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<strong>Lezione</strong> 13<br />

Duplicazione genica ed espansione<br />

del genoma


• Lynch Capitolo 9<br />

• Grauer and Li Capitolo 6


Modalità di duplicazione genica<br />

1. Duplicazione intragenica<br />

2. Duplicazione completa di un gene<br />

3. Parziale duplicazione cromosomica (polisomia paraziale)<br />

4. Duplicazione cromosomica completa (polisomia)<br />

5. Duplicazione genomica (poliploidia)


Regioni interessate<br />

dalla duplicazione<br />

Parte di un gene<br />

Intero gene<br />

Polisomia parziale<br />

Polisomia<br />

Poliploidia<br />

Frequenza<br />

Molto<br />

frequente<br />

frequente<br />

raro<br />

comune<br />

comune<br />

Effetto sulla Fitness<br />

Deleterio se cambia il reading<br />

frame.<br />

Deleterio solo in organismi in<br />

cui il genoma è replicato come<br />

un’unica molecola.<br />

Quasi sempre deleterio.<br />

Quasi sempre deleterio.<br />

L’effetto deleterio dipende dalle<br />

modalità di riproduzione


Equal & Unequal Crossing Over


Domini<br />

Dominio funzionale: una regione specifica in una<br />

proteina che svolge una funzione specifica.<br />

Esempio: dominio di legame del substrato<br />

Dominio strutturale o modulo: una regione ben definita<br />

in una proteina che costituisce un’unità strutturale<br />

stabile e compatta che può essere distinta da tutte le<br />

altre unità.


Dominio funzionale<br />

Definire i confini di un dominio funzionale spesso<br />

non è semplice perchè la funzionalità in molti casi è a<br />

carico di residui aminoacidici che sono sparsi lungo il<br />

polipeptide<br />

Cytochrome P450 2D6<br />

7


Dominio strutturale o modulo<br />

Moduli strutturali sono colineari con la sequenza<br />

aminoacidica di una proteina, quindi un modulo consiste di<br />

una sequenza continua di aminoacidi<br />

Se la funzionalità è a carico di un modulo una<br />

duplicazione aumenterà il numero di segmenti<br />

funzionali.<br />

Se la funzionalità è a carico di residui aminoacidici<br />

distribuiti in diversi moduli una duplicazione potrebbe<br />

non essere efficace dal punto di vista funzionale


Possibili relazioni tra esoni<br />

di un gene e domini<br />

strutturali della proteina<br />

codificata<br />

a e b: tipici di molte<br />

proteine globulari<br />

c: molto comune<br />

d ed e: molto rari<br />

Intron sliding<br />

Intron loss<br />

Intron acquisition


Globine dei vertebrati:<br />

4 domini<br />

3esoni<br />

Uno stesso esone può codificare più di un<br />

dominio: in questo caso l’esone 3 codifica per<br />

i due domini centrali


Perdita di introni durante l’evoluzione dei geni delle globine<br />

Il gene ancestrale aveva 4 esoni e 3 introni (il numero nel cerchio corrisponde all’introne perso)<br />

Struttura<br />

ancestrale


Duplicazione di domini<br />

Ricostruzione dell’evoluzione di un dominio dinucleotide‐binding<br />

della gliceraldeide‐3‐fosfato deidrogenasi


Duplicazione di domini<br />

immunoglobuline<br />

Possibile origine: duplicazione interna al<br />

gene ancestrale<br />

Funzione attuale molto diversa


Duplicazione di domini<br />

Il gene ovomucoide<br />

L’ovomucoide è un inibitore della tripsina, un enzima che catalizzala digestione delle<br />

proteine. Si trova nell’albume dell’uovo degli uccelli. Il polipeptide può essere diviso in 3<br />

domini, ognuno dei quali può legare una molecola di tripsina o un’altra serin proteasi<br />

Ogni dominio: 2 esoni e un introne<br />

E1 E2 E3 E4 E5 E6<br />

Ensembl:ENSGALG00000003512<br />

Duplicazione da un iniziale dominio<br />

codificato da due esoni<br />

2x<br />

E1 E2 E1 E2 E5 E6<br />

2x


Duplicazione di domini<br />

Geni antigelo nei pesci<br />

I fluidi dei teleostei ghiacciano da ‐1.0 a ‐0.7 °C<br />

Oceano Altlantico: ‐1.9 °C<br />

Nel sangue dei pesci antartici c’è una proteina che inibisce la crescita dei cristalli di<br />

ghiaccio nei fluidi corporei<br />

Una di queste proteine deriva dall’acquisizione di funzione a seguito di una duplicazione<br />

