule figlie rappresenta com<strong>un</strong>que <strong>un</strong>’impresa complessa. Basti<br />

considerare, per esempio, che quando si prepara per la duplicazione<br />

e si despiralizza, il cromosoma del batterio Escherichia coli è circa<br />

500 volte più l<strong>un</strong>go della cellula <strong>in</strong> cui si trova. Non è certo impresa<br />

da poco duplicare accuratamente questa molecola quando essa è<br />

avvolta e stipata all’<strong>in</strong>terno della cellula del batterio.<br />

La Figura 8.3a mostra la scissione b<strong>in</strong>aria <strong>in</strong> <strong>un</strong> procariote.<br />

1 Mano a mano che il cromosoma si duplica, le due copie si separano<br />

raggi<strong>un</strong>gendo i poli opposti della cellula.<br />

2 Mentre la duplicazione del cromosoma procede, la cellula si accresce<br />

e si all<strong>un</strong>ga.<br />

3 Quando la duplicazione del cromosoma è completa e le dimensioni<br />

del batterio sono circa raddoppiate, la membrana plasmatica<br />

si ripiega verso l’<strong>in</strong>terno dividendo la cellula madre <strong>in</strong> due<br />

cellule figlie.<br />

La Figura 8.3B è <strong>un</strong>a fotografia al microscopio elettronico di <strong>un</strong><br />

batterio <strong>in</strong> corso di divisione (nella fase che corrisponde al terzo<br />

passaggio della Figura 8.3A).<br />

Check<br />

Perché la scissione b<strong>in</strong>aria è considerata <strong>un</strong>a forma di riproduzione<br />

asessuata?<br />

degli spermatozoi. Essa permette <strong>in</strong>oltre agli organismi pluricellulari<br />

di svilupparsi <strong>in</strong> <strong>un</strong> organismo adulto a partire da <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>gola<br />

cellula: l’uovo fecondato, o zigote. Le cellule cont<strong>in</strong>uano a dividersi<br />

anche nell’<strong>in</strong>dividuo adulto: <strong>in</strong> tal caso il processo è f<strong>in</strong>alizzato al<br />

r<strong>in</strong>novamento e alla riparazione dei tessuti, permettendo la sostituzione<br />

delle cellule che muoiono per deterioramento o <strong>in</strong> seguito<br />

a eventi accidentali.<br />

F<strong>in</strong>ora abbiamo parlato solamente della divisione delle cellule<br />

eucariote, su cui ci soffermeremo ampiamente <strong>in</strong> questa <strong>un</strong>ità.<br />

Anche i procarioti, tuttavia, seguono il pr<strong>in</strong>cipio di Virchow, come<br />

vedremo nel prossimo paragrafo.<br />

Check<br />

Quali sono le f<strong>un</strong>zioni svolte dalla divisione cellulare negli organismi<br />

pluricellulari?<br />

cromosoma<br />

procariote<br />

3<br />

1<br />

2<br />

membrana<br />

plasmatica<br />

parete cellulare<br />

duplicazione del cromosoma<br />

e separazione delle copie<br />

la cellula cont<strong>in</strong>ua ad all<strong>un</strong>garsi<br />

e le due copie del cromosoma si allontanano<br />

divisione<br />

<strong>in</strong> due cellule figlie<br />

Figura 8.3a La scissione b<strong>in</strong>aria di <strong>un</strong>a cellula procariote.<br />

cromosomi batterici<br />

Figura 8.3B Fotografia al microscopio elettronico di <strong>un</strong> batterio<br />

<strong>in</strong> fase di divisione.<br />

lezione 1 La divisione cellulare e la riproduzione<br />

TEM <br />

149


Lezione<br />

2<br />

Il ciclo cellulare delle cellule eucariote e la mitosi<br />

8.4 i cromosomi degli eucarioti sono<br />

strutture complesse che<br />

si duplicano prima di ogni<br />

divisione cellulare<br />

Rispetto alle cellule procariote, quelle degli eucarioti (più complesse<br />

e di solito anche molto più grandi) contengono <strong>un</strong> numero di<br />

geni assai superiore. Le cellule umane, per esempio, hanno circa<br />

25 000 geni, contro i 3000 di <strong>un</strong> tipico batterio. Nelle cellule umane,<br />

e <strong>in</strong> quelle di tutti gli altri eucarioti, i geni si trovano distribuiti<br />

<strong>in</strong> numerosi cromosomi all’<strong>in</strong>terno del nucleo (fanno eccezione i<br />

geni contenuti nelle piccole molecole di DNA dei cloroplasti e dei<br />

mitocondri).<br />

I cromosomi si trovano per la maggior parte del tempo sotto<br />

forma di <strong>un</strong>a massa diffusa di fibre l<strong>un</strong>ghe e sottili. Questo materiale,<br />

detto cromat<strong>in</strong>a, è <strong>un</strong>a aggregazione di DNA e molecole proteiche.<br />

Quando la cellula si prepara per la divisione, la cromat<strong>in</strong>a<br />

si spiralizza, cioè si avvolge su sé stessa, compattandosi e formando<br />

cromosomi ben dist<strong>in</strong>ti, chiaramente dist<strong>in</strong>guibili anche al microscopio<br />

ottico. La Figura 8.4a è la microfotografia di <strong>un</strong>a cellula<br />

vegetale sul p<strong>un</strong>to di dividersi; ogni filamento scuro è <strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo<br />

cromosoma. I cromosomi (dal greco khrôma “colore” e sóma “corpo”)<br />

devono il loro nome proprio alla capacità di assorbire alc<strong>un</strong>i<br />

coloranti usati <strong>in</strong> microscopia.<br />

Come quelli dei procatioti, i cromosomi degli eucarioti sono costituiti<br />

da <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga molecola di DNA contenente cent<strong>in</strong>aia o migliaia<br />

di geni, associata a <strong>un</strong> certo numero di molecole proteiche.<br />

Il cromosoma eucariote ha tuttavia <strong>un</strong>a struttura molto più complessa<br />

di <strong>un</strong> cromosoma procariote; comprende <strong>in</strong>fatti <strong>un</strong> numero<br />

molto superiore di molecole proteiche, che contribuiscono a mantenerne<br />

la struttura e a controllare l’attività dei suoi geni. Il numero<br />

dei cromosomi di <strong>un</strong>a cellula eucariote è caratteristico di ciasc<strong>un</strong>a<br />

specie: per esempio, le nostre cellule hanno 46 cromosomi (con l’eccezione<br />

di oociti e spermatozoi, le cellule sessuali umane), mentre<br />

quelle di <strong>un</strong> cane ne hanno 78.<br />

Figura 8.4a Una cellula vegetale subito prima della divisione.<br />

150 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

LM <br />

cromatidi fratelli<br />

TEM <br />

Figura 8.4B Un cromosoma<br />

umano duplicato,<br />

visto al microscopio<br />

elettronico.<br />

centromero<br />

© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

distribuzione<br />

dei cromosomi<br />

alle cellule<br />

figlie<br />

duplicazione<br />

del cromosoma<br />

cromatidi<br />

fratelli<br />

Figura 8.4C La duplicazione<br />

di <strong>un</strong> cromosoma e la<br />

distribuzione del materiale<br />

genetico alle cellule figlie.<br />

Prima di com<strong>in</strong>ciare a dividersi, la cellula duplica tutti i propri cromosomi.<br />

La molecola di DNA di ciasc<strong>un</strong> cromosoma viene duplicata<br />

e <strong>un</strong>ita a nuove molecole proteiche. Al term<strong>in</strong>e della duplicazione<br />

ciasc<strong>un</strong> cromosoma appare <strong>formato</strong> da due copie, <strong>in</strong>dicate<br />

come cromatidi fratelli. La Figura 8.4B è <strong>un</strong>a fotografia al microscopio<br />

elettronico di <strong>un</strong> cromosoma umano che si è duplicato: i due<br />

cromatidi appaiono <strong>un</strong>iti per <strong>un</strong> breve tratto, detto centromero.<br />

L’aspetto arruffato del cromosoma deriva dall’<strong>in</strong>sieme degli avvolgimenti<br />

e dei ripiegamenti delle fibre di cromat<strong>in</strong>a.<br />

Quando la cellula si divide, i cromatidi fratelli prodotti dalla duplicazione<br />

di ciasc<strong>un</strong> cromosoma si separano (Figura 8.4C). Dopo<br />

la separazione, ciasc<strong>un</strong> cromatide corrisponde a <strong>un</strong> nuovo cromosoma<br />

identico a quello presente nella cellula prima della duplicazione.<br />

Ogn<strong>un</strong>o dei due nuovi cromosomi si dirige allora verso <strong>un</strong>a<br />

delle due cellule figlie che, alla f<strong>in</strong>e, riceve <strong>un</strong> identico corredo di<br />

cromosomi. Negli esseri umani, per esempio, <strong>un</strong>a cellula <strong>in</strong> corso<br />

di divisione ha due copie di ogn<strong>un</strong>o dei 46 cromosomi, e ciasc<strong>un</strong>a<br />

delle due cellule figlie risultanti riceve 46 cromosomi s<strong>in</strong>goli.<br />

Check<br />

Quando <strong>un</strong> cromosoma appare<br />

<strong>formato</strong> da due cromatidi<br />

identici?


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Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

8.5 il ciclo cellulare è l’<strong>in</strong>sieme<br />

degli eventi tra <strong>un</strong>a divisione<br />

cellulare e la successiva<br />

Quando e perché le cellule di <strong>un</strong> organismo duplicano i propri cromosomi<br />

e si dividono? Come abbiamo visto, la divisione cellulare è<br />

<strong>un</strong> processo fondamentale per gli esseri viventi perché ne consente<br />

la riproduzione e la crescita (nel caso dei pluricellulari); <strong>in</strong>oltre,<br />

negli organismi pluricellulari, permette la sostituzione delle cellule<br />

logorate o danneggiate, mantenendo <strong>in</strong> tal modo costante il numero<br />

delle cellule di ciasc<strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo maturo. Nel nostro corpo,<br />

per esempio, milioni di cellule si dividono ogni secondo perché il<br />

loro numero totale si mantenga pari a circa 100 000 miliardi. Alc<strong>un</strong>e<br />

cellule si dividono <strong>un</strong>a volta al giorno, altre più di rado, altre ancora<br />

(per esempio le cellule muscolari o quelle nervose altamente<br />

specializzate) non si dividono mai.<br />

Il processo della divisione cellulare è <strong>un</strong>a fase fondamentale<br />

del ciclo cellulare, ovvero la sequenza ord<strong>in</strong>ata di eventi che va<br />

dal momento <strong>in</strong> cui la cellula si forma, per divisione della cellula<br />

madre, f<strong>in</strong>o a quando la cellula stessa si divide <strong>in</strong> due cellule figlie.<br />

Il ciclo cellulare comprende due stadi pr<strong>in</strong>cipali: <strong>un</strong>o stadio<br />

di accrescimento, detto <strong>in</strong>terfase, durante il quale la cellula svolge<br />

<strong>un</strong>’<strong>in</strong>tensa attività metabolica e duplica con grande precisione<br />

il proprio DNA, e <strong>un</strong>o stadio di effettiva divisione cellulare, detto<br />

fase mitotica.<br />

l’<strong>in</strong>terfase. La maggior parte del ciclo cellulare è costituita<br />

dall’<strong>in</strong>terfase (Figura 8.5), durante la quale l’attività metabolica della<br />

cellula è molto elevata. In questa fase la cellula s<strong>in</strong>tetizza <strong>un</strong>a<br />

grande quantità di prote<strong>in</strong>e, fabbrica nuovi organuli (come mitocondri<br />

e ribosomi) e accresce le proprie dimensioni. Nell’<strong>in</strong>terfase,<br />

che costituisce il 90% circa dell’<strong>in</strong>tero ciclo cellulare, ha luogo anche<br />

la duplicazione dei cromosomi.<br />

Nell’<strong>in</strong>terfase si riconoscono tre sottofasi: la sottofase G 1<br />

(dall’<strong>in</strong>glese gap “<strong>in</strong>tervallo”), la sottofase S (“s<strong>in</strong>tesi”) e la sottofase<br />

G 2. La cellula si accresce durante queste tre sottofasi, ma i<br />

cromosomi vengono duplicati soltanto durante la fase S di “s<strong>in</strong>tesi”<br />

del DNA (<strong>un</strong> processo che studieremo nell’<strong>un</strong>ità 10). All’<strong>in</strong>izio della<br />

fase<br />

G <br />

mitotica (M)<br />

citodieresi<br />

mitosi<br />

Figura 8.5 Il ciclo della cellula eucariote.<br />

<strong>in</strong>terfase<br />

G <br />

(S)<br />

s<strong>in</strong>tesi del DNA<br />

fase S, ogni cromosoma è s<strong>in</strong>golo; alla f<strong>in</strong>e di questa fase, dopo la<br />

duplicazione del DNA, ogni cromosoma è <strong>formato</strong> da <strong>un</strong>a coppia di<br />

cromatidi fratelli.<br />

Riassumendo qu<strong>in</strong>di:<br />

durante la sottofase G 1 dell’<strong>in</strong>terfase la cellula si accresce;<br />

nella sottofase S la cellula cont<strong>in</strong>ua ad accrescersi e duplica i<br />

cromosomi;<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nella sottofase G 2, completa l’accrescimento e si prepara<br />

alla divisione cellulare.<br />

la fase mitotica. Questa fase, detta anche fase M, corrisponde<br />

al periodo del ciclo cellulare <strong>in</strong> cui la cellula effettivamente si divide<br />

e costituisce solo il 10% circa dell’<strong>in</strong>tero ciclo. Durante la fase mitotica,<br />

<strong>un</strong>a cellula vivente osservata al microscopio ottico subisce<br />

notevoli cambiamenti di forma; <strong>in</strong> questa fase i s<strong>in</strong>goli cromosomi<br />

della cellula risultano riconoscibili al microscopio, come vedremo<br />

nel prossimo paragrafo.<br />

La fase mitotica si compie <strong>in</strong> due stadi:<br />

il primo è la mitosi, durante la quale il nucleo e il suo contenuto,<br />

compresi i cromosomi duplicati, si dividono e si distribuiscono<br />

<strong>in</strong> modo equilibrato ai poli opposti della cellula per formare i<br />

due nuclei delle cellule figlie;<br />

il secondo è la citodieresi, durante la quale il citoplasma si divide<br />

<strong>in</strong> due.<br />

Di solito la citodieresi ha <strong>in</strong>izio quando la mitosi non è ancora term<strong>in</strong>ata.<br />

La sequenza di mitosi e citodieresi dà orig<strong>in</strong>e a due dist<strong>in</strong>te<br />

cellule figlie geneticamente identiche, ogn<strong>un</strong>a con <strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo nucleo,<br />

circondato dal citoplasma e dalla membrana plasmatica. Ogni nuova<br />

cellula figlia può qu<strong>in</strong>di passare alla fase G 1 e ripetere il ciclo.<br />

Il processo di mitosi è esclusivo degli eucarioti e, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i evolutivi,<br />

risolve il problema di distribuire a due cellule figlie copie<br />

identiche di <strong>un</strong>a grande quantità di materiale genetico suddiviso<br />

<strong>in</strong> diversi cromosomi. La mitosi è <strong>un</strong> meccanismo molto accurato.<br />

Esperimenti con i lieviti (f<strong>un</strong>ghi <strong>un</strong>icellulari), per esempio, <strong>in</strong>dicano<br />

che gli errori nella distribuzione dei cromosomi si verificano con <strong>un</strong>a<br />

frequenza di <strong>un</strong> solo evento ogni circa 100 000 divisioni cellulari.<br />

La mitosi<br />

Mitosis<br />

Attività<br />

The cell cycle<br />

Check<br />

Dovendo utilizzare <strong>in</strong> laboratorio <strong>un</strong>a sostanza <strong>in</strong><br />

grado di impedire l’<strong>in</strong>izio della s<strong>in</strong>tesi del DNA <strong>in</strong> <strong>un</strong>a<br />

coltura cellulare, <strong>in</strong> quale fase del ciclo cellulare dovresti<br />

<strong>in</strong>tervenire?<br />

lezione 2 il ciclo cellulare delle cellule eucariote e la mitosi<br />

151


esplorando<br />

8.6 la divisione cellulare<br />

è <strong>un</strong>a serie <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta<br />

di cambiamenti d<strong>in</strong>amici<br />

Le fasi del ciclo cellulare possono essere osservate con il microscopio<br />

ottico; le microfotografie di queste pag<strong>in</strong>e mostrano il ciclo cellulare<br />

di <strong>un</strong>a cellula animale (<strong>in</strong> questo caso, di <strong>un</strong> tritone). Anche<br />

se la sequenza di immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong>clude l’<strong>in</strong>terfase, i cambiamenti più<br />

LM <br />

Interfase Profase Prometafase<br />

centrosomi (con <strong>un</strong>a<br />

coppia di centrioli)<br />

nucleolo <strong>in</strong>volucro<br />

nucleare<br />

cromat<strong>in</strong>a<br />

membrana<br />

plasmatica<br />

È lo stadio <strong>in</strong> cui <strong>un</strong>a cellula si accresce<br />

e s<strong>in</strong>tetizza nuove molecole e organuli.<br />

La figura si riferisce all’ultima parte<br />

dell’<strong>in</strong>terfase (G 2 ). La cellula ha <strong>un</strong><br />

aspetto molto simile a quello che la<br />

caratterizza durante tutta l’<strong>in</strong>terfase. Alla<br />

f<strong>in</strong>e della sottofase G 2 , però:<br />

la cellula ha già duplicato gran parte<br />

del proprio contenuto orig<strong>in</strong>ario e il<br />

citoplasma contiene due centrosomi;<br />

all’<strong>in</strong>terno del nucleo i cromosomi<br />

sono ormai duplicati, ma non possono<br />

essere dist<strong>in</strong>ti <strong>in</strong>dividualmente perché<br />

sono ancora <strong>in</strong> forma di cromat<strong>in</strong>a<br />

dispersa, non spiralizzata;<br />

il nucleo contiene anche <strong>un</strong>o<br />

o più nucleoli perché la cellula sta<br />

attivamente s<strong>in</strong>tetizzando prote<strong>in</strong>e<br />

(nei nucleoli, <strong>in</strong>fatti, sono assemblati<br />

i ribosomi, che hanno <strong>un</strong> ruolo<br />

fondamentale nella s<strong>in</strong>tesi proteica).<br />

fuso mitotico<br />

<strong>in</strong> formazione<br />

cromosoma, costituito<br />

da due cromatidi fratelli<br />

centrosoma<br />

Durante questa fase si verificano<br />

cambiamenti sia nel nucleo sia nel<br />

citoplasma.<br />

All’<strong>in</strong>terno del nucleo:<br />

le fibre di cromat<strong>in</strong>a <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciano<br />

a spiralizzarsi e ripiegarsi<br />

condensandosi e formando cromosomi<br />

dist<strong>in</strong>ti, visibili al microscopio ottico;<br />

scompaiono i nucleoli;<br />

ciasc<strong>un</strong> cromosoma duplicato<br />

è <strong>formato</strong> ora da due cromatidi<br />

identici <strong>un</strong>iti a livello del centromero.<br />

nel citoplasma:<br />

<strong>in</strong>com<strong>in</strong>cia a formarsi il fuso mitotico,<br />

mano a mano che i microtubuli<br />

vengono rapidamente assemblati<br />

a partire dai centrosomi, che<br />

si allontanano l’<strong>un</strong>o dall’altro.<br />

152 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

frammenti<br />

dell’<strong>in</strong>volucro<br />

nucleare<br />

© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

notevoli <strong>in</strong>teressano la cellula nella fase mitotica. La mitosi è <strong>un</strong>a<br />

serie <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta di cambiamenti <strong>in</strong> cui i biologi dist<strong>in</strong>guono c<strong>in</strong>que<br />

stadi pr<strong>in</strong>cipali: profase, prometafase, metafase, anafase e<br />

telofase. I disegni mostrano dettagli non visibili nelle microfotografie.<br />

Per semplificare, sono stati rappresentati soltanto quattro<br />

cromosomi (<strong>in</strong> realtà, le cellule del corpo di <strong>un</strong> tritone ne contengono<br />

22, colorati <strong>in</strong> blu nelle microfotografie).<br />

I protagonisti della mitosi sono i cromosomi, che si spostano<br />

nella cellula muovendosi l<strong>un</strong>go il fuso mitotico. Questa struttura<br />

c<strong>in</strong>etocore<br />

centromero microtubuli<br />

del fuso<br />

Durante la prometafase:<br />

l’<strong>in</strong>volucro nucleare si frammenta;<br />

i microtubuli che emergono dai<br />

centrosomi ai poli del fuso raggi<strong>un</strong>gono<br />

i cromosomi, ora molto condensati;<br />

nella regione del centromero, ciasc<strong>un</strong><br />

cromatidio è <strong>un</strong>ito a <strong>un</strong>a struttura<br />

proteica chiamata c<strong>in</strong>etocore;<br />

alc<strong>un</strong>i microtubuli del fuso<br />

si attaccano ai c<strong>in</strong>etocori<br />

e <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciano a spostare attivamente<br />

i cromosomi;<br />

altri microtubuli del fuso entrano<br />

<strong>in</strong> contatto con i microtubuli<br />

provenienti dal polo opposto.<br />

Le forze esercitate dalle prote<strong>in</strong>e<br />

motrici associate ai microtubuli del<br />

fuso spostano i cromosomi verso il<br />

centro della cellula.


© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

di forma ovale è costituita da microtubuli (fibre che costituiscono<br />

il citoscheletro) e guida la separazione delle due serie di cromatidi.<br />

I microtubuli del fuso si sviluppano a partire da due centrosomi<br />

(che costituiscono i centri di organizzazione dei microtubuli), regioni<br />

del citoplasma che nelle cellule animali contengono i centrioli.<br />

Il ruolo dei centrioli nella divisione cellulare è ancora sconosciuto:<br />

la loro distruzione <strong>in</strong> laboratorio non <strong>in</strong>terferisce con la normale<br />

formazione del fuso e, <strong>in</strong>oltre, le cellule vegetali sono completamente<br />

prive di questi organuli.<br />

fuso<br />

piano<br />

equatoriale<br />

cromosomi figli<br />

Check<br />

Le muffe mucillag<strong>in</strong>ose plasmodiali<br />

sono organismi costituiti<br />

da <strong>un</strong>a volum<strong>in</strong>osa<br />

massa citoplasmatica contenente<br />

molti nuclei. Come<br />

pensi che si possa formare<br />

<strong>un</strong>a “megacellula” di questo<br />

tipo?<br />

metafase anafase telofase e CItodIeresI<br />

È lo stadio più l<strong>un</strong>go della mitosi:<br />

il fuso mitotico è completamente<br />

<strong>formato</strong>, con i poli alle estremità<br />

opposte della cellula;<br />

i cromosomi si rad<strong>un</strong>ano <strong>in</strong><br />

corrispondenza del piano equatoriale<br />

della cellula;<br />

i centromeri di tutti i cromosomi sono<br />

all<strong>in</strong>eati l<strong>un</strong>go il piano equatoriale;<br />

per ciasc<strong>un</strong> cromosoma, i c<strong>in</strong>etocori<br />

dei due cromatidi fratelli sono rivolti<br />

verso i poli opposti del fuso.<br />

i microtubuli attaccati a <strong>un</strong> particolare<br />

cromatidio provengono tutti<br />

da <strong>un</strong> polo del fuso e quelli attaccati<br />

al cromatidio fratello provengono<br />

dal polo opposto.<br />

È lo stadio più breve della mitosi; <strong>in</strong>izia<br />

quando i due cromatidi di ciasc<strong>un</strong><br />

cromosoma si separano a livello del<br />

centromero e si allontanano. ogn<strong>un</strong>o dei<br />

cromatidi fratelli viene ora considerato <strong>un</strong><br />

cromosoma completo.<br />

Le prote<strong>in</strong>e motrici dei c<strong>in</strong>etocori,<br />

alimentate dall’ATP, accompagnano<br />

i cromosomi così formati l<strong>un</strong>go<br />

i microtubuli, verso i poli opposti<br />

della cellula. Durante questo<br />

movimento, i microtubuli del fuso<br />

attaccati ai c<strong>in</strong>etocori si accorciano,<br />

mentre quelli non attaccati ai<br />

cromosomi si all<strong>un</strong>gano. i poli si<br />

allontanano ulteriormente e la cellula<br />

si all<strong>un</strong>ga.<br />

L’anafase term<strong>in</strong>a quando due serie<br />

di cromosomi (equivalenti e complete)<br />

hanno raggi<strong>un</strong>to i poli opposti<br />

della cellula.<br />

solco<br />

di divisione<br />

<strong>in</strong>volucro<br />

nucleare<br />

<strong>in</strong> formazione<br />

nucleolo<br />

<strong>in</strong> formazione<br />

telofase<br />

È circa il processo <strong>in</strong>verso della profase:<br />

cont<strong>in</strong>ua l’all<strong>un</strong>gamento della cellula;<br />

ai due poli della cellula si formano<br />

i nuclei figli mano a mano che gli<br />

<strong>in</strong>volucri nucleari si completano<br />

racchiudendo i cromosomi;<br />

la cromat<strong>in</strong>a di ciasc<strong>un</strong> cromosoma<br />

si despiralizza e riappaiono i nucleoli;<br />

alla f<strong>in</strong>e della telofase il fuso mitotico<br />

scompare e la mitosi, ovvero la<br />

divisione di <strong>un</strong> nucleo <strong>in</strong> due nuclei<br />

figli geneticamente identici, è<br />

term<strong>in</strong>ata.<br />

Citodieresi<br />

Di solito, la divisione del citoplasma avviene<br />

contemporaneamente alla telofase, con<br />

la separazione completa delle due cellule<br />

figlie; nelle cellule animali la citodieresi<br />

comporta la formazione di <strong>un</strong> solco di<br />

divisione, che divide <strong>in</strong> due la cellula.<br />

lezione 2 il ciclo cellulare delle cellule eucariote e la mitosi<br />

153


8.7 la citodieresi avviene <strong>in</strong> modo<br />

diverso nelle cellule animali<br />

e <strong>in</strong> quelle vegetali<br />

La citodieresi, la divisione <strong>in</strong> due della cellula, <strong>in</strong>izia generalmente<br />

durante la telofase, ma può <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciare anche alla f<strong>in</strong>e<br />

dell’anafase. Nelle cellule animali la citodieresi avviene grazie a<br />

<strong>un</strong> caratteristico processo di scissione. Come mostrato nella Figura<br />

8.7a, il primo segno di tale evento è la comparsa di <strong>un</strong> solco<br />

di divisione, <strong>un</strong>’<strong>in</strong>vag<strong>in</strong>azione poco profonda della superficie<br />

della cellula. In corrispondenza del solco, il citoplasma presenta<br />

<strong>un</strong> anello di microfilamenti di act<strong>in</strong>a associati a molecole di mios<strong>in</strong>a<br />

(act<strong>in</strong>a e mios<strong>in</strong>a sono le stesse prote<strong>in</strong>e responsabili della<br />

contrazione dei muscoli). Quando i microfilamenti di act<strong>in</strong>a <strong>in</strong>teragiscono<br />

con la mios<strong>in</strong>a, l’anello si contrae, e “strozza” la cellula.<br />

Il solco si fa più profondo e alla f<strong>in</strong>e divide la cellula madre producendo<br />

due cellule figlie completamente separate, ogn<strong>un</strong>a delle<br />

quali provvista di <strong>un</strong> nucleo e della propria quota di citoplasma.<br />

solco<br />

di divisione<br />

solco di divisione anello di microfilamenti<br />

che si contrae<br />

cellule figlie<br />

SEM <br />

Nelle cellule vegetali, che sono dotate di rigide pareti cellulari,<br />

la citodieresi segue <strong>un</strong> percorso diverso (Figura 8.7B). Durante<br />

la telofase al centro della cellula madre si raccolgono alc<strong>un</strong>e<br />

vescicole, provenienti dall’apparato di Golgi, contenenti la cellulosa<br />

e gli altri polisaccaridi che formeranno le future pareti<br />

cellulari. Le vescicole si fondono, formando <strong>un</strong>a piastra cellulare,<br />

circondata da membrane. Questa struttura si accresce<br />

verso l’esterno aggi<strong>un</strong>gendo via via nuove vescicole. Alla f<strong>in</strong>e,<br />

quando i bordi esterni della piastra cellulare raggi<strong>un</strong>gono la parete<br />

cellulare della cellula madre, le due cellule figlie, ogn<strong>un</strong>a<br />

circondata da <strong>un</strong>a membrana plasmatica e da <strong>un</strong>a parete cellulare,<br />

si separano.<br />

parete cellulare<br />

vescicole contenenti<br />

i materiali della<br />

parete cellulare<br />

parete della<br />

cellula madre<br />

Check<br />

Quali sono le differenze tra<br />

la citodieresi di <strong>un</strong>a cellula<br />

animale e quella di <strong>un</strong>a cellula<br />

vegetale?<br />

formazione della<br />

piastra cellulare<br />

piastra cellulare<br />

Figura 8.7a La citodieresi di <strong>un</strong>a cellula animale. Figura 8.7B La citodieresi di <strong>un</strong>a cellula vegetale.<br />

154 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

Attività<br />

Video sulla divisione cellulare<br />

© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

nucleo della<br />

cellula figlia<br />

LM <br />

nuova parete cellulare<br />

cellule figlie


© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

8.8 la divisione cellulare è <strong>in</strong>fluenzata<br />

da fattori di crescita, dalla densità<br />

e dall’ancoraggio a <strong>un</strong>a superficie<br />

Una pianta o <strong>un</strong> animale possono crescere e svilupparsi normalmente,<br />

mantenendo i propri tessuti <strong>in</strong> buone condizioni, soltanto<br />

se sono <strong>in</strong> grado di controllare il ritmo delle divisioni cellulari nelle<br />

diverse parti del corpo. In <strong>un</strong> essere umano adulto, per esempio,<br />

le cellule della pelle e quelle che rivestono l’apparato digerente si<br />

dividono spesso e per tutta la vita, sostituendo le cellule vecchie e<br />

danneggiate che vengono cont<strong>in</strong>uamente elim<strong>in</strong>ate. Al contrario,<br />

le cellule del fegato umano di solito non si dividono, a meno che<br />

l’organo non abbia subito danni; <strong>in</strong> questo caso, la divisione cellulare<br />

serve a riparare eventuali lesioni. Studiando <strong>in</strong> laboratorio il<br />

ritmo di divisione delle cellule animali, gli scienziati sono riusciti<br />

a identificare molti fattori, fisici e chimici, che possono <strong>in</strong>fluenzare<br />

il processo.<br />

l’effetto dei fattori di crescita. Gli studiosi hanno osservato<br />

che se nel mezzo colturale manca <strong>un</strong>a sostanza nutritiva essenziale<br />

le cellule non riescono a dividersi. La maggior parte delle cellule<br />

dei mammiferi, <strong>in</strong>fatti, si divide <strong>in</strong> coltura soltanto <strong>in</strong> presenza di<br />

fattori di crescita specifici (Figura 8.8a). Un fattore di crescita è<br />

<strong>un</strong>a prote<strong>in</strong>a secreta da cellule particolari che stimola la divisione<br />

di altre cellule. Gli scienziati hanno scoperto almeno 50 diversi fattori<br />

di crescita <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>nescare la divisione cellulare. I diversi<br />

tipi di cellule rispondono <strong>in</strong> modo specifico a particolari fattori<br />

di crescita, o a <strong>un</strong>a loro comb<strong>in</strong>azione. La presenza di <strong>un</strong>a ferita<br />

sulla pelle, per esempio, <strong>in</strong>duce le piastr<strong>in</strong>e presenti nel sangue a<br />

liberare <strong>un</strong>a prote<strong>in</strong>a denom<strong>in</strong>ata fattore di crescita di derivazione<br />

piastr<strong>in</strong>ica. Questa prote<strong>in</strong>a promuove la rapida crescita delle<br />

cellule del tessuto connettivo che, <strong>in</strong> tal modo, contribuiscono a<br />

cicatrizzare la ferita.<br />

coltura di cellule<br />

aggi<strong>un</strong>ta<br />

del fattore<br />

di crescita<br />

Figura 8.8a L’effetto dei fattori di crescita sulla divisione di cellule<br />

animali <strong>in</strong> coltura.<br />

le cellule si ancorano<br />

alla superficie della piastra<br />

per coltura e si dividono<br />

quando le cellule<br />

hanno <strong>formato</strong><br />

<strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo strato completo,<br />

smettono di dividersi<br />

(<strong>in</strong>ibizione da contatto)<br />

se alc<strong>un</strong>e cellule<br />

vengono rimosse,<br />

quelle rimaste riprendono<br />

a dividersi f<strong>in</strong>o a riempire<br />

la piastra per coltura<br />

con <strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo strato;<br />

a quel p<strong>un</strong>to la divisione<br />

si arresta (<strong>in</strong>ibizione<br />

da contatto)<br />

Figura 8.8B L’<strong>in</strong>ibizione da contatto, osservata nelle cellule animali<br />

<strong>in</strong> coltura.<br />

l’<strong>in</strong>ibizione da contatto. La divisione cellulare può <strong>in</strong>terrompersi<br />

quando la densità della popolazione cellulare è troppo alta.<br />

In base a questo fenomeno, detto <strong>in</strong>ibizione da contatto, le cellule<br />

animali che crescono sulla superficie di <strong>un</strong>a piastra per coltura,<br />

per esempio, si moltiplicano f<strong>in</strong>o a formare <strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo strato e generalmente<br />

smettono di dividersi quando entrano <strong>in</strong> contatto reciproco<br />

(Figura 8.8B). Se alc<strong>un</strong>e cellule vengono rimosse, quelle che<br />

si trovano ai bordi dello spazio così creato riprendono a dividersi,<br />

e cont<strong>in</strong>uano a farlo f<strong>in</strong>ché lo spazio disponibile non viene nuovamente<br />

riempito. In questo caso il responsabile dell’<strong>in</strong>ibizione sembra<br />

essere il contatto fisico tra le prote<strong>in</strong>e presenti sulla superficie<br />

di cellule adiacenti.<br />

la dipendenza dall’ancoraggio. La maggior parte delle cellule<br />

animali e vegetali tende a dividersi soltanto se è a contatto con<br />

<strong>un</strong>a superficie solida, che può essere quella di <strong>un</strong>a piastra per coltura<br />

o quella della matrice extracellulare di <strong>un</strong> tessuto. Questa dipendenza<br />

dall’ancoraggio sembra impedire la crescita anomala<br />

delle cellule che, per qualche motivo, si staccano dal loro normale<br />

sito di crescita.<br />

Nelle cellule dei tessuti viventi la regolazione della divisione cellulare<br />

è probabilmente frutto dell’<strong>in</strong>ibizione da contatto mediata<br />

dalla disponibilità di fattori di crescita; tale meccanismo consente<br />

di mantenere la popolazione cellulare a livelli ottimali.<br />

Check<br />

Qual è il ruolo svolto dai fattori di crescita<br />

nella regolazione della divisione cellulare?<br />

lezione 2 il ciclo cellulare delle cellule eucariote e la mitosi<br />

155


8.9 i fattori di crescita controllano<br />

il ciclo cellulare<br />

In <strong>un</strong> animale la maggior parte delle cellule è ancorata <strong>in</strong> <strong>un</strong>a posizione<br />

fissa e immersa <strong>in</strong> <strong>un</strong>a soluzione di sostanze nutritive fornite<br />

dal sangue; di solito, <strong>in</strong>oltre, la cellula non si divide a meno che<br />

non riceva segnali specifici da parte di altre cellule. Spesso questi<br />

segnali sono costituiti da fattori di crescita.<br />

La sequenza di eventi del ciclo cellulare, illustrata nello schema<br />

della Figura 8.9a, è diretta da <strong>un</strong> sistema di controllo rappresentato<br />

dalla “manopola” al centro del disegno. Il sistema di controllo<br />

del ciclo cellulare consiste <strong>in</strong> <strong>un</strong>a serie di molecole proteiche<br />

che, ciclicamente, <strong>in</strong>nescano e coord<strong>in</strong>ano gli eventi chiave del ciclo<br />

cellulare. Quest’ultimo non deve però essere immag<strong>in</strong>ato come<br />

<strong>un</strong>a sequenza di eventi che si susseguono automaticamente <strong>in</strong> cascata.<br />

Nella fase mitotica, per esempio, la metafase non porta automaticamente<br />

all’anafase; sono <strong>in</strong>fatti le prote<strong>in</strong>e del sistema di<br />

controllo a dover dare l’avvio alla separazione dei cromatidi fratelli,<br />

<strong>in</strong>nescando l’evento che segna l’<strong>in</strong>izio dell’anafase.<br />

i p<strong>un</strong>ti di controllo. All’<strong>in</strong>terno del ciclo cellulare si possono<br />

dist<strong>in</strong>guere tre p<strong>un</strong>ti di controllo (rappresentati dalle barrette rosse<br />

nella Figura 8.9A) <strong>in</strong> cui il processo può essere <strong>in</strong>terrotto <strong>in</strong> base<br />

alla necessità. Generalmente, <strong>in</strong> corrispondenza dei p<strong>un</strong>ti di controllo,<br />

il ciclo cellulare subisce automaticamente <strong>un</strong> arresto f<strong>in</strong>ché<br />

la cellula non riceve <strong>un</strong> segnale di via libera. Questi segnali viaggiano<br />

da <strong>un</strong>a cellula all’altra e <strong>in</strong>formano il sistema di controllo<br />

della correttezza con cui i processi cellulari sono stati svolti f<strong>in</strong>o a<br />

quel p<strong>un</strong>to. I pr<strong>in</strong>cipali p<strong>un</strong>ti di controllo sono <strong>in</strong>seriti nelle sottofasi<br />

