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Sicurezza - Coisp

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POSTE ITALIANE S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 Comma 1 DCB Milano - Euro 2,58<br />

ORGANO UFFICIALE NAZIONALE DEL Co.I.S.P.<br />

TERREMOTO TERREMOTO IN IN ABRUZZO ABRUZZO<br />

LLe e lacrime lacrime e e il il valore valore<br />

SICUREZZA<br />

PROTESTA DEI SINDACATI DAVANTI AL MINISTERO<br />

ANNO II° - NUMERO 4<br />

MAGGIO 2009<br />

TIANI<br />

RIFORMARE IL SISTEMA SICUREZZA


L’EDITORIALE SICUREZZA E POLIZIA<br />

SCEGLIERE<br />

di RICORDARE<br />

6 aprile 2009.<br />

Alle 3:32 una scossa di terremoto di<br />

magnitudo 5.8 della scala Richter, devasta<br />

l’Aquila ed i paesi vicini. Quasi raso al suolo<br />

il comune di Onna. Alla fine della giornata<br />

i morti stimati sono 150 e 1.500 i feriti. Gli<br />

sfollati 70.000. Il Governo proclama lo stato<br />

di emergenza.<br />

Tutta Italia si mobilita, e inizia una gara<br />

straordinaria di soccorsi ed aiuti.<br />

Noi del COISP apprendiamo dal nostro<br />

Segretario Generale Provinciale de L’Aquila,<br />

Santino Li Calzi quale sia la gravità della situazione<br />

e, dopo i primi giorni passati alla<br />

ricerca dei sopravissuti tra le macerie, si<br />

cerca di pensare al domani.<br />

Appare subito evidente quanto sia<br />

TUTTO necessario: pensate cosa potrebbe<br />

significare scappare di casa senza potervi<br />

più tornare.<br />

Il COISP vuole fare qualcosa di più concreto,<br />

vuole portare in modo tangibile la<br />

propria solidarietà ai colleghi, che sono coloro<br />

che lavorano sacrificando, oltre a loro<br />

stessi, i propri affetti e la propria famiglia,<br />

nel doloroso silenzio.<br />

E’ il momento di rompere gli indugi, di<br />

reagire e trasformare una buona idea, (raccogliere<br />

aiuti e farli arrivare, direttamente,<br />

in Abruzzo, agli Appartenenti alle Forze<br />

dell’Ordine), in qualcosa di concreto.<br />

L’iniziativa viene estesa a tutta Italia:<br />

ogni struttura provinciale del COISP, come<br />

3


L’EDITORIALE SICUREZZA E POLIZIA<br />

in un tacito passaparola, conclude il proprio<br />

comunicato con la frase ”Aiutiamoli a<br />

RiVivere”.<br />

Silenziosamente, vengono raccolti i<br />

prodotti più disparati: ogni genere di vestiario,<br />

medicinali, alimenti, ma anche<br />

quaderni di scuola, pannolini e vestiti per<br />

bambini. Grazie ad amici si organizzano i<br />

trasporti, si consegna quanto raccolto.<br />

Si vive in prima persona, anche se solo<br />

per poche ore, l’irreale immersione in una<br />

realtà di drammatica distruzione, di rabbia<br />

per le responsabilità rese evidenti dal cemento<br />

sgretolato, di necessità quotidiane.<br />

Ma anche di rinascita umana, sociale, economica,<br />

ugualmente inevitabile.<br />

Lontano dai riflettori, da ricerche insensate<br />

di ‘scoop’, esiste chi racconta la<br />

cronaca, chi sa partecipare realmente al<br />

dramma, chi sa dare una mano anche se<br />

non gli viene detto grazie.<br />

Chi lavora non ha tempo per apparire.<br />

Chi appare ringrazia chi lavora, e se ne va.<br />

Le due facce di questo terremoto, di<br />

ogni tragedia.<br />

Il COISP sceglie, ogni giorno, di agire,<br />

non di apparire. Ma questo incredibile sforzo<br />

organizzativo e personale che ha fatto<br />

giungere gli aiuti direttamente nelle mani<br />

dei colleghi, supera i confini normalmente<br />

dettati da un’organizzazione sindacale. E<br />

dimostra quanto possiamo essere grandi,<br />

ogni giorno, come uomini, come poliziotti.<br />

Grazie COISP!<br />

Il Segretario Generale del <strong>Coisp</strong><br />

Franco Maccari


SOMMARIO<br />

03 L’EDITORIALE<br />

Scegliere di ricordare<br />

DI FRANCO MACCARI<br />

08 TERREMOTO<br />

Così il nostro collega è rimasto sepolto<br />

DI OLGA IEMBO<br />

16 MANIFESTAZIONE<br />

Basta tagli i poliziotti assediano il Viminale<br />

20 INTERVISTA TIANI<br />

“Riformare il sistema sicurezza”<br />

DI ANTONIO CAPRIA<br />

La rivista viene inviata gratuitamente ai quadri sindacali del<br />

CO.I.S.P., alle Questure, Prefetture, Ministeri e Scuole di Polizia.<br />

Manoscritti, fotografi e, disegni anche se non pubblicati, non si<br />

restituiscono. La redazione si riserva di apportare tagli e modifi -<br />

che secondo le necessità di impaginazione e tipografi che.<br />

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senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.<br />

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CO.I.S.P. In particolare è fatto divieto di rappresentare istanze<br />

diverse dalla realtà e di richiamarsi ad inesistenti forme assistenziali.<br />

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Polizia di Stato e non possono qualifi carsi come tali. Pertanto<br />

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alla direzione .<br />

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INFORMATIVA PRIVACY<br />

Ai sensi degli art. 7 e 10 del Decreto Legislativo 196/2003, Vi<br />

4/2009<br />

MAGGIO<br />

24 RONDE<br />

Marcia indietro del Governo<br />

30 L’INTERVENTO<br />

Catanzaro, il capoluogo della Calabria<br />

34 FORZE DI POLIZIA<br />

La partigianeria del Ministro La Russa<br />

DI GIULIA ZAMPINA<br />

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del trattamento dati, e, se fornite alla nostra casa editrice anche<br />

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SICUREZZA & POLIZIA<br />

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36 ATTUALITÀ<br />

Coltivazione di stupefacenti<br />

42 CALCIO<br />

A Empoli la Polizia<br />

fuori dallo stadio<br />

DI GIULIA ZAMPINA<br />

44 GIURISPRUDENZA<br />

Misure urgenti in materia<br />

di contrasto alla violenza sessuale<br />

AVVOCATO ELOISA GALLUPPI<br />

46 SICUREZZA<br />

STRADALE<br />

Sulla strada per la sicurezza<br />

l’impegno del Co.i.s.p. con il sorriso<br />

sulle labbra e con l’amarezza dentro<br />

CONCESSIONARIE AUTORIZZATE ALLA RACCOLTA DI ABBONAMENTI<br />

La concessionaria è riportata in alto a destra nella ricevuta di pagamento.<br />

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Via Dante Alighieri, 7 - 20093 Cologno Monzese (MI) - Tel. 02.27307934<br />

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50 FEDERAZIONE<br />

Sovraitalia - So.Vi.Co.<br />

PNFI - Polizia Nuova Forza Indipendente<br />

52 RUBRICA<br />

SICURAMENTE<br />

54 STALKING<br />

Lo stalking diventa reato<br />

DI GIULIA ZAMPINA<br />

56 CINEMA<br />

Quando la realtà supera la fantasia<br />

DI GIULIA ZAMPINA<br />

58 SINDACALISMO<br />

AUTONOMO<br />

IN POLIZIA<br />

La vera storia - VI PARTE<br />

DI CARMINE FIORITI<br />

60 SPEAKER’S CORNER<br />

Di tutto un pò<br />

DI CARMINE FIORITI<br />

62 SINDACALE<br />

Le news<br />

64 ORGANIGRAMMA<br />

Segreterie Regionali<br />

e Provinciali Co.I.S.P.<br />

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SICUREZZA E POLIZIA<br />

TERREMOTO TERREMOTO IN IN ABRUZZO ABRUZZO<br />

LLe e lacrime lacrime e e il il valore valore<br />

SICUREZZA<br />

PROTESTA DEI SINDACATI DAVANTI AL MINISTERO<br />

ORGANO UFFICIALE NAZIONALE DEL Co.I.S.P.<br />

ANNO II° - NUMERO 4<br />

MAGGIO 2009<br />

TIANI<br />

RIFORMARE IL SISTEMA SICUREZZA<br />

SICUREZZA & POLIZIA<br />

Organo Uffi ciale Nazionale Co.I.S.P.<br />

Editore<br />

MAIN FORCE S.R.L.<br />

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Direttore Politico<br />

Franco MACCARI<br />

Condirettore Politico<br />

Domenico PIANESE<br />

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Antonio CAPRIA<br />

Direttore Editoriale<br />

Enrico CATALANO<br />

Responsabile Uffi cio Sviluppo<br />

Organizzativo del Co.I.S.P.<br />

Riccardo MATTIOLI<br />

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Tribunale di Roma al numero 332/2008 del<br />

18/9/2008<br />

QUOTE DI ADESIONE<br />

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7


8<br />

IL TERREMOTO CASO<br />

L’atroce scoperta dei Poliziotti in servizio nel capoluogo abruzzese dopo il devastante<br />

terremoto del 6 aprile, uno di loro, Massimo Calvitti, è morto assieme alla moglie sotto<br />

le macerie della propria casa, sorpresi nel sonno dalla furia delle scosse<br />

“Così il nostro collega<br />

è rimasto sepolto...”<br />

di Olga IEMBO<br />

Massimo? Qualcuno<br />

l’ha visto? Cercatelo…<br />

Non si trova… Prova a<br />

“Dov’è<br />

chiamare sul suo cellulare,<br />

vediamo se squilla…”. E quel cellulare<br />

ha squillato… ma il suono è arrivato alle<br />

loro orecchie da sotto il cumulo di macerie<br />

che stavano guardando col terrore negli occhi,<br />

le macerie della sua casa…<br />

Così, poco dopo, i poliziotti della Questura<br />

hanno avuto contezza che il loro<br />

amico e collega Massimo Calvitti era là,<br />

rimasto sepolto sotto un inferno di detriti<br />

e polvere. E, ancora più tardi, l’atroce cer-<br />

La Questura<br />

è rimasta intatta,<br />

ma ha bisogno di lavori<br />

di consolidamento e per<br />

molto tempo<br />

le 350 persone che<br />

vi lavorano dovranno<br />

spostarsi altrove<br />

tezza che sia lui che sua moglie Serenella<br />

Visione sono morti, non c’è più nulla da<br />

fare. Hanno perso la vita sorpresi nel sonno<br />

dalla violenza delle scosse che hanno<br />

squassato la terra, buttando giù tutto come<br />

un castello di carte.<br />

Scoprire che il tuo collega non c’è più<br />

così… dalla suoneria di un cellulare che<br />

squilla, ahimè, nel posto sbagliato…<br />

E’ una delle tante singole tragedie nella<br />

tragedia che hanno segnato l’Abruzzo, e<br />

l’Aquila ed i centri circostanti in particolare,<br />

dopo il dirompente terremoto scatenatosi<br />

nella notte tra domenica 5 e lunedì 6<br />

aprile, che ha devastato ogni costruzione<br />

dei centri colpiti. Una delle tante tragedie


che questi servitori dello Stato hanno visto<br />

davanti ai propri occhi e sentito dentro al<br />

proprio cuore.<br />

Gli uomini e le donne della Polizia di<br />

Stato della cittadina abruzzese che sono<br />

scampati alla sciagura, nel giro di qualche<br />

decina di minuti, dopo quella fatidica ora<br />

delle 3.32, sono tutti accorsi in città, chi in<br />

Questura, chi già per la strada a soccorrere<br />

i feriti, a cominciare a scavare…<br />

“Sono scene apocalittiche, indescrivibili,<br />

quelle che ci siamo trovati davanti” ci<br />

racconta Santino Licalzi, segretario provinciale<br />

del <strong>Coisp</strong> dell’Aquila. Lui è là, a l’Aquila,<br />

tra i morti ed i feriti, assieme ai colleghi<br />

in divisa. Come tutti loro, dal momento in<br />

cui si è verificata la tragedia, per quasi 48<br />

ore lavora, ancora e ancora, senza sosta,<br />

ma non sente la stanchezza.<br />

Sui luoghi della sciagura, nel giro di<br />

poche ore, da tutta Italia sono arrivati migliaia<br />

di uomini delle Forze dell’ordine e<br />

dell’Esercito, che si sono aggiunti ai soccorritori<br />

della Protezione civile ed ai volontari.<br />

Tra loro anche decine di Poliziotti ai quali,<br />

dopo le prime fasi organizzative, sono stati<br />

affidati compiti di mantenimento della sicurezza<br />

e dell’ordine pubblico. Non a caso<br />

tra le autorità subito confluite in Abruzzo,<br />

assieme al ministro dell’Interno Roberto<br />

Maroni, c’erano anche il capo della polizia,<br />

Antonio Manganelli e dal vicecapo vicario<br />

Nicola Izzo.<br />

“Ma nell’immediatezza – racconta chi<br />

c’era – ciascuno di noi faceva di tutto, tutto<br />

quanto appariva necessario. Dallo scavare<br />

al dirigere il traffico, dall’aiutare la gente<br />

per la strada allo smistare i feriti in ospedale…<br />

All’inizio è normale che sia così. La<br />

macchina dei soccorsi ha funzionato vera-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

mente bene, ma le prime ore sono quelle<br />

dello shock, sono quelle delle grida e del<br />

panico, sono quelle in cui l’orrore ti avvolge<br />

tutto intorno, e tu agisci d’istinto, fai tutto<br />

quello che ti dice la testa. La prima cosa è<br />

stata quella… scavare, scavare, chiunque<br />

avesse la forza di stare in piedi scavava,<br />

cercava di sentire le voci delle persone che<br />

non si vedevano. E’ veramente qualcosa<br />

che non si può descrivere”.<br />

Lo spirito di Corpo è sempre forte in<br />

chi presta servizio in Polizia, ma in questi<br />

momenti è più forte che mai, “si agisce, si<br />

pensa all’unisono. Appena mi sono reso<br />

conto che ero rimasto incolume, che la mia<br />

casa non era crollata, e che la mia famiglia<br />

era salva – continua il coraggioso agente,<br />

sposato con una poliziotta e con una figlioletta<br />

di tre anni, la loro casa è inagibile e,<br />

come tanti, si sono sistemati in tenda –<br />

sono corso in questura. Arrivato là già ci<br />

ho trovato la maggior parte dei colleghi,<br />

ed altri arrivavano, uno dopo l’altro. Tutti,<br />

tutti quelli che la sciagura non ha bloccato<br />

altrove. Abbiamo cominciato a lavorare,<br />

e senza rendercene conto, in un batter<br />

d’occhio, era già l’indomani. Quasi subito<br />

l’organizzazione si è rimessa in moro, con<br />

turni e assegnazione dei compiti, ma praticamente<br />

tutti abbiamo continuato a lavorare<br />

senza orari, fino a che le forze ce lo<br />

consentivano, poi riposavamo qualche ora<br />

e ricominciavamo da capo”.<br />

“Noi della Polizia – prosegue il racconto<br />

– come è ovvio che sia, abbiamo garantito<br />

vigilanza ed ordine pubblico. Io, in<br />

particolare, fin dalle prime ore sono stato<br />

di servizio all’ospedale”. L’ospedale, come<br />

tutti ormai sanno, poiché è stata la notizia<br />

di cui più si è discusso, nonostante fosse di<br />

9


ecente costruzione, è crollato miseramente<br />

alla stregua di edifici antichi e realizzati<br />

senza alcune misura preventiva antisismica.<br />

Progettato nel 1961 e realizzato a partire<br />

dal 1968, è diventato operativo da 12<br />

anni. I nove edifici che lo compongono risultano<br />

profondamente lesionati, e la struttura<br />

è ormai inagibile al 90%. Ci prestano<br />

servizio 400 medici e 570 infermieri i quali,<br />

incuranti del pericolo e del panico, hanno<br />

lavorato ininterrottamente in ogni modo<br />

possibile. “Li ho visti in azione – racconta<br />

Licalzi – e sono rimasto veramente colpito.<br />

La loro efficienza è stata sorprendente, riuscivano<br />

a prestare soccorso a tutti, in un<br />

caos indescrivibile. Riuscivano a confortare<br />

e consolare tutta quella gente distrutta,<br />

con una professionalità e con un’umanità<br />

indescrivibile”.<br />

E’ questa la cosa che resterà per sempre<br />

scolpita nella mente: “Le urla dei feriti, i<br />

letti fuori dall’ospedale, in mezzo alla strada,<br />

e poi ha cominciato a pioverci sopra. Ho<br />

visto scene che non potrò mai dimenticare,<br />

ho visto la sofferenza che ti taglia l’anima,<br />

ho visto i bambini…”.<br />

Ma la forza e la dignità delle vittime<br />

del terremoto è pari alla dedizione ed alla<br />

solidarietà dei soccorritori: “La gente si limitava<br />

a chiedere aiuto, a chiedere che il<br />

dolore fosse alleviato, ma, nonostante tutto<br />

con dignità e rispetto. E, dall’altra parte, è<br />

stata davvero eccezionale la partecipazione<br />

di massa dei volontari. Chiunque avesse un<br />

1100 TERREMOTO<br />

mezzo o comunque la forza di intervenire<br />

si è rimboccato le maniche ed ha cominciato<br />

ad aiutare”. Questo è il volto umano,<br />

luminoso, che un popolo mostra nella ca-<br />

lamità. Un intero popolo, il popolo italiano<br />

poiché chi c’era assicura: “La macchina organizzativa<br />

è partita immediatamente ed<br />

ha funzionato bene. Le colonne di mezzi di<br />

soccorso, la base per gli aerei e gli elicotteri<br />

del Aeronautica che hanno cominciato<br />

subito a portare via i feriti, sono tutte cose<br />

che non è banale approntare in un’ora.<br />

I Vigili del fuoco, la Protezione civile, sono<br />

straordinari. Ma anche tutti i colleghi, quelli<br />

delle altre Forze di Polizia, l’Esercito, tutti.<br />

Nessuno si è risparmiato, e la gente lo deve<br />

sapere. Tutti hanno fatto il possibile, anche<br />

se disagi e problemi indubbiamente in queste<br />

situazioni restano perché in questi casi<br />

si combatte contro qualcosa che è più grande<br />

di noi”.<br />

Così Licalzi ha voluto lanciare il preciso


Situazione edifici<br />

sul territorio nazionale<br />

(fonte Corriere della Sera e Il Giornale):<br />

80.000 edifici a rischio in Italia<br />

(scuole, ospedali ed uffici pubblici)<br />

costruiti in zone ad alto rischio sismico<br />

e non edificati secondo criteri<br />

antisismici;<br />

22.000 edifici scolastici in zona<br />

sismica e quindi a rischio, 16.000<br />

in zone ad alto rischio e di questi<br />

9.000 non sono costruiti con criteri<br />

antisismici;<br />

13 miliardi è la cifra necessaria a<br />

mettere in sicurezza i circa 57.000<br />

istituti scolastici italiani. 4 miliardi<br />

di euro sono necessari per gli interventi<br />

sulle 9.000 scuole ad altissimo<br />

rischio;<br />

7,2 milioni di abitazioni private<br />

costruite in tutta Italia prima del<br />

1974, quando è stata varata la legge<br />

che detta indicazioni sulle costruzioni<br />

in zone sismiche;<br />

3 milioni di persone che abitano in<br />

zone ad alta sismicità. 21 milioni<br />

vivono in aree a media sismicità,<br />

15,5 in luoghi a bassa sismicità, 20<br />

in aree a sismicità minima.<br />

messaggio che “i cittadini devono contare<br />

sulla Polizia di Stato sempre e comunque,<br />

anche e soprattutto in momenti come<br />

questi nei quali, se possibile, lo spirito di<br />

servizio, la disponibilità, la solidarietà sono<br />

ancora maggiori”.<br />

Un messaggio sincero e sentito, proprio<br />

come il profondo cordoglio per Massimo,<br />

un collega che non c’è più e che gli uomini<br />

in divisa dell’Aquila e tutta la Polizia<br />

di Stato porteranno per sempre nel cuore.<br />

Ma i “problemi ed i disagi” nelle zone<br />

del disastro non finiranno tanto presto.<br />

Sono destinati a durare ed anzi nei mesi,<br />

negli anni a venire si sentiranno ancora<br />

di più e necessiteranno di interventi seri,<br />

programmati, duraturi, e di vere e proprie<br />

strategie di intervento.<br />

I terremoti sono dovuti al liberarsi di<br />

energia all’interno del globo terrestre, in<br />

particolare nel suo settore più esterno, e tale<br />

fenomeno viene avvertito in superficie come<br />

vibrazioni del terreno.<br />

Le zone più a rischio generalmente sono<br />

quelle in corrispondenza di grandi catene<br />

montuose e della cintura circumpacifica. Allo<br />

stato attuale delle conoscenze non è possibile<br />

prevedere con sufficiente attendibilità e precisione<br />

il momento, il luogo e l’energia che<br />

libererà un terremoto. Se invece si intende<br />

per previsione una valutazione probabilistica<br />

focalizzata sullo studio di determinate aree,<br />

si possono arrivare a “prevedere”, per quelle<br />

aree, l’intensità massima e la frequenza dei<br />

terremoti che si possono attendere, arrivando<br />

così a definirne la pericolosità sismica.<br />

L’Abruzzo, fra le zone mediterranee, è tra le<br />

più esposte ai terremoti, in relazione soprattutto<br />

alle conseguenze dell’orogenesi che<br />

ha determinato la formazione della catena<br />

appenninica. Il capoluogo abruzzese è stato<br />

colpito più volte e in epoche diverse da scosse<br />

di terremoto di notevole intensità che l’hanno<br />

quasi totalmente distrutta: si ricordano quello<br />

del 1349, del 1456 e 1703.<br />

Nel 1706 anche la città di Sulmona venne<br />

colpita da un terremoto di magnitudo pari al<br />

nono-decimo grado della scala Mercalli che<br />

distrusse la città e seppellì gran parte di quel<br />

ricco patrimonio architettonico che le aveva<br />

meritato l’appellativo di “Siena d’Abruzzo”.<br />

Altro sisma di enormi proporzioni fu quello<br />

che nel 1915 colpì la Marsica e che rase al suolo<br />

la città di Avezzano e molti paesi limitrofi,<br />

provocando più di 30.000 vittime.<br />

Il nostro paese, caratterizzato da una<br />

sismicità non particolarmente violenta, ma<br />

comunque molto continua nel tempo, ha sviluppato<br />

una notevole sensibilità scientifica<br />

e tecnica in materia di terremoti. La classificazione<br />

sismica del territorio e la normativa<br />

tecnica per le costruzioni in zona sismica viene<br />

costantemente aggiornata col progredire<br />

delle conoscenze tecnico-scientifiche, determinando<br />

così un progressivo miglioramento<br />

delle condizioni di sicurezza delle nuove costruzioni.<br />

Rimane però il problema delle costruzioni<br />

realizzate prima dell’introduzione della<br />

normativa sismica, e nella nostra Regione<br />

gran parte dei centri storici sono costituiti da<br />

fabbricati di pregevole valore architettonico e<br />

culturale, ma realizzati in epoche in cui la resistenza<br />

strutturale di un edificio era affidata<br />

alle semplici pratiche del “buon costruire”.<br />

Nei nostri 305 Comuni sono presenti,<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Abruzzo, terra più volte martoriata<br />

