Sicurezza - Coisp
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POSTE ITALIANE S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 Comma 1 DCB Milano - Euro 2,58<br />
ORGANO UFFICIALE NAZIONALE DEL Co.I.S.P.<br />
TERREMOTO TERREMOTO IN IN ABRUZZO ABRUZZO<br />
LLe e lacrime lacrime e e il il valore valore<br />
SICUREZZA<br />
PROTESTA DEI SINDACATI DAVANTI AL MINISTERO<br />
ANNO II° - NUMERO 4<br />
MAGGIO 2009<br />
TIANI<br />
RIFORMARE IL SISTEMA SICUREZZA
L’EDITORIALE SICUREZZA E POLIZIA<br />
SCEGLIERE<br />
di RICORDARE<br />
6 aprile 2009.<br />
Alle 3:32 una scossa di terremoto di<br />
magnitudo 5.8 della scala Richter, devasta<br />
l’Aquila ed i paesi vicini. Quasi raso al suolo<br />
il comune di Onna. Alla fine della giornata<br />
i morti stimati sono 150 e 1.500 i feriti. Gli<br />
sfollati 70.000. Il Governo proclama lo stato<br />
di emergenza.<br />
Tutta Italia si mobilita, e inizia una gara<br />
straordinaria di soccorsi ed aiuti.<br />
Noi del COISP apprendiamo dal nostro<br />
Segretario Generale Provinciale de L’Aquila,<br />
Santino Li Calzi quale sia la gravità della situazione<br />
e, dopo i primi giorni passati alla<br />
ricerca dei sopravissuti tra le macerie, si<br />
cerca di pensare al domani.<br />
Appare subito evidente quanto sia<br />
TUTTO necessario: pensate cosa potrebbe<br />
significare scappare di casa senza potervi<br />
più tornare.<br />
Il COISP vuole fare qualcosa di più concreto,<br />
vuole portare in modo tangibile la<br />
propria solidarietà ai colleghi, che sono coloro<br />
che lavorano sacrificando, oltre a loro<br />
stessi, i propri affetti e la propria famiglia,<br />
nel doloroso silenzio.<br />
E’ il momento di rompere gli indugi, di<br />
reagire e trasformare una buona idea, (raccogliere<br />
aiuti e farli arrivare, direttamente,<br />
in Abruzzo, agli Appartenenti alle Forze<br />
dell’Ordine), in qualcosa di concreto.<br />
L’iniziativa viene estesa a tutta Italia:<br />
ogni struttura provinciale del COISP, come<br />
3
L’EDITORIALE SICUREZZA E POLIZIA<br />
in un tacito passaparola, conclude il proprio<br />
comunicato con la frase ”Aiutiamoli a<br />
RiVivere”.<br />
Silenziosamente, vengono raccolti i<br />
prodotti più disparati: ogni genere di vestiario,<br />
medicinali, alimenti, ma anche<br />
quaderni di scuola, pannolini e vestiti per<br />
bambini. Grazie ad amici si organizzano i<br />
trasporti, si consegna quanto raccolto.<br />
Si vive in prima persona, anche se solo<br />
per poche ore, l’irreale immersione in una<br />
realtà di drammatica distruzione, di rabbia<br />
per le responsabilità rese evidenti dal cemento<br />
sgretolato, di necessità quotidiane.<br />
Ma anche di rinascita umana, sociale, economica,<br />
ugualmente inevitabile.<br />
Lontano dai riflettori, da ricerche insensate<br />
di ‘scoop’, esiste chi racconta la<br />
cronaca, chi sa partecipare realmente al<br />
dramma, chi sa dare una mano anche se<br />
non gli viene detto grazie.<br />
Chi lavora non ha tempo per apparire.<br />
Chi appare ringrazia chi lavora, e se ne va.<br />
Le due facce di questo terremoto, di<br />
ogni tragedia.<br />
Il COISP sceglie, ogni giorno, di agire,<br />
non di apparire. Ma questo incredibile sforzo<br />
organizzativo e personale che ha fatto<br />
giungere gli aiuti direttamente nelle mani<br />
dei colleghi, supera i confini normalmente<br />
dettati da un’organizzazione sindacale. E<br />
dimostra quanto possiamo essere grandi,<br />
ogni giorno, come uomini, come poliziotti.<br />
Grazie COISP!<br />
Il Segretario Generale del <strong>Coisp</strong><br />
Franco Maccari
SOMMARIO<br />
03 L’EDITORIALE<br />
Scegliere di ricordare<br />
DI FRANCO MACCARI<br />
08 TERREMOTO<br />
Così il nostro collega è rimasto sepolto<br />
DI OLGA IEMBO<br />
16 MANIFESTAZIONE<br />
Basta tagli i poliziotti assediano il Viminale<br />
20 INTERVISTA TIANI<br />
“Riformare il sistema sicurezza”<br />
DI ANTONIO CAPRIA<br />
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4/2009<br />
MAGGIO<br />
24 RONDE<br />
Marcia indietro del Governo<br />
30 L’INTERVENTO<br />
Catanzaro, il capoluogo della Calabria<br />
34 FORZE DI POLIZIA<br />
La partigianeria del Ministro La Russa<br />
DI GIULIA ZAMPINA<br />
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36 ATTUALITÀ<br />
Coltivazione di stupefacenti<br />
42 CALCIO<br />
A Empoli la Polizia<br />
fuori dallo stadio<br />
DI GIULIA ZAMPINA<br />
44 GIURISPRUDENZA<br />
Misure urgenti in materia<br />
di contrasto alla violenza sessuale<br />
AVVOCATO ELOISA GALLUPPI<br />
46 SICUREZZA<br />
STRADALE<br />
Sulla strada per la sicurezza<br />
l’impegno del Co.i.s.p. con il sorriso<br />
sulle labbra e con l’amarezza dentro<br />
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50 FEDERAZIONE<br />
Sovraitalia - So.Vi.Co.<br />
PNFI - Polizia Nuova Forza Indipendente<br />
52 RUBRICA<br />
SICURAMENTE<br />
54 STALKING<br />
Lo stalking diventa reato<br />
DI GIULIA ZAMPINA<br />
56 CINEMA<br />
Quando la realtà supera la fantasia<br />
DI GIULIA ZAMPINA<br />
58 SINDACALISMO<br />
AUTONOMO<br />
IN POLIZIA<br />
La vera storia - VI PARTE<br />
DI CARMINE FIORITI<br />
60 SPEAKER’S CORNER<br />
Di tutto un pò<br />
DI CARMINE FIORITI<br />
62 SINDACALE<br />
Le news<br />
64 ORGANIGRAMMA<br />
Segreterie Regionali<br />
e Provinciali Co.I.S.P.<br />
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TERREMOTO TERREMOTO IN IN ABRUZZO ABRUZZO<br />
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PROTESTA DEI SINDACATI DAVANTI AL MINISTERO<br />
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MAGGIO 2009<br />
TIANI<br />
RIFORMARE IL SISTEMA SICUREZZA<br />
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7
8<br />
IL TERREMOTO CASO<br />
L’atroce scoperta dei Poliziotti in servizio nel capoluogo abruzzese dopo il devastante<br />
terremoto del 6 aprile, uno di loro, Massimo Calvitti, è morto assieme alla moglie sotto<br />
le macerie della propria casa, sorpresi nel sonno dalla furia delle scosse<br />
“Così il nostro collega<br />
è rimasto sepolto...”<br />
di Olga IEMBO<br />
Massimo? Qualcuno<br />
l’ha visto? Cercatelo…<br />
Non si trova… Prova a<br />
“Dov’è<br />
chiamare sul suo cellulare,<br />
vediamo se squilla…”. E quel cellulare<br />
ha squillato… ma il suono è arrivato alle<br />
loro orecchie da sotto il cumulo di macerie<br />
che stavano guardando col terrore negli occhi,<br />
le macerie della sua casa…<br />
Così, poco dopo, i poliziotti della Questura<br />
hanno avuto contezza che il loro<br />
amico e collega Massimo Calvitti era là,<br />
rimasto sepolto sotto un inferno di detriti<br />
e polvere. E, ancora più tardi, l’atroce cer-<br />
La Questura<br />
è rimasta intatta,<br />
ma ha bisogno di lavori<br />
di consolidamento e per<br />
molto tempo<br />
le 350 persone che<br />
vi lavorano dovranno<br />
spostarsi altrove<br />
tezza che sia lui che sua moglie Serenella<br />
Visione sono morti, non c’è più nulla da<br />
fare. Hanno perso la vita sorpresi nel sonno<br />
dalla violenza delle scosse che hanno<br />
squassato la terra, buttando giù tutto come<br />
un castello di carte.<br />
Scoprire che il tuo collega non c’è più<br />
così… dalla suoneria di un cellulare che<br />
squilla, ahimè, nel posto sbagliato…<br />
E’ una delle tante singole tragedie nella<br />
tragedia che hanno segnato l’Abruzzo, e<br />
l’Aquila ed i centri circostanti in particolare,<br />
dopo il dirompente terremoto scatenatosi<br />
nella notte tra domenica 5 e lunedì 6<br />
aprile, che ha devastato ogni costruzione<br />
dei centri colpiti. Una delle tante tragedie
che questi servitori dello Stato hanno visto<br />
davanti ai propri occhi e sentito dentro al<br />
proprio cuore.<br />
Gli uomini e le donne della Polizia di<br />
Stato della cittadina abruzzese che sono<br />
scampati alla sciagura, nel giro di qualche<br />
decina di minuti, dopo quella fatidica ora<br />
delle 3.32, sono tutti accorsi in città, chi in<br />
Questura, chi già per la strada a soccorrere<br />
i feriti, a cominciare a scavare…<br />
“Sono scene apocalittiche, indescrivibili,<br />
quelle che ci siamo trovati davanti” ci<br />
racconta Santino Licalzi, segretario provinciale<br />
del <strong>Coisp</strong> dell’Aquila. Lui è là, a l’Aquila,<br />
tra i morti ed i feriti, assieme ai colleghi<br />
in divisa. Come tutti loro, dal momento in<br />
cui si è verificata la tragedia, per quasi 48<br />
ore lavora, ancora e ancora, senza sosta,<br />
ma non sente la stanchezza.<br />
Sui luoghi della sciagura, nel giro di<br />
poche ore, da tutta Italia sono arrivati migliaia<br />
di uomini delle Forze dell’ordine e<br />
dell’Esercito, che si sono aggiunti ai soccorritori<br />
della Protezione civile ed ai volontari.<br />
Tra loro anche decine di Poliziotti ai quali,<br />
dopo le prime fasi organizzative, sono stati<br />
affidati compiti di mantenimento della sicurezza<br />
e dell’ordine pubblico. Non a caso<br />
tra le autorità subito confluite in Abruzzo,<br />
assieme al ministro dell’Interno Roberto<br />
Maroni, c’erano anche il capo della polizia,<br />
Antonio Manganelli e dal vicecapo vicario<br />
Nicola Izzo.<br />
“Ma nell’immediatezza – racconta chi<br />
c’era – ciascuno di noi faceva di tutto, tutto<br />
quanto appariva necessario. Dallo scavare<br />
al dirigere il traffico, dall’aiutare la gente<br />
per la strada allo smistare i feriti in ospedale…<br />
All’inizio è normale che sia così. La<br />
macchina dei soccorsi ha funzionato vera-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
mente bene, ma le prime ore sono quelle<br />
dello shock, sono quelle delle grida e del<br />
panico, sono quelle in cui l’orrore ti avvolge<br />
tutto intorno, e tu agisci d’istinto, fai tutto<br />
quello che ti dice la testa. La prima cosa è<br />
stata quella… scavare, scavare, chiunque<br />
avesse la forza di stare in piedi scavava,<br />
cercava di sentire le voci delle persone che<br />
non si vedevano. E’ veramente qualcosa<br />
che non si può descrivere”.<br />
Lo spirito di Corpo è sempre forte in<br />
chi presta servizio in Polizia, ma in questi<br />
momenti è più forte che mai, “si agisce, si<br />
pensa all’unisono. Appena mi sono reso<br />
conto che ero rimasto incolume, che la mia<br />
casa non era crollata, e che la mia famiglia<br />
era salva – continua il coraggioso agente,<br />
sposato con una poliziotta e con una figlioletta<br />
di tre anni, la loro casa è inagibile e,<br />
come tanti, si sono sistemati in tenda –<br />
sono corso in questura. Arrivato là già ci<br />
ho trovato la maggior parte dei colleghi,<br />
ed altri arrivavano, uno dopo l’altro. Tutti,<br />
tutti quelli che la sciagura non ha bloccato<br />
altrove. Abbiamo cominciato a lavorare,<br />
e senza rendercene conto, in un batter<br />
d’occhio, era già l’indomani. Quasi subito<br />
l’organizzazione si è rimessa in moro, con<br />
turni e assegnazione dei compiti, ma praticamente<br />
tutti abbiamo continuato a lavorare<br />
senza orari, fino a che le forze ce lo<br />
consentivano, poi riposavamo qualche ora<br />
e ricominciavamo da capo”.<br />
“Noi della Polizia – prosegue il racconto<br />
– come è ovvio che sia, abbiamo garantito<br />
vigilanza ed ordine pubblico. Io, in<br />
particolare, fin dalle prime ore sono stato<br />
di servizio all’ospedale”. L’ospedale, come<br />
tutti ormai sanno, poiché è stata la notizia<br />
di cui più si è discusso, nonostante fosse di<br />
9
ecente costruzione, è crollato miseramente<br />
alla stregua di edifici antichi e realizzati<br />
senza alcune misura preventiva antisismica.<br />
Progettato nel 1961 e realizzato a partire<br />
dal 1968, è diventato operativo da 12<br />
anni. I nove edifici che lo compongono risultano<br />
profondamente lesionati, e la struttura<br />
è ormai inagibile al 90%. Ci prestano<br />
servizio 400 medici e 570 infermieri i quali,<br />
incuranti del pericolo e del panico, hanno<br />
lavorato ininterrottamente in ogni modo<br />
possibile. “Li ho visti in azione – racconta<br />
Licalzi – e sono rimasto veramente colpito.<br />
La loro efficienza è stata sorprendente, riuscivano<br />
a prestare soccorso a tutti, in un<br />
caos indescrivibile. Riuscivano a confortare<br />
e consolare tutta quella gente distrutta,<br />
con una professionalità e con un’umanità<br />
indescrivibile”.<br />
E’ questa la cosa che resterà per sempre<br />
scolpita nella mente: “Le urla dei feriti, i<br />
letti fuori dall’ospedale, in mezzo alla strada,<br />
e poi ha cominciato a pioverci sopra. Ho<br />
visto scene che non potrò mai dimenticare,<br />
ho visto la sofferenza che ti taglia l’anima,<br />
ho visto i bambini…”.<br />
Ma la forza e la dignità delle vittime<br />
del terremoto è pari alla dedizione ed alla<br />
solidarietà dei soccorritori: “La gente si limitava<br />
a chiedere aiuto, a chiedere che il<br />
dolore fosse alleviato, ma, nonostante tutto<br />
con dignità e rispetto. E, dall’altra parte, è<br />
stata davvero eccezionale la partecipazione<br />
di massa dei volontari. Chiunque avesse un<br />
1100 TERREMOTO<br />
mezzo o comunque la forza di intervenire<br />
si è rimboccato le maniche ed ha cominciato<br />
ad aiutare”. Questo è il volto umano,<br />
luminoso, che un popolo mostra nella ca-<br />
lamità. Un intero popolo, il popolo italiano<br />
poiché chi c’era assicura: “La macchina organizzativa<br />
è partita immediatamente ed<br />
ha funzionato bene. Le colonne di mezzi di<br />
soccorso, la base per gli aerei e gli elicotteri<br />
del Aeronautica che hanno cominciato<br />
subito a portare via i feriti, sono tutte cose<br />
che non è banale approntare in un’ora.<br />
I Vigili del fuoco, la Protezione civile, sono<br />
straordinari. Ma anche tutti i colleghi, quelli<br />
delle altre Forze di Polizia, l’Esercito, tutti.<br />
Nessuno si è risparmiato, e la gente lo deve<br />
sapere. Tutti hanno fatto il possibile, anche<br />
se disagi e problemi indubbiamente in queste<br />
situazioni restano perché in questi casi<br />
si combatte contro qualcosa che è più grande<br />
di noi”.<br />
Così Licalzi ha voluto lanciare il preciso
Situazione edifici<br />
sul territorio nazionale<br />
(fonte Corriere della Sera e Il Giornale):<br />
80.000 edifici a rischio in Italia<br />
(scuole, ospedali ed uffici pubblici)<br />
costruiti in zone ad alto rischio sismico<br />
e non edificati secondo criteri<br />
antisismici;<br />
22.000 edifici scolastici in zona<br />
sismica e quindi a rischio, 16.000<br />
in zone ad alto rischio e di questi<br />
9.000 non sono costruiti con criteri<br />
antisismici;<br />
13 miliardi è la cifra necessaria a<br />
mettere in sicurezza i circa 57.000<br />
istituti scolastici italiani. 4 miliardi<br />
di euro sono necessari per gli interventi<br />
sulle 9.000 scuole ad altissimo<br />
rischio;<br />
7,2 milioni di abitazioni private<br />
costruite in tutta Italia prima del<br />
1974, quando è stata varata la legge<br />
che detta indicazioni sulle costruzioni<br />
in zone sismiche;<br />
3 milioni di persone che abitano in<br />
zone ad alta sismicità. 21 milioni<br />
vivono in aree a media sismicità,<br />
15,5 in luoghi a bassa sismicità, 20<br />
in aree a sismicità minima.<br />
messaggio che “i cittadini devono contare<br />
sulla Polizia di Stato sempre e comunque,<br />
anche e soprattutto in momenti come<br />
questi nei quali, se possibile, lo spirito di<br />
servizio, la disponibilità, la solidarietà sono<br />
ancora maggiori”.<br />
Un messaggio sincero e sentito, proprio<br />
come il profondo cordoglio per Massimo,<br />
un collega che non c’è più e che gli uomini<br />
in divisa dell’Aquila e tutta la Polizia<br />
di Stato porteranno per sempre nel cuore.<br />
Ma i “problemi ed i disagi” nelle zone<br />
del disastro non finiranno tanto presto.<br />
Sono destinati a durare ed anzi nei mesi,<br />
negli anni a venire si sentiranno ancora<br />
di più e necessiteranno di interventi seri,<br />
programmati, duraturi, e di vere e proprie<br />
strategie di intervento.<br />
I terremoti sono dovuti al liberarsi di<br />
energia all’interno del globo terrestre, in<br />
particolare nel suo settore più esterno, e tale<br />
fenomeno viene avvertito in superficie come<br />
vibrazioni del terreno.<br />
Le zone più a rischio generalmente sono<br />
quelle in corrispondenza di grandi catene<br />
montuose e della cintura circumpacifica. Allo<br />
stato attuale delle conoscenze non è possibile<br />
prevedere con sufficiente attendibilità e precisione<br />
il momento, il luogo e l’energia che<br />
libererà un terremoto. Se invece si intende<br />
per previsione una valutazione probabilistica<br />
focalizzata sullo studio di determinate aree,<br />
si possono arrivare a “prevedere”, per quelle<br />
aree, l’intensità massima e la frequenza dei<br />
terremoti che si possono attendere, arrivando<br />
così a definirne la pericolosità sismica.<br />
L’Abruzzo, fra le zone mediterranee, è tra le<br />
più esposte ai terremoti, in relazione soprattutto<br />
alle conseguenze dell’orogenesi che<br />
ha determinato la formazione della catena<br />
appenninica. Il capoluogo abruzzese è stato<br />
colpito più volte e in epoche diverse da scosse<br />
di terremoto di notevole intensità che l’hanno<br />
quasi totalmente distrutta: si ricordano quello<br />
del 1349, del 1456 e 1703.<br />
Nel 1706 anche la città di Sulmona venne<br />
colpita da un terremoto di magnitudo pari al<br />
nono-decimo grado della scala Mercalli che<br />
distrusse la città e seppellì gran parte di quel<br />
ricco patrimonio architettonico che le aveva<br />
meritato l’appellativo di “Siena d’Abruzzo”.<br />
Altro sisma di enormi proporzioni fu quello<br />
che nel 1915 colpì la Marsica e che rase al suolo<br />
la città di Avezzano e molti paesi limitrofi,<br />
provocando più di 30.000 vittime.<br />
Il nostro paese, caratterizzato da una<br />
sismicità non particolarmente violenta, ma<br />
comunque molto continua nel tempo, ha sviluppato<br />
una notevole sensibilità scientifica<br />
e tecnica in materia di terremoti. La classificazione<br />
sismica del territorio e la normativa<br />
tecnica per le costruzioni in zona sismica viene<br />
costantemente aggiornata col progredire<br />
delle conoscenze tecnico-scientifiche, determinando<br />
così un progressivo miglioramento<br />
delle condizioni di sicurezza delle nuove costruzioni.<br />
Rimane però il problema delle costruzioni<br />
realizzate prima dell’introduzione della<br />
normativa sismica, e nella nostra Regione<br />
gran parte dei centri storici sono costituiti da<br />
fabbricati di pregevole valore architettonico e<br />
culturale, ma realizzati in epoche in cui la resistenza<br />
strutturale di un edificio era affidata<br />
alle semplici pratiche del “buon costruire”.<br />
Nei nostri 305 Comuni sono presenti,<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Abruzzo, terra più volte martoriata<br />
quindi, centri storici di elevata valenza paesaggistica<br />
e culturale, ma caratterizzati da<br />
una elevatissima vulnerabilità rispetto agli<br />
eventi sismici. Le innovazioni introdotte negli<br />
ultimi anni rappresentano momenti di forte<br />
cambiamento nei settori dell’analisi della pericolosità<br />
di base del territorio e dell’approccio<br />
progettuale che ne consegue.<br />
Per questo, attraverso il concorso degli<br />
Amministratori, degli Ordini Professionali,<br />
del mondo imprenditoriale, dei tecnici della<br />
Pubblica Amministrazione e del mondo scientifico<br />
già dal 2003, si è iniziato ad individuare<br />
le soluzioni e le sinergie possibili nel settore<br />
dell’edilizia per trasformarle in opportunità<br />
per una rinnovata qualità del costruire e per<br />
una più consapevole tutela della vita e della<br />
sicurezza dei cittadini.<br />
Prevenzione – Nell’attività di prevenzione<br />
un ruolo centrale è assegnato alla comunità. I<br />
cittadini, infatti, collaborando con le Istituzioni,<br />
possono sensibilizzarle nel compiere scelte<br />
legate alla maggior sicurezza del territorio, e<br />
non ultimo, agire direttamente per la Protezione<br />
Civile diventando volontari. Una comunità<br />
ben informata è consapevole di vivere<br />
in un territorio ad alto rischio; ogni singolo<br />
cittadino, infatti, dovrebbe conoscere il piano<br />
di emergenza del proprio comune, imparare i<br />
comportamenti più corretti da tenere in caso<br />
di eventi calamitosi e compiere tutte le opere<br />
di manutenzione e ristrutturazioni, sui propri<br />
immobili, per ridurne i livelli di pericolosità.<br />
11
12<br />
TERREMOTO<br />
La più grave sciagura del mi lennio<br />
Quasi trecento morti,<br />
mille feriti, ventisettemila<br />
sfollati. File di bare sistemate<br />
nei campi e il dolore<br />
dell’Italia intera per le<br />
tante vite spezzate, per le<br />
famiglie distrutte, per il<br />
dramma di chi in un attimo<br />
ha perso tutto. Il terremoto<br />
che la notte del 6 aprile<br />
ha devastato l’Abruzzo,<br />
riducendo in macerie l’Aquila e cancellando<br />
interi paesi dell’Appennino è arrivato in<br />
piena notte. Un sisma devastante, nato a 5<br />
chilometri di profondità e a circa poco più di<br />
un chilometro dal centro dell’Aquila, che ha<br />
sprigionato la sua violenza inaudita contro<br />
centinaia di migliaia di persone che ancora<br />
dormivano e radendo al suolo decine di<br />
migliaia di case, monumenti, edifici storici,<br />
ospedali, università. Emergenza nazionale.<br />
“La più grave sciagura del millennio”,<br />
che ha distrutto ventisei paesi abruzzesi e<br />
messo fuori uso scuole, strade, linee telefoniche,<br />
condotte d’acqua. Servizi che, per fortuna,<br />
sono stati quasi subito riattivati - almeno<br />
in parte - grazie anche all’intervento efficace<br />
della Protezione civile. Oltre a l’Aquila, i paesi<br />
colpiti sono Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio<br />
Calvisio, San Pio, Villa Sant’Angelo,<br />
Fossa, Ocre, San Demetrio ne Vestini e i centri<br />
dell’Altopiano delle Rocche. La situazione<br />
più drammatica si è registrata a l’Aquila e in<br />
alcune delle sue frazioni come Onna, rasa<br />
quasi completamente al suolo, e Paganica,<br />
dove decine di persone sono rimaste sotto<br />
le macerie. Il centro storico del capoluogo ha<br />
subito i danni più gravi, con numerosi crolli,<br />
moltissimi edifici lesionati e alcuni palazzi<br />
crollati completamente: tra questi, la Prefettura,<br />
la Casa dello Studente e l’ospedale.<br />
Dopo le prime avvisaglie, con scosse avvertite<br />
in serata prima in Toscana, nel Forlivese,<br />
nell’Aquilano, alle 3,32 l’intero Centro Italia<br />
ha traballato sotto il forte sisma - fra l’8° e il 9°<br />
grado della scala Mercalli - che ha devastato<br />
soprattutto l’Abruzzo ma che si è avvertito<br />
a Roma - le Terme di Caracalla hanno subito<br />
lesioni - e fino a Napoli ma anche, distintamente,<br />
nelle Marche, in provincia di Ascoli<br />
Piceno, dove molte persone si sono riversate<br />
in strada. Il terremoto è arrivato anche lungo<br />
la costa abruzzese. Da Pescara a Vasto sono<br />
state centinaia le chiamate ai centralini di<br />
Vigili del Fuoco, polizia e dei carabinieri. I<br />
circa 80 mila abitanti dell’Aquila sono passati<br />
nel giro di pochi secondi dallo stato di<br />
cittadini a quello di profughi.<br />
Verso le 5.30 sono<br />
cominciati ad affluire a<br />
nel capoluogo abruzzese<br />
i primi mezzi di soccorso<br />
della Protezione civile.<br />
Innumerevoli i casi di<br />
solidarietà e in certe circostanze<br />
persino di eroismo<br />
da parte di persone<br />
che si sono dedicate al<br />
salvataggio di anziani bloccati nelle abitazioni,<br />
o alla cura di bambini spaventati o<br />
gente in difficoltà. Molti anziani debbono<br />
la loro vita a tanti atti di abnegazione di<br />
persone che si sono gettate fra le macerie,<br />
con il rischio di rimanere travolte da altri<br />
crolli, per estrarre persone rimaste incastrate.<br />
Alcuni giocatori dell’Aquila Rugby<br />
hanno salvato tre anziane sotto le macerie<br />
della loro abitazione. Uno di questi giocatori<br />
si è caricato sulle spalle una donna senza<br />
toglierle la bombola di ossigeno alla quale<br />
era attaccata. Le immagini strazianti degli<br />
scampati, ma soprattutto del disastro urbanistico<br />
della città, del suo centro storico,<br />
del suo cuore commerciale e finanziario,<br />
accelerano questa straordinaria gara della<br />
solidarietà. Eppure da subito sono scoppiate<br />
le polemiche sulla prevedibilità del terremoto.<br />
Giampaolo Gioacchino Giuliani, che<br />
lavora nei Laboratori nazionali del Gran<br />
Sasso dell’Istituto nazionale di astrofisica,<br />
dice che da 10 anni esiste un modo da lui<br />
sperimentato per prevedere i terremoti. Intervistato<br />
qualche giorno prima da una tv<br />
locale, si era rivolto alle autorità di alcuni<br />