G 1 e G 2 dell’<strong>in</strong>terfase, e nella fase M. Se il sistema di controllo<br />

stabilisce che tutto si è svolto correttamente f<strong>in</strong>o a <strong>un</strong> dato p<strong>un</strong>to<br />

di controllo, il processo può cont<strong>in</strong>uare. Il sistema di controllo riceve<br />

anche messaggi dall’esterno della cellula relativi alle condizioni<br />

ambientali generali e all’eventuale presenza di specifiche molecole<br />

segnale provenienti da altre cellule. Quando il sistema di controllo<br />

del ciclo cellulare dà il segnale di via libera per il p<strong>un</strong>to di controllo<br />

G 1, per esempio, la cellula entra nella fase S del ciclo cellulare.<br />

G <br />

G <br />

p<strong>un</strong>to di controllo M<br />

M<br />

p<strong>un</strong>to di controllo G <br />

sistema<br />

di controllo<br />

G <br />

p<strong>un</strong>to di controllo G <br />

Figura 8.9a Schema del sistema di controllo<br />

del ciclo cellulare.<br />

156 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

S<br />

Per molte cellule, il p<strong>un</strong>to di controllo G 1 sembra essere il più importante.<br />

Se <strong>un</strong>a cellula riceve <strong>un</strong> segnale di via libera <strong>in</strong> questo<br />

p<strong>un</strong>to (per esempio, da <strong>un</strong> fattore di crescita), generalmente può<br />

completare il proprio ciclo e si divide. Se però non riceve quel segnale,<br />

la cellula sospende il ciclo cellulare, entrando <strong>in</strong> <strong>un</strong>a fase<br />

chiamata G 0, e non si divide. Le cellule che non si dividono (per<br />

esempio le cellule nervose e le cellule muscolari) sono ferme nella<br />

fase G 0.<br />

La Figura 8.9B è <strong>un</strong>o schema semplificato del modo <strong>in</strong> cui <strong>un</strong><br />

fattore di crescita può <strong>in</strong>fluenzare il sistema di controllo del ciclo<br />

cellulare al p<strong>un</strong>to di controllo G 1. Il processo che si verifica è <strong>un</strong>a<br />

trasduzione del segnale. Un fattore di crescita ( ) viene riconosciuto<br />

da specifiche prote<strong>in</strong>e <strong>in</strong>serite nella membrana plasmatica<br />

della cellula. Quando si lega con il recettore specifico, il fattore di<br />

crescita <strong>in</strong>nesca la trasduzione del segnale che, <strong>in</strong> questo caso, conduce<br />

alla divisione cellulare. L<strong>un</strong>go la via di trasduzione, i segnali<br />

corrispondono a modificazioni strutturali <strong>in</strong>dotte da <strong>un</strong>a molecola<br />

<strong>in</strong> quella immediatamente successiva. Passando per <strong>un</strong>a serie di<br />

molecole, che svolgono il ruolo di “ripetitori”, il segnale raggi<strong>un</strong>ge<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il sistema di controllo che viene sbloccato permettendo al<br />

ciclo cellulare di procedere.<br />

La ricerca sul controllo del ciclo cellulare rappresenta attualmente<br />

<strong>un</strong>a delle aree di maggiore <strong>in</strong>teresse della ricerca biomedica.<br />

Questi studi ci stanno portando a <strong>un</strong>a migliore comprensione dello<br />

sviluppo dei tumori, l’argomento di cui ci occuperemo nel prossimo<br />

paragrafo.<br />

Inquiry<br />

Do molecular signals <strong>in</strong> the cytoplasm<br />

regulate the cell cycle?<br />

prote<strong>in</strong>a<br />

recettrice<br />

fattore di crescita<br />

via di<br />

trasduzione<br />

del segnale<br />

prote<strong>in</strong>e “ripetitrici”<br />

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Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

Check<br />

In corrispondenza di quale dei tre p<strong>un</strong>ti di controllo descritti nel<br />

paragrafo i cromosomi sono sotto forma di cromatidi fratelli?<br />

membrana plasmatica<br />

p<strong>un</strong>to di controllo G <br />

G <br />

M<br />

sistema<br />

di<br />

controllo<br />

Figura 8.9B L’azione di <strong>un</strong> fattore di crescita sul sistema<br />

di controllo del ciclo cellulare.<br />

G <br />

S


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Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

collegamento salute<br />

8.10 le cellule cancerose si dividono<br />

senza controllo generando<br />

tumori maligni<br />

Il cancro, che attualmente colpisce <strong>un</strong>a persona su c<strong>in</strong>que nei paesi<br />

<strong>in</strong>dustrializzati, è <strong>un</strong>a malattia legata all’errato f<strong>un</strong>zionamento<br />

del ciclo cellulare. Le cellule tumorali non rispondono più <strong>in</strong> modo<br />

normale al sistema di controllo del ciclo cellulare e si dividono <strong>in</strong><br />

modo eccessivo fi no a formare masse cellulari anomale, dette tumori,<br />

che possono <strong>in</strong>vadere altri tessuti dell’organismo.<br />

i tipi di tumore. Quando <strong>un</strong>a cellula normale si “trasforma” <strong>in</strong><br />

<strong>un</strong>a cellula tumorale, il sistema imm<strong>un</strong>itario <strong>in</strong> genere la riconosce<br />

e la distrugge. Se però sfugge alla distruzione, può proliferare fi no<br />

a formare <strong>un</strong> tumore. Quando la massa di cellule tumorali rimane<br />

nel sito orig<strong>in</strong>ale, si parla di tumore benigno. Talvolta i tumori<br />

benigni causano problemi perché crescono all’<strong>in</strong>terno di alc<strong>un</strong>i organi,<br />

come il cervello, disturbandone il f<strong>un</strong>zionamento, ma spesso<br />

possono essere completamente asportati per via chirurgica.<br />

Un tumore maligno, <strong>in</strong>vece, può diff ondersi nei tessuti vic<strong>in</strong>i<br />

e <strong>in</strong> altre parti del corpo, distruggendo i tessuti sani e impedendo<br />

agli organi colpiti di svolgere le loro normali f<strong>un</strong>zioni (Figura<br />

8.10). Alc<strong>un</strong>e cellule tumorali possono poi separarsi dal tumore<br />

orig<strong>in</strong>ario o secernere molecole segnale che <strong>in</strong>ducono la crescita<br />

di vasi sanguigni verso il tumore stesso. A questo p<strong>un</strong>to, le cellule<br />

tumorali possono penetrare anche nel sangue e nei vasi l<strong>in</strong>fatici<br />

e spostarsi <strong>in</strong> altre parti del corpo, dove si moltiplicano e formano<br />

nuovi tumori. La propagazione di cellule tumorali lontano dal<br />

sito d’orig<strong>in</strong>e viene chiamata metastasi. Nel l<strong>in</strong>guaggio corrente,<br />

quando <strong>un</strong>a persona ha <strong>un</strong> tumore maligno, si dice che è malata<br />

di cancro.<br />

In base al sito <strong>in</strong> cui si sono generati, i tumori maligni vengono<br />

suddivisi <strong>in</strong> quattro categorie. I carc<strong>in</strong>omi si sviluppano da <strong>un</strong><br />

rivestimento esterno o <strong>in</strong>terno del corpo, come la pelle o le mucose<br />

dell’<strong>in</strong>test<strong>in</strong>o. I sarcomi si formano nei tessuti a f<strong>un</strong>zione<br />

meccanica, come le ossa e i muscoli. I tumori dei tessuti emopoietici,<br />

ossia dei tessuti dove si formano le cellule del sangue (come<br />

il midollo osseo, la milza e i l<strong>in</strong>fonodi) sono chiamati leucemie e<br />

l<strong>in</strong>fomi.<br />

Cellule fuori controllo. Studiando le cellule tumorali <strong>in</strong> coltura,<br />

gli scienziati hanno scoperto che esse non obbediscono ai segnali<br />

che normalmente regolano il ciclo cellulare. Queste cellule, per<br />

esempio, non presentano l’<strong>in</strong>ibizione da contatto, ma cont<strong>in</strong>uano<br />

a dividersi, e a formare strati sovrapposti, anche quando si trovano<br />

<strong>in</strong> popolazioni ad alta densità. Molte cellule<br />

tumorali hanno <strong>un</strong> sistema di controllo difettoso<br />

che non arresta il ciclo cellulare nei<br />

p<strong>un</strong>ti di controllo neppure quando manca-<br />

no i fattori di crescita. Altre cellule tumorali<br />

s<strong>in</strong>tetizzano autonomamente i fattori<br />

di crescita per dividersi <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>controllato.<br />

Se poi smettono di dividersi, le cellule<br />

tumorali sembrano farlo <strong>in</strong> p<strong>un</strong>ti casuali<br />

del ciclo cellulare, e non <strong>in</strong> corrispondenza<br />

dei p<strong>un</strong>ti di controllo. Queste cellule fuori<br />

controllo, <strong>in</strong>fi ne, sembrano “immortali” se<br />

messe <strong>in</strong> coltura, perché possono cont<strong>in</strong>uare<br />

a dividersi all’<strong>in</strong>fi nito (anche <strong>in</strong> assenza<br />

tumore<br />

tessuto<br />

ghiandolare<br />

da <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>gola<br />

cellula tumorale<br />

si sviluppa <strong>un</strong> tumore<br />

di p<strong>un</strong>ti di ancoraggio) fi nché possono contare su <strong>un</strong>a quantità suffi<br />

ciente di sostanze nutritive; le normali cellule dei mammiferi si<br />

dividono <strong>in</strong>vece soltanto 20-50 volte.<br />

terapie per combattere il cancro. Fort<strong>un</strong>atamente molti<br />

tumori possono essere curati con successo. Un tumore ben circoscritto,<br />

per esempio, può essere rimosso chirurgicamente. Altri<br />

vengono trattati con radiazioni ad alta energia (mediante la radioterapia),<br />

che danneggiano il DNA delle cellule tumorali molto<br />

più di quello delle cellule normali (forse perché le prime, duplicandosi<br />

più spesso, hanno perso la capacità di riparare i danni<br />

subiti). A volte, però, il danno arrecato dalle radiazioni alle cellule<br />

normali è suffi ciente a produrre gravi eff etti collaterali: se vengono<br />

colpiti i testicoli o le ovaie, per esempio, la radioterapia può<br />

provocare la sterilità.<br />

Per trattare tumori che si sono diff usi nell’organismo i medici<br />

ricorrono alla chemioterapia. Durante periodici trattamenti,<br />

vengono somm<strong>in</strong>istrati farmaci che disturbano specifi ci passaggi<br />

del ciclo cellulare. Per esempio, il taxolo è <strong>un</strong> antimitotico che<br />

“congela” il fuso mitotico impedendo alle cellule <strong>in</strong> divisione attiva<br />

di procedere oltre la metafase. Questa sostanza è stata orig<strong>in</strong>ariamente<br />

scoperta nella corteccia del tasso della California<br />

Taxus brevifolia, da cui ha tratto il nome. La v<strong>in</strong>blast<strong>in</strong>a, <strong>un</strong> agente<br />

chemioterapico ottenuto da <strong>un</strong>a specie di perv<strong>in</strong>ca endemica<br />

delle foreste pluviali del Madagascar, impedisce la formazione del<br />

fuso mitotico.<br />

Gli eff etti collaterali della chemioterapia sono riconducibili<br />

all’azione esercitata dai farmaci sulle cellule sane <strong>in</strong> rapida divisione.<br />

La nausea, per esempio, deriva dagli eff etti della chemioterapia<br />

sulle cellule <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali; la perdita dei capelli dagli eff etti sulle<br />

cellule dei follicoli piliferi; la predisposizione alle <strong>in</strong>fezioni dagli<br />

eff etti sulle cellule del sistema imm<strong>un</strong>itario. Ritorneremo sull’argomento<br />

del cancro nell’<strong>un</strong>ità 11, dopo aver studiato la struttura e<br />

la f<strong>un</strong>zione dei geni.<br />

Ricerca e condividi<br />

oggi conosciamo con certezza le cause di molti tumori. il fumo,<br />

per esempio, provoca la maggior parte dei tumori polmonari.<br />

Svolgi <strong>un</strong>a ricerca sui tumori polmonari e, utilizzando i dati raccolti,<br />

realizza <strong>un</strong>a campagna di <strong>in</strong>formazione rivolta ai giovani<br />

per sensibilizzarli sui rischi legati al fumo.<br />

le cellule tumorali<br />

<strong>in</strong>vadono i tessuti<br />

circostanti<br />

Figura 8.10 Sviluppo e metastasi di <strong>un</strong> tumore maligno (cancro) al seno.<br />

vasi<br />

l<strong>in</strong>fatici<br />

vaso<br />

sanguigno<br />

le cellule tumorali si diffondono<br />

<strong>in</strong> altre parti del corpo attraverso<br />

i vasi l<strong>in</strong>fatici e sanguigni<br />

lezione 2 il ciclo cellulare delle cellule eucariote e la mitosi<br />

157


Lezione<br />

3<br />

8.11 <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi: negli organismi<br />

pluricellulari la mitosi<br />

è fondamentale per la crescita,<br />

la sostituzione delle cellule<br />

e la riproduzione sessuata<br />

Le tre microfotografie riassumono il ruolo della divisione cellulare<br />

mitotica nella vita degli organismi pluricellulari. La Figura 8.11a<br />

mostra alc<strong>un</strong>e cellule dell’apice di <strong>un</strong>a radice di cipolla. Nelle numerose<br />

cellule potete osservare i nuclei nei diversi stadi della mitosi.<br />

L’<strong>in</strong>tensa divisione cellulare nei tessuti dell’apice radicale produce<br />

nuove cellule e determ<strong>in</strong>a la crescita della radice.<br />

La Figura 8.11B illustra <strong>un</strong>a cellula di midollo osseo umano mentre<br />

si sta dividendo. La divisione mitotica nel midollo rosso contenuto<br />

nelle ossa (<strong>in</strong> particolare costole, vertebre, sterno e ossa del bac<strong>in</strong>o)<br />

produce senza sosta nuove cellule ematiche che sostituiscono quelle<br />

vecchie. Processi simili r<strong>in</strong>novano le cellule <strong>in</strong> tutto il corpo: per<br />

esempio, le divisioni cellulari nell’epidermide sostituiscono le cellule<br />

morte che si staccano cont<strong>in</strong>uamente dalla superficie della pelle.<br />

La Figura 8.11C è la microfotografia di <strong>un</strong>’idra, <strong>un</strong> piccolo organismo<br />

pluricellulare delle pozze d’acqua dolce. L’idra si riproduce<br />

per via sessuata e anche asessuata. L’<strong>in</strong>dividuo nella microfotografia<br />

si sta riproducendo per via asessuata mediante gemmazione.<br />

Figura 8.11a La divisione delle cellule <strong>in</strong> <strong>un</strong>a radice<br />

di cipolla <strong>in</strong> crescita.<br />

La meiosi e il cross<strong>in</strong>g over<br />

8.12 i cromosomi formano<br />

coppie omologhe<br />

Tutte le cellule del corpo umano (escluse le cellule sessuali) vengono<br />

<strong>in</strong>dicate come cellule somatiche e hanno 46 cromosomi. Utilizzando<br />

<strong>un</strong> microscopio per esam<strong>in</strong>are i nostri cromosomi durante<br />

la metafase della mitosi, si nota che ciasc<strong>un</strong>o di essi (costituito da<br />

due cromatidi fratelli <strong>un</strong>iti <strong>in</strong> corrispondenza del centromero) ha<br />

158 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

LM <br />

Una gemma ha <strong>in</strong>izio come <strong>un</strong>a piccola massa di cellule <strong>in</strong> divisione<br />

che cresce su <strong>un</strong> lato del genitore. Dalla gemma si sviluppa poi<br />

<strong>un</strong>a piccola idra che si stacca dal genitore e <strong>in</strong>izia la propria vita<br />

autonoma. L’idra figlia è geneticamente identica al genitore, cioè<br />

costituisce <strong>un</strong> suo clone.<br />

Nei tre esempi illustrati (la crescita della radice, la sostituzione<br />

delle cellule e la gemmazione) le nuove cellule hanno esattamente<br />

lo stesso numero e lo stesso tipo di cromosomi delle cellule da cui<br />

derivano, grazie alle modalità con cui i cromosomi duplicati si distribuiscono<br />

nelle cellule figlie durante la mitosi. La mitosi consente<br />

a <strong>un</strong> organismo di crescere, di rigenerare e riparare i propri tessuti<br />

e di riprodursi per via asessuata formando cellule con lo stesso<br />

patrimonio genetico delle cellule orig<strong>in</strong>arie.<br />

Se esam<strong>in</strong>iamo le cellule di <strong>un</strong> qualsiasi <strong>in</strong>dividuo, vedremo<br />

che quasi tutte (con l’eccezione delle cellule sessuali) contengono<br />

lo stesso numero e lo stesso tipo di cromosomi. Allo stesso modo,<br />

le cellule di differenti <strong>in</strong>dividui appartenenti a <strong>un</strong>a medesima specie<br />

hanno tutte lo stesso numero e lo stesso tipo di cromosomi. Nel<br />

prossimo paragrafo studieremo più approfonditamente l’organizzazione<br />

e il numero dei cromosomi all’<strong>in</strong>terno della cellula.<br />

Check<br />

Se <strong>un</strong>a cellula della pelle umana con 46 cromosomi si divide per<br />

mitosi, quanti cromosomi avrà ogni cellula figlia?<br />

Figura 8.11B La divisione di<br />

<strong>un</strong>a cellula del midollo osseo.<br />

LM <br />

© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

LM <br />

Figura 8.11C La riproduzione<br />

asessuata di <strong>un</strong>’idra.<br />

<strong>un</strong> cromosoma gemello identico <strong>in</strong> l<strong>un</strong>ghezza e con il centromero<br />

nella stessa posizione (Figura 8.12). Nel complesso, <strong>un</strong>a cellula somatica<br />

umana contiene 23 di queste coppie di cromosomi; le cellule<br />

somatiche di ogni altra specie, animale e vegetale, possiedono<br />

<strong>un</strong> numero fisso e caratteristico di cromosomi, sempre presenti <strong>in</strong><br />

coppie.<br />

Quando sono trattati con speciali coloranti, i cromosomi di <strong>un</strong>a<br />

coppia mostrano <strong>in</strong>oltre <strong>un</strong>a identica sequenza di bande colorate,<br />

come evidenziato nella Figura 8.12.


© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

coppia di cromosomi<br />

omologhi<br />

cromatidi fratelli<br />

centromero<br />

Figura 8.12 Una coppia di<br />

cromosomi omologhi.<br />

i cromosomi omologhi. I due cromosomi che compongono<br />

ciasc<strong>un</strong>a coppia vengono chiamati cromosomi omologhi perché<br />

entrambi contengono i geni che controllano le stesse caratteristiche<br />

ereditarie. Se <strong>un</strong> gene che determ<strong>in</strong>a la presenza di lentigg<strong>in</strong>i<br />

è situato <strong>in</strong> <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to particolare, o locus (al plurale, loci), di <strong>un</strong><br />

cromosoma, anche il cromosoma omologo avrà <strong>un</strong>a copia del gene<br />

per le lentigg<strong>in</strong>i <strong>in</strong> quel locus. Il gene per le lentigg<strong>in</strong>i, per esempio,<br />

potrebbe trovarsi all’<strong>in</strong>terno della sottile banda arancione nei due<br />

cromosomi omologhi della figura. I due cromosomi peraltro possono<br />

avere versioni differenti dello stesso gene nel medesimo locus.<br />

Nel nostro esempio, la banda arancione del primo cromosoma<br />

8.13 i gameti hanno <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico<br />

corredo cromosomico<br />

Il possesso di due <strong>in</strong>siemi di cromosomi, ciasc<strong>un</strong>o dei quali ereditato<br />

da <strong>un</strong>o dei due genitori, è <strong>un</strong> fattore chiave nel ciclo vitale della<br />

nostra specie (Figura 8.13) e <strong>in</strong> quello di tutte le altre specie che si<br />

riproducono per via sessuata. Il numero complessivo di cromosomi<br />

rappresenta il corredo cromosomico della cellula.<br />

Una cellula con due <strong>in</strong>siemi di cromosomi omologhi è detta diploide,<br />

e il suo corredo cromosomico diploide è <strong>in</strong>dicato con il nu-<br />

aploidi (n)<br />

diploidi (n)<br />

MEIOSI<br />

ovaie<br />

gameti aploidi (n )<br />

spermatozoo<br />

(n)<br />

testicoli<br />

adulti pluricellulari diploidi (n )<br />

oocita (n)<br />

mitosi<br />

e sviluppo<br />

FECONDAZIONE<br />

zigote<br />

diploide<br />

(n )<br />

Figura 8.13 Il ciclo<br />

vitale umano.<br />

potrebbe avere il gene “lentigg<strong>in</strong>i sì” (che determ<strong>in</strong>a la comparsa<br />

di lentigg<strong>in</strong>i) mentre il cromosoma omologo potrebbe avere il gene<br />

“lentigg<strong>in</strong>i no”.<br />

i cromosomi sessuali. Delle 23 coppie di cromosomi umani,<br />

22 coppie di cromosomi (detti autosomi) sono uguali nei maschi e<br />

nelle femm<strong>in</strong>e, mentre l’ultima coppia (costituita dai cromosomi<br />

sessuali) determ<strong>in</strong>a se <strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo è maschio o femm<strong>in</strong>a. Le femm<strong>in</strong>e<br />

della specie umana hanno <strong>un</strong>a coppia di cromosomi X omologhi<br />

(XX); i maschi hanno <strong>un</strong> cromosoma X e <strong>un</strong> cromosoma Y (XY).<br />

I cromosomi X e Y hanno forma (da cui prendono il nome) e dimensioni<br />

differenti; la maggior parte dei geni presenti sul cromosoma X<br />

non ha corrispondenti sul m<strong>in</strong>uscolo cromosoma Y e quest’ultimo<br />

possiede geni che mancano sul cromosoma X.<br />

Ogni <strong>in</strong>dividuo eredita <strong>un</strong> cromosoma di ciasc<strong>un</strong>a coppia omologa<br />

dalla madre e l’altro dal padre, e questo vale sia per gli autosomi<br />

sia per i cromosomi sessuali.<br />

Check<br />

Per quale motivo le nostre cellule somatiche possiedono due copie<br />

di ciasc<strong>un</strong> cromosoma?<br />

mero 2n (detto numero diploide). Negli esseri umani il numero diploide<br />

è 46 (cioè 2n 5 46). La nostra specie è diploide perché quasi<br />

tutte le cellule del nostro organismo sono diploidi; fanno eccezione<br />

le cellule sessuali o gameti, ovvero gli oociti e gli spermatozoi.<br />

Ciasc<strong>un</strong> gamete possiede <strong>un</strong> corredo cromosomico dimezzato: 22<br />

autosomi più <strong>un</strong> cromosoma sessuale, X o Y. Una cellula di questo<br />

tipo è detta aploide. Nella specie umana il numero aploide (abbreviato<br />

n) è 23, cioè n 5 23.<br />

Nelle specie che si riproducono per via sessuata l’accoppiamento<br />

permette a <strong>un</strong>o spermatozoo aploide, di provenienza paterna, di<br />

raggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong> oocita aploide, di provenienza materna, e di fondersi<br />

con esso nel processo della fecondazione. La cellula che si forma<br />

dall’<strong>un</strong>ione dell’oocita con <strong>un</strong>o spermatozoo è detta zigote e ha <strong>un</strong><br />

corredo cromosomico diploide che deriva dalla somma di due corredi<br />

cromosomici aploidi: <strong>un</strong>o proveniente dalla madre e <strong>un</strong>o dal<br />

padre. Il ciclo vitale si completa quando dallo zigote si sviluppa <strong>un</strong><br />

adulto sessualmente maturo. Il processo di divisione mitotica assicura<br />

che tutte le cellule somatiche del corpo umano ricevano <strong>un</strong>a<br />

copia di tutti i 46 cromosomi dello zigote.<br />

Il ciclo vitale di tutte le specie a riproduzione sessuata, compresa<br />

la nostra, comporta <strong>un</strong>’alternanza di stadi diploidi e aploidi.<br />

Grazie al fatto che i gameti sono aploidi, il numero dei cromosomi<br />

non raddoppia a ogni generazione. I gameti sono prodotti da <strong>un</strong>o<br />

speciale tipo di divisione cellulare, chiamato meiosi, che ha luogo<br />

soltanto negli organi riproduttivi (le ovaie e i testicoli, negli animali).<br />

Mentre la mitosi produce cellule figlie con lo stesso numero<br />

di cromosomi della cellula madre, la meiosi determ<strong>in</strong>a il dimezzamento<br />

del numero orig<strong>in</strong>ario di cromosomi.<br />

Check<br />

Da quale organo proviene <strong>un</strong>a cellula umana<br />

che ha soltanto 23 cromosomi, di cui <strong>un</strong><br />

cromosoma Y? Come si chiama questa cellula?<br />

lezione 3 La meiosi e il cross<strong>in</strong>g over<br />

159


esplorando<br />

8.14 la meiosi riduce il numero<br />

cromosomico portandolo<br />

da diploide (2n) ad aploide (n)<br />

La meiosi è <strong>un</strong> tipo di divisione cellulare degli organismi diploidi che<br />

produce gameti aploidi. Il processo della meiosi è per molti aspetti<br />

siti del cross<strong>in</strong>g over<br />

cromatidi<br />

fratelli<br />

fuso<br />

tetrade<br />

microtubuli<br />

attaccati<br />

al c<strong>in</strong>etocore<br />

centromero<br />

(con il c<strong>in</strong>etocore)<br />

piano<br />

equatoriale<br />

160 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

simile alla mitosi. Come quest’ultima, la meiosi è preceduta da <strong>un</strong>’<strong>in</strong>terfase<br />

(che la figura non mostra), durante la quale i cromosomi si<br />

duplicano; al term<strong>in</strong>e di questa <strong>in</strong>terfase, ogni cromosoma è costituito<br />

da due cromatidi fratelli geneticamente identici, <strong>un</strong>iti tramite i<br />

centromeri. Poi seguono due divisioni cellulari consecutive, chiamate<br />

meiosi I e meiosi II; la meiosi II è essenzialmente <strong>un</strong>a mitosi, con la<br />

fondamentale differenza che <strong>in</strong>izia con <strong>un</strong>a cellula aploide.<br />

Profase I metafase I anafase I telofase I<br />

e CItodIeresI<br />

I cromosomi omologhi (<strong>in</strong> colore<br />

rosso e blu) si appaiano e i loro<br />

cromatidi si scambiano segmenti.<br />

Profase i<br />

È la fase più complessa<br />

della meiosi e solitamente<br />

richiede oltre il 90% del tempo<br />

necessario per compiere<br />

la divisione meiotica.<br />

All’<strong>in</strong>izio la cromat<strong>in</strong>a<br />

si spiralizza e i s<strong>in</strong>goli<br />

cromosomi diventano<br />

visibili al microscopio.<br />

<strong>in</strong> <strong>un</strong> processo detto<br />

s<strong>in</strong>apsi, i cromosomi<br />

omologhi, ogn<strong>un</strong>o<br />

composto da due cromatidi<br />

fratelli, si appaiano dando<br />

orig<strong>in</strong>e a strutture chiamate<br />

tetradi. Durante<br />

la s<strong>in</strong>apsi, i cromatidi<br />

dei cromosomi omologhi<br />

si scambiano segmenti <strong>in</strong> <strong>un</strong><br />

processo chiamato cross<strong>in</strong>g<br />

over. Poiché<br />

le <strong>in</strong>formazioni genetiche<br />

su ogni cromosoma (o su<br />

<strong>un</strong>o dei suoi cromatidi)<br />

possono essere diverse da<br />

quelle sul suo omologo, il<br />

cross<strong>in</strong>g over ridistribuisce<br />

queste <strong>in</strong>formazioni<br />

contribuendo alla variabilità<br />

genetica delle popolazioni a<br />

riproduzione sessuata.<br />

meiosi i: i cromosomi omologhi si separano<br />

Le coppie di omologhi si all<strong>in</strong>eano<br />

sul piano equatoriale della cellula.<br />

Mentre la profase i cont<strong>in</strong>ua,<br />

i cromosomi si condensano<br />

sempre di più e i nucleoli<br />

scompaiono. A questo p<strong>un</strong>to<br />

i centrosomi si allontanano<br />

l’<strong>un</strong>o dall’altro, e tra di essi<br />

<strong>in</strong>com<strong>in</strong>cia a formarsi il<br />

fuso. L’<strong>in</strong>volucro nucleare<br />

si frammenta e le tetradi,<br />

agganciate dai microtubuli<br />

del fuso, vengono trasc<strong>in</strong>ate<br />

verso il centro della cellula.<br />

Metafase i<br />

Le tetradi si all<strong>in</strong>eano sul<br />

piano equatoriale della<br />

cellula.<br />

ogni cromosoma<br />

è condensato e ispessito,<br />

con i cromatidi fratelli<br />

<strong>un</strong>iti <strong>in</strong> corrispondenza<br />

del centromero.<br />

i microtubuli del fuso sono<br />

attaccati ai c<strong>in</strong>etocori<br />

a livello dei centromeri.<br />

i cromosomi omologhi<br />

di ogni tetrade sono <strong>un</strong>iti<br />

a microtubuli diversi:<br />

i microtubuli del fuso<br />

attaccati a <strong>un</strong>o<br />

dei cromosomi omologhi<br />

i cromatidi fratelli<br />

rimangono <strong>un</strong>iti<br />

i cromosomi<br />

omologhi si separano<br />

Le coppie di omologhi si separano; i<br />

cromosomi migrano verso i due poli<br />

della cellula.<br />

provengono da <strong>un</strong> polo<br />

della cellula, e quelli<br />

attaccati all’altro<br />

omologo provengono<br />

dal polo opposto. Una<br />

volta raggi<strong>un</strong>ta questa<br />

disposizione, i cromosomi<br />

omologhi di ciasc<strong>un</strong>a tetrade<br />

sono pronti a migrare verso<br />

i poli opposti della cellula.<br />

anafase i<br />

i cromosomi migrano verso<br />

i due poli della cellula.<br />

A differenza della mitosi,<br />

però, i cromatidi fratelli<br />

che costituiscono ciasc<strong>un</strong><br />

cromosoma duplicato<br />

rimangono <strong>un</strong>iti a livello<br />

del centromero. Soltanto<br />

le tetradi (le coppie<br />

di cromosomi omologhi)<br />

si dividono. nel disegno<br />

si vedono tre cromosomi<br />

ancora doppi che migrano<br />

verso ciasc<strong>un</strong> polo del fuso<br />

(nell’anafase di <strong>un</strong>a mitosi,<br />

si vedrebbero <strong>in</strong>vece sei<br />

cromosomi figli migrare<br />

verso ciasc<strong>un</strong> polo).<br />

© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

solco<br />

di divisione<br />

Si formano due cellule figlie aploidi;<br />

ogni cromosoma è ancora costituito<br />

da due cromatidi fratelli.<br />

telofase i e citodieresi<br />

i cromosomi raggi<strong>un</strong>gono<br />

i poli opposti della cellula.<br />

A questo p<strong>un</strong>to ai due<br />

poli si trova <strong>un</strong> corredo<br />

cromosomico aploide,<br />

benché ogni cromosoma<br />

sia ancora costituito da due<br />

cromatidi fratelli.<br />

Generalmente, <strong>in</strong>sieme<br />

alla telofase i avviene<br />

la citodieresi, e si formano<br />

le due cellule figlie aploidi.<br />

<strong>in</strong> alc<strong>un</strong>e specie, dopo<br />

la telofase i, i cromosomi<br />

si despiralizzano, si riforma<br />

l’<strong>in</strong>volucro nucleare<br />

e, prima che <strong>in</strong>izi la meiosi ii,<br />

ha luogo <strong>un</strong> periodo<br />

di stasi. <strong>in</strong> altre specie<br />

le cellule figlie prodotte<br />

nella prima divisione<br />

meiotica <strong>in</strong>iziano<br />

immediatamente<br />

la preparazione per<br />

la seconda divisione<br />

meiotica. <strong>in</strong> entrambi<br />

i casi, tra la telofase i<br />

e l’<strong>in</strong>izio della meiosi ii<br />

non si verifica alc<strong>un</strong>a<br />

duplicazione cromosomica.


solco<br />

ione di divisione<br />

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Queste divisioni producono quattro cellule figlie (<strong>in</strong>vece delle due<br />

cellule figlie risultanti dalla mitosi), ciasc<strong>un</strong>a con <strong>un</strong> corredo cromosomico<br />

aploide. La meiosi produce qu<strong>in</strong>di cellule figlie contenenti<br />

soltanto la metà dei cromosomi della cellula madre. I disegni della<br />

figura illustrano le due divisioni meiotiche <strong>in</strong> <strong>un</strong>a cellula animale<br />

con <strong>un</strong> numero diploide pari a 6 (2n 5 6).<br />

Profase ii<br />

negli organismi <strong>in</strong> cui<br />

la meiosi i è seguita da <strong>un</strong>a<br />

stasi, i cromosomi tornano<br />

a condensarsi e durante<br />

la profase ii l’<strong>in</strong>volucro<br />

nucleare si frammenta.<br />

Durante la profase ii<br />

si forma <strong>un</strong> fuso che sposta<br />

i cromosomi verso il centro<br />

della cellula.<br />

Metafase ii<br />

i cromosomi si all<strong>in</strong>eano<br />

sul piano equatoriale<br />

della cellula (come avviene<br />

nella mitosi) con i c<strong>in</strong>etocori<br />

dei cromatidi fratelli rivolti<br />

verso i poli opposti<br />

della cellula.<br />

A causa del cross<strong>in</strong>g over,<br />

che si è verificato<br />

nella metafase i,<br />

i due cromatidi fratelli<br />

di ciasc<strong>un</strong> cromosoma<br />

non sono identici.<br />

La meiosi<br />

Meiosis<br />

meiosi ii: i cromatidi fratelli si separano<br />

Check<br />

Una cellula presenta <strong>un</strong> numero aploide<br />

(n) di cromosomi, ma ciasc<strong>un</strong>o di essi<br />

consiste di due cromatidi; i cromosomi<br />

sono disposti al centro del fuso. In<br />

quale stadio della meiosi si trova la cellula?<br />

Profase II metafase II anafase II telofase II<br />

e CItodIeresI<br />

Nel corso di <strong>un</strong>a nuova divisione cellulare, i cromatidi fratelli<br />

alla f<strong>in</strong>e si separano; si formano così quattro cellule figlie,<br />

ogn<strong>un</strong>a con <strong>un</strong> corredo cromosomico aploide.<br />

i cromatidi i cromatidi fratelli i cromatidi fratelli i cromatidi formazione fratelli formazione fratelli di quattro formazione di quattro formazione di quattro di quattro<br />

si separano si separano si separano si separano cellule figlie cellule aploidi figlie cellule aploidi figlie cellule aploidi figlie aploidi<br />

anafase ii<br />

i centromeri dei cromatidi<br />

fratelli si separano;<br />

i cromatidi fratelli di ogni<br />

coppia si spostano verso poli<br />

opposti della cellula.<br />

telofase ii e citodieresi<br />

nella telofase ii ai poli<br />

opposti della cellula<br />

si riformano i nuclei<br />

con le loro membrane<br />

e, nello stesso tempo,<br />

si verifica la citodieresi.<br />

Al term<strong>in</strong>e del processo vi<br />

sono quattro cellule figlie,<br />

geneticamente diverse<br />

l’<strong>un</strong>a dall’altra, ogn<strong>un</strong>a con<br />

<strong>un</strong> corredo cromosomico<br />

aploide.<br />

lezione 3 La meiosi e il cross<strong>in</strong>g over<br />

161


8.15 Mitosi e meiosi: due processi<br />

che presentano importanti<br />

analogie e differenze<br />

Nei paragrafi precedenti abbiamo esam<strong>in</strong>ato le due modalità di divisione<br />

delle cellule eucariote.<br />

1. La mitosi (che provvede alla crescita dell’organismo, alla riparazione<br />

dei tessuti e alla riproduzione asessuata) produce cellule<br />

figlie geneticamente identiche alla cellula madre.<br />

2. La meiosi, necessaria per la riproduzione sessuata, produce <strong>in</strong>vece<br />

cellule figlie aploidi, ossia contenenti <strong>un</strong> solo cromosoma<br />

per ogni coppia di omologhi.<br />

Tanto nella mitosi quanto nella meiosi, i cromosomi si duplicano<br />

<strong>un</strong>a sola volta, nell’<strong>in</strong>terfase che precede la divisione. La mitosi prevede<br />

