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na pensare al disgelo<br />

er l’Europa<br />

tanto i due Presidenti hanno discusso<br />

sul battello che li ha portati dall’aeroporto<br />

dell’isola di Veglia, dove è atterrato<br />

Tadić, fino ad Abbazia, dove<br />

hanno pranzato e passeggiato - sono<br />

state appena sufficienti ad aprire alcuni<br />

importanti argomenti che hanno<br />

pesato in passato sulle relazioni bilaterali.<br />

Josipović e Tadić avrebbero dovuto<br />

incontrarsi a Brdo kod Kranja alla<br />

riunione dei Paesi dei Balcani occidentali,<br />

incontro fallito perché il Presidente<br />

serbo non è andato a causa<br />

della presenza del Presidente del Kosovo.<br />

Sia Belgrado che Zagabria hanno<br />

ritenuto che l’incontro bilaterale<br />

dei due Presidenti sia stato meglio di<br />

qualsiasi colloquio di sfuggita in una<br />

qualche conferenza internazionale.<br />

Con questo gesto hanno anticipato,<br />

bisogna rilevarlo, le aspettative<br />

dei partner europei riunitisi il 26<br />

marzo a Bruxelles dimostrando di essere<br />

interlocutori affidabili per risolvere<br />

problemi nel sud-est europeo su<br />

di cui prima gli americani e poi l’Ue<br />

hanno decisamente fallito, come lo è<br />

stato quello della Bosnia.<br />

Le relazioni tra la Croazia e la<br />

Serbia sono cruciali per la stabilità<br />

della regione, e su questo insiste anche<br />

l’Unione europea. La Croazia sta<br />

superando le ultime tappe del percorso<br />

verso l’Unione, mentre la Serbia<br />

è solo all’inizio, ma la loro collaborazione<br />

significa molto più di buone<br />

relazioni reciproche. “Se la Croazia<br />

entra nell’Ue e la Serbia no, non sarebbe<br />

un bene né per la Serbia né per<br />

la Croazia”, ha detto Tadić durante il<br />

breve incontro con la stampa.<br />

“La Croazia deve essere interessata<br />

all’avanzamento delle relazioni<br />

con la Serbia anche per i vantaggi<br />

economici che potrebbero derivarne”,<br />

ha precisato la commentatrice<br />

dello zagabrese “Jutarnji list”, Jelena<br />

Lovrić.<br />

In questo momento la collaborazione<br />

economica è di gran lunga migliore<br />

e più sviluppata di quella politica.<br />

Non è la politica ad aprire lo<br />

spazio per intensificare le relazioni<br />

economiche, sono piuttosto i politi-<br />

ci a trottare al seguito degli imprenditori<br />

come nel settore del turismo<br />

e dell’interscambio commerciale.<br />

L’incontro di Abbazia - concordano<br />

gli analisti - è un importante stimolo<br />

per la collaborazione tra di due vicini.<br />

Benché né Tadić né Josipović abbiano<br />

grandi poteri e ancora meno ne<br />

hanno per poter risolvere i numerosi<br />

problemi tra Zagabria e Belgrado<br />

- perché ciò dipende più che altro dai<br />

rispettivi governi - il clima che hanno<br />

creato favorirà iniziative concrete.<br />

Archiviato questo dettaglio, e rinnovata<br />

l’amicizia anche personale<br />

tra i due Presidenti, sembra che<br />

Josipović e Tadić abbiano parlato di<br />

molte cose, convenendo quasi su tutto.<br />

Al centro dei colloqui, la cooperazione<br />

economica basata su progetti<br />

congiunti nel settore dell’energia,<br />

ed in tal senso “South Stream” si è<br />

rivelato ancora protagonista. L’accordo<br />

tra la Russia e la Croazia sulla<br />

cooperazione per la costruzione e<br />

lo sfruttamento del gasdotto “South<br />

Stream” è stato firmato il 2 marzo a<br />

Mosca, alla presenza del Primo ministro<br />

russo Vladimir Putin e del Primo<br />

ministro croato Jadranka Kosor. La<br />

Serbia aveva già firmato prima l’accordo<br />

con la Russia. L’amministratore<br />

delegato di Gazprom, Alexej Miller,<br />

ha recentemente dichiarato che il<br />

ramo “South Stream” per la Croazia<br />

potrebbe partire dalla Serbia o dalla<br />

Slovenia.<br />

Dopo che è stata esaminata anche<br />

la questione della proprietà legale<br />

In primo piano<br />

delle traduzioni croate dei documenti<br />

per l’adesione all’Ue, i Presidenti<br />

hanno rilevato che “questo problema<br />

dovrebbe essere risolto con la consegna<br />

dei medesimi”.<br />

Per quanto riguarda la situazione<br />

in Bosnia-Erzegovina, entrambi<br />

i Presidenti hanno sottolineato che<br />

l’integrità della Bosnia-Erzegovina<br />

è indiscutibile, e che la Croazia e la<br />

Serbia restano garanti dell’accordo<br />

di Dayton. “I cittadini della Bosnia-<br />

Erzegovina devono decidere da soli<br />

del proprio destino e noi siamo qui<br />

solo per aiutarli, con consigli ispirati<br />

ai valori europei”, ha detto Josipović.<br />

I giornalisti hanno voluto sentire anche<br />

previsioni circa il “ritorno” dei<br />

turisti serbi sull’Adriatico e Tadić ha<br />

risposto che è lui il primo turista serbo<br />

di quest’anno. “Tutti mi assicurano<br />

che i turisti provenienti dalla Serbia<br />

sono benvenuti in Croazia e che<br />

non c’è alcun motivo di preoccupazione<br />

per la loro sicurezza. Abbiamo<br />

bisogno di rompere alcuni stereotipi,<br />

questo è uno dei gesti più grandi che<br />

possiamo fare”, ha detto Tadić durante<br />

la sua passeggiata al parco della<br />

Pela del Quarnero. Scherzosamente<br />

ha aggiunto che l’unica questione<br />

su cui i Presidenti non si sono messi<br />

d’accordo è l’esito del prossimo incontro<br />

di Coppa Davis tra Serbia e la<br />

Croazia nel mese di luglio a Spalato.<br />

A questo punto, ironizzando, si potrebbe<br />

dedurre che anche per le questioni<br />

più delicate è comunque possibile<br />

trovare una soluzione. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 7

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