centri abruzzesi chiedendo di provvedere<br />
all’evacuazione. Ed era stato denunciato<br />
per “procurato allarme”. Dall’altro lato uno<br />
schieramento di geologi, sismologi e autorità<br />
dell’Istituto Nazionale di Geofisica, ha<br />
disconosciuto la validità scientifica del metodo.<br />
Il problema – dicono gli esperti - non<br />
è tanto quello di prevedere, quanto quello<br />
di prevenire, investendo risorse pubbliche<br />
per rendere antisismiche le abitazioni che<br />
non lo sono, soprattutto nelle zone indicate<br />
come pericolose.<br />
Intanto la magistratura ha avviato indagini<br />
sul crollo di alcuni edifici, ipotizzando<br />
il reato di disastro colposo. L’obiettivo<br />
dei magistrati è verificare se ci siano stati<br />
illeciti nella concessione dei permessi per<br />
la ristrutturazione dei palazzi e dunque accertare<br />
possibili omissioni o abusi da parte<br />
di amministratori e funzionari pubblici.<br />
Basti pensare, senza considerare la<br />
drammatica situazione di migliaia di persone<br />
sfollate e rimaste senza casa, alla situazione<br />
delle strutture pubbliche.<br />
Oltre all’ospedale, che come si è detto<br />
è totalmente inutilizzabile, anche la prefettura<br />
de l’Aquila è ormai inagibile, dal momento<br />
che è stata rasa al suolo.<br />
Per quanto riguarda la Questura del<br />
capoluogo abruzzese, la struttura in cemento<br />
armato ha resistito bene, ma dopo<br />
il sopralluogo del prefetto Franco Gabrielli<br />
e degli uomini del Genio civile, l’edificio è<br />
stato dichiarato comunque inagibile poiché,<br />
anche se non ha subito danni irreparabili,<br />
deve essere consolidato e rimesso in<br />
totale sicurezza.<br />
Ciò significa che la Questura dovrà essere<br />
completamente sgomberata per i lavori,<br />
che dureranno mesi. Conseguentemente<br />
sorge anche per gli uomini e le donne della<br />
Polizia di Stato, il problema di una sistemazione<br />
alternativa che gli consenta di svolgere<br />
adeguatamente ed efficientemente il<br />
loro lavoro. Si tratta di centinaia di persone,<br />
dal momento che alla Questura prestano<br />
servizio 230 Poliziotti, 70 civili, più altre 70<br />
persone in servizio alla Stradale.<br />
Lo Stato, che ha dimostrato di esserci<br />
in pieno nel momento del bisogno, deve segnare<br />
un percorso di attività e di interventi<br />
lunghi, costanti e duraturi, che conducano<br />
la gente d’Abruzzo verso un futuro più sicuro,<br />
nuovamente luminoso, in cui per le<br />
strade dell’Aquila e degli altri 16 centri ormai<br />
deserti tornino a udirsi gli strilli allegri<br />
dei bambini, ed i rumori di città vive.<br />
Sosteniamo i nostri co leghi<br />
e le loro famiglie<br />
AIUTIAMOLI<br />
A RI-VIVERE<br />
Fermo restando l’iniziativa di sottoscrizione<br />
fondi a livello nazionale a favore<br />
delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma,<br />
che il Co.I.S.P. ha intrapreso unitamente<br />
alle altre OO.SS. della Polizia di Stato, ed i<br />
cui eventuali versamenti dovranno confluire<br />
alla Croce Rossa Italiana con le modalità<br />
ed i criteri stabiliti da tale associazione, e<br />
da noi indicati con precedente comunicato,<br />
questa Segreteria Nazionale ha ritenuto<br />
giusto aderire alla richiesta di molti e principalmente<br />
del nostro Segretario Generale
AI SIGG. SEGRETARI GENERALI REGIONALI<br />
AI SIGG. SEGRETARI GENERALI PROVINCIALI<br />
Iniziativa di raccolta materiale a favore dei nostri<br />
co leghi colpiti dal sisma e de le loro famiglie.<br />
NOTA IMPORTANTE ED URGENTE<br />
Cari amici,<br />
come vi è già stato brevemente rappresentato<br />
con alcuni messaggi inviati alle vostre<br />
utenze, e come avrete potuto apprendere<br />
dal comunicato che è già stato trasmesso<br />
a tutte le strutture territoriali per la pubblicazione<br />
nelle nostre bacheche e tra i colleghi<br />
tutti, questa Segreteria Nazionale ha ritenuto<br />
doveroso raccogliere le richieste di tanti<br />
colleghi e principalmente del nostro Segretario<br />
Generale Provinciale di L’Aquila, Santino<br />
Li Calzi, al quale moltissimi si sono rivolti, e<br />
quindi, in aggiunta all’iniziativa di sottoscrizione<br />
fondi a livello nazionale a favore delle<br />
popolazioni abruzzesi colpite dal sisma che<br />
la nostra O.S. ha intrapreso unitamente agli<br />
altri Sindacati della Polizia di Stato, ci adopereremo<br />
per garantire un ulteriore concreto<br />
aiuto esclusivamente per i nostri colleghi<br />
di quella provincia, quelli che, e sono oltre<br />
il 30% dell’organico, sono rimasti senza casa<br />
e che si trovano accampati con i familiari<br />
senza avere praticamente più nulla di ciò che<br />
necessita ad una famiglia.<br />
AIUTIAMO A RI-VIVERE I NOSTRI COL-<br />
LEGHI DELL’AQUILA E LE LORO FAMIGLIE!:<br />
questo è l’appello che abbiamo evidenziato<br />
nella nostra iniziativa.<br />
Provinciale dell’Aquila, Santino Li Calzi, di<br />
dedicare un ulteriore concreto aiuto esclusivamente<br />
ai nostri colleghi di quella provincia,<br />
oltre il 30% dell’organico, che sono rimasti<br />
senza casa e che si trovano accampati<br />
con i familiari senza avere praticamente più<br />
nulla di ciò che necessita ad una famiglia.<br />
E’ nostra ferma intenzione, quindi, dare un<br />
ulteriore sostegno concreto, oltre a quello<br />
diretto a tutta la cittadinanza abruzzese, ai<br />
nostri colleghi, anche quelli di altre Forze di<br />
Polizia, ed invitiamo tutti quanti a partecipare<br />
a questo doveroso atto di solidarietà<br />
rivolto principalmente verso chi indossa la<br />
nostra stessa divisa di Operatore della pubblica<br />
sicurezza.<br />
AIUTIAMO DIRETTAMENTE I NOSTRI<br />
COLLEGHI CHE HANNO PERSO TUTTO. AIU-<br />
TIAMOLI A RI VIVERE!<br />
L’adesione di tutti sarà n ecessaria.<br />
Un ulteriore concreto sostegno, oltre a<br />
quello diretto a tutta la cittadinanza abruzzese,<br />
ai nostri colleghi, anche quelli di altre<br />
Forze di Polizia: questo ci proponiamo di riuscire<br />
a dare, e dobbiamo esserne capaci.<br />
Con il comunicato già trasmesso a voi<br />
tutti, e che nuovamente alleghiamo alla<br />
presente pregandovi di darne massima diffusione,<br />
stiamo invitando tutti i poliziotti<br />
d’Italia a partecipare ad un doveroso atto di<br />
solidarietà rivolto principalmente verso chi<br />
indossa la nostra stessa divisa di Operatore<br />
della pubblica sicurezza e le loro famiglie,<br />
che si sono trovati a non possedere più nulla<br />
di ciò che quotidianamente abbisogna ad<br />
una famiglia. 2 L’ottimale riuscita della nostra<br />
iniziativa è essenzialmente demandata<br />
alla vostra buona volontà ed alla vostra<br />
comprensione ed operosità. Non sono soldi<br />
che dobbiamo raccogliere, per quelli c’è<br />
l’iniziativa comune con le altre OO.SS.. Noi<br />
adesso dobbiamo far giungere a quei nostri<br />
colleghi tutti quegli oggetti che ognuno<br />
normalmente utilizza per “vivere”: elettrodomestici,<br />
libri, quaderni per i bambini, vestiti,<br />
etc.. etc…<br />
Vi invitiamo quindi a pubblicizzare al<br />
massimo la nostra iniziativa, ed a raccogliere,<br />
ognuno nella propria provincia, gli<br />
Quanto al materiale che serve, pensate al<br />
fatto che tutto ciò che ognuno di noi ha<br />
nella propria casa, molti di quei colleghi<br />
adesso ce l’hanno sotto le macerie. Possediamo<br />
qualcosa (qualsiasi cosa) in più che<br />
non abbiamo mai usato o che è in ottime<br />
condizioni?<br />
Abbiamo appena acquistato o pensato<br />
di acquistare un piccolo elettrodomestico,<br />
oppure dei libri, dei quaderni per i nostri<br />
figli, dei vestiti, etc.. etc..? Beh, adesso, in<br />
questo momento, la famiglia di ognuno di<br />
noi è più grande di quella che anagraficamente<br />
risulta. Nelle nostre famiglie in questo<br />
momento ci sono anche i colleghi della<br />
provincia di L’Aquila e le loro di famiglie, le<br />
loro mogli, i loro mariti, i loro figli, i loro genitori.<br />
A LORO SERVE TUTTO!<br />
AIUTIAMO A RI VIVERE I NOSTRI COL-<br />
LEGHI DI L’AQUILA E LE LORO FAMIGLIE!<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
oggetti che i colleghi vorranno far giungere<br />
a quei nostri colleghi di L’Aquila. Spiegate<br />
a tutti che in questo momento, la famiglia<br />
di ognuno di noi è più grande di quella che<br />
anagraficamente risulta, che nelle nostre<br />
famiglie in questo momento ci sono anche<br />
i colleghi della provincia di L’Aquila e le loro<br />
di famiglie, le loro mogli, i loro mariti, i loro<br />
figli, i loro genitori.<br />
A LORO SERVE TUTTO!<br />
I Sigg. Segretari Generali Regionali<br />
sono pregati di sostenere ed eventualmente<br />
raccordare le iniziative delle strutture<br />
provinciali e possibilmente di individuare<br />
dei luoghi di deposito ove far giungere il<br />
materiale pervenuto nelle singole province.<br />
Chiaramente potranno ben coordinarsi<br />
anche le strutture di più regioni insieme. La<br />
Segreteria Nazionale, che vorrete costantemente<br />
informare di quanto fatto, rimane<br />
a disposizione per aiutare a raccordare le<br />
iniziative di consegna che verranno individuate<br />
e decise a livello territoriale, facendo<br />
affidamento sull’encomiabile e sempre<br />
presente spirito di sincera partecipazione<br />
e concreto impegno più volte da Voi dimostrato;<br />
manterrà inoltre il costante contatto<br />
con il Segretario dell’Aquila per la necessaria<br />
opera di registrazione e consegna ai colleghi<br />
interessati del materiale che giungerà<br />
in quella Provincia.<br />
QUANTO STIAMO FACENDO E’ TANTO<br />
IMPORTANTE QUANTO URGENTE!!<br />
GRAZIE.<br />
Il Segretario Generale<br />
Franco Maccari<br />
Le nostre Segreterie Provinciali, alle<br />
quali potrete rivolgervi, raccoglieranno il<br />
materiale che vorrete far giungere a quei<br />
nostri colleghi per poi farlo pervenire in<br />
più d’un magazzino. Da qui il tutto partirà<br />
per la provincia di L’Aquila, destinazione i<br />
nostri colleghi. Oltre che alle predetto nostre<br />
strutture territoriali, eventuali informazioni<br />
potranno inoltre essere chieste<br />
direttamente a questa Segreteria Nazionale<br />
(06 48903734/3773) durante i giorni feriali,<br />
dalle ore 09.00 alle 19.00, e nei rimanenti<br />
orari direttamente al nostro Segretario Generale<br />
Provinciale di L’Aquila Santino Li Calzi,<br />
all’utenza 331 3697685.<br />
E’ TANTO IMPORTANTE QUANTO UR-<br />
GENTE!! SI RINGRAZIA DI CUORE CHIUN-<br />
QUE SI RENDA DISPONIBILE, ANCHE ORGA-<br />
NIZZATIVAMENTE.<br />
La Segreteria Nazionale del Co.I.S.P.<br />
1133
1144 TERREMOTO<br />
Una se timana dopo, da un ospedale di Roma una domanda:<br />
perché 200 scosse non hanno provocato reazioni?<br />
“Io, medico ferito e sfo lato dico:<br />
l’allarme alla città andava dato”<br />
di Massimo GALLUCCI*<br />
Da gennaio, quasi settimanalmente<br />
si faceva sentire. Ma, un po’<br />
come nel film X-men 2, il verme<br />
divoratore era sotto controllo.<br />
Così ci era stato detto più e più volte dalla<br />
stampa e dalle televisioni locali. E così parcheggio,<br />
senza particolari precauzioni, nel<br />
piazzale alberato a 100 metri da casa.<br />
Casa: una palazzina cielo-terra di 3 piani<br />
e piccolo attico, di stesura settecentesca,<br />
manipolata più volte in seguito, e da noi restaurata<br />
12 anni fa. Per strada, davanti il mio<br />
ingresso, gli studenti che alloggiano in affitto<br />
negli appartamenti di fronte in cemento<br />
armato. Sono una decina, in strada. Una ragazza<br />
piange: “non ne posso più, ho paura<br />
voglio andare via”. Un ragazzo l’abbraccia<br />
protettivo. Stai tranquilla. Sono scosse di assestamento.<br />
Ormai ci siamo abituati.<br />
Così ci prepariamo, come ogni sera<br />
quasi tranquilli. A letto. Io, mia moglie e mia<br />
figlia. Un letto d’epoca, veneziano, con una<br />
spalliera piuttosto alta, che avrà un ruolo in<br />
questa storia. Stranamente essenziale e per<br />
questo bellissimo. Lascio la luce dell’abatjour<br />
accesa. All’una circa sono svegliato da<br />
un’altra scossa. O l’ho sognata? Resto sveglio.<br />
Dopo un po’ ne arriva un’altra.<br />
Alle 3 e mezzo il letto salta, si muove.<br />
Non c’è più luce elettrica, polvere dovunque,<br />
si fa fatica a respirare tra la polvere e l’odore<br />
acre, inconfondibile del gas di città, e il<br />
ballo continua, accelera, è forsennato, sale<br />
il rumore, quel borborigmo che diventa un<br />
ululato rotto dagli allarmi delle auto e da<br />
grida, grida, grida attorno. Virginia chiama.<br />
Mi butto su di lei per ripararla dalla pioggia<br />
di calcinacci e urlo: “Non preoccuparti, è finito,<br />
è finito!”<br />
Ripeto istericamente quella frase per<br />
22 secondi.<br />
E’ finito! Grido finalmente per l’ultima<br />
volta e “ordino” a mia moglie e mia figlia di<br />
seguirmi, di scappare via, subito. Scendo dal<br />
letto. Macerie sul pavimento. Polvere e odore<br />
di gas. Urla da fuori. Non si vede nulla.<br />
Cerco a tentoni la porta, ma non riconosco<br />
la camera da letto: la stanza è cambiata. O<br />
almeno il letto è in un’altra posizione. La<br />
trovo. Si apre. A tentoni raggiungo la rampa<br />
delle scale con la sensazione di non trovare<br />
le pareti al posto giusto. La rampa non c’è: è<br />
un cumulo di macerie.<br />
A piedi nudi su quei sassi, poi sui vetri<br />
e i resti dei quadri dell’ingresso. Voglio vedere<br />
se si apre la porta. Sembra di no, poi qualche<br />
spallata e ci riesco e un po’ di luce delle<br />
stelle penetra la nebbia e lenisce l’angoscia.<br />
Grazie a Dio non siamo prigionieri. Corro di<br />
nuovo su. Prendo Virginia e chiamo Lucilla.<br />
E approccio di nuovo la discesa. Ma stavolta<br />
perdo l’equilibrio e cado di schiena,assieme<br />
a Virginia, violentemente sul pavimento<br />
dell’ingresso. Un bel volo, forse di un metro<br />
e mezzo - due? Per un paio di secondi ho<br />
fosfeni. “Virginia, Lucilla, uscite! Uscite, sto<br />
bene!”<br />
Intanto verifico che muovo le gambe<br />
e le mani. Ho un dolore terribile nell’intero<br />
tratto lombare. Sicuramente mi sono fratturato.<br />
Mi faccio forza ed esco quasi carponi,<br />
poi mi metto in piedi e vedo l’orrore che mai<br />
avrei creduto o pensato. Il palazzo di fronte:<br />
5 piani di cemento armato accartocciati,<br />
stratificati come carte da gioco. Non sarà più<br />
alto di 3-4 metri, ora. Non viene una voce da<br />
lì dentro. Un silenzio feroce. Mani nei capelli,<br />
piango, Daniela amica cara e i bimbi Davide<br />
e Matteo; Maria Pia e i figli e quell’anomalo<br />
pitbull buono, l’avvocato Fioravanti e la<br />
moglie, così dolci e pacati. Che gentiluomo,<br />
con la sua piccola collezione di auto d’epoca<br />
e il sorriso nonostante la leucemia, e gli<br />
altri e gli studenti, quelli che piangevano e<br />
si consolavano.Travi di cemento armato di<br />
vari metri schiacciano i resti di quella casa.<br />
Senza una gru è impossibile fare qualunque<br />
cosa. A piedi nudi, sui sassi della città atterrati<br />
per terra, come tre zombi facciamo i 50<br />
metri che ci separano da via XX Settembre<br />
dove altri zombi seminudi si aggirano senza
meta, con gli occhi sbarrati, senza saper dire<br />
una parola, guardandosi attorno e piangendo,<br />
alcuni.<br />
Attraversiamo il parco alberato nel cui<br />
piazzale ho parcheggiato e raggiungiamo la<br />
macchina. E’ coperta di detriti e polvere, ma<br />
agibile. Con lucidità sia io che Lucilla avevamo<br />
preso le chiavi della macchina dal portaoggetti<br />
sul tavolo dell’ingresso fortunatamente<br />
in piedi. In auto passiamo qualche<br />
ora, mentre la folla aumenta nel piazzale,<br />
assieme al dolore lombare. Continuano le<br />
scosse.<br />
Sento un ragazzo chiamare Maria, Mariaaaa<br />
da sopra le macerie: “c’è mia sorella<br />
lì sotto, Mariaaaa!” Alcuni hanno piccole torce<br />
elettriche e scavano con le mani. Il termometro<br />
della mia auto indica 3 gradi. Chiedo<br />
a mia figlia di avvolgermi una pezza da vetri<br />
attorno ai piedi congelati.<br />
Passano amici e volti noti. Non vedo<br />
traccia di isteria. Uno stupore silenzioso e<br />
controllato. Tutti si chiedono tra le lacrime:<br />
ha bisogno di qualcosa? Sapendo di aver<br />
poco o nulla da offrire. Aspettiamo, come<br />
bombardati, le luci dell’alba. Per capire. Ma<br />
da capire c’è poco.<br />
Mia moglie torna a casa. Entra per qualche<br />
secondo.<br />
“Casa non c’è più. Abbiamo perso tutto.<br />
Sai a chi dobbiamo la vita? Alla spalliera<br />
del letto che ci ha riparato dai massi della<br />
casa a fianco, accasciata come un vecchio<br />
sulla nostra. I massi hanno forzato, curvato<br />
su di noi la spalliera spingendo il letto contro<br />
l’altra parete. Senza di essa, ci sarebbero<br />
venuti addosso, sulle teste”. Deo gratias.<br />
Una serie di coincidenze ci ha salvato la vita.<br />
Il resto non conta. Il resto si rifarà. Sono indeciso<br />
ora. Andiamo in ospedale a L’Aquila,<br />
dove troverò certamente il caos dei feriti<br />
ammassati, o direttamente fuori. Ma chissà<br />
cosa ha combinato il terremoto da quelle<br />
parti? Chissà le strade? Pensieri contorti che<br />
trovano soluzione presto: “Portami in ospedale<br />
a L’Aquila. Sto per svenire dal dolore”.<br />
Sono quasi le otto. Passiamo per una<br />
circonvallazione fuori città evitando scientemente<br />
il centro con l’auto, e ai nostri occhi<br />
si offre anche qui lo scenario di guerra<br />
che immaginavamo. Arriviamo e troviamo<br />
un’apocalisse ben oltre le previsioni: l’accesso<br />
al pronto soccorso bloccato da un crollo<br />
e il magnifico costosissimo – ma – solido<br />
ospedale è provato, inginocchiato, macilento.<br />
Dico a mia moglie di andare direttamente<br />
nel mio reparto. Inutile intasare il Pronto<br />
Soccorso. E qui trovo gente che dalle 4 del<br />
mattino lavora indefessa e già sconvolta dai<br />
primi orrori. Riesco a essere studiato. Sento<br />
l’affetto di chi mi sta intorno. Sono su una<br />
barella, finalmente, con un toradol in vena,<br />
e il dolore si lenisce. Ho eseguito RM e TC<br />
mentre le scosse continuavano impetuose<br />
ed impietose. Ho una diagnosi di frattura<br />
vertebrale somatica di L2 e varie contusioni.<br />
Non ho notizie di mia madre, mio<br />
fratello, mia sorella, i nipoti: non ho potuto<br />
prendere il cellulare, sepolto dentro casa.<br />
Quanto siamo stati viziati dalla tecnologia!<br />
Col mio cellulare ho perso la rubrica telefonica<br />
e quindi tutti i contatti col mondo.<br />
In tarda mattinata l’ospedale è dichiarato<br />
inagibile ed evacuato. Mi cerco un ricovero<br />
altrove con la difficoltà di non conoscere<br />
più i numeri di telefono di nessuno e approdo<br />
in qualche ora al Policlinico Umberto I a<br />
Roma.<br />
E’ già tempo di leccarsi le ferite e proporre<br />
rapide soluzioni. E’ vero. E’ anche vero<br />
che se il dolore non deve alimentare né<br />
rendere faziosa la rabbia, non deve neanche<br />
occultare le legittime domande del caso.<br />
Non ho velleità polemiche, e la gratitudine<br />
a tutti coloro che si sono adoperati per la<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
mia città è infinita. Non posso, nel nome di<br />
quei morti, tacere, però, in merito alla disorganizzazione<br />
preventiva e all’informazione<br />
fuorviante.<br />
Da quasi 4 mesi erano state registrate<br />
quasi 200 scosse con epicentro a L’Aquila<br />
e dintorni. Non poteva essere un evento<br />
che rientra nei limiti del normale, come si<br />
è sentito dire. Nelle ultime settimane erano<br />
incrementate di numero ed intensità. Eppure<br />
le voci ufficiali erano rassicuranti. “Non<br />
creiamo allarmismi”.<br />
Ma perché essere preoccupati di dare<br />
un allarme consapevole? Noi medici siamo<br />
obbligati da anni al consenso informato.<br />
Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale<br />
sono COSTRETTO giustamente a dire e<br />
quantificare il rischio percentuale di mortalità.<br />
E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti<br />
inconsulti. Questo è il mio principale rammarico.<br />
Nessuno ha offerto istruzioni calme,<br />
rassicuranti, civili, informate. La mia piccola<br />
storia assieme alle centinaia di storie di amici,<br />
mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia<br />
elettrica sul comodino non mi sarei fratturato<br />
la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare<br />
a portata di mano avrei chiesto aiuto per<br />
me e per il palazzo accanto, se molti avessero<br />
parcheggiato almeno un’auto fuori dal garage<br />
ora l’avrebbero a disposizione, se in quell’auto<br />
avessero (e io avessi) messo una borsa con<br />
una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia<br />
d’acqua, si sarebbero tollerati meglio i<br />
disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d’acqua<br />
sul comodino, se si fosse evitato di chiudere<br />
a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di<br />
studiare una strategia di fuga.... Pensate a chi<br />
è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare<br />
con l’esterno perché aveva il cellulare<br />
in un’altra stanza, o perché non trovava al<br />
buio le chiavi di casa, come le ragazze di un<br />
palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore<br />
sotto un letto, con la terra che continuava a<br />
tremare, perché la porta era chiusa a chiave,<br />
senza una torcia elettrica e senza cellulare per<br />
chiedere aiuto!<br />
E inoltre, se invece di una decina di vigili<br />
del fuoco in servizio ci fosse stata una<br />
maggiore disponibilità di forze con mezzi già<br />
sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove,<br />
quegli eroi del quotidiano che sono i nostri<br />
vigili del fuoco e i volontari della Protezione<br />
Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni<br />
migliori. Piccole cose. A costo irrisorio.<br />
Spero che i nostri figli possano fare affidamento<br />
su una società più civile”.<br />
* Professore e Direttore Uoc di Neuroradiologia<br />
Università – Asl dell’Aquila<br />
1155
1166 MANIFESTAZIONE ROMA<br />
<strong>Sicurezza</strong>. Protesta dei sindacati davanti al Ministero<br />
Basta tagli, i poliziotti<br />
assediano il Viminale<br />
Polizia, lunedi’ 30 i sindacati manifestano<br />
davanti al Viminale. Roma,<br />
27 MAR (Velino) - Dalle 9 alle 14 del 30<br />
marzo si svolgera’ a Roma davanti al<br />
ministero dell’Interno un volantinaggio<br />
di tutti i sindacati di polizia, Siulp<br />
- Sap - Siap Anfp - Silp Cgil - Consap<br />
Italia Sicura - Fsp Ugl - <strong>Coisp</strong> - Uilps,<br />
No ai tagli sulla sicurezza, no alle ronde<br />
- Pubblicato da fidest su Venerdì, 27<br />
Marzo 2009 - Dalle ore 9 alle 14 del 30<br />
marzo p.v. si svolgerà a Roma davanti al<br />
Ministero dell’Interno un volantinaggio<br />
di tutti i sindacati di polizia, Siulp - Sap –<br />
Siap Anfp - Silp Cgil - Consap Italia Sicura<br />
– Fsp Ugl – <strong>Coisp</strong> – Uilps, per protestare<br />
per protestare contro i tagli alla sicurezza<br />
e contro l’inefficace e pericolosa<br />
politica delle ronde. All’iniziativa<br />
hanno gia’ aderito e manifestato il<br />
loro sostegno i segretari generali di<br />
Cgil-Cisl- Uil Guglielmo Epifani, Raffaele<br />
Bonanni e Luigi Angeletti e la<br />
segretaria generale dell’Ugl Renata<br />
Polverini. Nella circostanza sara’ anche<br />
aperta la sottoscrizione, da parte<br />
degli operatori, di una cartolina che<br />
contro i tagli alla sicurezza e<br />
contro l’inefficace e pericolosa<br />
politica delle ronde. All’iniziativa hanno<br />
già aderito e manifestato il loro sostegno<br />
i segretari generali di Cgil-Cisl-Uil Guglielmo<br />
Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti<br />
e la segretaria generale dell’ Ugl<br />
Renata Polverini. Nella circostanza sarà<br />
anche aperta la sottoscrizione, da parte<br />
degli operatori, di una cartolina che sarà<br />
sara’ inviata al presidente del Consiglio<br />
e al ministro dell’Interno, con<br />
la quale si chiede che il governo abbandoni<br />
la strada dei tagli alle risorse<br />
per la sicurezza e delle ronde, e percorra<br />
quella degli investimenti nelle<br />
Forze dell’ordine e nella legalita’ e lo<br />
sviluppo, utilizzando anche i risparmi<br />
che si possono ottenere attraverso<br />
l’accorpamento delle procedure elettorali<br />
e referendarie - 27 MAR 09<br />
inviata al Presidente del Consiglio e al Ministro<br />
dell’Interno, con la quale si chiede<br />
che il Governo abbandoni la strada dei tagli<br />
alle risorse per la sicurezza e delle ronde,<br />
e percorra quella degli investimenti<br />
nelle Forze dell’ordine e nella legalità e<br />
lo sviluppo, utilizzando anche i risparmi<br />
che si possono ottenere attraverso l’accorpamento<br />
delle procedure elettorali e<br />
referendarie.