<strong>un</strong>a sola divisione del nucleo ed è generalmente accompagnata<br />

da citodieresi, dando così orig<strong>in</strong>e a due cellule identiche. La meiosi<br />

comporta due divisioni del nucleo e del citoplasma, e produce<br />

qu<strong>in</strong>di quattro cellule aploidi.<br />

La Figura 8.15 mette a confronto la mitosi e la meiosi a partire<br />

da <strong>un</strong>a cellula madre diploide con quattro cromosomi (2n 5 4). I<br />

profase<br />

cromosoma duplicato<br />

(due cromatidi fratelli)<br />

metafase<br />

anafase<br />

telofase<br />

n<br />

duplicazione<br />

dei cromosomi<br />

cromosomi omologhi si riconoscono perché hanno uguali dimensioni.<br />

Tutti gli eventi dist<strong>in</strong>tivi della meiosi avvengono durante la meiosi<br />

I. Nella profase I, i cromosomi omologhi duplicati si appaiano<br />

formando le tetradi, costituite da quattro cromatidi <strong>un</strong>iti a coppie<br />

a livello del centromero; tra cromatidi omologhi (non fratelli) avviene<br />

il cross<strong>in</strong>g over. Nella metafase I, le tetradi (non i s<strong>in</strong>goli cromosomi)<br />

si all<strong>in</strong>eano sul piano equatoriale della cellula. Durante<br />

l’anafase I, le coppie di cromosomi omologhi si separano ma i cromatidi<br />

fratelli di ciasc<strong>un</strong> cromosoma restano <strong>un</strong>iti. Alla f<strong>in</strong>e della<br />

meiosi I si formano, di conseguenza, due cellule aploidi, nelle quali<br />

ciasc<strong>un</strong> cromosoma è ancora costituito da due cromatidi fratelli.<br />

La meiosi II è pressoché identica a <strong>un</strong>a mitosi e separa i cromatidi<br />

fratelli. Diversamente dalla mitosi, però, ciasc<strong>un</strong>a cellula figlia prodotta<br />

dalla meiosi II possiede <strong>un</strong> corredo cromosomico aploide (n).<br />

Mitosis-meiosis<br />

comparison<br />

MITOSI MEIOSI<br />

cellule prodotte<br />

con la mitosi<br />

Figura 8.15 Confronto tra mitosi e meiosi.<br />

i cromosomi<br />

si all<strong>in</strong>eano<br />

sul piano equatoriale<br />

durante l’anafase<br />

i cromatidi fratelli<br />

si separano<br />

n<br />

cellula madre<br />

(prima della duplicazione<br />

dei cromosomi)<br />

n <br />

162 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

duplicazione<br />

dei cromosomi<br />

le tetradi<br />

si all<strong>in</strong>eano<br />

sul piano equatoriale<br />

durante l’anafase I<br />

i cromosomi omologhi<br />

si separano<br />

ma i cromatidi<br />

fratelli rimangono<br />

<strong>un</strong>iti<br />

sito del<br />

cross<strong>in</strong>g over<br />

cellule figlie<br />

prodotte<br />

con la meiosi I<br />

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Check<br />

In che modo la mitosi conserva<br />

il numero di cromosomi<br />

della cellula di partenza (2n),<br />

mentre la meiosi lo riduce da<br />

diploide (2n) ad aploide (n)?<br />

non avvengono altre<br />

duplicazioni<br />

cromosomiche;<br />

durante<br />

l’anafase II<br />

i cromatidi fratelli n<br />

n n n<br />

si separano cellule figlie prodotte con la meiosi II<br />

MEIOSI I<br />

profase I<br />

tetrade formata<br />

<strong>in</strong> seguito alla s<strong>in</strong>apsi<br />

dei cromosomi omologhi<br />

metafase II<br />

anafase I<br />

telofase I<br />

aploide<br />

n <br />

MEIOSI II


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8.16 la variabilità genetica della prole<br />

dipende dalla disposizione<br />

dei cromosomi nella meiosi<br />

e dalla casualità della fecondazione<br />

Come abbiamo visto nel paragrafo 8.1, i figli generati con la riproduzione<br />

sessuata presentano <strong>un</strong>’ampia variabilità perché sono geneticamente<br />

diversi dai genitori e tra loro. Questa variabilità genetica<br />

dipende da alc<strong>un</strong>i fenomeni che si verificano durante la meiosi<br />

e la fecondazione ed è la materia prima su cui opera la selezione<br />

naturale, il processo alla base dell’evoluzione dei viventi.<br />

La Figura 8.16 illustra <strong>un</strong>o dei meccanismi con cui la meiosi contribuisce<br />

all’<strong>in</strong>sorgere delle differenze genetiche nei gameti, le cellule<br />

sessuali. La disposizione delle coppie di cromosomi omologhi<br />

nella metafase I <strong>in</strong>fluisce <strong>in</strong>fatti sul tipo di gameti risultanti. Nella<br />

figura sono utilizzati colori diversi per dist<strong>in</strong>guere i cromosomi di<br />

provenienza materna (<strong>in</strong> rosso) e paterna (<strong>in</strong> azzurro). I colori evidenziano<br />

<strong>un</strong> aspetto importante: ciasc<strong>un</strong> cromosoma di orig<strong>in</strong>e<br />

materna è diverso geneticamente dal suo omologo di orig<strong>in</strong>e paterna<br />

(anche se al microscopio appaiono uguali). In effetti ogni cromosoma<br />

di orig<strong>in</strong>e materna contiene versioni diverse dei geni che<br />

codificano per lo stesso carattere presenti sul cromosoma omologo<br />

di orig<strong>in</strong>e paterna.<br />

la casualità della disposizione dei cromosomi. La disposizione<br />

delle coppie dei cromosomi omologhi (tetradi) nella metafase<br />

I è casuale, come l’esito del lancio di <strong>un</strong>a moneta. Esiste, di<br />

conseguenza, il 50% di probabilità che <strong>un</strong>a particolare cellula figlia<br />

riceva il cromosoma materno (rosso) di <strong>un</strong>a certa coppia omologa<br />

e il 50% che riceva il cromosoma paterno (azzurro). Nel nostro<br />

esempio, durante la metafase I le tetradi possono all<strong>in</strong>earsi <strong>in</strong> due<br />

modi diversi: nel primo caso (a s<strong>in</strong>istra nella figura), le tetradi sono<br />

disposte con entrambi i cromosomi rossi sullo stesso lato del<br />

piano equatoriale; qu<strong>in</strong>di i gameti prodotti possono avere soltanto<br />

cromosomi rossi oppure soltanto cromosomi azzurri (comb<strong>in</strong>azioni<br />

1 e 2).<br />

Nel secondo caso (a destra), le tetradi<br />

sono disposte <strong>in</strong> modo diverso, con <strong>un</strong> cromosoma<br />

rosso e <strong>un</strong>o azzurro su ogni lato<br />

del piano equatoriale. Questa disposizione<br />

produce gameti che hanno <strong>un</strong> cromosoma<br />

rosso e <strong>un</strong>o azzurro ciasc<strong>un</strong>o. Inoltre, metà<br />

dei gameti riceverà <strong>un</strong> cromosoma grande<br />

azzurro e <strong>un</strong>o piccolo rosso (comb<strong>in</strong>azione<br />

3), e metà ne riceverà <strong>un</strong>o grande rosso<br />

e <strong>un</strong>o piccolo azzurro (comb<strong>in</strong>azione 4).<br />

Questo esempio mostra d<strong>un</strong>que che, partendo<br />

da <strong>un</strong>a cellula con numero diploide 4<br />

(2n 5 4), nei gameti sono possibili quattro<br />

comb<strong>in</strong>azioni di cromosomi; l’organismo<br />

produce gameti dei quattro tipi <strong>in</strong> quantità<br />

sostanzialmente uguali perché ogni coppia<br />

di cromosomi omologhi nella metafase I si<br />

dispone sul piano equatoriale <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>dipendente<br />

dall’altra coppia.<br />

In <strong>un</strong>a specie come la nostra, che possiede<br />

23 coppie di cromosomi, durante la<br />

metafase I tutte le coppie si orientano <strong>in</strong>-<br />

dipendentemente, anche i cromosomi X e Y, che si comportano <strong>in</strong>fatti<br />

come <strong>un</strong>a coppia di omologhi (perché le regioni omologhe che<br />

hanno <strong>in</strong> com<strong>un</strong>e, per quanto limitate, sono sufficientemente ampie<br />

da garantire l’appaiamento).<br />

In tutte le specie, il numero totale di comb<strong>in</strong>azioni di cromosomi<br />

che la meiosi può produrre nei gameti è 2 n , dove n corrisponde al<br />

numero aploide. Nell’esempio della figura, n 5 2; qu<strong>in</strong>di il numero<br />

delle comb<strong>in</strong>azioni cromosomiche è 2 2 , cioè 4. Per <strong>un</strong> essere umano<br />

(n 5 23) esistono 2 23 (circa 8 milioni) di possibili comb<strong>in</strong>azioni<br />

cromosomiche.<br />

la variabilità prodotta dalla fecondazione. La variabilità<br />

aumenta ulteriormente quando i due gameti aploidi si <strong>un</strong>iscono<br />

durante la fecondazione. Negli esseri umani le comb<strong>in</strong>azioni<br />

cromosomiche possibili quando <strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo spermatozoo si<br />

<strong>un</strong>isce con <strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo oocita sono circa 64 000 miliardi; <strong>in</strong>fatti,<br />

ogni gamete contiene <strong>un</strong>a delle 8 milioni (8 3 10 6 ) di comb<strong>in</strong>azioni<br />

possibili e dalla fecondazione di due gameti si otterranno<br />

qu<strong>in</strong>di (8 3 10 6 ) 3 (8 3 10 6 ) comb<strong>in</strong>azioni possibili nello zigote.<br />

Sebbene la natura casuale della fecondazione garantisca <strong>un</strong>’enorme<br />

variabilità potenziale alla prole derivante dalla riproduzione<br />

sessuata, la variabilità prodotta dalla meiosi è ancora maggiore,<br />

come vedremo nei prossimi paragrafi.<br />

Check<br />

Quante comb<strong>in</strong>azioni cromosomiche sono possibili per i gameti<br />

prodotti dalla meiosi <strong>in</strong> <strong>un</strong>a specie con numero diploide 10?<br />

caso caso <br />

due configurazioni<br />

cromosomiche ugualmente probabili<br />

(metafase I)<br />

metafase II<br />

gameti<br />

comb<strong>in</strong>azione comb<strong>in</strong>azione comb<strong>in</strong>azione comb<strong>in</strong>azione <br />

Figura 8.16 Il risultato della disposizione casuale dei cromosomi nella metafase I.<br />

lezione 3 La meiosi e il cross<strong>in</strong>g over<br />

163


8.17 Sui cromosomi omologhi<br />

si trovano versioni diverse<br />

dello stesso gene<br />

F<strong>in</strong>ora ci siamo concentrati sulla variabilità genetica che caratterizza<br />

i gameti e gli zigoti a livello dell’<strong>in</strong>tero cromosoma. Ora ci<br />

soffermeremo <strong>in</strong>vece sui geni, cioè sull’<strong>in</strong>formazione genetica vera<br />

e propria contenuta nei cromosomi dei gameti e degli zigoti. In<br />

particolare, cercheremo di capire che cosa comporta, a livello dei<br />

geni, la disposizione casuale e <strong>in</strong>dipendente dei cromosomi durante<br />

la metafase I.<br />

Consideriamo, per semplicità, <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>gola tetrade (Figura<br />

8.17a). Le lettere sui cromosomi omologhi rappresentano s<strong>in</strong>goli<br />

geni. Nel paragrafo 8.12 abbiamo visto che i cromosomi omologhi<br />

contengono nello stesso locus geni che codificano per lo stesso carattere.<br />

Il nostro esempio riguarda due ipotetici geni che controllano<br />

l’aspetto fisico dei topi. C e c sono diverse versioni di <strong>un</strong> gene<br />

che determ<strong>in</strong>a il colore del pelo; E ed e sono le differenti versioni di<br />

<strong>un</strong> altro gene che codifica per il colore degli occhi. Come vedremo<br />

nelle prossime <strong>un</strong>ità, le versioni alternative di <strong>un</strong> gene, chiamate<br />

alleli, contengono sequenze leggermente diverse dei nucleotidi del<br />

DNA.<br />

geni per il<br />

colore del pelo<br />

geni per il<br />

colore degli occhi<br />

marrone nero<br />

C E<br />

c e<br />

bianco rosa<br />

tetrade nella cellula madre<br />

(coppia di cromosomi<br />

omologhi duplicati)<br />

meiosi<br />

C<br />

C<br />

c<br />

c<br />

cromosomi<br />

nei gameti<br />

Figura 8.17a L’<strong>in</strong>formazione genetica può essere diversa<br />

su cromosomi omologhi.<br />

8.18 il cross<strong>in</strong>g over aumenta<br />

ulteriormente la variabilità<br />

genetica<br />

Con il term<strong>in</strong>e cross<strong>in</strong>g over <strong>in</strong>dichiamo lo scambio di segmenti<br />

corrispondenti tra due cromosomi omologhi. La microfotografia e<br />

il disegno della Figura 8.18a illustrano il cross<strong>in</strong>g over che si verifica<br />

tra due cromosomi omologhi durante la profase I della meiosi.<br />

In questo stadio, i cromosomi formano <strong>un</strong>a tetrade composta da<br />

quattro cromatidi, nella quale i due cromatidi di <strong>un</strong>o stesso cromosoma<br />

sono attaccati a livello del centromero. I siti <strong>in</strong> cui ha luogo il<br />

cross<strong>in</strong>g over appaiono come regioni a forma di X al microscopio,<br />

e sono chiamati chiasmi (dal greco khiasmós “a croce”). Un chiasma<br />

è <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>in</strong> cui due cromatidi omologhi (non fratelli) aderiscono<br />

l’<strong>un</strong>o all’altro.<br />

164 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

E<br />

E<br />

e<br />

e<br />

pelo marrone (C ); occhi neri (E) pelo bianco (c ); occhi rosa (e)<br />

Figura 8.17B Topi con diversa colorazione del pelo e degli occhi.<br />

Supponiamo che C rappresenti il gene responsabile della colorazione<br />

marrone del topo a s<strong>in</strong>istra nella Figura 8.17B e che c rappresenti<br />

il gene che determ<strong>in</strong>a la colorazione bianca (il topo a destra). Nello<br />

schema della Figura 8.17A potete osservare che C e c si trovano<br />

nello stesso locus, rispettivamente sul cromosoma rosso e sul suo<br />

omologo azzurro. Allo stesso modo, il gene E (per gli occhi neri) è<br />

situato nel medesimo locus di e (occhi rosa).<br />

Il fatto che cromosomi omologhi possano essere portatori di <strong>in</strong>formazioni<br />

genetiche diverse per la stessa caratteristica (per esempio<br />

il colore del pelo) rende i gameti diversi gli <strong>un</strong>i dagli altri. Nel<br />

nostro esempio, <strong>un</strong> gamete con <strong>un</strong> cromosoma rosso avrà i geni che<br />

codificano per il colore marrone del pelo e per gli occhi neri, mentre<br />

<strong>un</strong> gamete con il cromosoma omologo azzurro avrà i geni per il<br />

colore bianco del pelo e per gli occhi rosa. Una tetrade (della quale<br />

nell’esempio abbiamo considerato soltanto i geni che determ<strong>in</strong>ano<br />

due caratteristiche) può qu<strong>in</strong>di produrre due tipi di gameti geneticamente<br />

diversi. Nel prossimo paragrafo faremo <strong>un</strong> passo avanti<br />

e vedremo come la stessa tetrade possa <strong>in</strong> realtà portare a quattro<br />

tipi di gameti.<br />

Check<br />

Qual è la coppia di cromosomi omologhi e quali sono i cromatidi<br />

fratelli nella tetrade della Figura 8.17A?<br />

chiasma, p<strong>un</strong>to <strong>in</strong> cui<br />

avviene il cross<strong>in</strong>g over<br />

centromero<br />

Figura 8.18a La formazione di chiasmi durante la meiosi.<br />

TEM<br />

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Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia


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le tappe del cross<strong>in</strong>g over. La Figura 8.18B fa riferimento agli<br />

stessi geni del topo considerati nel paragrafo precedente per dimostrare<br />

come il cross<strong>in</strong>g over possa produrre nuove comb<strong>in</strong>azioni di<br />

geni. Il cross<strong>in</strong>g over <strong>in</strong>izia molto presto nella profase I della meiosi,<br />

<strong>in</strong> <strong>un</strong>o stadio <strong>in</strong> cui i cromosomi omologhi sono strettamente appaiati<br />

nel senso della l<strong>un</strong>ghezza e ciasc<strong>un</strong> gene su <strong>un</strong> cromosoma è<br />

precisamente all<strong>in</strong>eato con il gene corrispondente sullo stesso locus<br />

del suo omologo. Nella parte alta della figura è schematizzata<br />

<strong>un</strong>a tetrade sulla quale sono <strong>in</strong>dicati i geni per il colore del pelo (C,<br />

c) e quelli per il colore degli occhi (E, e).<br />

1 Due cromatidi non fratelli (<strong>un</strong>o di orig<strong>in</strong>e materna, rosso, e <strong>un</strong>o<br />

di orig<strong>in</strong>e paterna, azzurro) si spezzano nello stesso p<strong>un</strong>to;<br />

2 i due cromatidi spezzati si risaldano immediatamente formando<br />

<strong>un</strong> chiasma e scambiandosi i segmenti (il rosso con l’azzurro<br />

e l’azzurro con il rosso);<br />

3 quando i cromosomi omologhi si separano nel corso dell’anafase<br />

I, ciasc<strong>un</strong>o di essi contiene <strong>un</strong> nuovo segmento proveniente dal<br />

suo omologo e rappresenta perciò <strong>un</strong> cromosoma ibrido (rosso/<br />

azzurro e azzurro/rosso) con nuove comb<strong>in</strong>azioni di geni materni<br />

e paterni;<br />

4 <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nella meiosi II, i cromatidi fratelli si separano, dirigendosi<br />

ogn<strong>un</strong>o <strong>in</strong> <strong>un</strong> gamete diverso.<br />

In questo esempio, se non fosse avvenuto <strong>un</strong> cross<strong>in</strong>g over, la meiosi<br />

avrebbe potuto produrre soltanto due tipi di gameti diversi: gameti<br />

portatori dei geni C ed E, oppure gameti con i geni c ed e (gli<br />

stessi due tipi di gameti che abbiamo visto nella Figura 8.17A). Dal<br />

processo di cross<strong>in</strong>g over possono <strong>in</strong>vece derivare altri due tipi di<br />

gameti: <strong>un</strong>o di questi contiene i geni C ed e, e l’altro i geni c ed E.<br />