quindi, centri storici di elevata valenza paesaggistica<br />

e culturale, ma caratterizzati da<br />

una elevatissima vulnerabilità rispetto agli<br />

eventi sismici. Le innovazioni introdotte negli<br />

ultimi anni rappresentano momenti di forte<br />

cambiamento nei settori dell’analisi della pericolosità<br />

di base del territorio e dell’approccio<br />

progettuale che ne consegue.<br />

Per questo, attraverso il concorso degli<br />

Amministratori, degli Ordini Professionali,<br />

del mondo imprenditoriale, dei tecnici della<br />

Pubblica Amministrazione e del mondo scientifico<br />

già dal 2003, si è iniziato ad individuare<br />

le soluzioni e le sinergie possibili nel settore<br />

dell’edilizia per trasformarle in opportunità<br />

per una rinnovata qualità del costruire e per<br />

una più consapevole tutela della vita e della<br />

sicurezza dei cittadini.<br />

Prevenzione – Nell’attività di prevenzione<br />

un ruolo centrale è assegnato alla comunità. I<br />

cittadini, infatti, collaborando con le Istituzioni,<br />

possono sensibilizzarle nel compiere scelte<br />

legate alla maggior sicurezza del territorio, e<br />

non ultimo, agire direttamente per la Protezione<br />

Civile diventando volontari. Una comunità<br />

ben informata è consapevole di vivere<br />

in un territorio ad alto rischio; ogni singolo<br />

cittadino, infatti, dovrebbe conoscere il piano<br />

di emergenza del proprio comune, imparare i<br />

comportamenti più corretti da tenere in caso<br />

di eventi calamitosi e compiere tutte le opere<br />

di manutenzione e ristrutturazioni, sui propri<br />

immobili, per ridurne i livelli di pericolosità.<br />

11


12<br />

TERREMOTO<br />

La più grave sciagura del mi lennio<br />

Quasi trecento morti,<br />

mille feriti, ventisettemila<br />

sfollati. File di bare sistemate<br />

nei campi e il dolore<br />

dell’Italia intera per le<br />

tante vite spezzate, per le<br />

famiglie distrutte, per il<br />

dramma di chi in un attimo<br />

ha perso tutto. Il terremoto<br />

che la notte del 6 aprile<br />

ha devastato l’Abruzzo,<br />

riducendo in macerie l’Aquila e cancellando<br />

interi paesi dell’Appennino è arrivato in<br />

piena notte. Un sisma devastante, nato a 5<br />

chilometri di profondità e a circa poco più di<br />

un chilometro dal centro dell’Aquila, che ha<br />

sprigionato la sua violenza inaudita contro<br />

centinaia di migliaia di persone che ancora<br />

dormivano e radendo al suolo decine di<br />

migliaia di case, monumenti, edifici storici,<br />

ospedali, università. Emergenza nazionale.<br />

“La più grave sciagura del millennio”,<br />

che ha distrutto ventisei paesi abruzzesi e<br />

messo fuori uso scuole, strade, linee telefoniche,<br />

condotte d’acqua. Servizi che, per fortuna,<br />

sono stati quasi subito riattivati - almeno<br />

in parte - grazie anche all’intervento efficace<br />

della Protezione civile. Oltre a l’Aquila, i paesi<br />

colpiti sono Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio<br />

Calvisio, San Pio, Villa Sant’Angelo,<br />

Fossa, Ocre, San Demetrio ne Vestini e i centri<br />

dell’Altopiano delle Rocche. La situazione<br />

più drammatica si è registrata a l’Aquila e in<br />

alcune delle sue frazioni come Onna, rasa<br />

quasi completamente al suolo, e Paganica,<br />

dove decine di persone sono rimaste sotto<br />

le macerie. Il centro storico del capoluogo ha<br />

subito i danni più gravi, con numerosi crolli,<br />

moltissimi edifici lesionati e alcuni palazzi<br />

crollati completamente: tra questi, la Prefettura,<br />

la Casa dello Studente e l’ospedale.<br />

Dopo le prime avvisaglie, con scosse avvertite<br />

in serata prima in Toscana, nel Forlivese,<br />

nell’Aquilano, alle 3,32 l’intero Centro Italia<br />

ha traballato sotto il forte sisma - fra l’8° e il 9°<br />

grado della scala Mercalli - che ha devastato<br />

soprattutto l’Abruzzo ma che si è avvertito<br />

a Roma - le Terme di Caracalla hanno subito<br />

lesioni - e fino a Napoli ma anche, distintamente,<br />

nelle Marche, in provincia di Ascoli<br />

Piceno, dove molte persone si sono riversate<br />

in strada. Il terremoto è arrivato anche lungo<br />

la costa abruzzese. Da Pescara a Vasto sono<br />

state centinaia le chiamate ai centralini di<br />

Vigili del Fuoco, polizia e dei carabinieri. I<br />

circa 80 mila abitanti dell’Aquila sono passati<br />

nel giro di pochi secondi dallo stato di<br />

cittadini a quello di profughi.<br />

Verso le 5.30 sono<br />

cominciati ad affluire a<br />

nel capoluogo abruzzese<br />

i primi mezzi di soccorso<br />

della Protezione civile.<br />

Innumerevoli i casi di<br />

solidarietà e in certe circostanze<br />

persino di eroismo<br />

da parte di persone<br />

che si sono dedicate al<br />

salvataggio di anziani bloccati nelle abitazioni,<br />

o alla cura di bambini spaventati o<br />

gente in difficoltà. Molti anziani debbono<br />

la loro vita a tanti atti di abnegazione di<br />

persone che si sono gettate fra le macerie,<br />

con il rischio di rimanere travolte da altri<br />

crolli, per estrarre persone rimaste incastrate.<br />

Alcuni giocatori dell’Aquila Rugby<br />

hanno salvato tre anziane sotto le macerie<br />

della loro abitazione. Uno di questi giocatori<br />

si è caricato sulle spalle una donna senza<br />

toglierle la bombola di ossigeno alla quale<br />

era attaccata. Le immagini strazianti degli<br />

scampati, ma soprattutto del disastro urbanistico<br />

della città, del suo centro storico,<br />

del suo cuore commerciale e finanziario,<br />

accelerano questa straordinaria gara della<br />

solidarietà. Eppure da subito sono scoppiate<br />

le polemiche sulla prevedibilità del terremoto.<br />

Giampaolo Gioacchino Giuliani, che<br />

lavora nei Laboratori nazionali del Gran<br />

Sasso dell’Istituto nazionale di astrofisica,<br />

dice che da 10 anni esiste un modo da lui<br />

sperimentato per prevedere i terremoti. Intervistato<br />

qualche giorno prima da una tv<br />

locale, si era rivolto alle autorità di alcuni<br />

centri abruzzesi chiedendo di provvedere<br />

all’evacuazione. Ed era stato denunciato<br />

per “procurato allarme”. Dall’altro lato uno<br />

schieramento di geologi, sismologi e autorità<br />

dell’Istituto Nazionale di Geofisica, ha<br />

disconosciuto la validità scientifica del metodo.<br />

Il problema – dicono gli esperti - non<br />

è tanto quello di prevedere, quanto quello<br />

di prevenire, investendo risorse pubbliche<br />

per rendere antisismiche le abitazioni che<br />

non lo sono, soprattutto nelle zone indicate<br />

come pericolose.<br />

Intanto la magistratura ha avviato indagini<br />

sul crollo di alcuni edifici, ipotizzando<br />

il reato di disastro colposo. L’obiettivo<br />

dei magistrati è verificare se ci siano stati<br />

illeciti nella concessione dei permessi per<br />

la ristrutturazione dei palazzi e dunque accertare<br />

possibili omissioni o abusi da parte<br />

di amministratori e funzionari pubblici.<br />

Basti pensare, senza considerare la<br />

drammatica situazione di migliaia di persone<br />

sfollate e rimaste senza casa, alla situazione<br />

delle strutture pubbliche.<br />

Oltre all’ospedale, che come si è detto<br />

è totalmente inutilizzabile, anche la prefettura<br />

de l’Aquila è ormai inagibile, dal momento<br />

che è stata rasa al suolo.<br />

Per quanto riguarda la Questura del<br />

capoluogo abruzzese, la struttura in cemento<br />

armato ha resistito bene, ma dopo<br />

il sopralluogo del prefetto Franco Gabrielli<br />

e degli uomini del Genio civile, l’edificio è<br />

stato dichiarato comunque inagibile poiché,<br />

anche se non ha subito danni irreparabili,<br />

deve essere consolidato e rimesso in<br />

totale sicurezza.<br />

Ciò significa che la Questura dovrà essere<br />

completamente sgomberata per i lavori,<br />

che dureranno mesi. Conseguentemente<br />

sorge anche per gli uomini e le donne della<br />

Polizia di Stato, il problema di una sistemazione<br />

alternativa che gli consenta di svolgere<br />

adeguatamente ed efficientemente il<br />

loro lavoro. Si tratta di centinaia di persone,<br />

dal momento che alla Questura prestano<br />

servizio 230 Poliziotti, 70 civili, più altre 70<br />

persone in servizio alla Stradale.<br />

Lo Stato, che ha dimostrato di esserci<br />

in pieno nel momento del bisogno, deve segnare<br />

un percorso di attività e di interventi<br />

lunghi, costanti e duraturi, che conducano<br />

la gente d’Abruzzo verso un futuro più sicuro,<br />

nuovamente luminoso, in cui per le<br />

strade dell’Aquila e degli altri 16 centri ormai<br />

deserti tornino a udirsi gli strilli allegri<br />

dei bambini, ed i rumori di città vive.<br />

Sosteniamo i nostri co leghi<br />

e le loro famiglie<br />

AIUTIAMOLI<br />

A RI-VIVERE<br />

Fermo restando l’iniziativa di sottoscrizione<br />

fondi a livello nazionale a favore<br />

delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma,<br />

che il Co.I.S.P. ha intrapreso unitamente<br />

alle altre OO.SS. della Polizia di Stato, ed i<br />

cui eventuali versamenti dovranno confluire<br />

alla Croce Rossa Italiana con le modalità<br />

ed i criteri stabiliti da tale associazione, e<br />

da noi indicati con precedente comunicato,<br />

questa Segreteria Nazionale ha ritenuto<br />

giusto aderire alla richiesta di molti e principalmente<br />

del nostro Segretario Generale


AI SIGG. SEGRETARI GENERALI REGIONALI<br />

AI SIGG. SEGRETARI GENERALI PROVINCIALI<br />

Iniziativa di raccolta materiale a favore dei nostri<br />

co leghi colpiti dal sisma e de le loro famiglie.<br />

NOTA IMPORTANTE ED URGENTE<br />

Cari amici,<br />

come vi è già stato brevemente rappresentato<br />

con alcuni messaggi inviati alle vostre<br />

utenze, e come avrete potuto apprendere<br />

dal comunicato che è già stato trasmesso<br />

a tutte le strutture territoriali per la pubblicazione<br />

nelle nostre bacheche e tra i colleghi<br />

tutti, questa Segreteria Nazionale ha ritenuto<br />

doveroso raccogliere le richieste di tanti<br />

colleghi e principalmente del nostro Segretario<br />

Generale Provinciale di L’Aquila, Santino<br />

Li Calzi, al quale moltissimi si sono rivolti, e<br />

quindi, in aggiunta all’iniziativa di sottoscrizione<br />

fondi a livello nazionale a favore delle<br />

popolazioni abruzzesi colpite dal sisma che<br />

la nostra O.S. ha intrapreso unitamente agli<br />

altri Sindacati della Polizia di Stato, ci adopereremo<br />

per garantire un ulteriore concreto<br />

aiuto esclusivamente per i nostri colleghi<br />

di quella provincia, quelli che, e sono oltre<br />

il 30% dell’organico, sono rimasti senza casa<br />

e che si trovano accampati con i familiari<br />

senza avere praticamente più nulla di ciò che<br />

necessita ad una famiglia.<br />

AIUTIAMO A RI-VIVERE I NOSTRI COL-<br />

LEGHI DELL’AQUILA E LE LORO FAMIGLIE!:<br />

questo è l’appello che abbiamo evidenziato<br />

nella nostra iniziativa.<br />

Provinciale dell’Aquila, Santino Li Calzi, di<br />

dedicare un ulteriore concreto aiuto esclusivamente<br />

ai nostri colleghi di quella provincia,<br />

oltre il 30% dell’organico, che sono rimasti<br />

senza casa e che si trovano accampati<br />

con i familiari senza avere praticamente più<br />

nulla di ciò che necessita ad una famiglia.<br />

E’ nostra ferma intenzione, quindi, dare un<br />

ulteriore sostegno concreto, oltre a quello<br />

diretto a tutta la cittadinanza abruzzese, ai<br />

nostri colleghi, anche quelli di altre Forze di<br />

Polizia, ed invitiamo tutti quanti a partecipare<br />

a questo doveroso atto di solidarietà<br />

rivolto principalmente verso chi indossa la<br />

nostra stessa divisa di Operatore della pubblica<br />

sicurezza.<br />

AIUTIAMO DIRETTAMENTE I NOSTRI<br />

COLLEGHI CHE HANNO PERSO TUTTO. AIU-<br />

TIAMOLI A RI VIVERE!<br />

L’adesione di tutti sarà n ecessaria.<br />

Un ulteriore concreto sostegno, oltre a<br />

quello diretto a tutta la cittadinanza abruzzese,<br />

ai nostri colleghi, anche quelli di altre<br />

Forze di Polizia: questo ci proponiamo di riuscire<br />

a dare, e dobbiamo esserne capaci.<br />

Con il comunicato già trasmesso a voi<br />

tutti, e che nuovamente alleghiamo alla<br />

presente pregandovi di darne massima diffusione,<br />

stiamo invitando tutti i poliziotti<br />

d’Italia a partecipare ad un doveroso atto di<br />

solidarietà rivolto principalmente verso chi<br />

indossa la nostra stessa divisa di Operatore<br />

della pubblica sicurezza e le loro famiglie,<br />

che si sono trovati a non possedere più nulla<br />

di ciò che quotidianamente abbisogna ad<br />

una famiglia. 2 L’ottimale riuscita della nostra<br />

iniziativa è essenzialmente demandata<br />

alla vostra buona volontà ed alla vostra<br />

comprensione ed operosità. Non sono soldi<br />

che dobbiamo raccogliere, per quelli c’è<br />

l’iniziativa comune con le altre OO.SS.. Noi<br />

adesso dobbiamo far giungere a quei nostri<br />

colleghi tutti quegli oggetti che ognuno<br />

normalmente utilizza per “vivere”: elettrodomestici,<br />

libri, quaderni per i bambini, vestiti,<br />

etc.. etc…<br />

Vi invitiamo quindi a pubblicizzare al<br />

massimo la nostra iniziativa, ed a raccogliere,<br />

ognuno nella propria provincia, gli<br />

Quanto al materiale che serve, pensate al<br />

fatto che tutto ciò che ognuno di noi ha<br />

nella propria casa, molti di quei colleghi<br />

adesso ce l’hanno sotto le macerie. Possediamo<br />

qualcosa (qualsiasi cosa) in più che<br />

non abbiamo mai usato o che è in ottime<br />

condizioni?<br />

Abbiamo appena acquistato o pensato<br />

di acquistare un piccolo elettrodomestico,<br />

oppure dei libri, dei quaderni per i nostri<br />

figli, dei vestiti, etc.. etc..? Beh, adesso, in<br />

questo momento, la famiglia di ognuno di<br />

noi è più grande di quella che anagraficamente<br />

risulta. Nelle nostre famiglie in questo<br />

momento ci sono anche i colleghi della<br />

provincia di L’Aquila e le loro di famiglie, le<br />

loro mogli, i loro mariti, i loro figli, i loro genitori.<br />

A LORO SERVE TUTTO!<br />

AIUTIAMO A RI VIVERE I NOSTRI COL-<br />

LEGHI DI L’AQUILA E LE LORO FAMIGLIE!<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

oggetti che i colleghi vorranno far giungere<br />

a quei nostri colleghi di L’Aquila. Spiegate<br />

a tutti che in questo momento, la famiglia<br />

di ognuno di noi è più grande di quella che<br />

anagraficamente risulta, che nelle nostre<br />

famiglie in questo momento ci sono anche<br />

i colleghi della provincia di L’Aquila e le loro<br />

di famiglie, le loro mogli, i loro mariti, i loro<br />

figli, i loro genitori.<br />

A LORO SERVE TUTTO!<br />

I Sigg. Segretari Generali Regionali<br />

sono pregati di sostenere ed eventualmente<br />

raccordare le iniziative delle strutture<br />

provinciali e possibilmente di individuare<br />

dei luoghi di deposito ove far giungere il<br />

materiale pervenuto nelle singole province.<br />

Chiaramente potranno ben coordinarsi<br />

anche le strutture di più regioni insieme. La<br />

Segreteria Nazionale, che vorrete costantemente<br />

informare di quanto fatto, rimane<br />

a disposizione per aiutare a raccordare le<br />

iniziative di consegna che verranno individuate<br />

e decise a livello territoriale, facendo<br />

affidamento sull’encomiabile e sempre<br />

presente spirito di sincera partecipazione<br />

e concreto impegno più volte da Voi dimostrato;<br />

manterrà inoltre il costante contatto<br />

con il Segretario dell’Aquila per la necessaria<br />

opera di registrazione e consegna ai colleghi<br />

interessati del materiale che giungerà<br />

in quella Provincia.<br />

QUANTO STIAMO FACENDO E’ TANTO<br />

IMPORTANTE QUANTO URGENTE!!<br />

GRAZIE.<br />

Il Segretario Generale<br />

Franco Maccari<br />

Le nostre Segreterie Provinciali, alle<br />

quali potrete rivolgervi, raccoglieranno il<br />

materiale che vorrete far giungere a quei<br />

nostri colleghi per poi farlo pervenire in<br />

più d’un magazzino. Da qui il tutto partirà<br />

per la provincia di L’Aquila, destinazione i<br />

nostri colleghi. Oltre che alle predetto nostre<br />

strutture territoriali, eventuali informazioni<br />

potranno inoltre essere chieste<br />

direttamente a questa Segreteria Nazionale<br />

(06 48903734/3773) durante i giorni feriali,<br />

dalle ore 09.00 alle 19.00, e nei rimanenti<br />

orari direttamente al nostro Segretario Generale<br />

Provinciale di L’Aquila Santino Li Calzi,<br />

all’utenza 331 3697685.<br />

E’ TANTO IMPORTANTE QUANTO UR-<br />

GENTE!! SI RINGRAZIA DI CUORE CHIUN-<br />

QUE SI RENDA DISPONIBILE, ANCHE ORGA-<br />

NIZZATIVAMENTE.<br />

La Segreteria Nazionale del Co.I.S.P.<br />

1133


1144 TERREMOTO<br />

Una se timana dopo, da un ospedale di Roma una domanda:<br />

perché 200 scosse non hanno provocato reazioni?<br />

“Io, medico ferito e sfo lato dico:<br />

l’allarme alla città andava dato”<br />

di Massimo GALLUCCI*<br />

Da gennaio, quasi settimanalmente<br />

si faceva sentire. Ma, un po’<br />

come nel film X-men 2, il verme<br />

divoratore era sotto controllo.<br />

Così ci era stato detto più e più volte dalla<br />

stampa e dalle televisioni locali. E così parcheggio,<br />

senza particolari precauzioni, nel<br />

piazzale alberato a 100 metri da casa.<br />

Casa: una palazzina cielo-terra di 3 piani<br />

e piccolo attico, di stesura settecentesca,<br />

manipolata più volte in seguito, e da noi restaurata<br />

12 anni fa. Per strada, davanti il mio<br />

ingresso, gli studenti che alloggiano in affitto<br />

negli appartamenti di fronte in cemento<br />

armato. Sono una decina, in strada. Una ragazza<br />

piange: “non ne posso più, ho paura<br />

voglio andare via”. Un ragazzo l’abbraccia<br />

protettivo. Stai tranquilla. Sono scosse di assestamento.<br />

Ormai ci siamo abituati.<br />

Così ci prepariamo, come ogni sera<br />

quasi tranquilli. A letto. Io, mia moglie e mia<br />

figlia. Un letto d’epoca, veneziano, con una<br />

spalliera piuttosto alta, che avrà un ruolo in<br />

questa storia. Stranamente essenziale e per<br />

questo bellissimo. Lascio la luce dell’abatjour<br />

accesa. All’una circa sono svegliato da<br />

un’altra scossa. O l’ho sognata? Resto sveglio.<br />

Dopo un po’ ne arriva un’altra.<br />

Alle 3 e mezzo il letto salta, si muove.<br />

Non c’è più luce elettrica, polvere dovunque,<br />

si fa fatica a respirare tra la polvere e l’odore<br />

acre, inconfondibile del gas di città, e il<br />

ballo continua, accelera, è forsennato, sale<br />

il rumore, quel borborigmo che diventa un<br />

ululato rotto dagli allarmi delle auto e da<br />

grida, grida, grida attorno. Virginia chiama.<br />

Mi butto su di lei per ripararla dalla pioggia<br />

di calcinacci e urlo: “Non preoccuparti, è finito,<br />

è finito!”<br />

Ripeto istericamente quella frase per<br />

22 secondi.<br />

E’ finito! Grido finalmente per l’ultima<br />

volta e “ordino” a mia moglie e mia figlia di<br />

seguirmi, di scappare via, subito. Scendo dal<br />

letto. Macerie sul pavimento. Polvere e odore<br />

di gas. Urla da fuori. Non si vede nulla.<br />

Cerco a tentoni la porta, ma non riconosco<br />

la camera da letto: la stanza è cambiata. O<br />

almeno il letto è in un’altra posizione. La<br />

trovo. Si apre. A tentoni raggiungo la rampa<br />

delle scale con la sensazione di non trovare<br />

le pareti al posto giusto. La rampa non c’è: è<br />

un cumulo di macerie.<br />

A piedi nudi su quei sassi, poi sui vetri<br />

e i resti dei quadri dell’ingresso. Voglio vedere<br />

se si apre la porta. Sembra di no, poi qualche<br />

spallata e ci riesco e un po’ di luce delle<br />

stelle penetra la nebbia e lenisce l’angoscia.<br />

Grazie a Dio non siamo prigionieri. Corro di<br />

nuovo su. Prendo Virginia e chiamo Lucilla.<br />

E approccio di nuovo la discesa. Ma stavolta<br />

perdo l’equilibrio e cado di schiena,assieme<br />

a Virginia, violentemente sul pavimento<br />

dell’ingresso. Un bel volo, forse di un metro<br />

e mezzo - due? Per un paio di secondi ho<br />

fosfeni. “Virginia, Lucilla, uscite! Uscite, sto<br />

bene!”<br />

Intanto verifico che muovo le gambe<br />

e le mani. Ho un dolore terribile nell’intero<br />

tratto lombare. Sicuramente mi sono fratturato.<br />

Mi faccio forza ed esco quasi carponi,<br />

poi mi metto in piedi e vedo l’orrore che mai<br />

avrei creduto o pensato. Il palazzo di fronte:<br />

5 piani di cemento armato accartocciati,<br />

stratificati come carte da gioco. Non sarà più<br />

alto di 3-4 metri, ora. Non viene una voce da<br />

lì dentro. Un silenzio feroce. Mani nei capelli,<br />

piango, Daniela amica cara e i bimbi Davide<br />

e Matteo; Maria Pia e i figli e quell’anomalo<br />

pitbull buono, l’avvocato Fioravanti e la<br />

moglie, così dolci e pacati. Che gentiluomo,<br />

con la sua piccola collezione di auto d’epoca<br />

e il sorriso nonostante la leucemia, e gli<br />

altri e gli studenti, quelli che piangevano e<br />

si consolavano.Travi di cemento armato di<br />

vari metri schiacciano i resti di quella casa.<br />

Senza una gru è impossibile fare qualunque<br />

cosa. A piedi nudi, sui sassi della città atterrati<br />

per terra, come tre zombi facciamo i 50<br />

metri che ci separano da via XX Settembre<br />

dove altri zombi seminudi si aggirano senza


meta, con gli occhi sbarrati, senza saper dire<br />

una parola, guardandosi attorno e piangendo,<br />

alcuni.<br />

Attraversiamo il parco alberato nel cui<br />

piazzale ho parcheggiato e raggiungiamo la<br />

macchina. E’ coperta di detriti e polvere, ma<br />

agibile. Con lucidità sia io che Lucilla avevamo<br />

preso le chiavi della macchina dal portaoggetti<br />

sul tavolo dell’ingresso fortunatamente<br />

in piedi. In auto passiamo qualche<br />

ora, mentre la folla aumenta nel piazzale,<br />

assieme al dolore lombare. Continuano le<br />

scosse.<br />

Sento un ragazzo chiamare Maria, Mariaaaa<br />

da sopra le macerie: “c’è mia sorella<br />

lì sotto, Mariaaaa!” Alcuni hanno piccole torce<br />

elettriche e scavano con le mani. Il termometro<br />

della mia auto indica 3 gradi. Chiedo<br />

a mia figlia di avvolgermi una pezza da vetri<br />

attorno ai piedi congelati.<br />

Passano amici e volti noti. Non vedo<br />

traccia di isteria. Uno stupore silenzioso e<br />

controllato. Tutti si chiedono tra le lacrime:<br />

ha bisogno di qualcosa? Sapendo di aver<br />

poco o nulla da offrire. Aspettiamo, come<br />

bombardati, le luci dell’alba. Per capire. Ma<br />

da capire c’è poco.<br />

Mia moglie torna a casa. Entra per qualche<br />

secondo.<br />

“Casa non c’è più. Abbiamo perso tutto.<br />

Sai a chi dobbiamo la vita? Alla spalliera<br />

del letto che ci ha riparato dai massi della<br />

casa a fianco, accasciata come un vecchio<br />

sulla nostra. I massi hanno forzato, curvato<br />

su di noi la spalliera spingendo il letto contro<br />

l’altra parete. Senza di essa, ci sarebbero<br />

venuti addosso, sulle teste”. Deo gratias.<br />

Una serie di coincidenze ci ha salvato la vita.<br />

Il resto non conta. Il resto si rifarà. Sono indeciso<br />

ora. Andiamo in ospedale a L’Aquila,<br />

dove troverò certamente il caos dei feriti<br />

ammassati, o direttamente fuori. Ma chissà<br />

cosa ha combinato il terremoto da quelle<br />

parti? Chissà le strade? Pensieri contorti che<br />

trovano soluzione presto: “Portami in ospedale<br />

a L’Aquila. Sto per svenire dal dolore”.<br />

Sono quasi le otto. Passiamo per una<br />

circonvallazione fuori città evitando scientemente<br />

il centro con l’auto, e ai nostri occhi<br />

si offre anche qui lo scenario di guerra<br />

che immaginavamo. Arriviamo e troviamo<br />

un’apocalisse ben oltre le previsioni: l’accesso<br />

al pronto soccorso bloccato da un crollo<br />

e il magnifico costosissimo – ma – solido<br />

ospedale è provato, inginocchiato, macilento.<br />

Dico a mia moglie di andare direttamente<br />

nel mio reparto. Inutile intasare il Pronto<br />

Soccorso. E qui trovo gente che dalle 4 del<br />

mattino lavora indefessa e già sconvolta dai<br />

primi orrori. Riesco a essere studiato. Sento<br />

l’affetto di chi mi sta intorno. Sono su una<br />

barella, finalmente, con un toradol in vena,<br />

e il dolore si lenisce. Ho eseguito RM e TC<br />

mentre le scosse continuavano impetuose<br />

ed impietose. Ho una diagnosi di frattura<br />

vertebrale somatica di L2 e varie contusioni.<br />

Non ho notizie di mia madre, mio<br />

fratello, mia sorella, i nipoti: non ho potuto<br />

prendere il cellulare, sepolto dentro casa.<br />

Quanto siamo stati viziati dalla tecnologia!<br />

Col mio cellulare ho perso la rubrica telefonica<br />

e quindi tutti i contatti col mondo.<br />

In tarda mattinata l’ospedale è dichiarato<br />

inagibile ed evacuato. Mi cerco un ricovero<br />

altrove con la difficoltà di non conoscere<br />

più i numeri di telefono di nessuno e approdo<br />

in qualche ora al Policlinico Umberto I a<br />

Roma.<br />

E’ già tempo di leccarsi le ferite e proporre<br />

rapide soluzioni. E’ vero. E’ anche vero<br />

che se il dolore non deve alimentare né<br />

rendere faziosa la rabbia, non deve neanche<br />

occultare le legittime domande del caso.<br />

Non ho velleità polemiche, e la gratitudine<br />

a tutti coloro che si sono adoperati per la<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

mia città è infinita. Non posso, nel nome di<br />

quei morti, tacere, però, in merito alla disorganizzazione<br />

preventiva e all’informazione<br />

fuorviante.<br />

Da quasi 4 mesi erano state registrate<br />

quasi 200 scosse con epicentro a L’Aquila<br />

e dintorni. Non poteva essere un evento<br />

che rientra nei limiti del normale, come si<br />

è sentito dire. Nelle ultime settimane erano<br />

incrementate di numero ed intensità. Eppure<br />

le voci ufficiali erano rassicuranti. “Non<br />

creiamo allarmismi”.<br />

Ma perché essere preoccupati di dare<br />

un allarme consapevole? Noi medici siamo<br />

obbligati da anni al consenso informato.<br />

Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale<br />

sono COSTRETTO giustamente a dire e<br />

quantificare il rischio percentuale di mortalità.<br />

E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti<br />

inconsulti. Questo è il mio principale rammarico.<br />

Nessuno ha offerto istruzioni calme,<br />

rassicuranti, civili, informate. La mia piccola<br />

storia assieme alle centinaia di storie di amici,<br />

mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia<br />

elettrica sul comodino non mi sarei fratturato<br />

la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare<br />

a portata di mano avrei chiesto aiuto per<br />

me e per il palazzo accanto, se molti avessero<br />

parcheggiato almeno un’auto fuori dal garage<br />

ora l’avrebbero a disposizione, se in quell’auto<br />

avessero (e io avessi) messo una borsa con<br />

una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia<br />

d’acqua, si sarebbero tollerati meglio i<br />

disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d’acqua<br />

sul comodino, se si fosse evitato di chiudere<br />

a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di<br />

studiare una strategia di fuga.... Pensate a chi<br />

è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare<br />

con l’esterno perché aveva il cellulare<br />

in un’altra stanza, o perché non trovava al<br />

buio le chiavi di casa, come le ragazze di un<br />

palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore<br />

sotto un letto, con la terra che continuava a<br />

tremare, perché la porta era chiusa a chiave,<br />

senza una torcia elettrica e senza cellulare per<br />

chiedere aiuto!<br />

E inoltre, se invece di una decina di vigili<br />

del fuoco in servizio ci fosse stata una<br />

maggiore disponibilità di forze con mezzi già<br />

sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove,<br />

quegli eroi del quotidiano che sono i nostri<br />

vigili del fuoco e i volontari della Protezione<br />

Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni<br />

migliori. Piccole cose. A costo irrisorio.<br />

Spero che i nostri figli possano fare affidamento<br />

su una società più civile”.<br />

* Professore e Direttore Uoc di Neuroradiologia<br />

Università – Asl dell’Aquila<br />

1155


1166 MANIFESTAZIONE ROMA<br />

<strong>Sicurezza</strong>. Protesta dei sindacati davanti al Ministero<br />

Basta tagli, i poliziotti<br />

assediano il Viminale<br />

Polizia, lunedi’ 30 i sindacati manifestano<br />

davanti al Viminale. Roma,<br />

27 MAR (Velino) - Dalle 9 alle 14 del 30<br />

marzo si svolgera’ a Roma davanti al<br />

ministero dell’Interno un volantinaggio<br />

di tutti i sindacati di polizia, Siulp<br />

- Sap - Siap Anfp - Silp Cgil - Consap<br />

Italia Sicura - Fsp Ugl - <strong>Coisp</strong> - Uilps,<br />

No ai tagli sulla sicurezza, no alle ronde<br />

- Pubblicato da fidest su Venerdì, 27<br />

Marzo 2009 - Dalle ore 9 alle 14 del 30<br />

marzo p.v. si svolgerà a Roma davanti al<br />

Ministero dell’Interno un volantinaggio<br />

di tutti i sindacati di polizia, Siulp - Sap –<br />

Siap Anfp - Silp Cgil - Consap Italia Sicura<br />

– Fsp Ugl – <strong>Coisp</strong> – Uilps, per protestare<br />

per protestare contro i tagli alla sicurezza<br />

e contro l’inefficace e pericolosa<br />

politica delle ronde. All’iniziativa<br />

hanno gia’ aderito e manifestato il<br />

loro sostegno i segretari generali di<br />

Cgil-Cisl- Uil Guglielmo Epifani, Raffaele<br />

Bonanni e Luigi Angeletti e la<br />

segretaria generale dell’Ugl Renata<br />

Polverini. Nella circostanza sara’ anche<br />

aperta la sottoscrizione, da parte<br />

degli operatori, di una cartolina che<br />

contro i tagli alla sicurezza e<br />

contro l’inefficace e pericolosa<br />

politica delle ronde. All’iniziativa hanno<br />

già aderito e manifestato il loro sostegno<br />

i segretari generali di Cgil-Cisl-Uil Guglielmo<br />

Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti<br />

e la segretaria generale dell’ Ugl<br />

Renata Polverini. Nella circostanza sarà<br />

anche aperta la sottoscrizione, da parte<br />

degli operatori, di una cartolina che sarà<br />

sara’ inviata al presidente del Consiglio<br />

e al ministro dell’Interno, con<br />

la quale si chiede che il governo abbandoni<br />

la strada dei tagli alle risorse<br />

per la sicurezza e delle ronde, e percorra<br />

quella degli investimenti nelle<br />

Forze dell’ordine e nella legalita’ e lo<br />

sviluppo, utilizzando anche i risparmi<br />

che si possono ottenere attraverso<br />

l’accorpamento delle procedure elettorali<br />

e referendarie - 27 MAR 09<br />

inviata al Presidente del Consiglio e al Ministro<br />

dell’Interno, con la quale si chiede<br />

che il Governo abbandoni la strada dei tagli<br />

alle risorse per la sicurezza e delle ronde,<br />

e percorra quella degli investimenti<br />

nelle Forze dell’ordine e nella legalità e<br />

lo sviluppo, utilizzando anche i risparmi<br />

che si possono ottenere attraverso l’accorpamento<br />

delle procedure elettorali e<br />

referendarie.