<strong>Sicurezza</strong>: Franceschini<br />
contesta<br />
“Niente Ronde,<br />
soldi alla Polizia”<br />
‘’ Vicinanza vera alle Forze di Polizia, dimostrata<br />
con sostegno di mezzi, di uomini,<br />
di intenzioni ‘’. E’ questo il messaggio lanciato<br />
oggi dal segretario del Pd, Dario Franceschini,<br />
intervenuto alla manifestazione<br />
di protesta indetta dai Sindacati di Polizia<br />
davanti al Viminale per protestare contro la<br />
riduzione dei fondi per le Forze dell’Ordine<br />
. ‘’Va evidenziata l’importanza e la ragionevolezza<br />
delle parole pronunciate da Franceschini<br />
nel loro significato teso alla difesa<br />
delle Istituzioni, che deve guidare l’operato<br />
di chi governa, al di la’ di ogni colore<br />
politico - dice Franco Maccari , Segretario<br />
Generale del <strong>Coisp</strong> - il Sindacato Indipendente<br />
di Polizia -. E’ fin troppo chiaro che<br />
sposiamo tali affermazioni, perchè dimostrano<br />
di comprendere quali siano le vere<br />
difficoltà ‘logistiche’ con cui quotidianamente<br />
uomini e donne della Polizia di Stato<br />
si confrontano, che vanno ad aggiungersi<br />
alle difficoltà proprie del nostro delicato<br />
lavoro, nonché al senso di abbandono che<br />
troppo spesso le stesse Istituzioni ci fanno<br />
avvertire ‘’. ‘’Sono considerazioni che noi<br />
abbiamo fatto con forza in ogni sede e in<br />
ogni modo - aggiunge Maccari -, e che molte<br />
amministrazioni locali hanno condiviso<br />
appieno decidendo addirittura di destinare<br />
appositi finanziamenti alle Forze di Polizia,<br />
bocciando categoricamente questa farsa<br />
delle ronde nelle rispettive città . ‘’E’ importante<br />
che le manovre pubblicitarie inutili e<br />
dannose vengano smascherate e chiamate<br />
con il loro nome. Ma, purtroppo - conclude<br />
Maccari - non possiamo non rilevare che e’<br />
veramente vergognoso e triste che in un<br />
Paese democratico, in cui libertà e sicurezza<br />
di tutti vengono garantite dal nostro lavoro<br />
instancabile e dai nostri sacrifici già al limite<br />
della sopportazione, ci sia bisogno di sollecitare<br />
chi governa a non prenderci a pesci<br />
in faccia ma a dimostrarci un po’ di rispetto<br />
e di concreto sostegno in più.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
1177
1188 MANIFESTAZIONE ROMA
SICUREZZA E POLIZIA<br />
1199
di Antonio Capria<br />
La crescente richiesta di sicurezza<br />
da parte dei cittadini ha indotto il<br />
governo a varare un “pacchetto” di<br />
misure, che in buona parte è contestato<br />
dai sindacati di Polizia. Cosa ne<br />
pensa Giuseppe Tiani, Segretario Generale<br />
del Siap?<br />
“L’investimento sulla sicurezza, sugli<br />
uomini e le donne che producono sicurezza<br />
avrebbe dovuto essere uno dei fattori<br />
di crescita e condizione di sviluppo del<br />
nostro Paese; difatti compare nell’elenco<br />
delle migliori intenzioni programmatiche<br />
del Governo. Ma è difficile riconoscerne<br />
la centralità e la priorità almeno per noi<br />
poliziotti, visti i pesanti tagli alla spesa<br />
sulla sicurezza, forse si pensa di ristabilire<br />
le condizioni fisiologiche di sicurezza,<br />
attraverso quelle che si possono definire<br />
le esternalizzazioni in pejus del Viminale,<br />
cioè la moltiplicazione delle polizie? La<br />
scelta di un modello di sicurezza non può<br />
essere ridotta ad un semplice problema di<br />
tecnica legislativa. Sono scelte che vanno<br />
alle radici di un sistema che, seppur richieda<br />
una profonda riforma, sino ad’oggi ha<br />
garantito l’equilibrio tra i diversi apparati<br />
di sicurezza del Paese, sancito dalla politica<br />
del coordinamento secondo le diverse<br />
missioni istituzionali. Il Siap sostiene e difende<br />
l’efficacia della 121/81 in materia di<br />
pubblica sicurezza, la considera una delle<br />
più coraggiose ed innovative riforme del<br />
secolo scorso. Per noi è sempre stato chiaro<br />
chi sia l’autorità nazionale di pubblica<br />
sicurezza, chi è il Capo della Polizia, Direttore<br />
Generale della Pubblica <strong>Sicurezza</strong>,<br />
2200 INTERVISTA<br />
Intervista al Segretario Generale del Siap Giuseppe Tiani<br />
“Riformare<br />
il sistema sicurezza”<br />
Giuseppe Tiani<br />
chi sono le autorità provinciali e locali ed<br />
i poteri loro attribuiti. Oggi siamo in una<br />
grande emergenza, una crisi di sistema,<br />
grave, gravissima – economica e sociale<br />
– che attraversa gli Stati occidentali e la<br />
risposta non può essere il varo di leggi che<br />
anziché governarle, rincorrono le paure<br />
pur legittime della gente; si varano decreti<br />
e leggine prive di strategie di governo di<br />
lungo periodo in tema di sicurezza, che<br />
danno soltanto l’impressione di uno stato<br />
che a tratti si disgrega”.<br />
Il sindacato accusa il governo di non<br />
aver tenuto fede agli impegni assunti a<br />
favore del comparto sicurezza e di aver<br />
operato tagli insostenibili alle forze di<br />
polizia. Peraltro la mancanza di fondi<br />
blocca attività anche delicate.<br />
“Abbiamo amaramente constatato, ancora<br />
una volta, che il tema della sicurezza<br />
è - nel ‘marketing elettorale’ di alcune<br />
formazioni politiche – il più gettonato. Il<br />
tema non vi è dubbio, catalizza le attenzioni<br />
della gente, tocca nel profondo la<br />
sensibilità dei cittadini con il loro carico di<br />
ansie e paure, agisce come ammortizzatore<br />
rispetto all’insicurezza diffusa di larghi<br />
strati della popolazione. Su tutti i manifesti<br />
elettorali ha campeggiato la promessa<br />
di più sicurezza per tutti, anche maggiori<br />
garanzie per gli uomini e le donne delle<br />
forze dell’ordine ovviamente. Poliziotti più<br />
felici per una sicurezza più garantita, nessuno<br />
spot elettorale si è mai rivelato più<br />
efficace per raccoglier consensi. Ma la matematica,<br />
seppur ostica ai più, non è opinabile;<br />
basta dare un’occhiata alle tabelle<br />
pubblicate a margine del D.L. 122/2008:<br />
alla voce Ordine Pubblico e sicurezza le<br />
riduzioni spalmate sui tre anni, dal 2009<br />
al 2011, passano da 254.125 a 270.408 per<br />
finire a 480.101 nel 2011 appunto. Duole<br />
constatare che proprio il titolare del dicastero<br />
dell’Interno abbia voluto, in un question<br />
time, bollare come illazioni ed invenzioni<br />
destituite di fondamento le denunce<br />
del S.I.A.P. e degli altri sindacati sulla mancanza<br />
di fondi per la sicurezza (dalle auto
Sopra - Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni<br />
con il Sindaco di Roma Gianni Alemanno<br />
senza benzina ai tagli ai fondi per gli straordinari,<br />
per le trasferte per le missioni e<br />
quant’altro…). Facendo un po’ di conti,<br />
mica tanto complicati e si prova a leggere<br />
il dato lordo complessivo dell’incremento<br />
pari a 649,15 ml di euro per il 2009 che<br />
si aggiungono ai 7.136,47 miliardi di euro<br />
per il 2008 è presto detto, in realtà c’è un<br />
aumento di risorse del 9,10%. Pure nella<br />
dichiarazione di ieri dimentica di dire che:<br />
l’incremento contiene una cifra pari a 580<br />
milioni di euro circa di oneri stipendiali<br />
derivati dagli aumenti contrattuali del<br />
biennio precedente; che la restante cifra<br />
va a coprire gli arretrati degli affitti delle<br />
caserme per la PS e Carabinieri, la manutenzione<br />
degli automezzi, i costi dei collaboratori<br />
di giustizia, della DIA ed infine le<br />
spese correnti per il riscaldamento. Detto<br />
questo, e continuiamo a fare un po’ di conti,<br />
se pure si escludono gli oneri stipendiali<br />
che hanno fatto lievitare l’incremento per<br />
il 2009, le restanti risorse non consentono<br />
di fronteggiare i servizi ordinari e straordinari<br />
legati all’emergenza ordine pubblico,<br />
considerando anche i restanti oneri di spesa<br />
arretrati che nel tempo si sono consolidati<br />
particolarmente negli ultimi 5 anni”.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
2211
2222 INTERVISTA<br />
Cosa ne pensa dei maggiori poteri<br />
attribuiti ai sindaci?<br />
“Per quanto riguarda le istanze del<br />
territorio e delle autonomie locali, dal<br />
mio punto di vista; la Corte Costituzionale<br />
dopo la riforma del titolo V della Costituzione<br />
ha voluto in qualche modo rimediare<br />
agli ‘eccessi’ del potere legato ai<br />
localismi, pur se legittimamente concesso<br />
dalla riforma (si chiama principio di sussidiarietà<br />
ascendente quello che la Corte<br />
Costituzionale ha sancito, per far rientrare<br />
la competenza dello Stato su certe materie)<br />
forse c’è da chiedersi se in tema di<br />
sicurezza un organo elettivo come il sindaco<br />
ce la faccia a governare un settore<br />
così delicato come l’ordine e la sicurezza<br />
pubblica urbana, senza dover cedere alle<br />
spinte emotive dei suoi cittadini o peggio<br />
alla ‘pancia’ del suo elettorato. Ma poi nel<br />
titolo V non si afferma che queste materie<br />
– sicurezza e ordine pubblico – sono<br />
appannaggio dello Stato e non degli enti<br />
territoriali? Le riforme di attribuzione<br />
dell’azione amministrativa ai poteri locali<br />
in tema di sicurezza, definibile ‘movimento<br />
per la localizzazione della sicurezza<br />
pubblica’, sono state tradotte in fatti<br />
concreti con le modifiche all’art. 6 e 7 del<br />
decreto 23 maggio 2008, n. 92 convertito<br />
nella legge n. 175 del 25 luglio 2008,<br />
riguardanti entrambi le ‘ … attribuzioni<br />
del sindaco nelle funzioni di competenza<br />
statale’. Questi due soli articoli bastano a<br />
stravolgere un sistema; ogni sindaco avrà<br />
la sua piccola o grande polizia locale, vi<br />
sarà una sorta di corsa agli armamenti da<br />
parte dei comuni d’Italia, probabilmente<br />
seguiranno le province e le regioni. Appare<br />
del tutto evidente che, l’assenza di una<br />
filosofia unitaria di impiego sul territorio<br />
non può essere sostituita dalle particolari<br />
dotazioni di cui si stanno munendo i<br />
vigili urbani pardon polizie locali dimenticavo<br />
la riforma per un attimo. Ciò posto,<br />
emerge chiaramente dai primi dati<br />
la diversità di impiego rispetto alla missione<br />
loro affidata. Sarà problematico il<br />
posizionamento delle nuove polizie locali<br />
nel sistema polizia, ma soprattutto sarà<br />
difficile interpretare la funzione pubblica<br />
all’interno dei territori in cui prevale<br />
la logica delle autonomie. Inoltre i poteri<br />
concessi sono ambigui, ma permettetemi<br />
di dire che la vera debolezza del nuovo<br />
sistema, sta nelle forme di reclutamento<br />
del personale, che ovviamente risentirà,<br />
di un’evidente influenza del potere politi-<br />
co locale se si considera il contesto il cui<br />
dovrà operare e da cui dovrà dipendere.<br />
Un pluralismo di polizie e localismi vari,<br />
che ha già aperto scenari inquietanti non<br />
certamente incoraggianti.<br />
Quanto sono utili le ronde?<br />
“Le cosiddette ronde a mio avviso non<br />
sono assolutamente utili. Le squadre, gli<br />
assembramenti, le associazioni, i gruppi<br />
di privati cittadini (ognuno scelga l’appellativo<br />
che più gli piace, la sostanza non<br />
cambia) sono il segnale inequivocabile,<br />
e per certi versi, della resa del Governo,<br />
nell’avere delegato anche se in maniera<br />
residuale compiti di prevenzione di una<br />
delle sue funzioni più importante: la sicurezza<br />
pubblica. Organismi al di fuori del<br />
controllo diretto da parte dell’Autorità<br />
di Pubblica <strong>Sicurezza</strong>, in rapporto privilegiato<br />
con gli organi di polizia locale si<br />
possono tradurre in un modello che sarà<br />
un boomerang per la stessa sicurezza dei<br />
cittadini. Oltre a mandare dei dilettanti in<br />
una corrida, la norma corre il rischio di<br />
essere un vero e proprio cavallo di Troia<br />
per legittimare sul territorio azioni incontrollabili,<br />
pericolose e disgreganti di<br />
associazioni che potrebbero diventare<br />
come ‘squadracce di esaltati’. Esporre a<br />
rischi persone non preparate ed adeguatamente<br />
qualificate significa solo doversi<br />
rassegnare a nuove occasioni per fatti<br />
di violenza. Per ritrovarci poi a dover
scortare i solerti cittadini o difenderli,<br />
distogliendo così energie preziose, uomini<br />
e donne dalla vigilanza e controllo<br />
del territorio per stare dietro – come<br />
baby sitter – agli inermi cittadini, investiti<br />
dall’alto compito della vigilanza e<br />
controllo del territorio. Padova docet”.<br />
Cosa pensa dell’impiego dei militari<br />
nel pattugliamento delle città?<br />
“L’utilizzo dei militari per il controllo<br />
del territorio rivela ancora una volta<br />
la miopia di un governo che offre soluzioni<br />
tampone a problemi di vecchia<br />
data. I tagli operati alla sicurezza hanno<br />
inevitabilmente determinato un depotenziamento<br />
dell’azione di controllo e<br />
prevenzione sul territorio da parte delle<br />
Forze dell’ordine. Da una parte il blocco<br />
del turn over ha ridotto all’osso la presenza<br />
sul territorio, dall’altra la decisione<br />
di investire in altri settori anziché<br />
sull’intelligence ha diminuito l’efficacia<br />
dell’attività investigativa delle forze<br />
dell’ordine. È difficile pensare che uomini<br />
senza un’adeguata formazione professionale<br />
nella lotta al crimine possano<br />
operare un controllo civile e democratico<br />
del territorio intervenendo lì dove<br />
è indispensabile saper ben distinguere<br />
l’azione delittuosa il criminale ed i diritti<br />
del cittadino. Il S.I.A.P. è favorevole<br />
all’impiego dei militari nei presidi fissi<br />
ma assolutamente contrario a qualsiasi<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
forma di militarizzazione del territorio<br />
e all’impiego nei cosiddetti pattuglioni<br />
misti dove, tra l’altro, la sperequazione<br />
di trattamento economico in danno dei<br />
poliziotti – denunciata dal S.I.A.P. - non è<br />
che la spia di un incongruente utilizzo di<br />
personale con esperienze, professionalità<br />
e curriculum operativo difformi”.<br />
Serve una riforma delle forze di sicurezza?<br />
“Più che di riforma delle forze di sicurezza,<br />
a mio avviso, i tempi sono maturi<br />
per una riforma oculata del sistema<br />
sicurezza, che abbia il coraggio di non<br />
buttare alle ortiche l’esperienza e la forza<br />
riformatrice contenuta appunto nella legge<br />
121/81; siamo convinti che sia giunto<br />
il momento di una seria riflessione sul<br />
modello di sicurezza che il Paese intenderà<br />
adottare nel futuro, una riforma<br />
che tra centralismo e federalismo sappia<br />
cogliere le spinte dinamiche provenienti<br />
dalla società civile, dall’imprenditoria,<br />
in una parola dal sistema Paese nel suo<br />
complesso. Il S.I.A.P. da sempre propugna<br />
la separazione del Comparto <strong>Sicurezza</strong> da<br />
quello Difesa, non per mero spirito corporativistico<br />
ma perché convinto assertore<br />
della maggiore attenzione che la politica<br />
deve sapere dare a due settori che hanno<br />
storia, tradizione, specificità d’impiego e<br />
professionalità diverse, così come è chiaramente<br />
diversa la mission istituzionale<br />
loro affidata. Anche nella recente tornata<br />
contrattuale abbiamo toccato con mano<br />
la difficoltà di conciliare le rivendicazioni<br />
provenienti dalle fila dei rappresentanti<br />
con le stellette; per carità nessuna valutazione<br />
di metodo, ma di merito oggettivamente<br />
sì. Allo stesso modo, a nostro<br />
avviso, è indispensabile re-istituire la<br />
Commissione Permanente Affari Interni;<br />
è indegno di un Paese civile il pellegrinaggio<br />
che si è costretti ad inscenare per<br />
cercare una referenza istituzionale e politica<br />
univoca in Parlamento, che conosca<br />
a fondo le problematiche della Polizia di<br />
Stato e dei suoi operatori che, come ho<br />
già avuto modo di affermare in un dibattito<br />
proprio nella sala riunione del Parlamento<br />
dedicata all’on. Enrico Berlinguer, i<br />
poliziotti sono figli di tutte le opposizioni<br />
ed orfani di tutti i Governi. Crediamo che<br />
le donne e gli uomini preposti a garantire<br />
ogni giorno, a costo anche dell’estremo<br />
sacrificio, le libertà democratiche nel<br />
Paese meritino decisamente di più, forse<br />
è giunta l’ora di aprire un dibattito serio<br />
sull’emancipazione politica dei poliziotti<br />
non solo come privati cittadini”.<br />
2233
La maggioranza si spacca sulle<br />
ronde e il governo è costretto a<br />
fare marcia indietro. Fortemente<br />
volute dalla Lega Nord e aspramente<br />
contestate dal <strong>Coisp</strong> e dagli altri<br />
sindacati di Polizia, le ronde sono state<br />
stracciate dal decreto sicurezza, che<br />
passa “alleggerito” anche delle norme<br />
sulla permanenza dei clandestini nei<br />
Cie, cancellate grazie al voto di alcuni<br />
parlamentari della maggioranza che si<br />
schierano con l’opposizione. Il doppio<br />
stop fa esplodere la rabbia del Carroccio,<br />
che non partecipa al voto finale,<br />
grida al tradimento e chiama in causa<br />
il premier: “Garantisca per le scelte di<br />
governo”. Sulle ronde fino all’ultimo<br />
minuto il governo aveva minacciato il<br />
ricorso al voto di fiducia, possibilità che era<br />
stata ventilata dal ministro della Difesa,<br />
Ignazio la Russa.<br />
2244 RONDE<br />
Provvedimento stralciato dal decreto sicurezza.<br />
Maggioranza spaccata, la Lega si infuria<br />
Ronde,<br />
marcia indietro<br />
del Governo<br />
Bocciate anche<br />
le norme sulla<br />
permanenza degli<br />
immigrati nei Cie<br />
Congelato dopo un accordo tra il<br />
centrosinistra e il governo, il provvedimento<br />
sulle ronde finirà nel disegno di<br />
legge sempre in materia di sicurezza che<br />
è all’esame della Camera. Anche il Csm<br />
aveva criticato il provvedimento, argomentando<br />
possibili profili di incostituzionalità:<br />
“Derogare al principio che assegna<br />
all’autorità pubblica la tutela della<br />
sicurezza, affidandola a privati potrebbe<br />
essere incostituzionale. Troppa discrezionalità<br />
è concessa ai privati nella scelta<br />
dei casi da segnalare alla polizia. Dubbi<br />
anche sul registro al quale le associazioni<br />
devono iscriversi per esercitare l’attività<br />
di presidio territoriale. La Costituzione<br />
vieta di costituire ‘associazioni che perseguano<br />
scopi politici mediante organizzazioni<br />
di carattere militare’. Per carattere<br />
segue a pag 26
COSA PREVEDE<br />
IL DECRETO<br />
SICUREZZA<br />
Norme più severe per gli stupratori,<br />
gratuito patrocinio, per tutte le vittime<br />
di violenza sessuale e l’introduzione del<br />
reato di stalking (atti persecutori continuati).<br />
Sono queste le novità introdotte<br />
dal decreto legge sulla sicurezza licenziato<br />
giorno 8 aprile dall’aula di Montecitorio<br />
con 397 voti favorevoli (compresi quelli<br />
espressi da Pd, Udc e Italia dei Valori), 6<br />
contrari e 2 astenuti (la Lega, in segno di<br />
protesta per le novità odierne, non ha partecipato<br />
alla conta finale). Per consentire<br />
l’approvazione rapida del decreto è stata<br />
stralciata la parte riguardante l’istituzione<br />
delle cosiddette ronde, molto contestata<br />
dall’opposizione. La norma sarà però inserita<br />
nel disegno di legge già all’esame<br />
della Camera con garanzia di una immediata<br />
calendarizzazione. In sintesi prevede<br />
che i sindaci, d’accordo con il prefetto,<br />
possono avvalersi della collaborazione di<br />
cittadini non armati al fine di segnalare<br />
alle forze di polizia statali o locali, eventi<br />
che possano creare un danno alla sicurezza<br />
urbana o possano creare situazioni “di<br />
disagio sociale”. Abolita invece - con l’approvazione<br />
di un emendamento soppressivo<br />
del Pd e dell’Udc (votato anche da 17<br />
deputati del centrodestra) - la parte riguardante<br />
l’espulsione dei clandestini (articolo<br />
5) che aumentava a 180 giorni il tempi di<br />
permanenza nei Centri di identificazione<br />
ed espulsione. Il dl sicurezza - che deve<br />
ancora essere esaminato dal Senato - va<br />
convertito in legge entro il 23 aprile, pena<br />
la sua decadenza. Ecco cosa prevede nel<br />
dettaglio. è stabilita la custodia cautelare<br />
in carcere obbligatoria per gli stupratori.<br />
Con un emendamento approvato in commissione<br />
Giustizia è stato introdotto nel<br />
testo anche l’obbligo del giudice di valutare<br />
preventivamente la probabilità che in<br />
singoli casi di atti sessuali vietati, possano<br />
ravvisarsi circostanze attenuanti. Prevista<br />
la pena dell’ergastolo nel caso in cui cagionata<br />
la morte della vittima della violenza<br />
sessuale.<br />
GRATUITO PATROCINIO: le vittime del<br />
reato di violenza sessuale possono essere<br />
ammesse al gratuito patrocinio anche in<br />
deroga ai limiti di reddito che la legge prevede.<br />
ATTI PERSECUTORI (STALKING): viene<br />
punito - salvo che il fatto non costituisca<br />
un reato più grave - con il carcere da sei<br />
mesi a quattro anni chiunque minaccia<br />
o molesta qualcuno in modo da causare<br />
“un perdurante e grave stato di ansia o<br />
di paura” o da far temere per la propria<br />
incolumità, per quella di un familiare o di<br />
qualcuno con cui si ha una relazione affettiva.<br />
Il reato è aggravato se commesso da<br />
un ex o da qualcuno con cui la vittima abbia<br />
avuto una relazione reclusione da uno<br />
a sei anni se il reato è commesso in danno<br />
di minore, donna incinta o di una persona<br />
disabile. Si procede su querela della persona<br />
offesa che deve denunciare i fatti entro<br />
sei mesi. Il magistrato può procedere d’ufficio<br />
in ogni caso in cui la vittima sia un<br />
minore o una persona con disabilità.<br />
AUTORITÀ DI PUBBLICA SICUREZZA:<br />
La norma contenuta nel decreto anticipa<br />
la possibilità di intervento del questore.<br />
Fino a quando non presenta la denuncia<br />
di stalking, la vittima può rivolgersi alle<br />
forze dell’ordine e chiedere l’intervento<br />
del questore che verificate le informazioni,<br />
ammonire il soggetto e adottare eventuali<br />
provvedimenti in materia di armi e<br />
munizioni.<br />
DIVIETO DI AVVICINARSI ALLA VIT-<br />
TIMA: il giudice prescrive all’imputato il<br />
divieto di recarsi nei luoghi abitualmente<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
frequentati dalla vittima o di mantenere<br />
comunque una determinata distanza da<br />
essa, può anche stabilire che l’imputato<br />
non si avvicini alle persone vicine o comunque<br />
legate alla vittima ed impedirgli<br />
di comunicare in qualunque modo con<br />
queste.<br />
NUMERO VERDE: viene istituito un numero<br />
verde presso il dipartimento per le<br />
pari opportunità a favore delle vittime di<br />
stalking, attivo ventiquattro ore su ventiquattro<br />
per fornire un servizio di prima assistenza<br />
psicologica e giuridica alle vittime<br />
e per comunicare, nei casi di urgenza, e su<br />
richiesta della vittima, i reati segnalati.<br />
VIDEOSORVEGLIANZA: i comuni possono<br />
usare, per la sicurezza urbana, telecamere<br />
da porre in luoghi pubblici o aperti<br />
al pubblico. La conservazione delle informazioni<br />
e delle immagini raccolte ha un<br />
limite temporale di sette giorni, fatte salve<br />
“esigenze speciali di conservazione”.<br />
SEDI DISAGIATE: NO TRASFERIMEN-<br />
TO D’UFFICIO: il presidente della Camera<br />
Gianfranco Fini ha dichiarato inammissibile<br />
l’emendamento del governo sul<br />
trasferimento d’ufficio dei magistrati<br />
nelle sedi disagiate. La bocciatura è stata<br />
decretata sulla base del criterio di estraneità<br />
di materia della proposta rispetto<br />
al contenuto proprio del decreto. Resta<br />
quindi il principio che non possano andare<br />
a ricoprire queste sedi i magistrati<br />
di prima nomina. L’emendamento del governo<br />
stabiliva che per il trasferimento<br />
era sufficiente aver conseguito la prima<br />
valutazione di professionalità da non più<br />
di quattro anni, quanti avessero svolto da<br />
oltre 10 anni le stesse funzioni o quanti<br />
non avessero presentato domanda di<br />
trasferimento alla scadenza del periodo<br />
massimo di permanenza in un ufficio.<br />
Prevista anche una deroga, per i trasferimenti,<br />
al divieto di passaggio da funzioni<br />
giudicanti a funzioni requirenti e viceversa<br />
all’interno di altri distretti della stessa<br />
regione.<br />
2255
militare si intende non solo il possesso di<br />
armi, ma anche ‘una gerarchia interna di<br />
tipo militare e il ricorso a uniformi’. E poi<br />
non è chiaro il divieto d’uso delle armi:<br />
non possono avere pistole, ma l’ultima<br />
stesura del dl non esclude manganelli o<br />
altri oggetti di difesa”.<br />
Per i sindacati di Polizia “le associazioni<br />
di volontari, oltre ad essere perfettamente<br />
inutili per la sicurezza, costituiranno<br />
un ulteriore appesantimento<br />
per il lavoro delle forze dell’ordine ed<br />
esporranno migliaia di cittadini ai rischi<br />
di aggressioni criminali facilmente intuibili;<br />
ma, cosa più grave, segneranno di<br />
fatto la rinuncia dello Stato alla gestione<br />
esclusiva e responsabile di una funzione<br />
imprescindibile, essenziale e non cedibile:<br />
la funzione di polizia”.<br />
Secondo il capogruppo al Senato<br />
del Pdl, Maurizio Gasparri, non c’è una<br />
“marcia indietro del governo sulle ronde.<br />
Il governo ha optato per lo stralcio<br />
per senso di responsabilità. Sarebbe<br />
stato sbagliato, infatti, creare un caso<br />
politico su una questione che invece ha<br />
bisogno di un approccio sereno e non<br />
ideologico soprattutto in questo particolare<br />
momento”. “Confido che la Camera<br />
– aggiunge Gasparri - approverà, coma<br />
già fatto al Senato, le norme sul volontariato<br />
per la sicurezza che affidano ai<br />
prefetti la possibilità di verificare quali<br />
organizzazioni possano partecipare<br />
all’azione di controllo del territorio, dando<br />
priorità ad associazioni di ex appartenenti<br />
alle forze armate e dell’ordine”.<br />
Di diverso tenore le dichiarazioni dei<br />
leghisti: “Sono furibondo, per usare un<br />
eufemismo”, dice il ministro dell’Interno<br />
Roberto Maroni dopo il colpo di scena alla<br />
Camera. I leghisti non solo hanno dovuto<br />
accettare la scelta dell’esecutivo di stralciare<br />
dal testo la parte relativa alle ronde (in<br />
cambio dell’impegno del centrosinistra di<br />
2266 RONDE<br />
Oggetto: Problema “ronde” - Il COISP: Inutile insulto alle Forze dell’Ordine. Ora ci sono anche<br />
quelle “baby”, che sono irresponsabili e tristi, i ragazzi pensino a studiare.<br />
“Le recenti dichiarazioni del Ministro Maroni sono variamente interpretabili e, sinceramente,<br />
alquanto preoccupanti”. E’ il commento di Franco Maccari, Segretario Generale<br />
del COISP - il Sindacato Indipendente di Polizia, alle parole del Ministro dell’Interno il<br />
quale, inaugurando la nuova caserma dei Vigili del Fuoco, ha detto: “Nonostante i tagli<br />
e la crisi, è necessario garantire un miglior servizio, riparare i danni fatti in precedenza,<br />
allestire una forma di sicurezza più moderna con la partecipazione dei cittadini”. “Sono<br />
parole – dichiara Maccari – che fanno un riferimento chiaro e inequivocabile alla dibattuta<br />
questione delle ronde e, in maniera altrettanto evidente, paiono da una parte mettere<br />
in discussione il sistema storicamente deputato a garantire la sicurezza, e dall’altra inculcare<br />
e incentivare nei cittadini il germe dell’idea di una giustizia fai da te”. “E’ superfluo<br />
ricordare che gli italiani hanno già il dovere di contribuire al mantenimento della legalità<br />
e dell’ordine rispettando le più semplici regole che il senso civico impone, senza bisogno<br />
che si riuniscano in gruppi organizzati e, di questo passo ben presto anche ‘stipendiati’<br />
che, oltretutto, rischiano di combinare più guai che altro. Certo, si capisce come venga<br />
da dubitare del buon senso, oltre che della civiltà di molti, se anche una normale attività<br />
universitaria come quella che si stava svolgendo sabato a Torino, viene inquinata<br />
dalla violenza imbecille degli esaltati di turno che riecheggiano fantasmi del passato!<br />
Ma basta immaginare per un attimo cosa potrà accadere quando quegli stessi esaltati si<br />