I cromosomi con comb<strong>in</strong>azioni di geni prodotte dal cross<strong>in</strong>g over<br />

sono chiamati ricomb<strong>in</strong>anti, perché risultano dalla ricomb<strong>in</strong>azione<br />

genetica, cioè la produzione di comb<strong>in</strong>azioni di geni diverse da<br />

quelle presenti sui cromosomi dei genitori.<br />

Nel nostro esempio abbiamo considerato soltanto due geni ma nella<br />

realtà i segmenti scambiati tra cromatidi portano numerosi geni: ogni<br />

evento di cross<strong>in</strong>g over, perciò, ha effetto su molti geni. Inoltre, bisogna<br />

pensare che nelle specie come la nostra nel corso di <strong>un</strong>a meiosi avvengono<br />

<strong>in</strong> media da <strong>un</strong>o a tre eventi di cross<strong>in</strong>g over per ogni coppia di<br />

cromosomi. Qu<strong>in</strong>di, se esam<strong>in</strong>assimo <strong>un</strong> cromosoma di <strong>un</strong>o dei nostri<br />

gameti, molto probabilmente scopriremmo che non è esattamente<br />

identico a ness<strong>un</strong>o dei cromosomi presenti nelle altre nostre cellule.<br />

le fonti della variabilità genetica. Abbiamo d<strong>un</strong>que preso<br />

<strong>in</strong> esame tre importanti processi che generano la variabilità genetica<br />

nella riproduzione sessuata: la disposizione casuale dei cromosomi<br />

nel corso della metafase I, la casualità della fecondazione e il<br />

cross<strong>in</strong>g over durante la profase I della meiosi. Un’ulteriore fonte di<br />

variabilità, come vedremo nell’<strong>un</strong>ità 10, è rappresentata dalle mutazioni,<br />

cioè dai rari cambiamenti che avvengono nel DNA dei geni.<br />

F<strong>in</strong>o a questo p<strong>un</strong>to, il nostro esame della meiosi si è concentrato<br />

sul processo nel suo svolgimento normale e “corretto”. Nei prossimi<br />

paragrafi prenderemo <strong>in</strong> considerazione alc<strong>un</strong>e conseguenze<br />

degli errori che possono verificarsi nel corso della meiosi.<br />

Attività<br />

Le orig<strong>in</strong>i della variabilità<br />

genetica<br />

geni per il<br />

colore del pelo<br />

geni per il<br />

colore degli occhi<br />

C E<br />

c e<br />

C E<br />

c e<br />

C E<br />

c e<br />

C E<br />

C e<br />

c E<br />

c e<br />

C E<br />

C e<br />

c E<br />

c e<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

tetrade<br />

(coppia di cromosomi<br />

omologhi)<br />

i cromatidi omologhi si spezzano<br />

i cromatidi omologhi si saldano nuovamente<br />

chiasma<br />

i cromosomi omologhi si separano<br />

(anafase I)<br />

i cromosomi si separano<br />

(anafase II)<br />

e la meiosi si completa<br />

cromosoma parentale<br />

cromosoma ricomb<strong>in</strong>ante<br />

cromosoma ricomb<strong>in</strong>ante<br />

cromosoma parentale<br />

gameti di quattro tipi genetici diversi<br />

Figura 8.18B Il cross<strong>in</strong>g over è <strong>un</strong> meccanismo che causa<br />

la ricomb<strong>in</strong>azione genetica.<br />

Check<br />

In che modo il cross<strong>in</strong>g over e la disposizione casuale dei cromosomi<br />

omologhi <strong>in</strong>fluiscono sulla variabilità genetica osservata tra i<br />

gameti prodotti dalla meiosi?<br />

lezione 3 La meiosi e il cross<strong>in</strong>g over<br />

165


Lezione<br />

4<br />

Le alterazioni del numero e della struttura dei cromosomi<br />

8.19 il cariotipo è la ricostruzione<br />

fotografica del corredo<br />

cromosomico di <strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo<br />

Quando nella meiosi si verificano errori, i gameti che si formano<br />

possono contenere <strong>un</strong> numero sbagliato di cromosomi o presentare<br />

gravi alterazioni strutturali. Gameti di questo tipo possono com<strong>un</strong>que<br />

partecipare alla fecondazione dando però luogo a discendenti<br />

con anomalie cromosomiche. Queste condizioni possono<br />

facilmente essere scoperte preparando <strong>un</strong> cariotipo, ovvero fotografando<br />

i s<strong>in</strong>goli cromosomi al microscopio durante la metafase<br />

della mitosi e qu<strong>in</strong>di disponendo le immag<strong>in</strong>i ottenute <strong>in</strong> modo ord<strong>in</strong>ato<br />

<strong>in</strong> base alle dimensioni e alla forma.<br />

Per realizzare il cariotipo di <strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo i biologi utilizzano<br />

di solito il DNA estratto dai l<strong>in</strong>fociti (<strong>un</strong> tipo particolare di globuli<br />

bianchi). Un <strong>campione</strong> di sangue viene trattato con <strong>un</strong>a sostanza<br />

chimica che stimola la mitosi. Dopo essere state coltivate <strong>in</strong> laboratorio<br />

per diversi giorni, le cellule vengono trattate con <strong>un</strong>’altra so-<br />

<strong>campione</strong><br />

di sangue<br />

plasma<br />

centrifuga<br />

1 Il <strong>campione</strong> di sangue<br />

viene centrifugato per separare<br />

le cellule ematiche<br />

dalla parte fluida.<br />

globuli rossi<br />

e globuli bianchi<br />

si separano dal plasma<br />

4 Il vetr<strong>in</strong>o viene esam<strong>in</strong>ato<br />

con <strong>un</strong> microscopio cui è collegata<br />

<strong>un</strong>a macch<strong>in</strong>a fotografica digitale.<br />

La fotografia di ogn<strong>un</strong>o dei cromosomi<br />

viene <strong>in</strong>serita nel computer; <strong>un</strong> programma ord<strong>in</strong>a<br />

i cromosomi <strong>in</strong> base alla dimensione e alla forma.<br />

soluzione<br />

ipotonica<br />

2 Il plasma viene elim<strong>in</strong>ato<br />

e le cellule vengono immerse<br />

<strong>in</strong> <strong>un</strong>a soluzione ipotonica.<br />

Questo provoca la lisi dei globuli rossi.<br />

I globuli bianchi, <strong>in</strong>vece, si gonfiano<br />

senza rompersi, e i loro cromosomi<br />

si separano.<br />

centromero<br />

cromatidi<br />

fratelli<br />

stanza chimica che blocca la mitosi alla metafase, lo stadio <strong>in</strong> cui i<br />

cromosomi (ciasc<strong>un</strong>o costituito da due cromatidi fratelli <strong>un</strong>iti a livello<br />

del centromero) sono maggiormente condensati (Figura 8.19).<br />

Al passaggio 5 della figura potete vedere il cariotipo di <strong>un</strong> essere<br />

umano sano di sesso maschile: i 46 cromosomi di <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>gola cellula<br />

diploide sono disposti <strong>in</strong> 23 coppie omologhe (gli autosomi numerati<br />

da 1 a 22, più <strong>un</strong>a coppia di cromosomi sessuali, <strong>in</strong> questo<br />

caso X e Y). I cromosomi sono stati colorati <strong>in</strong> modo da evidenziare<br />

il bandeggio su cui i biologi si basano per dist<strong>in</strong>guere le diverse<br />

coppie cromosomiche e rilevarne le eventuali anomalie strutturali.<br />

Una delle più note alterazioni del numero dei cromosomi è la trisomia<br />

del cromosoma 21, cioè la presenza di tre cromosomi 21, <strong>un</strong>a<br />

condizione di cui parleremo nel prossimo paragrafo.<br />

coppia<br />

di cromosomi omologhi<br />

Figura 8.19 La preparazione di <strong>un</strong> cariotipo a partire da <strong>un</strong> <strong>campione</strong> di sangue.<br />

166 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

Research method<br />

Prepar<strong>in</strong>g a karyotype<br />

globuli<br />

bianchi<br />

fissatore<br />

Check<br />

Confrontando il cariotipo della<br />

Figura 8.19 con quello di <strong>un</strong>a<br />

donna sana, quale differenza<br />

noteresti?<br />

colorante<br />

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3 Con <strong>un</strong>a seconda centrifugazione<br />

si separano i globuli bianchi<br />

dal fluido rimanente, che viene elim<strong>in</strong>ato<br />

<strong>in</strong>sieme ai resti dei globuli rossi.<br />

Viene qu<strong>in</strong>di aggi<strong>un</strong>to <strong>un</strong> fissatore<br />

e si prepara il vetr<strong>in</strong>o.<br />

5 Si ottiene <strong>un</strong>a rappresentazione ord<strong>in</strong>ata<br />

dei cromosomi che costituisce il cariotipo.<br />

I cromosomi rappresentati comprendono<br />

coppie di autosomi e cromosomi sessuali, X e Y.<br />

Ogn<strong>un</strong>o dei cromosomi comprende due cromatidi<br />

fratelli molto vic<strong>in</strong>i l’<strong>un</strong>o all’altro.


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collegamento salute<br />

8.20 Una copia <strong>in</strong> più del cromosoma 21<br />

causa la s<strong>in</strong>drome di down<br />

La Figura 8.19 illustra <strong>un</strong> cariotipo umano normale, con 23 coppie<br />

di cromosomi. Il cariotipo della Figura 8.20a, <strong>in</strong>vece, è diverso: vi<br />

sono <strong>in</strong>fatti tre cromosomi 21, <strong>un</strong>a condizione <strong>in</strong>dicata come trisomia<br />

21.<br />

Nella maggior parte dei casi, <strong>un</strong> embrione umano con <strong>un</strong> numero<br />

sbagliato di cromosomi viene abortito spontaneamente molto<br />

prima della nascita. Alc<strong>un</strong>e anomalie nel numero di cromosomi,<br />

però, compresa la trisomia 21, sembrano non avere effetti letali e<br />

consentono la nascita e la sopravvivenza degli <strong>in</strong>dividui che ne sono<br />

portatori. Questi <strong>in</strong>dividui, di solito, manifestano <strong>un</strong>a serie di s<strong>in</strong>tomi<br />

caratteristici <strong>in</strong>dicati, nel complesso, come s<strong>in</strong>drome. Una persona<br />

con <strong>un</strong>a copia <strong>in</strong> più del cromosoma 21, per esempio, presenta<br />

<strong>un</strong>a condizione chiamata s<strong>in</strong>drome di Down (dal nome di John<br />

Langdon Down, il medico che per primo la descrisse nel 1866).<br />

la trisomia 21. La trisomia 21 è <strong>un</strong>a delle più com<strong>un</strong>i alterazioni<br />

del numero cromosomico e <strong>in</strong>teressa circa <strong>un</strong> bamb<strong>in</strong>o su 700 nati<br />

vivi. Il cromosoma 21 è <strong>un</strong>o dei nostri cromosomi più piccoli; tuttavia<br />

la presenza di <strong>un</strong>a copia <strong>in</strong> più di questo cromosoma determ<strong>in</strong>a<br />

numerosi effetti sull’aspetto dell’<strong>in</strong>dividuo portatore (Figura 8.20B).<br />

La s<strong>in</strong>drome di Down è accompagnata da tratti caratteristici: volto<br />

arrotondato, occhi leggermente “a mandorla”, setto nasale appiattito<br />

e denti piccoli e irregolari; chi è affetto da trisomia 21 di solito è<br />

anche basso di statura, può presentare difetti cardiaci e particolare<br />

predisposizione a <strong>in</strong>fezioni dell’apparato respiratorio, alla leucemia<br />

e al morbo di Alzheimer. Generalmente questi <strong>in</strong>dividui hanno<br />

<strong>un</strong>’aspettativa di vita più bassa della media e presentano <strong>un</strong> ritardo<br />

mentale di livello più o meno grave. Se seguite f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>fanzia, però,<br />

le persone con s<strong>in</strong>drome di Down possono vivere f<strong>in</strong>o alla mezza<br />

età, o anche più a l<strong>un</strong>go, e svolgere <strong>un</strong>a vita normale <strong>in</strong>tegrandosi<br />

nella società. Anche se la maggior parte delle persone con trisomia<br />

21 non completa pienamente lo sviluppo sessuale e risulta sterile,<br />

sono noti vari casi di donne con s<strong>in</strong>drome di Down che hanno avuto<br />

figli. Poiché metà degli oociti prodotti da <strong>un</strong>a donna con la s<strong>in</strong>drome<br />

di Down possiede <strong>un</strong> cromosoma 21 <strong>in</strong> più, la probabilità che<br />

la s<strong>in</strong>drome sia trasmessa ai figli è del 50%.<br />

l’<strong>in</strong>cidenza della trisomia 21. L’<strong>in</strong>cidenza della s<strong>in</strong>drome di<br />

Down nella prole di genitori sani aumenta <strong>in</strong> modo evidente con<br />

Figura 8.20B Una bamb<strong>in</strong>a affetta<br />

da s<strong>in</strong>drome di Down.<br />

Figura 8.20a Il cariotipo di <strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo con trisomia 21<br />

(s<strong>in</strong>drome di Down).<br />

l’età della madre (Figura 8.20C). La s<strong>in</strong>drome di Down colpisce meno<br />

dello 0,05% dei bamb<strong>in</strong>i (meno di 1 su 2000) nati da donne di<br />

età <strong>in</strong>feriore ai trent’anni. Il rischio sale all’1% circa (10 bamb<strong>in</strong>i su<br />

1000) nelle donne di quarant’anni ed è ancora maggiore per quelle<br />

più anziane. A causa di questo rischio relativamente alto, le donne<br />

<strong>in</strong> gravidanza di età superiore ai 35 anni sono <strong>in</strong>vitate a sottoporsi a<br />

esami di laboratorio utili per rilevare la presenza della trisomia 21 e<br />

di altre importanti anomalie cromosomiche (vedi paragrafo 9.10).<br />

Ricerca e condividi<br />

L’associazione tra s<strong>in</strong>drome di Down e malattie come la leucemia<br />

e l’Alzheimer è dovuta al fatto che alc<strong>un</strong>i geni legati a queste malattie<br />

sono presenti sul cromosoma 21. i biologi stanno svolgendo<br />

ricerche per scoprire quali sono le altre caratteristiche correlate<br />

ai geni del cromosoma 21. Cerca <strong>in</strong>formazioni su questo argomento<br />

e scopri quali sono le nostre attuali conoscenze relative<br />

all’espressione dei geni del cromosoma 21.<br />

Neonati con s<strong>in</strong>drome di Down<br />

(su nati)<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Età della madre<br />

Figura 8.20C La correlazione tra l’età della madre e l’<strong>in</strong>cidenza<br />

della s<strong>in</strong>drome di Down.<br />

lezione 4 Le alterazioni del numero e della struttura dei cromosomi<br />

5000<br />

167


8.21 Un numero errato di cromosomi<br />

può dipendere dalla mancata<br />

disgi<strong>un</strong>zione degli omologhi<br />

nella meiosi<br />

Nel corso della vita di <strong>un</strong> essere umano, la meiosi si verifica ripetutamente,<br />

ogni volta che i testicoli o le ovaie producono i gameti.<br />

Quasi sempre il fuso meiotico ripartisce i cromosomi tra le cellule<br />

figlie senza commettere errori; qualche volta, però, può verificarsi<br />

<strong>un</strong>a non disgi<strong>un</strong>zione, cioè la mancata separazione dei cromosomi<br />

omologhi o dei cromatidi.<br />

Gli effetti della non disgi<strong>un</strong>zione. Le Figure 8.21a e B illustrano<br />

due casi <strong>in</strong> cui può verificarsi la non disgi<strong>un</strong>zione. In entrambe<br />

le figure, la cellula <strong>in</strong>iziale è diploide (con 2n 5 4) e si trova nello<br />

stadio di anafase della meiosi I. Quando la mancata separazione dei<br />

cromosomi omologhi avviene <strong>in</strong> questo stadio (Figura 8.21A), anche<br />

se tutti gli altri processi della meiosi si svolgono normalmente, i gameti<br />

che ne risultano hanno <strong>un</strong> numero anomalo di cromosomi (nel<br />

nostro esempio due gameti hanno tre cromosomi e gli altri due soltanto<br />

<strong>un</strong>o). Nella Figura 8.21B, la meiosi I avviene <strong>in</strong> modo regolare,<br />

ma si verifica la non disgi<strong>un</strong>zione dei cromatidi fratelli durante la<br />

meiosi II: si formano così due gameti normali e due anomali.<br />

non disgi<strong>un</strong>zione<br />

nella meiosi I<br />

meiosi II<br />

normale<br />

gameti<br />

n 1 n 1 n 1 n 1<br />

numero di cromosomi<br />

Quando si verifica la fecondazione <strong>un</strong> gamete anomalo può <strong>un</strong>irsi<br />

con <strong>un</strong> gamete normale dando orig<strong>in</strong>e a <strong>un</strong>o zigote con numero<br />

errato di cromosomi. Con le successive mitosi l’anomalia viene<br />

trasmessa a tutte le cellule dell’embrione. Se lo zigote si sviluppa<br />

regolarmente può qu<strong>in</strong>di produrre <strong>un</strong> organismo completo caratterizzato<br />

da <strong>un</strong> <strong>in</strong>sieme di alterazioni dovute al suo cariotipo anomalo.<br />

Quando ha luogo <strong>un</strong>a non disgi<strong>un</strong>zione che riguarda il cromosoma<br />

umano 21 alc<strong>un</strong>i gameti presentano <strong>un</strong> cromosoma 21 <strong>in</strong> più.<br />

Se nella fecondazione <strong>un</strong>o di questi gameti si <strong>un</strong>isce con <strong>un</strong> gamete<br />

normale, avremo <strong>un</strong>o zigote con trisomia 21 (vedi paragrafo 8.20).<br />

le cause della non disgi<strong>un</strong>zione. Non conosciamo ancora le<br />

cause esatte dei fenomeni di non disgi<strong>un</strong>zione, né l’orig<strong>in</strong>e della correlazione<br />

tra età della donna e <strong>in</strong>cidenza della trisomia 21. I ricercatori,<br />

tuttavia, hanno scoperto che negli esseri umani la meiosi <strong>in</strong>izia nelle<br />

ovaie prima della nascita, ma si completa molti anni dopo, al momento<br />

dell’ovulazione. Poiché generalmente ogni mese matura soltanto <strong>un</strong><br />

oocita, <strong>un</strong>a cellula può rimanere per decenni bloccata a metà della meiosi.<br />

Alc<strong>un</strong>e ricerche <strong>in</strong>dicano che, con l’aumentare dell’età della madre,<br />

aumenta anche la probabilità di errori a livello di <strong>un</strong>o dei p<strong>un</strong>ti di<br />

controllo (vedi paragrafo 8.9) che coord<strong>in</strong>ano il processo della meiosi.<br />

Check<br />

In che modo la non disgi<strong>un</strong>zione può dar luogo a <strong>un</strong> gamete diploide,<br />

<strong>in</strong>vece che aploide?<br />

meiosi I normale<br />

non disgi<strong>un</strong>zione<br />

nella meiosi II<br />

gameti<br />

n 1 n 1 n n<br />

numero di cromosomi<br />

Figura 8.21a Esempio di non disgi<strong>un</strong>zione nella meiosi I. Figura 8.21B Esempio di non disgi<strong>un</strong>zione nella meiosi II.<br />

alla luce dell’evoluzione<br />

8.22 Gli errori nella divisione cellulare<br />

non sono sempre dannosi<br />

e possono portare alla comparsa<br />

di nuove specie<br />

La non disgi<strong>un</strong>zione al momento della meiosi non <strong>in</strong>teressa soltanto<br />

gli autosomi, come il cromosoma 21, ma può anche portare a <strong>un</strong><br />

numero anomalo di cromosomi sessuali, nel caso della nostra specie<br />

X e Y. Numeri <strong>in</strong>usuali di cromosomi sessuali sembrano avere<br />

168 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

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conseguenze meno problematiche rispetto a <strong>un</strong>’anomalia nel numero<br />

degli autosomi, forse perché il cromosoma Y è molto piccolo<br />

e contiene relativamente pochi geni. La tabella 8.22 elenca le più<br />

com<strong>un</strong>i anomalie nel numero dei cromosomi sessuali umani.<br />

Di solito la presenza di <strong>un</strong> numero <strong>in</strong>feriore di cromosomi rispetto<br />

alla condizione normale risulta <strong>in</strong>compatibile con la sopravvivenza.<br />

Le donne con <strong>un</strong> solo cromosoma X (vedi l’ultima riga della<br />

tabella) rappresentano l’<strong>un</strong>ico caso nella nostra specie <strong>in</strong> cui il possesso<br />

di 45 cromosomi non è fatale (come vedremo nel paragrafo<br />

11.4, ciò è dovuto al fatto che nelle cellule dei mammiferi sono attivi<br />

soltanto i geni di <strong>un</strong>o dei cromosomi X presenti).