<strong>Sicurezza</strong>: Franceschini<br />

contesta<br />

“Niente Ronde,<br />

soldi alla Polizia”<br />

‘’ Vicinanza vera alle Forze di Polizia, dimostrata<br />

con sostegno di mezzi, di uomini,<br />

di intenzioni ‘’. E’ questo il messaggio lanciato<br />

oggi dal segretario del Pd, Dario Franceschini,<br />

intervenuto alla manifestazione<br />

di protesta indetta dai Sindacati di Polizia<br />

davanti al Viminale per protestare contro la<br />

riduzione dei fondi per le Forze dell’Ordine<br />

. ‘’Va evidenziata l’importanza e la ragionevolezza<br />

delle parole pronunciate da Franceschini<br />

nel loro significato teso alla difesa<br />

delle Istituzioni, che deve guidare l’operato<br />

di chi governa, al di la’ di ogni colore<br />

politico - dice Franco Maccari , Segretario<br />

Generale del <strong>Coisp</strong> - il Sindacato Indipendente<br />

di Polizia -. E’ fin troppo chiaro che<br />

sposiamo tali affermazioni, perchè dimostrano<br />

di comprendere quali siano le vere<br />

difficoltà ‘logistiche’ con cui quotidianamente<br />

uomini e donne della Polizia di Stato<br />

si confrontano, che vanno ad aggiungersi<br />

alle difficoltà proprie del nostro delicato<br />

lavoro, nonché al senso di abbandono che<br />

troppo spesso le stesse Istituzioni ci fanno<br />

avvertire ‘’. ‘’Sono considerazioni che noi<br />

abbiamo fatto con forza in ogni sede e in<br />

ogni modo - aggiunge Maccari -, e che molte<br />

amministrazioni locali hanno condiviso<br />

appieno decidendo addirittura di destinare<br />

appositi finanziamenti alle Forze di Polizia,<br />

bocciando categoricamente questa farsa<br />

delle ronde nelle rispettive città . ‘’E’ importante<br />

che le manovre pubblicitarie inutili e<br />

dannose vengano smascherate e chiamate<br />

con il loro nome. Ma, purtroppo - conclude<br />

Maccari - non possiamo non rilevare che e’<br />

veramente vergognoso e triste che in un<br />

Paese democratico, in cui libertà e sicurezza<br />

di tutti vengono garantite dal nostro lavoro<br />

instancabile e dai nostri sacrifici già al limite<br />

della sopportazione, ci sia bisogno di sollecitare<br />

chi governa a non prenderci a pesci<br />

in faccia ma a dimostrarci un po’ di rispetto<br />

e di concreto sostegno in più.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

1177


1188 MANIFESTAZIONE ROMA


SICUREZZA E POLIZIA<br />

1199


di Antonio Capria<br />

La crescente richiesta di sicurezza<br />

da parte dei cittadini ha indotto il<br />

governo a varare un “pacchetto” di<br />

misure, che in buona parte è contestato<br />

dai sindacati di Polizia. Cosa ne<br />

pensa Giuseppe Tiani, Segretario Generale<br />

del Siap?<br />

“L’investimento sulla sicurezza, sugli<br />

uomini e le donne che producono sicurezza<br />

avrebbe dovuto essere uno dei fattori<br />

di crescita e condizione di sviluppo del<br />

nostro Paese; difatti compare nell’elenco<br />

delle migliori intenzioni programmatiche<br />

del Governo. Ma è difficile riconoscerne<br />

la centralità e la priorità almeno per noi<br />

poliziotti, visti i pesanti tagli alla spesa<br />

sulla sicurezza, forse si pensa di ristabilire<br />

le condizioni fisiologiche di sicurezza,<br />

attraverso quelle che si possono definire<br />

le esternalizzazioni in pejus del Viminale,<br />

cioè la moltiplicazione delle polizie? La<br />

scelta di un modello di sicurezza non può<br />

essere ridotta ad un semplice problema di<br />

tecnica legislativa. Sono scelte che vanno<br />

alle radici di un sistema che, seppur richieda<br />

una profonda riforma, sino ad’oggi ha<br />

garantito l’equilibrio tra i diversi apparati<br />

di sicurezza del Paese, sancito dalla politica<br />

del coordinamento secondo le diverse<br />

missioni istituzionali. Il Siap sostiene e difende<br />

l’efficacia della 121/81 in materia di<br />

pubblica sicurezza, la considera una delle<br />

più coraggiose ed innovative riforme del<br />

secolo scorso. Per noi è sempre stato chiaro<br />

chi sia l’autorità nazionale di pubblica<br />

sicurezza, chi è il Capo della Polizia, Direttore<br />

Generale della Pubblica <strong>Sicurezza</strong>,<br />

2200 INTERVISTA<br />

Intervista al Segretario Generale del Siap Giuseppe Tiani<br />

“Riformare<br />

il sistema sicurezza”<br />

Giuseppe Tiani<br />

chi sono le autorità provinciali e locali ed<br />

i poteri loro attribuiti. Oggi siamo in una<br />

grande emergenza, una crisi di sistema,<br />

grave, gravissima – economica e sociale<br />

– che attraversa gli Stati occidentali e la<br />

risposta non può essere il varo di leggi che<br />

anziché governarle, rincorrono le paure<br />

pur legittime della gente; si varano decreti<br />

e leggine prive di strategie di governo di<br />

lungo periodo in tema di sicurezza, che<br />

danno soltanto l’impressione di uno stato<br />

che a tratti si disgrega”.<br />

Il sindacato accusa il governo di non<br />

aver tenuto fede agli impegni assunti a<br />

favore del comparto sicurezza e di aver<br />

operato tagli insostenibili alle forze di<br />

polizia. Peraltro la mancanza di fondi<br />

blocca attività anche delicate.<br />

“Abbiamo amaramente constatato, ancora<br />

una volta, che il tema della sicurezza<br />

è - nel ‘marketing elettorale’ di alcune<br />

formazioni politiche – il più gettonato. Il<br />

tema non vi è dubbio, catalizza le attenzioni<br />

della gente, tocca nel profondo la<br />

sensibilità dei cittadini con il loro carico di<br />

ansie e paure, agisce come ammortizzatore<br />

rispetto all’insicurezza diffusa di larghi<br />

strati della popolazione. Su tutti i manifesti<br />

elettorali ha campeggiato la promessa<br />

di più sicurezza per tutti, anche maggiori<br />

garanzie per gli uomini e le donne delle<br />

forze dell’ordine ovviamente. Poliziotti più<br />

felici per una sicurezza più garantita, nessuno<br />

spot elettorale si è mai rivelato più<br />

efficace per raccoglier consensi. Ma la matematica,<br />

seppur ostica ai più, non è opinabile;<br />

basta dare un’occhiata alle tabelle<br />

pubblicate a margine del D.L. 122/2008:<br />

alla voce Ordine Pubblico e sicurezza le<br />

riduzioni spalmate sui tre anni, dal 2009<br />

al 2011, passano da 254.125 a 270.408 per<br />

finire a 480.101 nel 2011 appunto. Duole<br />

constatare che proprio il titolare del dicastero<br />

dell’Interno abbia voluto, in un question<br />

time, bollare come illazioni ed invenzioni<br />

destituite di fondamento le denunce<br />

del S.I.A.P. e degli altri sindacati sulla mancanza<br />

di fondi per la sicurezza (dalle auto


Sopra - Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni<br />

con il Sindaco di Roma Gianni Alemanno<br />

senza benzina ai tagli ai fondi per gli straordinari,<br />

per le trasferte per le missioni e<br />

quant’altro…). Facendo un po’ di conti,<br />

mica tanto complicati e si prova a leggere<br />

il dato lordo complessivo dell’incremento<br />

pari a 649,15 ml di euro per il 2009 che<br />

si aggiungono ai 7.136,47 miliardi di euro<br />

per il 2008 è presto detto, in realtà c’è un<br />

aumento di risorse del 9,10%. Pure nella<br />

dichiarazione di ieri dimentica di dire che:<br />

l’incremento contiene una cifra pari a 580<br />

milioni di euro circa di oneri stipendiali<br />

derivati dagli aumenti contrattuali del<br />

biennio precedente; che la restante cifra<br />

va a coprire gli arretrati degli affitti delle<br />

caserme per la PS e Carabinieri, la manutenzione<br />

degli automezzi, i costi dei collaboratori<br />

di giustizia, della DIA ed infine le<br />

spese correnti per il riscaldamento. Detto<br />

questo, e continuiamo a fare un po’ di conti,<br />

se pure si escludono gli oneri stipendiali<br />

che hanno fatto lievitare l’incremento per<br />

il 2009, le restanti risorse non consentono<br />

di fronteggiare i servizi ordinari e straordinari<br />

legati all’emergenza ordine pubblico,<br />

considerando anche i restanti oneri di spesa<br />

arretrati che nel tempo si sono consolidati<br />

particolarmente negli ultimi 5 anni”.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

2211


2222 INTERVISTA<br />

Cosa ne pensa dei maggiori poteri<br />

attribuiti ai sindaci?<br />

“Per quanto riguarda le istanze del<br />

territorio e delle autonomie locali, dal<br />

mio punto di vista; la Corte Costituzionale<br />

dopo la riforma del titolo V della Costituzione<br />

ha voluto in qualche modo rimediare<br />

agli ‘eccessi’ del potere legato ai<br />

localismi, pur se legittimamente concesso<br />

dalla riforma (si chiama principio di sussidiarietà<br />

ascendente quello che la Corte<br />

Costituzionale ha sancito, per far rientrare<br />

la competenza dello Stato su certe materie)<br />

forse c’è da chiedersi se in tema di<br />

sicurezza un organo elettivo come il sindaco<br />

ce la faccia a governare un settore<br />

così delicato come l’ordine e la sicurezza<br />

pubblica urbana, senza dover cedere alle<br />

spinte emotive dei suoi cittadini o peggio<br />

alla ‘pancia’ del suo elettorato. Ma poi nel<br />

titolo V non si afferma che queste materie<br />

– sicurezza e ordine pubblico – sono<br />

appannaggio dello Stato e non degli enti<br />

territoriali? Le riforme di attribuzione<br />

dell’azione amministrativa ai poteri locali<br />

in tema di sicurezza, definibile ‘movimento<br />

per la localizzazione della sicurezza<br />

pubblica’, sono state tradotte in fatti<br />

concreti con le modifiche all’art. 6 e 7 del<br />

decreto 23 maggio 2008, n. 92 convertito<br />

nella legge n. 175 del 25 luglio 2008,<br />

riguardanti entrambi le ‘ … attribuzioni<br />

del sindaco nelle funzioni di competenza<br />

statale’. Questi due soli articoli bastano a<br />

stravolgere un sistema; ogni sindaco avrà<br />

la sua piccola o grande polizia locale, vi<br />

sarà una sorta di corsa agli armamenti da<br />

parte dei comuni d’Italia, probabilmente<br />

seguiranno le province e le regioni. Appare<br />

del tutto evidente che, l’assenza di una<br />

filosofia unitaria di impiego sul territorio<br />

non può essere sostituita dalle particolari<br />

dotazioni di cui si stanno munendo i<br />

vigili urbani pardon polizie locali dimenticavo<br />

la riforma per un attimo. Ciò posto,<br />

emerge chiaramente dai primi dati<br />

la diversità di impiego rispetto alla missione<br />

loro affidata. Sarà problematico il<br />

posizionamento delle nuove polizie locali<br />

nel sistema polizia, ma soprattutto sarà<br />

difficile interpretare la funzione pubblica<br />

all’interno dei territori in cui prevale<br />

la logica delle autonomie. Inoltre i poteri<br />

concessi sono ambigui, ma permettetemi<br />

di dire che la vera debolezza del nuovo<br />

sistema, sta nelle forme di reclutamento<br />

del personale, che ovviamente risentirà,<br />

di un’evidente influenza del potere politi-<br />

co locale se si considera il contesto il cui<br />

dovrà operare e da cui dovrà dipendere.<br />

Un pluralismo di polizie e localismi vari,<br />

che ha già aperto scenari inquietanti non<br />

certamente incoraggianti.<br />

Quanto sono utili le ronde?<br />

“Le cosiddette ronde a mio avviso non<br />

sono assolutamente utili. Le squadre, gli<br />

assembramenti, le associazioni, i gruppi<br />

di privati cittadini (ognuno scelga l’appellativo<br />

che più gli piace, la sostanza non<br />

cambia) sono il segnale inequivocabile,<br />

e per certi versi, della resa del Governo,<br />

nell’avere delegato anche se in maniera<br />

residuale compiti di prevenzione di una<br />

delle sue funzioni più importante: la sicurezza<br />

pubblica. Organismi al di fuori del<br />

controllo diretto da parte dell’Autorità<br />

di Pubblica <strong>Sicurezza</strong>, in rapporto privilegiato<br />

con gli organi di polizia locale si<br />

possono tradurre in un modello che sarà<br />

un boomerang per la stessa sicurezza dei<br />

cittadini. Oltre a mandare dei dilettanti in<br />

una corrida, la norma corre il rischio di<br />

essere un vero e proprio cavallo di Troia<br />

per legittimare sul territorio azioni incontrollabili,<br />

pericolose e disgreganti di<br />

associazioni che potrebbero diventare<br />

come ‘squadracce di esaltati’. Esporre a<br />

rischi persone non preparate ed adeguatamente<br />

qualificate significa solo doversi<br />

rassegnare a nuove occasioni per fatti<br />

di violenza. Per ritrovarci poi a dover


scortare i solerti cittadini o difenderli,<br />

distogliendo così energie preziose, uomini<br />

e donne dalla vigilanza e controllo<br />

del territorio per stare dietro – come<br />

baby sitter – agli inermi cittadini, investiti<br />

dall’alto compito della vigilanza e<br />

controllo del territorio. Padova docet”.<br />

Cosa pensa dell’impiego dei militari<br />

nel pattugliamento delle città?<br />

“L’utilizzo dei militari per il controllo<br />

del territorio rivela ancora una volta<br />

la miopia di un governo che offre soluzioni<br />

tampone a problemi di vecchia<br />

data. I tagli operati alla sicurezza hanno<br />

inevitabilmente determinato un depotenziamento<br />

dell’azione di controllo e<br />

prevenzione sul territorio da parte delle<br />

Forze dell’ordine. Da una parte il blocco<br />

del turn over ha ridotto all’osso la presenza<br />

sul territorio, dall’altra la decisione<br />

di investire in altri settori anziché<br />

sull’intelligence ha diminuito l’efficacia<br />

dell’attività investigativa delle forze<br />

dell’ordine. È difficile pensare che uomini<br />

senza un’adeguata formazione professionale<br />

nella lotta al crimine possano<br />

operare un controllo civile e democratico<br />

del territorio intervenendo lì dove<br />

è indispensabile saper ben distinguere<br />

l’azione delittuosa il criminale ed i diritti<br />

del cittadino. Il S.I.A.P. è favorevole<br />

all’impiego dei militari nei presidi fissi<br />

ma assolutamente contrario a qualsiasi<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

forma di militarizzazione del territorio<br />

e all’impiego nei cosiddetti pattuglioni<br />

misti dove, tra l’altro, la sperequazione<br />

di trattamento economico in danno dei<br />

poliziotti – denunciata dal S.I.A.P. - non è<br />

che la spia di un incongruente utilizzo di<br />

personale con esperienze, professionalità<br />

e curriculum operativo difformi”.<br />

Serve una riforma delle forze di sicurezza?<br />

“Più che di riforma delle forze di sicurezza,<br />

a mio avviso, i tempi sono maturi<br />

per una riforma oculata del sistema<br />

sicurezza, che abbia il coraggio di non<br />

buttare alle ortiche l’esperienza e la forza<br />

riformatrice contenuta appunto nella legge<br />

121/81; siamo convinti che sia giunto<br />

il momento di una seria riflessione sul<br />

modello di sicurezza che il Paese intenderà<br />

adottare nel futuro, una riforma<br />

che tra centralismo e federalismo sappia<br />

cogliere le spinte dinamiche provenienti<br />

dalla società civile, dall’imprenditoria,<br />

in una parola dal sistema Paese nel suo<br />

complesso. Il S.I.A.P. da sempre propugna<br />

la separazione del Comparto <strong>Sicurezza</strong> da<br />

quello Difesa, non per mero spirito corporativistico<br />

ma perché convinto assertore<br />

della maggiore attenzione che la politica<br />

deve sapere dare a due settori che hanno<br />

storia, tradizione, specificità d’impiego e<br />

professionalità diverse, così come è chiaramente<br />

diversa la mission istituzionale<br />

loro affidata. Anche nella recente tornata<br />

contrattuale abbiamo toccato con mano<br />

la difficoltà di conciliare le rivendicazioni<br />

provenienti dalle fila dei rappresentanti<br />

con le stellette; per carità nessuna valutazione<br />

di metodo, ma di merito oggettivamente<br />

sì. Allo stesso modo, a nostro<br />

avviso, è indispensabile re-istituire la<br />

Commissione Permanente Affari Interni;<br />

è indegno di un Paese civile il pellegrinaggio<br />

che si è costretti ad inscenare per<br />

cercare una referenza istituzionale e politica<br />

univoca in Parlamento, che conosca<br />

a fondo le problematiche della Polizia di<br />

Stato e dei suoi operatori che, come ho<br />

già avuto modo di affermare in un dibattito<br />

proprio nella sala riunione del Parlamento<br />

dedicata all’on. Enrico Berlinguer, i<br />

poliziotti sono figli di tutte le opposizioni<br />

ed orfani di tutti i Governi. Crediamo che<br />

le donne e gli uomini preposti a garantire<br />

ogni giorno, a costo anche dell’estremo<br />

sacrificio, le libertà democratiche nel<br />

Paese meritino decisamente di più, forse<br />

è giunta l’ora di aprire un dibattito serio<br />

sull’emancipazione politica dei poliziotti<br />

non solo come privati cittadini”.<br />

2233


La maggioranza si spacca sulle<br />

ronde e il governo è costretto a<br />

fare marcia indietro. Fortemente<br />

volute dalla Lega Nord e aspramente<br />

contestate dal <strong>Coisp</strong> e dagli altri<br />

sindacati di Polizia, le ronde sono state<br />

stracciate dal decreto sicurezza, che<br />

passa “alleggerito” anche delle norme<br />

sulla permanenza dei clandestini nei<br />

Cie, cancellate grazie al voto di alcuni<br />

parlamentari della maggioranza che si<br />

schierano con l’opposizione. Il doppio<br />

stop fa esplodere la rabbia del Carroccio,<br />

che non partecipa al voto finale,<br />

grida al tradimento e chiama in causa<br />

il premier: “Garantisca per le scelte di<br />

governo”. Sulle ronde fino all’ultimo<br />

minuto il governo aveva minacciato il<br />

ricorso al voto di fiducia, possibilità che era<br />

stata ventilata dal ministro della Difesa,<br />

Ignazio la Russa.<br />

2244 RONDE<br />

Provvedimento stralciato dal decreto sicurezza.<br />

Maggioranza spaccata, la Lega si infuria<br />

Ronde,<br />

marcia indietro<br />

del Governo<br />

Bocciate anche<br />

le norme sulla<br />

permanenza degli<br />

immigrati nei Cie<br />

Congelato dopo un accordo tra il<br />

centrosinistra e il governo, il provvedimento<br />

sulle ronde finirà nel disegno di<br />

legge sempre in materia di sicurezza che<br />

è all’esame della Camera. Anche il Csm<br />

aveva criticato il provvedimento, argomentando<br />

possibili profili di incostituzionalità:<br />

“Derogare al principio che assegna<br />

all’autorità pubblica la tutela della<br />

sicurezza, affidandola a privati potrebbe<br />

essere incostituzionale. Troppa discrezionalità<br />

è concessa ai privati nella scelta<br />

dei casi da segnalare alla polizia. Dubbi<br />

anche sul registro al quale le associazioni<br />

devono iscriversi per esercitare l’attività<br />

di presidio territoriale. La Costituzione<br />

vieta di costituire ‘associazioni che perseguano<br />

scopi politici mediante organizzazioni<br />

di carattere militare’. Per carattere<br />

segue a pag 26


COSA PREVEDE<br />

IL DECRETO<br />

SICUREZZA<br />

Norme più severe per gli stupratori,<br />

gratuito patrocinio, per tutte le vittime<br />

di violenza sessuale e l’introduzione del<br />

reato di stalking (atti persecutori continuati).<br />

Sono queste le novità introdotte<br />

dal decreto legge sulla sicurezza licenziato<br />

giorno 8 aprile dall’aula di Montecitorio<br />

con 397 voti favorevoli (compresi quelli<br />

espressi da Pd, Udc e Italia dei Valori), 6<br />

contrari e 2 astenuti (la Lega, in segno di<br />

protesta per le novità odierne, non ha partecipato<br />

alla conta finale). Per consentire<br />

l’approvazione rapida del decreto è stata<br />

stralciata la parte riguardante l’istituzione<br />

delle cosiddette ronde, molto contestata<br />

dall’opposizione. La norma sarà però inserita<br />

nel disegno di legge già all’esame<br />

della Camera con garanzia di una immediata<br />

calendarizzazione. In sintesi prevede<br />

che i sindaci, d’accordo con il prefetto,<br />

possono avvalersi della collaborazione di<br />

cittadini non armati al fine di segnalare<br />

alle forze di polizia statali o locali, eventi<br />

che possano creare un danno alla sicurezza<br />

urbana o possano creare situazioni “di<br />

disagio sociale”. Abolita invece - con l’approvazione<br />

di un emendamento soppressivo<br />

del Pd e dell’Udc (votato anche da 17<br />

deputati del centrodestra) - la parte riguardante<br />

l’espulsione dei clandestini (articolo<br />

5) che aumentava a 180 giorni il tempi di<br />

permanenza nei Centri di identificazione<br />

ed espulsione. Il dl sicurezza - che deve<br />

ancora essere esaminato dal Senato - va<br />

convertito in legge entro il 23 aprile, pena<br />

la sua decadenza. Ecco cosa prevede nel<br />

dettaglio. è stabilita la custodia cautelare<br />

in carcere obbligatoria per gli stupratori.<br />

Con un emendamento approvato in commissione<br />

Giustizia è stato introdotto nel<br />

testo anche l’obbligo del giudice di valutare<br />

preventivamente la probabilità che in<br />

singoli casi di atti sessuali vietati, possano<br />

ravvisarsi circostanze attenuanti. Prevista<br />

la pena dell’ergastolo nel caso in cui cagionata<br />

la morte della vittima della violenza<br />

sessuale.<br />

GRATUITO PATROCINIO: le vittime del<br />

reato di violenza sessuale possono essere<br />

ammesse al gratuito patrocinio anche in<br />

deroga ai limiti di reddito che la legge prevede.<br />

ATTI PERSECUTORI (STALKING): viene<br />

punito - salvo che il fatto non costituisca<br />

un reato più grave - con il carcere da sei<br />

mesi a quattro anni chiunque minaccia<br />

o molesta qualcuno in modo da causare<br />

“un perdurante e grave stato di ansia o<br />

di paura” o da far temere per la propria<br />

incolumità, per quella di un familiare o di<br />

qualcuno con cui si ha una relazione affettiva.<br />

Il reato è aggravato se commesso da<br />

un ex o da qualcuno con cui la vittima abbia<br />

avuto una relazione reclusione da uno<br />

a sei anni se il reato è commesso in danno<br />

di minore, donna incinta o di una persona<br />

disabile. Si procede su querela della persona<br />

offesa che deve denunciare i fatti entro<br />

sei mesi. Il magistrato può procedere d’ufficio<br />

in ogni caso in cui la vittima sia un<br />

minore o una persona con disabilità.<br />

AUTORITÀ DI PUBBLICA SICUREZZA:<br />

La norma contenuta nel decreto anticipa<br />

la possibilità di intervento del questore.<br />

Fino a quando non presenta la denuncia<br />

di stalking, la vittima può rivolgersi alle<br />

forze dell’ordine e chiedere l’intervento<br />

del questore che verificate le informazioni,<br />

ammonire il soggetto e adottare eventuali<br />

provvedimenti in materia di armi e<br />

munizioni.<br />

DIVIETO DI AVVICINARSI ALLA VIT-<br />

TIMA: il giudice prescrive all’imputato il<br />

divieto di recarsi nei luoghi abitualmente<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

frequentati dalla vittima o di mantenere<br />

comunque una determinata distanza da<br />

essa, può anche stabilire che l’imputato<br />

non si avvicini alle persone vicine o comunque<br />

legate alla vittima ed impedirgli<br />

di comunicare in qualunque modo con<br />

queste.<br />

NUMERO VERDE: viene istituito un numero<br />

verde presso il dipartimento per le<br />

pari opportunità a favore delle vittime di<br />

stalking, attivo ventiquattro ore su ventiquattro<br />

per fornire un servizio di prima assistenza<br />

psicologica e giuridica alle vittime<br />

e per comunicare, nei casi di urgenza, e su<br />

richiesta della vittima, i reati segnalati.<br />

VIDEOSORVEGLIANZA: i comuni possono<br />

usare, per la sicurezza urbana, telecamere<br />

da porre in luoghi pubblici o aperti<br />

al pubblico. La conservazione delle informazioni<br />

e delle immagini raccolte ha un<br />

limite temporale di sette giorni, fatte salve<br />

“esigenze speciali di conservazione”.<br />

SEDI DISAGIATE: NO TRASFERIMEN-<br />

TO D’UFFICIO: il presidente della Camera<br />

Gianfranco Fini ha dichiarato inammissibile<br />

l’emendamento del governo sul<br />

trasferimento d’ufficio dei magistrati<br />

nelle sedi disagiate. La bocciatura è stata<br />

decretata sulla base del criterio di estraneità<br />

di materia della proposta rispetto<br />

al contenuto proprio del decreto. Resta<br />

quindi il principio che non possano andare<br />

a ricoprire queste sedi i magistrati<br />

di prima nomina. L’emendamento del governo<br />

stabiliva che per il trasferimento<br />

era sufficiente aver conseguito la prima<br />

valutazione di professionalità da non più<br />

di quattro anni, quanti avessero svolto da<br />

oltre 10 anni le stesse funzioni o quanti<br />

non avessero presentato domanda di<br />

trasferimento alla scadenza del periodo<br />

massimo di permanenza in un ufficio.<br />

Prevista anche una deroga, per i trasferimenti,<br />

al divieto di passaggio da funzioni<br />

giudicanti a funzioni requirenti e viceversa<br />

all’interno di altri distretti della stessa<br />

regione.<br />

2255


militare si intende non solo il possesso di<br />

armi, ma anche ‘una gerarchia interna di<br />

tipo militare e il ricorso a uniformi’. E poi<br />

non è chiaro il divieto d’uso delle armi:<br />

non possono avere pistole, ma l’ultima<br />

stesura del dl non esclude manganelli o<br />

altri oggetti di difesa”.<br />

Per i sindacati di Polizia “le associazioni<br />

di volontari, oltre ad essere perfettamente<br />

inutili per la sicurezza, costituiranno<br />

un ulteriore appesantimento<br />

per il lavoro delle forze dell’ordine ed<br />

esporranno migliaia di cittadini ai rischi<br />

di aggressioni criminali facilmente intuibili;<br />

ma, cosa più grave, segneranno di<br />

fatto la rinuncia dello Stato alla gestione<br />

esclusiva e responsabile di una funzione<br />

imprescindibile, essenziale e non cedibile:<br />

la funzione di polizia”.<br />

Secondo il capogruppo al Senato<br />

del Pdl, Maurizio Gasparri, non c’è una<br />

“marcia indietro del governo sulle ronde.<br />

Il governo ha optato per lo stralcio<br />

per senso di responsabilità. Sarebbe<br />

stato sbagliato, infatti, creare un caso<br />

politico su una questione che invece ha<br />

bisogno di un approccio sereno e non<br />

ideologico soprattutto in questo particolare<br />

momento”. “Confido che la Camera<br />

– aggiunge Gasparri - approverà, coma<br />

già fatto al Senato, le norme sul volontariato<br />

per la sicurezza che affidano ai<br />

prefetti la possibilità di verificare quali<br />

organizzazioni possano partecipare<br />

all’azione di controllo del territorio, dando<br />

priorità ad associazioni di ex appartenenti<br />

alle forze armate e dell’ordine”.<br />

Di diverso tenore le dichiarazioni dei<br />

leghisti: “Sono furibondo, per usare un<br />

eufemismo”, dice il ministro dell’Interno<br />

Roberto Maroni dopo il colpo di scena alla<br />

Camera. I leghisti non solo hanno dovuto<br />

accettare la scelta dell’esecutivo di stralciare<br />

dal testo la parte relativa alle ronde (in<br />

cambio dell’impegno del centrosinistra di<br />

2266 RONDE<br />

Oggetto: Problema “ronde” - Il COISP: Inutile insulto alle Forze dell’Ordine. Ora ci sono anche<br />

quelle “baby”, che sono irresponsabili e tristi, i ragazzi pensino a studiare.<br />

“Le recenti dichiarazioni del Ministro Maroni sono variamente interpretabili e, sinceramente,<br />

alquanto preoccupanti”. E’ il commento di Franco Maccari, Segretario Generale<br />

del COISP - il Sindacato Indipendente di Polizia, alle parole del Ministro dell’Interno il<br />

quale, inaugurando la nuova caserma dei Vigili del Fuoco, ha detto: “Nonostante i tagli<br />

e la crisi, è necessario garantire un miglior servizio, riparare i danni fatti in precedenza,<br />

allestire una forma di sicurezza più moderna con la partecipazione dei cittadini”. “Sono<br />

parole – dichiara Maccari – che fanno un riferimento chiaro e inequivocabile alla dibattuta<br />

questione delle ronde e, in maniera altrettanto evidente, paiono da una parte mettere<br />

in discussione il sistema storicamente deputato a garantire la sicurezza, e dall’altra inculcare<br />

e incentivare nei cittadini il germe dell’idea di una giustizia fai da te”. “E’ superfluo<br />

ricordare che gli italiani hanno già il dovere di contribuire al mantenimento della legalità<br />

e dell’ordine rispettando le più semplici regole che il senso civico impone, senza bisogno<br />

che si riuniscano in gruppi organizzati e, di questo passo ben presto anche ‘stipendiati’<br />

che, oltretutto, rischiano di combinare più guai che altro. Certo, si capisce come venga<br />

da dubitare del buon senso, oltre che della civiltà di molti, se anche una normale attività<br />

universitaria come quella che si stava svolgendo sabato a Torino, viene inquinata<br />

dalla violenza imbecille degli esaltati di turno che riecheggiano fantasmi del passato!<br />

Ma basta immaginare per un attimo cosa potrà accadere quando quegli stessi esaltati si<br />

metteranno a fare i giustizieri per la strada per capire che è ora di dare un taglio a questa<br />

assurdità. Puntare sul bisogno della gente di vedere manovre dagli effetti più pubblicitari<br />

che concreti, può rappresentare veramente un rischio, oltre che un oltraggio al lavoro<br />

di uomini e donne delle Forze dell’Ordine, che invece di veder risolvere i problemi che li<br />

assillano, si sentono quasi mettere contro i cittadini per cui lavorano”. “Ci fa piacere che<br />

qualcuno ancora abbia la lucidità per comprendere il “bluff” – prosegue Maccari -, come i<br />

componenti del Consiglio Comunale di Torino che hanno approvato un ordine del giorno<br />

che invita Sindaco e Giunta a intervenire nei confronti del Governo affinché ritiri la norma<br />

che istituisce le ronde di vigilanza, sottolineando come quel provvedimento sia ‘di fatto<br />

un atto di sfiducia nei confronti di Polizia e Carabinieri, rischi di creare un clima violento e<br />

rappresenti un insulto alla civiltà giuridica’. Molto meno piacere ci fanno – continua il Segretario<br />