metteranno a fare i giustizieri per la strada per capire che è ora di dare un taglio a questa<br />
assurdità. Puntare sul bisogno della gente di vedere manovre dagli effetti più pubblicitari<br />
che concreti, può rappresentare veramente un rischio, oltre che un oltraggio al lavoro<br />
di uomini e donne delle Forze dell’Ordine, che invece di veder risolvere i problemi che li<br />
assillano, si sentono quasi mettere contro i cittadini per cui lavorano”. “Ci fa piacere che<br />
qualcuno ancora abbia la lucidità per comprendere il “bluff” – prosegue Maccari -, come i<br />
componenti del Consiglio Comunale di Torino che hanno approvato un ordine del giorno<br />
che invita Sindaco e Giunta a intervenire nei confronti del Governo affinché ritiri la norma<br />
che istituisce le ronde di vigilanza, sottolineando come quel provvedimento sia ‘di fatto<br />
un atto di sfiducia nei confronti di Polizia e Carabinieri, rischi di creare un clima violento e<br />
rappresenti un insulto alla civiltà giuridica’. Molto meno piacere ci fanno – continua il Segretario<br />
Generale del <strong>Coisp</strong> – iniziative come quella di Santo Stefano di Camastra, comune<br />
siciliano in cui debutteranno le baby ronde! Si tratta di corpi di vigilanza composti da<br />
giovanissimi, di età tra gli 11 e i 17 anni che avranno il compito di pattugliare il territorio<br />
e prevenire episodi di vandalismo, oltre che redarguire chi sporca la città”. L’attività, secondo<br />
quanto spiegato da fonti d’agenzia, prenderà il via a fine mese ed è stata promossa<br />
da Alessandro Magistro, 17 anni, sindaco dei giovani di Santo Stefano. Le ronde saranno<br />
attive nel pomeriggio e saranno composte, in maggioranza, da ragazze. “Un’iniziativa<br />
che ci lascia senza parole – conclude Franco Maccari -, che rappresenta un passo falso irresponsabile<br />
e, ci auguriamo, senza conseguenze pericolose. Certo, però, che è veramente<br />
triste se Istituzioni e adulti, magari quegli stessi che si presentano a recriminare quando<br />
ai loro ragazzi viene fatta una lavata di testa da chi di competenza, giungono a ritenere<br />
che per imparare la legalità e le regole del vivere civile i ragazzi debbano passare il tempo<br />
a fare le ronde invece che sui libri o a fare una partita a pallone”.<br />
interrompere l’ostruzionismo). Ha dovuto<br />
anche subire lo smacco della sconfitta del<br />
Pdl sull’articolo che prevedeva la detenzione<br />
fino a sei mesi degli immigrati trasportati<br />
nei Centri di identificazione. Montecitorio<br />
ha approvato a scrutinio segreto gli emendamenti<br />
del Pd e dell’Udc che sopprimono<br />
l’articolo sull’esecuzione dell’espulsione<br />
degli immigrati. Maroni, con amarezza, ha<br />
parlato di “indulto per i clandestini” votato<br />
dalla Camera. Secondo il ministro, la bocciatura<br />
“mette in discussione tutto l’impianto<br />
delle politiche di contrasto all’immigrazione.<br />
Oggi è una bella giornata per i 1.038<br />
clandestini che il 26 aprile torneranno in
libertà. Chiederò chiarimenti a Berlusconi e<br />
se intende reintrodurre la norma al Senato.<br />
Se non ci saranno queste garanzie, mi regolerò<br />
di conseguenza”.<br />
“Sono indignato, l’allungamento dei<br />
tempi di permanenza nei Centri di identificazione<br />
ed espulsione era funzionale a<br />
realizzare i rimpatri. Chi ha votato per la<br />
soppressione di questo articolo ci dia l’indirizzo<br />
che gli mandiamo sotto casa i clandestini”.<br />
Il sottosegretario all’Interno, Alfredo<br />
Mantovano, non usa giri di parole nel commentare<br />
lo scivolone in aula alla Camera<br />
della maggioranza sull’articolo 5 del decreto<br />
sicurezza. Mantovano se la prende con chi<br />
ha deciso a favore dell’emendamento soppressivo:<br />
“Ci troviamo di fonte ad un atto di<br />
irresponsabilità. Non entro nella dialettica<br />
interna alla maggioranza, sono preoccupato<br />
da esponente di governo degli effetti<br />
fortemente negativi che l’eliminazione di<br />
una norma del genere potrebbe provocare<br />
se fosse confermata in termini di effettività<br />
delle espulsioni. Eliminare queste disposizioni<br />
significa andare in contrasto con le<br />
norme Ue e contro il buon senso perché<br />
vengono rimessi in circolazione centinaia di<br />
clandestini per i quali non ci sono i tempi<br />
tecnici di riaccompagna mento”.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Ronde e vedette<br />
La sicurezza a tara lucci e vino<br />
Grandi e piccole testate giornalistiche<br />
ne hanno parlato per settimane, prima e<br />
dopo la votazione. E se ne continua a parlare<br />
in maniera sconvolgente! Magari in<br />
seconda di copertina o in fondo alla pagina<br />
dell’attualità. Resta il fatto che sulla scelta<br />
di questo Governo di istituire le “RONDE”<br />
per “elevare il senso di sicurezza nei cittadini”<br />
se ne sono dette di cotte e di crude.<br />
Addirittura da un sondaggio effettuato in<br />
modo casereccio sembra che tra gli amici,<br />
al bar, davanti al caffè, si discuta più di ronde<br />
che di calcio … Beh, finchè se ne parla<br />
tra amici e, soprattutto, finchè si fa ironia,<br />
nulla di preoccupante. Bisogna invece<br />
preoccuparsi quando chi rappresenta le<br />
istituzioni a Napoli si dice fortemente interessato<br />
a che ci si organizzi perché le cosiddette<br />
“RONDE” siano operative al più presto<br />
possibile. E’ un problema serio, perché<br />
evidentemente questi rappresentanti delle<br />
istituzioni non hanno ben chiara la visione<br />
della realtà napoletana. E, soprattutto,<br />
non riescono a fare esperienza degli errori<br />
commessi!!! La presenza dell’esercito è<br />
stato un mega flop! Un buco abnorme nel<br />
mare dell’incoscienza! Poliziotti che fanno<br />
da balia a militari armati (e automontati)<br />
come se si trovassero nell’area rossa di<br />
Bagdad… e che tutto sommato non fanno<br />
altro che intralciare sia il traffico cittadino<br />
che l’operatività delle pattuglie di polizia e<br />
carabinieri che della sicurezza sono i veri<br />
professionisti! Si, perché per essere professionisti<br />
della sicurezza non basta essere<br />
armati di tutto punto (come i militari)<br />
o indossare una pettorina fluorescente<br />
(come le ronde). Per essere professionisti<br />
della sicurezza non basta aver frequentato<br />
un corso accelerato di 15 giorni… magari<br />
per corrispondenza (ricordate Scuola Radio<br />
Elettra???). Questo forse i nostri rappresentanti<br />
istituzionali non lo sanno. Sono<br />
impegnati ad “apparire”…sono impegnati<br />
ad “organizzare”. Ma loro lo sanno che non<br />
è una “perfetta pianificazione” a far crescere<br />
il senso di sicurezza? Il senso di sicurezza<br />
cresce se i delinquenti scontano seriamente<br />
la pena! Le ronde potrebbero anche<br />
andar bene… Ma dove? Certamente non<br />
a Napoli! A Napoli siamo certi che l’istituzione<br />
delle ronde creerebbe ancor più<br />
confusione … Già immaginiamo la scena:<br />
quegli onesti cittadini che per amor patrio<br />
hanno scelto di dedicare il loro tempo libe-<br />
ro a dare la caccia ai delinquentelli, che per<br />
puro caso s’ imbattono nelle “vedette” della<br />
camorra. Provate a farvi un’idea su cosa<br />
può scaturire da un simile incontro. Nella<br />
migliore delle ipotesi un invito in osteria<br />
dove tutto finirà a tarallucci e vino...mentre<br />
le forze dell’ordine sono impegnate a<br />
rincorrere a destra e a manca quegli stessi<br />
onesti cittadini che, indossando una pettorina<br />
fluorescente, andranno a imbattersi<br />
in pericoli di ogni genere! No, non è così<br />
che si accresce il senso di sicurezza! Il cittadino<br />
si sente sicuro in uno Stato dove<br />
vi è certezza della pena!! E per questo si<br />
dovrebbe “lavorare” sulla magistratura…<br />
E poi magari se c’è qualche magistrato che<br />
interpreta molto ma molto “liberamente”<br />
la Legge, lo si potrebbe mandare per qualche<br />
mesetto a fare la ronda in un quartiere<br />
a rischio…<br />
27
2288 RONDE<br />
L’unione di Centro si oppone in maniera forte a l’istituzione de le ronde ne le citta’<br />
LA SICUREZZA<br />
NON E’ UNO SLOGAN<br />
ELETTORALE<br />
dei tagli indiscriminati<br />
al comparto sicurezza,<br />
senza avere un piano ben<br />
“Operare<br />
preciso di quello che deve<br />
essere un contrasto giornaliero alla criminalità,<br />
organizzata e non, significa rendere<br />
questo Paese meno sicuro”. Duro contro le<br />
decisioni del Governo Mario Tassone, vice<br />
segretario nazionale dell’Udc, che appena<br />
qualche giorno fa nell’aula di Montecitorio,<br />
ha polemizzato contro le decisioni prese<br />
dal ministero degli Interni sottolineando<br />
che non un euro in più, delle risorse che<br />
erano state promesse è stato stanziato per<br />
andare incontro alle esigenze delle forze di<br />
polizia. Mario Tassone è stato esponente<br />
della Democrazia Cristiana e dell’UDC, sottosegretario<br />
e viceministro della Repubblica.<br />
La sua esperienza politica inizia negli<br />
Anni Settanta all’interno della Democrazia<br />
Cristiana, che lo elegge deputato alla Camera<br />
sin dal 1979 e ininterrottamente per<br />
le successive legislature.<br />
MARIO TASSONE,<br />
vicesegretario<br />
nazionale dell’Udc,<br />
picchia duro contro i<br />
tagli del governo al<br />
comparto sicurezza<br />
Ha ricoperto incarichi di governo dal<br />
1983 al 1987 negli esecutivi guidati da<br />
Bettino Craxi (I e II) e da Amintore Fanfani<br />
(VI), mantenendo l’incarico di sottosegretario<br />
ai Lavori Pubblici.<br />
calabrese per la coalizione della Casa<br />
delle Libertà. Nella formazione del<br />
Governo guidato da Silvio Berlusconi<br />
(quinquennio 2001-06) viene nominato<br />
Viceministro di Pietro Lunardi alle Infrastrutture<br />
e Trasporti, incarico confermato<br />
anche dal successivo Governo Berlusconi.<br />
‘’La sicurezza dei cittadini e del<br />
Paese e’ bene primario e fondamentale<br />
che va<br />
difeso sempre e non solo durante le<br />
campagne elettorali’’. Ha detto Tassone,<br />
riprendendo le parole del segretario nazionale<br />
dell’Udc Lorenzo Cesa ‘’Non solo
e’ inutile - sottolinea Tassone - , ma anche<br />
dannoso che si cerchino scorciatoie<br />
demagogiche come le ronde, mediante le<br />
quali non solo il livello di sicurezza reale<br />
non viene incrementato, ma si genera<br />
anche pericolosa confusione. Lo diciamo<br />
da tempo ed, in particolare, lo abbiamo<br />
sottolineato quando nel luglio scorso<br />
il governo ha tagliato oltre un miliardo<br />
di euro nel triennio alle risorse per la<br />
sicurezza: bisogna investire sulle Forze<br />
dell’ordine, dotandole di strutture ed<br />
equipaggiamenti adeguati e moderni.<br />
Ma soprattutto bisogna colmare il<br />
grave deficit di organico che gia’ oggi c’e’<br />
e che i tagli stanno aggravando sempre<br />
piu’: gia’ quest’anno le assunzioni per<br />
rimpiazzare i pensionamenti saranno il<br />
30 per cento in meno dell’anno scorso e,<br />
dal prossimo anno, addirittura per ogni<br />
100 pensionati ci saranno solo 20 rimpiazzi’’.<br />
“L’Udc – continua Tassone – si<br />
batterà come ha sempre fatto contro le<br />
ipocrisie e buffonate. Lo abbiamo detto<br />
in parlamento, lo hanno gridato a gran<br />
voce tanti nostri esponenti e soprattutto<br />
abbiamo avuto il coraggio di scriverlo,<br />
siamo in piena emergenza sicurezza ,<br />
altro che pensare a 30.000 soldati!. Prendiamo<br />
atto che ci sono situazioni che<br />
rischiano di implodere, come l’aumento<br />
dell’ immigrazione irregolare e la violen-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
za su ragazze e donne. I tagli del Ministero<br />
dell’economia alle forze dell’ordine<br />
hanno prodotto questi meravigliosi risultati,<br />
ora Pdl e Lega siano coerenti”. “Il<br />
governo deve avere il coraggio, come ha<br />
detto Bruno Tabacci durante il suo ultimo<br />
intervento alla Camera, di rinunciare<br />
a manifesti-scorciatoie in tema di sicurezza<br />
– conclude Mario Tassone - siamo<br />
abituati alle scorribande, delle parole<br />
d’ordine. Non si devono agitare parole<br />
vuote senza una cultura di<br />
governo. E su questo argomento la<br />
nostra opposizione alle ronde e’ precisa<br />
e puntuale. Non si può dare spazio alla<br />
speranza alimentando la paura”.<br />
2299
330 330 0<br />
L’INTERVENTO<br />
Intervento del delegato alla <strong>Sicurezza</strong> del Comune<br />
CATANZARO,<br />
il capoluogo della Calabria<br />
Per l’Amministrazione Comunale due priorità: <strong>Sicurezza</strong> e Legalità<br />
La problematica “legalità e sicurezza”<br />
nella città di Catanzaro<br />
ha oramai superato i livelli di<br />
guardia con una saldatura, tra<br />
l’altro sancita nell’ultima relazione<br />
del Presidente della Commissione<br />
Nazionale Antimafia,<br />
l’onorevole Francesco Forgione,<br />
tra la criminalità<br />
organizzata di etnia Rom e<br />
famiglie malavitose (vere e<br />
proprie associazioni a delinquere<br />
di stampo mafioso<br />
operanti nel capoluogo).<br />
Esiste pertanto e purtroppo<br />
anche un “caso Catanzaro” che riguarda<br />
la tematica “legalità e sicurezza”.<br />
Oggi tanti calabresi hanno<br />
una consapevolezza diversa rispetto<br />
al rapporto con lo Stato centrale:<br />
se un tempo si privilegiavano sciaguratamente<br />
forme di assistenzialismo<br />
fini a sé stesse, adesso invece si<br />
reclama una migliore e più funzionale<br />
presenza dello Stato. La richiesta che<br />
viene avanzata dalla Calabria è soprattutto<br />
una domanda di legalità, compresi<br />
quei presidi sul territorio ad essa<br />
afferenti.<br />
Da qui nascono il malcontento<br />
e l’incomprensione dei<br />
cittadini catanzaresi che,<br />
negli ultimi anni, a fronte<br />
di una infelice crescita di<br />
manifestazioni criminali,<br />
hanno visto arretrare lo<br />
Stato che gradualmente<br />
ha dato l’impressione di voler<br />
abbandonare il territorio: prima<br />
si annuncia l’istituzione della<br />
Scuola di Polizia Penitenziaria ma<br />
poi questa viene dirottata da Catanzaro<br />
a Catania; l’Ospedale Militare<br />
di Catanzaro, tra i più efficienti<br />
d’Italia, viene soppresso nel 2005 per<br />
consentire di mantenere attivo quello
SCHEDA<br />
Eugenio Riccio, 41 anni, consigliere<br />
comunale di Catanzaro con delega alla<br />
sicurezza, è laureato in Scienze Politiche<br />
sposato con un figlio di undici anni ed<br />
una bambina di tre anni. Dopo un’esperienza<br />
politica nel Fronte della Gioventù<br />
– il movimento giovanile del Movimento<br />
Sociale Italiano – dove riveste la carica di<br />
Segretario Provinciale di Catanzaro, entra<br />
nell’Arma dei Carabinieri ed è oggi ne è<br />
un Sottoufficiale. Da sempre impegnato<br />
nel mondo del sociale fonda in Calabria<br />
l’associazione ambientalista Fare Verde e<br />
l’associazione culturale Terra di Mezzo.<br />
. Tra i fondatori del “Forum” delle associazioni<br />
culturali promosso da “Catanzaro<br />
nel Cuore”, ne viene eletto Presidente<br />
all’unanimità.<br />
Alle elezioni comunali del 2006 è candidato<br />
a Sindaco per il Movimento Civico<br />
“Catanzaro nel Cuore”: ottiene 2500 voti<br />
di preferenza ed un ottimo 4% di percentuale.<br />
E’ eletto consigliere comunale e<br />
siede tra gli scranni di Palazzo De Nobili<br />
quale capogruppo di CnC.<br />
E’ eletto Presidente della Commissione<br />
Igiene-Ambiente e Sanità e nel marzo del<br />
2007 viene “delegato” dal sindaco Rosario<br />
Olivo alle poliche per la SICUREZZA.<br />
Eugenio RICCIO non rappresenta solo<br />
se stesso ma è l’espressione di quel mondo<br />
associazionistico rappresentato da<br />
catanzaresi di tutte le età e fasce sociali<br />
che credono nella forza della passione e<br />
dell’amicizia, dell’impegno e delle sfide<br />
impossibili e nella politica intesa come<br />
servizio alla città ed ai cittadini per riscoprire<br />
l’autentico senso della catanzaresità<br />
perduta.<br />
di Messina; e da ultimo – in seguito alla<br />
istituzione della Scuola Superiore della<br />
Magistratura – nel 2006 viene stabilita<br />
da Tremonti e Castelli a Catanzaro la<br />
sede meridionale della stessa che, però,<br />
l’ex guardasigilli Mastella sposta maldestramente<br />
nella sua Benevento.<br />
Tutto ciò non rappresenta soltanto la<br />
cancellazione di importanti presidi di legalità<br />
sul territorio, ma si configurano a<br />
tutti gli effetti come episodi di malapolitica<br />
che scoraggiano i cittadini ad avere<br />
fiducia nelle istituzioni, le quali dovrebbero<br />
invece mostrarsi più attente verso<br />
certi territori cosiddetti “caldi”.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Il Segretario generale del <strong>Coisp</strong> Franco Maccari con il Consigliere Comunale Eugenio Riccio<br />
Necessitano pertanto interventi immediati,<br />
tra cui:<br />
1) Invio di maggiori uomini e mezzi<br />
delle Forze di Polizia per presidiare alcuni<br />
quartieri tenuti sotto assedio dalla<br />
criminalità;<br />
2) Costituzione a Catanzaro di un<br />
REPARTO MOBILE DELLA POLIZIA DI<br />
STATO o, in subordine, di una sede staccata<br />
del XII° Reparto Mobile esistente a<br />
Reggio Calabria, anche per come recentemente<br />
sensibilizzato presso gli Uffici<br />
preposti del Ministero dell’Interno dalla<br />
Segreteria Nazionale del <strong>Coisp</strong>, il Sindacato<br />
Indipendente di Polizia . In questo<br />
secondo caso si tratta di una iniziativa<br />
a costo zero in quanto diverse sono le<br />
istanze di poliziotti catanzaresi effettivi<br />
a Reggio C. che intendono rientrare<br />
nella propria città d’origine; il Polifunzionale<br />
della Questura di Catanzaro,<br />
sito in Via Barlaam da Seminara, può<br />
comodamente ospitare cento poliziotti;<br />
[si allega in calce una interpellanza<br />
– tuttora inevasa – avanzata lo scorso<br />
mese di luglio al Ministro dell’Interno<br />
dal senatore Speziali].<br />
Si consideri altresì che a Catanzaro,<br />
essendo capoluogo di regione, quasi<br />
quotidianamente vi sono scioperi a carattere<br />
regionale e rimostranze di protesta<br />
che, già solo per l’imponenza delle<br />
sopradette manifestazioni, richiederebbero<br />
l’intervento del Reparto Mobile.<br />
3) Elevare il Questore di Catanzaro da<br />
Dirigente Superiore al rango di Dirigente<br />
Generale: questo status appartiene alle<br />
331 331 1
Questure ubicate nei capoluoghi di regione,<br />
ma stranamente per quello calabrese<br />
è stata fatta una eccezione (l’ennesima!)<br />
visto che tale importante riconoscimento<br />
è stato assegnato alla Questura di Reggio<br />
ma non a quella di Catanzaro! Accade<br />
in Sicilia che tale riconoscimento sia<br />
assegnato a due città: Palermo e Catania.<br />
Recentemente sono state elevate a Questure<br />
di cosiddetta fascia A anche quelle<br />
dei capoluoghi regionali di L’Aquila e<br />
Perugia. Addirittura Campobasso è stata<br />
insignita di tale alto incarico pur essendo<br />
quella città il capoluogo di una regione<br />
a bassissima densità demografica e con<br />
scarsi problemi di ordine pubblico e criminalità.<br />
Si tratta di un assetto organizzativo<br />
dell’Amministrazione della Pubbli-<br />
3322 L’INTERVENTO<br />
ca <strong>Sicurezza</strong> stabilito il<br />
06/03/2007.<br />
4) Riassegnare al Prefetto<br />
di Catanzaro il ruolo<br />
di coordinamento delle<br />
prefetture calabresi (attualmente,<br />
e “provvisoriamente”,<br />
tali funzioni sono<br />
state dirottate dal Prefetto<br />
di Catanzaro a quello di<br />
Reggio) per come previsto<br />
dalla Legge 18/10/2001 n.<br />
3 in cui, all’art.10, viene chiaramente<br />
affermato che il prefetto preposto<br />
all’ufficio territoriale del Governo avente<br />
sede nel capoluogo della Regione<br />
svolge pure le funzioni di<br />
rappresentante dello Stato<br />
per i rapporti con il sistema<br />
delle autonomie.<br />
Oltre all’importante<br />
progetto Pon <strong>Sicurezza</strong>, è<br />
utile sottolineare due iniziative<br />
del Comune di Catanzaro:<br />
1) adesione alla<br />
proposta di legge “Lazzati”<br />
(che giace in Parlamento<br />
da anni) pensata dal giudice<br />
Romano De Grazia e tendente a contrastare<br />
il malaffare mafioso ed il suo<br />
intreccio più squallido con gli ambienti<br />
della politica; infatti il testo prevede il
divieto di svolgimento di propaganda<br />
elettorale alle persone sottoposte a misure<br />
di prevenzione.<br />
2) proposta di istituzione di una cattedra<br />
di Legislazione Antimafia presso<br />
la facoltà giuridica del locale ateneo<br />
Infine non è superfluo rimarcare che<br />
le tematiche della “sicurezza” a Catanzaro<br />
vengono affrontate ed elaborate<br />
attraverso una virtuosa ed utile collaborazione<br />
con la Segreteria Provinciale<br />
del Sindacato di Polizia Co.I.S.P. (il Sindacato<br />
Indipendente di Polizia).<br />
Consigliere Comunale di Catanzaro<br />
con delega alle Politiche della <strong>Sicurezza</strong><br />
Capogruppo del Movimento Civico<br />
Indipendente “Catanzaro nel Cuore”<br />
Pubblicato l’8 luglio 2008<br />
Seduta n. 31<br />
Interrogazione<br />
del Sottosegretario<br />
agli Interni<br />
Premesso che:<br />
i reparti mobili della Polizia di Stato<br />
sono strutture operative di pronto impiego<br />
per la tutela dell’ordine pubblico<br />
e per l’intervento nelle zone colpite da<br />
eventi calamitosi;<br />
detti reparti dipendono dal Dipartimento<br />
della pubblica sicurezza - Direzione<br />
centrale per gli affari generali del<br />
Ministero dell’interno, e sono regolamentati<br />
dal decreto ministeriale dell’11<br />
febbraio 1986 che ha disposto la loro organizzazione<br />
in modo organico;<br />
gli operatori di tali reparti, tutti attentamente<br />
selezionati, sono sottoposti<br />
ad un intenso addestramento che li pone<br />
in condizioni fisiche e psicologiche<br />
adeguate a sostenere situazioni a diretto<br />
contatto con i manifestanti;<br />
dette unità organiche, destinate<br />
all’impiego nei servizi di ordine pubblico<br />
di maggior impegno, sono dislocate nelle<br />
principali città: Roma, Torino, Firenze,<br />
Reggio Calabria, Milano, Genova, Palermo,<br />
Catania, Bologna (con un distaccamento<br />
a Senigallia), Padova, Cagliari e<br />
Bari (con un distaccamento a Taranto);<br />
in particolare, il Reparto mobile della<br />
Polizia di Stato di Reggio Calabria,<br />
che proprio nel mese di maggio 2008 ha<br />
festeggiato il ventennale della sua fondazione,<br />
si trova ad operare in un contesto<br />
assai differente e di certo atipico<br />
rispetto a tutti gli altri reparti presenti<br />
sul territorio nazionale: sin dal 1987 è<br />
stato impegnato a fronteggiare l’allarme<br />
sociale destato dai numerosi sequestri<br />
di persona in Calabria e dalla guerra fra<br />
cosche fino alla più recente emergenza<br />
derivante dalle numerose ondate di immigrati<br />
clandestini sbarcati sulle coste<br />
calabresi;<br />
allo stato, la sede logistica del XII<br />
Reparto mobile Calabria risulta essere<br />
all’estremo sud nella città di Reggio Calabria,<br />
mentre la situazione d’impiego<br />
degli agenti risulterebbe essere operativamente<br />
esposta verso il nord della<br />
regione;<br />
le distanze fra la sede logistica del<br />
reparto e i luoghi di espletamento del<br />
servizio inducono a riflettere sullo spreco,<br />
sia in termini economici per l’amministrazione,<br />
sia di forze fisiche e di<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
stress degli operatori, ulteriormente<br />
aggravato dalla realtà geografica e dalle<br />
impervie vie di comunicazione della<br />
regione;<br />
gli uomini del XII Reparto, tuttavia,<br />
sono stati utilmente impiegati e si sono<br />
distinti anche fuori dal territorio reggino,<br />
come ad esempio in occasione dei<br />
Mondiali del 1990, del giubileo del 2000<br />
e del G8 del 2001 a Genova;<br />
considerato che:<br />
il complesso polifunzionale della<br />
Polizia di Stato di Catanzaro è un complesso<br />
con idonei spazi a disposizione<br />
(strutture e attrezzature didattiche/<br />
attrezzative quali palestra, poligono<br />
di tiro, strutture per l’addestramento,<br />
mensa e alloggi) che potrebbe risultare<br />
idoneo quale sede di un Distaccamento<br />
del Reparto mobile di Reggio Calabria;<br />
la realizzazione di tale Distaccamento<br />
eliminerebbe i costi necessari agli<br />
spostamenti degli uomini impegnati<br />
in attività operative e garantirebbe un<br />
maggior controllo del territorio della<br />
regione oltre ad un alleggerimento del<br />
carico di lavoro per gli uffici di polizia<br />
già esistenti;<br />
la realizzazione di tale Distaccamento<br />
costituirebbe, comunque, uno strumento<br />
a carattere operativo della Polizia<br />
di Stato con una nuova organizzazione<br />
ed una nuova disposizione territoriale<br />
che potrebbe dare un più concreto e fattivo<br />
contributo non solo all’ordine pubblico<br />
ma anche alla lotta alla criminalità<br />
organizzata e alla microcriminalità,<br />
l’interrogante chiede di sapere se il<br />
Ministro in indirizzo intenda intervenire,<br />
d’intesa con i vertici della Polizia di Stato,<br />
al fine di istituire un Distaccamento<br />
del Reparto mobile Calabria da dislocare<br />
nella città di Catanzaro.<br />
3333
FORZE DI POLIZIA<br />
di Giulia ZAMPINA<br />
il ministro Ignazio La<br />
Russa avesse le idee un po’<br />
confuse su ruoli e funzioni<br />
“Che<br />
- dice Franco Maccari - era<br />
stato chiaro già qualche tempo fa quando<br />
il ministro della difesa aveva prima<br />
proposto come metodo di contrasto alla<br />
criminalità l’invio dei militari nelle città<br />
e successivamente, a distanza di qualche<br />
mese, aveva addirittura proposto una<br />
fusione a freddo tra polizia e carabinieri,<br />
per creare un corpo unico. La confusione<br />
del ministro è ancora più evidente quando<br />
sulle pagine di un noto quotidiano,<br />
Il Giorno del 06 aprile 2009, il ministro<br />
afferma l’esatto contrario di ciò che aveva<br />
detto prima e cioè che non vuole più<br />
l’unificazione dei corpi di polizia”. Ma Il<br />
3344 Il <strong>Coisp</strong> indignato ritiene le prese di posizione pericolose<br />
La partigianeria<br />
del Ministro La Russa<br />
Il responsabile<br />
della difesa cambia<br />
idea sull’unificazione<br />
delle forze dell’ordine<br />
ma offende<br />
la Polizia di Stato<br />
ministro La Russa ha esposto il suo punto<br />
di vista prendendosela con i sindacati<br />
di Polizia che in merito all’allocazione<br />
delle forze ritiene che non rispondano<br />
ad esigenze di ordine pubblico ma piuttosto<br />
a logiche sindacali. La Russa inoltre<br />
considera una fortuna per i carabinieri<br />
non avere i sindacati, dato il loro status<br />
di militari.<br />
Nel corso dell’intervista, forse con<br />
una certa dose di partigianeria, il ministro<br />
si spinge in un confronto “automobilistico”,<br />
definendo i Carabinieri come<br />
la Ferrari e la Polizia come la Fiat. “Non
è possibile - dice Maccari - leggere tanta<br />
ipocrisia da parte di un esponente del<br />
Governo che se da un lato tenta “ di non<br />
guastare” i suoi rapporti con il collega<br />
ministro, dall’altro quando parla di sprechi<br />
e diseconomie si riferisce solo alla<br />
Polizia di Stato. Aggiungendo un carico<br />
da novanta laddove dice che i carabinieri<br />
godrebbero di una maggiore stima a livello<br />
internazionale per via dello status<br />
militare. Il <strong>Coisp</strong> ritiene altamente lesive<br />
della dignità umana e professionale<br />
degli uomini della polizia di Stato, non<br />
solo, è davvero pericoloso creare questa<br />
sorta di “derby” tra forze dell’ordine,<br />
una gara che non ha ragione di esistere<br />
e che mette in serio pericolo, ove gestita<br />
male, la tenuta dell’intero sistema sicurezza.<br />
A questo punto il <strong>Coisp</strong> rilancia e<br />
chiede spiegazioni al ministro La Russa.<br />
“Vorremmo - dice Franco Maccari, segretario<br />
generale del <strong>Coisp</strong> - che il ministro<br />
La Russa spiegasse in termini semplici<br />
cosa intende quando dice dimezzare i<br />
costi per raddoppiare il numero di militari<br />
nelle città. Soprattutto ci piacerebbe<br />
- continua Maccari - come dovrebbe avvenire<br />
questa alchimia. Con quale gioco<br />
delle tre carte il ministro intende garantire<br />
un elevato standard di sicurezza nelle<br />
città. E ci piacerebbe anche sapere se<br />
il ministro si è reso conto che con queste<br />