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la poliploidia. Studiando le modificazioni<br />

degli organismi legate alle alterazioni<br />

del numero dei cromosomi, i biologi sono<br />

gi<strong>un</strong>ti a ipotizzare che questi errori abbiano<br />

avuto <strong>un</strong> ruolo importante nell’evoluzione<br />

di molte specie. In particolare, sembra che<br />

molte specie vegetali abbiano avuto orig<strong>in</strong>e<br />

da <strong>in</strong>cidenti avvenuti durante la divisione<br />

cellulare, e dalla conseguente produzione<br />

di cellule poliploidi, con <strong>un</strong> numero di cromosomi<br />

superiore rispetto al corredo cromosomico<br />

diploide.<br />

Sembra che circa la metà delle specie di<br />

angiosperme sia poliploide (comprese pian-<br />

te come il frumento e la patata). Consideriamo ora <strong>in</strong> che modo <strong>un</strong>a<br />

specie vegetale diploide (2n) può generare <strong>un</strong>a pianta tetraploide<br />

(4n). Immag<strong>in</strong>iamo che, come avviene <strong>in</strong> molti organismi vegetali,<br />

la pianta diploide orig<strong>in</strong>aria produca gameti maschili e femm<strong>in</strong>ili<br />

e possa autofecondarsi. Se, per <strong>un</strong> errore, negli organi riproduttivi<br />

della pianta non avviene la meiosi e si formano gameti diploidi,<br />

l’<strong>un</strong>ione di <strong>un</strong>o spermatozoo diploide (2n) con <strong>un</strong>a cellula uovo diploide<br />

(2n) al momento dell’autofecondazione produrrà <strong>un</strong>o zigote<br />

tetraploide (4n). Questo zigote potrà svilupparsi <strong>in</strong> <strong>un</strong>a pianta tetraploide<br />

matura, la quale si riprodurrà anch’essa per autofecondazione.<br />

Le piante tetraploidi così orig<strong>in</strong>ate costituiscono <strong>un</strong>a nuova<br />

specie, che si è evoluta <strong>in</strong> <strong>un</strong>a sola generazione.<br />

tabella 8.22 Anomalie nel numero dei cromosomi sessuali nella specie umana<br />

cromosomi<br />

sessuali<br />

s<strong>in</strong>drome orig<strong>in</strong>e della<br />

non disgi<strong>un</strong>zione<br />

XXY s<strong>in</strong>drome di Kl<strong>in</strong>efelter<br />

(maschi con testicoli<br />

piccoli e sterili)<br />

XYY ness<strong>un</strong> (maschio normale)<br />

XXX ness<strong>un</strong>a (femm<strong>in</strong>a normale)<br />

Xo (mancanza<br />

di <strong>un</strong> cromosoma<br />

X)<br />

8.23 le alterazioni nella struttura<br />

dei cromosomi possono causare<br />

difetti congeniti e tumori<br />

Anche quando i cromosomi sono <strong>in</strong> numero normale, la presenza di<br />

anomalie nella loro struttura può causare problemi. La rottura di<br />

<strong>un</strong> cromosoma, per esempio, determ<strong>in</strong>a riarrangiamenti che spesso<br />

hanno effetti negativi sui geni. Nella Figura 8.23 sono illustrate<br />

tre diverse alterazioni della struttura dei cromosomi (le frecce <strong>in</strong>dicano<br />

i p<strong>un</strong>ti di rottura del cromosoma):<br />

1. se il cromosoma perde <strong>un</strong> frammento, si verifica <strong>un</strong>a delezione<br />

(<strong>un</strong> fenomeno che ha di solito effetti molto gravi);<br />

2. se il frammento di <strong>un</strong> cromosoma si <strong>un</strong>isce a <strong>un</strong> cromatidio fratello<br />

o a <strong>un</strong> cromosoma omologo, si verifica <strong>un</strong>a duplicazione;<br />

3. se il frammento si riattacca al cromosoma orig<strong>in</strong>ario dopo aver<br />

compiuto <strong>un</strong>a rotazione di 180°, si ha <strong>un</strong>’<strong>in</strong>versione (le <strong>in</strong>versioni<br />

hanno meno probabilità di produrre effetti dannosi rispetto alle<br />

delezioni o alle duplicazioni perché il cromosoma con il segmento<br />

<strong>in</strong>vertito contiene com<strong>un</strong>que tutti i geni <strong>in</strong> numero normale);<br />

4. <strong>un</strong> altro tipo di alterazione cromosomica è la traslocazione,<br />

vale a dire l’<strong>in</strong>serimento di <strong>un</strong> frammento cromosomico <strong>in</strong> <strong>un</strong><br />

altro cromosoma non omologo. Alc<strong>un</strong>e traslocazioni non hanno<br />

effetto, mentre altre risultano dannose.<br />

Le alterazioni cromosomiche che si verificano nelle cellule somatiche<br />

possono contribuire allo sviluppo del cancro. Una traslocazione<br />

cromosomica nelle cellule somatiche del midollo osseo, per esempio,<br />

è associata alla leucemia mieloide cronica (LMC). Nelle cellule<br />

tumorali della maggior parte dei pazienti con LMC, <strong>un</strong>a parte del<br />

s<strong>in</strong>drome di Turner<br />

(femm<strong>in</strong>e di bassa statura<br />

e sterili)<br />

nella meiosi, durante la formazione<br />

dei gameti maschili<br />

e femm<strong>in</strong>ili<br />

nella meiosi, durante la formazione<br />

degli spermatozoi<br />

nella meiosi, durante la formazione<br />

degli oociti<br />

nella meiosi, durante la formazione<br />

dei gameti maschili<br />

e femm<strong>in</strong>ili<br />

Frequenza<br />

nella popolazione<br />

1/2000<br />

1/2000<br />

1/1000<br />

1/5000<br />

Le specie poliploidi sono meno com<strong>un</strong>i tra gli animali; tuttavia gli<br />

studiosi hanno già <strong>in</strong>dividuato casi di poliploidia <strong>in</strong> alc<strong>un</strong>e specie<br />

di pesci e di anfibi. In Argent<strong>in</strong>a è stato <strong>in</strong>oltre identificato il primo<br />

caso di poliploidia tra i mammiferi: si tratta di <strong>un</strong> roditore con<br />

cellule tetraploidi. Gli organismi tetraploidi sono a volte diversissimi<br />

dai loro recenti antenati diploidi e dimostrano così la possibilità<br />

che <strong>un</strong>a nuova specie possa nascere a partire da errori nella<br />

divisione cellulare.<br />

cromosomi<br />

omologhi<br />

cromosomi<br />

non omologhi<br />

Check<br />

Che cos’è <strong>un</strong> organismo poliploide?<br />

delezione<br />

duplicazione<br />

<strong>in</strong>versione<br />

traslocazione<br />

reciproca<br />

Figura 8.23 Le alterazioni della struttura cromosomica.<br />

cromosoma 22 si è scambiata di posto con <strong>un</strong> piccolo frammento<br />

del cromosoma 9. Questa traslocazione reciproca attiva <strong>un</strong> gene<br />

che causa la leucemia.<br />

Check<br />

Qual è la differenza tra la traslocazione<br />

reciproca e il cross<strong>in</strong>g over?<br />

lezione 4 Le alterazioni del numero e della struttura dei cromosomi<br />

169


Unità 8 AreA Di S<strong>in</strong>TeSi e verifiCA<br />

rivedi i concetti<br />

la divisione cellulare<br />

e la riproduzione<br />

La divisione cellulare è il processo<br />

alla base della riproduzione degli<br />

organismi<br />

» Nella riproduzione asessuata i figli ereditano<br />

il DNA di <strong>un</strong> solo genitore, di cui sono copie<br />

esatte. Nella riproduzione sessuata i figli sono<br />

il frutto di <strong>un</strong>a comb<strong>in</strong>azione esclusiva di geni<br />

provenienti metà dal padre e metà dalla madre.<br />

Negli <strong>un</strong>icellulari la divisione cellulare co<strong>in</strong>cide<br />

con la riproduzione dell’<strong>in</strong>tero organismo;<br />

lo stesso processo permette ai pluricellulari di<br />

crescere e di r<strong>in</strong>novare le proprie cellule. I procarioti<br />

si riproducono con <strong>un</strong>a divisione cellulare<br />

chiamata scissione b<strong>in</strong>aria. [8.1 – 8.3].<br />

il ciclo cellulare delle cellule<br />

eucariote e la mitosi<br />

Nella mitosi la cellula duplica il proprio<br />

patrimonio genetico e lo distribuisce<br />

<strong>in</strong> parti uguali alle cellule figlie<br />

» Le cellule eucariote contengono cent<strong>in</strong>aia di<br />

migliaia di geni distribuiti <strong>in</strong> numerosi cromosomi.<br />

Prima della divisione cellulare, ciasc<strong>un</strong> cromosoma<br />

si duplica dando orig<strong>in</strong>e a due cromatidi<br />

fratelli <strong>un</strong>iti a livello del centromero. Nella<br />

divisione cellulare si separano i cromatidi fratelli<br />

e si formano due cellule figlie, ciasc<strong>un</strong>a contenente<br />

<strong>un</strong> identico corredo di cromosomi [8.4].<br />

» La divisione cellulare è <strong>un</strong>a fase del ciclo<br />

cellulare che comprende <strong>un</strong>o stadio di accrescimento<br />

(<strong>in</strong>terfase, divisa nelle sottofasi G 1, S<br />

e G 2) e <strong>un</strong>o di divisione cellulare (fase mitotica<br />

o M) [8.5].<br />

cellule figlie<br />

geneticamente<br />

identiche<br />

G <br />

citodieresi<br />

INTERFASE<br />

S<br />

(s<strong>in</strong>tesi del DNA)<br />

mitosi<br />

FASE MITOTICA (M)<br />

La fase mitotica è divisa <strong>in</strong> due stadi,<br />

chiamati mitosi e citodieresi<br />

» Durante la mitosi i cromosomi duplicati si<br />

spostano l<strong>un</strong>go il fuso mitotico raggi<strong>un</strong>gendo<br />

il centro della cellula; da qui i cromatidi<br />

fratelli si separano e migrano ai poli opposti<br />

della cellula, dove si formano i nuclei delle due<br />

nuove cellule. Con la citodieresi la cellula si<br />

divide <strong>in</strong> due. Negli animali, il processo avviene<br />

per strozzamento della cellula; nelle piante,<br />

si forma <strong>in</strong>vece <strong>un</strong>a piastra cellulare che<br />

divide <strong>in</strong> due la cellula [8.6 – 8.7].<br />

» La maggior parte delle cellule si divide soltanto<br />

<strong>in</strong> presenza di specifici fattori di crescita;<br />

la divisione cellulare può <strong>in</strong>terrompersi<br />

quando la densità della popolazione cellulare<br />

è troppo alta (<strong>in</strong>ibizione da contatto); il processo<br />

di divisione sembra <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e dipendere<br />

dalla presenza di <strong>un</strong>a superficie solida, per<br />

esempio la matrice extracellulare di <strong>un</strong> tessuto<br />

(dipendenza dall’ancoraggio) [8.8].<br />

» Il ciclo cellulare è regolato da <strong>un</strong> sistema di<br />

controllo. L<strong>un</strong>go il ciclo esistono tre p<strong>un</strong>ti di<br />

controllo <strong>in</strong> cui il processo può essere <strong>in</strong>terrotto;<br />

se la cellula riceve <strong>un</strong> segnale di via libera (costituito,<br />

per esempio, da <strong>un</strong> fattore di crescita) il<br />

ciclo riprende. Le cellule tumorali non rispondono<br />

normalmente ai segnali che regolano il ciclo<br />

cellulare [8.9 – 8.11].<br />

la meiosi e il cross<strong>in</strong>g over<br />

La meiosi è il processo che determ<strong>in</strong>a la<br />

formazione di gameti nei quali, grazie<br />

al cross<strong>in</strong>g over, si possono trovare<br />

cromosomi ricomb<strong>in</strong>anti<br />

» Tutte le cellule somatiche del corpo umano<br />

hanno 23 coppie di cromosomi omologhi (dei<br />

quali 22 coppie di autosomi, uguali nei maschi<br />

e nelle femm<strong>in</strong>e, e <strong>un</strong>a coppia di cromosomi<br />

sessuali, X e Y). I cromosomi di <strong>un</strong>a coppia<br />

omologa contengono geni che codificano per<br />

lo stesso carattere, situati nello stesso p<strong>un</strong>to<br />

(locus). Le femm<strong>in</strong>e della specie umana hanno<br />

<strong>un</strong>a coppia di cromosomi X omologhi (XX); i<br />

maschi hanno <strong>un</strong> cromosoma X e <strong>un</strong> cromosoma<br />

Y (XY) [8.12].<br />

» Il numero complessivo di cromosomi di<br />

<strong>un</strong>a cellula viene chiamato corredo<br />

cromosomico ed è caratteristico<br />

di ciasc<strong>un</strong>a specie. Le nostre cellule<br />

somatiche hanno <strong>un</strong> corredo<br />

cromosomico diploide (2n);<br />

le cellule sessuali sono <strong>in</strong>vece<br />

aploidi (n) perché possiedono<br />

soltanto <strong>un</strong> cromosoma per ogni<br />

coppia di omologhi. Durante la<br />

fecondazione due cellule sessuali<br />

si <strong>un</strong>iscono e danno orig<strong>in</strong>e a <strong>un</strong>o zigote<br />

diploide da cui deriveranno tutte le cellule<br />

dell’embrione. Il processo che permette il dimezzamento<br />

del corredo cromosomico e la<br />

formazione delle cellule sessuali (o gameti) è<br />

la meiosi [8.13].<br />

» La meiosi, come la mitosi, è preceduta dalla<br />

duplicazione dei cromosomi; nella meiosi però<br />

le cellule si dividono due volte, formando quattro<br />

cellule figlie. La prima divisione <strong>in</strong>izia con<br />

la s<strong>in</strong>apsi, ovvero l’appaiamento dei cromoso-<br />

170 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

G <br />

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s<strong>in</strong>tesi audio e glossario<br />

mi omologhi. Nel cross<strong>in</strong>g over, i cromosomi<br />

omologhi si scambiano segmenti corrispondenti.<br />

Nella meiosi I gli omologhi di ciasc<strong>un</strong>a<br />

coppia si separano e si formano due cellule figlie<br />

aploidi. Durante la meiosi II <strong>in</strong> ogni cellula<br />

i cromatidi fratelli di ciasc<strong>un</strong> cromosoma si<br />

separano e si formano alla f<strong>in</strong>e quattro cellule<br />

aploidi. Nella mitosi la duplicazione dei cromosomi<br />

è seguita da <strong>un</strong>a sola divisione della cellula<br />

con formazione di due cellule figlie diploidi.<br />

Nella meiosi avvengono due divisioni e si formano<br />

quattro cellule aploidi [8.14 – 8.15].<br />

» La variabilità genetica della progenie che deriva<br />

dalla riproduzione sessuata dipende <strong>in</strong> primo<br />

luogo da due fenomeni: la disposizione casuale<br />

delle coppie di cromosomi omologhi nella<br />

metafase I della meiosi e l’assortimento casuale<br />

dei gameti che si fondono nella fecondazione. I<br />

cromosomi omologhi differiscono <strong>in</strong> quanto<br />

hanno versioni diverse di <strong>un</strong>o stesso gene nello<br />

stesso locus. La ricomb<strong>in</strong>azione genetica, che<br />

risulta dal cross<strong>in</strong>g over, rappresenta <strong>un</strong>’ulteriore<br />

fonte di variabilità [8.16 – 8.18].<br />

le alterazioni del numero<br />

e della struttura<br />

dei cromosomi<br />

Gli errori che si verificano nel corso della<br />

meiosi determ<strong>in</strong>ano cambiamenti nel<br />

numero e nella struttura dei cromosomi<br />

con conseguenze più o meno gravi<br />

» Se nella meiosi si verificano errori, i gameti<br />

che si formano possono contenere <strong>un</strong> numero<br />

sbagliato di cromosomi o presentare gravi<br />

alterazioni strutturali (anomalie cromosomiche).<br />

Per osservare queste alterazioni si<br />

esam<strong>in</strong>a il cariotipo, cioè la rappresentazione<br />

fotografica di tutti i cromosomi che formano<br />

il corredo cromosomico di <strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo.<br />

Una delle più note alterazioni del numero dei<br />

cromosomi è la presenza di tre cromosomi<br />

21 (trisomia 21, che causa la s<strong>in</strong>drome di<br />

Down) [8.19 – 8.20].<br />

» Le anomalie nel numero dei cromosomi<br />

possono essere causate dalla non disgi<strong>un</strong>zione,<br />

cioè dalla mancata separazione dei<br />

cromosomi omologhi o dei cromatidi durante<br />

la meiosi; questo fenomeno può portare anche<br />

ad alterazioni del numero di cromosomi sessuali,<br />

<strong>un</strong>a condizione che non appare <strong>in</strong> genere<br />

letale per la nostra specie. In alc<strong>un</strong>e specie<br />

gli <strong>in</strong>dividui con <strong>un</strong> numero di cromosomi superiore<br />

al corredo cromosomico diploide (poliploidi)<br />

sopravvivono e possono dare orig<strong>in</strong>e<br />

a nuove specie. La comparsa di alterazioni<br />

della struttura dei cromosomi (dovuta a fenomeni<br />

di delezione, duplicazione, <strong>in</strong>versione<br />

o traslocazione) può causare malattie genetiche<br />

o, se le alterazioni <strong>in</strong>teressano le cellule<br />

somatiche, contribuire allo sviluppo del cancro<br />

[8.21 – 8.23].


