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Panorama - Edit

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parte franata, c’era un tale con un berretto nero in testa che<br />

trafficava tra i cavi di un vigneto, potava le viti, levava i pali,<br />

di tanto in tanto li scaraventava in un mucchio scatarrando. Lo<br />

osservò meglio. Ma sì, doveva proprio essere Luigi, meglio<br />

Gigi, quello che non s’era mai mosso da Midian, o forse s’era<br />

allontanato solo per un breve periodo in Bosnia a fare il militare<br />

al tempo della socijalistička Jugoslavia come era toccato a<br />

lui del resto, che era finito in quel di Jajce. Dunque quel Gigi,<br />

con il quale aveva fatto le corse con i cerchi arrugginiti delle<br />

vecchie botti spingendoli con un uncino di fil di ferro, poi le<br />

gare di chi pisciava più lontano, anche le pugnete s’erano fatti<br />

assieme quando ben nascosti nei campi tra le piante alte del<br />

granturco parlavano di tette e di culi di donne o quando scappavano<br />

giù fino al mare per andare a fare il bagno nudi inseguiti<br />

dai cani. Lo capì da quei suoi baffoni grigi che gli pendevano<br />

sopra la bocca larga, spalancata e ansimante. E fu proprio Gigi<br />

che gridò, spalancando le braccia come se ad un tratto, miracolo!,<br />

avesse scorto un angelo del paradiso, meglio addirittura<br />

il padreterno:<br />

- Madona benedetta! Marcheto, ti son propio ti!<br />

- Sì, son propro mi!<br />

- Jesus Maria!<br />

Piantò viti e pali il baffone, con i suoi scarponacci infangati<br />

quasi di corsa s’avviò al porter e anche Marco, raccolti zaino e<br />

borsone, trafelato s’affrettò ad andargli incontro:<br />

- Sei proprio tu!<br />

- Eh, sì. Finalmente mi sono deciso a tornare da queste parti.<br />

- Mi fai restare con la bocca aperta!<br />

- Ma sì, starò qui almeno per qualche tempo, vedrò, magari<br />

per sempre.<br />

- Come farai? Solo in questo deserto! Sei matto?<br />

- Nella vecchia casa dei nonni…<br />

- Sempre ben chiusa, eh, sempre! Perché ci penso io a fare<br />

la guardia.<br />

- Grazie Gigi, grazie.<br />

- Non si sa mai con certa gente che va in giro in cerca di<br />

avventure. Intendo a cercar case vuote da pagar poco. Già, ma<br />

tanto, se soltanto la tua fosse vuota! Credimi stanzia Midian è<br />

ormai deserta da tanto. In quanti siamo rimasti?<br />

- Pochi?<br />

- Sei, e soltanto quattro case aperte. Piene de veci squasi<br />

tuti imbambinidi. Le altre spalancano le finestre qualche volta<br />

di domenica se i benedeti fioi si disturbano di venire ad aprirle!<br />

Capirai che fatica per loro, arrivare da Pola o da Rovigno, magari<br />

da Trieste fino qui in auto adesso che hanno pulito, allargato<br />

il limido, te ne sarai accorto anche tu come l’hanno messo<br />

bene, tuti lustri lustri ‘sti turisti!, le done anca coi tacheti<br />

a spilo e le tete fora, e magari brontolano solo perché devono<br />

aggiustare un qualche copo fatto volare di traverso dai refoli<br />

della bora!<br />

Si abbracciarono commossi.<br />

- Gigi, te vedo ben!…<br />

- Anche ti, sempre compagno, Marcheto!<br />

- Eh, compagno, preciso! Anca mi co’ la muffa ormai, da<br />

tanto…Troppa muffa, in testa soprattutto. Che non so, non riesco<br />

a togliermi.<br />

- Dunque ti sei deciso di lasciare le tante comodità del tuo<br />

casermone…<br />

- Nella metropoli. Già, adesso Zagabria la chiamano metropoli<br />

questi cuchi, e mi fanno ridere! Mah, vedremo. Per il momento<br />

ho deciso così…<br />

Letture<br />

- Mi fa piacere. Per poter fare qualche chiacchiera assieme,<br />