dichiarazioni, non solo riapre una polemica<br />
infinita con le forze dell’ordine<br />
continuando a gettare fumo negli occhi<br />
degli italiani, quanto ha profondamente<br />
offeso i colleghi impiegati nell’esercito”<br />
“Caro ministro se vuole le spieghiamo<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
anche il perchè le sue dichiarazioni sono<br />
inopportune - dice Maccari - perchè lei<br />
pensa di scaricare direttamente sui soldati<br />
i costi di questa inutile operazione.<br />
Lei pensa di risparmiare soldi sulle spese<br />
di vitto ed alloggio dei soldati i quali, è<br />
bene ricordarglielo, sono professionisti<br />
vengono sottoimpiegati rispetto alle loro<br />
specializzazioni nell`operazione `strade<br />
sicure`. Oltre a dequalificarne le capacità,<br />
lei pensa anche di metterli a pane e<br />
acqua e di consegnarli in caserma finito<br />
il turno di polizia”. “E un altro messaggio<br />
- continua il segretario generale del<br />
<strong>Coisp</strong> - vorremmo lanciarlo a tutti quei<br />
parlamentari che hanno messo in atto<br />
una vera e propria levata di scudi contro<br />
la decisione del Csm che ha ritenute illegittime<br />
le “ronde”, anche quando queste<br />
siano formate da volontari. Signori<br />
parlamentari - conclude Maccari - invece<br />
di chiedere l’ombrello riparatore del presidente<br />
della Repubblica contro le decisioni<br />
di un organismo, che vi ricordiamo<br />
essere costituzionalmente indipendente,<br />
provate a fare un passo indietro rispetto<br />
a questo folle modello di “giustizia fai<br />
da te” e a fare delle proposte costruttive,<br />
affinchè si possa investire in sicurezza,<br />
piuttosto che sperperare in operazioni<br />
che hanno il solo sapore e aspetto degli<br />
slogan. Signori, certi argomenti non possono<br />
essere utilizzati per fare una perenne<br />
campagna elettorale”<br />
3355
3366 ATTUALITÀ<br />
COLTIVAZIONE<br />
COLTIVAZIONE<br />
DI DI STUPEFACENTI<br />
STUPEFACENTI<br />
Grande clamore ha suscitato la<br />
sentenza della Corte di Cassazione<br />
penale, sez. IV, sentenza<br />
14.01.2009 n. 1222 in materia<br />
di stupefacenti.<br />
L’interesse dedicatogli dalla stampa<br />
ha suscitato non poche polemiche, peraltro<br />
immeritate, laddove i giornali hanno<br />
amplificato i termini più ridondanti della<br />
pronuncia in oggetto.<br />
In tal senso, la Suprema Corte ha<br />
annullato senza rinvio, perché il fatto<br />
non sussiste, la condanna pronunciata<br />
in primo e secondo grado nei confronti<br />
dell’imputato, trovato in possesso di 23<br />
piantine di cannabis prima che le stesse<br />
avessero concluso il ciclo annuale di maturazione.<br />
I Giudici di legittimità, hanno ritenuto,<br />
in sentenza, non punibile la condotta<br />
di coltivazione di piante da stupefacente<br />
nel caso in cui non sia rilevabile l’effetto<br />
stupefacente in una pianta, il cui ciclo di<br />
maturazione non si è ancora completato,<br />
e che quindi non ha prodotto sostanza<br />
avente efficacia stupefacente.<br />
Ciò posto, al di là del dato fattuale del<br />
pronunciamento in esame dalla Corte,<br />
vale la pena soffermarsi più significativamente<br />
sul suo contenuto.<br />
Contrariamente, infatti, a quanto si<br />
sarebbe tentati di desumere dalla mera<br />
lettura della massima, la Suprema<br />
Corte con questo pronunciamento non<br />
opera alcuna inversione di tendenza in<br />
materia di stupefacenti, in particolare<br />
nell’ipotesi di coltivazione di piante da<br />
stupefacenti.<br />
Non si prospetta, infatti, la non pu-
SUPREMA CORTE<br />
DI CASSAZIONE<br />
SEZIONE IV PENALE<br />
Sentenza 28 ottobre 2008 - 14 gennaio<br />
2009, n. 1222<br />
(Presidente Mocali - Relatore Bevere)<br />
UDIENZA PUBBLICA DEL 28 OTTOBRE<br />
2008 SENTENZA N. 1791 REGISTRO GENE-<br />
RALE N. 012372/2003<br />
Svolgimento del processo<br />
Con sentenza emessa il 23.10.2003, la<br />
Corte di appello di Ancona ha confermato<br />
la sentenza pronunciata il 3.2.1998 dal tribunale<br />
di Urbino, con la quale N. D. veniva<br />
condannato alla pena di 1 anno e 4 mesi<br />
di reclusione e lire 7.000.000 di multa, in<br />
quanto ritenuto colpevole del reato ex art.<br />
73 co. 1 e 4 del DPR 309/90, per aver col-<br />
nibilità della condotta di coltivazione di<br />
piante da stupefacenti che, rimane un illecito<br />
penalmente rilevante.<br />
Ciò su cui la Corte in concreto interviene<br />
è la valutazione dell’offensività concreta<br />
della condotta tenuta dall’agente.<br />
tivato, senza la prescritta autorizzazione,<br />
23 piantine di sostanza stupefacente, tipo<br />
cannabis sativa, in una fascia di terreno<br />
nei pressi della propria abitazione.<br />
Nella motivazione della corte di merito,<br />
in via preliminare, si osserva che l’attività<br />
di coltivazione di sostanze stupefacenti o<br />
psicotrope costituisce reato, indipendentemente<br />
dalla destinazione e dall’uso che<br />
l’autore intende fare della sostanza.<br />
Il richiamo fatto dall’appellante all’art.<br />
75 della medesima normativa non è pertinente,<br />
in quanto le uniche attività che<br />
vengono sottratte al rilievo penale e ricomprese<br />
nella figura dell’illecito amministrativo<br />
sono quelle di importazione,<br />
acquisto e detenzione, in caso di destinazione<br />
della sostanza a uso personale. Tale<br />
disciplina è pienamente coerente con la<br />
maggiore pericolosità della coltivazione,<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Così, la Suprema Corte, dopo aver affrontato<br />
la problematica sottesa al diritto<br />
alla salute e l’interesse generale tutelato<br />
dalla norma in relazione all’uso dei sostanze<br />
stupefacenti, si sofferma altresì<br />
sull’offensività della condotta coltivativa.<br />
Distinto il concetto di offensività<br />
astratta dell’azione illecita, tipicizzato<br />
dalla norma, e quello di offensività<br />
concreta della condotta posta in essere<br />
dall’agente, i Giudici di legittimità si soffermano<br />
sulla coltivazione.<br />
Ritenuto che la condotta di coltivazione<br />
di piante da stupefacente si configura<br />
quale reato di pericolo, il carattere tipico<br />
dell’illecito è qualificato dal verificarsi di<br />
una azione illecita effettiva che il singolo<br />
commette.<br />
Ovvero, va in concreto verificata l’effettiva<br />
attitudine dell’azione a porre a repentaglio<br />
il bene giuridico oggetto della<br />
tutela legislativa.<br />
In questo senso, la sentenza in esame<br />
si contraddistingue rispetto precedenti<br />
pronunciamenti che, prescindendo dalla<br />
effettiva tossicità del prodotto della<br />
coltivazione intervenivano direttamente<br />
sulla antigiuridicità del comportamento.<br />
Operando, di fatto, una valutazione slegata,<br />
quasi indipendente dalla capacità<br />
drogante dello stupefacente.<br />
Pertanto, per nulla minimizzato risulta<br />
il carattere di offensività che la Corte<br />
ha inteso attribuire alla condotta penalmente<br />
irrilevante che diviene strumento<br />
di accertamento della colpevolezza in<br />
concreto dell’agente con un giudizio qualificato<br />
della punibilità della stessa.<br />
in quanto mirata alla produzione di nuova<br />
sostanza stupefacente.<br />
Secondo la corte di appello, non ha rilevanza<br />
l’assenza di principio attivo nelle<br />
23 piantine, non ancora giunte a maturazione,<br />
in quanto è stato accertato, tramite<br />
consulenza tossicologica che le piante che<br />
avevano attecchito nel terreno, se lasciate<br />
giungere a maturazione, avrebbero prodotto<br />
una notevole quantità di principio<br />
attivo. La S.C. ha precisato che la effettiva<br />
tossicità delle piante e la quantità di<br />
sostanza drogante dalle stesse ricavabile<br />
non rilevano ai fini della configurabilità<br />
del reato (sez. IV 16.1.2002, n. 6851; id<br />
18.5.2001, 36524).<br />
Nel ricorso a questo giudice, il N. esprime<br />
la doglianza sulla violazione di legge<br />
per inosservanza, da parte della sentenza<br />
impugnata, dell’orientamento interpre-<br />
337 7
tativo della Corte costituzionale, secondo<br />
cui la non punibilità per uso personale va<br />
estesa alla coltivazione di sostanze stupefacenti<br />
(sentenza 360/95). La motivazione<br />
è carente, laddove afferma che le piante<br />
sarebbero giunte a maturazione producendo<br />
sostanza psicotropa, avendo attecchito<br />
al terreno, in quanto per giungere a<br />
maturazione e a produrre sostanza drogante<br />
sono necessari altri fattori favorevoli<br />
(terreno, clima etc), la cui esistenza non è<br />
stata accertata. Si profila quindi l’ipotesi di<br />
omissione di concreto accertamento della<br />
messa in pericolo del bene protetto.<br />
Motivi della decisione<br />
L’esame della fondatezza o meno delle<br />
censure mosse alla sentenza impugnata<br />
comporta necessariamente e preliminarmente<br />
l’analisi dell’interrogativo centrale<br />
della questione interpretativa: quale sia il<br />
bene giuridico che il legislatore, con la normativa<br />
penale in materia di stupefacenti,<br />
intenda tutelare, nel contesto della dovuta<br />
osservanza del principio di offensività.<br />
Nella sentenza della Corte costituzionale<br />
- interpretativa di rigetto della questione<br />
di legittimità sollevata sullo stesso<br />
argomento - (sentenza n. 360 del 24 luglio<br />
1995, (in Cass.pen.,1995, n. 1679) - si fa<br />
esplicito riferimento alla salute quale bene<br />
tutelato dalla disciplina sugli stupefacenti<br />
e al pericolo che da questi possono derivare<br />
a tale bene -. Nella sentenza è rinvenibile<br />
la interpretazione fatta propria dal giudice<br />
delle leggi come l’unica conforme alla<br />
Costituzione e come tale avente efficacia<br />
diretta nel giudizio a quo e efficacia riflessa<br />
in altri giudizi (vedi Sez .un, 29.2.2000,<br />
Musitano, in Cass. pen. 2000, n. l056 con i<br />
richiami a Sez. un. 16.12.1998, Alagni; Sez.<br />
un. 13.6.1998, Gallieri; Sez. un. 13.12.1995,<br />
Clarke).<br />
Nel senso indicato da questa sentenza<br />
può essere individuato nella salute il bene<br />
tutelato dalla normativa in esame nella<br />
prospettiva del suo rispetto per il principio<br />
di offensività (o di necessaria lesività). Tale<br />
principio comporta che la incriminazione<br />
di un fatto attinente a una sostanza stupefacente<br />
è giustificata solo se offensivo<br />
(espressione comprensiva sia della lesione<br />
che della messa in pericolo) della salute,<br />
bene/interesse di rilevanza costituzionale.<br />
Il bene della libertà personale, cui l’art. 13<br />
Cost. riconosce rilievo fondamentale tra i<br />
diritti della persona, può essere sacrificato<br />
solo a seguito di offesa di un bene/interesse<br />
del medesimo rango.<br />
Il presupposto fondamentale di legittimazione<br />
della scelta punitiva è quindi la<br />
tutela della salute dei consumatori (attuali<br />
3388 ATTUALITÀ<br />
e potenziali) e la rilevanza costituzionale<br />
del bene è garantita dal chiaro ed inequivoco<br />
riferimento agli articoli 2 e 32 della<br />
Carta fondamentale.<br />
La costituzionalizzazione di questo<br />
principio si collega alla concezione materiale<br />
o realistica del reato: tale concezione,<br />
riconoscendo il reato come fatto conforme<br />
al modello legale e lesivo dell’interesse<br />
tutelato, in caso di scissione tra tipicità e<br />
offensività, disconosce rilevanza penale al<br />
fatto - tipico ma non offensivo - accertato<br />
dal giudice. Secondo tale concezione, l’art.<br />
49 cpv del codice penale costituisce - più<br />
che un completamento della disciplina del<br />
delitto tentato, attraverso l’affermazione<br />
della non punibilità dei tentativo impossibile<br />
- un principio generale, operante in<br />
ogni settore dell’ordinamento, in base al<br />
quale non sono punibili i comportamenti<br />
conformi al tipo descrittivo, ma non lesivi<br />
dell’interesse protetto.<br />
Va ancora richiamata la citata sentenza<br />
della Corte costituzionale, in tema di<br />
coltivazione di sostanze stupefacenti (n.<br />
360/1995):<br />
“La verifica del rispetto del principio<br />
di offensività come limite di rango costituzionale<br />
alla discrezionalità del legislatore<br />
ordinario nel perseguire penalmente condotte<br />
segnate da un giudizio di disvalore<br />
implica la ricognizione della astratta fattispecie<br />
penale, depurata dalla variabilità<br />
del suo concreto atteggiarsi nei singoli<br />
comportamenti in essa sussumibili. Operata<br />
questa astrazione degli elementi essenziali<br />
del delitto in esame, risulta una<br />
condotta (quella della coltivazione di piante<br />
da cui sono estraibili principi attivi di<br />
sostanze stupefacenti) che ben può valutarsi<br />
come “pericolosa”, ossia idonea ad<br />
attentare al bene della salute dei singoli<br />
per il solo fatto di arricchire la provvista<br />
esistente di materia e quindi di creare occasioni<br />
di spaccio di droga; tanto più che<br />
l’attività produttiva è destinata ad accrescere<br />
indiscriminatamente i quantitativi<br />
coltivabili.<br />
Si tratta quindi di un tipico reato di pericolo<br />
connotato dalla necessaria offensività,<br />
proprio perché non è irragionevole la<br />
valutazione prognostica sottesa alla astratta<br />
fattispecie criminosa di attentato al bene<br />
giuridico protetto. E - come già questa<br />
Corte ha avuto occasione di rilevare (sent.<br />
n. 133 del 1992 e n. 333 del 1991, ma cfr.<br />
anche sent. 62 del 1986) - non è incompatibile<br />
con il principio di offensività la configurazione<br />
di reato di pericolo presunto, né<br />
nella specie è irragionevole o arbitraria la<br />
valutazione, operata dal legislatore, nella<br />
sua discrezionalità, della pericolosità connessa<br />
alla condotta di coltivazione”.<br />
È condivisibile la posizione della dottrina,<br />
secondo cui il bene della salute tutelato<br />
dalla disciplina sugli stupefacenti va<br />
inteso non come diritto soggettivo individuale,<br />
ma come bene di cui l’individuo è<br />
portatore nell’interesse della collettività.<br />
Questi reati sono tali in quanto pongono<br />
in pericolo - in forme più o meno incisive<br />
- la salute degli assuntori, a seguito di prolungate<br />
assunzioni, nessuna delle quali è<br />
normalmente idonea a compromettere il<br />
bene tutelato.<br />
Si tratta dunque di reati di pericolo<br />
astratto, destinati a sanzionare condotte<br />
seriali con effetti cumulativi, in quanto<br />
fonti di pericolo del verificarsi non già di<br />
una lesione, bensì di una situazione<br />
pericolosa per il bene della salute (in<br />
tal senso la sentenza S.U. 28605/08, in tema<br />
di coltivazione, li ha classificati come<br />
reati di pericolo).
Essenziale connotato è quindi la dimostrazione<br />
della probabilità di un evento<br />
lesivo, attraverso la dimostrazione dell’efficacia<br />
drogante della sostanza, a prescindere<br />
della idoneità concreta dell’assunzione<br />
a ledere la salute del consumatore.<br />
Secondo il giudice delle leggi (sentenza<br />
360/1995), diverso profilo è quello dell’offensività<br />
specifica della singola condotta<br />
in concreto accertata dal giudice: ove questa<br />
sia assolutamente inidonea a porre a<br />
repentaglio il bene giuridico tutelato, viene<br />
meno la riconducibilità della fattispecie<br />
concreta a quella astratta “perché la indispensabile<br />
connotazione di offensività in<br />
generale di quest’ultima implica di riflesso<br />
la necessità che anche in concreto la offensività<br />
sia ravvisabile almeno in grado<br />
minimo, nella singola condotta dell’agente,<br />
in difetto di ciò venendo la fattispecie<br />
a rifluire nella figura del reato impossibile<br />
(art. 49 c.p.)”.<br />
Seguendo tale chiave interpretativa,<br />
va dimostrata con assoluta certezza, al di<br />
là di ogni ragionevole dubbio, che la sostanza<br />
detenuta sia in grado di produrre<br />
effetti droganti.<br />
La sentenza delle S.U., sempre in tema<br />
di coltivazione di sostanze stupefacenti (n.<br />
28605 del 2008), affermata la offensività<br />
in astratto della condotta di coltivazione<br />
di piante da cui è ricavabile sostanza<br />
stupefacente, esamina la necessità “della<br />
verifica - demandata al giudice di merito<br />
- dell’offensività specifica della singola<br />
condotta in concreto accertata. Il principio<br />
della offensività - in forza del quale non è<br />
concepibile un reato senza offesa (nullum<br />
crimen sine iniura), secondo la consolidata<br />
giurisprudenza costituzionale, opera su<br />
due piani “rispettivamente della previsione<br />
normativa, sotto forma di precetto rivolto<br />
al legislatore di prevedere fattispecie<br />
che esprimano in astratto un contenuto<br />
lesivo o comunque la messa in pericolo<br />
di un bene o interesse oggetto di tutela<br />
penale (offensività in astratto), e della ap-<br />
plicazione giurisprudenziale (offensività<br />
in concreto), quale criterio interpretativoapplicativo<br />
affidato al giudice, tenuto ad<br />
accertare che il fatto reato abbia effettivamente<br />
leso o messo in pericolo il bene o<br />
l’interesse tutelato” (così testualmente la<br />
Corte cost. n. 265/05, e in senso conforme,<br />
vedi pure le decisioni 360/95, 263/00,<br />
519/00, 354/02).<br />
Nella specie, la Corte costituzionale,<br />
come già si è detto, con la sentenza n. 360<br />
del 1995, ha ritenuto che la condotta di<br />
coltivazione di piante da cui sono estraibili<br />
i principi attivi di sostanza stupefacenti<br />
integra un tipico reato di pericolo presunto,<br />
connotato dalla necessaria offensività<br />
della fattispecie criminosa astratta. In ossequio,<br />
però, al principio di offensività inteso<br />
nella sua accezione concreta, spetterà<br />
al giudice verificare se la condotta, di volta<br />
in volta contestata all’agente ed accertata,<br />
sia assolutamente inidonea a porre a repentaglio<br />
il bene giuridico protetto risultando<br />
in concreto inoffensiva.<br />
La condotta è inoffensiva soltanto se il<br />
bene tutelato non è stato leso o messo in<br />
pericolo anche in grado minimo (irrilevante,<br />
infatti, è a tal fine il grado dell’offesa),<br />
sicché con riferimento allo specifico caso<br />
in esame, la ‘offensività’ non ricorre soltanto<br />
se la sostanza ricavabile dalla coltivazione<br />
non è idonea a produrre un effetto<br />
stupefacente in concreto rilevabile”.<br />
Questa prospettiva interpretativa della<br />
Corte costituzionale è stata seguita in maniera<br />
prevalente dalle decisioni della S.C.,<br />
che hanno escluso la sussistenza del reato<br />
ex art. 73 DPR 309/90, qualora la sostanza<br />
stupefacente o psicotropa, pur essendo ricompresa<br />
nelle tabelle allegate alla legge,<br />
sia priva di qualsiasi efficacia farmacologica<br />
e quindi sia inidonea a determinare<br />
l’effetto drogante. Secondo sez. IV n. 601<br />
del 28.2.1997, Iannelli, rv 208011 “il reato<br />
di cessione va escluso, per inidoneità del<br />
mezzo, quando il principio attivo contenuto<br />
nella dose ceduta sia di entità tale da<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
non poter produrre un concreto effetto<br />
drogante, che in tal caso il fatto è solo apparentemente,<br />
ma non<br />
sostanzialmente, conforme al modello<br />
legale, dato che l’impossibilità che<br />
si produca l’effetto che la legge mira ad<br />
impedire lo priva dell’essenziale requisito<br />
dell’offensività, correlata al principio di<br />
legalità” (conf. IV, 19.12.1996, Dongiovanni,<br />
rv 206652; VI, 15.10.1996, Basseoni, rv<br />
206578; IV, 3.11.1993, Rassid, rv 196606;<br />
IV 9.11.1993, Nabil, rv 196949).<br />
L’esclusivo riferimento costituzionale<br />
come indice di ricerca del bene tutelato<br />
da queste norme sugli stupefacenti viene<br />
abbandonato dalla giurisprudenza minoritaria,<br />
che è sostenuta da una decisione<br />
delle Sezioni Unite del 24.6.1998, n. 9973,<br />
che ha affermato il principio di diritto così<br />
massimato:<br />
“In tema di stupefacenti, scopo dell’incriminazione<br />
delle condotte previste<br />
dall’art. 73 DPR 309 del 1990 è quello di<br />
combattere il mercato della droga espellendolo<br />
dal circuito nazionale, poiché,<br />
proprio attraverso la cessione al consumatore,<br />
viene realizzata la circolazione<br />
della droga e viene alimentato il mercato<br />
di essa che mette in pericolo la salute<br />
pubblica, la sicurezza e l’ordine pubblico,<br />
nonché il normale sviluppo delle giovani<br />
generazioni. Ne consegue che, avendo, nel<br />
nostro ordinamento, la nozione di stupefacente<br />
natura legale - nel senso che sono<br />
soggette alla normativa che ne vieta la<br />
circolazione tutte e soltanto le sostanze<br />
stupefacenti indicate negli elenchi appositamente<br />
predisposti - la circostanza che<br />
il principio attivo contenuto nella singola<br />
sostanza oggetto di spaccio possa non<br />
superare la cosiddetta soglia drogante, in<br />
mancanza di ogni riferimento parametrico<br />
previsto per legge o per decreto, non ha<br />
rilevanza ai fini della punibilità del fatto”.<br />
È evidente che la sentenza - dinanzi<br />
all’accertamento dell’assenza di pericolo<br />
specifico per il bene della salute - fa ricorso<br />
3399
ATTUALITÀ<br />
alla sussistenza del pericolo per beni giuridici<br />
non contemplati dalla Carta Costituzionale<br />
- inserendo il tema della necessaria<br />
lesività in un contesto di plurioffensività,<br />
ricavato dalla ratio legis. Il bene della salute,<br />
come parametro di selezione qualitativa<br />
della meritevolezza della pena, viene<br />
affiancato da altri beni/interessi, ritenuti<br />
strumentali alla tutela del primo - che è<br />
quindi ridimensionato come strumento di<br />
orientamento dell’intervento punitivo dello<br />
Stato - o viene sovradimensionato, mediante<br />
il ricorso a beni giuridici di vaga determinazione,<br />
che ne ampliano la sua influenza,<br />
pur in assenza di specifica offensività. In<br />
tal modo l’assenza di efficacia drogante e<br />
quindi l’assenza del pericolo di offensività<br />
specifica per il bene della salute non esclude<br />
la rilevanza penale del fatto, in quanto<br />
l’attitudine offensiva della condotta viene<br />
proiettata su interessi visti come strumenti<br />
per una mediata tutela del bene costituzionalmente<br />
protetto (quale la lotta al mercato<br />
della droga), o su valori, quali la sicurezza e<br />
l’ordine pubblico e il normale sviluppo delle<br />
giovani generazioni, visti come strumenti<br />
per una più estesa tutela di questi beni.<br />
Questo indirizzo interpretativo è stato<br />
seguito da Cass. 13 maggio 1999, n. 6864,<br />
Trovato rv 214204 secondo cui il divieto<br />
di circolazione coinvolge tutte le sostanze<br />
specificamente indicate negli elenchi allegati,<br />
indipendentemente dalla presenza<br />
dei canonici principi attivi nei quantitativi<br />
commercializzati “conseguentemente,<br />
la circostanza che il principio attivo contenuto<br />
nella singola sostanza oggetto di<br />
spaccio possa non superare la cosiddetta<br />
soglia drogante, non ha alcuna rilevanza<br />
ai fini della punibilità del fatto”. Sulla<br />
stessa linea sono IV, 15.5.2003, De Paoli rv<br />
225127; IV 13.6.2001, Pannella, rv 219778;<br />
VI 8.11.2000, Giallonardo, rv 217533.<br />
Sull’opposto versante, pur dopo la decisione<br />
delle S.U., è sez. IV, 12.1.2000, Fucile,<br />
rv 215876. L’abbandono del riferimento<br />
costituzionale quale indice di ricerca degli<br />
interessi tutelabili, comporta il venir meno<br />
della funzione del principio di offensività<br />
quale criterio di controllo della aderenza<br />
ai principi costituzionali dell’intervento<br />
repressivo.<br />
È stato sostenuto dalla dottrina che<br />
si cade così in un equivoco metodologico,<br />
determinando una confusione tra e l’omnicomprensivo<br />
e dilatabile concetto di<br />
ratio legis e il concetto di bene giuridico,<br />
che dovrebbe essere assunto come interesse<br />
predefinito e preesistente rispetto alla<br />
legislazione penale, legittimato da norme<br />
costituzionali anche implicite e funzional-<br />
4400 mente destinate a delimitare l’area del penalmente<br />
rilevante.<br />
Non va inoltre sottovalutata la rilevanza<br />
della Costituzione non solo come limite<br />
ma anche come base giustificativa, sotto il<br />
profilo della ragionevolezza, dell’intervento<br />
punitivo dello Stato. Ogni scelta di politica<br />
criminale che voglia rispettare il principio<br />
di uguaglianza/ragionevolezza (art. 3<br />
Cost.) è condizionata dall’esito positivo del<br />
vaglio sul razionale bilanciamento dei beni/interessi<br />
contrapposti o la proporzione<br />
tra mezzi approntati e il fine asseritamente<br />
perseguito.<br />
Il principio di ragionevolezza è pacificamente<br />
riconosciuto dalla giurisprudenza<br />
costituzionale come altro limite per il<br />
diritto penale (vedi, tra le altre, la sentenza<br />
della Corte costituzionale n. 364/1988, che<br />
sottolinea “la necessità che il diritto penale<br />
costituisca davvero la extrema ratio di<br />
tutela della società, sia costituito da norme<br />
non numerose, non eccessive rispetto<br />
ai fini di tutela, chiaramente formulate,<br />
dirette alla tutela dei valori di rilievo costituzionale”).<br />
Nel doveroso bilanciamento di principi<br />
di rango costituzionale con il principio<br />
cardine della libertà personale si pone il<br />
problema della possibilità che questo bilanciamento<br />
coinvolga i generici beni che sono<br />
indicati nella sentenza delle Sezioni Unite<br />
del 1998 (“la salute pubblica, la sicurezza<br />
e l’ordine pubblico, nonché il normale sviluppo<br />
delle giovani generazioni”) non presenti<br />
esplicitamente nella Costituzione, ma<br />
che ricorrono come valori guida di scelte di<br />
politica criminale (prevalentemente contingenti,<br />
per ricorrenti “emergenze”). Questa<br />
punizione - ove la si consideri razionalmente<br />
ingiustificata o proporzionalmente non<br />
adeguata - non è giustificabile mediante il<br />
richiamo alla natura di reati di pericolo presunto,<br />
riconosciuta ai reati in tema di stupefacenti.<br />
Dinanzi al paradosso di condotte<br />
tipiche ma concretamente non pericolose<br />
per la salute individuale e collettiva tutelata<br />
dalla Costituzione, il giudice, guidato dal<br />
combinato disposto dei principi di offensività<br />
e della ragionevolezza, deve chiedersi<br />
se possa esercitare il potere punitivo dello<br />
Stato, sacrificando la libertà personale, per<br />
tutelare il bene della salute, dinanzi a una offensività,<br />
non ravvisabile neanche in grado<br />
minimo, nella singola condotta dell’agente.<br />
Come già detto, per essere meritevole di<br />
punizione, la condotta tipica deve avere<br />
come oggetto sostanze stupefacenti aventi<br />
un requisito formale (rientrare negli elenchi<br />
delle tabelle) e sostanziale (avere efficacia<br />
stupefacente o psicotropa e quindi capacità<br />
o potenzialità lesiva). In caso di assenza<br />
di quest’ultimo, deve escludere la rilevanza<br />
penale del fatto.<br />
Venendo alla fattispecie in esame, deve<br />
concludersi che in concreto non è rilevabile<br />
e quindi non è suscettibile dell’accertamento<br />
chiesto al giudice l’effetto<br />
stupefacente in una pianta il cui ciclo non<br />
si è completato e che quindi non ha prodotto<br />
sostanza idonea a costituire oggetto<br />
del concreto accertamento della presenza<br />
di principi attivi.<br />
La prognosi espressa dal consulente<br />
tecnico sulla futura esistenza dei principi<br />
attivi non può equivalere all’accertamento<br />
richiesto al giudice dalla Corte costituzionale<br />
e dalle Sezioni Unite, all’esito del<br />
quale può ritenersi dimostrata l’offensività<br />
della condotta dell’agente, nella sua<br />
accezione concreta. Questo accertamento<br />
a futura memoria, in cui si ipotizza - più<br />
che la attuale produzione di principi attivi<br />
- l’attuale assenza di ostacoli alla futura<br />
produzione di principi attivi, non può fondare<br />
una dichiarazione di responsabilità in<br />
un ordinamento in cui, inoltre, vige il principio<br />
della presunzione di non colpevolezza.<br />
Pertanto, la sentenza impugnata va<br />
annullata senza rinvio, perché il fatto non<br />
sussiste. P.Q.M.<br />
Annulla senza rinvio la sentenza<br />
impugnata perché il fatto non sussiste.