© Pearson Italia S.p.A.<br />

Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey<br />

Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

Collega i concetti<br />

fa parte del<br />

la<br />

diviSione<br />

CellUlare<br />

è alla base della<br />

riproduzione<br />

anomalie<br />

cromosomiche<br />

n n n n<br />

è regolata da<br />

che può<br />

creare<br />

ciclo cellulare<br />

che regolano il<br />

p<strong>un</strong>ti di controllo<br />

agenti su<br />

fattori di crescita<br />

asessuata<br />

sessuata<br />

che richiede la<br />

meiosi<br />

<strong>in</strong> cui da<br />

<strong>un</strong>a<br />

cellula madre<br />

diploide (2n)<br />

si formano<br />

4 gameti<br />

aploidi (n)<br />

geneticamente<br />

diversi<br />

che<br />

negli<br />

che comprende<br />

nei<br />

grazie a<br />

eucarioti<br />

procarioti<br />

meiosi i<br />

meiosi ii<br />

gamete<br />

maschile (n)<br />

gamete<br />

femm<strong>in</strong>ile (n)<br />

<strong>in</strong>terfase<br />

fase<br />

mitotica<br />

avviene con la<br />

avviene<br />

mediante<br />

cross<strong>in</strong>g over<br />

nella profase i<br />

mappe <strong>in</strong>terattive<br />

2n<br />

disposizione casuale delle coppie di<br />

cromosomi omologhi nella metafase i<br />

mutazioni<br />

casualità della<br />

fecondazione<br />

dist<strong>in</strong>ta<br />

<strong>in</strong><br />

scissione<br />

b<strong>in</strong>aria<br />

profase i<br />

metafase i<br />

anafase i<br />

telofase i<br />

citodieresi<br />

profase ii<br />

metafase ii<br />

anafase ii<br />

telofase ii<br />

citodieresi<br />

che si <strong>un</strong>iscono<br />

con la<br />

G 1<br />

S<br />

G 2<br />

mitosi<br />

citodieresi<br />

<strong>in</strong> cui<br />

da<br />

2n<br />

fecondazione<br />

generando<br />

<strong>un</strong>o<br />

zigote (2n)<br />

area di s<strong>in</strong>tesi e verifica<br />

profase<br />

prometafase<br />

metafase<br />

anafase<br />

telofase<br />

<strong>un</strong>a cellula<br />

madre<br />

si formano<br />

due<br />

cellule figlie<br />

geneticamente<br />

identiche<br />

MEIOSI FECONDAZIONE<br />

grazie a<br />

caratterizzato<br />

da <strong>un</strong>a<br />

grande<br />

variabilità<br />

genetica<br />

171<br />

n


Unità 8 AreA Di S<strong>in</strong>TeSi e verifiCA<br />

Mettiti alla prova<br />

vero o falso<br />

Modifica le affermazioni false per farle diventare<br />

vere cambiando i term<strong>in</strong>i evidenziati<br />

<strong>in</strong> neretto.<br />

1 negli organismi eucarioti <strong>un</strong>icellulari, la<br />

mitosi aumenta il numero di <strong>in</strong>dividui, senza<br />

modificarne i caratteri genetici.<br />

V F<br />

2 i fattori di crescita <strong>in</strong>ibiscono la divisione<br />

delle cellule cui sono diretti.<br />

V F<br />

3 Tutte le cellule somatiche degli animali<br />

sono aploidi.<br />

V F<br />

4 Se <strong>un</strong>a cellula <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale di cavalletta<br />

contiene 24 cromosomi, <strong>un</strong>a cellula spermatica<br />

ne conterrà 48.<br />

V F<br />

5 nella metafase i della meiosi avviene la<br />

separazione dei centromeri dei cromatidi fratelli.<br />

V F<br />

Completa<br />

Completa le frasi con i term<strong>in</strong>i corretti,<br />

scegliendo tra i due proposti <strong>in</strong> neretto.<br />

6 i due cromosomi di <strong>un</strong>a coppia di omologhi<br />

contengono <strong>in</strong>formazioni genetiche identiche<br />

/ per gli stessi caratteri <strong>in</strong> posizioni corrispondenti.<br />

7 osservando <strong>un</strong> cariotipo, è difficile dist<strong>in</strong>guere<br />

<strong>un</strong> cromosoma <strong>in</strong> cui è presente <strong>un</strong>a<br />

parte duplicata / <strong>in</strong>vertita.<br />

Completa il brano con i term<strong>in</strong>i corretti,<br />

scegliendo tra quelli proposti.<br />

8 nella avviene la s<strong>in</strong>apsi, durante<br />

la quale ogni coppia di cromosomi omologhi si<br />

appaia dando orig<strong>in</strong>e a <strong>un</strong>a tetrade e permettendo<br />

il cross<strong>in</strong>g over. nella i cromosomi<br />

migrano verso i due poli della cellula, poi<br />

avviene la . Con la successiva ,<br />

si formano quattro cellule aploidi chiamate<br />

gameti.<br />

[a] mitosi [b] meiosi i [c] meiosi ii<br />

[d] profase i [e] anafase i [f] metafase i<br />

[g] telofase ii [h] citodieresi<br />

conoscenze competenze<br />

Completa la figura con i term<strong>in</strong>i mancanti.<br />

9 La seguente fotografia, eseguita al microscopio<br />

ottico, mostra alc<strong>un</strong>e cellule <strong>in</strong> divisione<br />

dell’apice di <strong>un</strong>a radice di cipolla. <strong>in</strong><br />

quale stadio della mitosi si trovano le cellule<br />

numerate? Quale è <strong>in</strong> <strong>in</strong>terfase?<br />

A piano<br />

equatoriale<br />

B c<strong>in</strong>etocore<br />

C centrosoma<br />

D centromero<br />

E chiasma<br />

172 Unità 8 Le basi cellulari della riproduzione e dell’ereditarietà<br />

1<br />

2<br />

3<br />

Completa la tabella.<br />

10 Per ogni term<strong>in</strong>e della colonna a s<strong>in</strong>istra<br />

(lettere), scrivi il numero della def<strong>in</strong>izione<br />

corrispondente.<br />

1 centro di organizzazione<br />

dei microtubuli<br />

del fuso<br />

2 piano <strong>in</strong> cui giacciono<br />

i cromosomi durante<br />

la metafase<br />

3 p<strong>un</strong>to <strong>in</strong> cui avviene<br />

il cross<strong>in</strong>g over<br />

4 struttura proteica<br />

cui si attaccano i<br />

microtubuli del fuso<br />

5 p<strong>un</strong>to <strong>in</strong> cui sono<br />

<strong>un</strong>iti due cromatidi<br />

fratelli<br />

A B C D E<br />

descrivi, confronta, spiega<br />

rispondi alle domande che seguono.<br />

11 Descrivi la citodieresi nelle cellule vegetali<br />

e <strong>in</strong> quelle animali, confrontando i due<br />

processi.<br />

12 Metti a confronto la mitosi e la meiosi.<br />

Quali sono le loro f<strong>un</strong>zioni? Quale dei due processi<br />

produce cellule aploidi e quale cellule<br />

diploidi? Quali tipi di cellule vanno <strong>in</strong>contro<br />

a mitosi e quali a meiosi? Che tipo di cellule<br />

viene prodotto da ogn<strong>un</strong>o dei due processi?<br />

Quante cellule vengono prodotte nei due processi?<br />

13 Descrivi brevemente <strong>in</strong> che modo i tre<br />

diversi processi che hanno luogo durante <strong>un</strong><br />

ciclo vitale con riproduzione sessuata aumentano<br />

la diversità genetica della prole.<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

Test your English<br />

Complete the follow<strong>in</strong>g table to compare<br />

mitosis and meiosis.<br />

Number of chromosomal<br />

duplications<br />

Number of cell divisions<br />

Number of daughter cells<br />

produced<br />

Number of chromosomes<br />

<strong>in</strong> daughter cells<br />

How chromosomes l<strong>in</strong>e<br />

up dur<strong>in</strong>g metaphase<br />

Genetic relationship of<br />

daughter cells to parent<br />

cell<br />

F<strong>un</strong>ctions performed <strong>in</strong><br />

the human body<br />

a prova di biologo<br />

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Il nuovo Immag<strong>in</strong>i della Biologia<br />

mitosis meiosis<br />

14 Calcola i globuli rossi, che portano ossigeno<br />

ai tessuti, vivono <strong>in</strong> media solo 120 giorni.<br />

Le cellule che li sostituiscono sono prodotte<br />

dalle divisioni cellulari che avvengono nel midollo<br />

osseo. Quante divisioni cellulari devono<br />

avvenire ogni secondo nel midollo osseo di <strong>un</strong><br />

essere umano adulto per sostituire i globuli<br />

rossi? ecco alc<strong>un</strong>e <strong>in</strong>formazioni da utilizzare<br />

per rispondere alla domanda. ogni millimetro<br />

cubo (mm3) di sangue contiene circa 5 milioni<br />

di globuli rossi. Un adulto ha <strong>in</strong> media circa<br />

5 litri (5000 cm3) di sangue. (Suggerimento:<br />

Qual è il numero totale di globuli rossi circolanti<br />

nel corpo di <strong>un</strong> <strong>in</strong>dividuo? Quale frazione<br />

di quel totale deve essere sostituita ogni<br />

giorno, tenendo conto che essi sono completamente<br />

sostituiti <strong>in</strong> 120 giorni?)<br />

15 Formula ipotesi il mulo deriva dall’<strong>in</strong>crocio<br />

tra <strong>un</strong>a femm<strong>in</strong>a di cavallo e <strong>un</strong> maschio<br />

di as<strong>in</strong>o. Uno spermatozoo di as<strong>in</strong>o contiene<br />

31 cromosomi e <strong>un</strong>a cellula uovo di cavallo ne<br />

contiene 32; lo zigote contiene pertanto <strong>un</strong><br />

totale di 63 cromosomi. Lo zigote si sviluppa<br />

normalmente. il possesso di <strong>un</strong> corredo<br />

cromosomico derivante dalla comb<strong>in</strong>azione<br />

di due corredi diversi (cavallo e as<strong>in</strong>o) non<br />

costituisce <strong>un</strong> problema nella mitosi e il mulo<br />

presenta alc<strong>un</strong>e delle caratteristiche migliori<br />

delle due specie. il mulo, tuttavia, è sterile; la<br />

meiosi non può avvenire normalmente nei testicoli<br />

e nelle ovaie. Spiega perché il patrimonio<br />

genetico delle cellule del mulo permette<br />

la normale divisione mitotica mentre <strong>in</strong>terferisce<br />

con il processo di meiosi.


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test<br />

Barra la risposta o il completamento corretto.<br />

1 Tra la scissione b<strong>in</strong>aria di <strong>un</strong> batterio e la<br />

divisione di <strong>un</strong>a cellula umana ci sono numerose<br />

differenze. Quale delle seguenti non lo è?<br />

A <strong>un</strong>a cellula umana va <strong>in</strong>contro a mitosi e<br />

citodieresi<br />

B i cromosomi umani sono più grandi e<br />

complessi di quelli di <strong>un</strong> batterio<br />

C <strong>un</strong> batterio deve duplicare <strong>un</strong> solo cromosoma,<br />

<strong>un</strong>a cellula umana 46<br />

D <strong>un</strong> batterio deve duplicare il suo DnA prima<br />

di dividersi, <strong>un</strong>a cellula umana no<br />

2 Quale tra le seguenti non è <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione<br />

della mitosi negli esseri umani?<br />

A la crescita<br />

B la sostituzione di cellule distrutte o danneggiate<br />

C la produzione di gameti a partire da cellule<br />

diploidi<br />

D la moltiplicazione di cellule somatiche<br />

3 Quali strutture portano le stesse <strong>in</strong>formazioni<br />

genetiche?<br />

A i cromatidi fratelli<br />

B i cromosomi omologhi<br />

C i cromosomi X e Y<br />

D tutti gli autosomi<br />

4 Perché è difficile osservare i s<strong>in</strong>goli cromosomi<br />

durante l’<strong>in</strong>terfase?<br />

A perché il DnA non è stato ancora duplicato<br />

B perché sono sotto forma di filamenti l<strong>un</strong>ghi<br />

e sottili<br />

C perché gli omologhi non si appaiano f<strong>in</strong>ché<br />

non ha <strong>in</strong>izio la divisione<br />

D perché, per essere visibili, il fuso deve<br />

portarli prima sul piano equatoriale<br />

5 i cromatidi fratelli:<br />

A sono prodotti durante la fase S tra due<br />

divisioni cellulari<br />

B si separano durante la prima divisione<br />

meiotica<br />

C vanno <strong>in</strong>contro a cross<strong>in</strong>g over durante la<br />

profase i della meiosi<br />

D sono anche chiamati cromosomi omologhi<br />

6 Un biochimico ha misurato la quantità di<br />

DnA <strong>in</strong> <strong>un</strong> <strong>campione</strong> di cellule coltivate <strong>in</strong> vitro<br />

e ha rilevato che essa raddoppia:<br />

A tra la profase e l’anafase della mitosi<br />

B tra le fasi G1 e G2 del ciclo cellulare<br />

C durante la fase M del ciclo cellulare<br />

D tra la profase i e la profase ii della meiosi<br />

7 Quale tra le seguenti fasi della mitosi è<br />

essenzialmente l’opposto della profase, <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i di cambiamenti che hanno luogo nel<br />

nucleo?<br />

A <strong>in</strong>terfase C anafase<br />

B metafase D telofase<br />

8 Durante la profase della mitosi, <strong>un</strong>a cellula<br />

di midollo osseo umana contiene 46 cromosomi.<br />

Quanti cromatidi conterrà complessivamente?<br />

A 46<br />

B 92<br />

C 23 o 46, dipende dal momento <strong>in</strong> cui viene<br />

osservata la profase<br />

D 46 o 92, dipende dal momento <strong>in</strong> cui viene<br />

osservata la profase<br />

9 La citocalas<strong>in</strong>a B è <strong>un</strong>a sostanza chimica<br />

che disturba la formazione dei microfilamenti.<br />

Questa sostanza <strong>in</strong>terferisce con:<br />

A la duplicazione del DnA<br />

B la formazione del fuso mitotico<br />

C la formazione del solco di divisione<br />

D il cross<strong>in</strong>g over<br />

10 La maggior parte delle cellule si divide<br />

solo se riceve <strong>un</strong> segnale appropriato al p<strong>un</strong>to<br />

di controllo della fase:<br />

A G1 C G2<br />

B S D M<br />

11 La microfotografia di <strong>un</strong>a cellula di topo<br />

che si sta dividendo ha rilevato 19 cromosomi,<br />

ciasc<strong>un</strong>o dei quali costituito da due cromatidi<br />

fratelli. Durante quale fase della divisione<br />

cellulare può essere stata ottenuta questa<br />

immag<strong>in</strong>e? Motiva la risposta.<br />

A l’anafase della mitosi<br />

B la profase i della meiosi<br />

C la profase ii della meiosi<br />

D la telofase ii della meiosi<br />

12 Quale dei seguenti eventi non porta<br />

all’aumento della variabilità genetica?<br />

A la divisione dei cromosomi durante l’anafase<br />

della mitosi<br />

B il cross<strong>in</strong>g over durante la meiosi<br />

C le mutazioni<br />

D l’orientazione dei cromosomi durante la<br />

metafase i<br />

test <strong>in</strong>terattivi<br />

13 Una cellula somatica della drosofila contiene<br />

8 cromosomi. Quante comb<strong>in</strong>azioni<br />

diverse di cromosomi sono possibili nei suoi<br />

gameti?<br />

A 4<br />

B 8<br />

C 16<br />

D 32<br />

14 <strong>in</strong> <strong>un</strong>a coppia di omologhi, <strong>un</strong>o dei cromosomi<br />

porta i geni J e K, e l’altro, nei loci<br />

corrispondenti, gli alleli j e k degli stessi geni.<br />

Se avviene il cross<strong>in</strong>g over, quali tipi di cromosomi<br />

ricomb<strong>in</strong>anti si possono ottenere? [dUe<br />

rIsPoste Corrette]<br />

A j e k<br />

B J e K<br />

C J e k<br />

D j e K<br />

E J e j<br />

15 Se il frammento di <strong>un</strong> cromosoma si stacca<br />

e poi si riattacca al cromosoma orig<strong>in</strong>ale<br />

dopo <strong>un</strong>a rotazione di 180°, l’anomalia cromosomica<br />

che ne risulta è chiamata:<br />

A delezione<br />

B <strong>in</strong>versione<br />

C traslocazione<br />

D duplicazione<br />

16 Perché gli <strong>in</strong>dividui con trisomia 21 (s<strong>in</strong>drome<br />

di Down) sono più numerosi di quelli<br />

con trisomia 3 o trisomia 16?<br />

A probabilmente le altre trisomie sono <strong>in</strong>compatibili<br />

con la sopravvivenza<br />

B probabilmente esistono più geni sul cromosoma<br />

21 che sugli altri<br />

C la s<strong>in</strong>drome di Down non è più com<strong>un</strong>e,<br />

ma più grave<br />

D rispetto agli altri, il cromosoma 21 ha<br />

maggiori probabilità di produrre <strong>un</strong> errore<br />

di non disgi<strong>un</strong>zione<br />

verso l’esame<br />

Area di esercizi per allenarsi ad affrontare l’Esame<br />

di Stato e le prove di ammissione alle facoltà<br />

scientifiche<br />

>> alla f<strong>in</strong>e della parte B<br />

area di s<strong>in</strong>tesi e verifica<br />

173

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