Ogni gene della famiglia codifica per un precursore (grossa poliproteina)<br />

→Traduzione → taglio enzimatico e produzione di numerose glicoproteine<br />

Abbassamento della temperatura dell’Oceano Atlantico: 10‐14 milioni di anni fa<br />

Comparsa del gene antigelo: 5‐14 milioni di anni fa<br />

E’ possibile ricostruirne l’evoluzione perché è relativamente recente


Geni antigelo nei pesci: probabile evoluzione<br />

(molti cambiamenti e funzione completamente nuova in un breve tempo: pressione selettiva)<br />

Da un gene con 6 esoni<br />

Delezione ed ‘esonizzazione’ di<br />

5 nucleotidi esonici: nuovo<br />

gene con 2 esoni<br />

4x Duplicazione di Thr‐Ala‐Ala<br />

Aggiunta di uno spaziatore<br />

(parte grigia)<br />

Ripetizioni interne = 41 repeats


Duplicazione genica<br />

Destino dei geni duplicati:<br />

1. Tutte le copie mantengono la stessa<br />

funzione.<br />

2. Alcune copie scompaiono.<br />

3. Alcune copie evolvono con una nuova<br />

funzione.<br />

X


Duplicazione genica: Tutte le copie mantengono la stessa funzione<br />

Numbers of rRNA and tRNA genes per haploid genome in various organisms<br />

__________________________________________________________________________<br />

Genome Source Number of Number of Approximate<br />

rRNA sets tRNA genes a genome size (bp)<br />

__________________________________________________________________________<br />

Human mitochondrion 1 22 2 × 10 4<br />

Nicotiana tabacum chloroplast 2 37 2 × 10 5<br />

Escherichia coli 7 ~ 100 4 × 10 6<br />

Neurospora crassa ~ 100 ~ 2,600 2 × 10 7<br />

Saccharomyces cerevisiae ~ 140 ~ 360 5 × 10 7<br />

Caenorhabditis elegans ~ 55 ~ 300 8 × 10 7<br />

Tetrahymena thermophila 1 ~ 800 c 2 × 10 8<br />

Drosophila melanogaster 120-240 590-900 2 × 10 8<br />

Physarum polycephalum 80-280 ~ 1,050 5 × 10 8<br />

Euglena gracilis 800-1,000 ~ 740 2 × 10 9<br />

Human ~ 300 ~ 1,300 3 × 10 9<br />

Rattus norvegicus 150-170 ~ 6,500 3 × 10 9<br />

Xenopus laevis 500-760 6,500-7,800 8 × 10 9<br />

__________________________________________________________________________<br />

Tutte le copie sono molto simili: selezione purificante o evoluzione concertata?


Duplicazione genica: Tutte le copie mantengono la stessa funzione<br />

Opsine<br />

Opsina λ (nm) Stimolata dalla luce cromosoma<br />

Rossa 560 Rossa Gialla Bianca X<br />

Verde 530 Gialla Bianca X<br />

Blu 430 Blu Bianca autosoma<br />

96%<br />

identità<br />

aminoacidi<br />

43%


Duplicazione genica: Tutte le copie mantengono la stessa funzione<br />

New world monkeys (NWM) Old world monkeys (OWM)<br />

1 autosomico<br />

1 X‐linked polimorfico!<br />

Nelle NWM c’è polimorfismo (più<br />

alleli con sensibilità diverse alla<br />

luce) per il gene sull’X<br />

Solo le femmine eterozigote<br />

possono essere tricromiche, i<br />

maschi sono sempre dicromici<br />

25‐35 milioni di anni fa<br />

Autos X X<br />

Dopo 25‐35<br />

milioni di<br />

anni fa<br />

Nelle OWM la tricromia è<br />

possibile in entrambi i sessi grazie<br />

alla duplicazione dei geni sull’X


Duplicazione genica: Tutte le copie mantengono la stessa funzione


Duplicazione genica: perdita di funzione di una delle copie<br />

Ci sono ~7000 malattie genetiche documentate in letteratura che<br />

testimoniano come una mutazione possa distruggere la funzione di<br />

un gene che codifica per una proteina.<br />

PERO’:<br />

“As long as there are other copies of a gene that function normally, a<br />

duplicate gene may accumulate deleterious mutations and become<br />

nonfunctional without adversely affecting the fitness of the<br />

organism.”<br />

J. B. S. Haldane (1933)<br />

“Because deleterious mutations occur far more often than<br />

advantageous ones, a redundant duplicate gene is more likely to<br />

become nonfunctional than to evolve into a new gene.”<br />

Susumu Ohno (1972)