CALCIO<br />
di Giulia ZAMPINA<br />
Nel solo girone di andata<br />
del campionato di calcio<br />
italiano sono stati più<br />
di sessanta i poliziotti, soprattutto<br />
dei reparti mobili, che sono<br />
rimasti feriti durante le gare. Un numero<br />
eccessivo se si considera che il fondo<br />
si tratta solo di una partita di calcio.<br />
Ma ad Empoli qualcosa lo scorso 3 aprile<br />
è cambiato. Infatti, seguendo le indicazioni<br />
del capo della polizia Manganelli<br />
che ha fatto di questa una delle sue battaglie,<br />
il questore Francesco Tagliente,<br />
ha autorizzato lo svolgimento di una<br />
partita di calcio senza che in campo vi<br />
fossero le forze dell’ordine. Empoli come<br />
l’Inghilterra?Perchè no, dal 3 aprile que-<br />
4422 Nel solo girone d’andata del campionato<br />
sono stati più di 60 gli agenti feriti<br />
A A Empoli Empoli la la<br />
polizia polizia resta resta fuori fuori<br />
dallo dallo stadio stadio<br />
Al via l’esperimento<br />
di affidare ai soli<br />
steward la gestione<br />
della sicurezza negli<br />
impianti sportivi<br />
sta non è più solo un’utopia. E il <strong>Coisp</strong><br />
non può che ritenere positivo l’esperimento<br />
fatto in terra toscana, coglierne<br />
gli aspetti costruttivi, ben consci del fatto<br />
che la gara, già sulla carta non presentava<br />
un codice rosso per quanto riguarda le
gestione dell’ordine pubblico. Ma da qualche<br />
parte si dovrà pur iniziare. E l’esordio<br />
di un calcio giocato e che non finisce sulle<br />
pagine della cronaca è stato certamente<br />
positivo. La sicurezza interna dello stadio<br />
di Empoli è stata affidata in primo luogo<br />
agli steward sotto la direzione della polizia<br />
e con le forze dell’ordine dislocate in<br />
città e pronte a intervenire se necessario.<br />
Il modello Empoli, può fare da apripista<br />
anche per altre realtà del calcio italiano.<br />
E questo non solo dal punto di vista di<br />
semplice gestione dell’ordine pubblico,<br />
ma in un processo di costruzione di quegli<br />
schemi sociali e di convivenza che sono<br />
necessari in una società civile.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Troppo spesso gli episodi di violenza<br />
registrati negli stadi italiani e che hanno<br />
avuto il culmine nell’uccisione di Filippo<br />
Raciti, mentre prestava servizio al<br />
Massimino di Catania, sono stati imputabili<br />
alle stesse società di calcio in palese<br />
stato di connivenza con quella parte<br />
della tifoseria malata, quella parte di<br />
supporter organizzati ai quali il calcio<br />
serve solo per affermare una supremazia<br />
ideologica a qualunque costo. Oggi<br />
con l’esempio di Empoli finalmente si<br />
costruisce un modello di corresponsabilizzazione<br />
tra i diversi attori coinvolti.<br />
La sussistenza di un ambiente sicuro,<br />
un ambiente ovattato, nel quale non si<br />
corrono rischi è la prima garanzia di sicurezza<br />
per tutti, una sicurezza che le<br />
forze di polizia sono chiamate a tutelare<br />
ma che è abbastanza innaturale che<br />
venga imposta con la forza. Reprimere<br />
per garantire è una legge che non si può<br />
applicare ad una società civile. Prevenire<br />
ed educare per garantire, sono invece<br />
regole fondamentali per restituire alle<br />
cose la giusta dimensione.<br />
4433
4444 GIURISPRUDENZA<br />
Misure urgenti in<br />
materia di contrasto<br />
alla violenza sessuale<br />
Avvocato Eloisa GALLUPPI*<br />
Il decreto Legge datato 23 febbraio 2009<br />
n. 11 riporta una serie di modifiche<br />
tanto al Codice Penale quanto a quello<br />
procedurale che il Governo ha ritenuto<br />
varare con lo strumento del Decreto Legge<br />
in materia di contrasto ai reati di violenza<br />
sessuale. Detto decreto, oltre a tutta la polemica<br />
amplificata dai Mass Media in ordine<br />
alla scelta dello strumento legislativo adottato,<br />
contiene tali e tante modifiche in una<br />
tematica così delicata che forse non tutti i<br />
mezzi di comunicazione hanno dato il giusto<br />
risalto, dato che gli effetti provocati dal<br />
punto di vista tecnico, per intenderci nel<br />
processo e nelle conseguenze di un’eventuale<br />
condanna, non sempre sono così spettacolari<br />
da fare “notizia”. Il primo articolo<br />
del D.L. apporta modifiche alle circostanze<br />
aggravanti la pena dell’ergastolo, ritenendo<br />
così che, non solo possa essere applicata<br />
detta pena, ma che la commissione di uno<br />
dei delitti di violenza sessuale, atti sessua-<br />
li contro minorenni e violenza sessuale di<br />
gruppo, rientrino a buon diritto tra le circostanze<br />
aggravanti speciali previste appunto<br />
dall’art. 576 c.p.<br />
La pena dell’ergastolo, se sull’onda<br />
dell’emotività causata dagli ultimi efferati<br />
episodi di cronaca, potrà sembrare alla persona<br />
comune quantomeno “adeguata” al<br />
fatto criminoso di cui si discute, comporta<br />
in realtà tutta una serie di pene accessorie,<br />
impossibilità di accedere a riti alternativi,<br />
impossibilità di benefici nella fase di esecuzione<br />
della pena e non ultimo anche una<br />
notevole modifica della competenza a giudicare<br />
non più del Collegio ma della Corte<br />
d’Assise. Il reato è indiscutibilmente odioso<br />
ma vi sono casi di così lieve entità da non<br />
assurgere neppure agli onori della cronaca<br />
locale, episodi in cui adulti consenzienti eccedono<br />
le proprie intenzioni, vendette tra<br />
ex coniugi, malizie impensabili da parte di<br />
minori non così “minori” se non anagraficamente<br />
ed altro ancora che tutti gli Operatori<br />
di Giustizia ben conoscono e che verrebbero<br />
puniti con una sanzione smisurata rispetto<br />
al fatto (sanzione che era comunque già rilevante<br />
prima della modifica) e che, contrariamente<br />
alla ratio di tutto l’impianto codicistico,<br />
è solo retributiva ma non riabilitativa.
Il secondo articolo ddel<br />
D.L. contiene mo-<br />
difiche al codice di proc procedura penale all’art.<br />
275 c.p.p. (criteri di sce scelta delle misure cau-<br />
telari personali). personali). Con un dettato davvero<br />
sorprendente non si va ad aggiungere, tra i<br />
criteri particolarmente<br />
rigorosi che devono<br />
essere utilizzati dai giud giudici al fine di irrogare<br />
la custodia cautelare in<br />
carcere, la sussisten-<br />
za dei gravi indizi di co colpevolezza in ordine<br />
ai reati di violenza se sessuale, atti sessuali<br />
contro minorenni, viol violenza di gruppo ma<br />
si sostituisce il dettato<br />
precedente che prevedeva<br />
la custodia cautelare per tutti i reati<br />
commessi con l’associazione a delinquere<br />
di stampo mafioso! Nella speranza che sia<br />
stata una svista del Legislatore, vista la fretta<br />
di cavalcare l’onda degli eventi, o che il<br />
testo sia stato mal riportato nella dicitura,<br />
attendiamo fiduciosi spiegazioni sul motivo<br />
per cui la carcerazione custodiale non<br />
dovrebbe più essere applicata agli appartenenti<br />
le mafie ma solo agli stupratori od<br />
ai molestatori. Di più il medesimo articolo<br />
ritiene che sia corretta l’applicazione della<br />
massima misura afflittiva anche per chi è<br />
accusato di aver commesso un omicidio, indotto<br />
alla prostituzione un minore, sfruttato<br />
un minore per produrre materiale pornografico,<br />
fatto turismo sessuale oltre a tutti i<br />
delitti particolarmente gravi previsti ex art.<br />
51 c.p.p. Forse quest’ultima modifica è stata<br />
dettata dall’indignazione popolare quando<br />
si è appreso che il presunto violentatore di<br />
Capodanno aveva richiesto ed ottenuto gli<br />
arresti domiciliari al Tribunale delle Libertà.<br />
Ma dov’è lo scandalo? Se il Legislatore<br />
conoscesse meglio le norme che emana e<br />
non si lasciasse trascinare dall’emotività che<br />
è legittima “nell’uomo comune” ma che risulta<br />
quantomeno fuorviante per chi la Legge<br />
la deve strutturare, si sarebbe accorto che<br />
qualora non sussistano le esigenze cautelari<br />
nessuno deve essere posto sotto custodia<br />
in attesa del processo o quando vi sia una<br />
valida e responsabile alternativa al carcere<br />
questa è sempre da preferire ed il perché<br />
risulta ovvio. Il medesimo articolo prevede<br />
che l’arresto in flagranza sia obbligatorio, ed<br />
in questo caso nulla quaestio, ma solo per<br />
la violenza sessuale e per quella di gruppo<br />
non così per gli atti sessuali contro minori<br />
che si vedono garantire però lo stesso innalzamento<br />
di pena e la medesima possibilità<br />
di essere recluso per tutto il tempo antecedente<br />
il giudizio.Da ultimo il terzo articolo<br />
del medesimo Decreto apporta sostanziali<br />
modifiche alla legge Gozzini (L. 354/75) ini-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
bendo l’accesso a misure alternative al carcere<br />
in fase di esecuzione della pena sempre<br />
per detto tipo di reati quando chiunque abbia<br />
avuto accesso alla struttura carceraria sa<br />
che vi è una giustizia intramuraria che non<br />
consente l’alloggiamento di questo tipo di<br />
criminali con gli altri, quando è provato dalla<br />
letteratura terapica che la violenza non è<br />
una patologia incurabile, quando così facendo<br />
non si rende possibile il reinserimento o,<br />
visto da uno punto di vista contrario, la certezza<br />
della pena non passa dalla negazione<br />
di questi benefici in toto ma da altre e più<br />
incisive forma di espiazione rapida e concreta<br />
della sanzione eventualmente irrogata.<br />
Per altro molti, così come chi scrive, sostengono<br />
che si sia mancata per l’ennesima<br />
volta l’occasione di formare la banca dati<br />
per il DNA di tutti coloro i quali si macchiano<br />
di delitti particolarmente riprovevoli e<br />
che abbiano a che vedere con la lesione di<br />
beni costituzionalmente garantiti come la<br />
vita e l’incolumità fisica delle persone.<br />
Occasione mancata anche nei confronti<br />
degli altri paesi europei che la istituirono<br />
anni or sono e che consente loro di abbassare<br />
la soglia di detti rimasti impuniti ed, inoltre,<br />
ha avuto come effetto immediato quello<br />
di formare personale tra le Forze dell’Ordine<br />
per raccogliere nell’immediato tali tipi di<br />
prove e personale medico definito “ispettore<br />
medico” che è in grado di raccogliere<br />
le prove quando la persona offesa si rivolge<br />
al locale pronto soccorso facilitando così il<br />
proseguo delle indagini. Nella speranza che<br />
anche il nostro Legislatore si allinei al più<br />
presto al resto degli Stati, attendiamo di verificare<br />
gli effetti di detta nuova normativa<br />
nelle aule di Giustizia....<br />
* eloisa.galluppi@yahoo.it - cell. 335.8378007<br />
445 5
4466 SICUREZZA STRADALE<br />
Sulla strada per la sicurezza<br />
l’impegno del CO.I.S.P.<br />
con il sorriso sulle labbra e<br />
con l’amarezza dentro
Lo scorso 31 marzo ha fatto tappa<br />
in piazza del Popolo a San Vito al<br />
Tagliamento (Pordenone) la campagna<br />
di sensibilizzazione per la<br />
sicurezza stradale promossa da quella<br />
Provincia dal titolo “Sulla strada per la<br />
sicurezza”. Un’iniziativa che a San Vito al<br />
Tagliamento ha avuto una valenza particolare.<br />
Prendendo spunto dalla manifestazione<br />
provinciale itinerante che ha<br />
fatto tappa in tutti i comuni della provincia,<br />
infatti, l’amministrazione comunale<br />
con tramite l’Assessorato alle Politiche<br />
Giovanili, Ambiente e <strong>Sicurezza</strong> ha deciso<br />
di ampliare il progetto organizzando<br />
un evento più articolato dal titolo “Fiera<br />
della sicurezza stradale”, dove sono state<br />
poste in evidenza le tante iniziative<br />
realizzate in questi anni dalle istituzioni,<br />
agenzie educative e associazioni del<br />
territorio. Il Co.I.S.P. c’era con un proprio<br />
stand, con i massimi quadri sindacali del<br />
Friuli-Venezia Giulia e di Pordenone, con<br />
la propria professionalità messa al servizio<br />
di un pubblico di visitatori composto<br />
da 400 scolari e studenti della zona. Un<br />
tema, quello della prevenzione molto importante<br />
considerato che dal 1994 a oggi<br />
si sono verificati 10 mila decessi di persone<br />
giovani per lo più nelle cosiddette<br />
“stragi del sabato sera”. Una tematica,<br />
quindi, drammaticamente scottante e<br />
trattata nei rispettivi spazi espositivi<br />
dalla Polizia Municipale, dal Servizio Po-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
litiche Giovanili del comune sanvitese,<br />
dalla Protezione Civile, dal Comitato mobilità<br />
scolastica, dalla Croce Rossa, dai<br />
Carabinieri, dal Gruppo Vigili Volontari,<br />
dal Consiglio Comunale dei Ragazzi, dal<br />
Progetto Giovani, da due autoscuole e<br />
dal Co.I.S.P. appunto. Mancava la Polizia<br />
di Stato. L’ha rappresentata un suo sindacato,<br />
il Co.I.S.P., che si è sostituito all’amministrazione,<br />
latitante benché invitata<br />
a partecipare alla manifestazione. Questa<br />
volta con il sorriso sulle labbra visto<br />
il particolare messaggio da trasmettere,<br />
ma i visitatori non hanno potuto notare<br />
la tanta amarezza per questo stato<br />
di cose che albergava negli aderenti al<br />
4477
4488 ATTUALITÀ<br />
SICUREZZA STRADALE<br />
Co.I.S.P. presenti. Nulla di nuovo sotto il<br />
sole, purtroppo; un’altra occasione sfumata:<br />
peccato ! Ma quei piccoli visitatori<br />
di oggi cresceranno e capiranno. Comunque<br />
al Co.I.S.P. interessava che passasse<br />
quanto sia importante stare sulla strada<br />
in maniera prudente e sicura, concetti<br />
già affrontati con estrema chiarezza e<br />
profondità morale nel corso del riuscito<br />
convegno sulla sicurezza stradale denominato<br />
“Guido piano e con prudenza”,<br />
che si è svolto lo scorso settembre sempre<br />
a San Vito al Tagliamento, organizzato<br />
dal Co.I.S.P. unitamente all’Associazione<br />
nazionale Sovrintendenti vincitori<br />
di concorso delle cinque Forze di Polizia<br />
- Sovritalia So.Vi.Co.. In quell’occasione<br />
il Segretario Regionale Generale del<br />
Friuli-Venezia Giulia del Co.I.S.P., Maurizio<br />
Iannarelli, aveva auspicato che quel<br />
convegno non rimanga un’iniziativa<br />
isolata e a se stante, ma possa essere<br />
l’inizio di un percorso che, nel rispetto<br />
di leggi e comportamenti ormai consolidati,<br />
ponga sempre i valori fondanti<br />
dell’uomo - quali il rispetto della vita<br />
propria e altrui - al centro dell’esistenza.<br />
Iniziativa isolata non è stata, visto<br />
che il Co.I.S.P. ha operato e continuerà a<br />
operare su questa linea (gradita anche la<br />
presenza del Segretario Generale Provinciale<br />
di Pordenone del Co.I.S.P., Maurizio<br />
Giust, all’incontro denominato “Sport<br />
e sicurezza”, organizzato il 27 marzo<br />
scorso da quel comitato provinciale del<br />
C.O.N.I. e rivolto alle scuole secondarie<br />
di secondo grado di Pordenone, che ha<br />
affermato quanto sia importante fare<br />
prevenzione attraverso una mirata comunicazione<br />
orale, scritta e visiva), ma<br />
sicuramente non favoriscono un significativo<br />
percorso di crescita civile e uno<br />
specifico impegno del Co.I.S.P. in questa<br />
direzione i recenti originali – per usare<br />
un eufemismo - pronunciamenti della<br />
Corte di Cassazione che di fatto ha istigato<br />
alle stragi stradali discolpando chi<br />
guida ubriaco e ha scusato chi passa con<br />
il semaforo rosso.<br />
LA SEGRETERIA REGIONALE<br />
FRIULI VENEZIA GIULIA
SICUREZZA E POLIZIA<br />
4499
50<br />
FEDERAZIONE<br />
ASSOCIAZIONE NAZIONALE SOVRINTENDENTI VINCITORI DI CONCORSO DELLE 5 FORZE DI POLIZIA<br />
All’On. Prof. Renato BRUNETTA<br />
Ministro per la Pubblica Amministrazione<br />
e l’Innovazione<br />
Egregio Signor Ministro,<br />
chi le scrive è il presidente di una associazione<br />
che si sta impegnando da anni<br />
nella tutela degli interessi legittimi di una<br />
categoria di lavoratori delle Forze di polizia.<br />
Abbiamo tutti apprezzato la Sua legge<br />
sul miglioramento dell’efficienza della<br />
Pubblica Amministrazione e ci compiacciamo<br />
che venga tracciata con decisione una<br />
linea guida di principi e criteri da adottare<br />
per l’effettiva, concreta e reale valutazione<br />
meritocratica dei dipendenti pubblici.<br />
Enunciati quali “ l’introduzione di sistemi<br />
interni ed esterni di valutazione di valorizzazione<br />
del merito”, “l’affermazione<br />
del principio di concorsualità per l’accesso<br />
al lavoro pubblico e per le progressioni di<br />
carriera, introdurre nell’organizzazione<br />
delle pubbliche amministrazioni strumenti<br />
di valorizzazione del merito… anche<br />
mediante l’affermazione del principio di<br />
selettività e di concorsualità nelle progressioni<br />
di carriera” dovrebbero essere delle<br />
pietre miliari nella disciplina dei rapporti<br />
di impiego della P.A. Tuttavia, Signor Ministro,<br />
ci preme fare alcune considerazioni,<br />
poiché riteniamo che la giusta premialità e<br />
la valutazione meritocratica dei dipendenti<br />
non possa non passare attraverso una<br />
attenta analisi della situazione attuale. E’<br />
noto che le carriere di oggi nelle Forze di<br />
polizia sono in parte frutto di progressioni<br />
verticali esenti da procedure concorsuali e<br />
formazioni professionali. Questo mediante<br />
provvedimenti di riordino delle carriere<br />
operati negli anni 1995, 2000, 2001,<br />
2003, 2004 con i D. Lgs. 1997/95, 53/2001,<br />
334/2000, 193/03 e con il D.L. 238/2004.<br />
Parallelamente e successivamente a queste<br />
novelle legislative e ordinamentali, si<br />
sono svolti concorsi e corsi di formazione<br />
che hanno visto migliaia di dipendenti<br />
partecipare, superare e frequentare corsi<br />
In questo contesto l’annosa questione<br />
“riordino delle carriere” vede ciclicamente<br />
riproporre proposte varie sotto forma di<br />
progetti e disegni di legge. Oggi sono in<br />
discussione alcune proposte dai contenuti<br />
in alcuni punti contrastanti con la Sua<br />
legge e con i parametri dettati dall’art. 97<br />
della Costituzione poiché non fanno menzione<br />
di dette situazioni sperequative né<br />
prevedono di ripianarle. In tutti i progetti<br />
di legge si parte dalla situazione attuale,<br />
si abbozza una sorta di unificazione dei<br />
ruoli Agenti e Assistenti con quello dei<br />
Sovrintendenti e si prevedono ulteriori<br />
e importanti interventi a categorie già<br />
beneficiarie di provvedimenti di riordino<br />
passati. Per altre categorie, e in particolare<br />
per i Sovrintendenti vincitori di concorso,<br />
si disconoscono gli effettivi percorsi<br />
selettivi e formativi realmente affrontati<br />
senza prevedere alcuna norma transitoria<br />
contenente una reale perequazione .<br />
Paradossale è la previsione, contestuale<br />
all’unificazione dei ruoli Agenti e Assistenti<br />
con quello dei Sovrintendenti, della<br />
valorizzazione dei Sovrintendenti Capo<br />
attraverso corsi e concorsi che prevedono<br />
il transito al grado di Vice Ispettore volendo<br />
così premiare la sola anzianità di circa<br />
7.000 unità nella sola Polizia di Stato, in<br />
ruolo usufruendo di precedenti riordini,<br />
e dimenticando qualsiasi valutazione dei<br />
percorsi di circa 9.000 sovrintendenti che,<br />
diversamente, per accedere allo stesso<br />
ruolo si sono sottoposti e hanno superato<br />
selezioni concorsuali e corsi di formazione.<br />
Si sottolinea inoltre l’incongruenza<br />
di una norma che, a rigor di logica e per<br />
comune senso meritocratico, dovrebbe<br />
contenere caratteri perequativi per l’intero<br />
ruolo Sovrintendenti oggetto di accorpamento<br />
con il ruolo Agenti e Assistenti,<br />
ma, contrariamente, ne considera meritevoli<br />
d’intervento meno che la metà con<br />
le modalità tutt’altro che meritocratiche<br />
sopra citate. Per questi motivi chiediamo<br />
che Ella, in sede di discussione dei progetti<br />
di legge che riguardano migliaia di<br />
appartenenti alle Forze di polizia, voglia<br />
vigilare affinché i principi meritocratici<br />
e le valutazioni premiali non passino in<br />
second’ordine, anche prevedendo idonee<br />
norme transitorie anche e soprattutto<br />
per il personale vincitore di concorso che<br />
ancor prima della Sua legge si è adeguato<br />
all’enunciato “principio di selettività e di<br />
concorsualità nelle progressioni di carriera”.<br />
Certi che saprà cogliere con sensibilità<br />
il senso della nostra missiva e adoperarsi<br />
per risolvere gli aspetti contrastanti della<br />
questione esposta, La ringraziamo per<br />
l’attenzione. Cordialmente.<br />
Il Presidente ed il Direttivo Sovritalia
Il Sindacato Polizia Nuova,<br />
di fronte alle ultime iniziative<br />
tendenti a creare le cd. RONDE<br />
formate da semplici cittadini<br />
esasperati e disperati dalle<br />
carenze endemiche dell’apparato<br />
<strong>Sicurezza</strong> e Giustizia, che<br />
vivono da oltre un decennio<br />
una lunga serie di continui<br />
tagli che ne hanno minato<br />
profondamente e seriamente<br />
le funzionalità ed efficienze,<br />
vuole suggerire di parlare<br />
della <strong>Sicurezza</strong>… QUELLA VE-<br />
RA!!!<br />
Escludendo, a priori, la<br />
scelta fatta, che risulterà oltremodo<br />
pericolosa e dannosa<br />
per gli stessi cittadini che sono<br />
arrivati quasi a farsi giustizia<br />
da soli, si chiede il perché<br />
non siano ancora stati coinvolti<br />
dei soggetti che praticano<br />
già la sicurezza da quasi<br />
un lustro ed è presente, come<br />
le Forze dell’Ordine, in tutto<br />
il territorio? Chi sono questi<br />
soggetti? Gli Istituti di Vigilanza,<br />
composti da personale formato e specializzato<br />
già nella sicurezza, quella<br />
privata, i vantaggi sarebbero infiniti<br />
perché questi Istituti di Vigilanza già<br />
collaborano con le Forze dell’ordine<br />
in tutte le ore, cosa già prevista dalla<br />
Legge, ed hanno già partecipato con<br />
alcune Prefetture a progetti di monitoraggio<br />
del territorio dimostrandosi<br />
gli occhi e una buona parte operativa<br />
dello Stato rafforzandone l’azione e<br />
l’efficacia nell’affiancamento alle Forze<br />
di Polizia.<br />
Tantissimi sono stati i risultati, le<br />
preparazioni e le professionalità dimostrate,<br />
perché non utilizzare per-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
sonale già specializzato anziché<br />
affidarsi a dei semplici<br />
cittadini che sono già minati<br />
nell’animo dalla rabbia, dalla<br />
paura, dal livore, dalla disperazione<br />
e dall’esasperazione?<br />
Con le ronde si vìolerà la Legge<br />
e si potrebbero avere conseguenze<br />
tragiche e catastrofiche<br />
oltre al timore che così<br />
tutto possa precipitare dove<br />
le leggi verranno annullate<br />
con una GIUSTIZIA FAI DA TE<br />
e la vita messa oltremodo in<br />
pericolo!!!<br />
La <strong>Sicurezza</strong> è un pianeta<br />
delicato e pericoloso e non si<br />
può improvvisare!!!<br />
Rispettiamo le Leggi già<br />
esistenti in materia e utilizziamo<br />
professionalità già<br />
provate ed eviteremo anche<br />
l’emorragia di posti di lavoro<br />
che questo “Comparto” sta vivendo<br />
da quasi un decennio.<br />
Se proprio vogliamo creare<br />
la tanto decantata e declamata<br />
sicurezza evitiamo tagli e sofferenze<br />
alle Forze dell’Ordine e se proprio<br />
si vuole che vengano ulteriormente<br />
tagliate, dimezzate e depotenziate allora<br />
si affidi la sicurezza non al primo<br />
sprovveduto che rischia di perdere la<br />
vita ed essere minacciato anche in famiglia<br />
ma affidarla a chi la sicurezza<br />
già la pratica da un lustro.<br />
<strong>Sicurezza</strong> sì<br />
ma con professionalità.<br />
p./La Segreteria Nazionale<br />
DI MARIA Pasquale<br />
Tel. 347.6743936<br />
fax 081.272211<br />
http://www.pnfi.altervista.org<br />
5511
“ SicuraMente<br />
”<br />
5522 RUBRICA<br />
La rubrica, affidata all’Ufficio Formazione ed Aggiornamento Professionale,<br />
in collaborazione con gli esperti volontari dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia,<br />
curata da Massimo Lattanzi, quadro della segreteria nazionale e psicologo psicoterapeuta.<br />
Questo spazio si prefigge una finalità tanto coraggiosa quanto importante quella di far ulteriormente<br />
avvicinare gli operatori delle Forze dell’Ordine all’universo delle scienze psicologiche.<br />
Il titolo della rubrica oltre ad essere di buon auspicio sembra unire il termine sicurezza alla parola mente.<br />
LO STALKING<br />
(atti persecutori art.612 bis<br />
codice penale)<br />
Nazionale sullo<br />
Stalking è un settore dell’Associazione<br />
di Psicologia e Cri-<br />
L’Osservatorio<br />
minologia, associazione di volontariato,<br />
fondato a Roma nel gennaio<br />
2002, la ricerca sullo stalking è iniziata<br />
nell’autunno del 2001.<br />
La volontà di creare una rete specifica<br />
sullo stalking e di aprire uno sportello anche<br />
a Milano, Pescara e Cagliari oltre quello<br />
di Roma, in collaborazione con il Sindacato<br />
di Polizia COISP e il supporto della<br />
FATER, è dettata dalle circa 8000 richieste<br />
di sostegno pervenute al Centro di Ascolto<br />
e Consulenza psicologica e legale sino a dicembre<br />
2008, molte delle quali non hanno<br />
potuto avere una risposta dalle altre strutture<br />
esistenti, perché assolutamente peculiari,<br />
non riferibili alla violenza di genere,<br />
fisica o sessuale; altre perché provenienti<br />
da persone di sesso maschile (i centri antiviolenza<br />
possono accogliere solo donne).<br />
Numerose richieste sono pervenute al<br />
Centro di Ascolto e Consulenza psicologica<br />
e legale da presunti autori, sia di sesso maschile<br />
che femminile, molte da condomini,<br />
da istituti di formazione e altre ancora da<br />
genitori/figli/fratelli che subiscono atti di<br />
stalking. Gli operatori volontari di tutte le<br />
sedi dell’Osservatorio sono impegnati a<br />
360° sullo stalking, si occupano del sostegno<br />
psicologico e legale delle persone (sia<br />
di sesso maschile che femminile) presunte<br />
vittime, della risocializzazione dei presunti<br />
autori, della prevenzione primaria e sensibilizzazione<br />
di preadolescenti, di ricerca,<br />
di sensibilizzazione della cittadinanza, di<br />
aggiornamento e supervisione degli operatori<br />
della sicurezza.<br />
I Centri di Ascolto e Consulenza sono<br />
attivi a Milano, Pescara e Roma. Numero<br />
nazionale 0644246573, attivo dal lunedì<br />
al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00.<br />
Nei fine settimana è attivo il 327460906.<br />
www.stalking.it<br />
INTRODUZIONE<br />
Lo stalking è una “produzione” delle<br />
relazioni interpersonali o meglio il prodotto<br />
distorto. Le relazioni interpersonali<br />
comprendono i rapporti di coppia, in famiglia,<br />
con gli amici/conoscenti, a scuola/<br />
università e sul posto di lavoro. Quando le<br />
persone comunicano non si scambiano solo<br />
delle informazioni, ma creano anche un<br />
rapporto, una relazione interpersonale. Poiché<br />
lo scambio di informazioni nel processo<br />
comunicativo si verifica sempre all’interno<br />
di una relazione tra persone, bisogna tener<br />
conto anche di alcune dimensioni che influiscono<br />
su di essa. Alcune ricerche hanno<br />
evidenziato in particolare due dimensioni:<br />
quella emozionale e del controllo, l’Osservatorio<br />
Nazionale sullo Stalking sottolinea<br />
quella della sicurezza (ONS, 2004).<br />