Generale del <strong>Coisp</strong> – iniziative come quella di Santo Stefano di Camastra, comune<br />

siciliano in cui debutteranno le baby ronde! Si tratta di corpi di vigilanza composti da<br />

giovanissimi, di età tra gli 11 e i 17 anni che avranno il compito di pattugliare il territorio<br />

e prevenire episodi di vandalismo, oltre che redarguire chi sporca la città”. L’attività, secondo<br />

quanto spiegato da fonti d’agenzia, prenderà il via a fine mese ed è stata promossa<br />

da Alessandro Magistro, 17 anni, sindaco dei giovani di Santo Stefano. Le ronde saranno<br />

attive nel pomeriggio e saranno composte, in maggioranza, da ragazze. “Un’iniziativa<br />

che ci lascia senza parole – conclude Franco Maccari -, che rappresenta un passo falso irresponsabile<br />

e, ci auguriamo, senza conseguenze pericolose. Certo, però, che è veramente<br />

triste se Istituzioni e adulti, magari quegli stessi che si presentano a recriminare quando<br />

ai loro ragazzi viene fatta una lavata di testa da chi di competenza, giungono a ritenere<br />

che per imparare la legalità e le regole del vivere civile i ragazzi debbano passare il tempo<br />

a fare le ronde invece che sui libri o a fare una partita a pallone”.<br />

interrompere l’ostruzionismo). Ha dovuto<br />

anche subire lo smacco della sconfitta del<br />

Pdl sull’articolo che prevedeva la detenzione<br />

fino a sei mesi degli immigrati trasportati<br />

nei Centri di identificazione. Montecitorio<br />

ha approvato a scrutinio segreto gli emendamenti<br />

del Pd e dell’Udc che sopprimono<br />

l’articolo sull’esecuzione dell’espulsione<br />

degli immigrati. Maroni, con amarezza, ha<br />

parlato di “indulto per i clandestini” votato<br />

dalla Camera. Secondo il ministro, la bocciatura<br />

“mette in discussione tutto l’impianto<br />

delle politiche di contrasto all’immigrazione.<br />

Oggi è una bella giornata per i 1.038<br />

clandestini che il 26 aprile torneranno in


libertà. Chiederò chiarimenti a Berlusconi e<br />

se intende reintrodurre la norma al Senato.<br />

Se non ci saranno queste garanzie, mi regolerò<br />

di conseguenza”.<br />

“Sono indignato, l’allungamento dei<br />

tempi di permanenza nei Centri di identificazione<br />

ed espulsione era funzionale a<br />

realizzare i rimpatri. Chi ha votato per la<br />

soppressione di questo articolo ci dia l’indirizzo<br />

che gli mandiamo sotto casa i clandestini”.<br />

Il sottosegretario all’Interno, Alfredo<br />

Mantovano, non usa giri di parole nel commentare<br />

lo scivolone in aula alla Camera<br />

della maggioranza sull’articolo 5 del decreto<br />

sicurezza. Mantovano se la prende con chi<br />

ha deciso a favore dell’emendamento soppressivo:<br />

“Ci troviamo di fonte ad un atto di<br />

irresponsabilità. Non entro nella dialettica<br />

interna alla maggioranza, sono preoccupato<br />

da esponente di governo degli effetti<br />

fortemente negativi che l’eliminazione di<br />

una norma del genere potrebbe provocare<br />

se fosse confermata in termini di effettività<br />

delle espulsioni. Eliminare queste disposizioni<br />

significa andare in contrasto con le<br />

norme Ue e contro il buon senso perché<br />

vengono rimessi in circolazione centinaia di<br />

clandestini per i quali non ci sono i tempi<br />

tecnici di riaccompagna mento”.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Ronde e vedette<br />

La sicurezza a tara lucci e vino<br />

Grandi e piccole testate giornalistiche<br />

ne hanno parlato per settimane, prima e<br />

dopo la votazione. E se ne continua a parlare<br />

in maniera sconvolgente! Magari in<br />

seconda di copertina o in fondo alla pagina<br />

dell’attualità. Resta il fatto che sulla scelta<br />

di questo Governo di istituire le “RONDE”<br />

per “elevare il senso di sicurezza nei cittadini”<br />

se ne sono dette di cotte e di crude.<br />

Addirittura da un sondaggio effettuato in<br />

modo casereccio sembra che tra gli amici,<br />

al bar, davanti al caffè, si discuta più di ronde<br />

che di calcio … Beh, finchè se ne parla<br />

tra amici e, soprattutto, finchè si fa ironia,<br />

nulla di preoccupante. Bisogna invece<br />

preoccuparsi quando chi rappresenta le<br />

istituzioni a Napoli si dice fortemente interessato<br />

a che ci si organizzi perché le cosiddette<br />

“RONDE” siano operative al più presto<br />

possibile. E’ un problema serio, perché<br />

evidentemente questi rappresentanti delle<br />

istituzioni non hanno ben chiara la visione<br />

della realtà napoletana. E, soprattutto,<br />

non riescono a fare esperienza degli errori<br />

commessi!!! La presenza dell’esercito è<br />

stato un mega flop! Un buco abnorme nel<br />

mare dell’incoscienza! Poliziotti che fanno<br />

da balia a militari armati (e automontati)<br />

come se si trovassero nell’area rossa di<br />

Bagdad… e che tutto sommato non fanno<br />

altro che intralciare sia il traffico cittadino<br />

che l’operatività delle pattuglie di polizia e<br />

carabinieri che della sicurezza sono i veri<br />

professionisti! Si, perché per essere professionisti<br />

della sicurezza non basta essere<br />

armati di tutto punto (come i militari)<br />

o indossare una pettorina fluorescente<br />

(come le ronde). Per essere professionisti<br />

della sicurezza non basta aver frequentato<br />

un corso accelerato di 15 giorni… magari<br />

per corrispondenza (ricordate Scuola Radio<br />

Elettra???). Questo forse i nostri rappresentanti<br />

istituzionali non lo sanno. Sono<br />

impegnati ad “apparire”…sono impegnati<br />

ad “organizzare”. Ma loro lo sanno che non<br />

è una “perfetta pianificazione” a far crescere<br />

il senso di sicurezza? Il senso di sicurezza<br />

cresce se i delinquenti scontano seriamente<br />

la pena! Le ronde potrebbero anche<br />

andar bene… Ma dove? Certamente non<br />

a Napoli! A Napoli siamo certi che l’istituzione<br />

delle ronde creerebbe ancor più<br />

confusione … Già immaginiamo la scena:<br />

quegli onesti cittadini che per amor patrio<br />

hanno scelto di dedicare il loro tempo libe-<br />

ro a dare la caccia ai delinquentelli, che per<br />

puro caso s’ imbattono nelle “vedette” della<br />

camorra. Provate a farvi un’idea su cosa<br />

può scaturire da un simile incontro. Nella<br />

migliore delle ipotesi un invito in osteria<br />

dove tutto finirà a tarallucci e vino...mentre<br />

le forze dell’ordine sono impegnate a<br />

rincorrere a destra e a manca quegli stessi<br />

onesti cittadini che, indossando una pettorina<br />

fluorescente, andranno a imbattersi<br />

in pericoli di ogni genere! No, non è così<br />

che si accresce il senso di sicurezza! Il cittadino<br />

si sente sicuro in uno Stato dove<br />

vi è certezza della pena!! E per questo si<br />

dovrebbe “lavorare” sulla magistratura…<br />

E poi magari se c’è qualche magistrato che<br />

interpreta molto ma molto “liberamente”<br />

la Legge, lo si potrebbe mandare per qualche<br />

mesetto a fare la ronda in un quartiere<br />

a rischio…<br />

27


2288 RONDE<br />

L’unione di Centro si oppone in maniera forte a l’istituzione de le ronde ne le citta’<br />

LA SICUREZZA<br />

NON E’ UNO SLOGAN<br />

ELETTORALE<br />

dei tagli indiscriminati<br />

al comparto sicurezza,<br />

senza avere un piano ben<br />

“Operare<br />

preciso di quello che deve<br />

essere un contrasto giornaliero alla criminalità,<br />

organizzata e non, significa rendere<br />

questo Paese meno sicuro”. Duro contro le<br />

decisioni del Governo Mario Tassone, vice<br />

segretario nazionale dell’Udc, che appena<br />

qualche giorno fa nell’aula di Montecitorio,<br />

ha polemizzato contro le decisioni prese<br />

dal ministero degli Interni sottolineando<br />

che non un euro in più, delle risorse che<br />

erano state promesse è stato stanziato per<br />

andare incontro alle esigenze delle forze di<br />

polizia. Mario Tassone è stato esponente<br />

della Democrazia Cristiana e dell’UDC, sottosegretario<br />

e viceministro della Repubblica.<br />

La sua esperienza politica inizia negli<br />

Anni Settanta all’interno della Democrazia<br />

Cristiana, che lo elegge deputato alla Camera<br />

sin dal 1979 e ininterrottamente per<br />

le successive legislature.<br />

MARIO TASSONE,<br />

vicesegretario<br />

nazionale dell’Udc,<br />

picchia duro contro i<br />

tagli del governo al<br />

comparto sicurezza<br />

Ha ricoperto incarichi di governo dal<br />

1983 al 1987 negli esecutivi guidati da<br />

Bettino Craxi (I e II) e da Amintore Fanfani<br />

(VI), mantenendo l’incarico di sottosegretario<br />

ai Lavori Pubblici.<br />

calabrese per la coalizione della Casa<br />

delle Libertà. Nella formazione del<br />

Governo guidato da Silvio Berlusconi<br />

(quinquennio 2001-06) viene nominato<br />

Viceministro di Pietro Lunardi alle Infrastrutture<br />

e Trasporti, incarico confermato<br />

anche dal successivo Governo Berlusconi.<br />

‘’La sicurezza dei cittadini e del<br />

Paese e’ bene primario e fondamentale<br />

che va<br />

difeso sempre e non solo durante le<br />

campagne elettorali’’. Ha detto Tassone,<br />

riprendendo le parole del segretario nazionale<br />

dell’Udc Lorenzo Cesa ‘’Non solo


e’ inutile - sottolinea Tassone - , ma anche<br />

dannoso che si cerchino scorciatoie<br />

demagogiche come le ronde, mediante le<br />

quali non solo il livello di sicurezza reale<br />

non viene incrementato, ma si genera<br />

anche pericolosa confusione. Lo diciamo<br />

da tempo ed, in particolare, lo abbiamo<br />

sottolineato quando nel luglio scorso<br />

il governo ha tagliato oltre un miliardo<br />

di euro nel triennio alle risorse per la<br />

sicurezza: bisogna investire sulle Forze<br />

dell’ordine, dotandole di strutture ed<br />

equipaggiamenti adeguati e moderni.<br />

Ma soprattutto bisogna colmare il<br />

grave deficit di organico che gia’ oggi c’e’<br />

e che i tagli stanno aggravando sempre<br />

piu’: gia’ quest’anno le assunzioni per<br />

rimpiazzare i pensionamenti saranno il<br />

30 per cento in meno dell’anno scorso e,<br />

dal prossimo anno, addirittura per ogni<br />

100 pensionati ci saranno solo 20 rimpiazzi’’.<br />

“L’Udc – continua Tassone – si<br />

batterà come ha sempre fatto contro le<br />

ipocrisie e buffonate. Lo abbiamo detto<br />

in parlamento, lo hanno gridato a gran<br />

voce tanti nostri esponenti e soprattutto<br />

abbiamo avuto il coraggio di scriverlo,<br />

siamo in piena emergenza sicurezza ,<br />

altro che pensare a 30.000 soldati!. Prendiamo<br />

atto che ci sono situazioni che<br />

rischiano di implodere, come l’aumento<br />

dell’ immigrazione irregolare e la violen-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

za su ragazze e donne. I tagli del Ministero<br />

dell’economia alle forze dell’ordine<br />

hanno prodotto questi meravigliosi risultati,<br />

ora Pdl e Lega siano coerenti”. “Il<br />

governo deve avere il coraggio, come ha<br />

detto Bruno Tabacci durante il suo ultimo<br />

intervento alla Camera, di rinunciare<br />

a manifesti-scorciatoie in tema di sicurezza<br />

– conclude Mario Tassone - siamo<br />

abituati alle scorribande, delle parole<br />

d’ordine. Non si devono agitare parole<br />

vuote senza una cultura di<br />

governo. E su questo argomento la<br />

nostra opposizione alle ronde e’ precisa<br />

e puntuale. Non si può dare spazio alla<br />

speranza alimentando la paura”.<br />

2299


330 330 0<br />

L’INTERVENTO<br />

Intervento del delegato alla <strong>Sicurezza</strong> del Comune<br />

CATANZARO,<br />

il capoluogo della Calabria<br />

Per l’Amministrazione Comunale due priorità: <strong>Sicurezza</strong> e Legalità<br />

La problematica “legalità e sicurezza”<br />

nella città di Catanzaro<br />

ha oramai superato i livelli di<br />

guardia con una saldatura, tra<br />

l’altro sancita nell’ultima relazione<br />

del Presidente della Commissione<br />

Nazionale Antimafia,<br />

l’onorevole Francesco Forgione,<br />

tra la criminalità<br />

organizzata di etnia Rom e<br />

famiglie malavitose (vere e<br />

proprie associazioni a delinquere<br />

di stampo mafioso<br />

operanti nel capoluogo).<br />

Esiste pertanto e purtroppo<br />

anche un “caso Catanzaro” che riguarda<br />

la tematica “legalità e sicurezza”.<br />

Oggi tanti calabresi hanno<br />

una consapevolezza diversa rispetto<br />

al rapporto con lo Stato centrale:<br />

se un tempo si privilegiavano sciaguratamente<br />

forme di assistenzialismo<br />

fini a sé stesse, adesso invece si<br />

reclama una migliore e più funzionale<br />

presenza dello Stato. La richiesta che<br />

viene avanzata dalla Calabria è soprattutto<br />

una domanda di legalità, compresi<br />

quei presidi sul territorio ad essa<br />

afferenti.<br />

Da qui nascono il malcontento<br />

e l’incomprensione dei<br />

cittadini catanzaresi che,<br />

negli ultimi anni, a fronte<br />

di una infelice crescita di<br />

manifestazioni criminali,<br />

hanno visto arretrare lo<br />

Stato che gradualmente<br />

ha dato l’impressione di voler<br />

abbandonare il territorio: prima<br />

si annuncia l’istituzione della<br />

Scuola di Polizia Penitenziaria ma<br />

poi questa viene dirottata da Catanzaro<br />

a Catania; l’Ospedale Militare<br />

di Catanzaro, tra i più efficienti<br />

d’Italia, viene soppresso nel 2005 per<br />

consentire di mantenere attivo quello


SCHEDA<br />

Eugenio Riccio, 41 anni, consigliere<br />

comunale di Catanzaro con delega alla<br />

sicurezza, è laureato in Scienze Politiche<br />

sposato con un figlio di undici anni ed<br />

una bambina di tre anni. Dopo un’esperienza<br />

politica nel Fronte della Gioventù<br />

– il movimento giovanile del Movimento<br />

Sociale Italiano – dove riveste la carica di<br />

Segretario Provinciale di Catanzaro, entra<br />

nell’Arma dei Carabinieri ed è oggi ne è<br />

un Sottoufficiale. Da sempre impegnato<br />

nel mondo del sociale fonda in Calabria<br />

l’associazione ambientalista Fare Verde e<br />

l’associazione culturale Terra di Mezzo.<br />

. Tra i fondatori del “Forum” delle associazioni<br />

culturali promosso da “Catanzaro<br />

nel Cuore”, ne viene eletto Presidente<br />

all’unanimità.<br />

Alle elezioni comunali del 2006 è candidato<br />

a Sindaco per il Movimento Civico<br />

“Catanzaro nel Cuore”: ottiene 2500 voti<br />

di preferenza ed un ottimo 4% di percentuale.<br />

E’ eletto consigliere comunale e<br />

siede tra gli scranni di Palazzo De Nobili<br />

quale capogruppo di CnC.<br />

E’ eletto Presidente della Commissione<br />

Igiene-Ambiente e Sanità e nel marzo del<br />

2007 viene “delegato” dal sindaco Rosario<br />

Olivo alle poliche per la SICUREZZA.<br />

Eugenio RICCIO non rappresenta solo<br />

se stesso ma è l’espressione di quel mondo<br />

associazionistico rappresentato da<br />

catanzaresi di tutte le età e fasce sociali<br />

che credono nella forza della passione e<br />

dell’amicizia, dell’impegno e delle sfide<br />

impossibili e nella politica intesa come<br />

servizio alla città ed ai cittadini per riscoprire<br />

l’autentico senso della catanzaresità<br />

perduta.<br />

di Messina; e da ultimo – in seguito alla<br />

istituzione della Scuola Superiore della<br />

Magistratura – nel 2006 viene stabilita<br />

da Tremonti e Castelli a Catanzaro la<br />

sede meridionale della stessa che, però,<br />

l’ex guardasigilli Mastella sposta maldestramente<br />

nella sua Benevento.<br />

Tutto ciò non rappresenta soltanto la<br />

cancellazione di importanti presidi di legalità<br />

sul territorio, ma si configurano a<br />

tutti gli effetti come episodi di malapolitica<br />

che scoraggiano i cittadini ad avere<br />

fiducia nelle istituzioni, le quali dovrebbero<br />

invece mostrarsi più attente verso<br />

certi territori cosiddetti “caldi”.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Il Segretario generale del <strong>Coisp</strong> Franco Maccari con il Consigliere Comunale Eugenio Riccio<br />

Necessitano pertanto interventi immediati,<br />

tra cui:<br />

1) Invio di maggiori uomini e mezzi<br />

delle Forze di Polizia per presidiare alcuni<br />

quartieri tenuti sotto assedio dalla<br />

criminalità;<br />

2) Costituzione a Catanzaro di un<br />

REPARTO MOBILE DELLA POLIZIA DI<br />

STATO o, in subordine, di una sede staccata<br />

del XII° Reparto Mobile esistente a<br />

Reggio Calabria, anche per come recentemente<br />

sensibilizzato presso gli Uffici<br />

preposti del Ministero dell’Interno dalla<br />

Segreteria Nazionale del <strong>Coisp</strong>, il Sindacato<br />

Indipendente di Polizia . In questo<br />

secondo caso si tratta di una iniziativa<br />

a costo zero in quanto diverse sono le<br />

istanze di poliziotti catanzaresi effettivi<br />

a Reggio C. che intendono rientrare<br />

nella propria città d’origine; il Polifunzionale<br />

della Questura di Catanzaro,<br />

sito in Via Barlaam da Seminara, può<br />

comodamente ospitare cento poliziotti;<br />

[si allega in calce una interpellanza<br />

– tuttora inevasa – avanzata lo scorso<br />

mese di luglio al Ministro dell’Interno<br />

dal senatore Speziali].<br />

Si consideri altresì che a Catanzaro,<br />

essendo capoluogo di regione, quasi<br />

quotidianamente vi sono scioperi a carattere<br />

regionale e rimostranze di protesta<br />

che, già solo per l’imponenza delle<br />

sopradette manifestazioni, richiederebbero<br />

l’intervento del Reparto Mobile.<br />

3) Elevare il Questore di Catanzaro da<br />

Dirigente Superiore al rango di Dirigente<br />

Generale: questo status appartiene alle<br />

331 331 1


Questure ubicate nei capoluoghi di regione,<br />

ma stranamente per quello calabrese<br />

è stata fatta una eccezione (l’ennesima!)<br />

visto che tale importante riconoscimento<br />

è stato assegnato alla Questura di Reggio<br />

ma non a quella di Catanzaro! Accade<br />

in Sicilia che tale riconoscimento sia<br />

assegnato a due città: Palermo e Catania.<br />

Recentemente sono state elevate a Questure<br />

di cosiddetta fascia A anche quelle<br />

dei capoluoghi regionali di L’Aquila e<br />

Perugia. Addirittura Campobasso è stata<br />

insignita di tale alto incarico pur essendo<br />

quella città il capoluogo di una regione<br />

a bassissima densità demografica e con<br />

scarsi problemi di ordine pubblico e criminalità.<br />

Si tratta di un assetto organizzativo<br />

dell’Amministrazione della Pubbli-<br />

3322 L’INTERVENTO<br />

ca <strong>Sicurezza</strong> stabilito il<br />

06/03/2007.<br />

4) Riassegnare al Prefetto<br />

di Catanzaro il ruolo<br />

di coordinamento delle<br />

prefetture calabresi (attualmente,<br />

e “provvisoriamente”,<br />

tali funzioni sono<br />

state dirottate dal Prefetto<br />

di Catanzaro a quello di<br />

Reggio) per come previsto<br />

dalla Legge 18/10/2001 n.<br />

3 in cui, all’art.10, viene chiaramente<br />

affermato che il prefetto preposto<br />

all’ufficio territoriale del Governo avente<br />

sede nel capoluogo della Regione<br />

svolge pure le funzioni di<br />

rappresentante dello Stato<br />

per i rapporti con il sistema<br />

delle autonomie.<br />

Oltre all’importante<br />

progetto Pon <strong>Sicurezza</strong>, è<br />

utile sottolineare due iniziative<br />

del Comune di Catanzaro:<br />

1) adesione alla<br />

proposta di legge “Lazzati”<br />

(che giace in Parlamento<br />

da anni) pensata dal giudice<br />

Romano De Grazia e tendente a contrastare<br />

il malaffare mafioso ed il suo<br />

intreccio più squallido con gli ambienti<br />

della politica; infatti il testo prevede il


divieto di svolgimento di propaganda<br />

elettorale alle persone sottoposte a misure<br />

di prevenzione.<br />

2) proposta di istituzione di una cattedra<br />

di Legislazione Antimafia presso<br />

la facoltà giuridica del locale ateneo<br />

Infine non è superfluo rimarcare che<br />

le tematiche della “sicurezza” a Catanzaro<br />

vengono affrontate ed elaborate<br />

attraverso una virtuosa ed utile collaborazione<br />

con la Segreteria Provinciale<br />

del Sindacato di Polizia Co.I.S.P. (il Sindacato<br />

Indipendente di Polizia).<br />

Consigliere Comunale di Catanzaro<br />

con delega alle Politiche della <strong>Sicurezza</strong><br />

Capogruppo del Movimento Civico<br />

Indipendente “Catanzaro nel Cuore”<br />

Pubblicato l’8 luglio 2008<br />

Seduta n. 31<br />

Interrogazione<br />

del Sottosegretario<br />

agli Interni<br />

Premesso che:<br />

i reparti mobili della Polizia di Stato<br />

sono strutture operative di pronto impiego<br />

per la tutela dell’ordine pubblico<br />

e per l’intervento nelle zone colpite da<br />

eventi calamitosi;<br />

detti reparti dipendono dal Dipartimento<br />

della pubblica sicurezza - Direzione<br />

centrale per gli affari generali del<br />

Ministero dell’interno, e sono regolamentati<br />

dal decreto ministeriale dell’11<br />

febbraio 1986 che ha disposto la loro organizzazione<br />

in modo organico;<br />

gli operatori di tali reparti, tutti attentamente<br />

selezionati, sono sottoposti<br />

ad un intenso addestramento che li pone<br />

in condizioni fisiche e psicologiche<br />

adeguate a sostenere situazioni a diretto<br />

contatto con i manifestanti;<br />

dette unità organiche, destinate<br />

all’impiego nei servizi di ordine pubblico<br />

di maggior impegno, sono dislocate nelle<br />

principali città: Roma, Torino, Firenze,<br />

Reggio Calabria, Milano, Genova, Palermo,<br />

Catania, Bologna (con un distaccamento<br />

a Senigallia), Padova, Cagliari e<br />

Bari (con un distaccamento a Taranto);<br />

in particolare, il Reparto mobile della<br />

Polizia di Stato di Reggio Calabria,<br />

che proprio nel mese di maggio 2008 ha<br />

festeggiato il ventennale della sua fondazione,<br />

si trova ad operare in un contesto<br />

assai differente e di certo atipico<br />

rispetto a tutti gli altri reparti presenti<br />

sul territorio nazionale: sin dal 1987 è<br />

stato impegnato a fronteggiare l’allarme<br />

sociale destato dai numerosi sequestri<br />

di persona in Calabria e dalla guerra fra<br />

cosche fino alla più recente emergenza<br />

derivante dalle numerose ondate di immigrati<br />

clandestini sbarcati sulle coste<br />

calabresi;<br />

allo stato, la sede logistica del XII<br />

Reparto mobile Calabria risulta essere<br />

all’estremo sud nella città di Reggio Calabria,<br />

mentre la situazione d’impiego<br />

degli agenti risulterebbe essere operativamente<br />

esposta verso il nord della<br />

regione;<br />

le distanze fra la sede logistica del<br />

reparto e i luoghi di espletamento del<br />

servizio inducono a riflettere sullo spreco,<br />

sia in termini economici per l’amministrazione,<br />

sia di forze fisiche e di<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

stress degli operatori, ulteriormente<br />

aggravato dalla realtà geografica e dalle<br />

impervie vie di comunicazione della<br />

regione;<br />

gli uomini del XII Reparto, tuttavia,<br />

sono stati utilmente impiegati e si sono<br />

distinti anche fuori dal territorio reggino,<br />

come ad esempio in occasione dei<br />

Mondiali del 1990, del giubileo del 2000<br />

e del G8 del 2001 a Genova;<br />

considerato che:<br />

il complesso polifunzionale della<br />

Polizia di Stato di Catanzaro è un complesso<br />

con idonei spazi a disposizione<br />

(strutture e attrezzature didattiche/<br />

attrezzative quali palestra, poligono<br />

di tiro, strutture per l’addestramento,<br />

mensa e alloggi) che potrebbe risultare<br />

idoneo quale sede di un Distaccamento<br />

del Reparto mobile di Reggio Calabria;<br />

la realizzazione di tale Distaccamento<br />

eliminerebbe i costi necessari agli<br />

spostamenti degli uomini impegnati<br />

in attività operative e garantirebbe un<br />

maggior controllo del territorio della<br />

regione oltre ad un alleggerimento del<br />

carico di lavoro per gli uffici di polizia<br />

già esistenti;<br />

la realizzazione di tale Distaccamento<br />

costituirebbe, comunque, uno strumento<br />

a carattere operativo della Polizia<br />

di Stato con una nuova organizzazione<br />

ed una nuova disposizione territoriale<br />

che potrebbe dare un più concreto e fattivo<br />

contributo non solo all’ordine pubblico<br />

ma anche alla lotta alla criminalità<br />

organizzata e alla microcriminalità,<br />

l’interrogante chiede di sapere se il<br />

Ministro in indirizzo intenda intervenire,<br />

d’intesa con i vertici della Polizia di Stato,<br />

al fine di istituire un Distaccamento<br />

del Reparto mobile Calabria da dislocare<br />

nella città di Catanzaro.<br />

3333


FORZE DI POLIZIA<br />

di Giulia ZAMPINA<br />

il ministro Ignazio La<br />

Russa avesse le idee un po’<br />

confuse su ruoli e funzioni<br />

“Che<br />

- dice Franco Maccari - era<br />

stato chiaro già qualche tempo fa quando<br />

il ministro della difesa aveva prima<br />

proposto come metodo di contrasto alla<br />

criminalità l’invio dei militari nelle città<br />

e successivamente, a distanza di qualche<br />

mese, aveva addirittura proposto una<br />

fusione a freddo tra polizia e carabinieri,<br />

per creare un corpo unico. La confusione<br />

del ministro è ancora più evidente quando<br />

sulle pagine di un noto quotidiano,<br />

Il Giorno del 06 aprile 2009, il ministro<br />

afferma l’esatto contrario di ciò che aveva<br />

detto prima e cioè che non vuole più<br />

l’unificazione dei corpi di polizia”. Ma Il<br />

3344 Il <strong>Coisp</strong> indignato ritiene le prese di posizione pericolose<br />

La partigianeria<br />

del Ministro La Russa<br />

Il responsabile<br />

della difesa cambia<br />

idea sull’unificazione<br />

delle forze dell’ordine<br />

ma offende<br />

la Polizia di Stato<br />

ministro La Russa ha esposto il suo punto<br />

di vista prendendosela con i sindacati<br />

di Polizia che in merito all’allocazione<br />

delle forze ritiene che non rispondano<br />

ad esigenze di ordine pubblico ma piuttosto<br />

a logiche sindacali. La Russa inoltre<br />

considera una fortuna per i carabinieri<br />

non avere i sindacati, dato il loro status<br />

di militari.<br />

Nel corso dell’intervista, forse con<br />

una certa dose di partigianeria, il ministro<br />

si spinge in un confronto “automobilistico”,<br />

definendo i Carabinieri come<br />

la Ferrari e la Polizia come la Fiat. “Non


è possibile - dice Maccari - leggere tanta<br />

ipocrisia da parte di un esponente del<br />

Governo che se da un lato tenta “ di non<br />

guastare” i suoi rapporti con il collega<br />

ministro, dall’altro quando parla di sprechi<br />

e diseconomie si riferisce solo alla<br />

Polizia di Stato. Aggiungendo un carico<br />

da novanta laddove dice che i carabinieri<br />

godrebbero di una maggiore stima a livello<br />

internazionale per via dello status<br />

militare. Il <strong>Coisp</strong> ritiene altamente lesive<br />

della dignità umana e professionale<br />

degli uomini della polizia di Stato, non<br />

solo, è davvero pericoloso creare questa<br />

sorta di “derby” tra forze dell’ordine,<br />

una gara che non ha ragione di esistere<br />

e che mette in serio pericolo, ove gestita<br />

male, la tenuta dell’intero sistema sicurezza.<br />

A questo punto il <strong>Coisp</strong> rilancia e<br />

chiede spiegazioni al ministro La Russa.<br />

“Vorremmo - dice Franco Maccari, segretario<br />

generale del <strong>Coisp</strong> - che il ministro<br />

La Russa spiegasse in termini semplici<br />

cosa intende quando dice dimezzare i<br />

costi per raddoppiare il numero di militari<br />

nelle città. Soprattutto ci piacerebbe<br />

- continua Maccari - come dovrebbe avvenire<br />

questa alchimia. Con quale gioco<br />

delle tre carte il ministro intende garantire<br />

un elevato standard di sicurezza nelle<br />

città. E ci piacerebbe anche sapere se<br />

il ministro si è reso conto che con queste<br />

dichiarazioni, non solo riapre una polemica<br />

infinita con le forze dell’ordine<br />

continuando a gettare fumo negli occhi<br />

degli italiani, quanto ha profondamente<br />

offeso i colleghi impiegati nell’esercito”<br />

“Caro ministro se vuole le spieghiamo<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