Processati<br />

Geni retrotrasposti (es.<br />

LINE e SINE)<br />

Pseudogeni<br />

Non processati<br />

(duplicated)<br />

Perdita di funzione per<br />

silenziamento di un<br />

gene post‐duplicazione<br />

Molto comuni Comuni<br />

Unitari<br />

L’unica copia rimasta è<br />

uno pseudogene<br />

Molto rari


Duplicazione genica: perdita di funzione di una delle copie<br />

Pseudogeni unitari<br />

Come si può fissare in una popolazione la perdita di un gene?<br />

Per deriva se la selezione è rilassata<br />

Ipoascorbemia o scrobuto = incapacità di sintetisi dell’acido ascorbico<br />

Cavie<br />

Uomo si ammalano di scorbuto se non assumo acido ascorbico (vitamina C)<br />

Trote<br />

Lo pseudogene non ha una controparte funzionante: pseudogene unitario<br />

Mutazioni diverse in uomo e cavia: perdita di funzione in momenti diversi<br />

X


Duplicazione genica: perdita di funzione di una delle copie<br />

Pseudogeni non processati<br />

Molti esempi nelle globine<br />

Polyadenilation<br />

signal


Duplicazione e<br />

divergenza<br />

Clusters separati (Mammiferi e<br />

uccelli)<br />

Separazione di<br />

geni<br />

Fusione di<br />

esoni o<br />

inserzione di<br />

introni<br />

Evoluzione delle globine<br />

Espansione del cluster<br />

geni αβ uniti (Xenopus)<br />

Globina singola (lamprede) o globina ancestrale<br />

(mioglobina)<br />

Leghemoglobina (piante)<br />

700 600 500 400 300 200 100 milioni di anni


Muscolare<br />

Globulare<br />

Monomerica<br />

Prima dell’emergenza degli anellidi<br />

Hb: trasporto O 2 nel sangue, tetramerica<br />

Duplicazione genica in tandem<br />

Divergenza tra tipi<br />

adulti e non


Nell’uomo


Ipotesi sull’origine degli introni


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Introni di gruppo I batteri, organelli identificati circa 1500<br />

Introni di gruppo II “ identificati circa 200<br />

Introni con spliceosomi genoma nucleare di eucarioti<br />

Assenti nei procarioti,<br />

molto variabili in<br />

numero negli eucarioti


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

L’ipotesi introns‐early<br />

(la teoria esonica dei geni)<br />

Geni ancestrali possedevano introni self‐<br />

splicing.<br />

La maggioranza di questi furono persi<br />

negli Eubatteri e negli Archaea.<br />

Negli Eucarioti, gli introni self‐splicing si<br />

sono evoluti in ‘spliceosomal introns’. Walter Gilbert


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

L’ipotesi introns‐late<br />

I geni ancestrali non possedevano introni<br />

L’aggiunta degli introni è avvenuta dopo<br />

la formazione delle cellule ecucariotiche<br />

e il processo di endosimbiosi che ha dato<br />

origine ai mitocondri<br />

Spliceosomal introns nucleari sono<br />

derivati da introni del gruppo II (self‐<br />

splicing) che a loro volta sono derivati da<br />

elementi trasponibili<br />

Russell Doolittle


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Modelli di mantenimento, guadagno e perdita di introni<br />

•Non c’è un semplice modello filogenetico (specie con molti e<br />

pochi introni sono sparse nell’albero filogenetico degli eucarioti)<br />

•Se l’antenato comune fosse stato povero di introni (questi<br />

ultimi duqne derivassero da recenti inserzioni) ci<br />

aspetteremmo POCA corrispondenza nella posizione degli<br />

introni in specie distanti<br />

•Se l’antenato fosse stato ricco di introni (specie povere per via<br />

di massicce perdite di sequenze introniche) ci aspetteremmo<br />

MOLTA corrispondenza nella posizione degli introni in specie<br />

distanti


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Le stime indicano una perdita di introni<br />

lungo molte linee, ma assumono che:<br />

1. Che tutte le posizioni introniche<br />

condivise riflettano introni ancestrali<br />

2. Che gli introni vengano persi con lo<br />

stesso tasso in tutte le linee


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Intron early (IE) Intron late (IL)<br />