La dimensione controllo. Questa dimensione<br />
si esprime in un continuum che<br />
va dall’estrema dominanza alla sottomissione.<br />
Si verificano problemi in questa dimensione<br />
quando uno dei partner si pone<br />
in una situazione di autorità e dominio.<br />
In questa dimensione rientrano gli atti<br />
autoritari che tendono a sottomettere,<br />
gli atteggiamenti competitivi che mirano<br />
a definire chi ha maggiore competenza a<br />
prendere le decisioni.<br />
Le tendenze a dominare si manifestano<br />
spesso in modo non diretto e aperto,<br />
ma sottile e mascherato. Si parla del tipo<br />
“manipolatore”. Il manipolatore è colui<br />
che, in una relazione sociale, controlla se<br />
stesso e gli altri utilizzando comportamenti<br />
ingannevoli.<br />
I soggetti che manipolano conducono<br />
le relazioni con gli altri in funzione dei
COS’È LO STALKING<br />
Lo Stalking è una manifestazione<br />
comportamentale sostanzialmente psicologica.<br />
I comportamenti persecutori si<br />
esplicano con atteggiamenti, manipolativi,<br />
minacciosi e di controllo. Sono comportamenti<br />
assolutamente peculiari, non<br />
riferibili alla violenza di genere, fisica o<br />
sessuale (O.N.S., 2002)<br />
COS’È LO STALKING 2<br />
Lo stalking è vasto campionario psico<br />
comportamentale che identifica intrusioni<br />
costanti nella vita pubblica e privata di<br />
una o più persone. Tali intrusioni incutono<br />
paura e procurano esiti psicologici e relazionali<br />
gravi. Può nascere come complicazione<br />
di una qualsiasi relazione (O.N.S.,<br />
2002).<br />
Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />
I Centri di Ascolto e Consulenza sono<br />
attivi a Milano, Pescara e Roma. Numero<br />
nazionale 0644246573, attivo dal lunedì al<br />
venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Nei<br />
fine settimana è attivo il 327460906.<br />
www.stalking.it<br />
www.stalking.it<br />
Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />
Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />
La volontà di creare una rete anti stalking<br />
in collaborazione con il Sindacato di<br />
Polizia COISP, la FATER spa e la FASTWEB,<br />
è dettata dalla circa 8000 richieste di consulenza<br />
psicologica e legale ricevute sino<br />
a dicembre 2008.<br />
Osservatorio Nazionale sullo Stalking<br />
propri p bisogni; quindi, in modo esplicito<br />
o implicito, diventano direttivi, rendendo<br />
d impossibili forme di comunicazione<br />
appropriate a e paritarie. Circa l’80% degli<br />
stalkers s sono dei manipolatori (Centro Presunti<br />
s Autori - Unità Analisi Psico Comportamentale,<br />
t Lattanzi, 2007).<br />
La dimensione emozionale. Nel processo<br />
c della comunicazione molto importanti<br />
t sono gli atteggiamenti che una persona<br />
s sperimenta nei confronti di un’altra.<br />
Secondo S questa dimensione ha grande<br />
importanza im l’accettazione dell’altro, la fiducia<br />
d nelle sue potenzialità, il rispetto e<br />
la considerazione positiva. La comunicazione<br />
z affettiva può essere ostacolata da<br />
diversi d fattori.<br />
Ad esempio può essere ostacolata con<br />
la sua continua richiesta di valutazioni positive<br />
s da parte degli altri. Anche il modo<br />
in cui la persona viene valutata dagli altri<br />
può p creare barriere comunicative; infine,<br />
l’attitudine l’ a interpretare e censurare causa<br />
s altri disturbi alla comunicazione poiché<br />
chi ch riceve il messaggio si sente svalutato e<br />
rifiutato, ri come se l’altro (attraverso la comunicazione<br />
m non verbale) gli dicesse “tu<br />
non n esisti!”.<br />
La dimensione sicurezza. Questa dimensione<br />
m descrive il vissuto comune a<br />
molte m persone interessate dallo stalking.<br />
Le L informazioni raccolte dall’Osservatorio<br />
Nazionale N sullo Stalking, sia da presunte<br />
vittime v che da presunti autori dello stal-<br />
E’ stata attivata una rubrica on line denominata RealMente, visibile sul portale COI-<br />
SP, che affronterà in modo diretto e realistico, tematiche inerenti la criminologia, la psicologia,<br />
la sicurezza e la cronaca.<br />
Se vuoi diventare un nostro reporter o creare una redazione remota invia una mail<br />
a info@criminalmente.it.<br />
Centro di Ascolto e Consulenza, per operatori della sicurezza e familiari che vivono<br />
un disagio individuale di coppia e lavorativo. Dal lunedì al venerdì ore 10.00/19.00 –<br />
0644246573. E’ possibile fissare colloqui di sostegno gratuiti.<br />
Collaborazioni: per attività formative, ricerche e apertura nuove sedi: info@criminalmente.it<br />
Eventi: tutto su www.criminalmente.it – www.stalking.it<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
king, evidenziano che queste persone vivono,<br />
di solito, le relazioni interpersonali<br />
in maniera insicura.<br />
L’ONS approfondisce in modo particolare<br />
la natura degli stili di attaccamento<br />
delle persone che si rivolgono al Centro.<br />
Gli stili di attaccamento che è stato possibile<br />
evidenziare dal campione sono denominati<br />
dalla letteratura insicuro ambivalente<br />
ed insicuro evitante. Le persone con<br />
questi stili nutrono un continuo senso di<br />
insicurezza nelle relazioni.<br />
COS’È LO STALKING<br />
Lo Stalking è una manifestazione comportamentale<br />
insistente essenzialmente<br />
psicologica che si esplica con comportamenti<br />
persecutori, atteggiamenti minacciosi<br />
e di controllo nei confronti di una o<br />
più persone. Il presunto autore può essere<br />
un partner o un ex partner, un conoscente,<br />
di rado un perfetto sconosciuto. Tali agiti<br />
generano nella presunta vittima paura<br />
e preoccupazione, ne violano la privacy e<br />
possono rappresentare un serio pericolo<br />
per l’incolumità personale. Lo stalking è<br />
quindi un vasto campionario psico comportamentale<br />
che identifica intrusioni<br />
costanti nella vita pubblica e privata di<br />
una o più persone. Tali intrusioni incutono<br />
paura e procurano esiti psicologici<br />
e relazionali gravi. Può nascere come<br />
complicazione di una qualsiasi relazione<br />
(O.N.S. 2002). Il campionario può spaziare<br />
dall’invio di sms, e-mail, fiori e regali non<br />
graditi; continue telefonate, appostamenti,<br />
pedinamenti, danneggiamenti e molto<br />
altro. Le dinamiche dello stalking sono assolutamente<br />
peculiari, non possono essere<br />
accomunate in modo lineare alla violenza<br />
di genere. Solo il 5% circa dei presunti autori<br />
soffre di una psicopatologia grave, circa<br />
il 70% ha un’organizzazione borderline<br />
di personalità che si manifesta essenzialmente<br />
nella relazioni interpersonali<br />
Nella prossima rubrica sarà specificata<br />
la realtà italiana e saranno riportati i dati<br />
delle ricerche nella popolazione adulta e in<br />
quella degli adolescenti e pre adolescenti.<br />
Ufficio Formazione ed Aggiornamento<br />
Professionale COISP<br />
Istituito nel 2007 si prefigge come<br />
obiettivo principale il benessere dell’operatore<br />
di Polizia e dei familiari. A questo<br />
proposito organizza attività formative,<br />
informative e di sensibilizzazione in tutta<br />
Italia.<br />
5533
Il Ministro Carfagna firma la convenzione con i Carabinieri ma dimentica<br />
che il primo disegno di legge fu presentato proprio su proposta del <strong>Coisp</strong><br />
LO STALKING<br />
DIVENTA REATO<br />
di Giulia ZAMPINA<br />
Da qualche mese a questa parte<br />
si torna a parlare di stalking,<br />
con una trovata legislativa<br />
che dimentica il lavoro fatto<br />
nel passato e che serve a tirar fuori dal<br />
cilindro magari una duplicazione di interventi<br />
non certamente risolutivi.<br />
“Capiamo – dice Franco Maccari, segretario<br />
generale del <strong>Coisp</strong> – che ci sono<br />
alcuni ministri di questo Governo che hanno<br />
bisogno di visibilità e cercano di averla<br />
nei modi che ritengono più opportuni<br />
Perseguitare<br />
qualcuno<br />
molestandolo<br />
anche a parole puo’<br />
costare caro<br />
5544 STALKING
e congeniali. In questo sono aiutati da<br />
rappresentanti delle forze dell’ordine<br />
che, con altrettanta foga di apparire dimenticano<br />
e si assumono paternità per<br />
cose che non hanno fatto. Ma sarebbe,<br />
quanto meno opportuno, per non dire<br />
corretto e giusto che, quando ci si incammina<br />
per un percorso sconosciuto si<br />
abbia il buon senso di informarsi se c’è<br />
stato già qualcuno che per quella strada<br />
si è già incamminato e magari ha toccato<br />
delle tappe importante. Non vorremmo<br />
deludere il ministro Carfagna il suo<br />
Governo e i colleghi dell’Arma che si<br />
vantano di aver costituito l’Ons ( i carabinieri<br />
anti-stalking:). L’iniziativa è stata<br />
promossa in virtù di un protocollo d’intesa<br />
siglato a gennaio tra il ministro della<br />
Difesa, Ignazio La Russa e il ministro<br />
per le Pari Opportunità, Mara Carfagna,<br />
a cui era seguita una convenzione tra il<br />
comando generale e il dipartimento per<br />
le Pari Opportunità. Peccato che i colleghi<br />
dell’Arma hanno però dimenticato<br />
di ricordare che fu presentato con l’On.<br />
Michele Cossa il primo ddl, pensato con<br />
l’apporto del Sindacato di Polizia <strong>Coisp</strong><br />
per la formazione centinaia di operatori<br />
delle Forze dell’Ordine. Questa è esperienza!<br />
Dimenticare è diabolico!!<br />
Ma soprattutto – conclude Maccari<br />
– non avere l’umiltà di confrontarsi è<br />
un errore che chi ha pretese di governare<br />
democraticamente non può permettersi”.<br />
Fin qui la posizione del <strong>Coisp</strong><br />
sull’evoluzione degli accadimenti in<br />
merito al reato di stalking. Ma vediamo<br />
più da vicino di che cosa si tratta e quali<br />
sono i limiti di punibilità di questo reato<br />
Il molestatore, l’assassino, il violentatore,<br />
raramente ha un volto sconosciuto.<br />
La maggior parte delle violenze sessuali<br />
sulle donne è commesso da conoscenti,<br />
parenti, amici, ex fidanzati, ex mariti. E<br />
frequentemente si tratta di violenze annunciate<br />
dalle telefonate ossessive, dai<br />
pedinamenti, dalle minacce, da un’invadenza<br />
degli spazi personali che si fa<br />
sempre più pressante. In gergo si chiama<br />
stalking (in inglese persecuzione,<br />
pedinamento). “Atti persecutori”, così<br />
sono definiti nel disegno di legge approvato<br />
dal Consiglio dei Ministri: saranno<br />
un vero e proprio reato, non più un fastidio<br />
contro il quale era inutile appellarsi.<br />
Fino a 4 anni di reclusione le pene<br />
previste, fino all’ergastolo se le minacce<br />
si concretizzano e la vittima muore. La<br />
proposta è stata portata in Cdm dai ministri<br />
della Giustizia Angelino Alfano e<br />
da quello delle Pari Opportunità Mara<br />
Carfagna. “L’introduzione del reato di<br />
stalking mette l’Italia al passo con gli<br />
altri paesi che hanno già legiferato in<br />
proposito” ha detto Carfagna, “la tutela<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
delle vittime delle molestie insistenti è<br />
necessaria per la prevenzione di violenza<br />
sessuale e omicidi passionali”.<br />
Da una recente ricerca citata dal<br />
guardasigilli Alfano “risulta che su 300<br />
crimini commessi tra partner o ex partner,<br />
l’88% ha come vittime le donne e,<br />
nel 39% dei casi, si tratta di crimini annunciati<br />
poiché si consumano dopo un<br />
periodo più o meno lungo di molestie’’.<br />
Un’attività persecutoria che attualmente<br />
è punita con sanzioni penali modeste.<br />
Per l’Osservatorio nazionale stalking<br />
le molestie in un caso su due sono<br />
a opera di ex mariti, ex conviventi, ex<br />
fidanzati, ma possono essere compiute<br />
anche da conoscenti, colleghi o estranei:<br />
almeno il 20 per cento di italiani,<br />
soprattutto donne, ne sono stati vittime<br />
dal 2002 al 2007. Nel provvedimento varato,<br />
si stabilisce che “il reato consiste<br />
‘nel porre in essere minacce reiterate o<br />
molestie con atti tali da creare nella vittima<br />
un perdurante stato di ansia o paura<br />
o un fondato timore per l’incolumità<br />
propria o di persona legata da relazione<br />
affettiva o a costringerlo ad alterare le<br />
proprie abitudini di vita’’.<br />
I limiti della pena sono stati adeguati<br />
alla gravità del reato (da uno a<br />
quattro anni) e possono essere aumentati<br />
‘’se il fatto è commesso dal coniuge<br />
legalmente separato o divorziato o da<br />
persona che sia stata legata alla vittima<br />
da relazione affettiva’’. La pena inoltre<br />
è aumentata da un terzo alla metà ‘’se<br />
il fatto è commesso ai danni di un minore’’,<br />
se a compierlo è una persona armata<br />
o mascherata, e, infine, si tratta di<br />
una violenza ‘’di gruppo’’.<br />
5555
di Giulia ZAMPINA<br />
Il lavoro dei poliziotti impegnati<br />
nel contrasto al traffico di droga,<br />
costantemente sulle strade,<br />
a volte costretti a infiltrarsi nelle<br />
strette maglie della malavita, per<br />
sradicarne i giri criminali, ora arriva<br />
sul grande schermo con il film<br />
Sbirri, interpretato da Raul Bova<br />
L’attore recita nel ruolo di un giornalista<br />
che dopo la morte del figlio sedicenne,<br />
per una pasticca di ecstasy, svolge un’inchiesta<br />
nella squadra speciale della polizia<br />
che combatte lo spaccio di droga a<br />
Milano. La novita’ del film e’ che tutte le<br />
operazioni inserite nel lungometraggio<br />
sono vere e con poliziotti veri. Per realizzare<br />
il film “Sbirri”, Raul Bova è stato<br />
realmente tra gli agenti in incognito<br />
della Polizia di Milano: travestito e reso<br />
irriconoscibile, Raul Bova ha filmato<br />
con una videocamera le vere azioni dei<br />
556 556 6<br />
CINEMA<br />
Grande successo per il film “Sbirri”<br />
Quando la realtà<br />
supera la fantasia<br />
Il lavoro della squadra<br />
antidroga di Milano<br />
diventa un film<br />
verita’ interpretato<br />
da Raul Bova<br />
poliziotti infiltrati tra gli spacciatori. E’<br />
stato per un mese lo spettatore-reporter<br />
di veri arresti, sequestri, pedinamenti,<br />
irruzioni e tragedie adolescenziali reali.<br />
La fiction del film “Sbrirri” si mescola<br />
quindi alla realtà: In questo senso il film<br />
“Sbirri” è un esperimento senza precedenti:<br />
rappresenta una fusione della fiction<br />
nella realtà. Una parte delle scene<br />
del film è recitata, ma la parte dominante<br />
del film “Sbirri” è rappresentata dalle
scene della reale attività della squadra<br />
speciale della polizia antidroga di Milano,<br />
a cui si è aggregato il reporter tv<br />
Matteo Gatti:. Il film “ Sbrirri “ è quindi<br />
una contaminazione riuscita tra le vicende<br />
reali filmate in presa diretta dei<br />
poliziotti antidroga di Milano e la storia<br />
privata del personaggio di Matteo<br />
Gatti. Il regista del film “Sbirri” Roberto<br />
Burchielli conferma il grande impegno<br />
di Raul Bova per la realizzazione del<br />
film. In una delle prime operazioni rea-<br />
li con la squadra di agenti antidroga di<br />
Milano, dopo sei ore di appostamenti è<br />
scattato il blitz e Raul Bova si è sentito<br />
male: ha visto finire in manette un ragazzino<br />
minorenne che vendeva pacchi<br />
di pasticche. In quell’ occasione Raul<br />
Bova è realmente e umanamente crollato<br />
vomitando; la scena è stata filmata e<br />
inserita nel film proprio a testimonianza<br />
della durezza dell’ impatto con una<br />
realtà come il mondo della droga tra gli<br />
adolescenti.? Il regista Roberto Burchielli<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
LA TRAMA DEL FILM<br />
“SBIRRI” ? Matteo Gatti (Raul Bova) è un<br />
giornalista Tv che, dopo aver perso il figlio<br />
per droga, decide di indagare e svolgere<br />
un’ inchiesta. Matteo viene quindi<br />
accolto nella Squadra Speciale della Polizia<br />
che combatte lo spaccio di droga a<br />
Milano. Matteo Gatti compie quindi un<br />
viaggio reale nel mondo della droga tra<br />
gli adolescenti alla ricerca dei motivi della<br />
morte del figlio e alla ricerca del colpevole.<br />
Il viaggio nel mondo reale della droga<br />
è anche un viaggio nel senso di colpa<br />
di Matteo Gatti e del suo sentirsi un genitore<br />
inadeguato. Matteo conosce e vede<br />
tutti gli aspetti del fenomeno droga: l’<br />
espansione in tutte le classi sociali e tra<br />
ragazzi sempre più giovani. Ma Matteo<br />
Gatti conosce anche in prima persona la<br />
vita dei poliziotti che quotidianamente<br />
mettono a rischio la propria vita.<br />
coltivava da tempo l’ idea di contaminare<br />
la fiction con la realtà per realizzare un<br />
film-verità sulla scia di film come “Stato di<br />
paura” e “Cocaina”. L’ idea di Burchielli era<br />
realizzare un film mantenendo dominante<br />
la realtà dei fatti. .?”Sbirri” è un film che<br />
vuole raccontare una storia di attualità in<br />
modo vero e diretto: è un film con la credibilità<br />
e l’ autorevolezza che di solito solo<br />
i documentari riescono ad avere. “Sbirri”<br />
porta lo spettatore dentro la realtà del<br />
mondo dello spaccio di droga e lo fa vivere<br />
in prima persona.<br />
5577
5588 SINDACALISMO AUTONOMO IN POLIZIA<br />
di Carmine FIORITI<br />
LA VERA STORIA - VI PARTE<br />
IL PRIMO CONGRESSO<br />
NAZIONALE<br />
Visti i successi ottenuti in tempi brevi,<br />
l’Esecutivo del Comitato decise<br />
che era ora di organiz zarsi su scala<br />
nazionale con un congresso. Congresso<br />
che venne indetto presso la “Domus<br />
Pacis” di Roma nei giorni 16 e 17 novembre.<br />
“Amici,<br />
per dare forza alla nostra voce, per<br />
conoscerci, per comprenderci e per meglio<br />
organizzarci è necessario vederci tutti<br />
al più presto. Pertanto, due delegati per<br />
ogni provincia devono essere presenti a<br />
Roma presso la sala convegno della Domus<br />
Pacis nei giorni 16 e 17 novembre”.<br />
Così l’invito al 1° Congresso.<br />
La macchina organizzativa del comitato<br />
si mise celermente in moto e, mentre la<br />
commissione interni della Camera ultimava<br />
i lavori di unificazione dei testi delle varie<br />
proposte di riforma,il 2 ottobre presso il palazzo<br />
dello sport di Roma un migliaio di poliziotti<br />
legati alle confederazioni CGIL,CISL e<br />
UIL si diede convegno per chiedere che il testo<br />
della commissione parlamentare prevedesse<br />
la possibilità di unione tra sindacato<br />
di Polizia e sindacati esterni.<br />
II congresso della Domus Pacis<br />
costituì,pertanto, una indiretta risposta al<br />
convegno del Palsport.<br />
“No a CGIL,CISL e UIL, NO agli altri sindacati”<br />
fu il motto del congresso caratteriz-<br />
La sala della Domus Pacis nei giorni 16 e 17 novembre 1977<br />
zato alla vigilia dall’unanime convinzione,<br />
più volte poi espressa dai delegati, che “in<br />
una vera democrazia non ha ragione chi urla<br />
di più, ma chi ragiona meglio”.<br />
La mattina del 16 novembre la sala<br />
della domus pacis brulicava di poliziotti<br />
in borghese. Vecchi e nuovi si abbracciavano,<br />
si stringevano, si facevano coraggio.<br />
Alle 9.30 precise la presidenza del congresso,<br />
composta dall’Appuntato De Angeli di<br />
Gorizia,dal vice Questore Sabellotti di Roma,<br />
dal dr.Arcuri di Benevento, dal Capitano<br />
Mendola di Milano, dal maresciallo Macrì di<br />
Reggio Calabria, dall’assistente Angela Curti<br />
di Modena e dal commissario Alberto Rodri-<br />
guez di Milano, prendeva posto sull’apposito<br />
tavolo.<br />
Apre i lavori Guido Mendola e l’assemblea<br />
si ristora, si toglie di dosso quella paura<br />
che all’inizio aveva attanagliato un pò tutti.<br />
Ed è una vera e propria esplosione allorquando<br />
Mendola ebbe a dire:”Non sappiamo<br />
quanti siamo,quanti possano volere un<br />
sindacato autonomo. Altri fanno le statistiche.<br />
Noi i numeri non li abbiamo fatti e mai<br />
li abbiamo dati. Ai politici chiediamo di non<br />
sbagliare. Con un errore non si rimedia ai<br />
mille errori che sono stati commessi. La solidarietà<br />
non si manifesta con le corone,né<br />
con i soliti telegrammi sempre uguali”.
II microfono passa alla guardia Fioriti<br />
per la relazione introduttiva.<br />
Il ventitreenne agente spiega le motivazioni<br />
dell’autonomia, lancia non poche accuse<br />
di tentativo di politicizzazione della polizia<br />
e definisce le linee strategiche del comitato.<br />
“Noi non vogliamo che questa riforma sia la<br />
espressione di atteggiamenti emotivi e demagogiche!,<br />
di pressioni corporative o di interessi<br />
di rivincite categoriali o di conservazione<br />
ad ogni costo di alcune posizioni di privilegio,<br />
affermò Fioriti. Non vogliamo, insomma,che<br />
nella riforma di P.S. si trasferiscano i vizi più<br />
collaudati del Paese e la parte peggiore del<br />
patteggiamento politico”.<br />
Le linee del costituendo sindacato autonomo<br />
furono da tutti sottolineate con un<br />
crescendo applauso di assenso:”Revisione<br />
del T.U. di PS; definizione dei ruoli e delle<br />
competenze delle Prefetture; efficiente regolamento<br />
carcerario; una rigorosa efficacia e<br />
coerenza della Magistratura”.Questi i punti<br />
che dovevano essere da cornice alla riforma<br />
di PS, la quale non avrebbe dovuto essere<br />
considerata nel suo aspetto riduttivo e superficiale<br />
del sindacato di polizia.<br />
Dopo la relazione introduttiva di Fioriti<br />
il prof. Elio Fazzalari, docente di procedura<br />
civile all’Università di Roma,prendendo la<br />
parola, sottolineò l’esigenza di una riforma<br />
che non sconfinasse in una politicizzazione<br />
della Polizia per cui a maggior ragione<br />
“l’art.98 della Costituzione deve rivolgersi<br />
alla nuova polizia con maggiore incisività”.<br />
“La Polizia - concluse Fazzalari - deve essere<br />
tenuta fuori dalla mischia politica”<br />
A spiegare le caratteristiche dei vari modelli<br />
sindacali per la Polizia ci pensò il Prof.<br />
Guido Zangari,avvocato e costituzionalista.<br />
Zangari sottolineò l’esigenza che il sindacato<br />
di polizia “deve essere regolato dalla legge;<br />
legge non come limite, ma come una garanzia.Ed<br />
in questo senso deve essere inteso<br />
il divieto di affiliazione ad altri sindacati”.<br />
Sul tema del coordinamento tra le<br />
varie forze di polizia fece la sua prima<br />
ufficiale apparizione il vice questore Virgilio<br />
Fichera di Cagliari. Il dirigente della<br />
squadra mobile sarda incentrò subito il<br />
discorso sul nodo cruciale del problema:<br />
rapporti tra Questori e Prefetti.”E1 necessario<br />
- precisò - che si delineino con precise<br />
norme di legge il coordinamento periferico<br />
tra i vari corpi di polizia, che si assicuri<br />
l’unità di indirizzo politico (Prefetture) ed<br />
operativo(Questure) non tralasciando di<br />
precisare i rapporti di dipendenza funzionale<br />
tra i capi di questi due uffici”.<br />
L’inquadramento del personale e l’arruolamento<br />
furono evidenziati dai marescialli<br />
Vighini di Cremona e da Giuseppe<br />
Bianchini di Alessandria. Bianchini tenne<br />
a sottolineare il desiderio del cittadino di<br />
avere la certezza che ogni poliziotto sappia<br />
fare il suo mestiere.”Non si possono<br />
inviare nei reparti coloro che non sappiano<br />
con sicurezza come operare. Non<br />
bastano 12 mesi di istruzione, ne occorrerebbero<br />
18,articolati in tre cicli di sei mesi<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Da sinistra il Quest. Arcuri, il Cap. Mendola, il Prof. Fazzalari e il M.llo Macrì Il V.Quest. Caracciolo e l’Ass. P.F. Molinari<br />
Il Prof. Guido Zangari<br />
ciascuno: istruzione, specializzazione nei<br />
servizi, applicazione pratica”.<br />
Su questi temi e su quelli toccati dagli<br />
altri relatori si susseguirono gli interventi dei<br />
delegati, mentre quattro commissioni si riunirono<br />
per fornire risposte sui problemi:<br />
a)- aspetti della Riforma;<br />
b)- reclutamento,formazione ed aggiornamento<br />
professionale;<br />
e)- politica del personale;<br />
d)- commissione elettorale per l’elezione<br />
del Consiglio nazionale del comitato.<br />
Degni di menzione, per contenuti e<br />
passione, gli interventi della assistente<br />
Curti, della guardia De Biasi, Del M.llo Vitale,<br />
del M.Ilo Pesce, del Brigadiere Macrì,<br />
del brigadiere Suppa, dell’appuntato Carluccio,<br />
del brigadiere Orologio, dell’appuntato<br />
Patti, del dr.Blotta, del dr.Arcuri, del<br />
M.llo Spallino, del M.llo Raneri, dell’Appuntato<br />
Risicato, del Brigadiere Eleuteri,<br />
dell’appuntato Rivetti, del dr.Di Mambro,<br />
del brigadiere Bisacco, dell’appuntato Calistu,<br />
del M.Ilo Perretti, del M.llo Buscemi,<br />
del tenente Moriani, del Capitano Lo Scalzo,<br />
del dr.Sabellotti, della guardia Sartori e<br />
dell’appuntato Di Foggia.<br />
Vice Presidente Co.I.S.P.<br />
5599
6600 SPEAKER’S CORNER<br />
CACCIA ALLO SBIRRO!<br />
Da che mondo è mondo la creazione<br />
di un archivio di dati<br />
su poliziotti, magistrati e<br />
quanti operano nei settori<br />
che maggiormente incidono sulla sfera<br />
delle libertà dei cittadini, è sempre<br />
stato un sport, non diffuso, ma ampiamente<br />
praticato da settori rivoluziona-<br />
Di tutto<br />
un pò<br />
di Carmine FIORITI<br />
Vice Presidente Co.I.S.P.<br />
CACCIA ALLO SBIRRO:<br />
Reprimere duramente questa attività .<br />
senza mai più darle una mano!<br />
Manifesto degli ultras degli stadi<br />
ri o meramente delinquenziali.<br />
Quindi nulla<br />
di nuovo sotto questo<br />
cielo! Il fatto, pero’, non<br />
può passare inosservato<br />
e non può non indurci<br />
a delle riflessioni<br />
necessarie in un simile<br />
contesto. Innanzitutto<br />
tutto la nostra organizzazione<br />
deve fare i conti<br />
con il nuovo che avanza<br />
tecnologicamente ed in<br />
maniera assai veloce.<br />
Per contro i nostri sistemi<br />
appaiono molto lenti<br />
e, a volte, incapaci di far<br />
fronte a situazioni nuove<br />
che si creano di giorno<br />
in giorno. C’è da capire, poi, a chi<br />
tocca ricercare e prevenire questo tipo<br />
di attività. Una volta era la Digos e, secondo<br />
noi, dovrebbe esserlo ancora, soprattutto<br />
perché, in linea di massima,<br />
la finalità di chi pone in essere azioni<br />
di archiviazione dei nostri dati è quella<br />
della sovversione o eversione; ovvero<br />
dell’attività terroristica internazionale.<br />
Quindi, grazie a questo caso, finalmente<br />
le Digos dovranno essere riviste dac-<br />
capo dal momento che,<br />
ormai è tantissimo tempo,<br />
vanno alla ricerca<br />
di una propria identità<br />
quanto mai necessaria<br />
in un momento come<br />
questo. Poi c’è da essere<br />
duri, durissimi, come<br />
accade in altri Stati affini<br />
al nostro: chi colpisce<br />
un poliziotto, un carabiniere,<br />
un magistrato,<br />
in qualsiasi modo, deve<br />
ben conoscere a cosa<br />
va incontro. Una fine<br />
sicuramente non come<br />
quella attuale; una fine<br />
che deve incutere quel<br />
timore e quella paura<br />
senza le quali difficilmente cesseranno<br />
le ostilità che si registrano non solo su<br />
internet, ma anche allo stadio, anche<br />
in qualsiasi dimostrazione di piazza,<br />
proprio ora che tornano in voga e si risentono<br />
slogans di infausta memoria.<br />
Chi colpisce un poliziotto deve essere<br />
colpito tre volte: una volta perché ha<br />
colpito un suo simile; una volta perché<br />
ha colpito il suo Stato; una volta perché<br />
deve essere da monito per gli altri.