anche il perchè le sue dichiarazioni sono<br />

inopportune - dice Maccari - perchè lei<br />

pensa di scaricare direttamente sui soldati<br />

i costi di questa inutile operazione.<br />

Lei pensa di risparmiare soldi sulle spese<br />

di vitto ed alloggio dei soldati i quali, è<br />

bene ricordarglielo, sono professionisti<br />

vengono sottoimpiegati rispetto alle loro<br />

specializzazioni nell`operazione `strade<br />

sicure`. Oltre a dequalificarne le capacità,<br />

lei pensa anche di metterli a pane e<br />

acqua e di consegnarli in caserma finito<br />

il turno di polizia”. “E un altro messaggio<br />

- continua il segretario generale del<br />

<strong>Coisp</strong> - vorremmo lanciarlo a tutti quei<br />

parlamentari che hanno messo in atto<br />

una vera e propria levata di scudi contro<br />

la decisione del Csm che ha ritenute illegittime<br />

le “ronde”, anche quando queste<br />

siano formate da volontari. Signori<br />

parlamentari - conclude Maccari - invece<br />

di chiedere l’ombrello riparatore del presidente<br />

della Repubblica contro le decisioni<br />

di un organismo, che vi ricordiamo<br />

essere costituzionalmente indipendente,<br />

provate a fare un passo indietro rispetto<br />

a questo folle modello di “giustizia fai<br />

da te” e a fare delle proposte costruttive,<br />

affinchè si possa investire in sicurezza,<br />

piuttosto che sperperare in operazioni<br />

che hanno il solo sapore e aspetto degli<br />

slogan. Signori, certi argomenti non possono<br />

essere utilizzati per fare una perenne<br />

campagna elettorale”<br />

3355


3366 ATTUALITÀ<br />

COLTIVAZIONE<br />

COLTIVAZIONE<br />

DI DI STUPEFACENTI<br />

STUPEFACENTI<br />

Grande clamore ha suscitato la<br />

sentenza della Corte di Cassazione<br />

penale, sez. IV, sentenza<br />

14.01.2009 n. 1222 in materia<br />

di stupefacenti.<br />

L’interesse dedicatogli dalla stampa<br />

ha suscitato non poche polemiche, peraltro<br />

immeritate, laddove i giornali hanno<br />

amplificato i termini più ridondanti della<br />

pronuncia in oggetto.<br />

In tal senso, la Suprema Corte ha<br />

annullato senza rinvio, perché il fatto<br />

non sussiste, la condanna pronunciata<br />

in primo e secondo grado nei confronti<br />

dell’imputato, trovato in possesso di 23<br />

piantine di cannabis prima che le stesse<br />

avessero concluso il ciclo annuale di maturazione.<br />

I Giudici di legittimità, hanno ritenuto,<br />

in sentenza, non punibile la condotta<br />

di coltivazione di piante da stupefacente<br />

nel caso in cui non sia rilevabile l’effetto<br />

stupefacente in una pianta, il cui ciclo di<br />

maturazione non si è ancora completato,<br />

e che quindi non ha prodotto sostanza<br />

avente efficacia stupefacente.<br />

Ciò posto, al di là del dato fattuale del<br />

pronunciamento in esame dalla Corte,<br />

vale la pena soffermarsi più significativamente<br />

sul suo contenuto.<br />

Contrariamente, infatti, a quanto si<br />

sarebbe tentati di desumere dalla mera<br />

lettura della massima, la Suprema<br />

Corte con questo pronunciamento non<br />

opera alcuna inversione di tendenza in<br />

materia di stupefacenti, in particolare<br />

nell’ipotesi di coltivazione di piante da<br />

stupefacenti.<br />

Non si prospetta, infatti, la non pu-


SUPREMA CORTE<br />

DI CASSAZIONE<br />

SEZIONE IV PENALE<br />

Sentenza 28 ottobre 2008 - 14 gennaio<br />

2009, n. 1222<br />

(Presidente Mocali - Relatore Bevere)<br />

UDIENZA PUBBLICA DEL 28 OTTOBRE<br />

2008 SENTENZA N. 1791 REGISTRO GENE-<br />

RALE N. 012372/2003<br />

Svolgimento del processo<br />

Con sentenza emessa il 23.10.2003, la<br />

Corte di appello di Ancona ha confermato<br />

la sentenza pronunciata il 3.2.1998 dal tribunale<br />

di Urbino, con la quale N. D. veniva<br />

condannato alla pena di 1 anno e 4 mesi<br />

di reclusione e lire 7.000.000 di multa, in<br />

quanto ritenuto colpevole del reato ex art.<br />

73 co. 1 e 4 del DPR 309/90, per aver col-<br />

nibilità della condotta di coltivazione di<br />

piante da stupefacenti che, rimane un illecito<br />

penalmente rilevante.<br />

Ciò su cui la Corte in concreto interviene<br />

è la valutazione dell’offensività concreta<br />

della condotta tenuta dall’agente.<br />

tivato, senza la prescritta autorizzazione,<br />

23 piantine di sostanza stupefacente, tipo<br />

cannabis sativa, in una fascia di terreno<br />

nei pressi della propria abitazione.<br />

Nella motivazione della corte di merito,<br />

in via preliminare, si osserva che l’attività<br />

di coltivazione di sostanze stupefacenti o<br />

psicotrope costituisce reato, indipendentemente<br />

dalla destinazione e dall’uso che<br />

l’autore intende fare della sostanza.<br />

Il richiamo fatto dall’appellante all’art.<br />

75 della medesima normativa non è pertinente,<br />

in quanto le uniche attività che<br />

vengono sottratte al rilievo penale e ricomprese<br />

nella figura dell’illecito amministrativo<br />

sono quelle di importazione,<br />

acquisto e detenzione, in caso di destinazione<br />

della sostanza a uso personale. Tale<br />

disciplina è pienamente coerente con la<br />

maggiore pericolosità della coltivazione,<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Così, la Suprema Corte, dopo aver affrontato<br />

la problematica sottesa al diritto<br />

alla salute e l’interesse generale tutelato<br />

dalla norma in relazione all’uso dei sostanze<br />

stupefacenti, si sofferma altresì<br />

sull’offensività della condotta coltivativa.<br />

Distinto il concetto di offensività<br />

astratta dell’azione illecita, tipicizzato<br />

dalla norma, e quello di offensività<br />

concreta della condotta posta in essere<br />

dall’agente, i Giudici di legittimità si soffermano<br />

sulla coltivazione.<br />

Ritenuto che la condotta di coltivazione<br />

di piante da stupefacente si configura<br />

quale reato di pericolo, il carattere tipico<br />

dell’illecito è qualificato dal verificarsi di<br />

una azione illecita effettiva che il singolo<br />

commette.<br />

Ovvero, va in concreto verificata l’effettiva<br />

attitudine dell’azione a porre a repentaglio<br />

il bene giuridico oggetto della<br />

tutela legislativa.<br />

In questo senso, la sentenza in esame<br />

si contraddistingue rispetto precedenti<br />

pronunciamenti che, prescindendo dalla<br />

effettiva tossicità del prodotto della<br />

coltivazione intervenivano direttamente<br />

sulla antigiuridicità del comportamento.<br />

Operando, di fatto, una valutazione slegata,<br />

quasi indipendente dalla capacità<br />

drogante dello stupefacente.<br />

Pertanto, per nulla minimizzato risulta<br />

il carattere di offensività che la Corte<br />

ha inteso attribuire alla condotta penalmente<br />

irrilevante che diviene strumento<br />

di accertamento della colpevolezza in<br />

concreto dell’agente con un giudizio qualificato<br />

della punibilità della stessa.<br />

in quanto mirata alla produzione di nuova<br />

sostanza stupefacente.<br />

Secondo la corte di appello, non ha rilevanza<br />

l’assenza di principio attivo nelle<br />

23 piantine, non ancora giunte a maturazione,<br />

in quanto è stato accertato, tramite<br />

consulenza tossicologica che le piante che<br />

avevano attecchito nel terreno, se lasciate<br />

giungere a maturazione, avrebbero prodotto<br />

una notevole quantità di principio<br />

attivo. La S.C. ha precisato che la effettiva<br />

tossicità delle piante e la quantità di<br />

sostanza drogante dalle stesse ricavabile<br />

non rilevano ai fini della configurabilità<br />

del reato (sez. IV 16.1.2002, n. 6851; id<br />

18.5.2001, 36524).<br />

Nel ricorso a questo giudice, il N. esprime<br />

la doglianza sulla violazione di legge<br />

per inosservanza, da parte della sentenza<br />

impugnata, dell’orientamento interpre-<br />

337 7


tativo della Corte costituzionale, secondo<br />

cui la non punibilità per uso personale va<br />

estesa alla coltivazione di sostanze stupefacenti<br />

(sentenza 360/95). La motivazione<br />

è carente, laddove afferma che le piante<br />

sarebbero giunte a maturazione producendo<br />

sostanza psicotropa, avendo attecchito<br />

al terreno, in quanto per giungere a<br />

maturazione e a produrre sostanza drogante<br />

sono necessari altri fattori favorevoli<br />

(terreno, clima etc), la cui esistenza non è<br />

stata accertata. Si profila quindi l’ipotesi di<br />

omissione di concreto accertamento della<br />

messa in pericolo del bene protetto.<br />

Motivi della decisione<br />

L’esame della fondatezza o meno delle<br />

censure mosse alla sentenza impugnata<br />

comporta necessariamente e preliminarmente<br />

l’analisi dell’interrogativo centrale<br />

della questione interpretativa: quale sia il<br />

bene giuridico che il legislatore, con la normativa<br />

penale in materia di stupefacenti,<br />

intenda tutelare, nel contesto della dovuta<br />

osservanza del principio di offensività.<br />

Nella sentenza della Corte costituzionale<br />

- interpretativa di rigetto della questione<br />

di legittimità sollevata sullo stesso<br />

argomento - (sentenza n. 360 del 24 luglio<br />

1995, (in Cass.pen.,1995, n. 1679) - si fa<br />

esplicito riferimento alla salute quale bene<br />

tutelato dalla disciplina sugli stupefacenti<br />

e al pericolo che da questi possono derivare<br />

a tale bene -. Nella sentenza è rinvenibile<br />

la interpretazione fatta propria dal giudice<br />

delle leggi come l’unica conforme alla<br />

Costituzione e come tale avente efficacia<br />

diretta nel giudizio a quo e efficacia riflessa<br />

in altri giudizi (vedi Sez .un, 29.2.2000,<br />

Musitano, in Cass. pen. 2000, n. l056 con i<br />

richiami a Sez. un. 16.12.1998, Alagni; Sez.<br />

un. 13.6.1998, Gallieri; Sez. un. 13.12.1995,<br />

Clarke).<br />

Nel senso indicato da questa sentenza<br />

può essere individuato nella salute il bene<br />

tutelato dalla normativa in esame nella<br />

prospettiva del suo rispetto per il principio<br />

di offensività (o di necessaria lesività). Tale<br />

principio comporta che la incriminazione<br />

di un fatto attinente a una sostanza stupefacente<br />

è giustificata solo se offensivo<br />

(espressione comprensiva sia della lesione<br />

che della messa in pericolo) della salute,<br />

bene/interesse di rilevanza costituzionale.<br />

Il bene della libertà personale, cui l’art. 13<br />

Cost. riconosce rilievo fondamentale tra i<br />

diritti della persona, può essere sacrificato<br />

solo a seguito di offesa di un bene/interesse<br />

del medesimo rango.<br />

Il presupposto fondamentale di legittimazione<br />

della scelta punitiva è quindi la<br />

tutela della salute dei consumatori (attuali<br />

3388 ATTUALITÀ<br />

e potenziali) e la rilevanza costituzionale<br />

del bene è garantita dal chiaro ed inequivoco<br />

riferimento agli articoli 2 e 32 della<br />

Carta fondamentale.<br />

La costituzionalizzazione di questo<br />

principio si collega alla concezione materiale<br />

o realistica del reato: tale concezione,<br />

riconoscendo il reato come fatto conforme<br />

al modello legale e lesivo dell’interesse<br />

tutelato, in caso di scissione tra tipicità e<br />

offensività, disconosce rilevanza penale al<br />

fatto - tipico ma non offensivo - accertato<br />

dal giudice. Secondo tale concezione, l’art.<br />

49 cpv del codice penale costituisce - più<br />

che un completamento della disciplina del<br />

delitto tentato, attraverso l’affermazione<br />

della non punibilità dei tentativo impossibile<br />

- un principio generale, operante in<br />

ogni settore dell’ordinamento, in base al<br />

quale non sono punibili i comportamenti<br />

conformi al tipo descrittivo, ma non lesivi<br />

dell’interesse protetto.<br />

Va ancora richiamata la citata sentenza<br />

della Corte costituzionale, in tema di<br />

coltivazione di sostanze stupefacenti (n.<br />

360/1995):<br />

“La verifica del rispetto del principio<br />

di offensività come limite di rango costituzionale<br />

alla discrezionalità del legislatore<br />

ordinario nel perseguire penalmente condotte<br />

segnate da un giudizio di disvalore<br />

implica la ricognizione della astratta fattispecie<br />

penale, depurata dalla variabilità<br />

del suo concreto atteggiarsi nei singoli<br />

comportamenti in essa sussumibili. Operata<br />

questa astrazione degli elementi essenziali<br />

del delitto in esame, risulta una<br />

condotta (quella della coltivazione di piante<br />

da cui sono estraibili principi attivi di<br />

sostanze stupefacenti) che ben può valutarsi<br />

come “pericolosa”, ossia idonea ad<br />

attentare al bene della salute dei singoli<br />

per il solo fatto di arricchire la provvista<br />

esistente di materia e quindi di creare occasioni<br />

di spaccio di droga; tanto più che<br />

l’attività produttiva è destinata ad accrescere<br />

indiscriminatamente i quantitativi<br />

coltivabili.<br />

Si tratta quindi di un tipico reato di pericolo<br />

connotato dalla necessaria offensività,<br />

proprio perché non è irragionevole la<br />

valutazione prognostica sottesa alla astratta<br />

fattispecie criminosa di attentato al bene<br />

giuridico protetto. E - come già questa<br />

Corte ha avuto occasione di rilevare (sent.<br />

n. 133 del 1992 e n. 333 del 1991, ma cfr.<br />

anche sent. 62 del 1986) - non è incompatibile<br />

con il principio di offensività la configurazione<br />

di reato di pericolo presunto, né<br />

nella specie è irragionevole o arbitraria la<br />

valutazione, operata dal legislatore, nella<br />

sua discrezionalità, della pericolosità connessa<br />

alla condotta di coltivazione”.<br />

È condivisibile la posizione della dottrina,<br />

secondo cui il bene della salute tutelato<br />

dalla disciplina sugli stupefacenti va<br />

inteso non come diritto soggettivo individuale,<br />

ma come bene di cui l’individuo è<br />

portatore nell’interesse della collettività.<br />

Questi reati sono tali in quanto pongono<br />

in pericolo - in forme più o meno incisive<br />

- la salute degli assuntori, a seguito di prolungate<br />

assunzioni, nessuna delle quali è<br />

normalmente idonea a compromettere il<br />

bene tutelato.<br />

Si tratta dunque di reati di pericolo<br />

astratto, destinati a sanzionare condotte<br />

seriali con effetti cumulativi, in quanto<br />

fonti di pericolo del verificarsi non già di<br />

una lesione, bensì di una situazione<br />

pericolosa per il bene della salute (in<br />

tal senso la sentenza S.U. 28605/08, in tema<br />

di coltivazione, li ha classificati come<br />

reati di pericolo).


Essenziale connotato è quindi la dimostrazione<br />

della probabilità di un evento<br />

lesivo, attraverso la dimostrazione dell’efficacia<br />

drogante della sostanza, a prescindere<br />

della idoneità concreta dell’assunzione<br />

a ledere la salute del consumatore.<br />

Secondo il giudice delle leggi (sentenza<br />

360/1995), diverso profilo è quello dell’offensività<br />

specifica della singola condotta<br />

in concreto accertata dal giudice: ove questa<br />

sia assolutamente inidonea a porre a<br />

repentaglio il bene giuridico tutelato, viene<br />

meno la riconducibilità della fattispecie<br />

concreta a quella astratta “perché la indispensabile<br />

connotazione di offensività in<br />

generale di quest’ultima implica di riflesso<br />

la necessità che anche in concreto la offensività<br />

sia ravvisabile almeno in grado<br />

minimo, nella singola condotta dell’agente,<br />

in difetto di ciò venendo la fattispecie<br />

a rifluire nella figura del reato impossibile<br />

(art. 49 c.p.)”.<br />

Seguendo tale chiave interpretativa,<br />

va dimostrata con assoluta certezza, al di<br />

là di ogni ragionevole dubbio, che la sostanza<br />

detenuta sia in grado di produrre<br />

effetti droganti.<br />

La sentenza delle S.U., sempre in tema<br />

di coltivazione di sostanze stupefacenti (n.<br />

28605 del 2008), affermata la offensività<br />

in astratto della condotta di coltivazione<br />

di piante da cui è ricavabile sostanza<br />

stupefacente, esamina la necessità “della<br />

verifica - demandata al giudice di merito<br />

- dell’offensività specifica della singola<br />

condotta in concreto accertata. Il principio<br />

della offensività - in forza del quale non è<br />

concepibile un reato senza offesa (nullum<br />

crimen sine iniura), secondo la consolidata<br />

giurisprudenza costituzionale, opera su<br />

due piani “rispettivamente della previsione<br />

normativa, sotto forma di precetto rivolto<br />

al legislatore di prevedere fattispecie<br />

che esprimano in astratto un contenuto<br />

lesivo o comunque la messa in pericolo<br />

di un bene o interesse oggetto di tutela<br />

penale (offensività in astratto), e della ap-<br />

plicazione giurisprudenziale (offensività<br />

in concreto), quale criterio interpretativoapplicativo<br />

affidato al giudice, tenuto ad<br />

accertare che il fatto reato abbia effettivamente<br />

leso o messo in pericolo il bene o<br />

l’interesse tutelato” (così testualmente la<br />

Corte cost. n. 265/05, e in senso conforme,<br />

vedi pure le decisioni 360/95, 263/00,<br />

519/00, 354/02).<br />

Nella specie, la Corte costituzionale,<br />

come già si è detto, con la sentenza n. 360<br />

del 1995, ha ritenuto che la condotta di<br />

coltivazione di piante da cui sono estraibili<br />

i principi attivi di sostanza stupefacenti<br />

integra un tipico reato di pericolo presunto,<br />

connotato dalla necessaria offensività<br />

della fattispecie criminosa astratta. In ossequio,<br />

però, al principio di offensività inteso<br />

nella sua accezione concreta, spetterà<br />

al giudice verificare se la condotta, di volta<br />

in volta contestata all’agente ed accertata,<br />

sia assolutamente inidonea a porre a repentaglio<br />

il bene giuridico protetto risultando<br />

in concreto inoffensiva.<br />

La condotta è inoffensiva soltanto se il<br />

bene tutelato non è stato leso o messo in<br />

pericolo anche in grado minimo (irrilevante,<br />

infatti, è a tal fine il grado dell’offesa),<br />

sicché con riferimento allo specifico caso<br />

in esame, la ‘offensività’ non ricorre soltanto<br />

se la sostanza ricavabile dalla coltivazione<br />

non è idonea a produrre un effetto<br />

stupefacente in concreto rilevabile”.<br />

Questa prospettiva interpretativa della<br />

Corte costituzionale è stata seguita in maniera<br />

prevalente dalle decisioni della S.C.,<br />

che hanno escluso la sussistenza del reato<br />

ex art. 73 DPR 309/90, qualora la sostanza<br />

stupefacente o psicotropa, pur essendo ricompresa<br />

nelle tabelle allegate alla legge,<br />

sia priva di qualsiasi efficacia farmacologica<br />

e quindi sia inidonea a determinare<br />

l’effetto drogante. Secondo sez. IV n. 601<br />

del 28.2.1997, Iannelli, rv 208011 “il reato<br />

di cessione va escluso, per inidoneità del<br />

mezzo, quando il principio attivo contenuto<br />

nella dose ceduta sia di entità tale da<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

non poter produrre un concreto effetto<br />

drogante, che in tal caso il fatto è solo apparentemente,<br />

ma non<br />

sostanzialmente, conforme al modello<br />

legale, dato che l’impossibilità che<br />

si produca l’effetto che la legge mira ad<br />

impedire lo priva dell’essenziale requisito<br />

dell’offensività, correlata al principio di<br />

legalità” (conf. IV, 19.12.1996, Dongiovanni,<br />

rv 206652; VI, 15.10.1996, Basseoni, rv<br />

206578; IV, 3.11.1993, Rassid, rv 196606;<br />

IV 9.11.1993, Nabil, rv 196949).<br />

L’esclusivo riferimento costituzionale<br />

come indice di ricerca del bene tutelato<br />

da queste norme sugli stupefacenti viene<br />

abbandonato dalla giurisprudenza minoritaria,<br />

che è sostenuta da una decisione<br />

delle Sezioni Unite del 24.6.1998, n. 9973,<br />

che ha affermato il principio di diritto così<br />

massimato:<br />

“In tema di stupefacenti, scopo dell’incriminazione<br />

delle condotte previste<br />

dall’art. 73 DPR 309 del 1990 è quello di<br />

combattere il mercato della droga espellendolo<br />

dal circuito nazionale, poiché,<br />

proprio attraverso la cessione al consumatore,<br />

viene realizzata la circolazione<br />

della droga e viene alimentato il mercato<br />

di essa che mette in pericolo la salute<br />

pubblica, la sicurezza e l’ordine pubblico,<br />

nonché il normale sviluppo delle giovani<br />

generazioni. Ne consegue che, avendo, nel<br />

nostro ordinamento, la nozione di stupefacente<br />

natura legale - nel senso che sono<br />

soggette alla normativa che ne vieta la<br />

circolazione tutte e soltanto le sostanze<br />

stupefacenti indicate negli elenchi appositamente<br />

predisposti - la circostanza che<br />

il principio attivo contenuto nella singola<br />

sostanza oggetto di spaccio possa non<br />

superare la cosiddetta soglia drogante, in<br />

mancanza di ogni riferimento parametrico<br />

previsto per legge o per decreto, non ha<br />

rilevanza ai fini della punibilità del fatto”.<br />

È evidente che la sentenza - dinanzi<br />

all’accertamento dell’assenza di pericolo<br />

specifico per il bene della salute - fa ricorso<br />

3399


ATTUALITÀ<br />

alla sussistenza del pericolo per beni giuridici<br />

non contemplati dalla Carta Costituzionale<br />

- inserendo il tema della necessaria<br />

lesività in un contesto di plurioffensività,<br />

ricavato dalla ratio legis. Il bene della salute,<br />

come parametro di selezione qualitativa<br />

della meritevolezza della pena, viene<br />

affiancato da altri beni/interessi, ritenuti<br />

strumentali alla tutela del primo - che è<br />

quindi ridimensionato come strumento di<br />

orientamento dell’intervento punitivo dello<br />

Stato - o viene sovradimensionato, mediante<br />

il ricorso a beni giuridici di vaga determinazione,<br />

che ne ampliano la sua influenza,<br />

pur in assenza di specifica offensività. In<br />

tal modo l’assenza di efficacia drogante e<br />

quindi l’assenza del pericolo di offensività<br />

specifica per il bene della salute non esclude<br />

la rilevanza penale del fatto, in quanto<br />

l’attitudine offensiva della condotta viene<br />

proiettata su interessi visti come strumenti<br />

per una mediata tutela del bene costituzionalmente<br />

protetto (quale la lotta al mercato<br />

della droga), o su valori, quali la sicurezza e<br />

l’ordine pubblico e il normale sviluppo delle<br />

giovani generazioni, visti come strumenti<br />

per una più estesa tutela di questi beni.<br />

Questo indirizzo interpretativo è stato<br />

seguito da Cass. 13 maggio 1999, n. 6864,<br />

Trovato rv 214204 secondo cui il divieto<br />

di circolazione coinvolge tutte le sostanze<br />

specificamente indicate negli elenchi allegati,<br />

indipendentemente dalla presenza<br />

dei canonici principi attivi nei quantitativi<br />

commercializzati “conseguentemente,<br />

la circostanza che il principio attivo contenuto<br />

nella singola sostanza oggetto di<br />

spaccio possa non superare la cosiddetta<br />

soglia drogante, non ha alcuna rilevanza<br />

ai fini della punibilità del fatto”. Sulla<br />

stessa linea sono IV, 15.5.2003, De Paoli rv<br />

225127; IV 13.6.2001, Pannella, rv 219778;<br />

VI 8.11.2000, Giallonardo, rv 217533.<br />

Sull’opposto versante, pur dopo la decisione<br />

delle S.U., è sez. IV, 12.1.2000, Fucile,<br />

rv 215876. L’abbandono del riferimento<br />

costituzionale quale indice di ricerca degli<br />

interessi tutelabili, comporta il venir meno<br />

della funzione del principio di offensività<br />

quale criterio di controllo della aderenza<br />

ai principi costituzionali dell’intervento<br />

repressivo.<br />

È stato sostenuto dalla dottrina che<br />

si cade così in un equivoco metodologico,<br />

determinando una confusione tra e l’omnicomprensivo<br />

e dilatabile concetto di<br />

ratio legis e il concetto di bene giuridico,<br />

che dovrebbe essere assunto come interesse<br />

predefinito e preesistente rispetto alla<br />

legislazione penale, legittimato da norme<br />

costituzionali anche implicite e funzional-<br />

4400 mente destinate a delimitare l’area del penalmente<br />

rilevante.<br />

Non va inoltre sottovalutata la rilevanza<br />

della Costituzione non solo come limite<br />

ma anche come base giustificativa, sotto il<br />

profilo della ragionevolezza, dell’intervento<br />

punitivo dello Stato. Ogni scelta di politica<br />

criminale che voglia rispettare il principio<br />

di uguaglianza/ragionevolezza (art. 3<br />

Cost.) è condizionata dall’esito positivo del<br />

vaglio sul razionale bilanciamento dei beni/interessi<br />

contrapposti o la proporzione<br />

tra mezzi approntati e il fine asseritamente<br />

perseguito.<br />

Il principio di ragionevolezza è pacificamente<br />

riconosciuto dalla giurisprudenza<br />

costituzionale come altro limite per il<br />

diritto penale (vedi, tra le altre, la sentenza<br />

della Corte costituzionale n. 364/1988, che<br />

sottolinea “la necessità che il diritto penale<br />

costituisca davvero la extrema ratio di<br />

tutela della società, sia costituito da norme<br />

non numerose, non eccessive rispetto<br />

ai fini di tutela, chiaramente formulate,<br />

dirette alla tutela dei valori di rilievo costituzionale”).<br />

Nel doveroso bilanciamento di principi<br />

di rango costituzionale con il principio<br />

cardine della libertà personale si pone il<br />

problema della possibilità che questo bilanciamento<br />

coinvolga i generici beni che sono<br />

indicati nella sentenza delle Sezioni Unite<br />

del 1998 (“la salute pubblica, la sicurezza<br />

e l’ordine pubblico, nonché il normale sviluppo<br />

delle giovani generazioni”) non presenti<br />

esplicitamente nella Costituzione, ma<br />

che ricorrono come valori guida di scelte di<br />

politica criminale (prevalentemente contingenti,<br />

per ricorrenti “emergenze”). Questa<br />

punizione - ove la si consideri razionalmente<br />

ingiustificata o proporzionalmente non<br />

adeguata - non è giustificabile mediante il<br />

richiamo alla natura di reati di pericolo presunto,<br />

riconosciuta ai reati in tema di stupefacenti.<br />

Dinanzi al paradosso di condotte<br />

tipiche ma concretamente non pericolose<br />

per la salute individuale e collettiva tutelata<br />

dalla Costituzione, il giudice, guidato dal<br />

combinato disposto dei principi di offensività<br />

e della ragionevolezza, deve chiedersi<br />

se possa esercitare il potere punitivo dello<br />

Stato, sacrificando la libertà personale, per<br />

tutelare il bene della salute, dinanzi a una offensività,<br />

non ravvisabile neanche in grado<br />

minimo, nella singola condotta dell’agente.<br />

Come già detto, per essere meritevole di<br />

punizione, la condotta tipica deve avere<br />

come oggetto sostanze stupefacenti aventi<br />

un requisito formale (rientrare negli elenchi<br />

delle tabelle) e sostanziale (avere efficacia<br />

stupefacente o psicotropa e quindi capacità<br />

o potenzialità lesiva). In caso di assenza<br />

di quest’ultimo, deve escludere la rilevanza<br />

penale del fatto.<br />

Venendo alla fattispecie in esame, deve<br />

concludersi che in concreto non è rilevabile<br />

e quindi non è suscettibile dell’accertamento<br />

chiesto al giudice l’effetto<br />

stupefacente in una pianta il cui ciclo non<br />

si è completato e che quindi non ha prodotto<br />

sostanza idonea a costituire oggetto<br />

del concreto accertamento della presenza<br />

di principi attivi.<br />

La prognosi espressa dal consulente<br />

tecnico sulla futura esistenza dei principi<br />

attivi non può equivalere all’accertamento<br />

richiesto al giudice dalla Corte costituzionale<br />

e dalle Sezioni Unite, all’esito del<br />

quale può ritenersi dimostrata l’offensività<br />

della condotta dell’agente, nella sua<br />

accezione concreta. Questo accertamento<br />

a futura memoria, in cui si ipotizza - più<br />

che la attuale produzione di principi attivi<br />

- l’attuale assenza di ostacoli alla futura<br />

produzione di principi attivi, non può fondare<br />

una dichiarazione di responsabilità in<br />

un ordinamento in cui, inoltre, vige il principio<br />

della presunzione di non colpevolezza.<br />

Pertanto, la sentenza impugnata va<br />

annullata senza rinvio, perché il fatto non<br />

sussiste. P.Q.M.<br />

Annulla senza rinvio la sentenza<br />

impugnata perché il fatto non sussiste.