riempire qualche lunga serata d’inverno sentai sul fogoler,<br />

quando soffierà la bora e non si potrà mettere fuori neanche<br />

il naso.<br />

- Abbiamo tante cose da ricordare!<br />

- Quante estati passate insieme, eh, ti ricordi? Però tornare<br />

in ‘sta nostra stanzia, sistemarti, abituarti, non ti sarà mica facile.<br />

Davvero. Solo e alla tua età per giunta. Meglio alla nostra<br />

età perché anche noi, mia moglie ed io voglio dire, a malapena<br />

tiriamo avanti, proprio, pensando ad un domani sempre più incerto,<br />

anzi davvero pessimo!<br />

- Spero di farcela…<br />

- Qui, e non par vero, ormai siamo troppo lontani dal mondo.<br />

Manca tutto. Abbiamo ancora le lampade a petrolio e qualche<br />

volta d’estate manca l’acqua perché le cisterne si asciugano.<br />

Per andare a fare la spesa sono chilometri! Da fare a piedi.<br />

O magari in bicicletta se hai soldi per comperartela. Dammi la<br />

borsa che ti aiuto…<br />

- Ma e il tuo lavoro in vigna?<br />

- Sta arrivando l’inverno. Ho già raccolto le olive e le ho<br />

portate nel torchio, ho seminato un paio di vanese di frumento,<br />

ho tutto l’inverno per mettere a posto le vigne così che ora di<br />

tempo ne ho da buttar via. Andiamo va…<br />

- Andiamo…<br />

- Solo non ti capisco. Ecco, lasciare una bella città per venire<br />

qua tra queste quattro masere! Mah… no parlo più! Afari<br />

tui…<br />

S’incamminarono uno di fianco all’altro. Poi Marco cominciò<br />

ad ansimare, ad inghiottire la saliva a fatica come se<br />

volesse parlare e non trovasse le parole. Si fermò. A stento disse:<br />

- Devi capirmi Gigi. Erano mesi che mi preparavo, che<br />

dentro mi rodeva l’ansia. Praticamente da quando sono in pensione<br />

e le mie giornate sono vuote, fatte di niente! Amici non<br />

ne ho. Dove vivo non sono mai riuscito a farmene. Di sinceri,<br />

voglio dire. Per questo mi sono preparato a questo ritorno. In<br />

città, in quella Zagabria che non ho mai digerito, troppo lontana<br />

dal mio essere, dal mio pensare, non ci potevo più stare. La<br />

mia è stata una vita sprecata, davvero tutta sprecata… Dora se<br />

n’è andata, dopo un’ultima lite anni fa mi ha piantato, pare abbia<br />

trovato un altro, sai, di quelli in alto, co’i schei come la voleva,<br />

come pretendeva, e di figli, per fortuna, non ne abbiamo<br />

avuti. Anzi, voluti… Vivevo solo da troppi anni. Nella noia e<br />

nella disperazione.<br />

Gigi lo guardò e poi mormorò:<br />

- Non è che qui sarà molto diverso… Sarai solo anche qui.<br />

Marco parve non sentirlo. Disse afflitto:<br />

- Ogni giorno, anzi meglio ogni notte, durante la mia inguaribile<br />

insonnia, gli occhi aperti nel buio, ho ripassato tutto,<br />

ma tutto di questa terra e di quei periodi in cui qui sono vissuto,<br />

anzi in cui qui sono cresciuto. In quelle interminabili notti<br />

vedevo i parenti, la gente, poi le seraie, i campi, gli oliveti,<br />

le vigne, i vedorni, le verdure negli orti, le rovine su a Mandriol<br />

e le poche case tutte in fila con le persiane spalancate al<br />

sole…<br />

- Te l’ho già detto, molte case sono chiuse da parecchio,<br />

qualche tetto sta per crollare e c’è gente che capita ogni tanto,<br />

gente che vorrebbe comperare, con le auto che ci sono adesso è<br />

facile arrivare fin qui, intendo per serti novi siori, venire con le<br />

loro ganghe in campagna, avere qui una seconda casa, è diventato<br />

di moda… (1 - con tinua)<br />

<strong>Panorama</strong> 37

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