Buona densità intronica in antenati di<br />

eucarioti<br />

Un numero significativo viene datato a<br />

centinaia di milioni di anni fa<br />

Le linee eucariote quasi senza introni<br />

avrebbero subito una massiccia perdita:<br />

questo supporta la possibilità che nei<br />

procarioti sia successo lo stesso<br />

La maggior parte degli introni dovrebbe<br />

essere di ‘fase 0’: vero soprattutto in<br />

introni ‘antichi’<br />

Non ci sono spliceosomal introns nei<br />

procarioti<br />

Se la sopravvivenza di un introne che si<br />

inserisce in un gene integro dipende dal<br />

mantenimento della fase, allora la<br />

presenza di fase 0 supporta anche<br />

l’ipotesi IL<br />

Questo vale soprattutto se avviene un<br />

salto di esone (exon skipping)


Ipotesi sull’origine degli introni


Ipotesi sull’origine degli introni


Ipotesi sull’origine degli introni


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Il costo degli introni<br />

1. Diminuiscono la fedeltà e l’efficienza della trascrizione:<br />

allungamento dei trascritti eucarioti= 20‐40 bp / secondo<br />

Un gene umano 1.3 Kb DNA codificante totale con 8 introni di 4.8Kb<br />

l’uno = 22 minuti<br />

→ 30x allele senza introni<br />

2. Pericolose mutazioni ai siti di splicing (GT 5’ ; AG 3’ ; una A centrale<br />

e anche altre sequenze): numero di basi precise necessarie per ogni<br />

introne ≈25<br />

Se il tasso di mutazione è di 10 ‐9 ‐ 10 ‐7 per sito per generazione, gli<br />

introni aumentano di 25x 10 ‐9 ‐ 10 ‐7 volte la probabilità di subire<br />

una mutazione deleteria


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Organismi multicellulari: 5‐7 introni per gene codificante<br />

Organismi unicellulari: pochi introni in tutto il genoma<br />

Il successo di nuovi alleli che hanno guadagnato o perso introni<br />

dipende dalle dimensioni delle popolazioni!<br />

Possibili spiegazioni (Lynch)<br />

1. Selezione meno efficiente in popolazioni grandi, mantenimento di<br />

nuovi introni potenzialmente dannosi, barriera alla colonizzazione<br />

intronica in specie con N grandi<br />

2. Da qui consegue che introni con più sito‐specificità (più esigenti)<br />

hanno un coefficiente di selezione più alto, quindi a parità di N<br />

saranno meno frequenti→ mol esempi!


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Possibili spiegazioni (Roy and Gilbert)<br />

Sostengono che l’evoluzione degli eucarioti sia stata caratterizzata da<br />

più perdite che guadagni di introni → Intron Early<br />

Ne consegue che le differenze tra specie in numero di introni<br />

sarebbero dovute a differenti tassi di perdita di introni ancestrali<br />

Organismi che evolvono<br />

lentamente tendono a<br />

mantenere più introni<br />

ancestrali<br />

Organismi che evolvono<br />

velocemente tendono a<br />

perdere più velocemente<br />

introni ancestrali<br />

Se gli introni vengono persi con modalità Aa (RT‐mRNA + conversione genica) il tasso di<br />

perdita dipenderà dal tasso di ricombinazione tra paraloghi (geni prodotti da<br />

duplicazione intraspecifica)<br />

Se le ricombinazioni avvengono durante la meiosi specie con tempi di generazione più<br />

lunghi devono avere mantenuto più introni


Ipotesi sull’origine degli introni<br />

Possibili spiegazioni (Roy and Gilbert)<br />

Se le ricombinazioni avvengono durante la meiosi specie con tempi di<br />

generazione più lunghi devono avere mantenuto più introni<br />

Alcune osservazioni supportano questa conclusione, ma altre sembrano<br />

suggerire che ci siano specie con tassi rapidi di perdita e guadagno, e specie<br />

con tassi lenti di perdita e guadagno (anche di 10x!) → differenze dovute a<br />

specificità biomolecolari<br />

Domande ancora aperte:<br />

1. Come si creano nuovi introni? Quanto omogeneo tra diverse specie è il<br />

meccanismo?<br />

2. Perché si crearono gli introni? Ruolo attivo nel formare nuovi geni? Massiccio<br />

evento di trasposizione? Creazione di un coordinamento tra trascrizione e<br />

traduzione?<br />

3. Perché diverse specie mostrano numeri di introni così differenti?

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