CALCIO<br />

di Giulia ZAMPINA<br />

Nel solo girone di andata<br />

del campionato di calcio<br />

italiano sono stati più<br />

di sessanta i poliziotti, soprattutto<br />

dei reparti mobili, che sono<br />

rimasti feriti durante le gare. Un numero<br />

eccessivo se si considera che il fondo<br />

si tratta solo di una partita di calcio.<br />

Ma ad Empoli qualcosa lo scorso 3 aprile<br />

è cambiato. Infatti, seguendo le indicazioni<br />

del capo della polizia Manganelli<br />

che ha fatto di questa una delle sue battaglie,<br />

il questore Francesco Tagliente,<br />

ha autorizzato lo svolgimento di una<br />

partita di calcio senza che in campo vi<br />

fossero le forze dell’ordine. Empoli come<br />

l’Inghilterra?Perchè no, dal 3 aprile que-<br />

4422 Nel solo girone d’andata del campionato<br />

sono stati più di 60 gli agenti feriti<br />

A A Empoli Empoli la la<br />

polizia polizia resta resta fuori fuori<br />

dallo dallo stadio stadio<br />

Al via l’esperimento<br />

di affidare ai soli<br />

steward la gestione<br />

della sicurezza negli<br />

impianti sportivi<br />

sta non è più solo un’utopia. E il <strong>Coisp</strong><br />

non può che ritenere positivo l’esperimento<br />

fatto in terra toscana, coglierne<br />

gli aspetti costruttivi, ben consci del fatto<br />

che la gara, già sulla carta non presentava<br />

un codice rosso per quanto riguarda le


gestione dell’ordine pubblico. Ma da qualche<br />

parte si dovrà pur iniziare. E l’esordio<br />

di un calcio giocato e che non finisce sulle<br />

pagine della cronaca è stato certamente<br />

positivo. La sicurezza interna dello stadio<br />

di Empoli è stata affidata in primo luogo<br />

agli steward sotto la direzione della polizia<br />

e con le forze dell’ordine dislocate in<br />

città e pronte a intervenire se necessario.<br />

Il modello Empoli, può fare da apripista<br />

anche per altre realtà del calcio italiano.<br />

E questo non solo dal punto di vista di<br />

semplice gestione dell’ordine pubblico,<br />

ma in un processo di costruzione di quegli<br />

schemi sociali e di convivenza che sono<br />

necessari in una società civile.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Troppo spesso gli episodi di violenza<br />

registrati negli stadi italiani e che hanno<br />

avuto il culmine nell’uccisione di Filippo<br />

Raciti, mentre prestava servizio al<br />

Massimino di Catania, sono stati imputabili<br />

alle stesse società di calcio in palese<br />

stato di connivenza con quella parte<br />

della tifoseria malata, quella parte di<br />

supporter organizzati ai quali il calcio<br />

serve solo per affermare una supremazia<br />

ideologica a qualunque costo. Oggi<br />

con l’esempio di Empoli finalmente si<br />

costruisce un modello di corresponsabilizzazione<br />

tra i diversi attori coinvolti.<br />

La sussistenza di un ambiente sicuro,<br />

un ambiente ovattato, nel quale non si<br />

corrono rischi è la prima garanzia di sicurezza<br />

per tutti, una sicurezza che le<br />

forze di polizia sono chiamate a tutelare<br />

ma che è abbastanza innaturale che<br />

venga imposta con la forza. Reprimere<br />

per garantire è una legge che non si può<br />

applicare ad una società civile. Prevenire<br />

ed educare per garantire, sono invece<br />

regole fondamentali per restituire alle<br />

cose la giusta dimensione.<br />

4433


4444 GIURISPRUDENZA<br />

Misure urgenti in<br />

materia di contrasto<br />

alla violenza sessuale<br />

Avvocato Eloisa GALLUPPI*<br />

Il decreto Legge datato 23 febbraio 2009<br />

n. 11 riporta una serie di modifiche<br />

tanto al Codice Penale quanto a quello<br />

procedurale che il Governo ha ritenuto<br />

varare con lo strumento del Decreto Legge<br />

in materia di contrasto ai reati di violenza<br />

sessuale. Detto decreto, oltre a tutta la polemica<br />

amplificata dai Mass Media in ordine<br />

alla scelta dello strumento legislativo adottato,<br />

contiene tali e tante modifiche in una<br />

tematica così delicata che forse non tutti i<br />

mezzi di comunicazione hanno dato il giusto<br />

risalto, dato che gli effetti provocati dal<br />

punto di vista tecnico, per intenderci nel<br />

processo e nelle conseguenze di un’eventuale<br />

condanna, non sempre sono così spettacolari<br />

da fare “notizia”. Il primo articolo<br />

del D.L. apporta modifiche alle circostanze<br />

aggravanti la pena dell’ergastolo, ritenendo<br />

così che, non solo possa essere applicata<br />

detta pena, ma che la commissione di uno<br />

dei delitti di violenza sessuale, atti sessua-<br />

li contro minorenni e violenza sessuale di<br />

gruppo, rientrino a buon diritto tra le circostanze<br />

aggravanti speciali previste appunto<br />

dall’art. 576 c.p.<br />

La pena dell’ergastolo, se sull’onda<br />

dell’emotività causata dagli ultimi efferati<br />

episodi di cronaca, potrà sembrare alla persona<br />

comune quantomeno “adeguata” al<br />

fatto criminoso di cui si discute, comporta<br />

in realtà tutta una serie di pene accessorie,<br />

impossibilità di accedere a riti alternativi,<br />

impossibilità di benefici nella fase di esecuzione<br />

della pena e non ultimo anche una<br />

notevole modifica della competenza a giudicare<br />

non più del Collegio ma della Corte<br />

d’Assise. Il reato è indiscutibilmente odioso<br />

ma vi sono casi di così lieve entità da non<br />

assurgere neppure agli onori della cronaca<br />

locale, episodi in cui adulti consenzienti eccedono<br />

le proprie intenzioni, vendette tra<br />

ex coniugi, malizie impensabili da parte di<br />

minori non così “minori” se non anagraficamente<br />

ed altro ancora che tutti gli Operatori<br />

di Giustizia ben conoscono e che verrebbero<br />

puniti con una sanzione smisurata rispetto<br />

al fatto (sanzione che era comunque già rilevante<br />

prima della modifica) e che, contrariamente<br />

alla ratio di tutto l’impianto codicistico,<br />

è solo retributiva ma non riabilitativa.


Il secondo articolo ddel<br />

D.L. contiene mo-<br />

difiche al codice di proc procedura penale all’art.<br />

275 c.p.p. (criteri di sce scelta delle misure cau-<br />

telari personali). personali). Con un dettato davvero<br />

sorprendente non si va ad aggiungere, tra i<br />

criteri particolarmente<br />

rigorosi che devono<br />

essere utilizzati dai giud giudici al fine di irrogare<br />

la custodia cautelare in<br />

carcere, la sussisten-<br />

za dei gravi indizi di co colpevolezza in ordine<br />

ai reati di violenza se sessuale, atti sessuali<br />

contro minorenni, viol violenza di gruppo ma<br />

si sostituisce il dettato<br />

precedente che prevedeva<br />

la custodia cautelare per tutti i reati<br />

commessi con l’associazione a delinquere<br />

di stampo mafioso! Nella speranza che sia<br />

stata una svista del Legislatore, vista la fretta<br />

di cavalcare l’onda degli eventi, o che il<br />

testo sia stato mal riportato nella dicitura,<br />

attendiamo fiduciosi spiegazioni sul motivo<br />

per cui la carcerazione custodiale non<br />

dovrebbe più essere applicata agli appartenenti<br />

le mafie ma solo agli stupratori od<br />

ai molestatori. Di più il medesimo articolo<br />

ritiene che sia corretta l’applicazione della<br />

massima misura afflittiva anche per chi è<br />

accusato di aver commesso un omicidio, indotto<br />

alla prostituzione un minore, sfruttato<br />

un minore per produrre materiale pornografico,<br />

fatto turismo sessuale oltre a tutti i<br />

delitti particolarmente gravi previsti ex art.<br />

51 c.p.p. Forse quest’ultima modifica è stata<br />

dettata dall’indignazione popolare quando<br />

si è appreso che il presunto violentatore di<br />

Capodanno aveva richiesto ed ottenuto gli<br />

arresti domiciliari al Tribunale delle Libertà.<br />

Ma dov’è lo scandalo? Se il Legislatore<br />

conoscesse meglio le norme che emana e<br />

non si lasciasse trascinare dall’emotività che<br />

è legittima “nell’uomo comune” ma che risulta<br />

quantomeno fuorviante per chi la Legge<br />

la deve strutturare, si sarebbe accorto che<br />

qualora non sussistano le esigenze cautelari<br />

nessuno deve essere posto sotto custodia<br />

in attesa del processo o quando vi sia una<br />

valida e responsabile alternativa al carcere<br />

questa è sempre da preferire ed il perché<br />

risulta ovvio. Il medesimo articolo prevede<br />

che l’arresto in flagranza sia obbligatorio, ed<br />

in questo caso nulla quaestio, ma solo per<br />

la violenza sessuale e per quella di gruppo<br />

non così per gli atti sessuali contro minori<br />

che si vedono garantire però lo stesso innalzamento<br />

di pena e la medesima possibilità<br />

di essere recluso per tutto il tempo antecedente<br />

il giudizio.Da ultimo il terzo articolo<br />

del medesimo Decreto apporta sostanziali<br />

modifiche alla legge Gozzini (L. 354/75) ini-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

bendo l’accesso a misure alternative al carcere<br />

in fase di esecuzione della pena sempre<br />

per detto tipo di reati quando chiunque abbia<br />

avuto accesso alla struttura carceraria sa<br />

che vi è una giustizia intramuraria che non<br />

consente l’alloggiamento di questo tipo di<br />

criminali con gli altri, quando è provato dalla<br />

letteratura terapica che la violenza non è<br />

una patologia incurabile, quando così facendo<br />

non si rende possibile il reinserimento o,<br />

visto da uno punto di vista contrario, la certezza<br />

della pena non passa dalla negazione<br />

di questi benefici in toto ma da altre e più<br />

incisive forma di espiazione rapida e concreta<br />

della sanzione eventualmente irrogata.<br />

Per altro molti, così come chi scrive, sostengono<br />

che si sia mancata per l’ennesima<br />

volta l’occasione di formare la banca dati<br />

per il DNA di tutti coloro i quali si macchiano<br />

di delitti particolarmente riprovevoli e<br />

che abbiano a che vedere con la lesione di<br />

beni costituzionalmente garantiti come la<br />

vita e l’incolumità fisica delle persone.<br />

Occasione mancata anche nei confronti<br />

degli altri paesi europei che la istituirono<br />

anni or sono e che consente loro di abbassare<br />

la soglia di detti rimasti impuniti ed, inoltre,<br />

ha avuto come effetto immediato quello<br />

di formare personale tra le Forze dell’Ordine<br />

per raccogliere nell’immediato tali tipi di<br />

prove e personale medico definito “ispettore<br />

medico” che è in grado di raccogliere<br />

le prove quando la persona offesa si rivolge<br />

al locale pronto soccorso facilitando così il<br />

proseguo delle indagini. Nella speranza che<br />

anche il nostro Legislatore si allinei al più<br />

presto al resto degli Stati, attendiamo di verificare<br />

gli effetti di detta nuova normativa<br />

nelle aule di Giustizia....<br />

* eloisa.galluppi@yahoo.it - cell. 335.8378007<br />

445 5


4466 SICUREZZA STRADALE<br />

Sulla strada per la sicurezza<br />

l’impegno del CO.I.S.P.<br />

con il sorriso sulle labbra e<br />

con l’amarezza dentro


Lo scorso 31 marzo ha fatto tappa<br />

in piazza del Popolo a San Vito al<br />

Tagliamento (Pordenone) la campagna<br />

di sensibilizzazione per la<br />

sicurezza stradale promossa da quella<br />

Provincia dal titolo “Sulla strada per la<br />

sicurezza”. Un’iniziativa che a San Vito al<br />

Tagliamento ha avuto una valenza particolare.<br />

Prendendo spunto dalla manifestazione<br />

provinciale itinerante che ha<br />

fatto tappa in tutti i comuni della provincia,<br />

infatti, l’amministrazione comunale<br />

con tramite l’Assessorato alle Politiche<br />

Giovanili, Ambiente e <strong>Sicurezza</strong> ha deciso<br />

di ampliare il progetto organizzando<br />

un evento più articolato dal titolo “Fiera<br />

della sicurezza stradale”, dove sono state<br />

poste in evidenza le tante iniziative<br />

realizzate in questi anni dalle istituzioni,<br />

agenzie educative e associazioni del<br />

territorio. Il Co.I.S.P. c’era con un proprio<br />

stand, con i massimi quadri sindacali del<br />

Friuli-Venezia Giulia e di Pordenone, con<br />

la propria professionalità messa al servizio<br />

di un pubblico di visitatori composto<br />

da 400 scolari e studenti della zona. Un<br />

tema, quello della prevenzione molto importante<br />

considerato che dal 1994 a oggi<br />

si sono verificati 10 mila decessi di persone<br />

giovani per lo più nelle cosiddette<br />

“stragi del sabato sera”. Una tematica,<br />

quindi, drammaticamente scottante e<br />

trattata nei rispettivi spazi espositivi<br />

dalla Polizia Municipale, dal Servizio Po-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

litiche Giovanili del comune sanvitese,<br />

dalla Protezione Civile, dal Comitato mobilità<br />

scolastica, dalla Croce Rossa, dai<br />

Carabinieri, dal Gruppo Vigili Volontari,<br />

dal Consiglio Comunale dei Ragazzi, dal<br />

Progetto Giovani, da due autoscuole e<br />

dal Co.I.S.P. appunto. Mancava la Polizia<br />

di Stato. L’ha rappresentata un suo sindacato,<br />

il Co.I.S.P., che si è sostituito all’amministrazione,<br />

latitante benché invitata<br />

a partecipare alla manifestazione. Questa<br />

volta con il sorriso sulle labbra visto<br />

il particolare messaggio da trasmettere,<br />

ma i visitatori non hanno potuto notare<br />

la tanta amarezza per questo stato<br />

di cose che albergava negli aderenti al<br />

4477


4488 ATTUALITÀ<br />

SICUREZZA STRADALE<br />

Co.I.S.P. presenti. Nulla di nuovo sotto il<br />

sole, purtroppo; un’altra occasione sfumata:<br />

peccato ! Ma quei piccoli visitatori<br />

di oggi cresceranno e capiranno. Comunque<br />

al Co.I.S.P. interessava che passasse<br />

quanto sia importante stare sulla strada<br />

in maniera prudente e sicura, concetti<br />

già affrontati con estrema chiarezza e<br />

profondità morale nel corso del riuscito<br />

convegno sulla sicurezza stradale denominato<br />

“Guido piano e con prudenza”,<br />

che si è svolto lo scorso settembre sempre<br />

a San Vito al Tagliamento, organizzato<br />

dal Co.I.S.P. unitamente all’Associazione<br />

nazionale Sovrintendenti vincitori<br />

di concorso delle cinque Forze di Polizia<br />

- Sovritalia So.Vi.Co.. In quell’occasione<br />

il Segretario Regionale Generale del<br />

Friuli-Venezia Giulia del Co.I.S.P., Maurizio<br />

Iannarelli, aveva auspicato che quel<br />

convegno non rimanga un’iniziativa<br />

isolata e a se stante, ma possa essere<br />

l’inizio di un percorso che, nel rispetto<br />

di leggi e comportamenti ormai consolidati,<br />

ponga sempre i valori fondanti<br />

dell’uomo - quali il rispetto della vita<br />

propria e altrui - al centro dell’esistenza.<br />

Iniziativa isolata non è stata, visto<br />

che il Co.I.S.P. ha operato e continuerà a<br />

operare su questa linea (gradita anche la<br />

presenza del Segretario Generale Provinciale<br />

di Pordenone del Co.I.S.P., Maurizio<br />

Giust, all’incontro denominato “Sport<br />

e sicurezza”, organizzato il 27 marzo<br />

scorso da quel comitato provinciale del<br />

C.O.N.I. e rivolto alle scuole secondarie<br />

di secondo grado di Pordenone, che ha<br />

affermato quanto sia importante fare<br />

prevenzione attraverso una mirata comunicazione<br />

orale, scritta e visiva), ma<br />

sicuramente non favoriscono un significativo<br />

percorso di crescita civile e uno<br />

specifico impegno del Co.I.S.P. in questa<br />

direzione i recenti originali – per usare<br />

un eufemismo - pronunciamenti della<br />

Corte di Cassazione che di fatto ha istigato<br />

alle stragi stradali discolpando chi<br />

guida ubriaco e ha scusato chi passa con<br />

il semaforo rosso.<br />

LA SEGRETERIA REGIONALE<br />

FRIULI VENEZIA GIULIA


SICUREZZA E POLIZIA<br />

4499


50<br />

FEDERAZIONE<br />

ASSOCIAZIONE NAZIONALE SOVRINTENDENTI VINCITORI DI CONCORSO DELLE 5 FORZE DI POLIZIA<br />

All’On. Prof. Renato BRUNETTA<br />

Ministro per la Pubblica Amministrazione<br />

e l’Innovazione<br />

Egregio Signor Ministro,<br />

chi le scrive è il presidente di una associazione<br />

che si sta impegnando da anni<br />

nella tutela degli interessi legittimi di una<br />

categoria di lavoratori delle Forze di polizia.<br />

Abbiamo tutti apprezzato la Sua legge<br />

sul miglioramento dell’efficienza della<br />

Pubblica Amministrazione e ci compiacciamo<br />

che venga tracciata con decisione una<br />

linea guida di principi e criteri da adottare<br />

per l’effettiva, concreta e reale valutazione<br />

meritocratica dei dipendenti pubblici.<br />

Enunciati quali “ l’introduzione di sistemi<br />

interni ed esterni di valutazione di valorizzazione<br />

del merito”, “l’affermazione<br />

del principio di concorsualità per l’accesso<br />

al lavoro pubblico e per le progressioni di<br />

carriera, introdurre nell’organizzazione<br />

delle pubbliche amministrazioni strumenti<br />

di valorizzazione del merito… anche<br />

mediante l’affermazione del principio di<br />

selettività e di concorsualità nelle progressioni<br />

di carriera” dovrebbero essere delle<br />

pietre miliari nella disciplina dei rapporti<br />

di impiego della P.A. Tuttavia, Signor Ministro,<br />

ci preme fare alcune considerazioni,<br />

poiché riteniamo che la giusta premialità e<br />

la valutazione meritocratica dei dipendenti<br />

non possa non passare attraverso una<br />

attenta analisi della situazione attuale. E’<br />

noto che le carriere di oggi nelle Forze di<br />

polizia sono in parte frutto di progressioni<br />

verticali esenti da procedure concorsuali e<br />

formazioni professionali. Questo mediante<br />

provvedimenti di riordino delle carriere<br />

operati negli anni 1995, 2000, 2001,<br />

2003, 2004 con i D. Lgs. 1997/95, 53/2001,<br />

334/2000, 193/03 e con il D.L. 238/2004.<br />

Parallelamente e successivamente a queste<br />

novelle legislative e ordinamentali, si<br />

sono svolti concorsi e corsi di formazione<br />

che hanno visto migliaia di dipendenti<br />

partecipare, superare e frequentare corsi<br />

In questo contesto l’annosa questione<br />

“riordino delle carriere” vede ciclicamente<br />

riproporre proposte varie sotto forma di<br />

progetti e disegni di legge. Oggi sono in<br />

discussione alcune proposte dai contenuti<br />

in alcuni punti contrastanti con la Sua<br />

legge e con i parametri dettati dall’art. 97<br />

della Costituzione poiché non fanno menzione<br />

di dette situazioni sperequative né<br />

prevedono di ripianarle. In tutti i progetti<br />

di legge si parte dalla situazione attuale,<br />

si abbozza una sorta di unificazione dei<br />

ruoli Agenti e Assistenti con quello dei<br />

Sovrintendenti e si prevedono ulteriori<br />

e importanti interventi a categorie già<br />

beneficiarie di provvedimenti di riordino<br />

passati. Per altre categorie, e in particolare<br />

per i Sovrintendenti vincitori di concorso,<br />

si disconoscono gli effettivi percorsi<br />

selettivi e formativi realmente affrontati<br />

senza prevedere alcuna norma transitoria<br />

contenente una reale perequazione .<br />

Paradossale è la previsione, contestuale<br />

all’unificazione dei ruoli Agenti e Assistenti<br />

con quello dei Sovrintendenti, della<br />

valorizzazione dei Sovrintendenti Capo<br />

attraverso corsi e concorsi che prevedono<br />

il transito al grado di Vice Ispettore volendo<br />

così premiare la sola anzianità di circa<br />

7.000 unità nella sola Polizia di Stato, in<br />

ruolo usufruendo di precedenti riordini,<br />

e dimenticando qualsiasi valutazione dei<br />

percorsi di circa 9.000 sovrintendenti che,<br />

diversamente, per accedere allo stesso<br />

ruolo si sono sottoposti e hanno superato<br />

selezioni concorsuali e corsi di formazione.<br />

Si sottolinea inoltre l’incongruenza<br />

di una norma che, a rigor di logica e per<br />

comune senso meritocratico, dovrebbe<br />

contenere caratteri perequativi per l’intero<br />

ruolo Sovrintendenti oggetto di accorpamento<br />

con il ruolo Agenti e Assistenti,<br />

ma, contrariamente, ne considera meritevoli<br />

d’intervento meno che la metà con<br />

le modalità tutt’altro che meritocratiche<br />

sopra citate. Per questi motivi chiediamo<br />

che Ella, in sede di discussione dei progetti<br />

di legge che riguardano migliaia di<br />

appartenenti alle Forze di polizia, voglia<br />

vigilare affinché i principi meritocratici<br />

e le valutazioni premiali non passino in<br />

second’ordine, anche prevedendo idonee<br />

norme transitorie anche e soprattutto<br />

per il personale vincitore di concorso che<br />

ancor prima della Sua legge si è adeguato<br />

all’enunciato “principio di selettività e di<br />

concorsualità nelle progressioni di carriera”.<br />

Certi che saprà cogliere con sensibilità<br />

il senso della nostra missiva e adoperarsi<br />

per risolvere gli aspetti contrastanti della<br />

questione esposta, La ringraziamo per<br />

l’attenzione. Cordialmente.<br />

Il Presidente ed il Direttivo Sovritalia


Il Sindacato Polizia Nuova,<br />

di fronte alle ultime iniziative<br />

tendenti a creare le cd. RONDE<br />

formate da semplici cittadini<br />

esasperati e disperati dalle<br />

carenze endemiche dell’apparato<br />

<strong>Sicurezza</strong> e Giustizia, che<br />

vivono da oltre un decennio<br />

una lunga serie di continui<br />

tagli che ne hanno minato<br />

profondamente e seriamente<br />

le funzionalità ed efficienze,<br />

vuole suggerire di parlare<br />

della <strong>Sicurezza</strong>… QUELLA VE-<br />

RA!!!<br />

Escludendo, a priori, la<br />

scelta fatta, che risulterà oltremodo<br />

pericolosa e dannosa<br />

per gli stessi cittadini che sono<br />

arrivati quasi a farsi giustizia<br />

da soli, si chiede il perché<br />

non siano ancora stati coinvolti<br />

dei soggetti che praticano<br />

già la sicurezza da quasi<br />

un lustro ed è presente, come<br />

le Forze dell’Ordine, in tutto<br />

il territorio? Chi sono questi<br />

soggetti? Gli Istituti di Vigilanza,<br />

composti da personale formato e specializzato<br />

già nella sicurezza, quella<br />

privata, i vantaggi sarebbero infiniti<br />

perché questi Istituti di Vigilanza già<br />

collaborano con le Forze dell’ordine<br />

in tutte le ore, cosa già prevista dalla<br />

Legge, ed hanno già partecipato con<br />

alcune Prefetture a progetti di monitoraggio<br />

del territorio dimostrandosi<br />

gli occhi e una buona parte operativa<br />

dello Stato rafforzandone l’azione e<br />

l’efficacia nell’affiancamento alle Forze<br />

di Polizia.<br />

Tantissimi sono stati i risultati, le<br />

preparazioni e le professionalità dimostrate,<br />

perché non utilizzare per-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

sonale già specializzato anziché<br />

affidarsi a dei semplici<br />

cittadini che sono già minati<br />

nell’animo dalla rabbia, dalla<br />

paura, dal livore, dalla disperazione<br />

e dall’esasperazione?<br />

Con le ronde si vìolerà la Legge<br />

e si potrebbero avere conseguenze<br />

tragiche e catastrofiche<br />

oltre al timore che così<br />

tutto possa precipitare dove<br />

le leggi verranno annullate<br />

con una GIUSTIZIA FAI DA TE<br />

e la vita messa oltremodo in<br />

pericolo!!!<br />

La <strong>Sicurezza</strong> è un pianeta<br />

delicato e pericoloso e non si<br />

può improvvisare!!!<br />

Rispettiamo le Leggi già<br />

esistenti in materia e utilizziamo<br />

professionalità già<br />

provate ed eviteremo anche<br />

l’emorragia di posti di lavoro<br />

che questo “Comparto” sta vivendo<br />

da quasi un decennio.<br />

Se proprio vogliamo creare<br />

la tanto decantata e declamata<br />

sicurezza evitiamo tagli e sofferenze<br />

alle Forze dell’Ordine e se proprio<br />

si vuole che vengano ulteriormente<br />

tagliate, dimezzate e depotenziate allora<br />

si affidi la sicurezza non al primo<br />

sprovveduto che rischia di perdere la<br />

vita ed essere minacciato anche in famiglia<br />

ma affidarla a chi la sicurezza<br />

già la pratica da un lustro.<br />

<strong>Sicurezza</strong> sì<br />

ma con professionalità.<br />

p./La Segreteria Nazionale<br />

DI MARIA Pasquale<br />

Tel. 347.6743936<br />

fax 081.272211<br />

http://www.pnfi.altervista.org<br />

5511


“ SicuraMente<br />

”<br />

5522 RUBRICA<br />

La rubrica, affidata all’Ufficio Formazione ed Aggiornamento Professionale,<br />

in collaborazione con gli esperti volontari dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia,<br />

curata da Massimo Lattanzi, quadro della segreteria nazionale e psicologo psicoterapeuta.<br />

Questo spazio si prefigge una finalità tanto coraggiosa quanto importante quella di far ulteriormente<br />

avvicinare gli operatori delle Forze dell’Ordine all’universo delle scienze psicologiche.<br />

Il titolo della rubrica oltre ad essere di buon auspicio sembra unire il termine sicurezza alla parola mente.<br />