Se non si ha il<br />
coraggio di<br />
una legislazione<br />
penale<br />
speciale ,nel<br />
senso di difendere<br />
chi difende<br />
lo Stato,<br />
si abdica ad una<br />
funzione essenziale<br />
che è quella della difesa<br />
delle regole che democraticamente ci<br />
siamo imposti per andare avanti in pace<br />
e nella legalità.<br />
Consentire o colpire blandamente<br />
chi raccoglie informazioni sui poliziotti<br />
o su uomini di altre forze , significa<br />
andare in quest’ultima direzione.<br />
Pertanto occorre invertire la rotta e<br />
cominciare a dare “quei segnali forti”<br />
che nessun legislatore ha mai voluto<br />
garantire ai poliziotti: individuare nel<br />
corpo della legge penale italiana una<br />
pena davvero deterrente per chi compie<br />
azioni come quelle in esame, e poi<br />
– ovviamente – applicarla. Forse cosi’<br />
qualcosa riusciamo a tutelare e forse<br />
qualche imbecille desisterà sul nascere<br />
dal compiere certi tipi di azioni che,<br />
oggi, avvengono con internet, ieri attraverso<br />
schedari manuali.<br />
Non a caso,infatti, in tutti i covi delle<br />
BR, dei NAR, e di tutte le altre sigle<br />
terroristiche , si rinvenivano schedari<br />
con foto e nomi di poliziotti o magistrati<br />
che sarebbero stati oggetto, poi,<br />
di attentati o di altre attenzioni. Ed in<br />
quegli anni prese corpo la legislazione<br />
d’emergenza attraverso l’applicazione<br />
della maggiorazione di un terzo della<br />
pena grazie all’aggravante del terrorismo.<br />
Ecco, oggi, un reato specifico per<br />
tali fatti con varie aggravanti e con<br />
una pena severa congiunta al pagamento<br />
di una ingente somma come<br />
multa ( il tirar fuori tanti soldi<br />
fa sempre piu’ paura del carcere<br />
per talune persone) potrebbe<br />
limitare il fenomeno e farlo<br />
man mano scomparire grazie<br />
ad una rinnovata attività delle<br />
Digos, che dovrebbero, comunque,<br />
prendere maggiore coscienza<br />
delle attività che si svolgono<br />
via internet, ovviamente per la parte<br />
che le riguarda.<br />
Ma, al di là di queste considerazioni<br />
“di servizio”, v’è da aggiungere la<br />
facilità con la quale è possibile, oggi,<br />
reperire immagini e nominativi dei poliziotti.<br />
Passi le foto che vengono raccolte<br />
in occasione di servizi di ordine<br />
pubblico, ma non si può certo dire che<br />
noi tutti ( Polizia e Carabinieri soprattutto<br />
) abbiamo degli atteggiamenti<br />
cosi’ riservati da meravigliarci per un<br />
fatto del genere. Non a caso, ormai, ancor<br />
prima di effettuare una operazione<br />
di polizia, si pianificano le successive<br />
conferenze stampa. Non a caso c’è una<br />
corsa sfrenata all’apparizione nei Tg<br />
che, di fatto, crea immagini da poter<br />
raccogliere e immagazzinare. Non a<br />
caso, ormai, sulle scene del crimine<br />
compaiono telecamere e microfoni che<br />
intervistano e filmano operatori di po-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
lizia e dei Carabinieri che si prestano a<br />
svolgere una funzione da attori. Non a<br />
caso ogni conferenza stampa è costituita<br />
da un nugolo di persone, in uniforme<br />
e non, che fanno da cornice al capo<br />
della squadra ed al magistrato che<br />
rilasciano dichiarazioni. Tutte queste<br />
attività, ovviamente, avvantaggiano i<br />
raccoglitori di immagini dei poliziotti.<br />
Individuare,poi, nomi e cognomi, indirizzi<br />
ed altre cose è un fatto successivo<br />
e neppure tanto complicato.<br />
Con ciò non si vuole limitare l’attività<br />
di valorizzazione di immagine<br />
di polizia e carabinieri; ma certo è che<br />
una limitazione va posta proprio per<br />
evitare di facilitare attività che possono<br />
ripercuotersi contro. Una piccola<br />
limitazione, una pena severa per un<br />
reato da meglio identificare ed una<br />
rinnovata attività delle squadre Digos<br />
dovrebbero ripristinare quella serenità<br />
operativa e funzionale, quanto mai<br />
necessaria, all’interno delle strutture<br />
della polizia di stato e dei carabinieri,<br />
fortemente scossi dalle notizie dei<br />
cacciatori di immagini e di indirizzi.<br />
Andare giù duri per chi va a caccia<br />
dello sbirro; ma non dare neppure<br />
una mano involontaria a questa caccia<br />
eversiva.<br />
6611
6622 SINDACATO<br />
NEWS SINDACALE<br />
ACCORDO CONTRATTUALE: DAL GOVERNO VUOTO TRIONFALISMO!!!<br />
“La sottoscrizione dell’accordo sul<br />
contratto delle Forze di Polizia e delle<br />
Forze Armate consente di ottenere, anche<br />
se tardivamente, degli effetti positivi<br />
per gli Operatori della <strong>Sicurezza</strong>. D’altro<br />
canto riteniamo completamente fuori<br />
luogo il trionfalismo di alcuni esponenti<br />
del Governo, che non ha certo dimostrato<br />
con i fatti quella grande sensibilità nei<br />
confronti delle Forze dell’Ordine di cui<br />
il centrodestra continua a riempirsi la<br />
bocca!”. E’ quanto dichiara il Franco<br />
Maccari, Segretario Generale del COISP<br />
– il Sindacato Indipendente di Polizia,<br />
dopo la chiusura della coda contrattuale<br />
per il comparto <strong>Sicurezza</strong> e Difesa. “Oggi<br />
– dice Maccari - non abbiamo fatto altro<br />
che apporre una sigla in calce a un’intesa<br />
Il COISP: “Un dato che dovrebbe far<br />
riflettere Istituzioni e cittadini!”<br />
Le buone notizie oggi arrivano dal<br />
dato emerso da un sondaggio effettuato<br />
dall’Ispo di Renato Mannheimer, secondo<br />
il quale le Forze dell’Ordine, in particolare<br />
Polizia e Carabinieri, sono al primo posto<br />
con un “rating” dell’82% nella fiducia<br />
degli italiani. “E questo – dice Franco<br />
Maccari, Segretario Generale del COISP<br />
– il Sindacato Indipendente di Polizia –<br />
a dispetto di tutti i surrogati di sicurezza<br />
“Una buona notizia, che da la<br />
sensazione di passi avanti compiti<br />
in direzione delle vere esigenze<br />
degli Operatori del Comparto<br />
<strong>Sicurezza</strong>”. Così Franco Maccari,<br />
Segretario Generale del COISP – il<br />
Sindacato Indipendente di Polizia,<br />
commenta quanto diffuso in una<br />
nota della Presidenza del Consiglio<br />
già raggiunta con il Governo Prodi, così<br />
come dal precedente esecutivo sono<br />
stati destinati al Comparto <strong>Sicurezza</strong> i<br />
fondi, esigui, previsti dal nuovo accordo.<br />
Il centrodestra, pertanto, ad oggi non ha<br />
dato un solo euro alle Forze di Polizia<br />
né alle Forze Armate. Persino l’aumento<br />
del valore dei buoni pasto che passano<br />
da 4,65 euro a 7 euro, finalmente<br />
riconosciuto dopo anni di ritardo, è<br />
frutto della concertazione con il Governo<br />
Prodi!”. - Dice ancora il leader del <strong>Coisp</strong><br />
- “Vogliamo far presente al ministro La<br />
Russa, probabilmente male informato,<br />
che gli ‘importanti benefici economici’<br />
per i 600 mila operatori del Comparto<br />
<strong>Sicurezza</strong> sono ben distanti dall’aumento<br />
di 160 euro mensili lordi di cui parla:<br />
come pseudo ronde o dispiegamento<br />
dell’Esercito nelle città. E soprattutto a<br />
dispetto dei tagli che questo Governo ha<br />
imposto alle Forze di Polizia in termini<br />
di uomini, risorse finanziarie e di mezzi.<br />
Ci fa piacere che ad avere “molta o<br />
moltissima fiducia” siano i giovani tra i<br />
18 e i 24 anni (35%), gli studenti (40%). Ci<br />
piace di meno sapere che ad avere “poca<br />
o pochissima fiducia” siano gli italiani di<br />
età compresa tra i 45 e i 54 anni (72%).<br />
Siamo altresì convinti” – conclude<br />
dei Ministri, in cui è spiegato che<br />
è stato “approvato un decreto che<br />
autorizza l’assunzione a tempo<br />
indeterminato di 2.875 unità di<br />
personale nelle Forze di Polizia e<br />
nel corpo dei Vigili del Fuoco”. Il<br />
dl, chiarisce ancora la nota “è stato<br />
approvato su proposta dei Ministri<br />
della Pubblica amministrazione,<br />
l’incremento, infatti, è quantificabile<br />
in appena 160 euro all’anno!”. “Per<br />
quanto riguarda la remunerazione del<br />
lavoro straordinario, per il quale è stato<br />
concordato un incremento della misura<br />
oraria di circa 1,50 euro, restiamo in attesa<br />
dei necessari stanziamenti, poiché sono<br />
tanti gli Operatori della <strong>Sicurezza</strong> che<br />
lavorano senza essere adeguatamente<br />
remunerati o in casi frequenti a prestare<br />
servizio gratuitamente!”. “Al di là dei<br />
vuoti trionfalismi del Governo – conclude<br />
Franco Maccari – la sigla di questo<br />
accordo, che comunque rappresenta un<br />
successo per gli appartenenti alla Polizia<br />
di Stato, è il frutto del grande senso<br />
di responsabilità delle Organizzazioni<br />
Sindacali di categoria”.<br />
GLI ITALIANI CONTINUANO A RIPORRE<br />
NELLE FORZE DI POLIZIA LA LORO MASSIMA FIDUCIA.<br />
Maccari – “che a questi numeri debba<br />
seguire un doppio livello di attenzione,<br />
quello delle Istituzioni che invece di<br />
duplicare forme di sicurezza differenti e<br />
“insignificanti” da quelle delle Forze di<br />
Polizia dovrebbe pensare a potenziare<br />
quest’ultime e un livello di attenzione<br />
da parte della società civile, affinché<br />
abbia il coraggio e la forza di denunciare<br />
qualsiasi tipo di reato contribuendo, con<br />
le Forze dell’Ordine, a creare un ambiente<br />
protetto per l’intera società”.<br />
SICUREZZA, IL COISP: “BENE IL DECRETO CHE AUTORIZZA L’ASSUNZIONE A<br />
TEMPO INDETERMINATO DI 2.875 UNITÁ DI PERSONALE. QUELLO CHE SERVE<br />
SONO FATTI CONCRETI, E NE ATTENDIAMO ANCORA ALTRI”.<br />
dell’Innovazione, dell’Interno e<br />
dell’Economia”. “Fatti concreti –<br />
conclude Maccari – ecco cosa serve<br />
veramente. Li attendiamo dunque<br />
questi fatti, adesso ed anche in un<br />
prossimo futuro, perché tante altre<br />
sono le problematiche da affrontare<br />
con un impegno reale e non solo<br />
apparente”.
SICUREZZA E POLIZIA<br />
NEWS SINDACALE<br />
VITTIME DEL DOVERE, SI RAFFORZA L’IMPEGNO DEL COISP!<br />
A seguito della costituzione del<br />
Comitato Nazionale per le Vittime del<br />
Dovere, che ha suscitato l’interesse<br />
di numerosi colleghi direttamente<br />
interessati, è nato oggi un ulteriore<br />
importante servizio di sostegno e supporto<br />
tecnico-logistico che si prefigge di colmare<br />
le lacune informative purtroppo esistenti<br />
in materia. Grazie alla disponibilità<br />
della responsabile del neonato Comitato<br />
Nazionale Maria Marasco, è stata attivata<br />
una mail dedicata esclusivamente alle<br />
“Disdicevole”, dice il Ministro della<br />
Funzione Pubblica, Renato Brunetta,<br />
in merito all’utilizzo delle auto blu per<br />
ritirare i biglietti dello stadio. “Vergognoso<br />
diciamo noi!” Queste le osservazioni di<br />
Franco Maccari, Segretario Generale<br />
del COISP – il Sindacato Indipendente di<br />
Polizia - in merito alla vicenda dell’abuso<br />
dell’utilizzo delle auto blu. “Vergognoso”<br />
- continua Maccari – “che il Governo<br />
Creata all’interno del COISP la<br />
Commissione Nazionale Tecnici: un centro di<br />
analisi e di ricerca specializzato finalizzato<br />
allo sviluppo e valorizzazione del Ruolo<br />
Tecnico Scientifico e Professionale della<br />
Polizia di Stato ed alla soluzione delle<br />
problematiche che da anni caratterizzano<br />
tale importantissimo settore della nostra<br />
Amministrazione.<br />
La tutela dei diritti del personale tecnico,<br />
il riconoscimento delle loro mansioni<br />
e professionalità anche sotto l’aspetto<br />
retributivo, l’elaborazione del materiale<br />
giuridico occorrente alla trattazione<br />
delle vertenze che sempre più spesso i<br />
colleghi del Ruolo Tecnico sono costretti ad<br />
instaurare a causa di un’Amministrazione<br />
che ancora non sa appieno utilizzare le<br />
vittime del dovere alla quale è possibile<br />
inoltrare qualsiasi quesito o richiesta di<br />
chiarimento.<br />
Tutte le domande e le risposte inviate<br />
a vittimedovere@coisp.it verranno<br />
pubblicate, previo oscuramento dei dati<br />
sensibili per garantire il giusto rispetto nei<br />
confronti delle persone, in una apposita<br />
sezione dedicata e corredata dalla<br />
normativa di riferimento raggiungibile<br />
dal sito www.coisp.it e ubicata sul portale<br />
<strong>Coisp</strong> www.coispnewsportale.it.<br />
dichiari di non avere risorse per venire<br />
incontro alle esigenze delle Forze di<br />
Polizia, tanto da dover arrivare a fare dei<br />
tagli selvaggi, vergognoso che le auto<br />
delle Forze dell’Ordine restino nei garage,<br />
in quanto super usurate o anche senza<br />
benzina, mentre quelle blu possano andare<br />
indiscriminatamente in giro”. “Pensiamo<br />
che ci sia poco da aggiungere, i fatti –<br />
conclude Maccari - se non la promessa che<br />
loro conoscenze professionali ma anzi è<br />
sovente propensa a sminuirle nei confronti<br />
di altri settori operativi della Polizia: queste<br />
saranno alcune delle competenze della<br />
Commissione Nazionale Tecnici del Co.I.S.P.<br />
Responsabile della Commissione<br />
Nazionale Tecnici del Co.I.S.P., è stato<br />
nominato il nostro Dirigente Nazionale<br />
Fulvio DE ANGELIS, al quale a breve si<br />
affiancheranno altri nostri validissimi<br />
quadri sindacali ed iscritti appartenenti<br />
al Ruolo Tecnico, profondi conoscitori di<br />
ogni aspetto riguardante tale importante<br />
Settore della Polizia di Stato. La Commissione<br />
Nazionale Tecnici opererà quotidianamente<br />
per fornire puntuali risposte ai tanti quesiti<br />
posti al Sindacato dagli associati e dagli altri<br />
poliziotti facenti parte del Ruolo Tecnico,<br />
Un vero e proprio contenitore di<br />
quesiti e riscontri, esperienze e procedure,<br />
consultabile in qualsiasi momento da<br />
tutti per ottenere in tempo reale, grazie<br />
alle esperienze di altri e le indicazioni dei<br />
nostri esperti, le risposte alle domande<br />
più frequenti.<br />
Dove le Istituzioni mancano, ancora<br />
una volta e sempre con più incisività, il<br />
<strong>Coisp</strong> sopperisce con i fatti e il proprio<br />
impegno per sostenere i professionisti<br />
della Polizia.<br />
BRUNETTA DICE “DISDICEVOLE” L’UTILIZZO INDISCRIMINATO<br />
DELLE AUTO BLU.IL COISP RILANCIA: “PER NOI È VERGOGNOSO!”<br />
la nostra lotta per il ripristino di condizioni<br />
di lavoro adeguate non si fermerà. E se il<br />
Ministro Brunetta dichiara di non poter<br />
fare il Gabibbo, può star certo che noi<br />
saremo sempre la spina nel fianco di un<br />
Governo che non solo non ha mantenuto<br />
le promesse nei confronti della nostra<br />
categoria ma passa sopra i diritti degli<br />
uomini e delle donne che servono, tra mille<br />
difficoltà quotidiane, lo Stato”.<br />
ISTITUITA ALL’INTERNO DEL CO.I.S.P. LA COMMISSIONE<br />
NAZIONALE TECNICI<br />
sviluppando le problematiche sollevate<br />
dalle strutture territoriali del Co.I.S.P. a tal<br />
riguardo, e potrà autonomamente farsi<br />
promotore di seminari e conferenze tese<br />
a favorire la soluzione di quelle questioni<br />
che oggi dequalificano e creano differenze<br />
anche economiche nonché di status tra il<br />
personale del Ruolo Tecnico e quello del<br />
Ruolo Ordinario.<br />
L’enorme bagaglio professionale di<br />
ciascun operatore del Ruolo Tecnico deve<br />
essere apprezzato e valorizzato dalla nostra<br />
Amministrazione, e non sminuito come<br />
oggi invece spesso accade.<br />
La Commissione Nazionale Tecnici è<br />
l’arma in più del Co.I.S.P. per addivenire<br />
a tali finalità, e tali finalità costituiscono<br />
nostro preciso impegno.<br />
6633
6644 ORGANIGRAMMA<br />
Co.I.S.P. COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA<br />
SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA<br />
SEGRETERIA NAZIONALE:<br />
Via Farini, 62 - 00185 Roma<br />
Tel. (06) 48903734/73 - Fax (06) 48903735<br />
www.coisp.it<br />
e-mail: coisp@coisp.it<br />
SEGRETERIE REGIONALI E PROVINCIALI Co.I.S.P.<br />
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
VALLE D’AOSTA SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />
PROVINCIALE DI AOSTA CHRISTIAN MEI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PIEMONTE SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />
PROVINCIALE DI ALESSANDRIA ROSSO CARLO, C/O CENTRO RACCOLTA INTERREGIONALE VECA.<br />
PROVINCIALE DI ASTI RAIMONDO MELI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BIELLA VIRGILIO FERA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI BIELLA.<br />
PROVINCIALE DI CUNEO GUZZO DANIELE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI NOVARA VITTORIO MASALA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI TORINO GIUSEPPE CAMPISI, C/O LA I ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />
PROVINCIALE DI VERBANIA VINCENZO MARCELLO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI VERCELLI BARTOLOMEO PIRAS, C/O QUESTURA.<br />
LOMBARDIA SEGRETERIA REGIONALE ROCCO DISOGRA, C/O QUESTURA DI BRESCIA.<br />
PROVINCIALE DI BERGAMO ANTONELLO PERSONENI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BRESCIA VALENTINO TOSONI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI COMO LUIGI MARTINO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CREMONA FULVIO BERTOLASO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LECCO ALESSANDRO CAMEROTA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LODI GIUSEPPE PACETTA, C/O QUESTURA. www.coisplodi.com<br />
PROVINCIALE DI MILANO CARMINE ABAGNALE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PAVIA VINCENZO FERROTTO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SONDRIO VALERIO SOSIO, C/O SETTORE POLIZIA DI FRONTIERA DI TIRANO (SO).<br />
PROVINCIALE DI VARESE ALBERTO PIDALÀ, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE. www.coispvarese.it<br />
PROVINCIALE DI MANTOVA MAURIZIO TESSAROLO, C/O SEZIONE POLIZIA FERROVIARIA.<br />
LIGURIA SEGRETERIA REGIONALE SALVATORE FINOCCHIARO, C/O QUESTURA DI SAVONA.<br />
PROVINCIALE DI GENOVA MATTEO BIANCHI, C/O QUESTURA. www.coisp-genova.it<br />
PROVINCIALE DI LA SPEZIA ROSARIO IZZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PROVINCIALE DI IMPERIA FRANCESCO PAOLO SEVERINO, C/O COMM.TO DI P.S. SANREMO (IM).<br />
PROVINCIALE DI SAVONA GIUSEPPE LA CORTE, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
TRENT. ALTO ADIGE SEGRETERIA REGIONALE GIOVANNI CASTELLI, C/O QUESTURA DI TRENTO.<br />
PROVINCIALE DI BOLZANO PATRIZIA FURLAN, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI TRENTO SERGIO PAOLI, C/O QUESTURA.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
VENETO SEGRETERIA REGIONALE LUCA PRIOLI, C/O QUESTURA DI VICENZA.<br />
PROVINCIALE DI BELLUNO UGO GRANDO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PADOVA PAOLO CELIO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI ROVIGO STEFANO TAMIAZZO, C/O REPARTO MOBILE PADOVA. www.coisppadova.eu<br />
PROVINCIALE DI TREVISO BERARDINO CORDONE, C/O QUESTURA. www.coisp-treviso.it<br />
PROVINCIALE DI VENEZIA FRANCESCO LIPARI C/O COMMISSARIATO DI P.S. MARGHERA (VE). www.coisp-venezia.it<br />
PROVINCIALE DI VERONA MASSIMO PERAZZOLI, C/O COMPARTIMENTO POLIZIA FERROVIARIA.<br />
PROVINCIALE DI VICENZA FRANCESCO CARDILLO, C/O QUESTURA.<br />
FRIULI VEN. GIULIA SEGRETARIA REGIONALE MAURIZIO IANNARELLI, C/O QUESTURA DI TRIESTE.<br />
PROVINCIALE DI TRIESTE ENRICO MOSCATO, C/O IV ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />
PROVINCIALE DI PORDENONE MAURIZIO GIUST, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE PORDENONE.<br />
PROVINCIALE DI UDINE GENNARO FERRARO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI GORIZIA LORENZO FURLAN, C/O POSTO POLFER DI MONFALCONE (GORIZIA).<br />
EMILIA ROMAGNA SEGRETERIA REGIONALE RICCARDO MATTIOLI, C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />
PROVINCIALE DI BOLOGNA OSCAR REGNAUD CARCAS, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI FERRARA FABIO TOSCANO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI FORLÌ ERICA BORDIGNON, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE A/14.<br />
PROVINCIALE DI PIACENZA PAOLA DI DOMENICO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PARMA CLAUDIO GRAVANTE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI RAVENNA FABIO BALDINI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA FABIO BOSCHI, C/O QUESTURA.<br />
TOSCANA SEGRETERIA REGIONALE GAETANO BARRELLA, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE ROSIGNANO SOLVAY (LI).<br />
PROVINCIALE DI FIRENZE CARMINE DI GERONIMO, C/O IL VIII REPARTO VOLO DI FIRENZE.<br />
PROVINCIALE DI AREZZO DIEGO PILIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PROVINCIALE DI GROSSETO GIANDOMENICO TORELLA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LIVORNO ANGELA BONA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MASSA CARRARA ROBERTO FRUZZETTI, C/O QUESTURA. www.coispmassa.altervista.it<br />
PROVINCIALE DI LUCCA ALESSANDRO RUSSO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. VIAREGGIO (LU).<br />
PROVINCIALE DI PISA SIMONE CARNASCIALI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PISTOIA GUIDO RIPA, C/O COMMISSARIATO DI P.S. MONTECATINI (PT). www.coispistoia.webnode.com<br />
PROVINCIALE DI PRATO ANGELO CAIAZZO, C/O QUESTURA.<br />
MARCHE SEGRETERIA REGIONALE PASQUALE FILOMENA, C/O QUESTURA DI PESARO.<br />
PROVINCIALE DI ANCONA GIANLUCA PAOLETTI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MACERATA ANTONIO GRECO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI CIVITANOVA MARCHE (MC).<br />
PROVINCIALE DI PESARO-URBINO PASQUALE FILOMENA, C/O QUESTURA.<br />
LAZIO SEGRETERIA REGIONALE MARIO VATTONE, C/O ISTITUTO PER ISPETTORI DI NETTUNO (RM).<br />
PROVINCIALE DI LATINA PIERLUIGI DE PAOLIS, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI FROSINONE ITALO ACCIAIOLI, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE CASSINO (FR).<br />
PROVINCIALE DI RIETI DOMENICO PORCINO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI ROMA FULVIO DE ANGELIS, C/O SERV. OPER. CENTR. DI SANITÀ - MIN. DELL’INT. www.coisp.lazio.com<br />
PROVINCIALE DI VITERBO SALVATORE LANZANO, C/O QUESTURA.<br />
ABRUZZO SEGRETERIA REGIONALE ALESSANDRO ROSITO, C/O SCUOLA CONTROLLO DEL TERRITORIO DI PESCARA .<br />
PROVINCIALE DE L’AQUILA SANTINO LICALZI, C/O QUESTURA.www.coispaq.blogspot.com<br />
PROVINCIALE DI CHIETI MICHELE LEOMBRUNO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI VASTO (CH).<br />
PROVINCIALE DI PESCARA GIOVANNI CATITTI, C/O SOTTOSEZ. POLIZIA FERROVIARIA DI PESCARA. www.coisppescara.org<br />
PROVINCIALE DI TERAMO GIUSEPPE DE VINCENTIIS, C/O QUESTURA.<br />
6655
6666 ORGANIGRAMMA<br />
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
MOLISE SEGRETERIA REGIONALE ANTONIA MIGLIOZZI, C/O QUESTURA DI CAMPOBASSO.<br />
PROVINCIALE DI CAMPOBASSO GIUSEPPE MICHELE GRIECO, C/O IL COMM.TO DI TERMOLI (CB).<br />
PROVINCIALE DI ISERNIA SALVATORE MICONE, C/O QUESTURA.<br />
CAMPANIA SEGRETERIA REGIONALE ANGELO NARDELLA, C/O QUESTURA DI NAPOLI.<br />
PROVINCIALE DI AVELLINO LUIGI GHERARDO DE PRIZIO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BENEVENTO UMBERTO DE FELICE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CASERTA CLAUDIO TREMATERRA, C/O COMM.TO P.S. DI MADDALONI (CE).<br />
PROVINCIALE DI NAPOLI GIULIO CATUOGNO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PROVINCIALE DI SALERNO RAFFAELE PERROTTA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PUGLIA SEGRETERIA REGIONALE ALDO DI CAMPI, C/O QUESTURA DI BARI.<br />
PROVINCIALE DI BARI MIMMO LA VECCHIA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BRINDISI LORENZO PENNETTA, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA BRINDISI.<br />
PROVINCIALE DI FOGGIA ALBERTO CACCAVO, C/O COMMISSARIATO DI P.S DI LUCERA (FG).<br />
PROVINCIALE DI LECCE CARLO GIANNINI, C/O COMMISSARIATO P.S. DI GALATINA (LE).<br />
PROVINCIALE DI TARANTO NICOLA FRANCO, C/O QUESTURA.<br />
BASILICATA SEGRETERIA REGIONALE MARIO SALUZZI, C/O COMMISSARIATO DI MELFI (PZ).<br />
PROVINCIALE DI MATERA ANGELO RAFFAELE SCASCIAMACCHIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PROVINCIALE DI POTENZA GIUSEPPE GORGA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
CALABRIA SEGRETERIA REGIONALE CORTESE LEONARDO, C/O POLIZIA FERROVIARIA LAMEZIA TERME (CZ).<br />
PROVINCIALE DI CATANZARO SINOPOLI LUIGI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI COSENZA GIULIO CESARE FERRARO, C/O COMMISSARIATO DI PAOLA (CS).<br />
PROVINCIALE DI CROTONE LUPO MASSIMO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA GIORGIO DE LUCA, C/O QUESTURA. www.coisp-reggiocalabria.it<br />
PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ROCCO D’AGOSTINO, C/O QUESTURA.<br />
SICILIA SEGRETERIA REGIONALE NATALE SCUDERI, C/O QUESTURA DI CATANIA.<br />
PROVINCIALE DI AGRIGENTO VINCENZO CIULLA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CALTANISSETTA MICHELE FARACI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CATANIA GIUSEPPE SOTTILE, C/O POLIZIA POSTALE E DELLE COMUNICAZIONI CATANIA.<br />
PROVINCIALE DI ENNA GIUSEPPE MILANO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MESSINA FRANCO ARCORACI, C/O COMMISSARIATO DI PS MILAZZO (ME).<br />
PROVINCIALE DI PALERMO CARMELO FIUMEFREDDO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI RAGUSA SALVATORE DI FALCO, C/O COMMISSARIATO COMISO (RG).<br />
PROVINCIALE DI SIRACUSA GIOVANNI DI BARTOLO, C/O COMMISSARIATO P.S. LENTINI (SR).<br />
PROVINCIALE DI TRAPANI GIOVANNI CARONIA, C/O QUESTURA.<br />
SARDEGNA SEGRETERIA REGIONALE GILBERTO PISU, C/O AUTOCENTRO POLIZIA CAGLIARI.<br />
PROVINCIALE DI CAGLIARI GIUSEPPE PILICHI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE. www.coispcagliari.it<br />
PROVINCIALE DI NUORO ANTONIO CAPURSO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PROVINCIALE DI ORISTANO DONATO MUSCENTE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SASSARI ANTONIO POLO, C/O LA SEZIONE POLIZIA POSTALE DI SASSARI.