LO STALKING<br />

(atti persecutori art.612 bis<br />

codice penale)<br />

Nazionale sullo<br />

Stalking è un settore dell’Associazione<br />

di Psicologia e Cri-<br />

L’Osservatorio<br />

minologia, associazione di volontariato,<br />

fondato a Roma nel gennaio<br />

2002, la ricerca sullo stalking è iniziata<br />

nell’autunno del 2001.<br />

La volontà di creare una rete specifica<br />

sullo stalking e di aprire uno sportello anche<br />

a Milano, Pescara e Cagliari oltre quello<br />

di Roma, in collaborazione con il Sindacato<br />

di Polizia COISP e il supporto della<br />

FATER, è dettata dalle circa 8000 richieste<br />

di sostegno pervenute al Centro di Ascolto<br />

e Consulenza psicologica e legale sino a dicembre<br />

2008, molte delle quali non hanno<br />

potuto avere una risposta dalle altre strutture<br />

esistenti, perché assolutamente peculiari,<br />

non riferibili alla violenza di genere,<br />

fisica o sessuale; altre perché provenienti<br />

da persone di sesso maschile (i centri antiviolenza<br />

possono accogliere solo donne).<br />

Numerose richieste sono pervenute al<br />

Centro di Ascolto e Consulenza psicologica<br />

e legale da presunti autori, sia di sesso maschile<br />

che femminile, molte da condomini,<br />

da istituti di formazione e altre ancora da<br />

genitori/figli/fratelli che subiscono atti di<br />

stalking. Gli operatori volontari di tutte le<br />

sedi dell’Osservatorio sono impegnati a<br />

360° sullo stalking, si occupano del sostegno<br />

psicologico e legale delle persone (sia<br />

di sesso maschile che femminile) presunte<br />

vittime, della risocializzazione dei presunti<br />

autori, della prevenzione primaria e sensibilizzazione<br />

di preadolescenti, di ricerca,<br />

di sensibilizzazione della cittadinanza, di<br />

aggiornamento e supervisione degli operatori<br />

della sicurezza.<br />

I Centri di Ascolto e Consulenza sono<br />

attivi a Milano, Pescara e Roma. Numero<br />

nazionale 0644246573, attivo dal lunedì<br />

al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00.<br />

Nei fine settimana è attivo il 327460906.<br />

www.stalking.it<br />

INTRODUZIONE<br />

Lo stalking è una “produzione” delle<br />

relazioni interpersonali o meglio il prodotto<br />

distorto. Le relazioni interpersonali<br />

comprendono i rapporti di coppia, in famiglia,<br />

con gli amici/conoscenti, a scuola/<br />

università e sul posto di lavoro. Quando le<br />

persone comunicano non si scambiano solo<br />

delle informazioni, ma creano anche un<br />

rapporto, una relazione interpersonale. Poiché<br />

lo scambio di informazioni nel processo<br />

comunicativo si verifica sempre all’interno<br />

di una relazione tra persone, bisogna tener<br />

conto anche di alcune dimensioni che influiscono<br />

su di essa. Alcune ricerche hanno<br />

evidenziato in particolare due dimensioni:<br />

quella emozionale e del controllo, l’Osservatorio<br />

Nazionale sullo Stalking sottolinea<br />

quella della sicurezza (ONS, 2004).<br />

La dimensione controllo. Questa dimensione<br />

si esprime in un continuum che<br />

va dall’estrema dominanza alla sottomissione.<br />

Si verificano problemi in questa dimensione<br />

quando uno dei partner si pone<br />

in una situazione di autorità e dominio.<br />

In questa dimensione rientrano gli atti<br />

autoritari che tendono a sottomettere,<br />

gli atteggiamenti competitivi che mirano<br />

a definire chi ha maggiore competenza a<br />

prendere le decisioni.<br />

Le tendenze a dominare si manifestano<br />

spesso in modo non diretto e aperto,<br />

ma sottile e mascherato. Si parla del tipo<br />

“manipolatore”. Il manipolatore è colui<br />

che, in una relazione sociale, controlla se<br />

stesso e gli altri utilizzando comportamenti<br />

ingannevoli.<br />

I soggetti che manipolano conducono<br />

le relazioni con gli altri in funzione dei


COS’È LO STALKING<br />

Lo Stalking è una manifestazione<br />

comportamentale sostanzialmente psicologica.<br />

I comportamenti persecutori si<br />

esplicano con atteggiamenti, manipolativi,<br />

minacciosi e di controllo. Sono comportamenti<br />

assolutamente peculiari, non<br />

riferibili alla violenza di genere, fisica o<br />

sessuale (O.N.S., 2002)<br />

COS’È LO STALKING 2<br />

Lo stalking è vasto campionario psico<br />

comportamentale che identifica intrusioni<br />

costanti nella vita pubblica e privata di<br />

una o più persone. Tali intrusioni incutono<br />

paura e procurano esiti psicologici e relazionali<br />

gravi. Può nascere come complicazione<br />

di una qualsiasi relazione (O.N.S.,<br />

2002).<br />

Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />

I Centri di Ascolto e Consulenza sono<br />

attivi a Milano, Pescara e Roma. Numero<br />

nazionale 0644246573, attivo dal lunedì al<br />

venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Nei<br />

fine settimana è attivo il 327460906.<br />

www.stalking.it<br />

www.stalking.it<br />

Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />

Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />

La volontà di creare una rete anti stalking<br />

in collaborazione con il Sindacato di<br />

Polizia COISP, la FATER spa e la FASTWEB,<br />

è dettata dalla circa 8000 richieste di consulenza<br />

psicologica e legale ricevute sino<br />

a dicembre 2008.<br />

Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />

propri p bisogni; quindi, in modo esplicito<br />

o implicito, diventano direttivi, rendendo<br />

d impossibili forme di comunicazione<br />

appropriate a e paritarie. Circa l’80% degli<br />

stalkers s sono dei manipolatori (Centro Presunti<br />

s Autori - Unità Analisi Psico Comportamentale,<br />

t Lattanzi, 2007).<br />

La dimensione emozionale. Nel processo<br />

c della comunicazione molto importanti<br />

t sono gli atteggiamenti che una persona<br />

s sperimenta nei confronti di un’altra.<br />

Secondo S questa dimensione ha grande<br />

importanza im l’accettazione dell’altro, la fiducia<br />

d nelle sue potenzialità, il rispetto e<br />

la considerazione positiva. La comunicazione<br />

z affettiva può essere ostacolata da<br />

diversi d fattori.<br />

Ad esempio può essere ostacolata con<br />

la sua continua richiesta di valutazioni positive<br />

s da parte degli altri. Anche il modo<br />

in cui la persona viene valutata dagli altri<br />

può p creare barriere comunicative; infine,<br />

l’attitudine l’ a interpretare e censurare causa<br />

s altri disturbi alla comunicazione poiché<br />

chi ch riceve il messaggio si sente svalutato e<br />

rifiutato, ri come se l’altro (attraverso la comunicazione<br />

m non verbale) gli dicesse “tu<br />

non n esisti!”.<br />

La dimensione sicurezza. Questa dimensione<br />

m descrive il vissuto comune a<br />

molte m persone interessate dallo stalking.<br />

Le L informazioni raccolte dall’Osservatorio<br />

Nazionale N sullo Stalking, sia da presunte<br />

vittime v che da presunti autori dello stal-<br />

E’ stata attivata una rubrica on line denominata RealMente, visibile sul portale COI-<br />

SP, che affronterà in modo diretto e realistico, tematiche inerenti la criminologia, la psicologia,<br />

la sicurezza e la cronaca.<br />

Se vuoi diventare un nostro reporter o creare una redazione remota invia una mail<br />

a info@criminalmente.it.<br />

Centro di Ascolto e Consulenza, per operatori della sicurezza e familiari che vivono<br />

un disagio individuale di coppia e lavorativo. Dal lunedì al venerdì ore 10.00/19.00 –<br />

0644246573. E’ possibile fissare colloqui di sostegno gratuiti.<br />

Collaborazioni: per attività formative, ricerche e apertura nuove sedi: info@criminalmente.it<br />

Eventi: tutto su www.criminalmente.it – www.stalking.it<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

king, evidenziano che queste persone vivono,<br />

di solito, le relazioni interpersonali<br />

in maniera insicura.<br />

L’ONS approfondisce in modo particolare<br />

la natura degli stili di attaccamento<br />

delle persone che si rivolgono al Centro.<br />

Gli stili di attaccamento che è stato possibile<br />

evidenziare dal campione sono denominati<br />

dalla letteratura insicuro ambivalente<br />

ed insicuro evitante. Le persone con<br />

questi stili nutrono un continuo senso di<br />

insicurezza nelle relazioni.<br />

COS’È LO STALKING<br />

Lo Stalking è una manifestazione comportamentale<br />

insistente essenzialmente<br />

psicologica che si esplica con comportamenti<br />

persecutori, atteggiamenti minacciosi<br />

e di controllo nei confronti di una o<br />

più persone. Il presunto autore può essere<br />

un partner o un ex partner, un conoscente,<br />

di rado un perfetto sconosciuto. Tali agiti<br />

generano nella presunta vittima paura<br />

e preoccupazione, ne violano la privacy e<br />

possono rappresentare un serio pericolo<br />

per l’incolumità personale. Lo stalking è<br />

quindi un vasto campionario psico comportamentale<br />

che identifica intrusioni<br />

costanti nella vita pubblica e privata di<br />

una o più persone. Tali intrusioni incutono<br />

paura e procurano esiti psicologici<br />

e relazionali gravi. Può nascere come<br />

complicazione di una qualsiasi relazione<br />

(O.N.S. 2002). Il campionario può spaziare<br />

dall’invio di sms, e-mail, fiori e regali non<br />

graditi; continue telefonate, appostamenti,<br />

pedinamenti, danneggiamenti e molto<br />

altro. Le dinamiche dello stalking sono assolutamente<br />

peculiari, non possono essere<br />

accomunate in modo lineare alla violenza<br />

di genere. Solo il 5% circa dei presunti autori<br />

soffre di una psicopatologia grave, circa<br />

il 70% ha un’organizzazione borderline<br />

di personalità che si manifesta essenzialmente<br />

nella relazioni interpersonali<br />

Nella prossima rubrica sarà specificata<br />

la realtà italiana e saranno riportati i dati<br />

delle ricerche nella popolazione adulta e in<br />

quella degli adolescenti e pre adolescenti.<br />

Ufficio Formazione ed Aggiornamento<br />

Professionale COISP<br />

Istituito nel 2007 si prefigge come<br />

obiettivo principale il benessere dell’operatore<br />

di Polizia e dei familiari. A questo<br />

proposito organizza attività formative,<br />

informative e di sensibilizzazione in tutta<br />

Italia.<br />

5533


Il Ministro Carfagna firma la convenzione con i Carabinieri ma dimentica<br />

che il primo disegno di legge fu presentato proprio su proposta del <strong>Coisp</strong><br />

LO STALKING<br />

DIVENTA REATO<br />

di Giulia ZAMPINA<br />

Da qualche mese a questa parte<br />

si torna a parlare di stalking,<br />

con una trovata legislativa<br />

che dimentica il lavoro fatto<br />

nel passato e che serve a tirar fuori dal<br />

cilindro magari una duplicazione di interventi<br />

non certamente risolutivi.<br />

“Capiamo – dice Franco Maccari, segretario<br />

generale del <strong>Coisp</strong> – che ci sono<br />

alcuni ministri di questo Governo che hanno<br />

bisogno di visibilità e cercano di averla<br />

nei modi che ritengono più opportuni<br />

Perseguitare<br />

qualcuno<br />

molestandolo<br />

anche a parole puo’<br />

costare caro<br />

5544 STALKING


e congeniali. In questo sono aiutati da<br />

rappresentanti delle forze dell’ordine<br />

che, con altrettanta foga di apparire dimenticano<br />

e si assumono paternità per<br />

cose che non hanno fatto. Ma sarebbe,<br />

quanto meno opportuno, per non dire<br />

corretto e giusto che, quando ci si incammina<br />

per un percorso sconosciuto si<br />

abbia il buon senso di informarsi se c’è<br />

stato già qualcuno che per quella strada<br />

si è già incamminato e magari ha toccato<br />

delle tappe importante. Non vorremmo<br />

deludere il ministro Carfagna il suo<br />

Governo e i colleghi dell’Arma che si<br />

vantano di aver costituito l’Ons ( i carabinieri<br />

anti-stalking:). L’iniziativa è stata<br />

promossa in virtù di un protocollo d’intesa<br />

siglato a gennaio tra il ministro della<br />

Difesa, Ignazio La Russa e il ministro<br />

per le Pari Opportunità, Mara Carfagna,<br />

a cui era seguita una convenzione tra il<br />

comando generale e il dipartimento per<br />

le Pari Opportunità. Peccato che i colleghi<br />

dell’Arma hanno però dimenticato<br />

di ricordare che fu presentato con l’On.<br />

Michele Cossa il primo ddl, pensato con<br />

l’apporto del Sindacato di Polizia <strong>Coisp</strong><br />

per la formazione centinaia di operatori<br />

delle Forze dell’Ordine. Questa è esperienza!<br />

Dimenticare è diabolico!!<br />

Ma soprattutto – conclude Maccari<br />

– non avere l’umiltà di confrontarsi è<br />

un errore che chi ha pretese di governare<br />

democraticamente non può permettersi”.<br />

Fin qui la posizione del <strong>Coisp</strong><br />

sull’evoluzione degli accadimenti in<br />

merito al reato di stalking. Ma vediamo<br />

più da vicino di che cosa si tratta e quali<br />

sono i limiti di punibilità di questo reato<br />

Il molestatore, l’assassino, il violentatore,<br />

raramente ha un volto sconosciuto.<br />

La maggior parte delle violenze sessuali<br />

sulle donne è commesso da conoscenti,<br />

parenti, amici, ex fidanzati, ex mariti. E<br />

frequentemente si tratta di violenze annunciate<br />

dalle telefonate ossessive, dai<br />

pedinamenti, dalle minacce, da un’invadenza<br />

degli spazi personali che si fa<br />

sempre più pressante. In gergo si chiama<br />

stalking (in inglese persecuzione,<br />

pedinamento). “Atti persecutori”, così<br />

sono definiti nel disegno di legge approvato<br />

dal Consiglio dei Ministri: saranno<br />

un vero e proprio reato, non più un fastidio<br />

contro il quale era inutile appellarsi.<br />

Fino a 4 anni di reclusione le pene<br />

previste, fino all’ergastolo se le minacce<br />

si concretizzano e la vittima muore. La<br />

proposta è stata portata in Cdm dai ministri<br />

della Giustizia Angelino Alfano e<br />

da quello delle Pari Opportunità Mara<br />

Carfagna. “L’introduzione del reato di<br />

stalking mette l’Italia al passo con gli<br />

altri paesi che hanno già legiferato in<br />

proposito” ha detto Carfagna, “la tutela<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

delle vittime delle molestie insistenti è<br />

necessaria per la prevenzione di violenza<br />

sessuale e omicidi passionali”.<br />

Da una recente ricerca citata dal<br />

guardasigilli Alfano “risulta che su 300<br />

crimini commessi tra partner o ex partner,<br />

l’88% ha come vittime le donne e,<br />

nel 39% dei casi, si tratta di crimini annunciati<br />

poiché si consumano dopo un<br />

periodo più o meno lungo di molestie’’.<br />

Un’attività persecutoria che attualmente<br />

è punita con sanzioni penali modeste.<br />

Per l’Osservatorio nazionale stalking<br />

le molestie in un caso su due sono<br />

a opera di ex mariti, ex conviventi, ex<br />

fidanzati, ma possono essere compiute<br />

anche da conoscenti, colleghi o estranei:<br />

almeno il 20 per cento di italiani,<br />

soprattutto donne, ne sono stati vittime<br />

dal 2002 al 2007. Nel provvedimento varato,<br />

si stabilisce che “il reato consiste<br />

‘nel porre in essere minacce reiterate o<br />

molestie con atti tali da creare nella vittima<br />

un perdurante stato di ansia o paura<br />

o un fondato timore per l’incolumità<br />

propria o di persona legata da relazione<br />

affettiva o a costringerlo ad alterare le<br />

proprie abitudini di vita’’.<br />

I limiti della pena sono stati adeguati<br />

alla gravità del reato (da uno a<br />

quattro anni) e possono essere aumentati<br />

‘’se il fatto è commesso dal coniuge<br />

legalmente separato o divorziato o da<br />

persona che sia stata legata alla vittima<br />

da relazione affettiva’’. La pena inoltre<br />

è aumentata da un terzo alla metà ‘’se<br />

il fatto è commesso ai danni di un minore’’,<br />

se a compierlo è una persona armata<br />

o mascherata, e, infine, si tratta di<br />

una violenza ‘’di gruppo’’.<br />

5555


di Giulia ZAMPINA<br />

Il lavoro dei poliziotti impegnati<br />

nel contrasto al traffico di droga,<br />

costantemente sulle strade,<br />

a volte costretti a infiltrarsi nelle<br />

strette maglie della malavita, per<br />

sradicarne i giri criminali, ora arriva<br />

sul grande schermo con il film<br />

Sbirri, interpretato da Raul Bova<br />

L’attore recita nel ruolo di un giornalista<br />

che dopo la morte del figlio sedicenne,<br />

per una pasticca di ecstasy, svolge un’inchiesta<br />

nella squadra speciale della polizia<br />

che combatte lo spaccio di droga a<br />

Milano. La novita’ del film e’ che tutte le<br />

operazioni inserite nel lungometraggio<br />

sono vere e con poliziotti veri. Per realizzare<br />

il film “Sbirri”, Raul Bova è stato<br />

realmente tra gli agenti in incognito<br />

della Polizia di Milano: travestito e reso<br />

irriconoscibile, Raul Bova ha filmato<br />

con una videocamera le vere azioni dei<br />

556 556 6<br />

CINEMA<br />

Grande successo per il film “Sbirri”<br />

Quando la realtà<br />

supera la fantasia<br />

Il lavoro della squadra<br />

antidroga di Milano<br />

diventa un film<br />

verita’ interpretato<br />

da Raul Bova<br />

poliziotti infiltrati tra gli spacciatori. E’<br />

stato per un mese lo spettatore-reporter<br />

di veri arresti, sequestri, pedinamenti,<br />

irruzioni e tragedie adolescenziali reali.<br />

La fiction del film “Sbrirri” si mescola<br />

quindi alla realtà: In questo senso il film<br />

“Sbirri” è un esperimento senza precedenti:<br />

rappresenta una fusione della fiction<br />

nella realtà. Una parte delle scene<br />

del film è recitata, ma la parte dominante<br />

del film “Sbirri” è rappresentata dalle


scene della reale attività della squadra<br />

speciale della polizia antidroga di Milano,<br />

a cui si è aggregato il reporter tv<br />

Matteo Gatti:. Il film “ Sbrirri “ è quindi<br />

una contaminazione riuscita tra le vicende<br />

reali filmate in presa diretta dei<br />

poliziotti antidroga di Milano e la storia<br />

privata del personaggio di Matteo<br />

Gatti. Il regista del film “Sbirri” Roberto<br />

Burchielli conferma il grande impegno<br />

di Raul Bova per la realizzazione del<br />

film. In una delle prime operazioni rea-<br />

li con la squadra di agenti antidroga di<br />

Milano, dopo sei ore di appostamenti è<br />

scattato il blitz e Raul Bova si è sentito<br />

male: ha visto finire in manette un ragazzino<br />

minorenne che vendeva pacchi<br />

di pasticche. In quell’ occasione Raul<br />

Bova è realmente e umanamente crollato<br />

vomitando; la scena è stata filmata e<br />

inserita nel film proprio a testimonianza<br />

della durezza dell’ impatto con una<br />

realtà come il mondo della droga tra gli<br />

adolescenti.? Il regista Roberto Burchielli<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

LA TRAMA DEL FILM<br />

“SBIRRI” ? Matteo Gatti (Raul Bova) è un<br />

giornalista Tv che, dopo aver perso il figlio<br />

per droga, decide di indagare e svolgere<br />

un’ inchiesta. Matteo viene quindi<br />

accolto nella Squadra Speciale della Polizia<br />

che combatte lo spaccio di droga a<br />

Milano. Matteo Gatti compie quindi un<br />

viaggio reale nel mondo della droga tra<br />

gli adolescenti alla ricerca dei motivi della<br />

morte del figlio e alla ricerca del colpevole.<br />

Il viaggio nel mondo reale della droga<br />

è anche un viaggio nel senso di colpa<br />

di Matteo Gatti e del suo sentirsi un genitore<br />

inadeguato. Matteo conosce e vede<br />

tutti gli aspetti del fenomeno droga: l’<br />

espansione in tutte le classi sociali e tra<br />

ragazzi sempre più giovani. Ma Matteo<br />

Gatti conosce anche in prima persona la<br />

vita dei poliziotti che quotidianamente<br />

mettono a rischio la propria vita.<br />

coltivava da tempo l’ idea di contaminare<br />

la fiction con la realtà per realizzare un<br />

film-verità sulla scia di film come “Stato di<br />

paura” e “Cocaina”. L’ idea di Burchielli era<br />

realizzare un film mantenendo dominante<br />

la realtà dei fatti. .?”Sbirri” è un film che<br />

vuole raccontare una storia di attualità in<br />

modo vero e diretto: è un film con la credibilità<br />

e l’ autorevolezza che di solito solo<br />

i documentari riescono ad avere. “Sbirri”<br />

porta lo spettatore dentro la realtà del<br />

mondo dello spaccio di droga e lo fa vivere<br />

in prima persona.<br />

5577


5588 SINDACALISMO AUTONOMO IN POLIZIA<br />

di Carmine FIORITI<br />

LA VERA STORIA - VI PARTE<br />

IL PRIMO CONGRESSO<br />

NAZIONALE<br />

Visti i successi ottenuti in tempi brevi,<br />

l’Esecutivo del Comitato decise<br />

che era ora di organiz zarsi su scala<br />

nazionale con un congresso. Congresso<br />

che venne indetto presso la “Domus<br />

Pacis” di Roma nei giorni 16 e 17 novembre.<br />

“Amici,<br />

per dare forza alla nostra voce, per<br />

conoscerci, per comprenderci e per meglio<br />

organizzarci è necessario vederci tutti<br />

al più presto. Pertanto, due delegati per<br />

ogni provincia devono essere presenti a<br />

Roma presso la sala convegno della Domus<br />

Pacis nei giorni 16 e 17 novembre”.<br />

Così l’invito al 1° Congresso.<br />

La macchina organizzativa del comitato<br />

si mise celermente in moto e, mentre la<br />

commissione interni della Camera ultimava<br />

i lavori di unificazione dei testi delle varie<br />

proposte di riforma,il 2 ottobre presso il palazzo<br />

dello sport di Roma un migliaio di poliziotti<br />

legati alle confederazioni CGIL,CISL e<br />

UIL si diede convegno per chiedere che il testo<br />

della commissione parlamentare prevedesse<br />

la possibilità di unione tra sindacato<br />

di Polizia e sindacati esterni.<br />

II congresso della Domus Pacis<br />

costituì,pertanto, una indiretta risposta al<br />

convegno del Palsport.<br />

“No a CGIL,CISL e UIL, NO agli altri sindacati”<br />

fu il motto del congresso caratteriz-<br />

La sala della Domus Pacis nei giorni 16 e 17 novembre 1977<br />

zato alla vigilia dall’unanime convinzione,<br />

più volte poi espressa dai delegati, che “in<br />

una vera democrazia non ha ragione chi urla<br />

di più, ma chi ragiona meglio”.<br />

La mattina del 16 novembre la sala<br />

della domus pacis brulicava di poliziotti<br />

in borghese. Vecchi e nuovi si abbracciavano,<br />

si stringevano, si facevano coraggio.<br />

Alle 9.30 precise la presidenza del congresso,<br />

composta dall’Appuntato De Angeli di<br />

Gorizia,dal vice Questore Sabellotti di Roma,<br />

dal dr.Arcuri di Benevento, dal Capitano<br />

Mendola di Milano, dal maresciallo Macrì di<br />

Reggio Calabria, dall’assistente Angela Curti<br />

di Modena e dal commissario Alberto Rodri-<br />

guez di Milano, prendeva posto sull’apposito<br />

tavolo.<br />

Apre i lavori Guido Mendola e l’assemblea<br />

si ristora, si toglie di dosso quella paura<br />

che all’inizio aveva attanagliato un pò tutti.<br />

Ed è una vera e propria esplosione allorquando<br />

Mendola ebbe a dire:”Non sappiamo<br />

quanti siamo,quanti possano volere un<br />

sindacato autonomo. Altri fanno le statistiche.<br />

Noi i numeri non li abbiamo fatti e mai<br />

li abbiamo dati. Ai politici chiediamo di non<br />

sbagliare. Con un errore non si rimedia ai<br />

mille errori che sono stati commessi. La solidarietà<br />

non si manifesta con le corone,né<br />

con i soliti telegrammi sempre uguali”.


II microfono passa alla guardia Fioriti<br />

per la relazione introduttiva.<br />

Il ventitreenne agente spiega le motivazioni<br />

dell’autonomia, lancia non poche accuse<br />

di tentativo di politicizzazione della polizia<br />

e definisce le linee strategiche del comitato.<br />

“Noi non vogliamo che questa riforma sia la<br />

espressione di atteggiamenti emotivi e demagogiche!,<br />

di pressioni corporative o di interessi<br />

di rivincite categoriali o di conservazione<br />

ad ogni costo di alcune posizioni di privilegio,<br />

affermò Fioriti. Non vogliamo, insomma,che<br />

nella riforma di P.S. si trasferiscano i vizi più<br />

collaudati del Paese e la parte peggiore del<br />

patteggiamento politico”.<br />

Le linee del costituendo sindacato autonomo<br />

furono da tutti sottolineate con un<br />

crescendo applauso di assenso:”Revisione<br />

del T.U. di PS; definizione dei ruoli e delle<br />

competenze delle Prefetture; efficiente regolamento<br />

carcerario; una rigorosa efficacia e<br />

coerenza della Magistratura”.Questi i punti<br />

che dovevano essere da cornice alla riforma<br />

di PS, la quale non avrebbe dovuto essere<br />

considerata nel suo aspetto riduttivo e superficiale<br />

del sindacato di polizia.<br />

Dopo la relazione introduttiva di Fioriti<br />

il prof. Elio Fazzalari, docente di procedura<br />

civile all’Università di Roma,prendendo la<br />

parola, sottolineò l’esigenza di una riforma<br />

che non sconfinasse in una politicizzazione<br />

della Polizia per cui a maggior ragione<br />

“l’art.98 della Costituzione deve rivolgersi<br />

alla nuova polizia con maggiore incisività”.<br />

“La Polizia - concluse Fazzalari - deve essere<br />

tenuta fuori dalla mischia politica”<br />

A spiegare le caratteristiche dei vari modelli<br />

sindacali per la Polizia ci pensò il Prof.<br />

Guido Zangari,avvocato e costituzionalista.<br />

Zangari sottolineò l’esigenza che il sindacato<br />

di polizia “deve essere regolato dalla legge;<br />

legge non come limite, ma come una garanzia.Ed<br />

in questo senso deve essere inteso<br />

il divieto di affiliazione ad altri sindacati”.<br />

Sul tema del coordinamento tra le<br />

varie forze di polizia fece la sua prima<br />

ufficiale apparizione il vice questore Virgilio<br />

Fichera di Cagliari. Il dirigente della<br />

squadra mobile sarda incentrò subito il<br />

discorso sul nodo cruciale del problema:<br />

rapporti tra Questori e Prefetti.”E1 necessario<br />

- precisò - che si delineino con precise<br />

norme di legge il coordinamento periferico<br />

tra i vari corpi di polizia, che si assicuri<br />

l’unità di indirizzo politico (Prefetture) ed<br />

operativo(Questure) non tralasciando di<br />

precisare i rapporti di dipendenza funzionale<br />

tra i capi di questi due uffici”.<br />

L’inquadramento del personale e l’arruolamento<br />

furono evidenziati dai marescialli<br />

Vighini di Cremona e da Giuseppe<br />

Bianchini di Alessandria. Bianchini tenne<br />

a sottolineare il desiderio del cittadino di<br />

avere la certezza che ogni poliziotto sappia<br />

fare il suo mestiere.”Non si possono<br />

inviare nei reparti coloro che non sappiano<br />

con sicurezza come operare. Non<br />

bastano 12 mesi di istruzione, ne occorrerebbero<br />

18,articolati in tre cicli di sei mesi<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Da sinistra il Quest. Arcuri, il Cap. Mendola, il Prof. Fazzalari e il M.llo Macrì Il V.Quest. Caracciolo e l’Ass. P.F. Molinari<br />

Il Prof. Guido Zangari<br />

ciascuno: istruzione, specializzazione nei<br />

servizi, applicazione pratica”.<br />

Su questi temi e su quelli toccati dagli<br />

altri relatori si susseguirono gli interventi dei<br />

delegati, mentre quattro commissioni si riunirono<br />

per fornire risposte sui problemi:<br />

a)- aspetti della Riforma;<br />

b)- reclutamento,formazione ed aggiornamento<br />

professionale;<br />

e)- politica del personale;<br />

d)- commissione elettorale per l’elezione<br />

del Consiglio nazionale del comitato.<br />

Degni di menzione, per contenuti e<br />

passione, gli interventi della assistente<br />

Curti, della guardia De Biasi, Del M.llo Vitale,<br />

del M.Ilo Pesce, del Brigadiere Macrì,<br />

del brigadiere Suppa, dell’appuntato Carluccio,<br />

del brigadiere Orologio, dell’appuntato<br />

Patti, del dr.Blotta, del dr.Arcuri, del<br />

M.llo Spallino, del M.llo Raneri, dell’Appuntato<br />

Risicato, del Brigadiere Eleuteri,<br />

dell’appuntato Rivetti, del dr.Di Mambro,<br />

del brigadiere Bisacco, dell’appuntato Calistu,<br />

del M.Ilo Perretti, del M.llo Buscemi,<br />

del tenente Moriani, del Capitano Lo Scalzo,<br />

del dr.Sabellotti, della guardia Sartori e<br />

dell’appuntato Di Foggia.<br />

Vice Presidente Co.I.S.P.<br />

5599


6600 SPEAKER’S CORNER<br />

CACCIA ALLO SBIRRO!<br />

Da che mondo è mondo la creazione<br />

di un archivio di dati<br />

su poliziotti, magistrati e<br />

quanti operano nei settori<br />

che maggiormente incidono sulla sfera<br />

delle libertà dei cittadini, è sempre<br />

stato un sport, non diffuso, ma ampiamente<br />

praticato da settori rivoluziona-<br />

Di tutto<br />

un pò<br />

di Carmine FIORITI<br />

Vice Presidente Co.I.S.P.<br />

CACCIA ALLO SBIRRO:<br />

Reprimere duramente questa attività .<br />

senza mai più darle una mano!<br />

Manifesto degli ultras degli stadi<br />

ri o meramente delinquenziali.<br />

Quindi nulla<br />

di nuovo sotto questo<br />

cielo! Il fatto, pero’, non<br />

può passare inosservato<br />

e non può non indurci<br />

a delle riflessioni<br />

necessarie in un simile<br />

contesto. Innanzitutto<br />

tutto la nostra organizzazione<br />

deve fare i conti<br />

con il nuovo che avanza<br />

tecnologicamente ed in<br />

maniera assai veloce.<br />

Per contro i nostri sistemi<br />

appaiono molto lenti<br />

e, a volte, incapaci di far<br />

fronte a situazioni nuove<br />

che si creano di giorno<br />

in giorno. C’è da capire, poi, a chi<br />

tocca ricercare e prevenire questo tipo<br />

di attività. Una volta era la Digos e, secondo<br />

noi, dovrebbe esserlo ancora, soprattutto<br />

perché, in linea di massima,<br />

la finalità di chi pone in essere azioni<br />

di archiviazione dei nostri dati è quella<br />

della sovversione o eversione; ovvero<br />

dell’attività terroristica internazionale.<br />

Quindi, grazie a questo caso, finalmente<br />

le Digos dovranno essere riviste dac-<br />

capo dal momento che,<br />

ormai è tantissimo tempo,<br />

vanno alla ricerca<br />

di una propria identità<br />

quanto mai necessaria<br />

in un momento come<br />

questo. Poi c’è da essere<br />

duri, durissimi, come<br />

accade in altri Stati affini<br />

al nostro: chi colpisce<br />

un poliziotto, un carabiniere,<br />

un magistrato,<br />

in qualsiasi modo, deve<br />

ben conoscere a cosa<br />

va incontro. Una fine<br />

sicuramente non come<br />

quella attuale; una fine<br />

che deve incutere quel<br />

timore e quella paura<br />

senza le quali difficilmente cesseranno<br />

le ostilità che si registrano non solo su<br />

internet, ma anche allo stadio, anche<br />

in qualsiasi dimostrazione di piazza,<br />

proprio ora che tornano in voga e si risentono<br />

slogans di infausta memoria.<br />

Chi colpisce un poliziotto deve essere<br />

colpito tre volte: una volta perché ha<br />

colpito un suo simile; una volta perché<br />

ha colpito il suo Stato; una volta perché<br />

deve essere da monito per gli altri.


Se non si ha il<br />

coraggio di<br />

una legislazione<br />

penale<br />

speciale ,nel<br />

senso di difendere<br />

chi difende<br />

lo Stato,<br />

si abdica ad una<br />

funzione essenziale<br />

che è quella della difesa<br />

delle regole che democraticamente ci<br />

siamo imposti per andare avanti in pace<br />

e nella legalità.<br />

Consentire o colpire blandamente<br />

chi raccoglie informazioni sui poliziotti<br />

o su uomini di altre forze , significa<br />

andare in quest’ultima direzione.<br />

Pertanto occorre invertire la rotta e<br />

cominciare a dare “quei segnali forti”<br />

che nessun legislatore ha mai voluto<br />

garantire ai poliziotti: individuare nel<br />

corpo della legge penale italiana una<br />

pena davvero deterrente per chi compie<br />

azioni come quelle in esame, e poi<br />

– ovviamente – applicarla. Forse cosi’<br />

qualcosa riusciamo a tutelare e forse<br />

qualche imbecille desisterà sul nascere<br />

dal compiere certi tipi di azioni che,<br />

oggi, avvengono con internet, ieri attraverso<br />

schedari manuali.<br />

Non a caso,infatti, in tutti i covi delle<br />

BR, dei NAR, e di tutte le altre sigle<br />

terroristiche , si rinvenivano schedari<br />

con foto e nomi di poliziotti o magistrati<br />

che sarebbero stati oggetto, poi,<br />

di attentati o di altre attenzioni. Ed in<br />

quegli anni prese corpo la legislazione<br />

d’emergenza attraverso l’applicazione<br />

della maggiorazione di un terzo della<br />

pena grazie all’aggravante del terrorismo.<br />

Ecco, oggi, un reato specifico per<br />

tali fatti con varie aggravanti e con<br />

una pena severa congiunta al pagamento<br />

di una ingente somma come<br />

multa ( il tirar fuori tanti soldi<br />

fa sempre piu’ paura del carcere<br />

per talune persone) potrebbe<br />

limitare il fenomeno e farlo<br />

man mano scomparire grazie<br />

ad una rinnovata attività delle<br />

Digos, che dovrebbero, comunque,<br />

prendere maggiore coscienza<br />

delle attività che si svolgono<br />

via internet, ovviamente per la parte<br />

che le riguarda.<br />

Ma, al di là di queste considerazioni<br />

“di servizio”, v’è da aggiungere la<br />

facilità con la quale è possibile, oggi,<br />

reperire immagini e nominativi dei poliziotti.<br />

Passi le foto che vengono raccolte<br />

in occasione di servizi di ordine<br />

pubblico, ma non si può certo dire che<br />

noi tutti ( Polizia e Carabinieri soprattutto<br />

) abbiamo degli atteggiamenti<br />

cosi’ riservati da meravigliarci per un<br />

fatto del genere. Non a caso, ormai, ancor<br />

prima di effettuare una operazione<br />

di polizia, si pianificano le successive<br />

conferenze stampa. Non a caso c’è una<br />

corsa sfrenata all’apparizione nei Tg<br />

che, di fatto, crea immagini da poter<br />

raccogliere e immagazzinare. Non a<br />

caso, ormai, sulle scene del crimine<br />

compaiono telecamere e microfoni che<br />

intervistano e filmano operatori di po-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

lizia e dei Carabinieri che si prestano a<br />

svolgere una funzione da attori. Non a<br />

caso ogni conferenza stampa è costituita<br />

da un nugolo di persone, in uniforme<br />

e non, che fanno da cornice al capo<br />

della squadra ed al magistrato che<br />

rilasciano dichiarazioni. Tutte queste<br />

attività, ovviamente, avvantaggiano i<br />

raccoglitori di immagini dei poliziotti.<br />

Individuare,poi, nomi e cognomi, indirizzi<br />

ed altre cose è un fatto successivo<br />

e neppure tanto complicato.<br />

Con ciò non si vuole limitare l’attività<br />

di valorizzazione di immagine<br />

di polizia e carabinieri; ma certo è che<br />

una limitazione va posta proprio per<br />

evitare di facilitare attività che possono<br />

ripercuotersi contro. Una piccola<br />

limitazione, una pena severa per un<br />

reato da meglio identificare ed una<br />

rinnovata attività delle squadre Digos<br />

dovrebbero ripristinare quella serenità<br />

operativa e funzionale, quanto mai<br />

necessaria, all’interno delle strutture<br />

della polizia di stato e dei carabinieri,<br />

fortemente scossi dalle notizie dei<br />

cacciatori di immagini e di indirizzi.<br />

Andare giù duri per chi va a caccia<br />

dello sbirro; ma non dare neppure<br />

una mano involontaria a questa caccia<br />

eversiva.<br />

6611


6622 SINDACATO<br />

NEWS SINDACALE<br />

ACCORDO CONTRATTUALE: DAL GOVERNO VUOTO TRIONFALISMO!!!<br />

“La sottoscrizione dell’accordo sul<br />

contratto delle Forze di Polizia e delle<br />

Forze Armate consente di ottenere, anche<br />

se tardivamente, degli effetti positivi<br />

per gli Operatori della <strong>Sicurezza</strong>. D’altro<br />

canto riteniamo completamente fuori<br />

luogo il trionfalismo di alcuni esponenti<br />

del Governo, che non ha certo dimostrato<br />

con i fatti quella grande sensibilità nei<br />

confronti delle Forze dell’Ordine di cui<br />

il centrodestra continua a riempirsi la<br />

bocca!”. E’ quanto dichiara il Franco<br />

Maccari, Segretario Generale del COISP<br />

– il Sindacato Indipendente di Polizia,<br />

dopo la chiusura della coda contrattuale<br />

per il comparto <strong>Sicurezza</strong> e Difesa. “Oggi<br />

– dice Maccari - non abbiamo fatto altro<br />

che apporre una sigla in calce a un’intesa<br />

Il COISP: “Un dato che dovrebbe far<br />

riflettere Istituzioni e cittadini!”<br />

Le buone notizie oggi arrivano dal<br />

dato emerso da un sondaggio effettuato<br />

dall’Ispo di Renato Mannheimer, secondo<br />

il quale le Forze dell’Ordine, in particolare<br />

Polizia e Carabinieri, sono al primo posto<br />

con un “rating” dell’82% nella fiducia<br />

degli italiani. “E questo – dice Franco<br />

Maccari, Segretario Generale del COISP<br />

– il Sindacato Indipendente di Polizia –<br />

a dispetto di tutti i surrogati di sicurezza<br />

“Una buona notizia, che da la<br />

sensazione di passi avanti compiti<br />

in direzione delle vere esigenze<br />

degli Operatori del Comparto<br />

<strong>Sicurezza</strong>”. Così Franco Maccari,<br />

Segretario Generale del COISP – il<br />

Sindacato Indipendente di Polizia,<br />

commenta quanto diffuso in una<br />

nota della Presidenza del Consiglio<br />

già raggiunta con il Governo Prodi, così<br />

come dal precedente esecutivo sono<br />

stati destinati al Comparto <strong>Sicurezza</strong> i<br />

fondi, esigui, previsti dal nuovo accordo.<br />

Il centrodestra, pertanto, ad oggi non ha<br />

dato un solo euro alle Forze di Polizia<br />

né alle Forze Armate. Persino l’aumento<br />

del valore dei buoni pasto che passano<br />

da 4,65 euro a 7 euro, finalmente<br />

riconosciuto dopo anni di ritardo, è<br />

frutto della concertazione con il Governo<br />

Prodi!”. - Dice ancora il leader del <strong>Coisp</strong><br />

- “Vogliamo far presente al ministro La<br />

Russa, probabilmente male informato,<br />

che gli ‘importanti benefici economici’<br />

per i 600 mila operatori del Comparto<br />

<strong>Sicurezza</strong> sono ben distanti dall’aumento<br />

di 160 euro mensili lordi di cui parla:<br />

come pseudo ronde o dispiegamento<br />

dell’Esercito nelle città. E soprattutto a<br />

dispetto dei tagli che questo Governo ha<br />

imposto alle Forze di Polizia in termini<br />

di uomini, risorse finanziarie e di mezzi.<br />

Ci fa piacere che ad avere “molta o<br />

moltissima fiducia” siano i giovani tra i<br />

18 e i 24 anni (35%), gli studenti (40%). Ci<br />

piace di meno sapere che ad avere “poca<br />

o pochissima fiducia” siano gli italiani di<br />

età compresa tra i 45 e i 54 anni (72%).<br />

Siamo altresì convinti” – conclude<br />

dei Ministri, in cui è spiegato che<br />

è stato “approvato un decreto che<br />

autorizza l’assunzione a tempo<br />

indeterminato di 2.875 unità di<br />

personale nelle Forze di Polizia e<br />

nel corpo dei Vigili del Fuoco”. Il<br />

dl, chiarisce ancora la nota “è stato<br />

approvato su proposta dei Ministri<br />

della Pubblica amministrazione,<br />

l’incremento, infatti, è quantificabile<br />

in appena 160 euro all’anno!”. “Per<br />

quanto riguarda la remunerazione del<br />

lavoro straordinario, per il quale è stato<br />

concordato un incremento della misura<br />

oraria di circa 1,50 euro, restiamo in attesa<br />

dei necessari stanziamenti, poiché sono<br />

tanti gli Operatori della <strong>Sicurezza</strong> che<br />

lavorano senza essere adeguatamente<br />

remunerati o in casi frequenti a prestare<br />

servizio gratuitamente!”. “Al di là dei<br />

vuoti trionfalismi del Governo – conclude<br />

Franco Maccari – la sigla di questo<br />

accordo, che comunque rappresenta un<br />

successo per gli appartenenti alla Polizia<br />

di Stato, è il frutto del grande senso<br />

di responsabilità delle Organizzazioni<br />

Sindacali di categoria”.<br />

GLI ITALIANI CONTINUANO A RIPORRE<br />

NELLE FORZE DI POLIZIA LA LORO MASSIMA FIDUCIA.<br />

Maccari – “che a questi numeri debba<br />

seguire un doppio livello di attenzione,<br />

quello delle Istituzioni che invece di<br />

duplicare forme di sicurezza differenti e<br />

“insignificanti” da quelle delle Forze di<br />

Polizia dovrebbe pensare a potenziare<br />

quest’ultime e un livello di attenzione<br />

da parte della società civile, affinché<br />

abbia il coraggio e la forza di denunciare<br />

qualsiasi tipo di reato contribuendo, con<br />

le Forze dell’Ordine, a creare un ambiente<br />

protetto per l’intera società”.<br />

SICUREZZA, IL COISP: “BENE IL DECRETO CHE AUTORIZZA L’ASSUNZIONE A<br />

TEMPO INDETERMINATO DI 2.875 UNITÁ DI PERSONALE. QUELLO CHE SERVE<br />

SONO FATTI CONCRETI, E NE ATTENDIAMO ANCORA ALTRI”.<br />

dell’Innovazione, dell’Interno e<br />

dell’Economia”. “Fatti concreti –<br />

conclude Maccari – ecco cosa serve<br />

veramente. Li attendiamo dunque<br />

questi fatti, adesso ed anche in un<br />

prossimo futuro, perché tante altre<br />

sono le problematiche da affrontare<br />

con un impegno reale e non solo<br />

apparente”.


SICUREZZA E POLIZIA<br />

NEWS SINDACALE<br />

VITTIME DEL DOVERE, SI RAFFORZA L’IMPEGNO DEL COISP!<br />

A seguito della costituzione del<br />

Comitato Nazionale per le Vittime del<br />

Dovere, che ha suscitato l’interesse<br />

di numerosi colleghi direttamente<br />

interessati, è nato oggi un ulteriore<br />

importante servizio di sostegno e supporto<br />

tecnico-logistico che si prefigge di colmare<br />

le lacune informative purtroppo esistenti<br />

in materia. Grazie alla disponibilità<br />

della responsabile del neonato Comitato<br />

Nazionale Maria Marasco, è stata attivata<br />

una mail dedicata esclusivamente alle<br />

“Disdicevole”, dice il Ministro della<br />

Funzione Pubblica, Renato Brunetta,<br />

in merito all’utilizzo delle auto blu per<br />

ritirare i biglietti dello stadio. “Vergognoso<br />

diciamo noi!” Queste le osservazioni di<br />

Franco Maccari, Segretario Generale<br />

del COISP – il Sindacato Indipendente di<br />

Polizia - in merito alla vicenda dell’abuso<br />

dell’utilizzo delle auto blu. “Vergognoso”<br />

- continua Maccari – “che il Governo<br />

Creata all’interno del COISP la<br />

Commissione Nazionale Tecnici: un centro di<br />

analisi e di ricerca specializzato finalizzato<br />

allo sviluppo e valorizzazione del Ruolo<br />

Tecnico Scientifico e Professionale della<br />

Polizia di Stato ed alla soluzione delle<br />

problematiche che da anni caratterizzano<br />

tale importantissimo settore della nostra<br />

Amministrazione.<br />

La tutela dei diritti del personale tecnico,<br />

il riconoscimento delle loro mansioni<br />

e professionalità anche sotto l’aspetto<br />

retributivo, l’elaborazione del materiale<br />

giuridico occorrente alla trattazione<br />

delle vertenze che sempre più spesso i<br />

colleghi del Ruolo Tecnico sono costretti ad<br />

instaurare a causa di un’Amministrazione<br />

che ancora non sa appieno utilizzare le<br />

vittime del dovere alla quale è possibile<br />

inoltrare qualsiasi quesito o richiesta di<br />

chiarimento.<br />

Tutte le domande e le risposte inviate<br />

a vittimedovere@coisp.it verranno<br />

pubblicate, previo oscuramento dei dati<br />

sensibili per garantire il giusto rispetto nei<br />

confronti delle persone, in una apposita<br />

sezione dedicata e corredata dalla<br />

normativa di riferimento raggiungibile<br />

dal sito www.coisp.it e ubicata sul portale<br />

<strong>Coisp</strong> www.coispnewsportale.it.<br />

dichiari di non avere risorse per venire<br />

incontro alle esigenze delle Forze di<br />

Polizia, tanto da dover arrivare a fare dei<br />

tagli selvaggi, vergognoso che le auto<br />

delle Forze dell’Ordine restino nei garage,<br />

in quanto super usurate o anche senza<br />

benzina, mentre quelle blu possano andare<br />

indiscriminatamente in giro”. “Pensiamo<br />

che ci sia poco da aggiungere, i fatti –<br />

conclude Maccari - se non la promessa che<br />

loro conoscenze professionali ma anzi è<br />

sovente propensa a sminuirle nei confronti<br />

di altri settori operativi della Polizia: queste<br />

saranno alcune delle competenze della<br />

Commissione Nazionale Tecnici del Co.I.S.P.<br />

Responsabile della Commissione<br />

Nazionale Tecnici del Co.I.S.P., è stato<br />

nominato il nostro Dirigente Nazionale<br />

Fulvio DE ANGELIS, al quale a breve si<br />

affiancheranno altri nostri validissimi<br />

quadri sindacali ed iscritti appartenenti<br />

al Ruolo Tecnico, profondi conoscitori di<br />

ogni aspetto riguardante tale importante<br />

Settore della Polizia di Stato. La Commissione<br />

Nazionale Tecnici opererà quotidianamente<br />

per fornire puntuali risposte ai tanti quesiti<br />

posti al Sindacato dagli associati e dagli altri<br />

poliziotti facenti parte del Ruolo Tecnico,<br />

Un vero e proprio contenitore di<br />

quesiti e riscontri, esperienze e procedure,<br />

consultabile in qualsiasi momento da<br />

tutti per ottenere in tempo reale, grazie<br />

alle esperienze di altri e le indicazioni dei<br />

nostri esperti, le risposte alle domande<br />

più frequenti.<br />

Dove le Istituzioni mancano, ancora<br />

una volta e sempre con più incisività, il<br />

<strong>Coisp</strong> sopperisce con i fatti e il proprio<br />

impegno per sostenere i professionisti<br />

della Polizia.<br />

BRUNETTA DICE “DISDICEVOLE” L’UTILIZZO INDISCRIMINATO<br />

DELLE AUTO BLU.IL COISP RILANCIA: “PER NOI È VERGOGNOSO!”<br />

la nostra lotta per il ripristino di condizioni<br />

di lavoro adeguate non si fermerà. E se il<br />

Ministro Brunetta dichiara di non poter<br />

fare il Gabibbo, può star certo che noi<br />

saremo sempre la spina nel fianco di un<br />

Governo che non solo non ha mantenuto<br />

le promesse nei confronti della nostra<br />

categoria ma passa sopra i diritti degli<br />

uomini e delle donne che servono, tra mille<br />

difficoltà quotidiane, lo Stato”.<br />

ISTITUITA ALL’INTERNO DEL CO.I.S.P. LA COMMISSIONE<br />

NAZIONALE TECNICI<br />

sviluppando le problematiche sollevate<br />

dalle strutture territoriali del Co.I.S.P. a tal<br />

riguardo, e potrà autonomamente farsi<br />

promotore di seminari e conferenze tese<br />

a favorire la soluzione di quelle questioni<br />

che oggi dequalificano e creano differenze<br />

anche economiche nonché di status tra il<br />

personale del Ruolo Tecnico e quello del<br />

Ruolo Ordinario.<br />

L’enorme bagaglio professionale di<br />

ciascun operatore del Ruolo Tecnico deve<br />

essere apprezzato e valorizzato dalla nostra<br />

Amministrazione, e non sminuito come<br />

oggi invece spesso accade.<br />

La Commissione Nazionale Tecnici è<br />

l’arma in più del Co.I.S.P. per addivenire<br />

a tali finalità, e tali finalità costituiscono<br />

nostro preciso impegno.<br />

6633


6644 ORGANIGRAMMA<br />

Co.I.S.P. COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA<br />

SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA<br />

SEGRETERIA NAZIONALE:<br />

Via Farini, 62 - 00185 Roma<br />

Tel. (06) 48903734/73 - Fax (06) 48903735<br />

www.coisp.it<br />

e-mail: coisp@coisp.it<br />

SEGRETERIE REGIONALI E PROVINCIALI Co.I.S.P.<br />

REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

VALLE D’AOSTA SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />

PROVINCIALE DI AOSTA CHRISTIAN MEI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PIEMONTE SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />

PROVINCIALE DI ALESSANDRIA ROSSO CARLO, C/O CENTRO RACCOLTA INTERREGIONALE VECA.<br />

PROVINCIALE DI ASTI RAIMONDO MELI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BIELLA VIRGILIO FERA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI BIELLA.<br />

PROVINCIALE DI CUNEO GUZZO DANIELE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI NOVARA VITTORIO MASALA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI TORINO GIUSEPPE CAMPISI, C/O LA I ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />

PROVINCIALE DI VERBANIA VINCENZO MARCELLO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI VERCELLI BARTOLOMEO PIRAS, C/O QUESTURA.<br />

LOMBARDIA SEGRETERIA REGIONALE ROCCO DISOGRA, C/O QUESTURA DI BRESCIA.<br />

PROVINCIALE DI BERGAMO ANTONELLO PERSONENI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BRESCIA VALENTINO TOSONI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI COMO LUIGI MARTINO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CREMONA FULVIO BERTOLASO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LECCO ALESSANDRO CAMEROTA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LODI GIUSEPPE PACETTA, C/O QUESTURA. www.coisplodi.com<br />

PROVINCIALE DI MILANO CARMINE ABAGNALE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PAVIA VINCENZO FERROTTO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SONDRIO VALERIO SOSIO, C/O SETTORE POLIZIA DI FRONTIERA DI TIRANO (SO).<br />

PROVINCIALE DI VARESE ALBERTO PIDALÀ, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE. www.coispvarese.it<br />

PROVINCIALE DI MANTOVA MAURIZIO TESSAROLO, C/O SEZIONE POLIZIA FERROVIARIA.<br />

LIGURIA SEGRETERIA REGIONALE SALVATORE FINOCCHIARO, C/O QUESTURA DI SAVONA.<br />

PROVINCIALE DI GENOVA MATTEO BIANCHI, C/O QUESTURA. www.coisp-genova.it<br />

PROVINCIALE DI LA SPEZIA ROSARIO IZZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PROVINCIALE DI IMPERIA FRANCESCO PAOLO SEVERINO, C/O COMM.TO DI P.S. SANREMO (IM).<br />

PROVINCIALE DI SAVONA GIUSEPPE LA CORTE, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.


REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

TRENT. ALTO ADIGE SEGRETERIA REGIONALE GIOVANNI CASTELLI, C/O QUESTURA DI TRENTO.<br />

PROVINCIALE DI BOLZANO PATRIZIA FURLAN, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI TRENTO SERGIO PAOLI, C/O QUESTURA.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

VENETO SEGRETERIA REGIONALE LUCA PRIOLI, C/O QUESTURA DI VICENZA.<br />

PROVINCIALE DI BELLUNO UGO GRANDO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PADOVA PAOLO CELIO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI ROVIGO STEFANO TAMIAZZO, C/O REPARTO MOBILE PADOVA. www.coisppadova.eu<br />

PROVINCIALE DI TREVISO BERARDINO CORDONE, C/O QUESTURA. www.coisp-treviso.it<br />

PROVINCIALE DI VENEZIA FRANCESCO LIPARI C/O COMMISSARIATO DI P.S. MARGHERA (VE). www.coisp-venezia.it<br />

PROVINCIALE DI VERONA MASSIMO PERAZZOLI, C/O COMPARTIMENTO POLIZIA FERROVIARIA.<br />

PROVINCIALE DI VICENZA FRANCESCO CARDILLO, C/O QUESTURA.<br />

FRIULI VEN. GIULIA SEGRETARIA REGIONALE MAURIZIO IANNARELLI, C/O QUESTURA DI TRIESTE.<br />

PROVINCIALE DI TRIESTE ENRICO MOSCATO, C/O IV ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />

PROVINCIALE DI PORDENONE MAURIZIO GIUST, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE PORDENONE.<br />

PROVINCIALE DI UDINE GENNARO FERRARO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI GORIZIA LORENZO FURLAN, C/O POSTO POLFER DI MONFALCONE (GORIZIA).<br />

EMILIA ROMAGNA SEGRETERIA REGIONALE RICCARDO MATTIOLI, C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />

PROVINCIALE DI BOLOGNA OSCAR REGNAUD CARCAS, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI FERRARA FABIO TOSCANO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI FORLÌ ERICA BORDIGNON, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE A/14.<br />

PROVINCIALE DI PIACENZA PAOLA DI DOMENICO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PARMA CLAUDIO GRAVANTE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI RAVENNA FABIO BALDINI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA FABIO BOSCHI, C/O QUESTURA.<br />

TOSCANA SEGRETERIA REGIONALE GAETANO BARRELLA, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE ROSIGNANO SOLVAY (LI).<br />

PROVINCIALE DI FIRENZE CARMINE DI GERONIMO, C/O IL VIII REPARTO VOLO DI FIRENZE.<br />

PROVINCIALE DI AREZZO DIEGO PILIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PROVINCIALE DI GROSSETO GIANDOMENICO TORELLA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LIVORNO ANGELA BONA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MASSA CARRARA ROBERTO FRUZZETTI, C/O QUESTURA. www.coispmassa.altervista.it<br />

PROVINCIALE DI LUCCA ALESSANDRO RUSSO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. VIAREGGIO (LU).<br />

PROVINCIALE DI PISA SIMONE CARNASCIALI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PISTOIA GUIDO RIPA, C/O COMMISSARIATO DI P.S. MONTECATINI (PT). www.coispistoia.webnode.com<br />

PROVINCIALE DI PRATO ANGELO CAIAZZO, C/O QUESTURA.<br />

MARCHE SEGRETERIA REGIONALE PASQUALE FILOMENA, C/O QUESTURA DI PESARO.<br />

PROVINCIALE DI ANCONA GIANLUCA PAOLETTI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MACERATA ANTONIO GRECO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI CIVITANOVA MARCHE (MC).<br />

PROVINCIALE DI PESARO-URBINO PASQUALE FILOMENA, C/O QUESTURA.<br />

LAZIO SEGRETERIA REGIONALE MARIO VATTONE, C/O ISTITUTO PER ISPETTORI DI NETTUNO (RM).<br />

PROVINCIALE DI LATINA PIERLUIGI DE PAOLIS, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI FROSINONE ITALO ACCIAIOLI, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE CASSINO (FR).<br />

PROVINCIALE DI RIETI DOMENICO PORCINO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI ROMA FULVIO DE ANGELIS, C/O SERV. OPER. CENTR. DI SANITÀ - MIN. DELL’INT. www.coisp.lazio.com<br />

PROVINCIALE DI VITERBO SALVATORE LANZANO, C/O QUESTURA.<br />

ABRUZZO SEGRETERIA REGIONALE ALESSANDRO ROSITO, C/O SCUOLA CONTROLLO DEL TERRITORIO DI PESCARA .<br />

PROVINCIALE DE L’AQUILA SANTINO LICALZI, C/O QUESTURA.www.coispaq.blogspot.com<br />

PROVINCIALE DI CHIETI MICHELE LEOMBRUNO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI VASTO (CH).<br />

PROVINCIALE DI PESCARA GIOVANNI CATITTI, C/O SOTTOSEZ. POLIZIA FERROVIARIA DI PESCARA. www.coisppescara.org<br />

PROVINCIALE DI TERAMO GIUSEPPE DE VINCENTIIS, C/O QUESTURA.<br />

6655


6666 ORGANIGRAMMA<br />

REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

MOLISE SEGRETERIA REGIONALE ANTONIA MIGLIOZZI, C/O QUESTURA DI CAMPOBASSO.<br />

PROVINCIALE DI CAMPOBASSO GIUSEPPE MICHELE GRIECO, C/O IL COMM.TO DI TERMOLI (CB).<br />

PROVINCIALE DI ISERNIA SALVATORE MICONE, C/O QUESTURA.<br />

CAMPANIA SEGRETERIA REGIONALE ANGELO NARDELLA, C/O QUESTURA DI NAPOLI.<br />

PROVINCIALE DI AVELLINO LUIGI GHERARDO DE PRIZIO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BENEVENTO UMBERTO DE FELICE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CASERTA CLAUDIO TREMATERRA, C/O COMM.TO P.S. DI MADDALONI (CE).<br />

PROVINCIALE DI NAPOLI GIULIO CATUOGNO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PROVINCIALE DI SALERNO RAFFAELE PERROTTA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PUGLIA SEGRETERIA REGIONALE ALDO DI CAMPI, C/O QUESTURA DI BARI.<br />

PROVINCIALE DI BARI MIMMO LA VECCHIA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BRINDISI LORENZO PENNETTA, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA BRINDISI.<br />

PROVINCIALE DI FOGGIA ALBERTO CACCAVO, C/O COMMISSARIATO DI P.S DI LUCERA (FG).<br />

PROVINCIALE DI LECCE CARLO GIANNINI, C/O COMMISSARIATO P.S. DI GALATINA (LE).<br />

PROVINCIALE DI TARANTO NICOLA FRANCO, C/O QUESTURA.<br />

BASILICATA SEGRETERIA REGIONALE MARIO SALUZZI, C/O COMMISSARIATO DI MELFI (PZ).<br />

PROVINCIALE DI MATERA ANGELO RAFFAELE SCASCIAMACCHIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PROVINCIALE DI POTENZA GIUSEPPE GORGA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

CALABRIA SEGRETERIA REGIONALE CORTESE LEONARDO, C/O POLIZIA FERROVIARIA LAMEZIA TERME (CZ).<br />

PROVINCIALE DI CATANZARO SINOPOLI LUIGI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI COSENZA GIULIO CESARE FERRARO, C/O COMMISSARIATO DI PAOLA (CS).<br />

PROVINCIALE DI CROTONE LUPO MASSIMO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA GIORGIO DE LUCA, C/O QUESTURA. www.coisp-reggiocalabria.it<br />

PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ROCCO D’AGOSTINO, C/O QUESTURA.<br />

SICILIA SEGRETERIA REGIONALE NATALE SCUDERI, C/O QUESTURA DI CATANIA.<br />

PROVINCIALE DI AGRIGENTO VINCENZO CIULLA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CALTANISSETTA MICHELE FARACI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CATANIA GIUSEPPE SOTTILE, C/O POLIZIA POSTALE E DELLE COMUNICAZIONI CATANIA.<br />

PROVINCIALE DI ENNA GIUSEPPE MILANO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MESSINA FRANCO ARCORACI, C/O COMMISSARIATO DI PS MILAZZO (ME).<br />

PROVINCIALE DI PALERMO CARMELO FIUMEFREDDO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI RAGUSA SALVATORE DI FALCO, C/O COMMISSARIATO COMISO (RG).<br />

PROVINCIALE DI SIRACUSA GIOVANNI DI BARTOLO, C/O COMMISSARIATO P.S. LENTINI (SR).<br />

PROVINCIALE DI TRAPANI GIOVANNI CARONIA, C/O QUESTURA.<br />

SARDEGNA SEGRETERIA REGIONALE GILBERTO PISU, C/O AUTOCENTRO POLIZIA CAGLIARI.<br />

PROVINCIALE DI CAGLIARI GIUSEPPE PILICHI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE. www.coispcagliari.it<br />

PROVINCIALE DI NUORO ANTONIO CAPURSO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PROVINCIALE DI ORISTANO DONATO MUSCENTE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SASSARI ANTONIO POLO, C/O LA SEZIONE POLIZIA POSTALE DI SASSARI.

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